Taccuino di viaggio VICEversa

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nella misura in cui hanno responsabilità di direzione politica, ma che negano ipocritamente sul piano ideologico, questo imprescindibile concetto. Le larghe masse non potranno mai essere attratte da coloro che da una parte si dicono pacifisti e non violenti e da un’altra fanno spallucce mentre si mandano soldati a massacrare popolazioni in Afghanistan, Somalia, Libano etc, compartecipando in governi che aumentano le spese militari, continuano ad abbracciare le logiche di mercato e liberiste e che decidono di presentarsi ‘uniti’ alle elezioni solo dopo che i liberisti conseguenti della coalizione dichiarano di non voler più avere a che fare con la ‘sinistra’ del precedente schieramento. Le masse, la classe operaia – tra l’altro misconosciuta e minimizzata – percepiscono la coerenza diretta ed immediata tra il dire ed il fare. In natura il vuoto non esiste; se coloro che dovrebbero mobilitare i movimenti popolari su posizioni rivoluzionarie, decidono di non farlo, o semplicemente si dimostrano incapaci di farlo, é inevitabile che la reazione corra ad occupare quello spazio lasciato vuoto da altri; la storia insegna, ma evidentemente non ha molti discenti. In Italia, non a caso, accade l’esatto opposto che sta accadendo qui in Venezuela; mentre c’é chi pretende di riscrivere i libri di storia in Italia perché sono troppo ‘partigiani’ e Gramsci viene o svuotato del suo contenuto, o più banalmente gettato nel dimenticatoio, in Venezuela si stampano e si diffondono gratuitamente libri su Gramsci e Lenin per l’alfabetizzazione politica di massa. Mentre il governo bolivariano esalta il ruolo da protagonista della classe operaia, in Italia, potenza economica, industriale, si versano lacrime di coccodrillo per i quattro morti al giorno sul lavoro e le televisioni inondano l’etere di pietismo ipocrita mentre la ‘sinistra’ non si sposta di un millimetro dalla logica del signorile politically correct, troppo spesso priva di passione e di coraggio. Mentre il governo bolivariano trasforma tutto il paese in una scuola e sottolinea la necessità di affrontare il nodo della questione del potere per costruire l’alternativa socialista, in Italia certa cosiddetta sinistra quasi teme di parlare di socialismo e di discutere di proprietà dei mezzi di produzione. Mentre alla radio venezuelana Vladimir Acosta denuncia il carattere nazista del Vaticano e del signor papa, in Italia una critica di questo genere fatta pubblicamente non è nemmeno lontanamente immaginabile. C’è da meravigliarsi in queste condizioni che partiti fascisti, razzisti e xenofobi prendano il sopravvento? Gramsci scrisse i suoi quaderni per analizzare il dominio della borghesia ed investigare le ragioni della sconfitta dell’epoca, nell’intento di evitare futuri rovesci nelle successive crisi rivoluzionarie. Non sarà giunto il momento di cominciare a fare altrettanto?

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