Ricordare Mauthausen - ESTRATTO

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Ricordare Mauthausen Antisemitismo, razzismo, bullismo: diverse facce dell’intolleranza ieri come oggi

Vive a Bologna e insegna lettere nella scuola secondaria di primo grado. Ha frequentato un corso di giornalismo presso l’Università di Ferrara, ha compiuto molti viaggi che hanno ispirato i suoi romanzi. Ha pubblicato numerosi libri per ragazzi. Il suo sito è: patriziamarzocchi.com

La presenza del nonno, reduce del campo di concentramento di Mauthausen, la spinge alla ricerca delle radici della sua famiglia ebraica. È però tutto molto difficile perché il nonno non vuole parlare del passato. Emerge inoltre l’esistenza di un rancore profondo tra la famiglia di Mariangela e quella di uno strano ragazzo del paese, che lotta, assieme alle sorelle, contro un gruppo di bulletti razzisti. Un romanzo coinvolgente per riflettere sull’importanza della memoria storica.

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Online: approfondimenti e schede didattiche www.raffaellodigitale.it Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE GRATUITO, fuori commercio. Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n°633, art. 2 lett. d).

€ 8,30

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788847 219670

Ricordare Mauthausen

Patrizia Marzocchi

Mariangela ha appena terminato con successo il primo anno del liceo, ha una famiglia benestante, frequenta una compagnia esclusiva, ha un’amica del cuore cui è molto legata. Non confida però a nessuno i suoi pensieri più intimi, tra i quali l’ossessione per il passato della sua famiglia di radici ebraiche. Improvvisamente, tutto il suo mondo crolla: la fabbrica del padre fallisce e la sua famiglia, ridotta in povertà, deve trasferirsi presso i parenti che vivono in campagna. Mariangela non trova il coraggio di confidarsi con gli amici e sparisce senza lasciare tracce. Odia tutto della nuova casa, del nuovo paese.

Patrizia Marzocchi

Patrizia Marzocchi

Patrizia Marzocchi

Ricordare Mauthausen Antisemitismo, razzismo, bullismo: diverse facce dell’intolleranza ieri come oggi

Antisemitismo, razzismo, bullismo: diverse facce dell’intolleranza ieri come oggi

Completano la lettura: Approfondimenti finali ascicolo di comprensione F del testo Schede interattive su www.raffaellodigitale.it



Collana di narrativa per ragazzi


Editor: Paola Valente Redazione: Emanuele Ramini Progetto grafico e copertina: Mauro Aquilanti Impaginazione: Giacomo Sano Disegno di copertina: Danilo Loizedda Approfondimenti e schede didattiche: Paola Valente Ufficio stampa: Salvatore Passaretta

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Tutti i diritti sono riservati © 2013

e-mail: info@ilmulinoavento.it http://www.grupporaffaello.it Printed in Italy

È assolutamente vietata la riproduzione totale o parziale di ­questo libro senza il permesso scritto dei titolari del copyright.


Patrizia Marzocchi

Ricordare Mauthausen Antisemitismo, razzismo, bullismo: diverse facce dell’intolleranza ieri come oggi


Ad Amneris e Margherita, amiche di una vita.


Capitolo

1

Un annuncio sconvolgente

Mariangela

Fino all’avvenimento che cambiò tutto, ero una ragaz-

za molto fortunata. Forse. Appartenevo a una famiglia benestante, frequentavo il liceo classico per mia scelta, avevo un giro di amici esclusivo. Naturalmente mi lamentavo, ma esiste qualcuno che non lo faccia? Matilde, la mia amica del cuore che io chiamavo Matty, era l’esatto contrario di me, rappresentava tutto ciò che mi mancava. Era estroversa, pratica, intraprendente, solare, laddove io ero un po’ timida, incerta, passiva. Matty era l’anima del nostro gruppo e io la sua ombra, pertanto venivo tollerata. O almeno questa era la mia percezione. Comunque la mia vita scorreva su binari privilegiati: scuola, shopping, piscina (privata), vacanze in crociera e a Cortina. Nel silenzio profondo della mia camera, però, vivevo un’esistenza parallela e incomunicabile. Mi ponevo domande su tutto, senza mai riuscire a trovare risposte. Forse per questo leggevo molto, in modo quasi clandestino. Quando avevo cercato di parlarne agli amici, la risposta più benevola era stata uno sbadiglio. Avevo rinunciato. Fra le altre cose mi chiedevo perché le mie amiche passassero da un innamoramento all’altro e ne parlassero in continuazione, mentre a me non succedeva niente. O quasi: di recente era comparso Gianni nel nostro gruppo e nelle mie fantasie, ma il suo interesse nei miei confronti, se c’era, rimaneva molto ben nascosto. 5


Capitolo 1

Ultimamente, poi, ero coinvolta in un modo molto particolare da una vicenda che riguardava la storia famigliare: le nostre origini ebraiche. Mio nonno e i suoi genitori erano stati deportati in un campo di concentramento durante la seconda guerra mondiale. Era tornato solo mio nonno. Avevo provato a chiedere informazioni a mio padre che aveva scosso la testa: “È un argomento tabù, Mariangela, papà si è sempre rifiutato di parlarne. Non chiedergli niente quando lo vedi, mi raccomando”. Non c’era problema, mio nonno non lo vedevo mai. Almeno fino al momento della grande svolta. Avevo cominciato a leggere libri sull’argomento e la vicenda mi coinvolgeva sempre di più, in un modo doloroso e inspiegabile. Avevo persino fatto ricerche in internet, soprattutto attraverso facebook, per trovare lontani parenti, ma senza risultato. Francamente cominciavo a pensare che quella ossessione non fosse normale. Un intero mondo sommerso era blindato dentro di me. Non riuscivo a parlare a nessuno, nemmeno alla mia amica Matilde, di quelle mie emozioni, di quei pensieri che mi angosciavano, che tenevo chiusi nel segreto silenzio della mia camera. Quando le parole rimangono lì a contorcersi nella mente in qualche modo marciscono. Le parole hanno bisogno di uscire e trovare l’aria fresca della comunicazione. Poi arrivò l’evento che, come un vero terremoto, mandò tutto all’aria, portando in superficie le parti profonde e nascoste. Ho ritrovato un quaderno in cui avevo appuntato i fatti e i sentimenti di quell’estate torrida, così posso ricostruire tutto con una certa precisione. La vita può scorrere sempre uguale per lunghi anni, poi, all’improvviso, cambiare completamente in pochi giorni. 6


Un annuncio sconvolgente

In quel momento mi successe proprio questo: vidi una nuova realtà intorno a me e feci un tuffo nel passato che cambiò il mio presente e il mio futuro.

* * *

Si era ai primi di giugno, la primavera era scoppiata, l’anno scolastico si avviava alla conclusione e tutti pregustavamo l’estate in arrivo. A colazione mordicchiavo una fetta biscottata con marmellata di fragole e mi chiedevo se sarei stata interrogata in storia. Quasi quasi lo speravo anche se non lo avrei confessato nemmeno sotto tortura. La sera precedente ero rimasta in casa per studiare. Con Matilde, che aveva insistito un sacco perché uscissi, mi ero inventata un raffreddore. Nel Giro l’impegno scolastico è out. Si tratta di una compagnia chiusa, chiusissima, nella quale sono entrata solo grazie alla mia amica Matilde che conosco fin dalla scuola materna e che è decisamente più intraprendente di me. Lì dentro io sono l’unica a frequentare il liceo classico e non è facile far capire quanto sia impegnativa la mia scuola. Fingo di non studiare, sostengo di ricordare benissimo le lezioni, così si è diffusa la voce che ho una memoria prodigiosa. Non che questa sia una dote particolarmente popolare nel Giro, comunque è più accettabile della fama di secchiona. Mentre centellinavo la fetta biscottata mi chiedevo: Non è che io sia un po’ vigliacca? – Insomma, Mariangela, vuoi rispondere? – la voce petulante di mio fratello Giacomo mi ha raggiunto proprio in quel momento doloroso della mia riflessione. – Cosa vuoi? 7


Capitolo 1

– Prendiamo un gatto? – Ma che ne so? I genitori dovrebbero mettere al mondo i figli in rapida successione e non lasciare passare sette anni dall’uno all’altro, che poi la convivenza diventa ingestibile. – Chiedi a mamma e papà – ho detto più gentilmente. – Mamma non sa se papà è d’accordo, ho bisogno di un’alleata contro il tiranno! Il furbastro ha capito quale tasto toccare: ultimamente chiamo così nostro padre. Lo adoravo fino a un paio di anni fa, poi ho cominciato a contestarlo e ogni volta che parla mi irrita. E non va meglio con mia madre. Mi hanno pure portato da una psicologa che ha decretato che è inutile spendere soldi per una normalissima crisi adolescenziale. – Va bene, ti darò man forte – ho detto. Volevo vivere intensamente e fino in fondo la mia crisi adolescenziale e non intendevo lasciare perdere uno scontro con il tiranno. Improvvisamente mi sono resa conto del fatto che non lo vedevo dalla mattina precedente, una faccenda un po’ strana per come ero abituata. – A proposito dov’è finito papà? – ho chiesto a mamma che sonnecchiava con un’immensa tazza di caffè in mano. – Non so, pare che sia dovuto partire all’improvviso per lavoro. – Partire per dove? Mamma ha sbuffato: – Insomma, Mariangela, quanto sei irritante con le tue domande. Lo sai che non mi informa dei suoi affari... e in ogni caso torna oggi. Ho ricominciato a pensare ai fatti miei. La sera prima avevo anche finito di leggere L’amico ritrovato, il libro che parla dell’amicizia tra un ebreo e un, diciamo così, ariano, nella Germania nazista. Avevo pianto. 8


Un annuncio sconvolgente

Adesso avrei letto Se questo è un uomo. Sempre di nascosto, naturalmente. Il motivo della clandestinità non sono le origini ebraiche a cui non fa più caso nessuno, ma il fatto che legga. Nel Giro leggere è out. Quel giorno riflettevo su tutto questo. Si riproponeva la domanda: Non è che io sia un po’ vigliacca? – Mamma, vieni con me in piscina oggi? – ha chiesto mio fratello. Mamma stava sorseggiando il suo caffè e gli ha rovesciato addosso un immenso azzurro sguardo distratto. – A che ora? – Alla solita, ma’, alle cinque. – No, a quell’ora non posso, ho “il gruppo”. Viene Maria con te. Maria era la nostra domestica filippina, una specie di vicemamma. – Ma oggi ho la gara… – Bene, la vincerai di sicuro, sei il migliore! Lo sguardo azzurro si è allontanato e mio fratello non ha avuto il coraggio di insistere. Ha posato uno sguardo implorante su di me. Ho sbuffato e ho fatto finta di niente. Alle cinque del pomeriggio ci saremmo trovati tutti al bar davanti la scuola. Avevo già dato buca la sera prima, non avevo intenzione di rifarlo per una gara di nuoto tra bambini di otto anni. Me la sono presa con mamma: – Potresti anche lasciare perdere i tarocchi, una volta, per tuo figlio! – Per mio figlio lascerei perdere tutto – ha detto lei, piccata. – Per la sua vita, intendo, e anche per la tua. Ma qui non è in ballo la sopravvivenza di nessuno, mi pare. Oggi devo fare una relazione al gruppo e non intendo venire meno a un impegno per una semplice gara di nuoto che non dipende minimamente da me. 9


Capitolo 1

– Una relazione sui tarocchi? – ho chiesto con ironia. – Certo, si tratta di un’arte antica e io la sto studiando. E tu cerca di avere rispetto per gli interessi altrui, signorina. Rispetto per l’arte antica dei tarocchi, figuriamoci, non ne ho mai avuto mezzo. A scuola sono stata interrogata in storia e ho fatto un figurone. Al ritorno, prima di pranzo, mi ha telefonato Matilde. – Come stai, passato il raffreddore? – mi ha chiesto. – Un po’ meglio, oggi posso uscire… – Sei stata interrogata, poi? – Sì, me la sono cavata. – Ah, santa memoria prodigiosa, beata te. Oggi cambio di programma, tutti in piscina da Valeria. Ti vengo a prendere alle quattro: quella pizza di mia madre non mi fa uscire prima, dice che devono passare almeno due ore dal pranzo, secondo me è una stupidaggine, Valeria fa il bagno anche subito dopo mangiato e non le è mai successo niente… Alla parola piscina sono stata colta da un vago senso di colpa, comunque le ho detto che andava bene. A pranzo mi sono stupita di trovare mio padre, pensavo fosse in viaggio per affari. E poi lui non veniva mai a casa a mezzogiorno, rimaneva in fabbrica dalla mattina alla sera. Ripeteva sempre che se mia madre aveva avuto la fortuna di ereditare il mobilificio dal padre, lui aveva il dovere di gestirlo con tutte le sue energie e in tutte le ore disponibili. Aveva una faccia scura che non ricordavo di avergli mai visto. Non che mio padre sia una persona allegra, anzi, il senso dell’umorismo proprio non gli appartiene. Quando io faccio delle battute, dice che ho ereditato la vena ironica dalla sua famiglia, ma a quanto pare la trasmissione di questa caratteristica ha saltato una generazione, cioè lui. 10


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