IoArch 70 May-Jun 2017

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› LUOGHI DEL LAVORO

In apertura, la nuova sede della Bnl a Roma Tiburtina. Sopra, uno schizzo del concept di progetto (©5+1AA). Nel rpospetto rivolto verso la stazione ferroviaria l’edificio si propone attraverso il colore argenteo della facciata che riflette il cielo della capitale (foto ©Luc Boegly).

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l progetto per la nuova sede direzionale del Gruppo Bnl a Roma Tiburtina si inserisce in un contesto unico e particolare. Unico in quanto ci troviamo di fronte a una stratificazione di infrastrutture che da elemento di separazione tra due significative porzioni di città assume oggi, con la realizzazione della stazione dell’Alta Velocità ferroviaria, un ruolo urbano non solo di servizio. Particolare in quanto l’area su cui insiste il nuovo edificio, per la sua conformazione geometrica e topografica e il suo relativo orientamento, suggerisce ai progettisti di 5+1AA di concepire l’edificio secondo il principio del doppio volto. La realizzazione dell’edificio di Roma ha contribuito a trasformare un ampio territorio del quadrante est della città, con benefici in termini di trasporti, ambiente e qualità della vita. Alta velocità ferroviaria, riqualificazione urbana, miglioramento della viabilità, potenziamento dei servizi al cittadino e dell’accoglienza turistica sono gli obiettivi del progetto che porta con sé nuo-

ve strade, parcheggi, piazze, servizi pubblici, parchi e piste ciclabili. Altro elemento decisivo dell’operazione Bnp Paribas/Bnl è il dialogo tra il nuovo edificio e il complesso ferroviario della stazione Tiburtina, che si caratterizza per dimensione e orizzontalità. Non un rapporto diretto ma che vive di rimandi, ora prospettici (alle differenti quote della stazione), ora di ruolo (nel nuovo paesaggio urbano). L’obiettivo del progetto era quello di rispondere alle esigenze funzionali con un edificio che fosse in grado, nella sua autonomia e identità, di appartenere al contesto urbano della stazione Tiburtina e, allo stesso tempo, di essere rappresentativo per l’intera città nonché per il suo utilizzatore. Da queste premesse è nata la proposta di un edificio in grado di relazionarsi in maniera differente a nord-ovest, con il quartiere Pietralata, e a sud-est, con il complesso della Tiburtina. Un edificio ora dinamico, riflettente e dissolvente; ora statico, trasparente e materico.

Formalmente l’edificio assume un valore simbolico che si ritrova a più livelli: nella disposizione planimetrica, lineare a est e dolcemente deformata a ovest, attraverso la scrittura di una sequenza variabile di linee spezzate; nella scelta di evitare di creare un fronte e un retro; nell’articolazione delle sue funzioni, composte secondo un principio di stratificazione orizzontale, in una sequenza classica quale basamento, elevazione e coronamento; nella hall d’ingresso, evidenziata secondo un rapporto orizzontale e verticale grazie all’identificazione di un’unione-separazione, che diventa una trasparenza-terrazza per quattro livelli, e scopre, originale e intatta, la cisterna d’acqua dell’architetto Angiolo Mazzoni. Il nuovo edificio si propone con il colore argenteo delle facciate, con il suo carattere riferito alla luce solare e ai suoi riflessi, con la capacità di definire atmosfere di trasparenze, opacità, specchiature e semitrasparenze con l’intorno. Nelle ore del mattino e della sera, quando la luce diventa incidentale


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