Torna a casa, Lassie!
Narrazione di Paola Valente
Illustrazione di copertina
Erika De Pieri
Eric Knight
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Joe è un bambino allegro e vivace che abita con il suo papà Sam nello Yorkshire, in Inghilterra. La sua casa è fatta tutta di pietra ed è in mezzo al verde dei prati, poco fuori dal paese.
Di fronte, c’è un paesaggio di dolci colline e di boschetti. Si vedono il campanile della chiesa, le abitazioni e la scuola dove Joe si reca ogni giorno, esclusa la domenica. Ad accompagnarlo c’è Lassie, una splendida cagna di pastore scozzese, affezionatissima al bambino.
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Quando Joe parte per andare a lezione, Lassie lo segue fino al cancello della scuola e lo saluta poi con un breve latrato.
All’uscita, il bambino ritrova la sua cagna che lo aspetta puntualissima perché è molto intelligente e conosce l’orario.
Lassie gli salta addosso, gli lecca il viso, si mette a pancia in su per farsi accarezzare,
è piena di gioia nel rivederlo. Anche Joe è felice. Fa tante coccole alla sua amica del cuore, poi insieme ritornano a casa percorrendo il sentiero in salita.
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A volte, si inoltrano fra i campi e corrono in mezzo all’erba alta, nascondendosi e ritrovandosi. Lassie è furba e sa ritrovare Joe anche quando egli si appiattisce in un fosso asciutto o si arrampica su un tiglio.
Fra il bambino e la cagna c’è un affetto immenso, una di quelle amicizie che niente e nessuno può spezzare.
Una volta a casa. Lassie si accuccia obbediente in giardino mentre Joe rientra per il pranzo.
Dopo i compiti, ci sarà ancora tempo per scorazzare di nuovo per la campagna!
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C’è un legame d’amore intenso e assoluto fra Lassie e Joe. Di notte, la cagna si accovaccia ai piedi del letto di Joe e, al mattino, lo sveglia leccandogli dolcemente il volto.
Il papà di Joe è un operaio. Lavora in una grande fabbrica, ma le cose non vanno molto bene. In Europa c’è una terribile crisi economica. Il lavoro manca e molte persone si ritrovano senza la possibilità di mantenersi.
Un giorno, Sam ritorna presto dal lavoro e annuncia con tristezza:
– La fabbrica è chiusa. Mi hanno licenziato.
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Figlio mio, ora ci aspettano tempi molto difficili. Ho qualcosa da parte, ma non so quanto durerà questo periodo.
Il bambino capisce subito la gravità della situazione e perfino Lassie sembra comprenderla. Si stende ai suoi piedi e lo guarda con dolcezza come per consolarlo. Joe è dispiaciuto, ma per fortuna la sua amica gli
è vicina.
Il giorno seguente, Joe sta tornando da scuola insieme con la cagna quando un signore lo chiama. È con tutta evidenza un
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uomo molto ricco. Si vede dagli abiti che indossa e dalla catena d’oro che gli pende dal taschino della giacca. Accanto a lui
c’è una ragazzina molto graziosa. Joe non riesce a immaginare che cosa voglia da lui quell’uomo importante.
Sono il duca di Rudling – dice sorridendo – e sto ammirando il tuo cane. È davvero
uno splendido esemplare di collie!
– Si chiama Lassie ed è una femmina –risponde Joe.
È bellissima. Me la venderesti?
Il bambino stringe i denti per la rabbia.
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–
–
Che cosa crede, quel duca? Di poter comprare la sua amica del cuore? Si gira senza rispondere e corre verso casa seguito da Lassie. La sera stessa però il duca si presenta a casa di Joe. Il papà lo fa entrare e ascolta la sua proposta con molto interesse. Lassie vale molti soldi e, con quel denaro, Sam potrebbe tirare avanti fino a quando non avrà trovato un nuovo lavoro.
– Ti prego, papà! Farò tutto ciò che vorrai, ma non vendere Lassie – grida Joe con le lacrime agli occhi.
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Sam è dispiaciuto. Abbraccia suo figlio e gli dice:
– Non ho altra scelta. Quando troverò un lavoro, ti comprerò un’altra cagna.
– Io non voglio un’altra cagna! Lassie è insostituibile.
Non c’è preghiera che tenga. Sam combina l’affare con il duca e Lassie viene condotta via. Il duca le mette un collare e un guinzaglio e la trascina con sé. Mentre si allontana, la cagna si gira a guardare il suo padroncino che piange sconsolato. Sembra
chiedergli:
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***
Il duca di Rudling possiede una grande tenuta nella quale ci sono molti altri cani.
Lassie è chiusa in un recinto. Si sente infelice e spaesata anche se Priscilla, la nipotina del duca, va spesso a farle visita, la accarezza e cerca di consolarla. Ma per la cagna, l’unica consolazione sarebbe quella di ritrovare il suo Joe. Priscilla si adopera in tutti i modi per farla stare bene: la pettina, le porta dei bocconcini prelibati, la conduce a passeggio.
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“Che cosa ti ho fatto di male per essere abbandonata così?”
Però Lassie deve seguirla al guinzaglio. Con Joe era libera e scorrazzavano insieme nei campi.
Una notte, Lassie si mette a scavare pazientemente sotto la rete. Scava scava, alle prime luci dell’alba riesce a praticare un passaggio e a scappare fuori dal recinto.
È libera! Con un balzo, salta un muretto, attraversa un giardino, si avvicina a un cancello. Di fronte a lei c’è la strada che la riporterà in poco tempo dal suo Joe. Già le sembra di sentire l’odore del suo amico.
È quasi fuori quando qualcuno la afferra
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per la collottola e la trattiene. È un dipendente del duca.
– Brutta cattiva! – le urla. – Ora ti riporto dov’eri ma ti legherò alla catena così non potrai più scappare.
Lassie si ritrova legata e prigioniera. Non ha quasi fame, si limita a bere un po’ d’acqua. È così depressa che il duca teme possa lasciarsi morire, ma non gli passa per la testa, neanche per un momento, la possibilità di riportarla al bambino. Lui l’ha pagata, ora è sua. Priscilla la coccola e poi la porta a fare quattro passi tenendola al guinzaglio.
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– Non credo sia stata una buona idea toglierla al piccolo Joe – afferma parlando con il duca.
Ma l’uomo ci tiene molto a quella cagna stupenda e non ha nessuna intenzione di restituirla. Anzi, decide di condurla con sé, molto lontano dallo Yorkshire, in una proprietà che si trova a centinaia di chilometri da lì. Sarà un lungo viaggio quello che condurrà il duca, sua nipote e Lassie in Scozia.
E così, la povera Lassie viene condotta lontano dal paese amato e dalla casetta del suo padroncino. Con infinta tristezza,
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affronta il lungo viaggio in un furgone che la porterà chissà dove. Non rivedrà più il suo Joe, non lo aspetterà più all’uscita da scuola, non giocherà più a nascondino con lui.
– Non preoccuparti, Lassie – cerca di consolarla Priscilla, – ti troverai benissimo e avrai tanto spazio per correre e per giocare.
Ti dimenticherai presto della tua vecchia casa.
La proprietà scozzese del duca è grandissima. Si trova in un territorio molto bello, al limitare di una vasta e verde campagna.
Al centro c’è un palazzo lussuoso, intorno ci sono campi, frutteti e le abitazioni dei
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contadini. Uno di questi si chiama Hynes ed è davvero un brutto ceffo. Non ama gli animali, e, quando il duca gli affida Lassie, l’uomo non prova alcuna simpatia per lei.
Sei una brutta bestiaccia e io non mi fido ti te – le sibila contro mentre la conduce in malo modo nel canile.
Anche qui ci sono moltissimi cani che abbaiano alla nuova arrivata. Lassie ha paura e non vuole entrare nel recinto.
Punta le zampe e guaisce. Hynes le sferra un calcio nel fianco e la spinge dentro. Il canile è buio, l’odore non è familiare.
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La cagna striscia in un angolo e si addormenta. È sfinita dal lungo viaggio e dalla tristezza immensa che prova. Priscilla la osserva con compassione e le sussurra:
– Coraggio. Prima o poi, ti abituerai alla tua nuova casa. Anche qui da noi, in Scozia, ci sono bellissimi paesaggi dove passeggiare e divertirsi. E poi, mio zio il duca ti troverà un compagno. Avrai dei cuccioli da accudire e li amerai più di Joe.
A Lassie però i paesaggi non interessano se insieme a lei non c’è Joe. Non desidera né un compagno né dei cuccioli. Che nostalgia!
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Il dolore della separazione si fa sentire specialmente la notte quando i cani abbaiano alla luna con quel loro latrato straziante.
Non passa giorno che Lassie non tenti di fuggire. Non passa giorno che Hynes non se ne accorga. Sembra che il brutto ceffo si diverta a offrirle qualche possibilità di fuga per poi sorprenderla e picchiarla. L’uomo è davvero cattivo, un ubriacone che sfoga la sua rabbia contro una creatura indifesa.
Ogni volta che la riprende, la percuote con un bastone e la povera Lassie guaendo è costretta a ritornare nella sua prigione.
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Un giorno, però, Hynes esagera. Lassie si è rivoltata e gli ha morso una mano. L’uomo entra nel recinto della cagna, rovescia la ciotola con l’acqua e comincia a picchiarla con una frusta. La cagna si lamenta e striscia per terra come per chiedere pietà. Quei lamenti però sembrano aumentare la rabbia di Hynes che la frusta con ancora più violenza.
– Basta! – urla Priscilla. La ragazzina è comparsa all’improvviso. È spaventata e disgustata dal comportamento di Hynes.
L’uomo smette di picchiare Lassie, ma ha
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un sorriso cattivo. Esce dal recinto brontolando, mentre la povera bestia si appiattisce in un angolo angosciata.
– Se lo farà di nuovo, avviserò il duca – lo avverte Priscilla.
– Quella è una brutta bestia, signorina. Continua a fuggire. Se non viene punita, un giorno o l’altro riuscirà a farcela sotto il naso. Sparirà e il duca darà la colpa a me – afferma andandosene.
– Lei non deve picchiarla, ha capito? Se il duca lo viene a sapere, la licenzierà!
La ragazzina si rende conto che Hynes
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non smetterà di essere crudele con Lassie e lei non può essere sempre presente per difenderla. Inoltre, la cagna soffre di nostalgia, è evidente. Com’è diventata magra e nervosa! È stata strappata al suo amico Joe e non fa che pensare a lui.
“Così non può continuare” pensa Priscilla.
Un giorno, Hynes deve allontanarsi dalla proprietà per sbrigare alcune commissioni assegnategli dal duca. È il momento giusto perché Priscilla possa realizzare il suo piano. La ragazzina infatti ha preso una decisione dopo aver molto riflettuto. Allora esce di
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casa, si reca nel canile. La cagna è accovacciata per terra con le orecchie basse.
Priscilla spalanca la porta del recinto. Lassie la guarda interdetta. Che cosa vuole da lei? – Va’! Corri veloce. Torna a casa, Lassie! –grida la ragazzina battendo le mani.
La cagna si avvicina all’uscita, rimane ferma per un attimo e poi, scattando, fugge via per i campi. Quando ormai è abbastanza lontana, si gira per un attimo. Vede la figurina di Priscilla che agita una mano in segno di saluto.
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– Troverai la strada di casa? – sussurra la nipote del duca.
Lassie corre veloce come il vento. Si è resa conto di essere finalmente libera. Libera di cercare la strada del ritorno. Non conosce quei luoghi, non sa quanto lontana sia la casa di Joe, ma la libertà le mette le ali ai piedi. Via via, lontano dalla prigione, lontano da quel cattivissimo Hynes!
Nello stesso momento, Joe sta pensando a lei. No, non la scorderà mai e non riesce ancora a rassegnarsi. Purtroppo suo padre non ha trovato un nuovo lavoro, i problemi
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e le preoccupazioni sono tanti. I soldi ricevuti dal duca per la vendita di Lassie aiutano a tirare avanti, però che cosa succederà quando saranno finiti? A Joe i soldi non importano. Darebbe tutto ciò che possiede per ritrovare la sua amica.
Ogni giorno, il bambino si trascina tristemente a scuola e poi, quando esce, si guarda intorno illudendosi che Lassie spunti fuori da un cespuglio. No, la sua amica non tornerà mai più. Allora Joe piange, ma prima di rientrare si asciuga le lacrime. Suo padre ha già tante preoccupazioni!
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In quel momento Lassie sta tornando a casa, ma lui non lo sa ed è sempre più triste. La cagna ha ormai percorso molte miglia. È stanca e ha sete. Si ferma a bere in un ruscello e poi prosegue finché non scende la notte. Allora si sdraia sotto a un albero per riposare. Ed ecco che comincia a piovere a dirotto. In un attimo, si ritrova con il pelo zuppo. Trema dal freddo e la fame si fa sentire.
Tanto vale rimettersi in cammino. Un istinto la conduce lontano, là da dove è venuta. All’alba, raggiunge una casetta ai
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margini di un villaggio. Lassie si avvicina al cancello. Due monelli escono dalla porta, la vedono e urlano:
– Che brutto cane sudicio!
Raccolgono dei sassi e glieli lanciano contro. Uno la colpisce sul dorso. Lassie scappa via, inseguita dai due teppisti.
Corre corre, finché non si lascia il villaggio alle spalle. Attraversa un campo e raggiunge una fattoria. Qui vede un trogolo nel quale il contadino ha versato il cibo per i maiali.
Non c’è nessuno in vista, allora la cagna infila il muso nel recipiente e mangia la poltiglia
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di latte e farina. Una donna esce sull’aia, la scorge e si mette a strillare. Lassie fugge di nuovo, per fortuna ora ha la pancia piena.
Trascorrono così molti giorni di sole e di pioggia, di avventure e di disavventure.
Lassie mangia ciò che trova, si nasconde dagli esseri umani e continua a viaggiare verso quel luogo lontano dove ha lasciato il suo cuore.
Un giorno si ferisce a una zampa saltando un filo spinato e si trascina stanca e affamata fino a una casa. Sul davanti c’è un orticello e un vecchio sta raccogliendo i piselli.
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Quando la vede, le parla dolcemente:
– Bella, vieni qui. Dai, avvicinati, non ti faccio niente.
Lassie sente che si può fidare. Lascia che l’uomo anziano la tocchi, la prenda delicatamente in braccio, la porti dentro casa.
Lì c’è sua moglie, una vecchietta simpatica che dice stupita:
– Che bel cane! Poverino però. È ferito.
Il vecchio adagia Lassie vicino alla stufa, le porta da bere e del cibo. Sono due giorni che la cagna non si nutre. Beve e mangia con avidità, poi chiude gli occhi e
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dorme perché si sente finalmente al sicuro. Nei giorni seguenti, i due anziani coniugi si danno molto da fare con Lassie. Le medicano la zampa ferita, la lavano, la coccolano, la nutrono. Si affezionano molto a lei. La cagna li ricambia come può, dimostrando il suo affetto, ma come sono tristi i suoi occhi!
– Sai – dice il vecchio alla moglie, – credo che lei presto ci lascerà. Non siamo noi quelli che ama di più al mondo.
Infatti, quando Lassie si sente un po’ meglio, esce di casa e imbocca la strada.
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I due vecchi la osservano un po’ tristi ma comprensivi. Lei scodinzola per salutarli e poi… via di nuovo, alla ricerca del suo Joe.
La casa del bambino è ancora molto lontana, la strada è lunga e pericolosa. Per Lassie, ricominciano i giorni difficili, la fame, il freddo e la paura.
La cagna diventa sempre più sudicia e magra, una figura sparuta che gira per le strade, ruba un po’ di cibo qua e là, rischia la vita quasi ogni giorno.
All’arrivo in una piccola città, Lassie è avvicinata da due uomini. Sembrano amiche -
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voli e comprensivi, ma la cagna ha imparato a diffidare delle persone. Da una parte, il suo istinto le consiglia di fuggire, dall’altra la stanchezza e la fame la spingono a fidarsi, ad abbandonarsi a quella gentilezza.
Vieni qui, carina – dice uno dei due uomini tendendole la mano. La cagna si avvicina con cautela. L’uomo, con uno scatto violento, la afferra per la collottola.
– Tienila stretta! – urla l’altro. – È una bella bestia. Se la ripuliamo, potremo rivenderla guadagnando bene.
Lassie si divincola, guaisce, cerca di
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mordere la mano che la stringe. Il secondo uomo va in aiuto dell’amico e cerca anche lui di trattenerla.
– Che cosa state facendo, voi due? – dice una voce autoritaria.
È comparsa una signora, la maestra del paese. È un’amante degli animali e non sopporta che vengano maltrattati.
– Stiamo … stiamo aiutando questo cane randagio – risponde l’uomo.
– Vi conosco bene. Siete due bighelloni scansafatiche. Lasciate in pace quella povera creatura altrimenti chiamo le guardie.
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I due liberano Lassie e, brontolando, la lasciano fuggire. La maestra guarda la cagna che corre lungo la strada che la porterà fuori dal paese e scuote la testa. Poverina! Deve essersi perduta. Ma i cani, si sa, hanno la capacità di ritrovare la loro casa dovunque sia.
Finalmente, dopo tanto penare, Lassie comincia a riconoscere i posti amati, gli odori familiari, i boschi natii. Avanza sempre più lentamente, le forze calano di momento in momento. È sporca, malandata, dolorante.
Finalmente ecco apparire il paese dove
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abita Joe. Ecco la scuola, il negozio del ferramenta, la piazza con la fontana.
Lassie si trascina su per la salita. Vede la casa amata, la porta socchiusa. Entra. Joe è seduto al tavolo della cucina e sta eseguendo i compiti. È così assorto che si accorge della cagna solo quando lei gli strofina il naso umido su una mano.
– Lassie! – urla Joe impazzito di gioia.
Nonostante la cagna sia magrissima, abbia il pelo sporco, zoppichi vistosamente, il bambino la riconosce immediatamente. È lei, la sua amica del cuore.
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Lassie si adagia sul pavimento. È tanto stanca. Joe l’abbraccia, piange di gioia e di dolore nel vederla ridotta così. Le porta dell’acqua, le offre del cibo e non smette di abbracciarla e di accarezzarla. Lassie beve, mangia e scodinzola. Guarda Joe con i suoi grandi occhi umidi e sembra dire che non lo lascerà mai più. Il quel mentre, Sam rientra in casa.
– Papà, Lassie è tornata.
L’uomo scuote la testa. Non è una bella notizia. Il duca vorrà indietro i soldi. E poi, come fare a mantenere un cane se a ma -
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lapena riesce a mantenere se stesso e suo figlio?
Nello stesso tempo, Sam si rende conto che la cagna ha compiuto un’impresa straordinaria percorrendo centinaia di miglia per ritrovare Joe.
– Il duca è ritornato nella sua tenuta. Lo manderò a chiamare – dice dispiaciuto. Ormai la cagna appartiene a lui, bisognerà restituirgliela.
– No, ti prego. Lassie ha fatto tanta strada ed è quasi morta per venire da me. Non portarmela via di nuovo.
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Sam è irremovibile. Lassie non è più la cagna di Joe. Il duca l’ha pagata e ha diritto di riaverla.
– Joe! – dice Sam, – Joe! Dobbiamo fare ciò che è giusto. Non posso assolutamente restituire il denaro al duca. L’ho speso quasi tutto e non riesco a trovare un altro lavoro.
Lassie sembra capire il tenore di quel discorso e si stringe contro le gambe del suo amico. Il papà esce e va ad avvertire il duca.
– Che cosa facciamo ora? – chiede Joe.
Lassie lo osserva scodinzolando. Il bambino medita di fuggire di casa, di andare
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nei boschi con la sua cagna e di sparire per sempre. Ma non è una cosa semplice: li cercheranno, li ritroveranno. E poi, con che cosa si nutriranno, dove andranno a dormire?
Il duca si presenta a casa di Joe insieme a Priscilla. La ragazzina è felice che Lassie sia tornata a casa ed è convinta di avere preso la decisione giusta, ma ora che cosa deciderà suo zio?
Entrano in casa e, vedendoli, la cagna sembra capire. Striscia sotto il tavolo e abbassa le orecchie. Come sono infelici i suoi occhi!
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– Lassie – dice il duca rivolto alla cagna, – non avrei mai creduto che un animale potesse ritrovare la via di casa da tanto lontano. Sei davvero una bestia meravigliosa. Ma come sei ridotta!
– È magrissima e forse sta male – sussurra Priscilla.
– Eh, non è certo bella come prima. Mi sa che non ho fatto un buon affare comprandola. Adesso devo tenermi un animale malaticcio che probabilmente non potrà darmi una cucciolata. Va bene, è andata così. Ho sbagliato io a volerla separare dal bambino.
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Sam chiede:
– Signor duca, la vuole portare via subito?
Il duca guarda Joe aggrappato al collo della cagna, guarda sua nipote Priscilla che ha gli occhi umidi di pianto, guarda Lassie che sembra così felice nonostante la debolezza.
– Che cosa me ne faccio di una cagna così?
No, non la voglio più.
Sam si rabbuia.
Allora le restituirò i suoi soldi il prima
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possibile, signor duca. Adesso, mi creda, non posso farlo. Ho perso il lavoro, la fabbrica ha chiuso da molti mesi e non c’è speranza che riapra.
Il duca sorride. Lui di soldi ne ha tantissimi, non sono quelli che importano. O meglio, importano se rappresentano un mezzo per rendere felici le persone.
– Sam, lei è un uomo onesto. Lasci che Joe tenga per sé Lassie e lei venga a lavorare nella mia proprietà. Ho giusto bisogno di un uomo capace che la segua mentre io sarò in Scozia.
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Il papà di Joe è così stupito che non riesce a spiccicare neppure una parola. Com’è strana ed entusiasmante la vita. Quando tutto sembra perduto, le cose ricominciano a girare per il verso giusto.
– Non è interessato alla mia offerta? – lo incalza il duca.
– Mio Dio, certamente sì. Sì, signore, accetto volentieri. Lei è una brava persona, signor duca!
Joe non crede alle proprie orecchie. Non solo Lassie resterà con loro, ma c’è anche l’offerta di un lavoro sicuro. Il bambino
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piange di gioia imbevendo di lacrime il pelo della cagna. Lassie scodinzola perché
è intelligente e ha capito e le cose si stanno mettendo al meglio. Priscilla ride felice. Quando ha aperto il recinto, pensa, ha fatto proprio la cosa giusta.
– Joe – dice, – verrai a trovarmi insieme a Lassie qualche volta?
– Oh sì – risponde il bambino che ha intuito come il lieto fine sia anche merito di Priscilla.
È trascorso più di un mese da quando Lassie è tornata a casa. Tutti i giorni, la cagna
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accompagna Joe a scuola e tutti i giorni va a riprenderlo. È un po’ ingrassata e il suo pelo, lavato e pettinato, sta diventando più lustro e più folto. Ha ripreso le forze ed ora segue il suo amico nelle scorribande in mezzo ai campi. Ogni tanto, Priscilla si unisce a loro e ha così l’occasione di apprezzare ancora di più l’intelligenza e la sensibilità della cagna. A un certo punto riparte per la Scozia con lo zio. Prima di andarsene, saluta Joe e Lassie.
– Sei meravigliosa – le sussurra abbracciandola.
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La cagna le lecca il viso. Si ricorda benissimo che, se ha ritrovato il suo Joe, è tutto merito di quella dolce ragazzina.
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Quando il papà del piccolo Joe è licenziato dalla fabbrica in cui lavora, si prospettano tempi duri. La splendida Lassie, un collie femmina affezionatissima al bambino, viene venduta a un ricco duca che la porta molto lontano. Ma il legame con il suo padroncino la spingerà a una lunga, difficile avventura per ritrovarlo. Non c’è niente di più saldo dell’amicizia fra un bambino e un cane.
Allegato omaggio a Tempo d’estate 2a
Non vendibile separatamente