NUMERO 47 . set2022 . Sei distratto? Lavora di più

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SEI LAVORADISTRATTO?DIPIÙ ДЕТИ (BAMBINI)

Quello che poi bisogna ricordare – conclude Bailey – è che la mente umana è naturalmente propensa a rivolgersi a ciò che la interessa, la gratifica o la sfida. Un approccio consapevole alla giornata lavorativa insegna anche a risparmiare energie: alternare pause e periodi di lavoro intenso aiuta la concentrazione, ma potrebbe anche rivelarci qualcosa su noi stessi. Spesso non ci rendiamo conto delle nostre capacità finché non le utilizziamo sul serio; migliorare il focus influisce su tutte le attività e apporta qualità allo stesso tempo. Fabrizio Favini

2022SETTEMBRE

N.47 È il nuovo stimolo che arriva dagli USA. Secondo Chris Bailey - consulente esperto in produttività - la mancanza di produttività non si può ascrivere solo alla insufficiente Ladigitalizzazione.nostramente divaga quando i compiti da svolgere non sono abbastanza complessi e le scadenze poco pressanti. A indurre alla distrazione sarebbero soprattutto mansioni sottodimensionate rispetto alle capacità che ognuno di noi ritiene di avere, oppure una scadenza troppo dilazionata nel tempo. Di contro, lo stato di massima concentrazione e coinvolgimento in ciò che si sta facendo, si ottiene quando ognuno di noi viene messo davanti a una sfida, un compito che richiede l’intero complesso delle nostre competenze e capacità, possibilmente con una deadline ragionevolmente non troppo lontana.

PROGETTO

Invitiamo i nostri lettori a passeggiare insieme a noi nel bosco della complessità e della positività. Vedremo come la Ricerca - scientifica, sociopolitica, culturale, etica, economica e produttiva, insieme all’Innovazione - tecnologica, di metodo, di comportamento, di processo, di prodotto, cambia la nostra vita.Vedremo come l’innovazione creativa concorra, giorno dopo giorno, alla costruzione di nuovi modelli di relazione economica, sociale, produttiva e organizzativa procedendo instancabilmente, in parallelo, alla distruzione di quelli precedenti.

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CAMPAGNA SOSTENITORI SOSTIENICI CON LA TUA DONAZIONE! BASTA IL PICCOLO SOSTEGNO DEI NOSTRI NUMEROSI LETTORI PER CONSENTIRCI DI CONTINUARE AD OFFRIRE QUALCHE STIMOLANTE LETTURA. Magazine rivoluzionepositiva DONA VERSANDO SUL NOSTRO IBAN CON BONIFICO BANCARIO INTESTATO A DELTAVALORE IT48D 03440 01603 000000 390600 CON CAUSALE: SOSTEGNO A RIVOLUZIONEPOSITIVA Molte grazie! 3

PERCORSO

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Un appuntamento mensile. Brevi articoli monotematici che rimandano ad approfondimenti, per chi desidera; repertori iconografici scelti in virtù di criteri estetici; l’impegno di affrontare e di interpretare in modo semplice, ma non semplicistico, la complessità; il piacere della scoperta, dello scambio e della relazione positiva con i nostri Lettori.

Benvenuti a bordo! Il Comitato di Redazione: Fabrizio GianniEnricoRobertoEdoardoFaviniBoncinelliCingolaniGiovanniniFerrario

INDICE 1806 1410 Autori pg. 22 Manifesto pg. 28 FAVINIFABRIZIO Esperto di innovazione del comportamento Soltanto crescendo insieme cresceremo di più VALERIOMICHELE Management Consultant e Learning Digital Mentor Learning revolution: se non ora, quando? BONCINELLIEDOARDO Ricercatore, scienziato genetista, professore, saggista È chiaro? VISCONTIGUIDO Professore di Fisica del Sistema Terra Le emissioni di anidride sostaproseguonocarbonicasenza 5

FAVINIFABRIZIOAPPROFONDISCI

cresceremoinsiemecrescendoSoltanto

di più 6

diritti, l’importanza

Di seguito riporto alcuni pensieri del grande Patriota, sempre molto istruttivi e di straordinaria attualità.

Una contrapposizione che continua a riproporsi aspramente è quella tra i paladini dell’egualitarismo e del populismo sociale ed i portatori del liberismo, del merito e del successo. Uno di questi ultimi - Giuseppe Mazzini, oltre 160 anni fa - ricorda ai propri consimili, prima dei dei doveri, dei compiti, delle missioni da assolvere, dell’impegno collettivo al miglioramento.

“L’educazione s’indirizza alle facoltà morali; l’istruzione alle facoltà intellettuali. La prima sviluppa nell’uomo la conoscenza dei suoi doveri; la seconda rende l’uomo capace di praticarli.

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Gli uomini sono creature di educazione e non operano che a seconda del principio di educazione che a loro è stato dato. La questione vitale che s’agita nel nostro secolo è una questione d’Educazione. Si tratta non di stabilire un nuovo ordine di cose colla violenza; un ordine di cose stabilito colla violenza è sempre tirannico quand’anche è migliore del vecchio: si tratta di rovesciare colla forza la forza brutale che s’oppone a ogni tentativo di miglioramento. Colla teoria dei diritti possiamo insorgere e rovesciare gli ostacoli; ma non fondare forte e durevole l’armonia di tutti gli elementi che compongono la Nazione. Si tratta dunque di trovare un principio educatore superiore a siffatta teoria che guidi gli uomini al meglio, che non li faccia dipendenti dall’idea di uno solo o dalla forza di tutti. E questo principio è il DOVERE (in stampatello, ndr). Bisogna convincere gli uomini…che lo scopo della loro vita… è di rendere se stessi e gli altri migliori. Senza educazione nazionale comune a tutti i cittadini, eguaglianza di doveri e di diritti è una formula vuota di senso; in tal caso la conoscenza dei doveri e la possibilità dell’esercizio dei diritti sono lasciate al caso o all’arbitrio di chi sceglie Ill’educatore.dirittoèfede dell’individuo; il Dovere è fede comune, collettiva. Il diritto non può che ordinare la resistenza, distruggere, non fondare; il Dovere edifica e associa. Inoltre, 7

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Ed io vi parlo d’un tempo in cui, col vostro sudore e col vostro sangue, avrete fondato ai figli una Patria di liberi, costruita sul merito”. (Giuseppe Mazzini - “Dei doveri dell’uomo”- 1860).

Siamol’obiettivo.inadeguatamente ambiziosi, abbiamo da molti anni esaurito gli stimoli, quegli stimoli che ci hanno sorretto nel trasformare l’Italia da Paese agricolo a terza potenza economica europea. La società italiana è cresciuta per 40 anni grazie alla voglia di benessere, di impresa, al desiderio di libertà e di riscatto delle sue povere origini. C’è stata una corsa individuale, allora di 40 milioni di persone, incapaci però di ragionare tutti assieme (Giuseppe De Rita lo definì ciclo molecolare). Da 20 anni questa spinta ha perso quasi tutta la sua consistenza. Motivi: ricchezza diffusa, invecchiamento della popolazione, stanchezza, sazietà, esaurimento degli stimoli. E la molecolarità ha esaurito i suoi aspetti positivi; la frammentazione e la disunione si sono trasformate in vulnerabilità e in limiti allo sviluppo. Siamo ancora qui a ricordare l’entusiasmo e la vitalità dei magnifici anni 60 in Italia, gli anni modellati da un boom economico che in 15 anni aveva fatto crescere il PIL procapite del 260%.

In Italia abbiamo un sistema politico obsoleto ed inefficace, fondato con l’obiettivo di evitare il ritorno del fascismo. Il bicameralismo, ad esempio, serve ad impedire che l’esecutivo sia “troppo” potente. Conseguenza: la nostra Costituzione è demagogica e la nostra cultura politica talmente demagogica che ci ha finora impedito di riformarla. Risultato: il Paese è ingessato. Abbiamo smarrito la consapevolezza della necessità di agire; in tempi critici come quelli di oggi abbiamo pochi colpi da sparare in poco tempo per centrare

E noi che, da troppo tempo ormai, parliamo solo di diritti?

La nostra Costituzione non dice espressamente che la proprietà privata è un diritto fondamentale bensì lo considera sbrigativamente un interesse legittimo (e per fortuna che è legittimo!). Questo stravagante concetto ha inciso sulle prassi dell’amministrazione pubblica e sulla costruzione della cultura popolare del nostro Paese e ha condotto a 8

la dottrina dei diritti non racchiude in sé la necessità del progresso. Nell’esercizio dei diritti il progresso rimane abbandonato all’arbitrio d’una libertà senza norma e fine. Ogni dottrina che non poggia sul progresso…è inferiore al concetto e ai bisogni dell’Epoca.

Senza libertà voi non potete compiere alcuno dei vostri doveri. Voi avete dunque diritto alla Libertà e Dovere di conquistarla in ogni modo contro qualunque Potere la neghi. Senza Libertà non esiste Morale,… non esiste responsabilità.

La cultura dei diritti, senza la responsabilità dei doveri, fa esplodere il sistema.

concorrenza, successo, sviluppo - ovviamente sostenibile - e meritocrazia, pilastri del libero mercato, non fanno (ancora) parte del bagaglio culturale della maggioranza degli Italiani. Fabrizio Favini (*) “Nella percezione pubblica la concorrenza è più un pericolo che una opportunità. Questo è un enorme deficit culturale del Paese”. Ferruccio de Bortoli. 9

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demonizzare tutto ciò che è economia di mercato, liberismo, meritocrazia, sviluppo, concorrenza - a proposito di concorrenza ricordo che solo il miraggio dei fondi europei del PNRR sono riusciti a scalfire la nostra atavica avversione sull’argomento. Sempre(*) questo stravagante concetto ha inoltre insinuato e diffuso nel comune modo di pensare una gerarchia nella quale l’etica morale comanda al diritto il quale sottomette la politica che opprime l’economia. Questo è quanto Angelo Panebianco ebbe a definire come ricetta per lo Stato etico, non certo per una Società libera. E che poi ha recentemente soggiunto: “La nostra democrazia, con i suoi deboli partiti e con le sue istituzioni di governo parimenti deboli, non è attrezzata per fronteggiare in sicurezza i tempi difficili che ci attendono” (Corsera del Evidentemente30/5/22).

VALERIOMICHELE APPROFONDISCI2/4 quando?serevolution:Learningnonora, 10

Solo in questa prospettiva potrà essere affrontato. Forbes invita ad agire tempestivamente per ripensare, riprogettare e trasformare le modalità, i percorsi e le consuetudini con cui sinora le aziende hanno concepito la formazione e lo sviluppo dei DallaCollaboratori.miaesperienza diretta di Learning Architect, impegnato a progettare molteplici percorsi di sviluppo, provo ad indicare le principali direttrici per ripensare oggi gli ecosistemi di apprendimento:

Finalmente si sta collocando il tema della conoscenza – che in italia non è che abbia goduto sinora di grande fortuna – a livello strategico, quale fattore critico di successo per il business.

1. Porre al centro la learning experience: dobbiamo partire dall’esperienza umana, che deve diventare il centro della nostra progettazione. Mettiamoci nei panni dei nostri Learner, comprendiamo le aspettative, le motivazioni e rendiamo il percorso di apprendimento un’esperienza bella, ricca, stimolante e di cui parlarne con amici e colleghi!

competitive solo le organizzazioni che dimostreranno di essere in grado di attrarre e far crescere le loro persone, investire nello sviluppo di competenze

Da2021.un

2. Arrivare a tutti: non possiamo limitare l’accesso a percorsi professionalizzanti solo per i Manager o gli agognati Talenti! La differenza la facciamo con una workability vera, dove lo sviluppo di conoscenza è aperto alla fascia più ampia possibile della popolazione aziendale.

3. Applicare la formula 70/20/10: l’esperienza di sviluppo da immaginare non può 11

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In termini di occupazione si sta aprendo un dibattito importante nel nostro Paese. Qualcosa sta cambiando, meglio dire qualcosa è cambiato Ci sono molte aziende, società di recruitment e agenzie per il lavoro che lamentano l’enorme difficoltà nel trovare persone, non solo profili operativi, ma di ogni tipo.

Nel nostro Paese i dati dell’INPS evidenziano che nel primo trimestre del 2022 sono state 306.710 mila le persone che hanno rassegnato le dimissioni dal lavoro, anche se provviste di un contratto a tempo indeterminato. Il dato non è mai stato così alto negli ultimi 8 anni e si registra un aumento del 35% rispetto al altro studio in Italia emerge che più del 60% dei lavoratori sta pensando di cambiare lavoro, ponendo al primo posto la mancanza di un contesto dove poter crescere e sviluppare le competenze, seguito dal grande classico della mancanza di feedback e di valorizzazione del lavoro svolto da parte dei responsabili. Ci sono nicchie competitive che incrociano geografie con profili professionali, come ad esempio nell’industria metalmeccanica, nel turismo, nelle costruzioni nel Veneto, dove la metà di chi si dimette trova un posto in sette Resterannogiorni.

strategiche e riprogettare i processi People e i modelli organizzativi per rispondere a queste trasformazioni. Ripensare il learning prima del training.

Uno studio McKinsey rivela che il 40% dei lavoratori a livello mondiale è intenzionato a cambiare lavoro nei prossimi mesi ma, come abbiamo scoperto, la great resignition non è un fenomeno solo americano.

7. Immaginare nuove figure professionali: l’evoluzione dell’apprendimento che stiamo descrivendo richiede oggi nuove competenze/figure professionali. Qui di seguito la mia personale

concettualizzazione:•LearningArchitect: chi progetta l’ecosistema phygital di apprendimento, in funzione della miglior learning experience possibile

• Learning Coach: chi supporta lo sviluppo di conoscenze e abilità delle persone

5. Selezionare i migliori contenuti: Oggi ci sono eccellenti provider di contenuti di alta qualità: Coursera, Udemi, Udacity, FutureLearn, LinkedIn Learning ma anche TED, Harvard Business… c’è veramente tanto. Non accontentiamoci, perché l’offerta internazionale è ricca, variegata, con diversi livelli di profondità e verticalizzazioni di assoluto valore.

• Learning Expert: chi padroneggia un ambito di contenuti (es. Leadership, IOT, Problem Solving…) ricercando e selezionando le collezioni di contenuti strategici per l’azienda

4. Disegnare Phygital path: la pandemia ci ha fatto aprire gli occhi sul potenziale dell’apprendimento digitale, sia in modalità sincrona (apprendimento guidato) con i webinar che asincrona mediante l’e.learning (autoapprendimento). Le diatribe ideologiche del tipo “tutto digitale” vs “solo in presenza” risultano assolutamente sterili. Il tema è un altro: un’esperienza sostenibile, efficace e motivante si può concepire solo nell’ambito di percorsi. Detto questo, integrare il meglio del digitale con il meglio della presenza umana mi sembra semplicemente intelligente.

6. Selezionare la tecnologia abilitante: ignorare le potenzialità della tecnologia nell’apprendimento significa essere ciechi rispetto ad un potenziale enorme. Ma la tecnologia è un mezzo, non è un fine e non funziona semplicemente perché la si acquista. Oggi esistono soluzioni di artificial intelligence che possono ad esempio facilitare l’accesso al meglio del sapere internazionale, conoscerci come professionisti e suggerirci una selezione dei migliori contenuti più adatti per noi, stimolare la creazione di propri personali percorsi e condividerli con i colleghi. Scegliere le soluzioni più funzionali al nostro contesto, integrarle in modo efficace con i percorsi di sviluppo guidati, rappresenta una delle azioni più trasformative che possiamo sperimentare.

• Learning Business Translator: chi supporta la Direzione Aziendale nella definizione delle principali sfide di Knowledge per supportare il business 12

essere configurata solo come il 10% di apprendimento guidato (i corsi, i seminar, l’e-learninig…), ma deve abbracciare e sviluppare dinamiche di apprendimento collaborativo (il 20%) dove lo scambio, il confronto, la condivisione di saperi sono stimolati. Il tutto deve trovare un terreno fertile nell’ambiente di lavoro, in modo che il 70%, l’apprendimento sul campo, sia potenziato da una cultura che identifica l’apprendimento come parte integrante del lavoro. Questa formula stimola l’autoapprendimento, basato su una nuova consapevolezza: il miglior regalo che ciascuno di noi può farsi è occuparsi - con piena responsabilità - del proprio percorso di sviluppo, senza delegarlo alle Aziende e ai Manager.

Michele Valerio

9. Far coesistere libertà e guida: in questi anni mi sono sempre più convinto che i modelli di coercizione non funzionano. Quello che consiglio alle organizzazioni è la coesistenza tra libertà e scelta di indirizzo. Da un lato i Collaboratori devono avere gradi di libertà per scegliere e decidere alcuni contenuti dei loro percorsi di sviluppo. Dall’altro l’Azienda deve indicare in modo preciso alcuni temi e percorsi ritenuti strategici per fasce di popolazione.

• Learning culture & engagement strategist: chi costruisce le basi di cultura organizzativa per sostenere un modello di continuous learning.

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10. Agire con coraggio: Penso sia tempo di agire tempestivamente e di innovare con metodo: sperimentiamo, sbagliamo, impariamo dagli errori e dai successi, con l’attegiamento del growth mindset abbinato ad un giusto livello di ambizione, avvertendo che si tratta di una missione importante per il successo delle aziende, delle persone e della società. Mettiamoci al lavoro. Se il denaro è la tua speranza per l’indipendenza, non ne avrai mai. La sola vera sicurezza che un uomo può avere a questo mondo è una scorta di conoscenza, esperienza e capacità. Questa frase di Henry Ford mi sembra sintetizzi molto bene la responsabilità del nostro futuro. Coltiviamo con passione abilità e conoscenza. Impariamo a divertirci con lo sviluppo. Le nostre organizzazioni possono essere un ambiente meraviglioso in cui condividere, scambiare e apprendere. Se non ora, quando?

8. Avere un approccio “data driven”: senza un impianto in grado di misurare l’apprendimento, diventa difficile capirne le potenzialità. Vanno creati modelli esaustivi dove misurare l’attuale proposta di sviluppo che un’organizzazione offre ai propri employees, osservarla con cura, individuare punti di forza e aree di migliramento e disegnare nuove evoluzioni. Queste ultime prima di essere implementate dovranno essere misurate con gli stessi criteri.

BONCINELLIEDOARDO

APPROFONDISCI

È chiaro?

“Tendono alla chiarità le cose oscure”, dice il Poeta dei Limoni - Eugenio Montale - che così conclude: “Quando un giorno da un malchiuso traportoneglialberi di una corte ci si mostrano i gialli dei limoni; e il gelo del cuore si sfa, in petto ci scrosciano le loro canzoni le trombe d’oro della solarità.”

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La chiarità, come luminosità contrapposta all’oscurità, può anche fare di questi scherzi, ma la chiarezza dei concetti, la loro trasparenza, non ha certo queste proprietà. Chiarezza occorre farla e difenderla. C’è una chiarezza delle cose, una della comunicazione e una della comprensione. E nessuna è mai gratis.

In realtà la chiarezza delle cose è un po’ un mito. Perché non si sa che cosa questo vorrebbe dire e perché non esiste una chiarezza delle cose, ahimè!

Uno dei punti fondamentali della vita è il comprendere, il capire bene, senza equivoci e ambiguità. Ma qui sta il punto: capire è buona parte della vita ma non è tutto, anche se per noi uomini di sovente Asì.

Tutto ciò è abbastanza ovvio, ma che cosa si oppone alla chiarezza delle idee? L’abbiamo già visto: equivocazione e ambiguità, figli entrambi, diretti e indiretti, del rumore, che non può essere eliminato.

noi necessita capire, per prevedere, per prevenire e più in generale per affrontare. Ma capire significa capire chiaramente.

Poche domande richiedono la risposta Sì o No. Si può fare confusione solo non capendo quello di cui si parla o prendendo un Sì per un No, o viceversa.

Raramente però una domanda è molto 15

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Quando si comunica, con altri o con sè stessi, la chiarezza diviene invece fondamentale.

La comunicazione si muove tra chiarezza, equivocazione e rumore. Il rumore, si sa, “macchia” un po’ ogni messaggio e non è eliminabile; mette anzi lo zampino in ogni equivoco e malinteso.

E non dimentichiamo che Cartesio a fondamento del Metodo pose “le idee chiare e distinte”.

Questa però è una limitazione fisica o, se si vuole, metafisica e non ci riguarda strettamente qui. Anche se la causa ultima è quella che abbiamo ricordato, occorre destreggiarsi con questa limitazione, ogni giorno e su quasi ogni argomento.

un’ambiguità quasi innocua, ma ne esistono anche di davvero pericolose.

affermazioni

Si ha ambiguità semantica ogni volta che una o più parole hanno più di un significato. Nel linguaggio quotidiano questo è quasi inevitabile: “aula” significa una cosa se è riferita a uno studente o a un insegnante; un’altra se riferita a un Questaavvocato.è

Pensate ai termini come “realismo”, “corretta visione” di qualcosa, ma anche la stessa “chiarezza”, quando si promette di “fare chiarezza”! Al nocciolo, la chiarezza è una proprietà strutturale della comunicazione. Può 16

sibillina oppure poco ambigua. Le domande e le sono generalmente più complesse e assai meno univoche. Con il risultato che è possibile non capire bene di che cosa si sta parlando oppure “prendere fischi per fiaschi”. Danni enormi in entrambi i casi, sia nella conversazione privata che in quella destinata all’esterno. Come si vede, il meccanismo è spesso lo stesso, ma le circostanze nelle quali questo può accadere sono numerosissime e di varia natura. Occorre quindi generalizzare quello che abbiamo detto. Chi parla e chi ascolta non sono spesso consapevoli di loro personali errori. A volte ci troviamo nella frode, in fondo la peggiore che possa esistere. Se c’è frode, c’è colpa, anche se non si può quasi mai dire con certezza “quanta” consapevolezza c’è veramente in un discorso. Si apprende di più dai casi nei quali non c’è frode manifesta, cioè malafede. Da cosa dipende in questi casi la chiarezza o la non chiarezza? Prima di tutto dall’ambiguità semantica diffusa e in secondo luogo dalla nostra mancanza di buona volontà nel tentativo, quotidiano, di contrastarla.

3/4 andare oltre le persone, anche se queste non sono perfettamente “neutre”. Il nostro desiderio totalizzante di capire ed esprimerci ci costringe quasi ad andare a sbattere contro alcuni dei difetti strutturali della comunicazione. Due aneddoti. Chi ha fatto divulgazione scientifica sa bene come sia facile indurre un significato invece che un altro, soprattutto pronunciando parole inusuali. Quando insegnavo psicologia, una volta feci una vera e propria lezione di genetica e parlai di alleli, ossia forme alternative dello stesso gene. A me pareva chiarissimo ma vidi una ragazza ridacchiare e le chiesi il perché. Lei rispose: “alternativo significa strampalato, fricchettone: come può un gene essere così”? Cosa era successo? Che una parola per me normale come alternativa veniva mal interpretata, certamente non da tutti ma da qualcuno evidentemente sì.

Potrei farne molti di questi esempi ma penso sia chiaro come dietro una parola “innocua” si può leggere un significato ben diverso. Così che un piccolo smottamento si può trasformare in una valanga.

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Allora cosa significa tutto questo? Vuol dire che ciascuno di noi è pronto a capire quello che vuole e se chi ti parla non sta attento si può creare l’inizio di un evento avverso che per alcune persone può essere rilevante per tutta la vita. Edoardo Boncinelli

Secondo esempio. Sempre parlando di genetica, io raccontavo come molti costrutti genici o genomici sono di fatto incidenti congelati. Naturalmente il termine non è mio bensì di Francis Crick, neuroscienziato e Premio Nobel per la Medicina. Io non credevo ci fossero problemi ma un ascoltatore, in questo caso un professore, mi chiese: Ma perché tutta l’evoluzione sarebbe dovuta a disgrazie? - in inglese accidente non ha un valore negativo ma significato semplicemente di qualcosa di inaspettato. La mente di questo ascoltatore evidenziò il significato incidente e fece giustamente la domanda: ma sono solo cose brutte?

Le emissioni di 4senzaproseguonocarbonicaanidridesosta /4 APPROFONDISCIVISCONTIGUIDO 18

Gli esempi partono da quella che viene definita la cloud, ossia una installazione per l’immagazzinamento e la conservazione di grandi banche dati.

L’intera attività per la conservazione delle banche dati ha la stessa impronta ecologica dell’intera attività del trasporto aereo che produce circa 2,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica al giorno. (*) 19

Forse pochi ricorderanno un suo lavoro pubblicato su Science nel 1994 in cui sosteneva che la verifica e la validazione dei modelli numerici dei sistemi naturali è impossibile. È da notare che questi modelli sono gli stessi che vengono usati per la previsione del clima futuro e che quindi vanno presi con le dovute cautele. Ora la Oreskes ha una rubrica fissa su Scientific American (secondo la tradizione del public intellectual che si pratica solo in America) e nei numeri di Luglio e Agosto picchia duro su due argomenti che sono dei tabù presso la comunità scientifico/tecnologica. A Luglio ha parlato dell’impronta ecologica della ricerca scientifica mentre ad Agosto dei politici e dell’industria che ci vogliono tranquillizzare con tecnologie che non esistono. L’impronta ecologica, che deriva da una cattiva traduzione della parola inglese carbon footprint, è secondo Wikipedia un parametro che viene utilizzato per stimare le emissioni di gas serra causate da un prodotto, da un servizio, da un’organizzazione, da un evento o da un individuo, espresse generalmente in tonnellate di anidride carbonica (CO2) equivalente.

Naomi Oreskes è professore di Storia della Scienza ad Harvard ed è una persona che non le manda a dire.

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Un singolo Centro cloud può arrivare a produrre la stessa anidride carbonica di 50.000 abitazioni onde per cui i ricercatori che hanno studiato il problema lo definiscono un carbonivero Bisogna infatti considerare che un siffatto Centro ha bisogno di continuo condizionamento d’aria, oltre che di grandi quantità di elettricità.

Un altro settore della scienza che consuma grandi quantità di energia, e quindi produce notevoli quantità di CO2, è l’astronomia. Un istituto francese di astrofisica produce fino a 10 volte la quantità di anidride carbonica di un cittadino francese che è circa 4,5 Iltonnellate/anno.LargeHadronCollider del CERN di Ginevra (LHC, che ha scoperto il bosone di Higgs) consuma circa 1,25 terawatt/ora all’anno di energia ossia pari al consumo di 300.000 famiglie, cioè il 2% dell’intera energia consumata in Svizzera. Infine come ultimo esempio Oreskes riporta l’impronta ecologica prodotta e indotta dai congressi scientifici. Il meeting annuale della Società di Neuroscienze americana - che vede la partecipazione di 30.000 congressisti provenienti da tutto il mondo - produce un’impronta ecologia di 22.000 tonnellate di CO2 che equivale a quella prodotta dall’attività annuale di circa 1.000 laboratori scientifici. Per questa ragione la proposta è quella di ricorrere sempre più spesso ai telecongressi - come ci ha insegnato il Covid. Il dato ulteriormente significativo è che un volo transatlantico - andata e ritorno - ha un impronta ecologica di circa 1,3 tonnellate di CO2 che è equivalente a quella di un pendolare che usa la macchina su un percorso di 25 km per un intero anno. Passando all’altro tabù, che riguarda la possibilità di catturare l’anidride carbonica in atmosfera, Oreskes fa alcuni esempi. Le tecnologie che si occupano di questo problema sono note come Carbon Capture and Sequestration o anche Carbon Capture and Storage (CCS) e prevedono di catturare la CO2 dall’atmosfera e di immetterla in forma liquida o congelata in depositi sotterranei.

Uno dei maggiori impianti sperimentali di questo genere si trova in Islanda e si chiama Orca, dalla parola islandese Orka che vuol dire energia. Questo impianto può trattare 4.000 tonnellate di anidride carbonica all’anno (in tutto il mondo se ne producono 40 miliardi di tonnellate) a un costo che varia fra i 600 e 1.000 dollari per tonnellata e pare che solo per costruirla ci siano voluti 15 milioni di dollari. Si pensi poi che la sola attività della Microsoft ha prodotto 14 milioni tonnellate di CO2 nel 2021. Numerose attività di ricerca poi sono state chiuse, compresi laboratori di ricerca di prestigio come quelli del MIT di Boston.

Malgrado l’apparente fallimento di questi tentativi, la politica e l’industria collegata ai combustibili fossili seguitano a sostenere le tecnologie di Carbon Capture and Storage, tanto è vero che l’Infrastructure Investment and Jobs Act negli USA prevede ben 10 miliardi di dollari per queste tecnologie e soltanto 420 milioni per quelle destinate a sviluppare energie alternative. Sono evidenti le ragioni che spingono l’industria del combustibili fossili su questa strada; un po’ meno sono le giustificazioni per le 20

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iniziative politiche che dovrebbero puntare soprattutto sulle energie alternative, in primis l’energia nucleare. La classe scientifica da un lato lancia appelli alla riduzione nel consumo dei combustibili fossili mentre dall’altro lato pretende di correggere la situazione con interventi tecnologici che non si basano ancora su solidi fondamenti. Uno di questi, ancora più critico, è la geoingegneria di cui abbiamo parlato e che, per raffreddare il Pianeta, pensa a interventi del tipo Dr Stranamore.

Guido Visconti 21

(*) Ricordiamoci che ogni giorno nel mondo vengono prodotti 345,6 miliardi di e-mail. E ogni e-mail genera mediamente 4 grammi di CO2.

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AUTORI FABRIZIO

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FAVINI mondo consultingmanagementdelda45 anni, è consulente esperto di innovazione capitaleilinsviluppoformatorefacilitatorecomportamento,deleperlodeltalentoAzienda.Migliorarendimentodelumano favorendo la crescita di socialidellefavorireneuroscienzeUtilizzaproduttività.engagement,motivazione,soddisfazione,self-leperl’acquisizionecompetenzeindispensabili a modificare iarticoli,Oltredell’Azienda.dell’Individuoallanoncomportamentiipiùfunzionalicrescitasiacheanumerosihapubblicatoseguentilibri: La Vendita di Relazione (Sole 24ORE); La vendita fa per te (Sole 24ORE); Scuotiamo l’Italia (Franco Angeli); ediIntegrazioneproduttivitàaziendaliComportamentiadelevata–trastilimanagementneuroscienze (gueriniNext). Editore di comrivoluzionepositiva. , Magazine On Line orientato al nuovo dell’Impresaedsociale,lad’ImpresaUmanesimopersostenibilitàeconomicaambientalestessa.

Nel

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MICHELE VALERIO

Experience Designer e Change Maker. Ciò che mi appassiona sono le Persone e le Imprese, poter contribuire a sempli care la magica complessità di team e processi, a liberare il potenziale creativo delle persone e a ricon gurare i business Mimodels.dedico a progettare nuovi sistemi l’engagement,aapprendimento,dipotenziarea disegnare nuove modalità semprecollaborazione,disfruttando la tecnologia al ipotizzoStudiodell’esperienzaservizioumana.itrendescenariper portare innovazione nei processi di Human organizzativa.caldifocalizzandoResourcesitemidell’evoluzione

AUTORI

Nato a Rodi nel 1941, Boncinelli ha studiato e vissuto a Firenze, dove si è laureato in sica. Ha dedicato la sua vita allo studio della genetica e della biologia divulgazioneuniversitarioall’insegnamentomolecolare,eallascienti ca con la pubblicazione di 79 libri e più di 200 tra studi e ricerche. Tre lauree honoris causa: Medicina (Udine), Farmacia (Firenze) e Filoso a (Palermo). 25

É il più pressodihaTrasferitosideldil’IstitutoperXXgenetistaimportanteitalianodelsecolo.Halavoratooltre20annipressointernazionalegeneticaebiosicaCNRdiNapoli.aMilano,direttoillaboratoriobiologiamolecolarel’Istituto

EDOARDO BONCINELLI

scienti co universitario San Raffaele e il Centro per lo studio della farmacologia cellulare e molecolare del CNR. A lui e al suo gruppo al CNR di Napoli, nel 1985, si deve la scoperta dei geni nell’uomo,omeotici‘architetti’ che progettano il corretto nellasecolopiù10l’hailtantoscopertadell’organismo.sviluppoUnaimportante,chenel2011CorrieredellaSerainclusatralescoperteitalianeimportantideldaricordarestoriad’Italia.

E’ ofFellowship,Maryland;dall’UniversitàFellowshipricevutonaledell’Accademiadell’Aquilaemeritoprofessoreall’UniversitàemembroNazio-deiLincei.HaunaFulbright(1968–69)delunaNATODepartmentMeteorology,MIT, USA, (1976, 1977) e una NATO Senior Fellowship, National Center for Atmospheric Research, USA (1986–1987). E’ stato membro del OzonedellaChangePanelIntergovernmentalforClimatic(IPCC)eInternationalCommission (WMO). Nella sua lunga carriera è stato Principal Investigator UARS ProgramMeasurementsCorrelative(NASA) and Atmospheric Effects of Supersonic Airplane (AESA, NASA). Nel 2001 ha fondato il centro di eccellenza sulla previsione di eventi meteorologici severi (CETEMPS). E’ autore di oltre 140 pubblicazioni e numerosi libri fra testi universi-tari e di divulgazione. I più recenti sono con la casa editrice Springer, Fundamen-tals of Physics and Chemistry of the SecondAtmosphere,Edition,(2016), Problems, Philosophy and Politics of Climate Science, (2018), Fluid dynamics (2020) e Climate, Planetary and Evolutionary Sciences (2021). 26

GUIDO VISCONTI

DIDA img: domusweb.it Allegoria della Prudenza 1565–1570Tiziano 27

Con creatodistratta.piùvitatecnologia,possibileinformazioni,disponibilitàl’enormediresadallalanostraèdiventatamoltoveloceemoltopiùAbbiamoipresupposti per cui il nostro cervello è meno preciso, fatica di più a concentrarsi. Perdiamo il focus attentivo sui problemi, discontinuiintermittentimentalmente,divaghiamosiamoenelnostro

modo di pensare e, quindi, nel 8attenzionelafrettolosiSiamocomportamento.nostropassantiedistratticuisogliadidurasecondi;siamo

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MANIFESTO

meno concentrati dei pesci rossi che arrivano a 9, ci dicono gli esperti. Siamo diventati bulimici di Divoriamocollegamenti,emozioni,informazioni,immagini,suoni.iltutto

Perché Positiva?Rivoluzione Un Magazinenuovo On saggezza.conoscenza,informazione,Line:

Riscopriamo allora il piacere - o la necessità - di riflettere, di pensare, di soffermarci per capire meglio dove stiamo andando per essere consapevolipiùdel nostro tempo, complesso e complicato, e del nostro ruolo, umano, sociale e Seprofessionale.condividete queste nostre riflessioni, siete invitati a partecipare ad una iniziativa virtuosa resa possibile dalla combinazione dei saperi e delle esperienze umane e professionali di un manipolo di Pensatori Positivi, interpreticompetentiprofondi,esensibilidelnostro tempo, che hanno deciso di contribuire a questo Progetto. Ad essi si autorevoliunisconoTestimoni Positivi. A tutti loro il nostro grazie! di cuore. 29

in superficie senza gustare, pensarechiaOggiriflettere.approfondire,chinonsifermaguardarenonvede;nonsifermaanonpensa.

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Quando le antenne riceventi sono abbassate, e il vostro spirito è coperto dalla neve del cinismo e dal ghiaccio del pessimismo, allora siete vecchi, anche a 20 anni. Ma finché le vostre antenne saranno alzate per captare le onde dell’ottimismo c’è speranza di morire giovani a 100 anni”.

Samuel Ullman GIOVENTÙ

“La gioventù è un periodo della vita, è uno stato d’animo; non è una questione di guance rosse, labbra rosse e ginocchie agili; è un fatto di volontà, forza di fantasia, vigore di emozioni. È la freschezza delle sorgenti profonde della vita.

A 60 anni o a 18 c’è sempre nel cuore di ogni essere umano il desiderio di essere meravigliati, l’immancabile infantile curiosità di sapere cosa succederà ancora e la gioia di partecipare al grande gioco della vita.

Gioventù significa istintivo dominio del coraggio sulla paura, del desiderio di avventura sull’amore per gli agi. E, spesso, se ne trova di più in un uomo di 60 anni che in un giovane di 20. Nessuno invecchia semplicemente perché gli anni passano. Si invecchia quando si tradiscono i propri ideali. Gli anni possono far venire le rughe alla pelle, ma la rinuncia agli entusiasmi riempie di rughe l’anima. Le preoccupazioni, la paura, la sfiducia in se stessi fanno mancare il cuore e piombare lo spirito nella polvere.

Al centro del vostro cuore e del mio cuore c’è una stazione di telegrafo senza fili: finché riceverà messaggi di bellezza, speranza, gioia, coraggio e forza resteremo giovani.

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