La didattica e le nuove tecnologie
Didattica Digitale Integrata
LA DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA (DDI) A cura di Katia Buccelli, docente
Premessa A partire dall’anno scolastico 2020-21 ogni scuola è stata chiamata a inserire il Piano per la Didattica Digitale Integrata1 nel proprio Piano Triennale dell’Offerta Formativa. Al di là del mero adempimento burocratico, ogni istituto ha dovuto predisporre la propria progettualità in merito a ciò che concerne l’organizzazione delle attività didattiche in ambiente digitale sia nel funzionamento ordinario che nelle situazioni di emergenza.
Le linee guida del Ministero dell’Istruzione A seguito dell’emergenza sanitaria da Coronavirus, a marzo del 2020 il Ministero dell’Istruzione, ha emanato le prime indicazioni operative, per le attività didattiche a distanza, riconoscendo la possibilità di svolgere “a distanza” le attività didattiche delle scuole di ogni grado, su tutto il territorio nazionale (nota dipartimentale 17 marzo 2020 n. 388). Successivamente, sul piano normativo è stato stabilito che “il personale docente assicura le prestazioni didattiche nelle modalità a distanza, utilizzando strumenti informatici o tecnologici a disposizione”. Inoltre, sono stati finanziati gli interventi utili a potenziare la didattica a distanza per dotare le scuole e gli studenti degli strumenti necessari per lo svolgimento e la fruizione di modalità didattiche compatibili con la situazione emergenziale, anche nell’intento di sostenere l’inclusione scolastica e contrastare la dispersione. Alla fine dell’anno scolastico 2020-21 il Decreto del Ministro dell’Istruzione 26 giugno 2020, n. 39 ha delineato un quadro di riferimento per la progettazione della ripresa delle attività didattiche nel mese di settembre, fornendo indicazioni e linee guida per la predisposizione di un Piano scolastico per la didattica digitale integrata “qualora si rendesse necessario sospendere nuovamente le attività didattiche in presenza a causa delle condizioni epidemiologiche contingenti”. Se per la scuola secondaria di secondo grado l’elaborazione del Piano, allegato o integrato nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa, assume carattere di complementarità rispetto la didattica in presenza equiparando di fatto l’ambiente digitale di apprendimento all’aula; per il primo ciclo di istruzione, dunque scuola primaria e secondaria di primo grado, il ricorso alla didattica in ambiente digitale è previsto solo per far fonte a situazioni di emergenza, tenendo in considerazione le esigenze di tutti gli alunni, in particolar modo quelli più fragili. Ecco che la Didattica Digitale Integrata (DDI) assume il ruolo di metodologia innovativa di insegnamento-apprendimento, intesa come modalità didattica complementare che integra o sostituisce, in condizioni di emergenza, la tradizionale esperienza di scuola in presenza con il supporto di piattaforme digitali e delle nuove tecnologie.
Progettazione La progettazione di un piano per la DDI non va intesa solo come la pianificazione della didattica d’emergenza in modo da garantire il diritto all’apprendimento degli studenti, (in caso di nuovo lockdown, quarantena, isolamento fiduciario di singoli, insegnanti o studenti, interi gruppi classe o particolari condizioni di fragilità), ma va concepita anche come vera e propria metodologia che, avvalendosi della tecnologia, facilita apprendimenti curricolari e favorire lo sviluppo cognitivo di ogni singolo alunno. Per garantire l’omogeneità dell’Offerta Formativa dell’Istituzione scolastica, come indicato nelle linee guida ministeriali, spetta al collegio docenti di ogni singolo Istituto fissare e condividere i criteri e le modalità più consone per svolgere la didattica digitale integrata riconoscendo l’efficacia dell’uso didattico delle nuove tecnologie nel processo di apprendimento-insegnamento anche per attuare percorsi didattici individualizzati, personalizzati e inclusivi. La definizione delle modalità di realizzazione della didattica digitale integrata deve necessariamente contemplare un bilanciamento equilibrato tra attività sincrona e asincrona che rappresentano l’aspetto più 1
Decreto Ministeriale 39 del 26 giugno 2020 - Piano scuola 2020-2021, linee guida per settembre.
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rilevante nello svolgimento delle attività di didattica a distanza. Al team dei docenti e ai consigli di classe compete, invece, la progettazione didattica dei contenuti disciplinari essenziali, anche in un’ottica di interdisciplinarietà, ma spetta anche l’adozione di soluzioni metodologiche condivise e l’individuazione delle strategie più efficaci affinché ciascun alunno, seppur a distanza, assuma un ruolo centrale nel processo formativo e sia messo nelle condizioni di sviluppare quanto più possibile in autonomia. Organizzazione della DDI Nelle Linee Guida si sostiene la valorizzazione delle forme di flessibilità derivanti dall’Autonomia scolastica pertanto, nell’organizzare l’orario settimanale, nel caso sia necessario attivare l’attività didattica interamente in modalità a distanza, è possibile, per esempio, ricorrere alla riduzione dell’unità oraria di lezione e all’aggregazione delle discipline e stabilire una progettazione adeguata di attività in modalità sincrona e asincrona, al fine di rendere quanto più possibile efficace l’azione didattica, prevedendo anche congrui momenti di pausa. È qui opportuno specificare che nelle indicazioni operative del M.I. sono previste quote orarie settimanali minime diverse a seconda del grado scolastico: per le scuole primarie e secondarie di primo grado devono assicurare almeno 15 ore settimanali di didattica in modalità sincrona con l’interna classe (che scendono a 10 ore per le classi prime della scuola primaria). Tra gli aspetti organizzativi di cui tener conto nella stesura del piano, va contemplata un’azione efficace di formazione del personale docente relativamente alle specificità strumentali e metodologiche per la didattica digitale integrata.
Didattica Digitale Integrata: metodi, strategie, strumenti Una valida progettazione e applicazione della didattica digitale integrata deve trovare il suo riferimento in un quadro pedagogico e metodologico condiviso che promuova l’autonomia e il senso di responsabilità di tutti gli alunni e garantisca omogeneità all’offerta formativa dell’istituzione scolastica, nel rispetto dei traguardi di apprendimento fissati dalle Indicazioni nazionali per i diversi percorsi di studio, e degli obiettivi specifici di apprendimento individuati nel Curricolo d’istituto. Il modello SAMR Fatta questa premessa, un esempio di riferimento significativo ci viene dal Modello SAMR, sviluppato da Ruben Puentedura2, che ha l’obiettivo di agevolare l’azione di integrazione delle nuove tecnologie nella didattica. Questo modello parte dal presupposto che il semplice utilizzo di dispositivi digitali e di applicazioni web non produce meccanicamente un miglioramento della qualità dell’apprendimento. Si ha una valida integrazione quando si selezionano e si inseriscono le tecnologie partendo da solide premesse pedagogiche, individuando gli obiettivi educativi da conseguire e, adattando quegli strumenti ai bisogni degli studenti e del docente, si sviluppa l’attività didattica in una cornice metodologica ben definita. In questa prospettiva, le tecnologie concorrono alla realizzazione di ambienti di apprendimento più efficaci e più motivanti. L’innovazione quindi si sviluppa sul piano didattico ma non può prescindere da una buona padronanza tecnologica da parte del docente. Nel dettaglio, il Modello “SAMR”, acronimo di Substitution, Augmentation, Modification, Redefinition, ci fornisce un quadro teorico di riferimento per comprendere l’integrazione delle nuove tecnologie nella didattica e si basa su un principio cardine: il modello è costruito intorno all’idea che tale integrazione permette di sviluppare ambienti di apprendimento, gestire compiti e costruire percorsi didattici molto più efficaci e del tutto inediti rispetto a quelli tradizionali.
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https://www.youtube.com/watch?v=ZQTx2UQQvbU&t=121s
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Il modello consente di identificare quattro livelli di integrazione delle tecnologie nel processo di insegnamento-apprendimento: • Substitution – Sostituzione • Augmentation – Sviluppo • Modification – Modifica • Redefinition – Ridefinizione
M A S
MODIFICATION / MODIFICA La tecnologia consente una significativa modifica e riprogettazione della didattica funzionale.
AUGMENTATION / SVILUPPO La tecnologia viene utilizzata in sostituzione, con un cambiamento funzionale.
SUBSTITUTION / SOSTITUZIONE La tecnologia viene utilizzata in sostituzione, senza un cambiamento funzionale.
MIGLIORAMENTO
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REDEFINITION / RIDEFINIZIONE La tecnologia consente la creazione di attività innovative.
TRASFORMAZIONE
Nei primi due livelli (partendo dal basso) vengono identificate le fasi di miglioramento cui seguono le successive due fasi di trasformazione.
Per esemplificare con dei riferimenti precisi a specifiche attività, possiamo inquadrare il primo livello di Sostituzione (Substitution), cioè quando la tecnologia è utilizzata come uno strumento alternativo a quelli tradizionali, senza un reale cambiamento: scrittura con un editor di testo anziché su supporto cartaceo, svolgimento di una ricerca in rete anziché su testi. Al livello successivo, Sviluppo (Augmentation), quindi, la tecnologia viene utilizzata in sostituzione di strumenti analogici, con un cambiamento funzionale: fruizione di testi automatici al PC, con domande e risposte in ordine casuale e con valutazione automatica, utilizzo di un editor di testo con inserimento immagini, controllo ortografico, inserimento di link ipertestuali con risultati inediti. Il sostanziale cambiamento avviene nei successivi livelli laddove si passa ad utilizzare applicazioni tecnologiche per modificare un’attività educativa tradizionale fino a usare nuove tecnologie per creare nuove attività educative. Possiamo perciò parlare di Modificazione (Modification), quando i compiti vengono progettati in modo da ottimizzarne l’utilizzo e l’impatto delle tecnologie comincia a potenziare insegnamento e apprendimento: utilizzo di una applicazione (web o mobile) per scrivere in modalità collaborativa e in cloud in base a un approccio di peer tutoring. Infine, nell’ultima fase di Ridefinizione (Redefinition), la tecnologia veicola un potenziamento dell’esperienza di apprendimento, concorre a realizzare esperienze più significative e centrate sugli studenti, portando a conseguire risultati migliori tramite attività nuove rispetto a quelle tradizionali, rese possibili dalle tecnologie educative e disegnate in modo da sfruttarne appieno le potenzialità: realizzare documenti in modo collaborativo da pubblicare in rete, creare podcast, video, libri interattivi. Gli studenti in genere trovano molto motivanti queste attività poiché costruite con un obiettivo condiviso e rivolte a un pubblico reale.
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Attività sincrone e asincrone Le attività della DDI sono distinte in due modalità che si differenziano in base dell’interazione tra insegnante e gruppo di studenti, entrambe contribuiscono in maniera sinergica al raggiungimento degli obiettivi di apprendimento e allo sviluppo delle competenze personali e disciplinari. Le attività sincrone si realizzano tramite l’interazione simultanea tra gli insegnanti e il gruppo di studenti durante video lezioni col supporto di strumenti per videoconferenze integrate, generalmente, in piattaforme adottate in modo uniforme dal singolo istituto, e che consentono la comunicazione interattiva audio-video in tempo reale. Le più utilizzate sono senza dubbio Google Meet, la piattaforma di Google per le riunioni online, e l’aula virtuale di Microsoft Teams. Possiamo definire attività sincrona anche lo svolgimento di compiti che prevedano la realizzazione di elaborati digitali o la risposta a test più o meno strutturati con il monitoraggio in tempo reale da parte dell’insegnante, per esempio utilizzando applicazioni quali Google Documenti. Una lezione sincrona motivante dovrebbe prevedere la predisposizione di un clima positivo e stimolante, innestarsi su idee e proposte condivise con gli studenti e sviluppate facendo ricorso all’interattività. Pur trattandosi di una lezione erogata su supporto digitale in un ambiente del tutto virtuale, questo momento dovrebbe assumere le caratteristiche della lezione in presenza, garantendo la costante interazione tra alunni e docenti anche tramite lo svolgimento di test scritti e orali, con la guida dell’insegnante. Al contrario, le attività asincrone non prevedono l’interazione in tempo reale tra gli insegnanti e il gruppo di studenti ma contemplano un lavoro strutturato e documentabile, svolto con l’ausilio di strumenti digitali, come per esempio l’approfondimento individuale o di gruppo, la visione di materiale video predisposto dal docente, le esercitazioni interattive, la produzione di relazioni e rielaborazioni in forma scritta/multimediale. Vanno intese come attività di insegnamento-apprendimento che prevedono lo svolgimento autonomo da parte degli studenti di compiti precisi, assegnati anche su base settimanale, plurisettimanale, e/o diversificati per piccoli gruppi. Per la gestione dei percorsi didattici erogati in questa modalità si utilizzano le piattaforme per la didattica a distanza: per esempio Google Classroom che consente di creare e gestire i compiti, condividere le risorse, tenere traccia dei materiali e dei lavori del singolo, e che utilizza Google Drive come sistema cloud per il tracciamento e la gestione automatica di tutti i materiali didattici. Strumenti e strategie Nella progettazione di lezioni sincrone e asincrone è opportuno pianificare in modo puntuale gli obiettivi da conseguire, le azioni didattiche da porre in atto e i criteri di valutazione che saranno adottati. Non si può prescindere dalla scelta di specifici strumenti per attivare l’intervento didattico in queste modalità strettamente connesse tra loro. Per evitare che la conduzione di videolezioni in diretta diventi la semplice trasposizione di una lezione frontale in presenza, è bene utilizzare strategie e strumenti adeguati a incentivare una comunicazione interattiva sia tra docente e studenti, che tra gli stessi partecipanti. Si tenga ben presente che i momenti di maggior coinvolgimento sono quelli in cui gli studenti vengono chiamati a partecipare e a contribuire in prima persona alla lezione, svolgendo attività, intervenendo per chiedere chiarimenti o apportare il contributo personale. La suddivisione del gruppo classe in piccoli gruppi, con sessioni di breve durata, può rivelarsi molto efficace perché facilita la comunicazione e consente di recuperare eventuali momenti persi a causa di problemi tecnici. Così come nelle lezioni in presenza si fa ricorso all’uso della lavagna interattiva multimediale per visionare, spiegare o integrare contenuti, durante le lezioni in sincrono si può ricorrere a lavagne condivise e applicazioni web che consentono di lavorare insieme ai partecipanti a un evento, di avviare un brainstorming, presentare in modo chiaro un processo o avviare un sondaggio. Le lavagne virtuali, chiamate anche web whiteboards, sono strumenti concepiti per favorire la comunicazione anche a distanza e rappresentano uno strumento di collaborazione e condivisione molto versatile poiché offrono molteplici applicazioni e si prestano a essere adattate a specifiche esigenze; le loro funzioni principali offrono infatti la possibilità di condivisione e modifica di documenti, l’inserimento di immagini, disegni, grafici, mappe cognitive.
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Per sfruttare pienamente le potenzialità delle lavagne interattive è necessario disporre di un’apposita piattaforma web comune tra coloro che vi partecipano. Lo strumento più conosciuto è Jamboard, utilizzabile per chiunque disponga di un account Google è integrata come app in Google Suite for Education e funziona in qualsiasi dispositivo: browser internet, app Android o Apple iOS. Con la suite di Google sono presenti applicazioni come Documenti, Fogli di lavoro, Presentazioni e Site, molto utili per condividere il proprio lavoro, ricevere feedback e apportare modifiche all’istante ma anche per facilitare l’interazione e il lavoro cooperativo in tempo reale. Uno strumento molto diffuso è Pear deck, componente aggiuntivo di Google Drive che consente di creare presentazioni interattive in cui i partecipanti possono dare il proprio contributo utilizzando il dispositivo personale. Durante la presentazione gli studenti possono interagire con il docente attraverso domande, disegni, quesiti a scelta multipla, problemi. Le varie risposte vengono visualizzate dal docente e potranno divenire spunti per successivi approfondimenti. Le lezioni asincrone, essendo attività senza vincoli di orari e di luogo, si basano sullo studio autonomo; il docente segue e monitora il percorso di apprendimento. Le attività non vanno intese però come mere assegnazioni di compiti ma dovrebbero assumere un carattere di apprendimento attivo, improntato alla scoperta, l’approfondimento e la costruzione, in una dimensione sia individuale che collaborativa. Sotto questo profilo potrebbe risultare molto efficace suddividere i percorsi delle attività asincrone in segmenti di apprendimento, definiti anche learning chunk, una strategia di apprendimento attivo che stimola l’elaborazione cognitiva ed è caratterizzata da blocchi che ricodificano le informazioni in gruppi significativi, chiamati blocchi o segmenti, per favorire l’apprendimento. Una lezione viene segmentata in flussi più brevi, perciò, diventa uno strumento flessibile fruibile in modo personalizzato e quindi efficace per il potenziamento, per il recupero o il ripasso. In un segmento di apprendimento è bene alternare contenuti e attività a carattere operativo, in un flusso sequenziale che potrebbe aprirsi, per esempio, con un video introduttivo cui fanno seguito una mappa concettuale, infografiche ed esercizi interattivi e/o elaborati da completare autonomamente o in modo condiviso in piccolo gruppo. Padlet è uno degli strumenti più adeguati per lo sviluppo di percorsi improntati all’interattività, perché consente di assemblare differenti contenuti per una lezione multimediale, di realizzare brainstorming e attività collaborative. Si tratta di uno spazio in cui i contenuti vengono appuntati come su una bacheca virtuale ma è possibile anche scegliere una modalità di tipo sequenziale per creare una sorta di timeline operativa. TES Teach è un altro strumento di facile utilizzo per creare e condividere lezioni multimediali perché, tramite una progettazione molto intuitiva di tipo sequenziale, permette di integrare contenuti web e media personali. Nearpod è una piattaforma web pensata per il coinvolgimento degli studenti e consente agli insegnanti di creare lezioni personalizzabili anche con sessioni dal vivo. Diversi strumenti ne permettono l’utilizzo sia lato docente per creare lezioni, sia lato studente, per presentare lavori di gruppo. Ci sono inoltre applicazioni molto utili per integrare i contenuti delle lezioni in modalità asincrona. ThingLink è una web app per rendere interattive immagini, foto, carte geografiche, linee del tempo, mappe cognitive inserendo dei tag a cui è possibile collegare qualsiasi contenuto: link a pagine web, video, audio o altre immagini. Genial.ly è una piattaforma online per la creazione di presentazioni interattive e infografiche con contenuti personalizzati. Con Learninapps si possono creare e riutilizzare moduli interattivi per facilitare i processi di apprendimento; presenta una vasta gamma di strumenti per creare esercizi interattivi, in cui incorporare immagini, video e altro. Word Wall è un’applicazione che permette di creare giochi didattici e riutilizzare quelli realizzati da altri utenti.
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Valutazione Nella didattica digitale integrata la valutazione degli apprendimenti segue gli stessi criteri della valutazione in presenza. In particolare, la valutazione formativa può venire attuata attraverso la rilevazione sistematica della partecipazione alle lezioni online con il materiale richiesto dalla disciplina e nel rispetto del regolamento della didattica a distanza, prendendo in considerazione la qualità dell’interazione, il coinvolgimento e la partecipazione attiva nelle esperienze online, la produzione di materiali e il rispetto delle consegne. A questo processo andrebbe affiancata la valutazione della comunicazione e la qualità della riflessione in termini di qualità e pertinenza delle domande poste, capacità di rielaborazione personale e di orientarsi nella soluzione di un problema o chiedere aiuto e chiarimenti in situazioni di difficoltà. Il tema della valutazione in riferimento alle attività in DDI ha un ruolo centrale poiché rappresenta un elemento necessario per l’orientamento dell’azione didattica. Nel rispetto dei criteri approvati dal collegio dei docenti e inseriti nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa, la valutazione dovrebbe diventare un processo costante, garantire trasparenza, e, a maggior ragione nel caso in cui venga meno la possibilità del confronto in presenza, sono necessari feedback continui per regolare il processo di insegnamento/apprendimento avendo cura di valutare non solo il singolo prodotto, ma l’intero processo, ponendo perciò maggior rilievo alla valutazione formativa che osserva la qualità dei processi attivati, la disponibilità ad apprendere, a lavorare in gruppo, l’autonomia, la responsabilità personale e la capacità di autovalutazione. Alla luce di questo presupposto, è opportuno integrare la valutazione con l’utilizzo di opportune rubriche e diari di bordo, in modo da formulare una valutazione complessiva dello studente che apprende. Il digitale offre diversi strumenti per lo sviluppo di test che rendono più coinvolgente e dinamico l’aspetto della valutazione degli apprendimenti. I test svolti online danno la possibilità di fornire riscontri correttivi che possono significativamente migliorarne le funzioni tradizionali e quindi diventano momento di auto-valutazione da parte dello studente; allo stesso tempo assumono il carattere di valutazione formativa quando il docente definisce il proprio intervento o indica allo studente su cosa deve applicarsi. All’interno di Classroom, per esempio, il docente può creare una griglia di valutazione per ogni compito o attività assegnata; gli studenti la potranno visualizzare per conoscere su quali elementi verterà la valutazione e, di conseguenza, potranno impegnarsi in modo mirato in merito a quanto andranno a svolgere. Anche in merito alla valutazione possiamo prendere come riferimento il Modello SAMR dal momento che i test prodotti in digitale possono essere una semplice sostituzione di quelli cartacei tradizionali. Nuove funzionalità – modifica e personalizzazione, per esempio – ne aumentano le potenzialità e, non richiedendo l’intervento dell’insegnante, tramite la correzione automatica e feedback correttivi anche molto articolati, modificano il momento dell’individuazione dell’errore e la successiva spiegazione. Se poi questi strumenti vengono integrati con spiegazioni, video e simulazioni dando origine a risorse complesse e non immaginabili nel passato, entriamo nel campo della ridefinizione. Risorse Google Form è uno degli strumenti più diffusi per la creazione di quiz e sondaggi che possono essere arricchiti con diversi media come video, immagini, link; le risposte fornite sono raccolte in tempo reale in un foglio dati che viene creato automaticamente all’interno di Google Drive. Questa applicazione consente inoltre di realizzare modelli per l’autovalutazione. Kahoot consente di creare quiz e sondaggi con diverse tipologie di domande. Anche con questa applicazione è possibile integrare il test con immagini e video. Si possono somministrare le prove sia in modalità sincrona, fornendo agli studenti un pin di gioco, che in modalità asincrona, offrendo agli studenti un challenge link o un challenge PIN. Mentimeter è una piattaforma con cui realizzare presentazioni interattive e raccolta di feedback in sincrono mediante diverse tipologie di domande (scelta multipla, nuvola di parole, domande a risposta aperta, scala di valori, sondaggi, abbinamento immagini).
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