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Nel mese di maggio, a Roma, presso la Casa della Cultura, si è svolta la conferenza internazionale “The architecture of well tempered environment - un’armonia di strumenti integratiâ€?. Si tratta di un meeting internazionale promosso da UIA/ ARES (Union Internationale des Architectes, Architecture and Renewable Energy Sources), in preparazione del World Conference of the International Union of Architects che si terrĂ a Tokyo a settembre 2011. Lo stretto rapporto che lega architettura, energia e ambiente è giĂ stato analizzato in diversi convegni promossi da Eurosolar e Unione Europea. Questa Conferenza vuole, quindi, fare un ulteriore passo avanti, sottolineando, esplicitamente, la necessitĂ di un cambiamento radicale nel modo del fare ar-

JOP[L[[\YH 3H ZĂ„KH HTIPLU[Hle, la concorrenza sul terreno KLSSÂťPUUV]HaPVUL SH YPX\HSPĂ„JHzione e la valorizzazione delle cittĂ , impongono agli architetti di essere “leaders di un quartettoâ€? e non “solisti o direttori d’orchestraâ€?. Secondo questa idea bellezza e utilitĂ (sociale e ambientale) devono diventare unico obiettivo del progetto d’architettura. Si considerano architetture e cittĂ responsabili a consumo zero, quelle che offrono nuovi livelli di qualitĂ ambientale e sociale, di comfort (visuale, acustico, termico) e di servizio (materiali ecologici, verde, HJJLZZPIPSP[n LMĂ„JPLUaH LULYgetica). Per costruire questa consapevolezza diventano indispensabili nuove competenze: l’analista energetico, il sociologo, il biologo, il geologo, l’analista del ciclo di vita dei materiali, il botanico, l’analista della mobilitĂ . Ăˆ questo il motivo per cui l’architetto del XXI secolo deve, necessariamente, ampliare il campo delle proprie conoscenze. La Conferenza “The Architecture of Well-Tempered Environment“ ha discusso e presentato esempi concreti di architetture e cittĂ sostenibili invitando i protagonisti di queste esperienze ad intervenire. I risultati della Conferenza saranno presentati nel “Manifesto dell’Architettura e delle Energie Rinnovabiliâ€? al XXIV Congresso Mondiale degli Architetti dell’UIA.

Carlo Emilio Gadda a Milano Il 23 marzo ha preso avvio il progetto A Milano con Carlo Emilio Gadda un ciclo di letture, conferenze e laboratori dedicati all’opera del grande scrittore laureato in ingegneria presso il Politecnico di Milano nel 1929. Il programma di quest’anno, costruito in collaborazione con docenti e allievi del Politecnico di Milano si è articolato in dieci appuntamenti, svoltisi presso

quattro diverse istituzioni culturali della città , con l’obiettivo di proporre una sorta di itinerario milanese degli ambiti di interesse dello scrittore a dimostrazione di come la storia della città , e quella dei suoi piÚ importanti uomini di cultura, sia sempre stata contraddistinta da un forte legame di arte e scienza. Le sedi scelte per lo svolgimento dei diversi incontri sono state: la biblio-

teca Trivulziana e la Casa del Manzoni, la Triennale e il Museo della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinciâ€?. Gli incontri, aperti alla cittĂ e in particolare al grande pubblico, si sono caratterizzati per la loro articolazione che ha visto HMĂ„HUJHYL SH SL[[\YH HSSÂťHZJVS[V T\ZPJHSL HSSH YPĂ…LZZPVUL JYP[Pca, portando l’attenzione non solo sui capolavori letterari di Gadda ma anche sulle pagine, meno conosciute, di divulgazione tecnica. Allo scopo sono stati coinvolti, oltre agli studenti e ai docenti del Politecnico, anche quella di alcuni attori che spesso si sono cimentati con il repertorio gaddiano, quali: Anna Nogara, Franca Nuti e Massimo Popolizio.

Nell’ambito di questa iniziativa è stata anche allestita presso la Sala del Tesoro, nel Cortile della Rocchetta del Castello Sforzesco, la mostra Le carte di Gadda alla Trivulziana Ă„UV HS 2 luglio) con l’obiettivo di permettere un incontro, per cosĂŹ dire diretto, con le opere oggetto delle letture e delle conferenze previste dal programma. Tutti i documenti in mostra appartengono al ricco fondo gaddiano – in via di inventariazione e riordino – costituito presso l’Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana e acquisito dal Comune di Milano recentemente grazie alla determinazione di Dante Isella e alla disponibilitĂ di Pietro Citati e Gian Carlo Roscioni.

Vita e morte di un teatro milanese Il 21 giugno è stata inaugurata, presso i chiostri della sede storica dell’Umanitaria in via Santa Barnaba 38 a Milano, la prima di una serie di iniziative che ceSLIYLYHUUV Ă„UV HS ZL[[LTIYL 2011) il Centenario del Teatro del Popolo della SocietĂ Umanitaria. Per quelli che han sete di conoscere e di sentire. Immagini e documenti del Teatro del Popolo (1911-1967) è il titolo della moZ[YH PJVUVNYHĂ„JH JOL YPWLYJVYYL la vicenda di un’esperienza unica nel panorama teatrale milanese del Novecento. Il Teatro del Popolo viene fondato nel 1910 per volere di Augusto Osimo dalla SocietĂ Umanitaria riadattando il piĂš grande dei fabbricati industriali della SocietĂ Tecnomasio Brown Boveri costruito nel 1906 per ospitare lavorazioni elettriche e meccaniche. Stretto e lungo, il corpo di fabbrica del teatro sorgeva parallelo a via Fanti, all’interno della sede dell’Umanitaria, nell’isolato compreso tra via Daverio, via Santa Barnaba, via Pace e via Fanti. Il progetto di Luigi e Cesare Mazzocchi, prevedeva la trasformazione del fabbricato industriale in una grande sala teatrale, capace di ospitare piĂš di duemila persone. La lunga navata che accoglieva i macchinari per le lavorazioni industriali, con un PU[LY]LU[V JOL VNNP ZP KLĂ„UPYLI-

be minimale, veniva trasformata nella nuova platea del Teatro del Popolo. Le ampie vetrate laterali e la struttura in ferro a vista della navata centrale conferivano a questo teatro un carattere di nobile essenzialità , riconoscibili in molte architetture milanesi del ferro e del mattone. Nell’agosto del 1943 le bombe su Milano ridurranno in rovina il [LH[YV JOL ]LYYn KLTVSP[V KLÄUPtivamente nel 1945. La mostra, a cura dall’Archivio Storico dell’Umanitaria, ripercorre la storia del Teatro del Popolo con disegni, immagini d’epoca, MV[VNYHÄL [LZ[PTVUPHUaL L THteriali d’archivio inediti, costruendo un itinerario della vita e della morte di un teatro milanese. A cento anni dalla sua nascita. Marco AndrÊula

33 OSSERVATORIO ARGOMENTI

Un convegno promosso da Eurosolar


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