Dal vecchio Borgo alla grande Lecco

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cospicui lasciti all’ospedale, all’asilo d’infanzia, al Comune per sollievo dei poveri, dotava la città di questa casa per sede del municipio”. Un’altra memoria è collocata nell’atrio del palazzo Ghislanzoni: si tratta della targa bronzea per “i generosi concittadini caduti per l’indipendenza d’Italia, 1859 Tagliaferri Pietro, 1860 Torri Tarelli Giuseppe (uno dei Mille), Ongania Giambattista, Beltramini Pasquale, Bonacina Giovanni Mosè”. Vi era poi una terza lapide, sempre a palazzo Ghislanzoni, con il bollettino della Vittoria del 4 novembre 1918, firmato dal comandante supremo dell’Esercito italiano, Armando Diaz. Il “bollettino” è stato tolto e trasferito sulla facciata dell’attuale municipio di piazza Diaz, lato sinistro guardando il portone d’ingresso. Venne posizionato per il pomeriggio di domenica 13 aprile 1928, quando è stato inaugurato, con solenne cerimonia, il nuovo municipio della “grande Lecco”, con l’intervento del Re d’Italia, Vittorio Emanuele III di Savoia. Era la prima, ed è stata la sola, visita ufficiale del Re a Lecco che, però, era già transitato durante la guerra 1915-1918, in particolare nella notte del 24 agosto 1915, diretto a visitare le truppe sul fronte dello Stelvio. Il convoglio militare con il Re si fermò in piazza Garibaldi; riprese il viaggio verso lo Stelvio, uscendo da Lecco lungo l’attuale tracciato di via Cavour, via Volta, incrocio detto delle quattro strade, oggi Largo Montenero, poi via Col di Lana verso la zona di Santo Stefano, sull’arteria cancellata dalla tragica frana dal monte San Martino la notte del 23 febbraio 1969. Era, quest’ultimo, il tratto lecchese della statale dello Stelvio e dello Spluga, in quanto non esisteva la costiera a lago nella zona di Brick e Caviate, realizzata nel 1932-33. L’edificio municipale, posto nelle vicinanze della stazione ferroviaria, era stato costruito come ospedale cittadino ancora nell’Ottocento. Nel 1835, con le donazioni effettuate da Pompeo Redaelli e Antonio Muzzi, fu possibile dare avvio all’ospedale, progettato dall’architetto Giuseppe Bovara. La costruzione fu ultimata nel 1843. Il palazzo Bovara rimase ospedale fino all’ottobre 1900 quando, divenuta insufficiente quella sede, venne inaugurato il nuovo complesso di via Ghislanzoni su progetto Ongania e Mella. È stato, quest’ultimo, l’ospedale che ha accompagnato tutto il secolo Novecento, sino alla realizzazione del “Manzoni”, in quartiere Germanedo, alle soglie del Duemila. Vittorio Emanuele III giunse a Lecco con treno speciale alle 15.45 del 13 aprile 1928, accolto dalla marcia reale eseguita dalla banda del 67° Reggimento Fanteria. All’interno della stazione era schierata una compagnia d’onore dei fanti sempre del 67°. In piazza Diaz, invece, era alli-

Il palazzo municipale nel 1968, 120° di Lecco città. Panoramica della zona intorno al Ponte di Azzone Visconti, all’inizio del Novecento. Al centro del ponte stesso, sul lato valle, si può notare la cappelletta votiva dedicata alla Madonna, protettrice dei viandanti, che venne tolta nel 1910 con i lavori di modifica del parapetto.

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