Riot Van #17 - Luoghi a perdere

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Beato te, contadino

#17 Riotvan

sono controllabili al 100%. Nelle zone tropicali, dove sono la normalità, i metodi di costruzione di case, strade, reti idriche ed elettriche sono differenti dai nostri, e sono progettate in modo tale da non subire danni, che in caso di distruzione possano essere ricostruite nel giro di pochi giorni. Anche l'agricoltura è fortemente influenzata da questo tipo di clima: non a caso la coltivazione principale delle aree tropicali è il riso, che non solo non subisce danni dagli allagamenti, ma addirittura li sfrutta, in quanto trova il suo habitat proprio nei terreni allagati, nei quali la temperatura rimane costante durante tutto il ciclo della pianta, così che non cresce il Giavone, temibile infestante del riso. Cosa può fare la Regione? Considerare eventi di questo tipo non più come occasionali e straordinari, ma comuni, e quindi riprogettare gli interi sistemi di deflusso delle acque relazionandoli a precipitazioni di queste entità, attraverso casse di espansione, manutenzione e innalzamento degli argini di fiumi e torrenti, e soprattutto adeguamento e manutenzione dei sistemi di deflusso urbani. Chi può lavorare i terreni? La manutenzione del territorio gioca un ruolo fondamentale nel controllo di alluvioni e allagamenti: se da

Ne parliamo con Giulio Gargani, anni 26, laureando in Scienze agrarie presso l’Università di Firenze, agricoltore fiorentino e fondatore di Agrimè.it, un portale che da circa un anno distribuisce prodotti di aziende agricole del territorio. Si può tornare a lavorare la terra ai giorni nostri, aiutando anche la salvaguardia dei nostri territori? Negli ultimi anni, che sia per cause dovute al riscaldamento terrestre o meno, abbiamo assistito a eventi meteorologici straordinari, che in passato si verificavano con una cadenza di circa 100 anni, mentre oggi sono diventati quasi normali. Eventi piovosi con 300 mm di acqua caduti in meno di 24 ore, inverni caldi ed estati piovose, stanno trasformando la nostra fascia climatica da continentale calda a sub-tropicale, alla quale né noi, né il nostro territorio era abituato. Quando si verificano eventi del genere, le colpe iniziano a rimbalzare come la pallina di un flipper: chi accusa la Protezione Civile che non ha fatto niente per prevenire, chi l'abusivismo edilizio che ha ridotto i canali di deflusso delle acque, chi l'abbandono del territorio, che impedisce l'assorbimento di parte dell'acqua. La prima cosa che possiamo affermare è che eventi del genere, per intensità e per durata, difficilmente 20


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