RISK_13

Page 7

D

ossier

NESSUNA GOVERNANCE, CORRUZIONE, FUGA DI CAPITALI, BOOM DEMOGRAFICO

IL DESERTO DELLE SPERANZE DI

L’

CARLO JEAN

Africa sub-sahariana, detta anche “Africa nera” per distinguerla da quella “bianca” settentrionale, è la regione situata a Sud del deserto del Sahara. È raccordata ad esso dal Sahel, che significa “la spiaggia” su cui termina il mare di sabbia. Solo la vallata del Nilo mette in comunicazione l’Africa sub-sahariana con il Mediterraneo. Il deserto non ha però mai costituito una barriera

• invalicabile. È stato percorso sin dall’antichità da vie carovaniere che si appoggiavano alle catene di oasi. A Sud confina con l’Africa Australe, spesso inclusa nell’Africa sub-sahariana, poiché molti degli Stati, che ne fanno parte, interagiscono strettamente con il Sud Africa, dal Mozambico all’Angola e dalla Zambia allo Zimbabwe. Inoltre, l’influenza geopolitica del Sud Africa si estende anche più a Nord, grazie soprattutto al prestigio di cui gode l’ex presidente Mandela e all’efficienza delle sue Forze Armate. Spesso si attribuiscono le difficoltà dell’Africa alla frammentazione derivata dal fatto che i confini amministrativi furono trasformati in politici all’atto della decolonizzazione. Ma non è la frammentazione ad ostacolarne lo sviluppo. È l’inefficiente e corrotta governance e l’assenza del rapporto Stato-società. L’Africa sub-sahariana possiede talune caratteristiche comuni: la crescita demografica, la ricchezza mineraria, la povertà, l’instabilità geopolitica, il prevalere dei conflitti interni e di secessione su quelli fra gli Stati, l’abnorme incidenza di malattie come l’Aids. Negli ultimi cinquant’anni, due soli conflitti sono scoppiati fra Stati: quello, negli anni 1990, fra l’Eritrea e l’Etiopia, che è stato un conflitto di secessione, e quello fra Tanzania ed

Uganda nel 1970. Gli Stati dell’Africa sub-sahariana sono pseudo-Stati. Non sono riusciti a creare una nazione o un’identità comune. Sono divisi in etnie, tribù e clan spesso in competizione fra loro, per impossessarsi delle risorse. Non sono stati creati dagli africani, ma dalle potenze europee, le cui colonie in Africa sub-sahariana non sono state di popolamento, come nelle Americhe, ma di sfruttamento. Inoltre, gli insediamenti europei erano rimasti prevalentemente limitati alle regioni costiere. I confini sono stati tracciati indipendentemente da ogni considerazione etnica e culturale, secondo le regole definite nella conferenza di Berlino del 1884-85. E lo sfruttamento continua da parte delle élites africane, che hanno inteso la sovranità come occasione di arricchimento e che trasferiscono all’estero da 20 a 40 miliardi di dollari all’anno. Dopo la decolonizzazione – in parte promossa da élites formatesi nelle università europee, ma spesso sostenute dall’Urss, oppure selezionate dalle stesse potenze coloniali - l’Africa fu vittima, durante la guerra fredda, della lotta per l’influenza fra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Le vecchie potenze coloniali europee cercavano dal canto loro di proteggere i loro connazionali e gli interessi delle compagnie minerarie. Per far questo, 5


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.