MOZAMBICO 1993-94

Page 18

IN MOZAMBICO CON IL BATTAGLIONE «SUSA» Erano circa le otto di mattina dell’11 maggio del 2013 e stavo recandomi all’ammassamento dei reduci dell’operazione «Albatros» prima della sfilata del Raduno Nazionale degli Alpini a Piacenza. Quest’anno non volevo proprio mancare. Ricorrevano i vent’anni da quando, insieme al battaglione «Susa» con la mia compagnia, eravamo andati in Mozambico e l’idea di rivedere persone che non sentivo da anni aveva vinto ogni resistenza. Mentre cammino tra i tanti volti con il cappello in testa, tra molti saluti e molti «guarda, quello non è il Capitano Risi?», vedo una persona, anch’essa con il cappello, che mi viene incontro con le braccia aperte «Capitano, Capitano!», poi le braccia si chiudono in un abbraccio che subito diviene una stretta formidabile. «Erano vent’anni che ti cercavo dove eri finito?». Io ero interdetto e alquanto imbarazzato: un omone piuttosto robusto stava abbracciando un Colonnello degli alpini e stava chiedendomi qualcosa che facevo fatica ad interpretare, mentre mi sforzavo di capire chi diavolo fosse questo «stritolatore». Presto, all’allentarsi della presa, degli occhi umidi di lacrime, credo di gioia, mi fissarono, accompagnando la domanda «ma come, non ti ricordi di me, sono Marco Cerrato! Sono stato il tuo movimentista per dieci mesi, quattro dei quali a Chimoio in Mozambico!». Sinceramente, e con molto imbarazzo, facevo fatica a collegare quel volto a delle situazioni. Solo poi, con lo scambio di particolari, con lo snodarsi dei racconti avrei ripreso coscienza di un fiume di ricordi, e con questi di emozioni, che credevo di avere per sempre dimenticato. Questo incontro fugace, che mi aveva però riportato ad un passato di cui ora capisco la portata, è stato poi seguito da momenti intensi durante e dopo la sfilata vera e propria, che sarebbero stati alla base di tante riflessioni che sono poi a loro volta al16

Speciale Mozambico

la base di queste righe. Marco Cerrato è stato il mio braccio destro per dieci mesi tra il 1992 ed il 1993. Per quel periodo abbiamo vissuto in simbiosi. Io pensavo come muovere la compagnia comando del battaglione «Susa» da Pinerolo a Chimoio, lui verificava la scadenza delle manutenzioni dei mezzi. Io facevo piani di movimento, lui pensava a preparare autocolonne. Io, opportunamente sollecitato da un Comando battaglione molto solerte,

programmavo corsi conduttori, lui inseriva il personale per i medesimi. Oggi capisco che la sua fortuna, e la mia, era dovuta alla sua generosità ed alla sua attiva disponibilità che gli consentì brevemente di godere della fiducia sia dei suoi colleghi sia degli Ufficiali e dei Sottufficiali della compagnia comando. Marco era un vulcano, sempre sorridente, sempre allegro, con una memoria straordinaria. Conosceva tutte le targhe degli Autocarri Medi e Leggeri della


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.