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furono chiesti) i codici che per speciali ragioni di studio e per raffronti importanti, occorrono ai Professori, ed anche agli studenti, che sotto la direzione dei loro maestri, attendevano a lavori di critica e di storia. / Adesso viene tolta all’Istituto questo vantaggio, che era grandissimo dappoiché offriva modo di attendere per maggior tempo allo studio, rimanendo la Biblioteca dell’Istituto ove i codici sono stati sempre gelosamente custoditi, costantemente aperta non solo più ore di tutte le biblioteche, ma anche in molti altri giorni nei quali per vacanze riconosciute esse rimangono inaccessibili per gli studiosi. / È vero che stando rigorosamente al disposto dell’art. 69 del vigente regolamento per prestito di libri, potrebbe intendersi esclusa la biblioteca dell’Istituto dal vantaggio goduto in passato di aver dalle altre biblioteche il prestito dei codici, perché non pubblica a rigor di termini, ma poiché secondo il Regolamento stesso, il Ministro può (art. 56 e 57 del Regolamento sul prestito dei libri del febbraio 1886) con apposita disposizione, aggiungere all’elenco delle biblioteche ammesse a quel prestito quelle che possano esser giudicate di qualche importanza fra cui anche le comunali e provinciali, si può sperare che tale disposizione possa esser presa a vantaggio della biblioteca dell’Istituto. / E tale lusinga è ritenuta con qualche ragione perché la nostra Biblioteca, che è mantenuta a spese del Governo, del Comune e della Provincia, non solo ha maggiori lettori di molte biblioteche comunali e provinciali, ma offre anche maggiore garanzia di sicurezza, essendo sotto la diretta sorveglianza della Facoltà. / Di sovente vengono richiesti da altre biblioteche, o da Atenei alla Biblioteca dell'Istituto opere e libri che sono posseduti solo dall’Istituto e le domande di prestito sono sempre nell’interesse degli studi corrisposte con piacere e con premura. Si deve inoltre aggiungere che dalle biblioteche estere, vengono sempre inviati all’Istituto, e senza difficoltà, i codici che sono richiesti per servire ai Sigg. Professori ed anche agli studenti. Se ciò non potesse più farsi, i codici andrebbero addirittura nelle mani dei privati. / Per tali considerazioni a nome di tutta la Facoltà interesso la S.V. Ill.ma a voler pregare il R. Ministro di emanare il provvedimento opportuno per mettere l’Istituto in condizioni di poter avere il prestito 14 dei codici come ogni altra biblioteca». Questa lettera conferma che la biblioteca della Sezione di Filosofia e Filologia – come ancora ufficialmente si chiama – viene considerata come «la biblioteca dell’Istituto»; le altre due biblioteche (Scienze e Medicina) saranno sempre indicate con il nome della Sezione di appartenenza. D’altra parte, sempre da questa lettera, si vede come la biblioteca della Sezione di Lettere si identifichi come parte necessaria e irrinunciabile della Sezione e suo elemento costitutivo. E che nonostante tutti i pareri contrari, l’Istituto e, in questo caso, la biblioteca e la Sezione di Lettere non siano una trascurabile unità fra le Università italiane, lo dimostra il fatto che in data 20 ottobre 1894, il Ministro rispondeva che aveva «disposto che la biblioteca di codesto Istituto sia ammessa a custodire in prestito i libri e i codici delle biblioteche pubbliche 15 governative, che possono abbisognare ai Sig.ri Professori e agli alunni per i loro studi». In tema di prestiti c’è una lunga e spiacevole storia che riguarda un docente della Sezione il quale aveva la tendenza a non restituire i prestiti ottenuti dalle biblioteche. Già dal 1880 il M.I.P. aveva chiesto alla Presidenza della Sezione ragguagli sulla mancata restituzione di tre codici manoscritti e di due volumi a stampa della Vittorio Emanuele di 14 15

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A.U., F. 264, n. 389. A.U., F. 264, n. 398.


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