Pietre di Fede volume 1

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concittadino can. don Salvatore Dell’Oro (già benemerito per altre grandi realizzazioni nel campo della beneficenza) a riassumere decisamente l’iniziativa facendosi interprete dei voti di tutto un popolo, e a raccogliere intorno a sé un forte nucleo di volonterosi per la raccolta dei mezzi finanziari e per l’attuazione dell’opera. E quando il Comune, in occasione della messa giubilare, in un solenne ricevimento nel palazzo municipale, gli consegnava una medaglia d’oro di benemerenza, egli, riconoscente, diede l’annuncio che destinava alla fabbrica del nuovo tempio una cospicua somma; ciò nel cuore di tutti aprì la fiducia che la nuova chiesa ben presto sarebbe condotta a termine. Il comitato frattanto aveva incaricato il valente architetto Piero Palumbo (di Siena) dello studio del progetto artistico del nuovo tempio e questi assolveva rapidamente e degnamente il suo compito, presentando un progetto che riscosse le unanimi approvazioni. “La voluta monumentalità del tempio venne raggiunta dall’architetto con semplici movimenti di masse accuratamente ponderate e opportunamente ravvivate dal contrasto di tono fra i vari materiali impiegati. All’interno le grandi pareti murali completamente disadorne inquadrate dalle cornici e dal soffitto hanno realmente dato all’ambiente il voluto carattere di semplicità severa e grandiosa. In questa sua veste di nobile semplicità l’edificio rivela reminiscenze romaniche dimostrando la possibilità di creare del nuovo senza rinnegare l’antico. “Il nostro giovanissimo concittadino ing. Pietro Amigoni ebbe a sua volta l’incarico dello studio dei particolari costruttivi e della direzione dei lavori, fra molte e gravi difficoltà. Il piano del pavimento del santuario è costituito da un’impalcatura continua in cemento armato perfettamente rigida e calcolata per sopportare senza pericolo il peso di una folla compattissima di persone: lasciando posto sotto di sé ad ampi sotterranei variamente utilizzabili. Anche la copertura è sorretta da grandi incavallature in cemento armato di lunghezza, an-

che pei tempi che corrono, abbastanza eccezionale, che vennero gettate in basso e sollevate successivamente sino al piano del tetto. Il nuovo tempio ha le seguenti dimensioni all’interno: lunghezza m 46; larghezza, escluse le cappelle, m 16; altezza del soffitto m 19. “L’impresa Lotario Bigoni ha condotto i lavori con lodevole solerzia ed ampiezza di mezzi, vincendo non lievi difficoltà nelle manovre di sollevamento dei materiali a grande altezza specialmente dei grossi massi di pietra viva e delle incavallature del tetto. Nessun incidente è venuto a turbare l’ordine e il rapido progresso dei lavori. “Anche la provvista e la posa della pietra da taglio che costituisce una pregevole caratteristica esterna del santuario ha incontrato notevoli difficoltà, specialmente nella scelta della pietra scura necessaria a creare con il granito bianco quel contrasto di toni che costituiva un’esigenza inderogabile del progetto Palumbo. La pietra adatta mai sinora impiegata venne per iniziativa dell’antica ditta lecchese Paolo Noli scoperta a Prata nei dintorni di Chiavenna; essa è di un bel nero inalterabile e uniforme, superiore allo stesso granito di Biella tanto apprezzato. La fornitura dei graniti che raggiungono i settecento metri cubi pari a centocinquanta vagoni venne ripartita tra questa ditta e la ditta Giuseppe Marella che ha grandi cave ben note a Samolaco, a Chiavenna ed altrove. “Se la decorazione esterna del Santuario per necessità della sua particolare costruzione ha dovuto raggiungere la sua sistemazione definitiva, fatta eccezione del campanile arrestato a un terzo della sua altezza, non altrettanto può dirsi dell’interno, che nel concetto che ha ispirato l’architetto avrebbe dovuto avere larghi rivestimenti lapidei e marmorei. La navata superiore si presenta con un’imponenza incontestabile. L’interno è rifinito con semplice rinzaffo grezzo delle murature. Ma i pilastri, gli archi, le fasce, le cornici in mattoni scoperti, i capitelli in pietra viva, costituiscono tuttavia, benché grezzi, un tale elemento suggestivo dell’ambiente che impone il senso del-

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