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Nello specifico le aziende propongono nuove famiglie di prodotti, solitamente proiettori dotati di particolari lenti o riflettori in grado di aumentare l’efficienza luminosa e fornire elevate prestazioni nella qualità di flusso (resa cromatica, classi di raggruppamento nelle ellissi di Mac Adams, binning e costanza delle caratteristiche di flusso nel tempo). Le nuove famiglie di prodotti museali contengono molte innovazioni; tra queste spiccano le soluzioni indirizzate alla valorizzazione dei beni culturali, sviluppate tra miniaturizzazione e grande flessibilità di gestione del flusso e orientabilità. Apparecchi quali Tono, Zoom e Armonia (DGA) costituiscono un abaco di soluzioni a scala ridotta: un miniproiettore con ottiche a fascio stretto fino a 3°; un proiettore piccolissimo su mini-stelo con variabilità manuale dell’ampiezza di fascio da 10° a 40°; un sistema lineare orizzontale a “bacchetta” regolabile, orientabile, che contiene due tipologie distinte di sorgenti, diffusa e puntuale. All’insegna dell’orientabilità facile, il progetto Smart control (Flos) si sposa bene con le più recenti tecnologie di controllo remoto senza fili, e la possibilità di fare scorrere e regolare il puntamento del proiettore lungo il binario risulta molto promettente, soprattutto in vista di rese cromatiche più performanti. Gli effetti ludici del LED Le declinazioni dei Led in ambito decorativo e scenografico sono molteplici e si articolano tra gli effetti architetturali a parete, soffitto o pavimento ottenuti da superfici bidimensionali, e gli effetti puntuali legati ai singoli apparecchi distribuiti nello spazio secondo i posizionamenti canonici o quelli più arditi che suggeriscono nuovi utilizzi. Nel primo caso, sono esemplificativi gli allestimenti a tutto

campo quali i tunnel immersivi e interattivi (tunnel presentato da Philips) o comunque effetti bidimensionali di superfici pixellizzate o parzialmente diffondenti. Nel secondo, più diffuso, sono presenti soluzioni in grado di modellare la percezione dello spazio fornendo valore aggiunto all’impostazione statica dell’Architettura. È il caso di Trick (iGuzzini), declinato nella versione RGB per aumentare l’effetto scenico giocoso di spazi caratterizzati da prospettive e iterato per produrre il ritmo di frammentazione visiva. Tuttavia, molte soluzioni con finalità diffondenti cromatiche sono strettamente legate alle proporzioni dello spazio stesso unite dalle nuove modalità di controllo evidenziate dallo show “wireless is more” (Davide Groppi), in cui numerosi apparecchi si animano in una regia programmata di luci e suoni. Ma proprio Groppi si concede una citazione ironica nell’iconica lampadina Edison (Edison’s Nightmare), trafitta illusoriamente da un chiodo, che la tiene ferma sulla parete. Forse un rimando nostalgico al passato ma comunque un impulso giocoso e provocante nella dilagante panoramica di innovazione dove ogni soluzione sembra appartenere a una sfida al futuro. Meno tecnologica, ma non meno creativa, la versione di Luminale che ha visto opere e fantasie prendere posto nella città, in particolare lungo le rive del Meno. In prossimità dell’Untermainbrücke il legame tra “luce e edificio” prendeva corpo, passeggiando lungo la sponda del fiume, alla vista della Metzler Bank building filtrata da un onirico canneto di metacrilato cromatico luminoso. OLED è già realtà Finalmente, dopo anni di attesa e di grandi aspettative, l’Oled ha iniziato il suo percorso pervasivo all’interno delle soluzioni di luce

Outline, K. Begasse, SIMES

Smart Control, Flos

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per la casa e per gli edifici. Il tanto temuto interrogativo “che ne sarà di questa pellicola divertente ma poco efficiente?” si è trasformato in “quale sarà il ruolo dell’Oled a fronte dell’attuale utilizzo del LED?”. Il fatto che si tratti di una sorgente emittente bidimensionale pone limiti alle modalità di impiego nell’architettura o nell’industria dell’arredo? Di fatto le installazioni architetturali che vedono questa tecnologia interpretata, sia per la tipologia a sospensione sia per quella a parete, sfruttando un sistema di controllo di tipo digitale con effetti scenici, ritmici o statici, hanno già risposto alla domanda. L’Oled è entrato a pieno merito nell’universo del lighting e sta conquistando con prudenza e moderazione quegli spazi che tradizionalmente sono sempre appartenuti alle sorgenti classiche e agli apparecchi tipologicamente riconoscibili. Infatti, se un’applique assomigliava a una lanterna più di un secolo fa, un lampadario a sospensione potrebbe rievocare un candelabro e una lampada da tavolo richiamare un abatjour. L’Oled scardina completamente l’iconografia dell’immaginario collettivo storico e pone una nuova dimensione che attinge a forme bidimensionali piane o curve. Infatti, nelle soluzioni presentate da Oled LG Diplay non mancano le variabili formali ed applicative, ma anche in Sumitomo Chemical l’idea policroma di una nuvola di moduli, ciascuno dei quali diversi e personalizzati, spinge l’orizzonte di questa tecnologia verso una nuova concezione della luce. Non ultima l’applicazione di Loop (Fulvia) pensata da Antoni Arola, in cui l’idea di utilizzare gli elementi bidimensionali su una base rotante a parete può certamente stimolare la curiosità e l’interesse di chi si chiede…”quale sarà il futuro dell’Oled?”


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