“l’Irc…aiuta a ritrovare, al di là delle singole conoscenze, un senso unitario e un’intuizione globale... Attraverso il suo percorso didattico, secondo le finalità tipiche della scuola, se fatto seriamente, l’Irc non minimizza la fatica del conoscere e si inserisce attivamente nell’impegno della scuola italiana a far fronte alle esigenze delle nuove generazioni…” da “La sfida educativa” a cura del Comitato per il progetto culturale della CEI
Sono sempre stata convinta del fatto che un buon insegnante è sicuramente colui che non smette mai di apprendere dai libri e dalle interazioni con gli altri e l’ambiente, colui che è sempre pronto ad accogliere nuove idee e nuove tecniche che possono servire, colui che sa riconoscere che il processo della conoscenza non è mai a senso unico e che la scuola ha ancora qualcosa da dire e da dare in un contesto di società molto fragile, disunita, al punto che il sociologo Bauman la chiama “società liquida”. Se è vero che non ci sono più regole forti e che tutte le agenzie educative, a partire dalla famiglia, si sono indebolite, è altrettanto vero che l’educazione non può esimersi dal suo compito primario di “condurre fuori da”, secondo il modello della maieutica socratica, come l’ostetrica che aiuta il bambino a nascere.
Il seguente progetto didattico che si presenta come una guida, vuole essere, semplicemente, uno strumento di facile utilizzo per accompagnare il lavoro del docente in una scuola che continuamente si rinnova in quanto strumento funzionale di una società complessa, che richiede come prima competenza quella di imparare ad imparare.
Impostazione didattica
• La guida presenta un’articolazione a “maglie larghe” e non a schema rigido o chiuso, poiché pur prevedendo un percorso unitario e con tappe, a volte propedeutiche, propone una serie di attività tra le quali ognuno può scegliere quella che meglio si inserisce nel proprio lavoro programmatico.
• Suggerisce tante proposte che mirano a favorire l’evoluzione unitaria del bambino nel rispetto del suo sviluppo cognitivo ed emotivo-affettivo. Le molteplici attività, infatti, si propongono come obiettivo l’attivazione del pensiero divergente, creativo, alternativo e originale ritenuto complementare al pensiero convergente, logico e razionale.
• Si sviluppa attraverso un legame trasversale con tutte le altre discipline. Merita una particolare sottolineatura la buona sinergia con l’area linguistico-artistico-espressiva e con quella antropologica, soprattutto con la storia, nelle classi terza, quarta e quinta, per un reciproco potenziamento. Ritengo quest’ultimo un punto di forza del lavoro, poiché, mi sembra prematuro presentare in classe terza la storia di un popolo, quello ebraico, nato duemila anni prima di Cristo, quando i bambini vengono appena introdotti al concetto di storia e studiano solo la preistoria. Per questo motivo si propone l’attivazione di percorsi di ricerca storico-religiosa e la loro coniugazione con i processi di apprendimento.
• Valorizza l’utilizzo di diversi linguaggi, con particolare riferimento all’arte, da sempre ottima “veicolatrice” del messaggio cristiano. L’uso del linguaggio dei segni e dei simboli che si richiamano alla fede dei cristiani, rappresenta una strategia adatta allo sviluppo del bambino in questa fascia di età, per aiutarlo a percepire il significato profondo di “realtà invisibili”, attraverso espressioni visive.
• Tiene in considerazione i Traguardi per lo Sviluppo delle Competenze al termine della Scuola Primaria approvati con D.P.R dell’11 febbraio 2010.
Traguardi per lo Sviluppo delle Competenze al termine della Scuola Primaria
• L’alunno riflette su Dio Creatore e Padre, sui dati fondamentali della vita di Gesù e sa collegare i contenuti principali del suo insegnamento alle tradizioni dell’ambiente in cui vive; riconosce il significato cristiano del Natale e della Pasqua, traendone motivo per interrogarsi sul valore di tali festività nell’esperienza personale, familiare e sociale.
• Riconosce che la Bibbia è il libro sacro per cristiani ed ebrei e documento fondamentale della nostra cultura, sapendola distinguere da altre tipologie di testi, tra cui quelli di altre religioni; identifica le caratteristiche essenziali di un brano biblico, sa farsi accompagnare nell’analisi delle pagine a lui più accessibili, per collegarle alla propria esperienza.
• Si confronta con l’esperienza religiosa e distingue la specificità della proposta di salvezza del Cristianesimo; identifica nella Chiesa la comunità di coloro che credono in Gesù Cristo e si impegnano per mettere in pratica il suo insegnamento; coglie il significato dei sacramenti e si interroga sul valore che essi hanno nella vita dei cristiani.
• Propone percorsi calibrati appropriati al livello di concettualizzazione del bambino, cercando di partire sempre da esperienze concrete. Tenendo presenti gli studi di Piaget sullo sviluppo intellettivo dalla nascita all’adolescenza e gli stadi di cui parla Bruner nel processo di acquisizione del pensiero maturo (attivo-iconico-simbolico)1, si introduce i bambini, in modo graduale, al concetto di religione. Credo che in questa fase del ciclo scolastico, gli alunni debbano essere aiutati a capire come nasce la religione, perché possano riconoscere ed apprezzare la novità di un Dio Rivelato. Solo dopo aver compreso che cos’è una religione, come insieme di elementi che legano un gruppo di uomini ad una particolare idea di Dio, potranno fare propri i concetti di monoteismo e politeismo per godere, infine, la gioia di una Rivelazione ricca di storie avvincenti e messaggi positivi, che non rischiano più di rimanere in bilico tra realtà storica e immaginazione.
• Offre un insegnamento confessionale, ma non “catechetico” o “iniziatico” (secondo le indicazioni dell’Accordo di revisione del Concordato L.121 del 23/3/1985 che riconosce la religione cattolica come parte costitutiva del patrimonio storico, culturale ed umano della società italiana), che promuove lo sviluppo delle conoscenze e l’acquisizione delle abilità di base, per accompagnare il bambino verso il raggiungimento di reali competenze socio-relazionali, cognitive-trasversali e specifiche disciplinari, tenendo presenti le quattro aree tematiche individuate nel già citato D.P.R. 11 febbraio 2010:
Gli Obiettivi di Apprendimento per ogni fascia d’età sono articolati in quattro ambiti tematici, tenendo conto della centralità della persona di Gesù Cristo:
• Dio e l’uomo, con i principali riferimenti storici e dottrinali del Cristianesimo;
• la Bibbia e le fonti, per offrire una base documentale alla conoscenza;
• il linguaggio religioso, nelle sue declinazioni verbali e non verbali;
• i valori etici e religiosi, per illustrare il legame che unisce gli elementi squisitamente religiosi con la crescita del senso morale e lo sviluppo di una convivenza civile, responsabile e solidale.
1 D. Fontana, Manuale di psicologia per insegnanti, Erickson.
• Scompone gli Obiettivi di Apprendimento previsti al termine della classe terza, declinandoli anno per anno in modo da rendere chiaro il traguardo per ogni percorso specifico proposto.
Obiettivi di Apprendimento al termine della classe terza della Scuola Primaria
Dio e l’uomo
• Scoprire che per la religione cristiana Dio è Creatore e Padre e che fin dalle origini ha voluto stabilire un’alleanza con l’uomo.
• Conoscere Gesù di Nazaret, Emmanuele e Messia, crocifisso e risorto e come tale testimoniato dai cristiani.
• Individuare i tratti essenziali della Chiesa e della sua missione.
• Riconoscere la preghiera come dialogo tra l’uomo e Dio, evidenziando nella preghiera cristiana la specificità del Padre Nostro.
La Bibbia e le altre fonti
• Conoscere la struttura e la composizione della Bibbia.
• Ascoltare, leggere e saper riferire circa alcune pagine bibliche fondamentali, tra cui i racconti della Creazione, le vicende e le figure principali del popolo d’Israele, gli episodi chiave dei racconti evangelici e degli Atti degli Apostoli.
Il linguaggio religioso
• Riconoscere i segni cristiani in particolare del Natale e della Pasqua, nell’ambiente, nelle celebrazioni e nella pietà tradizionale popolare.
• Conoscere il significato di gesti e segni liturgici propri della religione cattolica (modi di pregare, di celebrare…).
I valori etici e religiosi
• Riconoscere che la morale cristiana si fonda sul comandamento dell’amore di Dio e del prossimo come insegnato da Gesù.
• Riconoscere l’impegno della comunità cristiana nel porre alla base della convivenza umana la giustizia e la carità.
• Mette al centro del processo educativo la relazione docente-discente, perché, come sosteneva il grande padre della Chiesa, Gregorio Magno, commentando il passo evangelico in cui Gesù invia i discepoli due a due (Lc 10,1-12), la comunione e l’amore vicendevole sono la prima grande predicazione e l’arma più forte per toccare i cuori e per partecipare, quindi, alla formazione integrale dei futuri cittadini.
• Aiuta a riconoscere l’Irc come una bella risorsa per il lavoro collegiale del corpo docente che promuove e valorizza, secondo le finalità proprie della scuola italiana, il dialogo tra le diversità, mettendosi continuamente in gioco in una ricerca di crescita umana e spirituale.
• Ipotizza, attraverso un modello cooperativo di costruzione partecipata delle conoscenze ed un coinvolgimento polidimensionale, una serie di percorsi che, partendo dai reali bisogni di crescita del bambino, lo guidano alla costruzione del sé, perché diventi capace di formulare risposte nuove alle proprie domande di senso.
• è una guida mista che dà l’opportunità, per chi lo desidera, di mediare l’apprendimento con le TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione) grazie al supporto di un CD-Rom ricco di risorse digitali. Molti percorsi prevedono, infatti, approfondimenti multimediali (per PC
e/o per lavagne interattive), nell’ottica delle “intelligenze multiple”di Gardner. Attraverso attività multimediali, il bambino ha la possibilità di imparare in modo piacevole, senza bisogno di troppi prerequisiti, in quanto si tratta di un apprendimento di tipo simbolico-ricostruttivo e la verificavalutazione si situa nella natura stessa dell’attività.
• Ha una veste grafica che permette di individuare immediatamente la tematica con i relativi percorsi e le diverse attività correlate.
Le finalità
Insegnare religione cattolica alla Scuola Primaria, significa, innanzitutto, aiutare il bambino ad entrare nel meraviglioso mondo della fede, rendendolo sempre più consapevole del dato storicobiblico che accompagna questo insegnamento, ma senza dimenticarne mai il fascino strettamente legato al mistero, cioè all’inconoscibilità profonda di Dio: più lo conosciamo più sembra diventare misterioso! La presente guida, pertanto, si propone di sostenere l’insegnante nel processo di insegnamento-apprendimento, in cui due soggetti, docente e alunni, percorrono insieme una strada che introduce questi ultimi verso una prima conoscenza del mistero della religione, che accompagna da sempre l’uomo di ogni tempo. La guida, partendo dal vissuto emozionale del bambino, mira, secondo le finalità proprie della Scuola Primaria, a:
• risvegliare la ricerca del “senso”, elemento, credo, essenziale per la costruzione della persona nel suo percorso di crescita e ad essa propone le risposte della religione cristiana.
• qualificare l’Irc come un insegnamento di tipo storico, culturale e religioso che, attraverso l’utilizzo del metodo storico-scientifico e critico, può essere proposto a tutti i bambini, credenti e non.
• stimolare il confronto e il dialogo, invitando a comprendere l’origine delle diverse idee, religiose e non, per un’interpretazione positiva della diversità.
Le tecniche e i linguaggi usati
• Il racconto, come narrazione di fatti accaduti oppure fantastici, richiama innanzitutto un ambiente familiare e, se il narratore è veramente coinvolto, ciò stimola l’interesse, suscita la curiosità, aiuta la riflessione e la formulazione tanto di domande quanto di ipotesi di risposta, divenendo così, veicolo di un messaggio o di un dato storico e/o storico-biblico. Ritengo la tecnica del racconto molto importante perché, se proposta con un linguaggio semplice e chiaro (ecco perché vengono presentati testi riadattati alle esigenze dell’età degli alunni) in modo da produrre un forte coinvolgimento emotivo, aiuterà i bambini nel loro processo di astrazione, soprattutto in relazione al dato biblico, spesso vissuto come un avvenimento che si colloca tra la storia e la fantasia. Inoltre, attraverso il narratore, l’esperienza raccontata può riprendere vita e questo è molto importante per il dato storico-biblico che non è un passato raccontato, ma, piuttosto, un presente “risvegliato”: la storia delle promesse divine che, ricordate da un popolo, danno un senso al presente e speranza nel futuro.
• Il brainstorming: la traduzione letterale delle parole inglesi che compongono questo termine aiuta sicuramente a comprenderne il significato: brain = cervello (idee) + storm = tempesta, quindi “tempesta di idee”. Il fondamento di questa attività è lo sviluppo del pensiero creativo e lo scopo è quello di trovare e far emergere il più alto numero di idee possibile su un argomento precedentemente definito, senza darne subito un giudizio di valore. Questa tecnica, che nasce in campo pubblicitario, può essere molto utile anche in ambito scolastico, per facilitare l’espressione, da parte dei bambini, della propria versione, delle proprie conoscenze, idee, precomprensioni, esperienze ed
emozioni in relazione ad un determinato argomento. Far emergere le libere associazioni che ognuno fa rispetto ad un tema, senza operare censure e critiche, rende gli alunni parti attive del processo di insegnamento-apprendimento, ne consolida l’attenzione, ne risveglia l’interesse e li aiuta a diventare più consapevoli del loro pensiero, mentre per l’insegnante rappresenta un momento di maggiore conoscenza del mondo creativo dei bambini e di verifica-valutazione della situazione iniziale del gruppo classe, su cui costruire nuovi percorsi per nuove competenze; in quest’ultimo caso, il brainstorming può rappresentare anche un buon punto di partenza nel processo di problematizzazione.
• La problematizzazione o tecnica del problem solving è un elemento determinante per stimolare nei bambini un processo introspettivo di ricerca e di conferma delle e nelle proprie possibilità. Attraverso l’utilizzo dello schema proprio del metodo scientifico, si può abituare i bambini a porsi sempre domande di fronte ad ogni realtà della vita e a cercare in loro stessi delle ipotesi di risposta. Il passaggio successivo sarà quello di invitarli ad accogliere le risposte convenzionali trovate dall’uomo, ma anche ad accettare che spesso, soprattutto in campo religioso, le certezze assolute non esistono; la fede, infatti, è per sua natura, fiducia verso una realtà che rimane in parte “mistero”.
• Il linguaggio dei simboli e la lettura di immagini: è un dato di fatto che la vita dell’uomo sia costellata di segni di ogni genere che ci informano su varie realtà e l’esperienza religiosa non fa sicuramente eccezione. I bambini vivono in un contesto “globale” in cui non mancano certo segni che esprimono una comunione tra l’uomo e Dio, ed è importante che ne percepiscano l’importanza e ne comprendano il valore simbolico. È molto rilevante anche la decodificazione del linguaggio simbolico di immagini di vario genere ed in particolare delle opere d’arte che possono facilitare nel bambino l’approccio a questo modello espressivo e la crescita della passione per la bellezza in ogni sua forma.
Struttura della guida
La guida è organizzata in due volumi, uno per il monoennio e primo biennio e l’altro per il secondo biennio. Ogni classe è suddivisa in Unità Formative, centrate su nuclei tematici specifici e articolate in modo da sviluppare il senso della ricerca e il gusto della scoperta. Per questo, ogni Unità Formativa è introdotta, sintetizzata e sviluppata come segue:
• la mappa ConCeTTUale serve all’insegnante come struttura mentale per avere chiari i contenuti didattici da affrontare e, al bambino (cui potrà essere presentata alla fine in modo interattivo con la LIM), come elemento di sintesi del percorso fatto.
• la pRogRammazIone è elaborata secondo uno schema non rigido, che lascia ampio spazio a modifiche e arricchimenti, in modo da corrispondere alle reali e, quindi differenti, situazioni didattico-educative. Ogni Unità si esplicita in tre percorsi specifici, ognuno costruito attorno ad un particolare contenuto, tenendo presente che, per questa disciplina, il processo di valutazione si fonda su un apprendimento di tipo cognitivo che non può prescindere dall’aspetto affettivo-emotivorelazionale, non verificabile con la precisione delle conoscenze.
Gli step dei percorsi
Ogni Unità Formativa è articolata in tre percorsi, ognuno dei quali a sua volta è strutturato in quattro step, contrassegnati dalle seguenti icone:
STaRT: è il punto di partenza con attività iniziali per aiutare i bambini ad entrare a piccoli passi nell’argomento che si desidera proporre. I linguaggi e i mezzi utilizzati saranno i più diversi.
RISoRSe In gIoCo: questa fase offre proposte ludico-manuali per coinvolgere maggiormente il gruppo classe sul tema trattato. Se è vero che ognuno di noi sviluppa in modo più completo alcuni tipi di intelligenza e relativi linguaggi, l’utilizzo di canali comunicativi, quali giochi, simulazioni e manipolazione concreta di simboli, non può che influenzare positivamente il processo di insegnamento-apprendimento.
In fondo al volume si trova un’ampia sezione di cartamodelli da fotocopiare e ritagliare per la realizzazione delle proposte manipolate.
FIlo DIReTTo Con: ogni tematica viene esplicitata e approfondita attraverso collegamenti con la realtà esperenziale dei bambini (Filo diretto con la vita, ...con la realtà) e con vari tipi di fonti (fonti bibliche, fonti storico-geografiche, fonti magisteriali).
Si precisa che molti testi, racconti e passi biblici sono stati rielaborati per permetterne una maggiore fruibilità da parte del docente ed una migliore comprensione per lo studente.
SCheDe opeRaTIve: strumenti per esercitare, consolidare e verificare l’acquisizione dei contenuti essenziali al termine di ogni percorso. In questa fase sarà richiesto all’alunno di mettere in gioco tutte le sue potenzialità perché l’insegnante possa intervenire con ulteriori proposte di recupero, approfondimento e consolidamento. Tutte le schede sono presenti in formato PDF sul CD-Rom così da poter essere utilizzate con la LIM per lavorare con il gruppo classe.
Circle time
Guida mista
L’attività didattica è affiancata dal supporto del CD-Rom: all’interno dei percorsi l’insegnante trova indicato da icone come e quando utilizzare i tanti strumenti digitali presenti nel CD-Rom:
La Bibbia illustrata con un linguaggio adatto all’età degli alunni e grandi illustrazioni a colori, può essere utilizzata con la LIM perché sfogliabile.
Canzoni e musiche classiche per animare la lezione e supportare le attività didattiche.
video, foto e documenti per arricchire e integrare gli argomenti trattati. Molto importante è, infatti, il ruolo dell’immagine per i bambini, in quanto un linguaggio a loro molto familiare e di facile assimilazione.
Immagini fotografiche delle principali opere d’arte da proiettare e ingrandire con la LIM per analizzarle insieme al gruppo classe.
mappe concettuali interattive di tutte le Unità Formative e pDF di tutte le schede operative della guida da utilizzare con la LIM per lavorare bene con il gruppo classe.
è un metodo di lavoro molto efficace nelle conversazioni per aumentare la vicinanza emotiva e dare la possibilità a tutti di far emergere il proprio pensiero. Per questo si invita il gruppo classe a disporsi in cerchio, seduti per terra o utilizzando delle sedie, per dare effettivamente l’idea di una circolarità nella comunicazione. È molto valorizzante per i bambini farli parlare, dando loro delle regole, magari alzando la mano. Sarebbe preferibile svolgere la conversazione in un luogo diverso dall’aula in cui normalmente si fa lezione (biblioteca, aula multimediale, palestra…), ma se ciò non è possibile è sufficiente modificare l’ambiente spostando banchi e cattedra. È importante che anche l’insegnante si senta parte integrante del gruppo e limiti il suo intervento in qualche domanda e poche risposte.
Prima di iniziare la conversazione chiediamo ai bambini di chiudere gli occhi e fare tre respiri profondi, ispirando con il naso ed espirando con la bocca. Questa procedura, anche se all’inizio potrà sembrare un po’ artificiosa, è molto importante perché segna un “rito di passaggio” da una situazione ad un’altra e abitua i bambini ad allenarsi alla concentrazione.
La conversazione può prendere il via dalla lettura di un testo o da qualche domanda. Per non perdere il lavoro di riflessione si consiglia all’insegnante di prendere appunti che potranno essere: - riletti per tirare delle conclusioni insieme ai bambini; - utilizzati per ulteriori attività di approfondimento o espressione creativa.
CLASSE I
unità formAtivE
• Tracce di Dio
• La festa del Natale
• Un bambino di nome Gesù
• L’uomo Gesù
• Dalla Pasqua alla Chiesa
Introduzione alla classe prima
La religione cattolica per la classe prima si propone come uno strumento che guida i bambini verso un primo livello di comprensione e consapevolezza della realtà in cui vivono. L’esplorazione dell’ambiente circostante, pertanto, rappresenta il punto di partenza del percorso e la lettura dei segni religiosi, una costante imprescindibile.
Unità Formative
1 Tracce di Dio
I bambini, partendo dall’osservazione della real- tà in cui vivono (dalla casa alla scuola), saranno condotti a riconoscere nei tre ambienti, terra, mare e cielo, le culle create da Dio per accoglie- re il dono della vita. Attraverso il loro vissuto esperienziale di bambini si inizia ad avvicinarli al mistero di un mondo creato che porta in sé i segni del suo creatore.
3 Un bambino di nome Gesù
Gli alunni saranno accompagnati verso una prima conoscenza del bambino Gesù in un continuo confronto con la loro esperienza di bambini, al fine di rivestire di “concretezza” questo personaggio che, vista la fascia di età, rischia di rimanere relegato nel mondo del “fantastico”. Gli elementi principali saranno la famiglia, gli abiti, i giochi, la casa, la scuola e il villaggio di Gesù.
2 La festa del Natale
Ripartendo dal mistero della vita di ognuno come dono di Dio, si focalizza l’attenzione sul concetto di festa come momento di gioia e condivisione che celebra avvenimenti passati importanti. Il confronto tra il compleanno e la festa del Natale sarà il primo passo verso la comprensione del significato e del valore religioso di questa festa tanto amata dai bambini. Punto centrale del lavoro sul Natale sarà l’idea del “dono” e della “festa”.
4 L’uomo Gesù
Dopo aver iniziato a conoscere la figura di Gesù bambino, gli alunni saranno guidati ad appro- fondire la sua conoscenza di uomo adulto attra- verso episodi della sua vita: la scelta dei Dodici, i miracoli e le parabole. Tutto questo servirà per approfondire il mistero della sua umanità inscin- dibile dalla sua divinità.
5 Dalla Pasqua alla Chiesa
Si introducono i bambini al mistero della morte e Risurrezione di Gesù, tematiche che saranno affrontate attraverso il confronto con il risveglio della natura a primavera. Alla fine si accennerà alla domenica, giorno sacro dei cristiani, per collegarci alla chiesa come luogo sacro e alla croce come simbolo fondamentale della religione cattolica. Accompagneremo i bambini alla scoperta di Maria come madre dei credenti: il richiamo alla “mamma carnale” di Gesù sarà molto importante per conoscere e comprendere la devozione verso la Madonna. Il percorso si conclude con un accenno all’Ascensione e alla Pentecoste e con un primo sguardo verso le varie figure che compongono la comunità cristiana. Sarà importante far intuire ai bambini che ci sono diversi stili di vita nella Chiesa, senza scendere in particolari troppo dettagliati.
Unità Formativa 1 - Tracce di Dio
il nostro mondo
esseri non viventi
Dio Creatore
Traguardi per lo sviluppo delle competenze L’alunno riflette su Dio Creatore e Padre.
Competenze di riferimento disciplinari
Obiettivi di apprendimento
O. A.
Contenuti
Esprimere stupore per le meraviglie del Creato, in quanto opera di Dio. Provare sentimenti di gioia e di gratitudine per il dono della vita.
1 Prendere coscienza del valore dell’essere umano.
2 Cogliere nell’ambiente i segni che richiamano ai cristiani tracce della presenza di Dio Creatore.
3 Riconoscere che Dio è Creatore dell’uomo e dell’Universo.
- L’ambiente in cui viviamo: è bello stare insieme, in casa, a scuola e in ogni luogo.
- Dal mio nome alle mie potenzialità: i cinque sensi per conoscere il mondo.
- L’opera dell’uomo e le creature di Dio.
Discipline coinvolte Italiano, musica, arte e immagine, scienze naturali e sperimentali.
Prove di verifica e valutazione
Indicazioni metodologiche
Vista la natura della disciplina gli alunni saranno valutati sia nell’apprendimento della cultura cristiana, che sotto il profilo affettivo-relazionale privilegiando le conversazioni insegnanti-alunni, la narrazione di vissuti personali, la colorazione di immagini, l’esecuzione di facili disegni e giochi. Le verifiche verranno effettuate in modi semplici e graduali attraverso la compilazione di schede di consolidamento per valutare l’ascolto, la partecipazione, l’interesse, la comprensione e la capacità di rielaborazione dei contenuti.
Le strategie didattiche che verranno poste in atto saranno fondate sull’osservazione della realtà in un rapporto di complementarietà con il linguaggio verbale e quello musicale per guidare i bambini alla “scoperta” del Creato come dono di Dio e permettere loro un primo passaggio dalla concretezza immediata all’astrazione, dal sensibile allo spirituale.
U. F. 1: TRACCE DI DIO
>> Primo percorso <<
O. A.: 1 Prendere coscienza del valore dell’essere umano
Impariamo a conoscerci!
Proviamo a esplicitare lo stupore e, forse, anche ad allentare l’ansia legata ai primi giorni di scuola, attraverso una nota canzoncina popolare che serve a distendere l’ambiente educativo e si pone in linea di continuità con la Scuola dell’Infanzia.
Se sei felice
Se sei felice e tu lo sai batti le mani.
Se sei felice e tu lo sai batti le mani.
Se sei felice e tu lo sai e mostrarmelo potrai, se sei felice e tu lo sai batti le mani.
Se sei felice e tu lo sai batti i piedini.
Se sei felice e tu lo sai batti i piedini.
Se sei felice e tu lo sai e mostrarmelo potrai,
se sei felice e tu lo sai batti i piedini.
Se sei felice e tu lo sai chiudi gli occhietti.
Se sei felice e tu lo sai chiudi gli occhietti.
se sei felice e tu lo sai e mostrarmelo potrai, se sei felice e tu lo sai chiudi gli occhietti.
Se sei felice e tu lo sai fai tutto insieme.
Se sei felice e tu lo sai fai tutto insieme.
Se sei felice e tu lo sai dimostrarmelo potrai, se sei felice e tu lo sai fai tutto insieme.
Aiutiamo i bambini a conoscersi fra loro nel nuovo gruppo-classe, realizzando un cartellone con i nomi di tutti, facilitandone così la memorizzazione. Si può utilizzare la tecnica del collage, fornendo ai bambini fogli di testate giornalistiche o giornali vari per ritagliare le lettere che compongono il loro nome.
Quando tutti hanno ricostruito il proprio nome, far attaccare le lettere su un foglio bianco A4 e far colorare lo sfondo, poi sistemare tutti i lavori su un grande cartellone con il titolo “La nostra classe”.
In alternativa si possono stampare i nomi dei bambini dal computer utilizzando una WordArt da riempire, per farla colorare loro con pezzettini di carte diverse.
Aiutiamo i bambini a comprendere il valore di appartenenza e di identità del nome proprio: chiediamo loro se in famiglia vengono chiamati con nomi, nomignoli o soprannomi, e invitiamoli a raccontare chi e come è stato scelto il loro nome. Per avviare la conversazione è importante ricordare che dare un nome alle cose è il primo passo verso la conoscenza. Il nome è identità. Dare un nome ad un individuo significa dargli un’identità, attribuirgli caratteristiche e qualità che lo rendano unico e irripetibile, diverso da tutti gli altri. Senza nome è come se non esistessimo. Al di là del nome è importante anche sottolineare i vari modi con cui veniamo appellati in famiglia, segno di legami di affetto e confidenza.
PROPOSTA 1
Per consolidare la conoscenza fra gli alunni, facilitiamo “l’esplorazione interiore” dei bambini disponendo il gruppo in circle time e procediamo chiedendo:
- Come vi sentite nella nuova scuola? Come state?
Per aiutare i bambini ad esprimere le loro emozioni è necessario fornir loro strumenti adeguati a livello linguistico, come le parole chiave: gioia - tristezza - paura - rabbia, illustrate dai rispettivi emoticons.
- Fotocopiare per ogni alunno il cartamodello 1 in fondo al volume.
- Far scrivere il proprio nome sotto l’immagine che rappresenta il proprio stato d’animo e colorare l’emoticon.
- Una volta raccolte tutte le schede dei bambini, riprodurre lo stesso schema su un cartellone e riportare i nomi degli alunni nelle rispettive emozioni. È importante, infatti, far scoprire ad ogni bambino entrato a far parte di questo nuovo gruppo, qual è la sua nuova classe alla Scuola Primaria, che si trova insieme ad altri bambini con i quali condividere ansie ed emozioni simili alle proprie.
PROPOSTA 2
Per imparare a conoscere i nuovi compagni, chiediamo agli alunni di disegnarsi reciprocamente. Disponiamo i banchi a due a due in modo che i bambini siano uno di fronte all’altro per farsi il ritratto vicendevolmente. Invitiamo tutti a fare molta attenzione per quanto riguarda i colori e non dimenticare le diverse parti del corpo. Terminati i ritratti ritiriamo i disegni e giochiamo a “Indovina chi è”? mostrando un disegno alla volta a tutta la classe, in modo da attribuire un nome ad ogni volto.
PROPOSTA 3
Questa proposta segue la scia delle emozioni: si tratta di far esprimere ad ogni alunno, attraverso il disegno, l’emozione provata. Si fornisce ogni bambino di un foglio bianco, di un pennello e di un piatto di plastica con i colori a tempera che sceglierà di usare. Come “novelli Van Gogh” potranno esprimersi con linee, cerchi, macchie…
con la vita
DISEGNA LE ESPRESSIONI DEL VISO CHE ESPRIMONO LE QUATTRO EMOZIONI.
rabbia
tristezza
RIORDINA LE SEQUENZE DELLA CRESCITA METTENDO I SIMBOLI NELLE CASELLE NELL’ORDINE GIUSTO. POI COLORA.
CERCHIA IN ROSSO LE COSE CHE TI AIUTANO, SECONDO TE, A CRESCERE BENE.
RICOPIA LA FRASE E LEGGI.
IO CRESCO INSIEME AGLI ALTRI
OSSERVA I DISEGNI E SCOPRI CIÒ CHE FARAI A SCUOLA. RICOPIA SULLE RIGHE LE DIVERSE AZIONI E COLORA.
Fare e creare
U. F. 1: TRACCE DI DIO
>> Secondo percorso <<
O. A.: 2 Cogliere nell’ambiente i segni che richiamano ai cristiani tracce della presenza di Dio.
Per introdurre i bambini al tema della “creazione dal nulla” di Dio presentiamo loro il testo di Gianni Rodari cantato da Sergio Endrigo, modificando le ultime due strofe come segue.
Per far meglio memorizzare il testo, si possono accompagnare le strofe con dei gesti, seguendo le indicazioni, oppure si può far inventare i movimenti ai bambini stessi.
Musica: traccia audio n. 1
Approfondimenti: documento 1
Ci vuole un fiore
Le cose di ogni giorno raccontano segreti a chi le sa guardare ed ascoltare.
Per fare un tavolo ci vuole il legno per fare il legno ci vuole l’albero per fare l’albero ci vuole il seme per fare il seme ci vuole il frutto per fare il frutto ci vuole un fiore ci vuole un fiore, ci vuole un fiore, per fare un tavolo ci vuole un fio-o-re.
Per fare un fiore ci vuole un ramo per fare il ramo ci vuole l’albero per fare l’albero ci vuole il bosco per fare il bosco ci vuole il monte per fare il monte ci vuol la terra per far la terra ci vuole Dio per fare tutto ci vuole Di-i-o.
Per fare un tavolo ci vuole il legno per fare il legno ci vuole l’albero per fare l’albero ci vuole il seme per fare il seme ci vuole il frutto per fare il frutto ci vuole un fiore, ci vuole un fiore, ci vuole un fiore, per fare tutto ci vuole un Di-i-o.
per fare l’albero
Allargare le braccia una per volta.
Portare le mani alla bocca.
Indicare occhi e orecchie.
Indicare con le mani la forma di un rettangolo.
Stare immobili con le mani lungo i fianchi.
ci vuole il seme
per fare il frutto avvicinare le mani come se stessero stringendo una piccola palla. ci vuole un fiore unire i polsi e far ruotare le mani a zic zac. ci vuole un ramo alzare il braccio dx e far roteare la mano.
per fare il bosco far accostare i bambini vicini con le braccia alzate.
per fare il monte avvicianare le mani formando un tetto a punta.
per fare la terra fare un cerchio con le braccia e muovere il busto da dx a sx e viceversa.
Alzare le braccia in alto e far ruotare le mani.
Portare il braccio destro in avanti e congiungere pollice e indice.
Le cose di ogni giorno
raccontano segreti
a chi le sa guardare ed ascoltare
Per fare un tavolo
ci vuole il legno
Intraprendiamo una conversazione a partire dalla storia che segue e lasciamo esprimere liberamente i bambini sul suo significato.
Successivamente guidiamoli a riflettere sul fatto che anche un bel “Bravissimo” nel quaderno può essere condiviso con i fogli e la matita! Il dialogo dovrebbe introdurre i bambini al significato del termine “costruire”, cioè usare materiale già esistente per fare qualcosa di nuovo. L’uomo costruisce tante cose grazie ai doni che Dio gli ha fatto: intelligenza e creatività, ma solo Dio è capace di creare dal nulla.
Nel paese di Nonsodove, abitava un uomo molto vanitoso, che amava tanto ricevere complimenti dagli altri. Proprio per questo motivo lui voleva fare tutto da solo e non accettava consigli da nessuno: non gli piaceva dividere il merito dei suoi lavori con altre persone. Così si abituò a fare a meno degli altri e divenne un uomo presuntuoso, che si dava un sacco di arie, egoista e brontolone.
Un giorno, bussò alla porta della sua bottega un bambino sorridente. Con un fare altezzoso, l’uomo invitò il piccolo ad entrare per vedere come lavorava il fabbro.
– Da un pezzo di ferro, farò una robusta zappa – disse – e senza l’aiuto di nessuno, perché io so fare tutto da solo!
Contento, il bambino lo guardò lavorare. Dapprima mise il metallo a scaldare sul fuoco, poi quando divenne incandescente, lo appoggiò su un incudine e prese a batterlo finché non ottenne la forma che desiderava. Alla fine del lavoro, il fabbro, tutto orgoglioso, mostrò l’oggetto al piccolo ospite. Con sorpresa lo guardò mentre avvicinava il suo orecchio al fuoco.
– Ma cosa fai? – chiese l’uomo incuriosito.
– Ascolto il fuoco!
– Oh bella! E che cosa ti sta dicendo?
– Dice che senza di lui, non avresti potuto far niente... ogni lavoro è merito suo perché è il suo calore che rende i metalli malleabili.
Il fabbro ci pensò e capì che il bambino aveva ragione, ma per uno come lui, che voleva fare tutto da solo, non era accettabile. Decise allora di cambiare mestiere e divenne un falegname bravissimo: faceva tavoli, sedie, mobili stupendi... “Questa volta” pensava, “non dovrò dividere i complimenti con nessun fuoco!”. Un giorno sentì bussare alla porta, era di nuovo il bambino sorridente.
– Ciao, piccolo, sono felice di rivederti, volevo farti vedere quante belle cose riesco a fare tutto da solo!
– Mi dispiace – disse il bambino – ma anche questa volta dovrai dividere i tuoi meriti con gli alberi del bosco perché senza di loro tu non avresti il legno da trasformare!
Il falegname guardò una sedia e capì che era tutto vero e domandò tra sé: “Ma allora che mestiere dovrei fare per essere sicuro di non aver bisogno di niente e di nessuno?”. In quel momento il bambino scomparve e l’uomo comprese e da quel giorno quando qualcuno, con ammirazione, parlava dei suoi lavori, lui interrompeva dicendo che il merito non era soltanto suo, ma andava condiviso con il legno, la pialla, il martello... semplici strumenti come lui.
da R. Davico, Una storia dopo l’altra, Leumann
con la vita
Intraprendiamo un’altra conversazione sul concetto di creazione dal nulla Dopo aver ascoltato la storia, i bambini potranno esprimere i sentimenti, i pensieri o le emozioni che hanno provato. È possibile che qualcuno ci interroghi sul “come” Dio ha creato; in questo caso l’insegnante dovrà introdurre il concetto di mistero, iniziando, se vuole, con un’attività di brainstorming.
È importante aiutare i bambini a comprendere che “come” Dio riesca a trasformare il Nulla in Qualcosa rimane un mistero, un segreto che conosce solo Lui, un fatto non spiegabile se non riconoscendo a Dio stesso dei poteri che l’uomo non possiede.
L’uomo può, però, credere, avere fiducia nella bontà di Dio, nel fatto che Dio ci crea e ci ama come un padre.
La Creazione (1,2-3)
La Bibbia racconta che “in principio”, cioè all’inizio, esisteva solo Dio e se ne stava solo soletto immerso nel Nulla. Non c’era niente intorno a lui, tutto era ricoperto dal buio delle tenebre e il suo spirito soffiava sopra l’immensità delle acque. Avvenne che un giorno, quando i giorni ancora non esistevano, Dio decise di trasformare il Nulla affinché diventasse Qualcosa... Così dal Nulla, Dio parlò e con le sue parole creò il mondo intero, ma non in un giorno solo: ecco come avvenne...
Dio disse: – Luce!
Dal Nulla apparve la luce che fu separata dalle tenebre. Da quel momento nacquero il giorno e la notte con il sole, la luna e le stelle.
Poi Dio disse: – Acqua e aria...
E dal Nulla si formarono il cielo e il mare. Il cielo con le sue nuvolette, simili a tante soffici pecorelle fu messo in alto, in modo che potesse specchiarsi in ogni momento nel mare.
Dio disse ancora: – Terra!
E la Terra uscì dal Nulla con monti, colline e prati verdeggianti, alberi, fiori dai mille colori e frutti di ogni genere.
Dio disse che tutto quello che aveva creato era bello e buono, ma la Creazione non era ancora finita...
Dio allora si concentrò e disse: – Vita!
Così gli esseri viventi apparvero dal Nulla: tante varietà di uccelli popolarono il cielo, pesci di ogni genere abitarono il mare e sulla terra, per la prima volta, si videro svariati rettili e animali. Dio soddisfatto del suo lavoro disse che tutto era bello e buono, ma... mancava ancora qualcosa, o meglio qualcuno!
Così verso la fine Dio disse: – Uomo e donna!
E così nacque la grande famiglia umana. Questa volta Dio, guardando l’uomo e la donna disse che erano la cosa migliore che avesse fatto, non più buona e bella, ma molto buona e molto bella! Così Dio disse e fece del Nulla qualcosa di molto importante: il nostro mondo! Da quel momento nessuno fu più solo, Dio aveva creato tanti figli ed ogni creatura, adesso, ha un Padre in cielo!
con le fonti bibliche
La Bibbia illustrata: pagine 6-10
PROPOSTA 1
Per aiutare ad assimilare il concetto di “creazione dal nulla” si propone di cantare tutti insieme il Cantico della Creazione, scritto da San Francesco di Assisi. La versione proposta è più semplice, particolarmente adatta a bambini di classe prima, in quanto strofe e ritornello seguono lo stesso ritmo.
Laudato sii, o mi’ Signore
Rit. Laudato sii, o mi’ Signore! Laudato sii, o mi’ Signore! Laudato sii, o mi’ Signore! Laudato sii, o mi’ Signore!
E per tutte le tue creature, per il sole e per la luna, per le stelle e per il vento, e per l’acqua e per il fuoco.
Per sorella madre Terra, ci alimenta e ci sostiene, per i frutti, i fiori e l’erba, per i monti e per il mare.
Rit. Laudato sii, o mi’ Signore! (4 volte)
Perché il senso della vita è cantarti e lodarti e perché la nostra vita sia per sempre una canzone.
Rit. Laudato sii, o mi’ Signore! (4 volte)
Dopo aver cantato si può avviare un’attività di brainstorming per far emergere le libere associazioni che i bambini fanno intorno ai termini LODE-LODARE-LAUDATO.
L’insegnante potrà scrivere sulla lavagna le varie idee emerse. Successivamente si cercherà di far comprendere ai bambini il vero significato del termine LODE, partendo dal senso di gratitudine per il Creato. L’insegnante potrà legarlo ai sinonimi COMPLIMENTO, GLORIA e ONORE. Far riflettere i bambini sui complimenti che ricevono quando compiono qualcosa di buono o sulla gloria/fama che ottengono quando si comportano bene, li aiuterà a capire che lodare significa parlare bene e riconoscere la grandezza di qualcuno. San Francesco riconosce che Dio è Creatore dell’uomo e dell’Universo, lo apprezza per tutto ciò che ha creato e per questo canta le sue lodi.
PROPOSTA 2
Ecco un semplice gioco su CREATO/COSTRUITO. Per giocare occorre realizzare un dado.
- Fotocopiare per ogni alunno il cartamodello 2 in fondo al volume.
- Far ritagliare la sagoma lungo tutto il perimetro, piegare lungo tutte le linee in modo da richiudere la forma e incollare.
- Dividere la classe in due squadre: a turno ogni bambino tira il proprio dado e, prima che l’insegnante conti fino a tre, deve nominare una cosa creata o costruita, in base alla finestra che gli è uscita. Vince la squadra che ha accumulato meno errori.
Musica: traccia audio n. 2
COLLEGA OGNI ELEMENTO CON CHI LO FA E CON I MATERIALI CHE SERVONO A REALIZZARLO, COLORANDO I QUADRATINI DELLO STESSO COLORE.
cHi lO fa elementO materiale
cOntadinO muratOre
fOrnaiO falegname
COLORA SOLO CIÒ CHE HA CREATO DIO.
COLORA SOLO CIÒ CHE HA COSTRUITO L’UOMO.
COMPLETA LE FRASI E DISEGNA GLI ELEMENTI MANCANTI RIGUARDO CIÒ CHE È CREATO DA DIO E COSTRUITO DALL’UOMO.
diO uOmO
creò il sOle
LUCE
creò la piOggia
ACQUA
COLORI
CALDO
creò l’ ................................................
creò il ................................................
creò la neve
Ha inventatO la
Ha inventatO la ................................................
Ha inventatO i pastelli
Ha inventatO il termOsifOne fREDDO
Ha inventatO il
RICOPIA LE PAROLE E COLORA I DISEGNI.
diO Ha creatO il cielO cOn...
SOLE LUNA UCCELLI STELLE
diO Ha creatO la terra cOn...
ERBA MONTI f IORI ALBERI
diO Ha creatO il mare cOn...
ACQUA PESCI ALGHE SABBIA
DISEGNA NELL’INSIEME GIUSTO GLI ELEMENTI E LE CREATURE CHE TI DIRÀ LA MAESTRA.
RIPASSA I TRATTEGGI, RITAGLIA I DIVERSI ELEMENTI E INCOLLALI AL POSTO GIUSTO.
U. F. 1: TRACCE DI DIO
>> Terzo percorso <<
O. A.: 1 Prendere coscienza del valore dell’essere umano. 2 Cogliere nell’ambiete i segni che richiamano ai cristiani tracce della presenza di Dio Creatore.
Un bambino ricco di doni!
Come punto di partenza per iniziare a parlare del nostro corpo come mezzo per conoscere il mondo, prima di trattare i cinque sensi, proponiamo una nota canzoncina, mimando di volta in volta le azioni nominate.
C’era un cocomero
C’era un cocomero tondo, tondo che voleva essere il più forte del mondo e tutti quanti voleva superare, così un bel giorno si mise a mangiare: GNAM GNAM, si mise a mangiare!
C’era un cocomero tondo, tondo che voleva essere il più forte del mondo e tutti quanti voleva superare, così un bel giorno si mise a bere: GLU GLU, si mise a bere!
C’era un cocomero tondo, tondo che voleva essere il più forte del mondo e tutti quanti voleva superare, così un bel giorno si mise a sciare: SCII SCII, si mise a sciare!
C’era un cocomero tondo, tondo che voleva essere il più forte del mondo e tutti quanti voleva superare, così un bel giorno si mise a saltare: HOP HOP, si mise a saltare!
C’era un cocomero tondo, tondo che voleva essere il più forte del mondo e tutti quanti voleva superare, così un bel giorno si mise a ballare: LA LA, si mise a ballare!
Aiutiamo i bambini a riflettere su quante azioni sono in grado di compiere grazie al proprio corpo, che è un dono di Dio. Per stimolare la conversazione partiamo dalle seguenti domande: - Vi piace cantare o giocare?
- Quali movimenti preferite compiere?
- È importante mangiare e bere, secondo voi?
Intraprendiamo ora una conversazione sugli organi di senso: occhi, naso, orecchi, lingua e pelle, chiedendo ai bambini a cosa serve ciascuno di essi, guidiamoli alla scoperta delle loro funzioni per comprenderne l’utilità, riconoscendo così che grazie a questi cinque sensi il nostro corpo può conoscere il mondo.
Dopo aver fatto comprendere ai bambini l’importanza del proprio corpo con tutte le sue capacità, guidiamoli alla scoperta e al rispetto della diversità di ogni individuo, raccontando loro una favola africana, Il piccolo ippopotamo
Il piccolo ippopotamo
Il piccolo Ippo era proprio stanco di essere un grosso e goffo ippopotamo: ogni volta che si muoveva gli sembrava di spostare il peso di un’intera foresta!
Arrabbiato borbottava tra sé: “Sono proprio stufo di essere un ippopotamo, non mi piace e vorrei essere altro, uffa, uffa, uffa!”.
Ecco che, in quel preciso momento, vide un’agile gazzella che saltellava nel prato e la guardò tutto invidioso. “Voglio essere una gazzella” disse tra sé e cominciò a saltellare di qua e di là, ma dopo un po’ inciampò con le sue tozze zampette, cadde e battè il muso. Sempre più arrabbiato disse:
– Non è affatto divertente essere una gazzella! Camminando, questa volta incontrò delle scimmie che saltavano da un albero all’altro:
– Ehi, amiche! – gridò – voglio divertirmi come voi, venite a giocare con me, ho deciso, sarò una scimmia!
Le scimmie giocherellone come sono, non se lo fecero ripetere due volte: cominciarono a girargli intorno tirandogli noci di cocco, una gli prese la coda, altre gli tirarono le orecchie, poi si divertirono a spingerlo come se fosse un’enorme palla!
Ippo, tutto offeso, cercò di uscire dal cerchio e riprese la sua strada. Ecco che gli si fece incontro un pappagallo dall’aria furbetta e dai mille colori.
“Volare, questo sì che deve essere veramente bello!” pensò Ippo. Chiamò vicino a sé l’uccello e gli chiese di insegnargli a volare.
– Volentieri – rispose il pappagallo – vieni con me.
Insieme arrivarono sulla riva scoscesa di un fiume. Il pappagallo salì su una roccia, allargò le ali e volò via.
“Tutto qui?” pensò Ippo, “Sarà molto semplice!”.
Salì sulla roccia, cercò di agitare la sua piccola coda e si lanciò in aria. Ovviamente precipitò nel fiume. Per fortuna gli ippopotami sono ottimi nuotatori, quindi non si fece nemmeno un graffio.
“Adesso so cosa voglio essere, voglio essere forte e coraggioso, un vero ippopotamo!” concluse fra sé.
con la vita
Dopo l’ascolto si può drammatizzare la storia o disegnarla in sequenze, dividendo la classe in piccoli gruppi.
Incentriamo la conversazione sulla ricerca dei punti di forza di ogni bambino, valorizzandone tutte le capacità e abilità nei vari ambiti della sua vita.
PROPOSTA 1
Aiutiamo la riflessione dei bambini circa l’uso delle mani, stimolando le sensazioni tattili attraverso il “cofanetto dei pirati”. Disporre in una scatola di cartone sia elementi naturali che artificiali come: sassi con diverse sfaccettature, una foglia, un rametto, una banana, una macchinina, una pollina da ping-pong, una gomma, una matita, una piuma di uccello, delle conchiglie di varie forme... I bambini, a turno, dovranno essere bendati e riconoscere gli elementi contenuti nella scatola solo toccandoli.
PROPOSTA 2
Guidiamo i bambini a prendere consapevolezza del senso dell’olfatto. Predisporre dei contenitori con gli elementi da indovinare come: cipolla, aglio, cioccolata, caffè, aceto, salvia, pepe, un fiore, una foglia... A turno bendare i bambini, che dovranno riconoscere questi elementi a loro noti, attraverso l’utilizzo del solo olfatto, individuandone l’odore.
PROPOSTA 3
Guidiamo i bambini a prendere consapevolezza del senso dell’udito. A turno ogni bambino, bendato, si disporrà di spalle rispetto alla classe. Poi chiediamo ad un compagno di pronunciare un suono o una parola. Il bambino bendato dovrà indovinare chi è stato a parlare, riconoscendo l’angolo della classe da cui proviene il suono che ha sentito.
PROPOSTA 4
Con questa attività puntiamo sulla vista e sulla memorizzazione. Disporre alcuni oggetti sopra un banco, chiedendo ad un bambino di osservarli bene. Successivamente far girare il bambino con le spalle al banco e togliere un oggetto, poi chiedere al bambino di individuare la “cosa mancante”.
PROPOSTA 5
Per consolidare nei bambini l’importanza e il rispetto delle capacità di ogni individuo, giochiamo insieme a immedesimarci in vari animali per scoprirne le caratteristiche speciali. Ogni bambino sceglierà di identificarsi in un animale e lo scriverà su un foglietto. L’insegnante, una volta raccolti tutti i foglietti, li leggerà a voce alta. Di volta in volta, il bambino che si è identificato nell’animale nominato, dovrà dire cosa ha o cosa sa fare di speciale. Ad esempio:
- bambino-giraffa: ho un collo lungo lungo;
- bambino-gatto: sono abilissimo a scovare i topolini...
RITAGLIA LE IMMAGINI E RICOSTRUISCI LA FIGURA SUL TUO QUADERNO.
SCRIVI ACCANTO AD OGNI IMMAGINE L’AZIONE CHE COMPIE.
OSSERVA ATTENTAMENTE I DUE DISEGNI, POI SEGNA CON UNA X I CINQUE ELEMENTI MANCANTI NEL DISEGNO 2 RISPETTO AL DISEGNO 1.
COLLEGA OGNI CIBO AL PROPRIO SAPORE.
COLORA SOLO LE SITUAZIONI CHE POSSONO DANNEGGIARE L’UDITO.
Unità Formativa 2 - La festa del Natale
la vita come dono
Avvento: il dono atteso
Natale: nascita di Gesù
compleanno: celebrazione della vita festa: tempo di gioia i segni delle feste il presepe i Re Magi
Traguardi per lo sviluppo delle competenze
Competenze di riferimento disciplinari
Obiettivi di apprendimento
O. A.
segni e simboli del Natale
L’alunno riconosce il significato cristiano del Natale, traendone motivo per interrogarsi sul valore di tale festività nell’esperienza personale, familiare e sociale.
Conoscere la storia della nascita di Gesù.
Saper riconoscere ed esprimere emozioni legate alla festa e al far festa.
Individuare e discriminare i segni e i simboli del Natale rispetto a quelli di altre feste.
1 Riconoscere la nascita di un bambino come esperienza di gioia e di comunione.
2 Prendere coscienza del particolare carattere dell’Avvento come tempo di attesa e di desideri.
3 Comprendere il vero significato del Natale: Gesù, dono di Dio.
4 Saper collegare alcuni segni e simboli alle feste che rappresentano.
5 Cogliere i segni cristiani del Natale e riconoscere nella nascita di Gesù il mistero dell’Incarnazione.
Contenuti Narrazione di vissuti personali.
L’Avvento, tempo di attesa.
I segni del compleanno, festa di cui ogni bambino, almeno una volta, ha fatto esperienza. Il racconto della nascita di Gesù secondo i Vangeli. Segni e simboli natalizi: il presepe (storia ed elementi).
Discipline coinvolte Italiano, storia, musica, arte e immagine.
Prove di verifica e valutazione Vedere pagina 11.
Indicazioni metodologiche
Le strategie didattiche che verranno poste in atto saranno fondate sull’osservazione della realtà in un rapporto di complementarietà con il linguaggio verbale, con quello audiovisivo e con quello musicale per guidare i bambini alla comprensione cristiana della festa di Natale e permettere loro un primo passaggio dalla concretezza immediata, come la nascita di un bambino, a concetti più astratti, come quello dell’Incarnazione; dal sensibile allo spirituale.
U. F. 2: LA FESTA DEL NATALE
>> Primo percorso <<
O. A.: 1 Riconoscere la nascita di un bambino come esperienza di gioia e di comunione. 2 Prendere coscienza del particolare carattere dell’Avvento come tempo di attesa e di desideri.
Quanto ti ho atteso!
Leggiamo la seguente storia per introdurre il tema dell’attesa.
Quanto vi abbiamo atteso…
Paolo e Giacinta, prima di dormire, chiedono alla zia di raccontare loro una storia, sempre la stessa. La zia non può rifiutare e comincia a raccontare: – Solo Dio sa quanto vi abbiamo atteso e quanto siamo stati felici della vostra nascita. Tu, Giacinta sei stata la prima, papà e mamma erano tornati da poco dal loro lungo viaggio in Brasile, nella missione di Suor Marisa. Un giorno mi chiamano al telefono dicendomi che dovevo passare per casa loro perché avevano una cosa da dirmi. Io non compresi subito, ma quando mi aprirono la porta, ricordo che avevano gli occhi lucidi, ma luminosi e stavano sorridendo. “Che succede?” domandai. “Abbiamo una notizia da darti”. Non aggiunsero altro perché io compresi che stavano aspettando un bambino: eri proprio tu, Giacinta che stavi crescendo dentro la pancia della mamma. Ricordo che quando andavo a trovare la mamma ci chiedevamo come saresti stata, i tuoi occhi, la bocca, il naso, le orecchie... Durante i nove mesi di attesa tutti si impegnarono per prepararti la carrozzina, la culla e il lettino, io ti preparai il super fiocco ricamato che tieni sulla porta della cameretta e una copertina con fiocchi e pizzi. Poi arrivò il giorno della tua nascita, era un pomeriggio; fuori della porta dell’ospedale c’ero io, la zia Ara e la zia Lula, le nonne e i nonni, camminavamo su e giù nel corridoio dell’ospedale e... aspettavamo, quando ecco che nel silenzio si udì il pianto di un bimbo! Era nata Giacinta, in ricordo di una delle veggenti di fatima, una delle pastorelle che parlò con la Madonna, il cui nome significa “simile al giacinto”, un bellissimo fiore dall’intenso profumo.
Appena ti vidi mi sembrasti la bambina più bella del mondo: eri così piccola, un batuffolo di cotone scuro, visto che avevi tanti capelli neri! Eravamo tutti molto felici per la tua nascita, ti avevamo aspettato tanto e adesso eri arrivata.
Qualche mese dopo la tua nascita, durante un pranzo delle feste di Natale, dove c’erano tutti, nonni, zii, prozii, il vostro papà annunciò che stavano aspettando un altro figlio. Un altro dono, un nuovo regalo era stato fatto alla nostra famiglia, un altro bambino! Quando venimmo a sapere che sarebbe stato un maschietto io co-
minciai a preparare un fiocco azzurro con un bellissimo orsacchiotto e la nonna ricamò una bellissima copertina da “maschio”. Intanto il papà aveva scelto il nome, Paolo, in onore di San Paolo, l’Apostolo che ha fatto conoscere Gesù e il suo amore a tanta gente.
Tutti ci chiedevamo come saresti stato, visto che tua sorella aveva i capelli neri neri e la tua cuginetta, nata qualche mese prima, li aveva rossi. Ed ecco che la notte prima del compimento del primo anno di Giacinta... sei arrivato! Sei nato nel cuore della notte, quindi in ospedale c’erano solo mamma e papà, ma all’alba eravamo tutti lì per ammirare questo nuovo esserino che era... indovinate? Biondissimo!!! Avevi un completino celeste chiaro, un nasino perfetto, un visino dolcino e delle manine bellissime. Ricordo che quando ti ho preso in braccio per la prima volta, ho annusato il tuo odore, era odore di piccino... mi sembravi il bambino più bello del mondo. Ecco la storia di quando siete nati e di quanto vi abbiamo atteso, come un vero regalo!”. finito di ascoltare la storia, Giacinta e Paolo, tutti contenti si mettono a dormire...
S. Fiorucci
Dopo aver raccontato la storia si può intraprendere una conversazione partendo dalla seguente domanda: - Perché, secondo voi, Paolo e Giacinta vogliono che la zia racconti loro sempre questa storia?
Ascoltando le risposte dei bambini, cercheremo di aiutarli a comprendere che la vita è un dono di Dio, il più grande e il più importante, che non può essere programmato come quando la mamma decide cosa cucinare per pranzo, ma è un regalo gratuito che ha bisogno di essere desiderato, accolto e atteso. A questo punto potremo introdurre il concetto dell’Avvento come tempo di attesa del Natale.
Approfondimenti
L’Avvento: con questo termine si indica il tempo liturgico di quattro settimane che precede e prepara al Natale.
La prima domenica di Avvento, nei riti cattolici segna l’inizio del nuovo anno liturgico. La parola AVVENTO deriva dal latino adventus e significa “venuta” anche se, nell’accezione popolare viene utilizzato con un senso un po’ diverso, cioè come “attesa”.
L’Avvento è presente anche negli anni liturgici della Confessione luterana e della Comunione anglicana. In tutte le confessioni questo periodo è contraddistinto da un atteggiamento di attesa, raccoglimento e preghiera con un doppio significato teologico: è tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si ricorda la prima venuta del figlio di Dio fra gli uomini, e contemporaneamente è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato all’attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi.
con la vita
La famiglia
Nelle chiese ortodosse, in cui viene anche chiamato “digiuno della natività”, “quaresima invernale o di Natale”, l’Avvento dura quaranta giorni, a partire dal 15 novembre.
L’origine del tempo di Avvento viene individuata tra il IV e il VI secolo. La prima celebrazione del Natale a Roma è del 336, ed è proprio verso la fine del IV secolo che si riscontra in Gallia e in Spagna un periodo di preparazione alla festa del Natale. Per quanto la prima festa di Natale sia stata celebrata a Roma, qui si verifica un tempo di preparazione solo a partire dal VI secolo.
La conversazione va incentrata sul tema della famiglia che può essere presentata attraverso il testo di una poesia di Mario Lodi o la seguente canzone.
Basta un papà e una mamma, un figlio e una figlia, per fare una famiglia.
Solo chi è solo, poverino, cerca una famiglia in casa del vicino.
Le famiglie formano un paese e, qualche volta, persino una città
dove la gente è tanta, ma ci sta tutta quanta.
Al caldo o al gelo, nella capanna o dentro al grattacielo, nei paesi e nelle città vive la grande famiglia dell’Umanità.
Chi è giallo, chi bianco, chi nero.
Ma se c’è pace, una sola famiglia è il mondo intero.
M. Lodi
Musica: traccia audio n. 3
Per mamma e papà
Rit. Ciao mamma, ciao papà!
Ho bisogno di avervi sempre vicino per diventare un grande bambino!
Cosa potrò dare ai miei genitori di davvero speciale?
Una bellissima fuoriserie per rendere liete le nostre ferie?
Un veloce aeroplano per andare tutti lontano?
Ma nulla mi sembra più adatto e perfetto che dimostrargli tutto il mio affetto!
Mamma, papà, fatevi abbracciare, prendetemi in braccio e fatemi volare!
Rit. Ciao mamma, ciao papà! ...
Chiediamo ai bambini se conoscono la storia della loro nascita e chi ha scelto il loro nome. Chiediamogli poi, se, secondo loro, i genitori li hanno attesi con gioia oppure no. È molto importante farli parlare perché prendano coscienza delle loro emozioni. Successivamente faremo disegnare a ciascuno di loro la propria casa con la relativa famiglia.
In questa fase è importante precisare, visto come si sta modificando il volto della famiglia nell’attuale contesto sociale, che ci sono diversi tipi di famiglia e tutti hanno lo stesso valore, ma affinché ci sia una nuova vita, Dio ha biso-
gno di un papà e di una mamma. è fondamentale aiutare i bambini a credere che, anche quando i genitori si sono lasciati o non sono mai vissuti insieme, loro sono nati da un atto d’amore. Credere che la vita nasce sempre da un atto d’amore ci rende più forti e ci dà maggiore fiducia sul nostro valore, rafforzando l’autostima.
PROPOSTA 1
Giochiamo con le dita: “Chi abita in casa mia!”.
Dividiamo la classe in coppie e invitiamo ogni bambino a raccontare al suo compagno una storia con protagonisti i componenti della sua famiglia, animandola con le marionette da dito.
- Per realizzare le marionette, fotocopiare per ogni alunno il cartamodello 3 in fondo al volume.
- Far ritrarre a ogni bambino i componenti della propria famiglia nelle rispettive sagome e poi colorare.
- Ritagliare ogni sagoma come indicato, arrotolare intorno alle dita la fascetta e fissarla con la colla stick.
PROPOSTA 2
Costruiamo un calendario dell’Avvento.
- Disegnare su un grande cartellone bristol verde la sagoma di un abete e ritagliarla.
- Poi ritagliare da un bristol marrone il tronco e attaccare l’albero sulla parete esterna della porta dell’aula, in modo che tutti possano ammirarlo.
- Realizzare su fogli di formato A4 tante palline, una per ciascun alunno: farle colorare, incollarle su un cartoncino bianco e ritagliarle; si otterranno così tante palline colorate solo da una parte e abbastanza rigide.
- Nella parte bianca far disegnare a ciascun bambino il proprio desiderio per Natale.
- Attaccare, in ordine sparso, con delle puntine o con dello scotch tutte le palline all’albero dalla parte colorata, magari arricchendo i colori con dei brillantini.
- Ogni giorno in ordine alfabetico o attraverso un sorteggio, un bambino girerà la sua pallina dalla parte del disegno ed esporrà a voce alla classe il suo desiderio. I giorni da considerare sono quelli che vanno dal lunedì dopo la prima domenica di Avvento all’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale, esclusi i giorni festivi. Nel caso in cui la classe sia composta da un numero di bambini superiore al numero dei giorni dell’Avvento considerati, potremo prevedere di girare due palline al giorno; in caso contrario potremo far disegnare più palline a ciascun bambino.