RELOADER Magazine - Marzo 2016
ad esempio la Provincia di Latina: il secondo istogramma evidenzia che ha una produzio‐ ne annua di circa 3.000.000 t/anno. Questo dato a confronto con gli altri comuni rende chiara la necessità di attivare un piano stra‐ tegico e virtuoso per la diminuzione dei ri‐ fiuti. La percentuale dei materiali differenzia‐ ti si attesta oggi al 34.5%. Si evince dalla Figu‐ ra 3 che l'andamento della raccolta differen‐ ziata è aumento nel periodo 2006‐2008 per poi stabilizzarsi fino al 2013. Altro grafico in‐ teressante è proprio il confronto tra i quanti‐ tativi differenziati e indifferenziati (Figura 4), purtroppo non si hanno dati aggiornati al 2014 per confrontare i dati e avere uno sce‐ nario completo. Sicuramente il quantitativo di materiale indifferenziato è ancora la fra‐
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zione maggiore di rifiuto prodotto. La prati‐ ca del conferimento in discarica dei rifiuti solidi urbani non differenziati non è più so‐ stenibile. Si dovrà strutturare un piano ope‐ rativo e strategico a lungo termine che ren‐ derà la Città e la Provincia libere dal "peso" dei rifiuti. Sfruttare la seconda vita dei rifiuti attraverso trasformazioni e trattamenti po‐ trà solo portare benefici economici al terri‐ torio garantendo il suo sviluppo per le gene‐ razioni presenti e future. Certo è che il cambiamento non arriverà da un giorno all'altro ma potrà avvenire solo attraverso la somma di iniziative che porte‐ ranno a risultati che si propagheranno su tutto il territorio, raggiungendo il virtuosi‐ smo che ancora manca.
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Linee Guida FISE Assoambiente per prevenire corruzione e reati ambientali “Uno strumento operativo di prevenzione e
è possibile perciò identificare le attività
tutela contro corruzione e reati ambientali, in
“sensibili” potenzialmente in grado di condur‐
grado di supportare le imprese di gestione ri‐
re ad assumere una condotta colposa: tra que‐
fiuti nell’adozione di un modello di organizza‐
ste, vi è la pianificazione dei conferimenti/
zione, gestione e controllo”. Con questi obiet‐
trasporti, la gestione flussi in ingresso e in usci‐
tivi FISE Assoambiente – l’Associazione Impre‐
ta, i monitoraggi ambientali (suolo, acqua e
se Servizi Ambientali di Confindustria, in colla‐
aria), la gestione gare e la manutenzione im‐
borazione con Certiquality, ha elaborato le Li‐
pianti. “Queste Linee Guida ‐ ha commentato
nee Guida “Modelli Organizzativi e sistemi di
l’Avv. Luca Geninatti Satè, Senior Counsel di
gestione ambientale”, approvate dal Ministero
Legance ‐ Avvocati Associati ‐ orientano
di Giustizia e presentate a Roma in Confindu‐
l’analisi dei rischi e la strutturazione di un siste‐
stria il 25 febbraio scorso. A quasi 15 anni dal
ma preventivo efficace, senza con ciò condurre
Decreto Legislativo n. 231 del 2001 relativo ai
a una standardizzazione dei modelli organizzati‐
reati societari e nei confronti della pubblica
vi. Un’analisi specifica dei rischi di ciascuna a‐
amministrazione, l’estensione alle tematiche
zienda, e la correlata definizione di procedure
della sicurezza sul lavoro e ai delitti contro
personalizzate e coerenti con la realtà azienda‐
l’ambiente (illeciti nella raccolta, trasporto,
le, resta infatti un elemento essenziale per ga‐
recupero o smaltimento di rifiuti e controllo
rantire la compliance ambientale: il supporto
dei siti di smaltimento, etc) ha ampliato ulte‐
delle Linee Guida e l’analisi legale dedicata con‐
riormente il numero di imprese coinvolte.
vergono quindi in un metodo particolarmente
Perno centrale delle Linee Guida elaborate da
efficace per l’effettiva prevenzione dei reati am‐
FISE Assoambiente sono i MOG (Modelli Orga‐
bientali”. In quest’ambito alcune indicazioni
nizzativi), un sistema di controllo preventivo,
inedite e interessanti emergono da una recen‐
che parte da un’analisi dei rischi, individua le
te ricerca condotta dal Dipartimento Diritto
fattispecie di reato cui è potenzialmente sotto‐
dell’Economia dell’Università “Roma Tre”,
posta l’organizzazione e definisce un adegua‐
nell’ambito di un più ampio studio internazio‐
to sistema di prevenzione e controllo. Tra i
nale coordinato dalla Waseda University di To‐
principali obiettivi dei Modelli Organizzativi c’è
kyo. Dallo studio, che ha preso in considerazio‐
l’individuazione delle attività nel cui ambito
ne un campione di realtà industriali del nostro
possono essere commessi reati, la previsione
Paese che hanno adottato procedure per pre‐
di specifici protocolli diretti a programmare la
venire comportamenti “infedeli” dei propri
formazione, l’attuazione delle decisioni azien‐
dipendenti, emerge che quasi tutte le imprese
dali in relazione ai reati da prevenire e
hanno preso di mira, tutelandosi nelle diverse
l’introduzione di un sistema disciplinare idone‐
aree di rischio, i crimini economici (98% dei ca‐
o a sanzionare il mancato rispetto delle misure
si), la corruzione (98%) e le frodi (indicate
indicate nel Modello. Mediante le Linee guida
dall’85% del campione). Palma Maranò