Chronos - Volume 1 - ESTRATTO

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Alla scoperta della storia 1

Il Medioevo

Didattica per competenze

Attività linguistiche e grammaticali

Atlante geostorico integrato

Apprendimento cooperativo

Competenze di cittadinanza

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Alla scoperta della storia

Il Medioevo

Coordinamento editoriale: Emanuele Palazzi

Redazione: Luca Brecciaroli, Ilaria Cofanelli, Tommaso Martino, Emanuele Palazzi

Consulenza didattica: Claudia Ferri, Barbara Vilone

Progetto grafico: Alessandra Coppola, Giorgio Lucarini, Simona Albonetti

Illustrazioni: Ivan Stalio, Filippo Pietrobon

Impaginazione: Edistudio

Copertina: Simona Albonetti

Ritocco fotografico: Claudio Campanelli

Cartografia: LS International Cartography

Coordinamento M.I.O. BOOK: Paolo Giuliani

Ufficio multimediale: Enrico Campodonico, Paolo Giuliani, Claudio Marchegiani, Luca Pirani

Le parti ad alta leggibilità di quest’opera sono state realizzate con la font leggimi © Sinnos editrice

Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello

Il Gruppo Editoriale Raffaello mette a disposizione i propri libri di testo in formato digitale per gli studenti ipovedenti, non vedenti o con disturbi specifici di apprendimento.

L’attenzione e la cura necessarie per la realizzazione di un libro spesso non sono sufficienti a evitare completamente la presenza di sviste o di piccole imprecisioni. Invitiamo pertanto il lettore a segnalare le eventuali inesattezze riscontrate. Ci saranno utili per le future ristampe.

Tutti i diritti sono riservati.

© 2019

Raffaello Libri S.p.A

Via dell’Industria, 21 60037 Monte San Vito (AN) www.grupporaffaello.it info@grupporaffaello.it

È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo, comprese stampa, fotocopie e memorizzazione elettronica se non espressamente autorizzate dall’Editore.

Nel rispetto delle normative vigenti, le immagini che rappresentano marchi o prodotti commerciali hanno esclusivamente valenza didattica.

L’Editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti.

Ristampa:

Referenze fotografiche

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Presentazione del corso

CHRONOS – Alla scoperta della storia è un corso che si caratterizza per la completezza e per la chiarezza dell’esposizione, insieme alla forza e alla coerenza di una proposta didattica che concilia tradizione e nuove tendenze. L’approccio stimolante e l’utilizzo di strumenti quali linee del tempo, cartine, mappe, illustrazioni e foto d’epoca, coinvolgono e motivano lo studente ad affrontare la materia con spirito critico e curiosità. Il corso, grazie anche ai materiali semplificati integrati e accessori, è adatto alle esigenze di tutti gli studenti e permette un pratico lavoro sia in classe che a casa, finalizzato alla crescita personale e sociale dell’individuo e alla consapevolezza della dimensione temporale nel confronto tra passato e presente.

La didattica del corso è impostata su tre livelli progressivi, che dalle conoscenze e abilità conducono alle competenze, esercitando e rafforzando le conoscenze linguistiche e il lessico specifico della materia.

COMPRENDO IL TESTO

SVILUPPO LE COMPETENZE

Per lo studente

Corso Allegati

Domande per verificare la comprensione base del testo. Nelle pagine «Facciamo storia insieme» le attività hanno una modalità cooperativa.

Attività di riflessione sulla lingua e sulla grammatica italiana che partono dal testo. Nelle pagine «Parole della cittadinanza» il lavoro è finalizzato all’arricchimento lessicale.

Rielaborazione dei contenuti attraverso esercizi più complessi che richiedono l’utilizzo di competenze. Nelle pagine «Facciamo storia insieme» le attività hanno una modalità cooperativa.

Volume 1 + DVD M.I.O. BOOK Storia antica Cittadinanza e Costituzione Quaderno delle competenze 1

Volume 2 + DVD M.I.O. BOOK Quaderno delle competenze 2

Volume 3 + DVD M.I.O. BOOK Quaderno delle competenze 3

Volumi BES

Semplificato 1 + CD Audio MP3

Semplificato 2 + CD Audio MP3

Semplificato 3 + CD Audio MP3

Per il docente

Guida per il docente + 3 DVD M.I.O. BOOK + 1 CD Audio MP3

Come è fatto il libro

APERTURA DI UNITÀ

Le Unità si aprono con una doppia pagina che introduce e anticipa le tematiche che verranno trattate. Il testo sintetizza i concetti salienti ed è di supporto alla lettura dell’ampia cartina, arricchita da brevi testi con tiranti per un primo approccio geostorico. La linea del tempo ordina gli eventi in modo chiaro e consequenziale, accompagnata da immagini significative per una prima memorizzazione visuale.

LAVORO SULLA FONTE

Il lavoro nei campi

Queste vignette tratte da un volume del XV secolo raffigurano, ciascuna, un preciso lavoro fatto dai contadini in uno specifico mese dell’anno.

Rispondi alle domande.

1. Osserva con attenzione le immagini, quindi abbina ciascuna di esse alla didascalia corrispondente.

a. pigiatura del vino

b. raccolta delle ghiande

c. semina dei campi autunnale

d. battitura del grano

e. disboscamento del terreno

f. taglio del fieno

2. Indica, per ognuno di questi lavori, il periodo dell’anno in cui viene svolto.

a. febbraio

b. novembre

c. settembre

d. maggio

e. ottobre

f. agosto

L’impero di Carlo Magno

LAVORO SULLA FONTE E LAVORO SULLA CARTA

I box Lavoro sulla fonte e Lavoro sulla carta aiutano a comprendere meglio le nozioni esposte nel testo, attraverso attività di analisi svolte direttamente sulle fonti storiche (cartine, documenti, immagini, grafici).

La carta mostra l’estensione dell’impero creato da Carlo Magno, la cui capitale era Aquisgrana.

Rispondi alle domande.

1. Confronta questa carta con una carta attuale dell’Europa. Aquisgrana esiste ancora oggi? In quale Stato si trova?

2. L’impero di Carlo Magno copriva un territorio molto ampio, che oggi si trova sotto la sovranità di molteplici stati. Quali?

LAVORO SULLA CARTA

DENTRO LA STORIA

Questi approfondimenti permettono di avere una visione più ampia e completa su argomenti collegati al testo, raccontando di eventi e personaggi sui quali può essere necessario soffermarsi e riflettere.

Che cosa mangiavano i contadini medievali?

L’importanza degli orti

La dieta dei contadini medievali era costituita principalmente dalle verdure che essi coltivavano nei terreni adibiti a orto, che spesso sorgevano nei pressi della casa. Qui, a seconda della stagione, venivano coltivati rape, porri, finocchi, zucche, carote, cipolle e aglio. Del tutto assenti, invece, erano prodotti per noi comuni come le patate, i pomodori e il mais che sarebbero arrivati in Europa solo dopo la scoperta dell’America.

Le risorse della foresta

Un altro alimento del tutto sconosciuto sulle tavole dei contadini medievali era la frutta, cibo che sarebbe entrato nelle diete delle persone solo alla fine del Medioevo. Nelle foreste però gli uomini medievali recuperavano altri alimenti importanti per il loro sostentamento: non solo erbe selvatiche, ma anche il miele, che era presente in tutte le tavole, dei ricchi come dei poveri.

Poca carne di maiale

Anche la carne non era molto presente sulle tavole dei contadini. Non potendo dedicarsi alla caccia, attività che spettava ai nobili, essi non potevano mangiare la selvaggina, ma dovevano accontentarsi della carne dei maiali che venivano allevati e macellati in inverno; attentamente lavorata, inoltre, la carne di maiale poteva essere conservata nei mesi successivi e mangiata secca.

SVILUPPO LE COMPETENZE

Rielaboro le informazioni

1. Collega con una freccia ciascun termine alla sua spiegazione.

1. Disboscamento a. Regolazione di corsi d’acqua a fini agricoli.

2. Bonifica b. Preparazione per la semina di un terreno mai coltivato o abbandonato da tempo.

3. Canalizzazione c. Prosciugamento di aree sommerse dalle acque.

4. Dissodamento d. Abbattimento di alberi per liberare spazio all’agricoltura.

2. Completa la mappa inserendo correttamente i termini elencati. L’agricoltura riprende a svilupparsi – Diminuiscono le carestie e le epidemie – Aumentano le aree agricole

Cessano le invasioni

La popolazione europea comincia a crescere

il corso

Migliorano le tecniche agricole e vengono introdotti nuovi strumenti di lavoro

SVILUPPO LE COMPETENZE È l’attività conclusiva di ogni Lezione con la quale si fa il punto sulle informazioni apprese. Permette di rielaborare i contenuti per una comprensione personale finalizzata allo sviluppo delle competenze.

• Attività per le competenze, Quadri di civiltà, Compiti di realtà, Lezioni CLIL, Percorsi per l’esame di Stato (nei Quaderni delle competenze);

• Verifiche sommative e semplificate, Flipped classroom, Unità di Apprendimento, Prove INVALSI (nella Guida per il docente).

La macellazione del maiale.
Completano

Come è fatto il

ATLANTE STORIA

Passato & Presente

Un atlante geostorico e tematico nel quale si approfondisce un argomento dell’Unità in un’ottica di comparazione tra passato e presente, attraverso l’utilizzo di due cartine affiancate. Questo permette di capire l’evoluzione di un problema nella sua dimensione spazio-temporale.

VEDERE LA STORIA

Per saperne di più

La storia non è solo racconto di parole ma anche racconto per immagini. Questo approfondimento vuole stimolare un approccio critico all’immagine, insegnando l’importanza delle fonti visive all’interno della disciplina.

PAROLE DELLA CITTADINANZA

Queste pagine costituiscono un percorso di cittadinanza per costruire un lessico di base, proposto in chiave di confronto tra ieri e oggi, e riflettere su tematiche importanti. Il box Campo semantico richiama termini collegati al tema, per arricchire attraverso il confronto il proprio bagaglio lessicale. Sono presenti anche spunti di riflessione cooperativa

Come è fatto il

FACCIAMO STORIA INSIEME

NOI E LA STORIA

Ragazze & Ragazzi

Utili a stimolare la motivazione allo studio, queste pagine propongono approfondimenti di taglio narrativo incentrati sul ruolo della soggettività giovanile nella storia. Le domande di comprensione, in stile INVALSI, possono trasformarsi in un quiz interattivo attraverso l’applicazione Kahoot!

VERIFICA

Le verifiche di fine Unità concludono il lavoro proponendo varie attività modulate sui tre livelli che caratterizzano l’impostazione didattica del corso. Gli esercizi sono disponibili anche in versione digitale con autocorrezione.

Queste pagine si configurano come dei micro-laboratori sulla lettura e interpretazione di fonti storiche, sviluppando il pensiero critico e analitico attraverso proposte di lavoro cooperativo.

Come è fatto il libro

BES

La didattica inclusiva

CHRONOS – Alla scoperta della storia è un corso pensato per garantire a tutti il diritto all’apprendimento, attraverso moltissimi strumenti specifici per gli studenti con Bisogni Educativi Speciali.

Questi materiali rispondono al criterio di maggiore leggibilità, evidenziano le parole chiave e i concetti più importanti, aiutando anche con le immagini. Utilizzano schemi, tabelle e mappe concettuali, strumenti facilitanti che aiutano a organizzare, rielaborare e memorizzare le informazioni. In questo modo è più semplice per il docente la gestione delle classi con competenze linguistiche e bisogni educativi molto diversificati.

Sintesi e mappa

Ogni Unità del corso è integrata da pagine speciali ad alta leggibilità e con audiolettura che contengono la sintesi delle Lezioni e la mappa concettuale da completare con le parole mancanti.

Audio facile per DSA

Audiolettura lenta e scandita.

I testi sono organizzati in modo schematico ed essenziale.

Le illustrazioni facilitano la comprensione e l’apprendimento.

La mappa concettuale permette di ripassare e di riorganizzare le idee.

Libro accessibile a tutti

Il M.I.O. BOOK offre inoltre ulteriori strumenti di supporto per chi è in difficoltà:

• Alta leggibilità Visualizzazione del libro adattabile a ogni esigenza, grazie al formato ePub che permette di modificare il colore, lo sfondo e anche il carattere del testo (con la possibilità di scegliere anche la font leggimi, appositamente studiata per i DSA).

• Traduzione automatica È possibile selezionare parole e porzioni di testo e tradurle in altre lingue.

Volumi semplificati per studenti con BES

Sono disponibili 3 volumi realizzati per gli studenti con BES, con lezioni semplificate, font ad alta leggibilità, audiolettura integrale, mappe concettuali ed esercizi semplificati.

DIDAT TICA

Le risorse digitali

CHRONOS – Alla scoperta della storia si sviluppa sul M.I.O. BOOK: la versione multimediale, interattiva e aperta dell’opera che offre numerosi contenuti digitali integrativi al corso cartaceo.

Alta leggibilità: testo liquido modificabile (ePub) con servizio di traduzione multilingue e dizionario integrati.

Audio: lettura integrale del testo a cura di speaker professionisti.

Audio facile: lettura lenta e scandita, specifica per DSA.

Video: filmati di approfondimento, utili anche per la flipped classroom.

Gallerie immagini: galleria fotografica per un approccio visuale ai contenuti del testo.

B.Y.O.D. (Bring Your Own Device)

Learning objects: approfondimenti interattivi di taglio artistico, politico, economico, religioso e culturale.

Strumenti interattivi: linee del tempo e mappe concettuali interattive.

Contenuti interattivi: attività e cartine interattive.

Link a internet: collegamenti a siti di approfondimento selezionati.

Risorse aggiuntive: approfondimenti e lezioni in sintesi.

Le attività indicate con l’icona Kahoot! permettono di utilizzare i dispositivi elettronici personali dello studente durante l’attività didattica in classe in maniera sicura, coinvolgente e collaborativa.

1 Clicca sull’icona Scarica l’app Kahoot! Kahoot! sul tuo dispositivo

2 Condividi il PIN Inserisci il PIN con gli studenti

3 Avvia l’attività Rispondi correttamente

Come è fatto il libro

Il M.I.O. BOOK è Multimediale Interattivo Open

Il M.I.O. BOOK è l’innovativo testo digitale concepito per essere utilizzato in classe con la LIM e a casa dallo studente. Contiene già integrati tutti i materiali multimediali del testo e si aggiorna con materiali extra, scaricabili gratuitamente su www.raffaellodigitale.it (in linea con le direttive ministeriali).

È possibile aumentare la dimensione del testo e modificare il font (tra cui leggimi © Sinnos editrice, appositamente studiato per i DSA) trasformandolo in MAIUSCOLO.

Si può attivare la traduzione in altre lingue di tutto il testo o di alcune parti. Questo strumento è particolarmente utile agli studenti stranieri, ma non solo.

È possibile l’attivazione del dizionario di italiano, utile per la comprensione delle parole e l’espansione del lessico.

Permette di attivare i contenuti digitali tramite il proprio device.

È ricco di contenuti digitali: raccolte di immagini, file audio e video, percorsi interattivi e interdisciplinari, esercitazioni e giochi.

1 La svolta di Costantino

L’impero in crisi

Tra la fine del II e l’inizio del III secolo, dopo secoli di prosperità, per l’Impero romano iniziò un periodo di crisi determinata principalmente dalle difficoltà di governare un impero che, da nord a sud, andava dalle isole britanniche all’Arabia saudita, mentre da ovest a est si sviluppava sui territori compresi tra il Portogallo e la Mesopotamia. All’inizio del III secolo le popolazioni germaniche stanziate sul Reno e sul Danubio, fiumi che segnavano i limiti settentrionali dell’impero, cominciarono a premere sui confini per entrare nei territori imperiali.

Permette un’interazione continua tra utente e dispositivo, attraverso una ricca strumentazione per la scrittura e per la consultazione.

Ogni testo è stato letto, in tutte le sue parti, da speaker professionisti. Alcune parti sono facilitate, cioè sono audioletture lente e scandite per studenti con BES.

È «aperto» perché personalizzabile e integrabile con:

• l’inserimento di appunti e segnalibri;

• la possibilità di allegare documenti, immagini, file audio e video;

• la possibilità di creare documenti (presentazioni, linee del tempo e mappe mentali).

Inoltre è possibile condividere tutto il materiale con la classe.

È possibile aggiungere dei collegamenti a risorse multimediali esterne al libro (documenti, immagini, video, audio, web link).

Mille e la rinascita

origini dei comuni

Nobili e popolo al governo dei comuni ................................................................................

VEDERE LA STORIA Per saperne di più Le Arti o corporazioni

Eresie e ordini mendicanti

VEDERE LA STORIA Per saperne di più

Francesco d’Assisi: un uomo straordinario ...........................................................................

NOI E LA STORIA Ragazze & Ragazzi I

CITTADINANZA Cittadinanza

INCLUSIVA Sintesi e Mappa ...............................................................................

Impero, Stati e papato

LEZIONE 20 LEZIONE 21

VEDERE LA STORIA Per saperne di più

II di Svevia: «stupor mundi»

delle monarchie nazionali

ATLANTE STORIA Passato & Presente

crisi del papato

VEDERE LA STORIA Per saperne di più Avignone, la città dei papi ..................

CITTADINANZA Libertà

E LA STORIA Ragazze & Ragazzi Gli studenti sono sudditi un po’ speciali ..............................................................................

INCLUSIVA Sintesi e Mappa

FACCIAMO STORIA INSIEME La fondazione dell’università di Napoli

Dal Medioevo all’età moderna

1 Che cos’è la storia?

Individui e popoli

Ogni uomo e ogni donna per comprendere chi è, cioè per definire la propria identità, ha bisogno di conoscere le proprie origini e di capire perché è diventato come è. Ogni individuo, insomma, deve conoscere la propria storia. In questo senso, potremmo dire che la storia di ogni individuo è l’insieme delle vicende che ha vissuto e che lo hanno portato a essere quello che è.

Questo discorso non vale solo per gli individui, ma anche per i popoli, cioè per quegli organismi complessi di uomini e donne, istituzioni, tradizioni e stili di vita che da millenni caratterizzano la vicenda umana. Anche un popolo deve conoscere il proprio passato e le ragioni che lo hanno portato a essere così nel presente.

La storia è utile

Vi sarà capitato spesso di chiedervi a che cosa serva la storia, perché dobbiate sprecare tanta fatica a memorizzare eventi accaduti secoli o addirittura millenni fa. Insomma, la storia è utile? In passato si sosteneva che la storia fosse «maestra di vita», cioè insegnasse agli esseri umani a non ripetere gli errori del passato.

Oggi, gli stessi storici sono meno ottimisti a riguardo, perché hanno capito che la conoscenza storica non rappresenta una garanzia che l’umanità non ripeta gli errori già commessi (pensate alle guerre!). Conoscere la storia, però, permette comunque di valutare le esperienze precedenti e mette gli esseri umani nelle condizioni di scegliere che cosa conservare e riproporre e che cosa superare. Si può dunque affermare che conoscere il passato aiuta, se non proprio a evitare errori, almeno a progettare razionalmente il futuro.

Le basi della conoscenza storica

Lo studio della storia è possibile solo ad alcune condizioni:

• conoscere gli eventi e i fenomeni;

• saperli collocare nel tempo e nello spazio;

• saperli mettere in relazione tra loro per comprenderli meglio;

• saper utilizzare i documenti che permettono allo storico di ricostruire gli eventi e di attribuire loro un significato.

1. Collocare nel tempo

Ogni discorso storico ha a che fare con il tempo. Saper contestualizzare un evento, vale a dire saperlo collocare nel tempo, è dunque un’operazione fondamentale. Riconosci se gli eventi indicati sulla sinistra si verificano prima, dopo o nello stesso periodo rispetto a quanto viene indicato nella colonna di destra (segna la tua scelta con una crocetta). Alcuni eventi si riferiscono alla tua storia personale o ad avvenimenti quotidiani, altri alla storia che hai già studiato alla Scuola primaria.

Sono nato X

Sono nati i miei genitori

Ho iniziato a frequentare la scuola X I miei compagni hanno iniziato a frequentare la scuola

Il mattino mi sveglio X

L’uomo è comparso sulla Terra X

L’uomo è comparso sulla Terra X

Prende il via la civiltà greca X

2. Gli errori del passato

Comincia la lezione

Comincia la civiltà egizia

La Terra si è formata

Roma dà vita a un grande Impero

Queste due immagini riguardano la storia della Seconda guerra mondiale e mostrano:

A. gli effetti della bomba atomica sganciata dagli Stati Uniti nell’agosto 1945 sulla città giapponese di Hiroshima; B. la reclusione nei campi di concentramento e di sterminio di milioni di ebrei da parte del regime nazista tedesco. La conoscenza storica di questi due episodi rappresenta un patrimonio importantissimo per l’umanità: solo conoscendo che cosa è avvenuto in passato e perché è avvenuto l’umanità potrà cercare di non ripetere gli stessi errori. Fai una rapida ricerca su internet su questi due episodi, quindi discutine in classe con i tuoi compagni. Soluzione libera.

2 Chi sono gli storici?

Le origini spiegate dai miti

Il bisogno di conoscere le proprie origini è tipico degli esseri umani. Ogni popolo, infatti, ha elaborato racconti per spiegare la propria origine: i Romani, per esempio, pensavano di discendere da Enea, un nobile guerriero fuggito dalla natia Troia dopo la sconfitta con gli Achei e finalmente approdato, dopo un avventuroso viaggio, sulle coste del Lazio.

Questi racconti rispondevano al bisogno di costruirsi un’identità fondata su solide basi, ma non erano vere opere di storia; erano piuttosto miti, cioè racconti che miscelavano verità e finzione, storia e immaginazione, iniziative umane e interventi divini.

Dai miti alla storia

ferito e medicato, arte romana, Napoli.

Nel V secolo a.C. il greco Erodoto compose le Storie, nove libri in cui raccontava la guerra fra Greci e Persiani. Fu il primo libro di storia dell’umanità ed Erodoto il primo storico. Quale elemento rendeva le Storie così diverse dai racconti mitici del passato? Innanzitutto, il fine: fissare nel tempo le imprese memorabili dei Greci e dei Persiani. In secondo luogo, il metodo: fondare il racconto storico su una documentazione diretta (la conoscenza personale dello storico) o indiretta (i racconti dei testimoni) dei fatti. Erodoto, insomma, propose un’idea della storia radicalmente nuova: non voleva ricostruire il passato usando la fantasia e l’immaginazione, ma attraverso la «ricerca» degli eventi così come erano effettivamente avvenuti.

La storia dopo Erodoto

Dopo Erodoto, tanti altri storici hanno seguito il suo esempio, migliorando le tecniche di conoscenza del passato. Ricordiamo per l’età antica i greci Tucidide (autore della celebre Guerra del Peloponneso) e Polibio e i romani Tito Livio, Sallustio, Tacito e Svetonio; in epoca medievale il longobardo Paolo Diacono e in età moderna Niccolò Machiavelli e Francesco Guicciardini. Oggi, gli studi storici sono la base della cultura umanistica e ogni università ha istituti di ricerca che si occupano dello studio scientifico del passato.

Enea

1. Omero

Al poeta greco Omero la tradizione attribuisce la paternità dell’Iliade e dell’Odissea, le due grandi opere poetiche grazie alle quali conosciamo tanti particolari della vita e della mentalità dei Greci del XII secolo a.C. Nonostante l’Iliade e l’Odissea ci forniscano numerose informazioni sui secoli più remoti della civiltà greca, esse non sono due opere di storia, né Omero può essere considerato uno storico. Si tratta di due opere poetiche, nelle quali storia e immaginazione, realtà e fantasia si mescolano continuamente. La stessa figura di Omero, del resto, è avvolta nella leggenda: per alcuni è un personaggio storico, vissuto davvero tra il IX e l’VIII secolo a.C.; per altri, invece, è un nome, un simbolo dietro al quale si nasconde una lunga e complessa tradizione poetica e letteraria.

2. Aedo

Gli aedi erano cantori professionisti, divulgatori di poemi epici e di racconti mitologici nell’antica Grecia. Cantavano e raccontavano storie, ma non erano storici perché non intendevano ricostruire la realtà storica per come essa era effettivamente avvenuta. Gli aedi erano figure «sacre» e svolgevano una funzione molto importante nella società greca: essi, infatti, erano considerati come dei profeti e la loro voce, il loro racconto, coincideva con la voce degli dei.

3. Erodoto

Il greco Erodoto è universalmente riconosciuto come il «padre della storia». Vissuto in Grecia circa duemila anni fa, egli fu il primo a raccogliere le testimonianze dei suoi contemporanei sui tempi passati. Le valutava, giudicando se erano credibili o meno. Quando poteva, si recava nei luoghi in cui si erano svolti i fatti importanti, visitava i popoli di cui voleva parlare, per capire di persona. Poi riuniva questi racconti nei suoi libri. Erodoto fu il primo storico e i suoi furono i primi libri di storia.

Alla base dei racconti degli aedi vi erano spesso episodi reali (per esempio la guerra di Troia) che i cantori non avevano vissuto in prima persona ma di cui avevano sentito raccontare. Chiedi ai tuoi nonni o ai tuoi genitori di raccontarti cosa ricordano di un evento storico importante che si è verificato quando non eri ancora nato (per esempio, la caduta del Muro di Berlino, l’attentato alle Torri gemelle di New York dell’11 settembre 2001 ecc.), quindi cerca su internet informazioni su quel determinato episodio. Soluzione libera.

Statua di Omero.
Statua di Erodoto.

3 Le coordinate della storia: il tempo e lo spazio

L’inizio

della storia

Ogni popolo antico ha scelto come inizio della storia (anno zero) una data riferita a un evento che considera fondamentale. Oggi, anche a causa del potere esercitato dalle potenze occidentali (Paesi europei e USA), la maggior parte dei popoli riconosce come data di riferimento la nascita di Cristo. Gli storici, dunque, dividono la storia in due periodi: «avanti Cristo» (a.C.) e «dopo Cristo» (d.C.). Quando diciamo che siamo nell’anno 2019, in realtà diciamo che viviamo 2019 anni dopo la nascita di Cristo.

Gli anni che vanno dall’1 al 100 dopo la nascita di Cristo appartengono al I secolo dopo Cristo; quelli che vanno dal 101 al 200 appartengono al II secolo e così via.

Analogamente, gli anni dall’1 al 100 prima della nascita di Cristo appartengono al I secolo avanti Cristo, quelli dal 101 al 200 al II secolo avanti Cristo e così via.

Da molti secoli, dunque, in Occidente il punto di riferimento utilizzato per ogni sequenza cronologica è la nascita di Gesù Cristo. Questo, però, non è l’unico sistema di datazione. Per esempio, nel mondo greco si contavano gli anni partendo dalla prima Olimpiade (776 a.C.), nel mondo romano dalla fondazione di Roma (753 a.C.), nel mondo islamico dall’egira, la fuga di Maometto dalla Mecca a Medina (622 d.C.), nel calendario ebraico si parte dalla presunta data della creazione (calcolata al 3760 a.C.).

La periodizzazione

Sempre riguardo al tempo, è importante la divisione in periodi. Gli storici dividono le vicende degli esseri umani in Preistoria e storia. La Preistoria riguarda i fatti avvenuti dalla comparsa dell’essere umano sulla Terra fino all’invenzione della scrittura, circa 3000 anni prima della nascita di Cristo. La storia, invece, riguarda i fatti accaduti dal 3000 a.C. a oggi.

Gli storici dividono la storia, a sua volta, in quattro periodi:

• l’età antica va dal IV millennio a.C. al 476 d.C., anno della fine dell’Impero romano d’Occidente;

• il Medioevo va dal 476 al 1492, anno della scoperta dell’America;

• l’età moderna va dal 1492 al 1815, anno del congresso di Vienna;

• l’età contemporanea va dal 1815 a oggi.

Sempre più spesso, riguardo l’età contemporanea si parla di:

• Ottocento, dal congresso di Vienna alla Prima guerra mondiale, cioè dal 1815 al 1914;

• Novecento, dalla Prima guerra mondiale alla caduta del Muro di Berlino, cioè dal 1914 al 1989;

• Storia recente, dagli anni Novanta del Novecento a oggi.

Naturalmente, si tratta di una divisione convenzionale, in cui gli eventi chiave sono stati scelti per accordo tra gli storici e per comodità di definizione.

Lo spazio e le carte storiche

Per conoscere bene un evento o un fenomeno storico è importante anche collocarlo nello spazio, cioè sapere dove l’evento si è verificato. La ragione è semplice: spesso l’ambiente condiziona gli eventi storici e contribuisce a spiegarne le cause.

Gli strumenti per rappresentare lo spazio sono le mappe e le carte geografiche, che riproducono in scala e secondo simboli convenzionali una parte della superficie terrestre o l’intera superficie, come nel caso del planisfero. Lo storico utilizza un particolare tipo di carta, la carta storica, che rappresenta le condizioni territoriali, politiche, militari, economiche, sociali di una zona in un determinato periodo. Le carte storiche sono accompagnate da una legenda. La legenda è una lista dei simboli usati per rappresentare i fatti storici sulla carta: per esempio, due spade incrociate indicano una battaglia, una ciminiera indica una città industriale, colori diversi indicano la presenza di differenti credi religiosi e così via.

METODODISTUDIO

1. Contemporaneità, anteriorità, posteriorità

Oltre a sapere quando un evento o un fenomeno si sono verificati, occorre conoscerne anche la durata. Per fare questo bisogna misurare il tempo, partendo da un’unità di riferimento. Essa è diversa a seconda che si vogliano studiare avvenimenti di breve, media o lunga durata.

L’unità di riferimento può essere: il giorno, il mese, l’anno, il decennio, il secolo, il millennio.

Rifletti e rispondi.

a. Indica l’unità di riferimento che useresti per misurare gli eventi che trovi elencati nella tabella di pagina 3, riferiti alla tua storia personale o alla storia dell’umanità. Soluzioni in Guida.

b. Quale unità di riferimento si usa normalmente per indicare eventi unici della vita di una persona?

Il giorno.

c. Quale unità di riferimento si usa invece per l’insieme degli eventi che riguardano un popolo e la sua storia?

Il secolo.

d. Indica a quale secolo appartengono i seguenti eventi. Se non ti ricordi la data di uno di essi cercala in internet.

• La tua data di nascita:

XXI secolo d.C.

• La data di nascita dei tuoi genitori:

XX secolo d.C.

• La data di nascita di un bambino della Scuola dell’infanzia:

• Lo scoppio della Prima guerra mondiale:

• La scoperta dell’America:

XV secolo d.C.

• L’inizio della Prima guerra persiana:

• La morte di Cesare:

2. La linea del tempo

I secolo a.C.

XXI secolo d.C.

XX secolo d.C.

V secolo a.C.

Lo strumento usato dagli storici per rappresentare lo svolgimento degli eventi è l’asse cronologico, o linea del tempo, costituito da una linea la cui lunghezza è data dal rapporto tra il numero di anni e l’unità di riferimento scelta.

a. Inserisci nella linea del tempo gli eventi elencati.

146 a.C. Distruzione di Cartagine - 14 d.C. Tiberio diventa imperatore - 81 d.C. Muore l’imperatore Tito - 31 a.C. Ottaviano sconfigge Antonio ad Azio - 106 d.C. Traiano conquista la Dacia - 107 a.C. Mario è eletto console

b. Costruisci ora sul quaderno una linea del tempo sulla quale riporterai gli avvenimenti più importanti della tua vita. Segui le indicazioni: Soluzione libera.

• stabilisci l’unità di riferimento (l’anno);

• scegli una lunghezza che corrisponda all’unità di riferimento (per esempio 2 cm = 1 anno);

• individua il numero di anni da rappresentare, secondo la tua età;

• traccia una linea la cui lunghezza corrisponda al prodotto tra l’unità di riferimento e il numero dei tuoi anni;

• orienta la linea (dal basso verso l’alto, oppure da sinistra verso destra);

• prepara la lista degli eventi che vuoi rappresentare, ciascuno con la relativa data;

• riporta sulla linea nella posizione corretta gli anni degli eventi.

3. Leggere e costruire carte storiche

Le carte storiche che incontrerai nel testo e nelle proposte di didattica potranno essere «lette», cioè potrai ricavarne delle informazioni. Potresti anche riportare tu su una carta le informazioni che hai studiato. Per poter eseguire queste operazioni, devi saper «leggere» la carta e «costruire» una carta.

Per leggere una carta è indispensabile:

• leggere il titolo della carta proposta, che indica quale fenomeno viene rappresentato;

• utilizzare la legenda, cioè l’insieme dei segni convenzionali riportati sulla carta (colori diversi, simboli, frecce…);

• sapersi orientare sulla carta geografica attuale della zona rappresentata, per riconoscere il territorio di cui si sta parlando.

Per poter costruire una carta storica devi:

• comprendere le informazioni di un testo;

• saperle riportare sulla carta a partire da una legenda (o costruire una tua legenda, che indicherai poi per permettere a chi legge la tua carta di comprenderla);

• saper inserire dei fenomeni sotto forma di simbolo (freccia o altri tipi di simbolo).

a. Prova a costruire una carta storica.

Leggi il seguente testo: ti fornisce le informazioni da riportare sulla carta.

Nel V secolo d.C., in seguito alle migrazioni dei popoli germanici, l’Impero romano si divise in due parti: l’Impero romano d’Occidente e l’Impero romano d’Oriente.

Dell’Impero romano d’Occidente facevano parte i territori oggi compresi tra la costa settentrionale dell’Africa, il Portogallo, la Spagna, la Francia, l’Inghilterra, l’Italia, la Slovenia, la Croazia, la Svizzera, l’Austria, la Germania, il Belgio e i Paesi Bassi. Dell’Impero romano d’Oriente invece facevano parte la Bosnia-Erzegovina, la Serbia, il Montenegro, la Macedonia, l’Albania, la Grecia, la Bulgaria, la Romania e parte della Turchia.

A partire da queste informazioni, aiutandoti con un atlante, colora di rosso le regioni appartenenti all’Impero romano d’Occidente e di blu quelle appartenenti all’Impero romano d’Oriente.

4 I rapporti di causa-effetto

Le cause e gli effetti di un evento

Spiegare la causa di molti eventi che accadono nella vita delle persone e individuarne gli effetti è piuttosto semplice. Esaminiamo questo caso:

Claudio è caduto mentre sciava e si è rotto la gamba. Per questo motivo, non è venuto a scuola per due settimane ed è rimasto indietro con il programma.

In queste frase sono espressi alcuni rapporti causali, cioè rapporti in cui è possibile individuare una causa per un determinato effetto:

• Causa: caduta sugli sci. - Effetto: rottura della gamba.

• Causa: prolungata assenza da scuola. - Effetto: ritardo sul programma.

I rapporti causa-effetto nella storia

Gli storici non devono solo raccontare gli eventi così come sono avvenuti realmente, senza ricorrere alla fantasia o all’invenzione: essi devono anche cercare di capire le cause, cioè le ragioni per cui certi avvenimenti storici sono avvenuti. Devono, in sostanza, individuare i rapporti causali che legano tra di loro certi avvenimenti.

Spesso i fatti storici hanno tante cause

Rispetto alla vita quotidiana, però, la ricerca delle cause può risultare più complicata. In molti casi, infatti, non è chiaro quale sia la causa di un certo evento oppure sono ipotizzabili più cause per lo stesso evento. Per esempio: perché è crollato l’Impero romano d’Occidente? Potremmo rispondere: perché il generale di origine germanica Odoacre depose Romolo Augustolo, l’ultimo imperatore. La risposta è giusta, ma non è sufficiente. Gli storici, infatti, ci spiegano che molte altre cause concorsero alla crisi dell’Impero romano d’Occidente: la debolezza militare, le lotte per la successione, la crisi economica e sociale, la pressione delle popolazioni germaniche... Insomma, quando si studia la storia bisogna sempre considerare che le cause degli eventi possono essere molteplici e che difficilmente esiste una sola causa per un solo effetto.

1. Analizzare le cause, capire gli effetti

CAUSA: ho la febbre EFFETTO: vado dal medico

EFFETTO 1: scioglimento dei ghiacciai

CAUSA: surriscaldamento climatico

EFFETTO 2: innalzamento del livello dei mari

EFFETTO 3: pericolo per le città costiere

Individua quali tra questi effetti possono seguire allo scoppio di una guerra.

CAUSA: Scoppia una guerra

EFFETTO: crollo demografico

EFFETTO: miglioramento delle condizioni di vita

EFFETTO: innalzamento scolarità

EFFETTO: distruzioni materiali

5 Gli strumenti degli storici: le fonti

Fonti e documenti

Sappiamo che gli storici, a differenza degli autori di miti e leggende, devono sempre fondare il loro lavoro di ricerca su elementi oggettivi, non su supposizioni e fantasie. Per ricostruire gli eventi del passato e attribuire loro un significato, quindi, gli storici devono cercare delle tracce, devono rinvenire delle testimonianze riscontrabili attraverso documenti. Queste tracce e documenti si chiamano «fonti storiche». Le fonti storiche, dunque, sono la base di ogni serio lavoro di ricerca storica.

Fonti contemporanee o non contemporanee

Quando uno storico entra in possesso di una fonte che ritiene utile alla sua ricerca, deve innanzitutto domandarsi se essa sia una fonte contemporanea, cioè della stessa epoca in cui è avvenuto l’evento o si è sviluppata la civiltà che si vuole ricostruire, oppure sia una fonte non contemporanea, cioè realizzata in epoche successive. In questo caso, la fonte è a sua volta una ricostruzione dei fatti e, come tale, può essere viziata o deformata da interessi particolari, da giudizi personali di tipo politico, culturale o ideologico.

Inoltre, è molto importante che lo storico conosca l’identità dell’autore della fonte o del documento: infatti, lo stesso evento può essere registrato in un documento ufficiale, oppure raccontato in modo diverso da due soggetti che lo hanno vissuto da due punti di vista differenti.

Il lavoro sulle fonti

Solo quando è in possesso di una fonte di cui si conoscano la data di realizzazione e l’autore, lo storico può iniziare il proprio lavoro di analisi per ricavare il maggior numero di informazioni. Lo storico compirà allora tre operazioni fondamentali:

• innanzitutto, procederà all’analisi della fonte;

• in un secondo momento, elaborerà una interpretazione della fonte, cioè ricaverà dalla fonte le informazioni utili alla sua ricerca;

• infine, procederà all’elaborazione di un testo che riporti l’esito del suo lavoro.

Una ricerca storica presso un archivio.

1. Saper interpretare le fonti

Le due immagini presentate in questa pagina sono entrambe fonti iconografiche: la fonte A rappresenta un branco di animali del Paleolitico, la fonte B l’assassinio di Giulio Cesare nel senato romano.

Entrambe le fonti ci forniscono importanti informazioni su eventi del passato, ma con una differenza: una fonte è contemporanea agli eventi rappresentati, una no. Qual è la fonte contemporanea? A B

2. Le fonti per la storia della tua famiglia

Ti proponiamo ora un’attività a partire dai documenti che ti aiuterà a capire e a sperimentare direttamente il lavoro dello storico.

Immagina di dover ricostruire la storia della tua famiglia. Puoi scegliere l’ambito che preferisci. Per aiutare il tuo lavoro ti forniamo alcune indicazioni. Soluzione libera.

Ipotizziamo che tu voglia ricostruire la storia delle attività lavorative dei diversi membri della famiglia nel corso delle generazioni:

• delimita il periodo che prenderai in esame (a seconda della quantità di documenti che hai a disposizione);

• cerca tutti i documenti scritti ufficiali (contratti di lavoro, buste paga…) e privati (pagine di diario, lettere a parenti o amici…);

• cerca i documenti non scritti (oggetti, fotografie, filmati);

• interroga le persone (della famiglia o conoscenti) che ti possono raccontare anche del lavoro di chi non è più in vita;

• consulta i documenti per ricavare da essi il maggior numero di informazioni (l’attività, la qualifica, le difficoltà, i rapporti con i colleghi, i superiori o i sottoposti…);

• ora, raccogli le informazioni e scrivi un breve testo; in alternativa, puoi scegliere di realizzare un cartellone su cui attaccherai i documenti che hai trovato (o le loro fotocopie!) corredandoli con didascalie che li illustrino.

6 I vari tipi di fonti storiche

La molteplicità delle fonti

Le fonti storiche possono essere di vario tipo:

• fonti orali;

• fonti scritte;

• fonti iconografiche;

• fonti materiali.

Gli storici scelgono di avvalersi di una fonte piuttosto che di un’altra in base agli argomenti e alle epoche che sono oggetto delle loro ricerche.

Le fonti orali

Le fonti orali sono tutte le testimonianze rese da persone che hanno visto o udito i fatti che raccontano. Queste fonti sono disponibili solo per gli storici dell’età contemporanea, che affrontano temi attuali, i cui protagonisti sono ancora vivi, o comunque temi novecenteschi, cioè relativi a un secolo in cui erano già disponibili strumenti di registrazione audio (magnetofono, televisore ecc.). Le informazioni ricavate dalle fonti orali non sono di per sé più «vere» di quelle ricavate da altre fonti: la memoria può giocare brutti scherzi; i testimoni possono ricordare quel che vorrebbero fosse accaduto invece di quel che è realmente accaduto o possono deliberatamente mentire. Lo storico, quindi, deve usare con attenzione questo tipo di fonte.

Le fonti scritte

Alle fonti scritte appartengono molti tipi di documenti: leggi, lettere pubbliche o private, atti ufficiali, testi letterari, cronache giornalistiche ecc. Queste fonti sono le più utilizzate dagli storici. Forniscono numerose informazioni, ma devono anch’esse essere sottoposte ad analisi critica e interpretazione.

Le fonti iconografiche

Dipinti, cartoline, francobolli, fotografie, filmati rientrano nella categoria delle fonti iconografiche. Sebbene gran parte di queste fonti non nasca con l’intento di trasmettere informazioni storiche, cioè per essere utilizzate come fonti, in realtà spesso rappresentano un patrimonio preziosissimo per lo storico. Per esempio, attraverso la visione di tele o affreschi dei secoli XIII-XIV gli storici ricavano molte informazioni sugli abiti o sulle abitazioni del tardo Medioevo.

Le fonti materiali

Informazioni importanti possono essere ricavate anche dalle fonti materiali, cioè dai fossili, dagli oggetti di vita quotidiana, dai monumenti ecc. Anche in questo caso, gli storici possono analizzare queste fonti per comprendere gli stili di vita delle generazioni precedenti.

1. Distinguere le fonti

Distingui tra i documenti presentati quali sono quelli scritti, iconografici e materiali, indicando nella tabella il numero corrispondente.

DOCUMENTI SCRITTI

DOCUMENTI NON SCRITTI Iconografici Materiali

6; 7 2; 4 1; 3; 5
1. Armatura
2. Pavimento di villa Armerina
4. Dipinto di Alessandro Magno
5. Vaso greco
6. Epigrafe greca
7. Lapide romana
3. Arco di Tito

7 Il metodo di studio

Alla ricerca di un metodo

Per comprendere gli eventi è necessario saper ricavare dal testo tutte le informazioni che può offrire. Bisogna perciò ricercare un metodo che permetta di utilizzare al meglio il tempo di studio. Ognuno di noi può trovare il proprio metodo, il più vicino al suo stile di apprendimento, cioè la modalità con la quale impara più facilmente. Ci sono però alcuni suggerimenti validi per tutti che possono aiutare nella comprensione della memorizzazione di ogni testo.

Prima fase: orientamento

Per capire quale argomento si sta affrontando sarà utile:

• leggere i titoli dell’unità, della lezione, dei paragrafi;

• considerare eventuali parole o frasi-chiave evidenziate;

• osservare la linea del tempo a inizio unità;

• osservare le immagini, eventuali carte, schemi, grafici, disegni. In questo modo dovresti essere in grado di individuare l’argomento generale e di collocarlo in un tempo e uno spazio almeno approssimativi.

Seconda fase: analisi del testo

Dopo aver compreso di che cosa parla il testo, bisogna leggerlo con attenzione per individuare:

• le informazioni fondamentali di ogni paragrafo;

• i termini specifici del linguaggio storico (se non li conosci dovrai leggere il glossario o cercare sul dizionario).

Terza fase: sintesi

Per rielaborare le informazioni, dovrai preparare una sintesi del testo, che può essere:

• orale;

• scritta in forma discorsiva;

• scritta in forma schematica.

Nella rubrica «Comprendo il testo» troverai una serie di domande che ti aiuta a sintetizzare il contenuto che dovrai memorizzare. Talvolta la traccia per la sintesi può essere anche data da disegni o immagini.

Strumenti per l’analisi della sintesi

Negli esercizi posti alla fine delle unità del libro vengono spesso utilizzati dei grafici: servono per schematizzare e rendere immediatamente visibile una serie di elementi. Ne esistono di diversi tipi; qui di seguito ti proponiamo i principali:

• Schema a stella: è uno schema semplice, con un argomento centrale e dei «raggi» che indicano l’informazione attinente all’argomento;

• Grafo ad albero: anche questo è uno schema molto semplice che, partendo da un nucleo principale, visualizza tutte le informazioni riferite a un argomento (talvolta suddivise a loro volta);

• Tabella: le tabelle sono molto utilizzate per classificare; possono essere a struttura semplice oppure a doppia entrata.

1. Schema a stella

Osserva lo schema e completalo sulla base del seguente testo.

«La struttura del monastero medievale era caratterizzata dalla presenza di alcuni ambienti: la Chiesa, nella quale i monaci partecipavano alla messa, cantavano e pregavano; lo scriptorium e la biblioteca, dedicata alle ore di studio dei testi sacri; il dormitorio o le celle per il riposo e la meditazione personale; il refettorio nel quale i monaci consumavano in silenzio i pasti; la foresteria per accogliere gli ospiti.»

2. Grafo ad albero

chiesa

foresteria celle

MONASTERO dormitorio scriptorium

biblioteca

Il breve testo che segue si può schematizzare con un grafo ad albero. Completa quello avviato.

refettorio

«L’imperatore Diocleziano, che regnò per lungo tempo, riuscì a riorganizzare la struttura dell’impero evitando, almeno fino alla fine del suo regno, il crollo dello Stato. Egli fece una riforma globale dello Stato: politica, militare, religiosa, sociale. Infatti divise l’impero in due parti, ipotizzando un sistema di governo di quattro persone, la tetrarchia. Riorganizzò l’esercito in reparti fissi e mobili, restaurò la religione tradizionale e il culto dell’imperatore, decretò che le attività dovessero essere ereditarie, dando vita a una società immobile.»

RIFORMA DI DIOCLEZIANO

militare

tetrarchia

• culto politica

riorganizzazione dell’esercito

religiosa

• religione nazionale

dell’imperatore

sociale

ereditarietà delle attività

divisione dell’impero

3. Tabella semplice e a doppia entrata

Sul volume di storia antica allegato a questa opera o su internet, cerca informazioni sulle tre forme di governo che caratterizzarono le città della Grecia antica, quindi completa la tabella semplice, inserendo una descrizione più dettagliata di ciascuno di essi, e la tabella a doppia entrata, dove invece riporterai informazioni più sintetiche.

Tabella semplice

LE FORME DI GOVERNO NELLA GRECIA ANTICA

Monarchia Oligarchia Democrazia

Chi detiene il potere è il re.

Chi detiene il potere è un gruppo ristretto di persone, spesso nobili.

Alla lettera è il governo del popolo. Si sviluppa ad Atene.

Tabella a doppia entrata

ORGANIZZAZIONE

DELLO STATO DEFINIZIONE LUOGHI

Monarchia Oligarchia

Democrazia

È il governo in cui il potere è retto da un re.

Le prime città stato della Grecia sono governate da re. È il governo retto da un gruppo ristretto di persone. Sparta è governata da un gruppo ristretto di nobili.

È il governo del popolo. Atene a partire dal V secolo a.C. sviluppa la prima democrazia.

8 Gli archivi e le biblioteche

I luoghi della ricerca storica

Gli storici passano gran parte del loro tempo nei luoghi in cui possono consultare le fonti storiche. Per le fonti scritte i luoghi di conservazione e consultazione sono gli archivi e le biblioteche. Per le fonti iconografiche e quelle materiali sono prevalentemente i musei. Esistono inoltre archivi specializzati nella conservazione delle fonti iconografiche.

Gli archivi

Gli archivi sono raccolte organizzate in modo sistematico di documenti di varia natura, come per esempio atti pubblici, scritture private, lettere ecc. Gli archivi possono appartenere a soggetti pubblici (Stato, Regioni, Comuni, enti pubblici, università, tribunali, centri di ricerca, ospedali ecc.) o privati (aziende, centri di ricerca privati, famiglie o singoli individui ecc.). Negli archivi si conservano documenti che vengono giudicati interessanti per i più svariati motivi: giudiziari, amministrativi, politici, economici, scientifici, culturali, artistici ecc. I primi archivi furono organizzati nel III millennio a.C. nelle città-stato della Mesopotamia e del Vicino Oriente Antico. Gli archivi più antichi e quelli moderni e contemporanei costituiscono un’incredibile miniera di informazioni per gli storici.

Le biblioteche

Gran parte delle fonti scritte ufficiali (libri, riviste, pubblica zioni specialistiche, quotidiani) viene conservata nelle biblioteche pubbliche o private. Le biblioteche sono luoghi deputati alla conservazione delle fonti scritte in modo che il pubblico, sia quello professionale e specializzato sia quello generico, possa accedervi. Nelle biblioteche, infatti, è sempre previsto uno spazio di consultazione per il pubblico.

I musei

I musei sono i luoghi in cui si raccolgono e si rendono accessibili al pubblico le opere d’arte e gli oggetti di interesse storico-scientifico. Esistono musei pubblici, cioè finanziati dallo Stato (per esempio gli Uffizi di Firenze o il Louvre a Parigi), e musei privati (come la fondazione Prada di Milano).

1. La più grande biblioteca del mondo antico

Alessandria d’Egitto venne fondata dal grande condottiero macedone Alessandro Magno nel IV secolo a.C. Divenuta capitale del Regno tolemaico, uno dei regni ellenistici nati alla morte di Alessandro, la città divenne sede di un grande museo e di una straordinaria biblioteca, la più grande del mondo antico. Nelle immagini potete osservare l’antica biblioteca in un disegno del XIX secolo e la modernissima biblioteca fatta costruire dallo Stato egiziano alla fine del XX secolo.

Recati nella biblioteca della tua città o del tuo quartiere e, chiedendo al bibliotecario o al responsabile, rispondi alle seguenti domande. Soluzione libera.

1. Quanti volumi possiede la biblioteca?

2. Come funziona il prestito dei libri?

3. I libri sono a consultazione aperta o chiusa?

4. Oltre ai libri, quali altri documenti sono consultabili nella biblioteca (fonti di archivio, giornali, DVD, CD ecc.).

9 La storiografia

Come si racconta la storia?

«C’era una volta…» è il classico inizio di tante storie di fantasia, fiabe, miti o leggende. La storia, però, non ha a che fare con la fantasia, ma con la realtà del passato. Una realtà che occorre scoprire, ricostruire e spiegare nei suoi meccanismi di funzionamento.

Gli storici, dai tempi di Erodoto a oggi, non pensano di essere dei «cantastorie», ma aspirano a diventare dei veri e propri «scienziati» del passato. Con il termine «storiografia» (dal greco graphè, «scrittura») ci si riferisce all’insieme di tutte le opere storiche che trattano di un certo argomento e di un periodo specifico realizzate seguendo un preciso metodo. La storiografia, insomma, è il racconto della storia passata secondo una certa metodologia, cioè in base a regole accettate e condivise dalla comunità degli storici.

Che cos’è la conoscenza storica?

Gli storici rivendicano di lavorare in modo scientifico, cioè osservando determinate regole e non ricorrendo alla fantasia o all’immaginazione quando non dispongono di dati certi. Tuttavia, la conoscenza a cui giungono non è scientifica al pari di una teoria matematica.

La «conoscenza storica», infatti, è un tipo di conoscenza diversa da quella delle scienze matematiche (che si definiscono anche scienze «esatte» o «dure») perché nella storiografia, diversamente dalla chimica o dalla fisica, conta molto il punto di vista soggettivo dello storico, le sue simpatie e antipatie, le sue posizioni politiche, religiose e ideologiche. Sebbene ogni storico debba ricercare il massimo della neutralità possibile, cioè il massimo distacco critico dalla materia che studia, è impossibile che la sua vita, la sua storia personale, la sua formazione culturale non influenzino le sue ricerche.

Per questo motivo, la «conoscenza storica» è sempre:

• soggettiva, cioè legata alla biografia personale dello storico;

• parziale, cioè condizionata dalle fonti a disposizione dello storico;

• provvisoria, cioè aperta a essere integrata, contestata o addirittura superata da altre ipotesi storiografiche.

1. Le cinque domande fondamentali dello storico

Lo storico è mosso dalla curiosità di comprendere che cosa è avvenuto nel passato. Questa curiosità riguarda cinque domande specifiche, alle quali lo storico vuole trovare risposta:

• CHI?

• CHE COSA?

• QUANDO?

• DOVE?

• PERCHÉ?

1a domanda: CHI?

Lo storico vuole sapere chi ha fatto qualcosa: chi ha fondato un certo partito, chi ha vinto un’importante battaglia, chi ha scritto un bellissimo libro. Senza dimenticare che la storia è il frutto dell’azione di tutti gli uomini e di tutte le donne del mondo: i grandi personaggi occupano spesso la scena, ma non farebbero niente senza l’aiuto e il seguito di chi sta loro accanto!

2a domanda: CHE COSA?

Legata alla prima domanda è la seconda, che a sua volta dà il via al lavoro dello storico: che cosa è successo in un determinato momento storico?

3a domanda: QUANDO?

Lo storico vuole sapere quando si è svolto il fatto e quando è vissuto il popolo di cui si occupa. Vuole cioè collocare esattamente nel tempo l’oggetto della sua ricerca.

4a domanda: DOVE?

Lo storico vuole sapere dove si è svolta una battaglia, dove è nato un personaggio, da dove viene un prodotto commerciato, dove vive un certo popolo. Vuole cioè collocare esattamente nello spazio l’oggetto della sua ricerca, individuandone il luogo preciso.

5a domanda: PERCHÉ?

Lo storico vuole sapere perché le cose si sono svolte in un determinato modo: cosa ha spinto un generale a mandare le truppe all’attacco, perché l’uomo ha cominciato ad addomesticare il cane, perché negli scambi commerciali è stata introdotta la moneta... Capire perché un fatto si è svolto in un certo modo aiuta naturalmente anche a capire quali sono state le sue conseguenze. In altre parole, rispondendo a questa domanda, lo storico mette in luce il rapporto tra le cause e gli effetti degli avvenimenti storici.

Il quadro raffigurato qui a lato è il famoso La libertà guida il popolo di Eugène Delacroix. Cerca su un libro di storia dell’arte o su internet informazioni su questo quadro, quindi rispondi alle cinque domande fondamentali dello storico concentrandoti sulle informazioni storiche e non su quelle artistiche.

CHI?

Il quadro rappresenta il popolo parigino che alla fine di luglio si ribellò contro il re di Francia Carlo X.

CHE COSA?

La ribellione del popolo si trasformò in una vera e

propria insurrezione: a Parigi sorsero barricate e gli abitanti della città si scontrarono con l’esercito regio.

QUANDO? DOVE? PERCHÉ?

Dal 27 al 29 luglio 1830.

A Parigi.

La popolazione di Parigi protestava contro una serie di

misure autoritarie portate avanti da re Carlo X.

10 La storiografia e le scienze umane

Le scienze «dure»…

Quando usiamo l’espressione «scienze dure» ci riferiamo alle scienze naturali, cioè a tutti quegli ambiti di ricerca come la fisica, la chimica, la biologia o l’astronomia che, grazie alla rigorosa applicazione del metodo scientifico, cioè basato sulla verifica sperimentale delle ipotesi e sulla riproducibilità dei risultati ottenuti, sono in grado di elaborare teorie «esatte», sostenute da un’accurata espressione quantitativa e comunicate attraverso il linguaggio della matematica.

…e le scienze «molli»

Alle «scienze dure», che affermano verità assolute espresse con linguaggio matematico, si contrappongono le scienze «molli», così chiamate perché le verità che esse affermano non sono il frutto dell’applicazione rigorosa del metodo scientifico-sperimentale, ma sono spesso verità relative, passibili di smentita, condizionate dal punto di vista del ricercatore e, soprattutto, dalle fonti di cui dispone.

Le scienze umane, come per esempio l’economia, la sociologia, l’antropologia, la psicologia, non hanno come oggetto dei loro studi il mondo naturale, ma quello sociale e, per questo motivo, sono anche dette «scienze sociali».

Gli storici usano sia le scienze «dure» sia le scienze «molli»

Gli storici non sono scienziati veri e propri, anche se spesso, nel loro lavoro, usano strumenti scientifici e aspirano ad affermare verità storiche «scientifiche», cioè sostenute dal maggior numero di prove inconfutabili. Nelle loro ricerche, infatti, gli storici si avvalgono di numerosi contributi offerti dal mondo della scienza. Per esempio:

• quando studiano l’andamento nella storia della popolazione (demografia storica) usano concetti e strumenti tratti dalla statistica, che è una scienza «dura»;

• quando studiano la variazione dei prezzi delle merci nei secoli passati o analizzano la struttura della vita familiare nella società sumerica usano concetti e strumenti tratti dall’economia e dalla sociologia, che sono invece scienze sociali.

1. Storia e scienze umane o sociali

a. Completa lo schema a stella indicando quale fra le seguenti scienze umane o sociali può aiutare lo storico nel suo lavoro in base al suo oggetto di studio: economia, demografia, sociologia, antropologia.

economia

andamento dell’inflazione nell’Impero romano d’Oriente

antropologia

studio delle credenze religiose delle popolazioni antiche

rapporto tra marito e moglie nella famiglia greca antica

sociologia

impatto della peste sulla popolazione europea nel XIV secolo

demografia

b. Indica se le seguenti affermazioni appartengono a una scienza «dura» o a una scienza «molle».

1. L’acqua bolle a 100 °C. [………………..]

dura

2. La Terra compie un giro completo attorno al Sole in 365 giorni e qualche ora. [………………..]

3. Nelle famiglie patriarcali alle donne spettava soprattutto la cura della casa e dei figli. [………………..]

4. La peste del XIV secolo provocò circa 25 milioni di morti. [………………..]

dura molle molle

5. I Longobardi praticavano una giustizia basata sulla vendetta e sulla violenza. [………………..]

6. Con la rinascita delle città dopo l’anno Mille ci fu una maggiore mobilità sociale. [………………..]

7. Oggi meno dell’1% della forza lavoro è impiegata nell’agricoltura. [………………..]

8. La fede cieca in Dio impedì agli uomini di porsi delle domande fondamentali. [………………..]

molle molle dura molle

dura

9. L’area del rettangolo è data dal prodotto della base per l’altezza. [………………..]

c. Confronta le tue risposte con quelle dei compagni e, se ci sono differenze, discutetene insieme.

I primi secoli del Medioevo

Nel 476 l’Impero romano d’Occidente cessa di esistere. Con la sua fine termina l’età antica e inizia il Medioevo, che durerà più di mille anni. Fra VI e VIII secolo i popoli che vivevano dentro i confini dell’Impero romano si mescolano con i popoli germanici. Da questo incontro, a volte pacifico a volte violento, nasce una nuova Europa. Nella parte orientale, l’Impero romano sopravvive. Costantinopoli è la splendida capitale dell’Impero romano d’Oriente (detto anche Impero bizantino), dove la tradizione romana si fonde con quella greca e orientale. La Chiesa cristiana in questi secoli si afferma come punto di riferimento per milioni di persone, sia dal punto di vista spirituale, sia da quello sociale ed economico.

200

300

293 Diocleziano riorganizza l’impero: nasce la tetrarchia

312

Battaglia di ponte Milvio: Costantino sconfigge Massenzio e diventa imperatore d’Occidente

313

Editto di Milano: libertà di culto per i cittadini dell’impero

Che cosa sai già…

337

Morte di Costantino

v Nel III e nel IV secolo l’Impero romano attraversa una forte crisi politica, economica e militare.

v Le sanguinose lotte per la successione al trono imperiale indeboliscono l’impero. Nella seconda metà del III secolo si attraversa una fase di «anarchia militare».

v Ai confini orientali dell’Impero romano premono popolazioni germaniche, con le quali i Romani hanno frequenti contatti (a volte pacifici, altre volte violenti).

378 Battaglia di Adrianopoli

380

Editto di Tessalonica: il cristianesimo diventa religione di Stato

400

379 Teodosio imperatore

Tra IV e V secolo diversi popoli germanici da Oriente si muovono verso l’Impero romano e si stanziano nei suoi territori.

La migrazione dei popoli germanici porta alla caduta dell’Impero romano d’Occidente e alla formazione dei regni romano-barbarici.

476

Deposizione di Romolo Augustolo: inizia il Medioevo

L’Impero romano d’Oriente sopravvive alle migrazioni dei popoli germanici.

500 600

527

Giustiniano imperatore d’Oriente

529

Benedetto da Norcia fonda il monastero di Montecassino

535

Scoppia in Italia la guerra greco-gotica

568

I Longobardi penetrano in Italia

…e che cosa imparerai

v Nel 476 finisce la storia dell’Impero romano d’Occidente.

590

Gregorio Magno diventa papa

v In Europa occidentale e nell’Africa settentrionale nascono i regni romano-germanici.

v A Oriente l’Impero romano sopravvive e diventa Impero bizantino.

v La popolazione germanica dei Franchi conquista un ruolo importante nella storia europea, alleandosi con il papato.

v La Chiesa cattolica attraversa un processo di grande rinnovamento, soprattutto attraverso il fenomeno del monachesimo.

Anarchia

Situazione di disordine che si viene a creare in assenza di un governo o di leggi condivise.

I Germani e la fine dell’Impero romano d’Occidente

1 La svolta di Costantino

L’impero in crisi

LAVORO SULLA LINGUA

«Tetrarchia» è una parola composta da due parole di origine greca, tétra («quattro») e árchein («governare»). Conosci altre parole della lingua italiana composte da questo ultimo termine?

Tra la fine del II e l’inizio del III secolo, dopo secoli di prosperità, per l’Impero romano iniziò un periodo di crisi determinata principalmente dalle difficoltà di governare un impero che, da nord a sud, andava dalle isole britanniche all’Arabia saudita, mentre da ovest a est si sviluppava sui territori compresi tra il Portogallo e la Mesopotamia. All’inizio del III secolo le popolazioni germaniche stanziate sul Reno e sul Danubio, fiumi che segnavano i limiti settentrionali dell’impero, cominciarono a premere sui confini per entrare nei territori imperiali. Allo stesso tempo a Oriente l’Impero dei Parti, da tempo in guerra con Roma, tornò a minacciare i confini orientali. Per contrastare questi nemici, l’esercito assunse sempre più importanza. In questo modo, nel corso del III secolo i generali diventarono più importanti degli stessi imperatori e cominciarono a combattere tra di loro per il controllo del potere. Per tutto il secolo, la situazione fu caotica, e infatti questo periodo viene chiamato anarchia militare: gli imperatori spesso rimanevano in carica per pochi mesi. Ancor più spesso, erano nominati più imperatori assieme, senza che nessuno fosse realmente in grado di governare.

Il fallimento della tetrarchia

COMPRENDO IL TESTO

Perché la tetrarchia fallì?

a Perché non affrontò la crisi economica.

X Monarchia, oligarchia, anarchia…

b Perché non riuscì a garantire una successione pacifica al potere.

c Perché si dimostrò inefficiente sul piano amministrativo.

Tra III e IV secolo l’imperatore Diocleziano aveva cercato di arrestare la crisi dell’Impero romano attraverso un nuovo sistema di governo: la tetrarchia («governo dei quattro»). Diocleziano aveva organizzato l’impero in due parti: a ovest l’Impero romano d’Occidente, a est l’Impero romano d’Oriente; quindi aveva ulteriormente diviso in due ciascuna par te. Sia l’Occidente sia l’Oriente erano governati da un augusto (l’imperatore) e dal suo cesare suo successore).

Attraverso la tetrarchia Diocleziano voleva: • governare in modo più efficiente territori diversi; • garantire una successione pacifica al trono imperiale.

Testa dell’imperatore Diocleziano.

La tetrarchia, però, fallì. Quando nel 305 Diocleziano abdicò, cioè rinunciò al potere, molti generali si contesero il titolo imperiale anche se non ne avevano il diritto. Nel 312 uno di questi, Costantino, sconfisse il rivale Massenzio nella battaglia di ponte Milvio, alle porte di Roma, e divenne il nuovo augusto d’Occidente.

Uno Stato «forte» e cristiano

Costantino voleva che l’Impero romano tornasse a essere forte e potente. Per ottenere questo obiettivo doveva creare un governo centrale capace di controllare tutte le province. Per Costantino, come per il suo predecessore Diocleziano, la religione era uno strumento utile per rafforzare lo Stato. Però non si trattava più della religione tradizionale romana o del culto dell’imperatore, ma del cristianesimo, che era sempre più diffuso e radicato. Costantino cercò di ottenere il favore dei cristiani perché ciò avrebbe reso più forte il suo potere. I cristiani non furono più perseguitati come nemici dello Stato. Nel 313, Costantino e l’augusto d’Oriente Licinio, promulgarono l’editto di Milano, che concesse a tutti gli abitanti dell’impero la libertà di culto. Nel frattempo le lotte per il potere continuarono. Nel 324, Costantino sconfisse l’augusto d’Oriente Licinio e riunificò l’impero sotto il suo unico potere.

Promulgare

diffondere. In campo giuridico significa rendere esecutiva una legge.

L’editto di Milano

Ecco il testo dell’editto di Milano, promulgato nel 313 dall’augusto d’Occidente Costantino e da quello d’Oriente Licinio.

Noi, dunque Costantino Augusto e Licinio Augusto, essendoci incontrati proficuamente a Milano e avendo discusso tutti gli argomenti relativi alla pubblica utilità e sicurezza, fra le disposizioni che vedevamo utili a molte persone o da mettere in atto fra le prime, abbiamo posto queste relative al culto della divinità affinché sia consentito ai cristiani e a tutti gli altri la libertà di seguire la religione che ciascuno crede, affinché la divinità che sta in cielo, qualunque essa sia, a noi e a tutti i nostri sudditi dia pace e prosperità.

Rispondi alle domande.

1. Di quali argomenti discutono a Milano Costantino e Licinio?

Di tutte le questioni riguardanti

2. I destinatari della decisione dei due augusti sono solo i cristiani o tutti coloro che professano una religione?

Tutti i cittadini romani. la pubblica utilità e la sicurezza.

testo didascalia testo didascalia testo didascalia testo didascalia testo dididascalia testo.

3. Come definiresti la politica religiosa di Costantino e Licinio? a Intransigente b Tollerante c Integralista X

e

Lezione 1 ( I Germani e la fine dell’Impero romano d’Occidente

LAVORO SULLA FONTE
Proclamare,
Particolare di una porta del duomo di Milano raffigurante l’editto di Milano.
Testa colossale di Costantino. Questa scultura è alta 2,60 metri
faceva parte di una statua che misurava 12 metri.

COMPRENDO IL TESTO

Sottolinea la frase che espone il contenuto più importante della riforma dell’esercito promossa da Costantino.

2 Costantino e il sogno della «nuova Roma»

Le riforme di Costantino

Dopo aver conquistato la guida dell’impero, le maggiori preoccupazioni di Costantino furono:

• la crisi economica;

• la difesa militare dei confini dalla pressione delle bellicose popolazioni stanziate a nord e a est.

Per quanto riguarda la questione economica, Costantino dovette affrontare una situazione molto complicata: nell’impero, infatti, circolavano varie monete di diverso valore e ciò rappresentava un elemento di forte disordine: nessuna moneta, infatti, era riconosciuta e veniva utilizzata come unità di valore valida per tutto l’impero. Per questo motivo, l’imperatore Costantino fece coniare una nuova moneta d’oro, il solidus. Il nuovo «soldo» ebbe successo e per secoli fu la moneta usata negli scambi internazionali.

Per quanto riguarda la sicurezza dei confini, Costantino riorganizzò radicalmente l’esercito. In particolare, l’imperatore introdusse una novità destinata a cambiare profondamente gli equilibri di questa struttura fondamentale dell’impero: nelle legioni romane poterono finalmente entrare anche i soldati di origine germanica. Si trattò di una decisione importantissima e ricca di conseguenze: l’esercito, infatti, era stato per secoli la base della potenza romana ed era sempre stato composto da cittadini dell’impero; ora, invece, cominciarono a farne parte anche uomini stranieri.

Solidus d’oro con il volto di Costantino.
Legionari romani manovrano una macchina da guerra.

Costantinopoli: una nuova capitale per l’impero

Nel 324, dopo aver sconfitto Licinio, Costantino decise di abbandonare Roma e di costruire una nuova capitale nella parte orientale dell’impero. La «nuova Roma» nacque nel luogo in cui si trovava un’antica colonia greca chiamata Bisanzio, sulle sponde del Bosforo. Era un piccolo villaggio, collocato però in un punto strategico per gli equilibri imperiali e per i rapporti tra Occidente e Oriente. La città prese il nome dal suo fondatore e si chiamò Costantinopoli («la città di Costantino»).

Costantino prese questa decisione per vari motivi:

• innanzitutto, la parte occidentale dell’impero stava vivendo una grave crisi economica e sociale, mentre quella orientale era ancora ricca e prospera: i destini dell’impero, dunque si giocavano sempre più a Oriente;

• in secondo luogo, il Bosforo era una regione strategica sia per il commercio sia per la difesa contro i Sassanidi, la dinastia persiana che minacciava le frontiere orientali dell’impero;

• infine, Costantino voleva procedere a un profondo rinnovamento culturale e politico dell’impero e la nobiltà romana, legata ai suoi antichi privilegi, era un ostacolo ai suoi progetti; per questo motivo voleva allontanarsene, spostando altrove il baricentro del potere imperiale.

Da Bisanzio a Costantinopoli

Un’antica colonia greca in una straordinaria posizione geografica

Bisanzio era un’antica colonia greca sullo stretto del Bosforo. Sotto il dominio romano decadde fino a quando, attorno al 330, Costantino la scelse come capitale dell’Impero d’Oriente e promosse grandi lavori di ampliamento e di ricostruzione. La «nuova» città cambiò anche nome e fu chiamata, in onore del fondatore, Costantinopoli

Posta all’estremità di una penisola di forma triangolare, la città era difesa su due lati dal mare e protetta verso terra da una cinta di mura. Costantino fece costruire un nuovo porto, un grande palazzo imperiale e un ippodromo. Nei secoli, le fortificazioni della città, ulteriormente ingrandite, respinsero numerosi assalti di nemici esterni.

La «seconda Roma»: grande, magnifica, cosmopolita

Mentre le città romane in Occidente si spopolavano e andavano in rovina, Costantinopoli crebbe sia per numero di abitanti sia per importanza economica e culturale, meritando il nome di «seconda Roma». Roma, però, si limitava ad attrarre come una calamita

COMPRENDO IL TESTO

Completa la tabella relativa ai motivi che spinsero Costantino a costruire Costantinopoli.

Motivi

Economici

La parte orientale dell’impero era ricca, mentre quella occidentale dove c’era Roma viveva una crisi economica.

Costantino voleva allontanarsi da Roma, dove la nobiltà romana era molto forte e influente.

La regione dove venne costruita Costantinopoli era strategica per la difesa contro i Sassanidi.

i beni e le merci provenienti dalle province ed era soprattutto un centro di consumo; Costantinopoli, invece, consumava e produceva, non era solo residenza della corte imperiale ma anche un grande mercato

Una grande capitale religiosa

Costantinopoli divenne uno dei principali centri religiosi dell’Oriente. Costantino fece erigere le chiese di Santa Sofia e dei Santi Apostoli. Il prestigio dei vescovi di Costantinopoli crebbe a tal punto che essi non riconoscevano la suprema autorità spirituale dei vescovi di Roma.

Politici
Militari
DENTRO LA STORIA

Sottolinea l’aggettivo che esprime la cultura religiosa dell’imperatore Giuliano. Usa questo aiuto: è il contrario di monoteista.

Culti pagani

Vennero chiamati così dai cristiani i culti praticati da coloro che rimasero fedeli alla tradizione religiosa dei Romani. «Pagano» deriva dal latino pagus, «villaggio»: l’antica religione romana, infatti, veniva praticata soprattutto nelle campagne.

3 La divisione finale dell’Impero romano

Da Costantino a Teodosio

Quando nel 337 Costantino morì, l’impero sembrava aver riconquistato una certa stabilità. Ben presto però si scatenarono di nuovo sanguinose lotte per la successione al potere.

Nel 361 divenne imperatore Giuliano, che, oltre a essere un bravo amministratore, era anche un abile condottiero che aveva sconfitto alcune tribù germaniche in Gallia.

Giuliano ammirava la cultura greca e perciò, dal punto di vista religioso, cercò di contrastare il monoteismo cristiano e di tornare all’antica religione politeista romana

Giuliano infatti considerava il cristianesimo una religione pericolosa. La sottomissione alla volontà di Dio rischiava di entrare in conflitto con l’obbedienza che i cittadini dell’impero dovevano all’imperatore. Era una questione delicatissima perché riguardava l’ordine di importanza dei poteri: erano più importanti la parola e la legge di Cristo o quelle degli imperatori? Occorreva obbedire a entrambi i poteri o uno era superiore all’altro?

Per questo motivo Giuliano cercò di escludere i cristiani dalla vita politica. I cristiani lo chiamarono perciò «apostata», cioè «rinnegatore» delle decisioni prese da Costantino.

Giuliano, tuttavia, non restò al potere a lungo: dopo soli due anni perse la vita durante una spedizione militare contro i Persiani. Il suo tentativo di tornare alla religione tradizionale politeista e di combattere il cristianesimo fallì perché i cristiani ormai occupavano posizioni importanti nella società imperiale.

Il nuovo imperatore Teodosio, che restò al potere dal 379 al 395 e fu l’ultimo a regnare sull’impero riunificato, decise di seguire l’esempio di Costantino e prese una decisione ancora più radicale in materia religiosa: l’editto di Tessalonica del 380, infatti, stabiliva che il cristianesimo fosse l’unica religione di Stato e vietava gli antichi culti pagani.

Istanbul, obelisco di Teodosio nell’Ippodromo: l’imperatore consegna la corona al vincitore.

La definitiva divisione dell’impero

Al di là delle questioni religiose, per tutto il IV secolo gli imperatori romani do vettero affrontare le razzie e le incursioni delle contrastare questa minaccia, tutti gli imperatori avevano cercato di impedire ai Germani di attraversare le frontiere ma, nonostante gli sforzi, quasi mai avevano ottenuto risultati concreti. Le popolazioni germaniche, in fatti, avevano continuato a penetrare all’interno dell’impero.

Nel 378, nella battaglia di Adrianopoli (in Grecia), l’im peratore Valente era morto proprio combattendo contro i Goti, un popolo germanico che ave va attraversato il Danubio.

Dopo la vittoria sui Romani, i Goti erano penetrati nelle regioni orientali dell’impero e avevano messo in pericolo la stessa capitale Costantinopoli.

Teodosio capì che era molto difficile sconfiggere i Germani. Allora decise di integrarli nell’impero: concesse loro il diritto di stanziarsi all’interno dei confini e affidò ad alcuni di loro ruoli di grande responsabilità nell’esercito.

Nel 395 Teodosio lasciò il potere ai suoi due figli: l’Oriente andò ad Arcadio, l’Occidente a Onorio. Da quel momento l’impero, ormai divenuto cristiano, rimase definitivamente diviso.

SVILUPPO LE COMPETENZE

Rielaboro le informazioni

1. Completa lo schema inserendo correttamente i nomi dei tre imperatori.

Teodosio – Costantino – Giuliano

Costantino Giuliano Teodosio

B concede la libertà di culto

B fonda la nuova capitale

B apre l’esercito ai barbari

B impone il ritorno all’antica religione romana

2. Riordina gli eventi numerandoli da 1 a 9.

a. Abdicazione di Diocleziano

b. Costantino affronta l’augusto d’Oriente e lo sconfigge

c. Scontri per la successione e ricaduta dell’impero in un periodo di anarchia politica

d. Costantino e Massenzio si contendono il trono d’Occidente

COMPRENDO IL TESTO

Sottolinea il passo in cui si tratta delle politiche di integrazione dei Germani all’interno dell’Impero romano.

B promuove il cristianesimo

B concede ai barbari di stanziarsi entro i confini dell’impero

B divide l’impero in due parti

e. Costantino riunifica Occidente e Oriente in un unico impero

f. Costantino diviene il nuovo augusto d’Occidente

g. Divisione definitiva dell’impero tra Arcadio (Oriente) e Onorio (Occidente)

h. Teodosio diventa imperatore

i. Giuliano viene nominato imperatore

Tratto di acquedotto fatto costruire a Costantinopoli dall’imperatore Valente.

Il crollo dell’Impero d’Occidente e l’Impero bizantino

1 I popoli germanici e le migrazioni barbariche

I Romani considerano i Germani non solo diversi, ma inferiori

I Germani non erano un popolo unitario; comprendevano diverse popolazioni:

• gli Angli e i Sassoni (originari dell’attuale Danimarca);

• gli Alamanni (originari delle regioni sud occidentali dell’attuale Germania);

• i Burgundi e i Goti (originari dell’attuale Germania orientale);

• i Vandali (originari dell’attuale Polonia).

I Romani chiamavano tutte queste popolazioni semplicemente «germani» o «barbari», una parola ereditata dai Greci, con la quale venivano indicati gli stranieri, cioè coloro che parlavano un’altra lingua e appartenevano a un’altra cultura.

La civiltà romana considerava i Germani primitivi, cioè culturalmente arretrati. A dividere il mondo «civile» dei Romani da quello «selvaggio» dei Germani era il limes, cioè il confine fortificato che correva lungo il Reno e il Danubio a difesa dell’impero.

Le differenze fondamentali fra Romani e Germani erano tre:

• i Germani erano nomadi o seminomadi e si spostavano periodicamente in cerca di territori fertili; i Romani invece erano stanziali e praticavano una forma evoluta di agricoltura sedentaria;

• i Germani vivevano in villaggi; i Romani in città grandi e ricche;

• i Germani erano suddivisi in tribù e gruppi di famiglie, detti «clan», e non conoscevano l’organizzazione politica dello Stato; i Romani avevano dato vita a una forma molto evoluta di Stato imperiale.

Società e religione dei Germani

I Germani erano popolazioni seminomadi che praticavano soprattutto la caccia e la pastorizia. Erano anche agricoltori ma, come facevano i popoli primitivi, abbandonavano i campi non appena questi diventavano improduttivi e si spostavano in cerca di terre più fertili.

Al loro interno erano divisi in vari gruppi sociali:

• gli adalingi, i nobili, erano il gruppo sociale più potente;

• gli arimanni, gli uomini liberi, erano i soli a poter usare le armi al pari dei nobili;

• gli aldii, o semiliberi, lavoravano alle dipendenze delle prime due classi;

• gli schiavi erano l’ultimo gruppo sociale.

I Germani erano politeisti. Le loro divinità erano personificazioni delle forze della natura: c’erano gli dèi del tuono, della tempesta, delle foreste e naturalmente anche il dio della guerra.

Lezione

COMPRENDO IL TESTO

Da dove provenivano gli Unni?

Dalle steppe dell’Asia.

Azione militare che si propone di depredare e acquisire un bottino distruggendo il territorio dell’avversario e seminando il panico. Saccheggio

Crollano le difese dell’Impero d’Occidente

Già dal II secolo i Germani avevano iniziato a premere sulle frontiere romane. I Romani avevano frenato la minaccia accordandosi con alcune tribù, concedendo loro di stanziarsi all’interno del limes e arruolando i guerrieri nell’esercito. Nei primi anni del V secolo, però, il problema si aggravò: gli Unni, un popolo nomade proveniente dalle steppe dell’Asia guidato dal temibile condottiero Attila, cominciò a muoversi verso Occidente, premendo sulle tribù germaniche. Questa avanzata inarrestabile fu resa possibile dall’eccezionale abilità militare dei guerrieri unni: cavalcando senza sella i loro piccoli cavalli delle steppe asiatiche e armati di temibili archi, essi sconfissero anche i Goti, che i Romani consideravano guerrieri straordinari.

Per sfuggire alla minaccia unna, i Germani si spostarono verso Occidente, riversandosi nei territori imperiali. All’inizio i Romani resistettero. Ben presto però le difese della parte Occidentale, più debole, cedettero. Nel 410 i Visigoti di Alarico giunsero fino a Roma e la saccheggiarono. Pochi anni dopo, nel 452 gli Unni di Attila penetrarono in profondità nei territori imperiali e saccheggiarono Aquileia, un’importante città romana che sorgeva nell’attuale Friuli, e Milano; nel 455 Roma subì un nuovo saccheggio da parte dei Vandali. La fine dell’Impero romano era ormai vicina.

I Germani «invadono» l’Occidente

La carta mostra le direttrici lungo le quali si mossero i Germani nella loro penetrazione nelle regioni dell’Impero romano. Completa i seguenti testi.

1. Oltrepassato il fiume Reno, i Vandali prima passarono in , poi raggiunsero la Penisola e quindi, oltrepassato lo stretto di Gibilterra, raggiunsero le coste del continente

2. Gli Angli e i Sassoni approdarono in

3. I Goti raggiunsero la Penisola passando dai Balcani. Gallia iberica africano Britannia italiana

2 La fine del mondo antico

La caduta dell’Impero d’Occidente e i regni romano-germanici

A metà del V secolo i Germani erano stanziati ormai in tutto l’Impero d’Occidente. Sul trono imperiale sedeva il giovanissimo Romolo Augustolo, che non esercitava però poteri reali. Nel 476 Odoacre, un generale germanico che comandava l’esercito romano, lo depose e assunse il titolo di re d’Italia. Con questo atto, l’Impero romano d’Occidente cessava di esistere

Per gli storici il 476 è l’anno in cui termina l’epoca antica e inizia il Medioevo.

Alla fine del V secolo le popolazioni germaniche che si erano insediate dentro l’Impero romano d’Occidente formarono diversi regni indipendenti in cui Germani e Romani impararono a convivere assieme: mentre i primi guidavano l’esercito ed erano a capo dello Stato, i Romani lo amministravano. Per questo motivo questi regni sono stati chiamati anche «romano-germanici». Col passare del tempo i Romani (che erano la maggioranza della popolazione) e i Germani si fusero tra loro. A poco a poco i Germani impararono la lingua latina, si convertirono al cristianesimo e si mescolarono, attraverso i matrimoni, ai Romani.

Il giovane imperatore Romolo Augustolo, in piedi, depone la corona al cospetto di Odoacre, dipinto del XIX secolo.

COMPRENDO IL TESTO

Sottolinea la frase che spiega perché i nuovi regni nati in seguito alla caduta dell’Impero romano sono stati chiamati «romano-germanici».

3 L’Impero bizantino

In Oriente l’impero si rafforza

LAVORO SULLA LINGUA

Sottolinea tutti i verbi del paragrafo espressi nel tempo indicativo imperfetto.

Moneta raffigurante Zenone, imperatore dell’Impero romano d’Oriente nel 476.

COMPRENDO IL TESTO

Qual era il significato politico del gesto di Odoacre di restituire le insegne imperiali a Zenone?

Mostrare che intendeva governare l’Italia con il consenso dell’imperatore d’Oriente e, quindi, evitare ogni tipo di contrasto con lui.

In seguito al 476 l’Impero romano d’Occidente e quello d’Oriente si separarono definitivamente, dando vita a due storie differenti. Mentre in Occidente l’impero si dissolveva e nascevano i regni romano-germanici, in Oriente l’impero resisteva e, anzi, si rafforzava.

Dal momento che la splendida capitale Costantinopoli venne costruita dove si trovava l’antica Bisanzio, l’Impero romano d’Oriente viene anche chiamato Impero bizantino

L’Impero bizantino superò abbastanza agevolmente la crisi del III secolo che aveva duramente colpito l’Impero romano d’Occidente. Infatti:

• la popolazione delle campagne non diminuì;

• la produzione agricola rimase invariata;

• gli scambi commerciali non si contrassero;

• la moneta ufficiale (solidus) mantenne il suo valore;

• le tasse venivano regolarmente riscosse e ciò permise allo Stato di funzionare;

• le regioni dell’impero continuarono a essere amministrate da funzionari esperti

L’Impero bizantino, inoltre, aveva anche una grande forza culturale grazie ai profondi legami con la civiltà greco-romana: il greco era la lingua parlata nell’Impero d’Oriente; la legislazione e le istituzioni dello Stato si ispiravano alla cultura giuridica romana.

I rapporti tra Oriente e Occidente

Quando Odoacre aveva deposto l’ultimo imperatore d’Occidente aveva compiuto un gesto molto importante: non si era proclamato imperatore, ma aveva inviato le insegne imperiali (cioè il simbolo del potere) all’imperatore d’Oriente Zenone. Il messaggio era chiaro: voleva governare l’Italia non contro di lui, ma con il suo consenso.

Odoacre, però, in un secondo tempo este se il suo dominio anche alla Dalmazia, un territorio che apparteneva per tra dizione all’Oriente, e ciò fece infuriare Zenone. L’imperatore bizantino gli in viò contro Teodorico goti (un popolo insediato nel territo rio dell’impero come alleato).

Il mausoleo di Teodorico a Ravenna.

Gli Ostrogoti in Italia

Dopo la vittoria ottenuta nel 493 su Odoacre, il re ostrogoto Teodorico governò l’Italia fino al 526, anno della sua morte. Ravenna divenne la capitale. Durante il regno di Teodorico, Romani e Ostrogoti convissero a lungo pacificamente. I due popoli, in realtà, non si fusero, ma rimasero ben distinti: ognuno conservava la propria lingua, i propri costumi, le proprie leggi e la propria religione. I Romani erano cattolici mentre gli Ostrogoti, e lo stesso Teodorico, erano ariani

Nonostante le differenze, Romani e Ostrogoti convissero senza problemi: i primi continuarono ad amministrare lo Stato, mentre i secondi si occuparono dell’esercito.

LA STORIA

L’arianesimo

Il problema della divinità di Gesù

Quando giunsero in Italia gli Ostrogoti si erano già convertiti al cristianesimo, ma non a quello «ufficiale», bensì a quello definito da Ario, un vescovo egiziano vissuto a Costantinopoli ai tempi di Costantino. Secondo Ario, Gesù non poteva essere allo stesso tempo Dio e uomo, ma andava considerato soltanto come uomo.

Il concilio di Nicea e la nascita delle eresie

La dottrina di Ario creò numerose polemiche: la maggior parte dei vescovi contestò le sue tesi. Nel frattempo però, molti fedeli seguivano i suoi insegnamenti. Fu così che, per impedire la sua diffusione, nel 325, Costantino convocò a Nicea, una città che si trova nell’attuale Turchia, il primo concilio ecumenico della storia, vale a dire la prima assemblea a cui parteciparono tutti i vescovi cristiani. In questa sede le dottrine di Ario vennero condannate come eretiche, vale a dire come contrarie a quelli che sono i reali insegnamenti della Chiesa.

Per ribadire l’ortodossia, la vera dottrina da seguire, alla fine del Concilio di Nicea venne composto il Credo, una preghiera che tutt’ora viene recitata durante la messa.

L’arianesimo viene predicato ai popoli Germani

In seguito al Concilio di Nicea, l’arianesimo venne proibito prima in Occidente e poi anche in Oriente. Nonostante ciò, esso non scomparve del tutto. Mentre era proibito nei territori dell’impero, infatti, l’arianesimo veniva predicato alle popolazioni germaniche stanziate al di là del Danubio da Ulfila, un vescovo di origine gota. Durante la sua predicazione, Ulfila riuscì a convertire all’arianesimo Ostrogoti e Visigoti che, nei decenni successivi, continuarono a seguire la dottrina condannata dalla Chiesa come eretica.

Il concilio di Nicea.
DENTRO

COMPRENDO IL TESTO

Che cos’è il Corpus iuris civilis?

a Un nuovo codice stradale voluto da Giustiniano.

b Una raccolta di leggi valide solo per l’imperatore.

c Una raccolta di leggi dell’Impero romano dei secoli precedenti. X

4 Giustiniano e la grandezza dell’Impero d’Oriente

Giustiniano, un grande imperatore

Nel 527 a Costantinopoli salì sul trono d’Oriente Giustiniano, un uomo colto e ambizioso che si propose di riformare l’Impero d’Oriente nei suoi diversi settori. Innanzitutto egli operò una riorganizzazione delle leggi del diritto romano. Nei secoli precedenti, gli imperatori avevano prodotto moltissime leggi che non erano scritte in un unico volume e che, in molti casi, entravano in contraddizione tra di loro.

Per risolvere il problema, Giustiniano ordinò la raccolta e la sistemazione di tutte le leggi promulgate in precedenza, di modo che fosse più facile amministrare la giustizia: nacque così il Corpus iuris civilis («Raccolta di diritto civile»), ancora oggi un pilastro del diritto moderno.

La riconquista dell’Occidente

Giustiniano si occupò anche di rendere più efficiente la potenza militare dell’impero. Rafforzò i confini orientali minacciati dai Persiani e s’impegnò nella riconquista dell’Occidente: per farlo, egli organizzò un grande esercito che, sotto la guida di Belisario, tra il 533 e il 534 riconquistò le province dell’Africa settentrionale, dove erano stanziati i Vandali. Un anno dopo, nel 535, iniziò la campagna militare contro gli Ostrogoti per la conquista dell’Italia. La guerra greco-gotica per quasi vent’anni vide i Bizantini (i «greci») e gli Ostrogoti combattersi ferocemente, lasciando dietro di sé città saccheggiate e campagne devastate, pestilenze e carestie.

Nel 554 infine i Bizantini, appoggiati dalle grandi famiglie nobili latine e dalla Chiesa cattolica, strapparono agli Ostrogoti il controllo della Penisola italiana. Nello stesso anno Giustiniano promulgò la Prammatica sanzione, una costituzione imperiale con cui stabiliva che un governatore chiamato esarca venisse inviato a Ravenna e che da lì, agendo come una specie di viceré, governasse l’Italia per conto dell’imperatore d’Oriente. L’Italia era ormai una provincia periferica dell’Impero d’Oriente.

Le guerre contro Slavi e Persiani

Nel 565 Giustiniano morì. I suoi successori dovettero difendere l’Impero prima dai popoli slavi e poi da un nemico ancora più pericoloso: i Persiani. All’inizio del VII secolo, infatti, il re persiano Cosroe II attaccò l’Impero bizantino, approfittando del suo indebolimento causato dal conflitto con gli Slavi. Dopo aver conquistato l’Egitto e la Siria e saccheggiato Gerusalemme, l’esercito persiano giunse alle porte di Costantinopoli.

Per salvare la città, le truppe bizantine vennero richiamate da ogni angolo dell’impero. Quando la situazione sembrava ormai precipitare, salì sul trono di Costantinopoli Eraclio, un valoroso generale, che nel 628 sconfisse i Persiani presso le rovine dell’antica capitale assira Ninive.

L’imperatore Giustiniano, mosaico del VI secolo.

La guerra tra Bizantini e Persiani era iniziata per il controllo del Vicino Oriente, ma nel giro di poco tempo si trasformò in una vera e propria guerra di religione. I Persiani infatti professavano lo zoroastrismo, vale a dire seguivano tutta una serie di precetti derivati dagli insegnamenti di Zoroastro. Quando i Persiani occuparono Gerusalemme, saccheggiandola e impossessandosi della reliquia della Croce, il patriarca di Costantinopoli incitò la popolazione a resistere contro gli aggressori, rei di aver profanato un luogo sacro della cristianità.

SVILUPPO LE COMPETENZE

Rielaboro le informazioni

1. Completa la mappa inserendo correttamente i termini elencati (utilizza i numeri).

1. dell’Impero romano d’Occidente

2. degli Unni

3. dei popoli germanici

4. dei regni romano-germanici

5. dell’esercito romano

Lavoro sulla carta

2. Completa la carta, colorando con diversi colori i territori europei da cui provenivano le principali popolazioni germaniche (Angli, Sassoni, Alamanni, Burgundi, Goti, Vandali).

Angli: A

Sassoni: S

Alamanni: Al

Burgundi: B

Goti: G

Vandali: V

È l’autorità religiosa più importante e la guida della comunità cristiana in Oriente.

Minaccia 2 Migrazione nei territori dell’impero da parte 3

Debolezza 5

Formazione 4 Crollo 1

Patriarca di Costantinopoli
Eraclio, il colosso di Barletta.

Oriente e Occidente

Nel 395, poco prima di morire, l’imperatore Teodosio divise l’Impero romano in due: la parte occidentale (con 30 milioni di abitanti) venne affidata al figlio Onorio, quella orientale (con 40 milioni di abitanti) all’altro figlio Arcadio. Dalla fine del IV secolo in avanti, l’impero rimase diviso e non fu mai più unificato.

Nel corso dei secoli le differenze tra le due parti dell’antico Impero romano andarono accentuandosi: divenne sempre più forte ed evidente la distinzione politica e culturale fra l’Occidente, influenzato dalla cultura latina, e l’Oriente, profondamente influenzato dall’eredità culturale e linguistica della civiltà greca.

Impero romano d’Oriente

Comprendeva i territori attualmente corrispondenti a Portogallo, Spagna, Francia, Regno Unito, parte della Germania, regione alpina, Italia e parte dell’Africa settentrionale.

Comprendeva i territori attualmente corrispondenti a parte dell’Africa settentrionale, Balcani, Asia Minore e i territori oggi compresi entro i confini della Siria, della Giordania, d’Israele e dell’Autorità palestinese.

PASSATO: IV SECOLO

PRESENTE: XX SECOLO

Le differenze tra l’Europa occidentale e quella orientale si sono accentuate nella seconda metà del Novecento quando, in seguito alla fine della Seconda guerra mondiale, durante il periodo noto come Guerra fredda, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica hanno esteso la loro influenza su tutti i Paesi europei. Fino all’inizio degli anni Novanta del XX secolo le nazioni della parte occidentale (Grecia, Italia, Austria, Svizzera, parte della Germania, Francia, Penisola iberica, Regno Unito e Paesi scandinavi) hanno operato sotto l’influenza della politica statunitense, sviluppando economie di carattere liberale e dando vita a governi democratici; i Paesi della parte orientale (Bulgaria, Romania, Ungheria, Cecoslovacchia, parte della Germania, Polonia, Paesi baltici e, in misura minore, la Iugoslavia) sono finiti sotto l’influenza sovietica e hanno sviluppato un’economia di stampo comunista.

Europa occidentale

I Paesi dell’Europa occidentale aderirono al Patto atlantico, un’organizzazione internazionale di carattere difensivo fondata nel 1949.

Europa orientale

In contrapposizione al Patto atlantico, nel 1955 i Paesi che orbitavano sotto l’URSS si unirono nel Patto di Varsavia, un trattato di mutua assistenza e aiuto reciproco.

Il confine che si venne a creare tra i Paesi dell’Europa occidentale e quelli dell’Europa orientale venne chiamato «cortina di ferro».

COMPRENDO IL TESTO

Verso quali regioni erano emigrati i Longobardi? Rispondi sulla base dell’ordine cronologico: prima in , poi in Ungheria Italia

L’Italia longobarda

1 L’arrivo dei Longobardi

Un’Italia divisa

Il dominio dell’Impero bizantino sull’Italia non durò molto. Nel 568 infatti, a poco più di dieci anni dalla fine della guerra greco-gotica, la Penisola italiana fu occupata dai Longobardi, una popolazione germanica di origini scandinave. Grazie alle loro grandi capacità guerriere i Longobardi erano emigrati prima verso sud, occupando la Pannonia (l’attuale Ungheria), e poi, sotto re Alboino, verso l’Italia attraverso le Alpi orientali. Una volta raggiunta la penisola, essi non incontrarono resistenza: la lunga guerra greco-gotica e le pesanti tasse imposte dai Bizantini, infatti, avevano indebolito le popolazioni romane e ostrogote. Nemmeno i Bizantini opposero resistenza: decimati dalla peste, non furono capaci di contrastare gli invasori, motivo per cui si chiusero nelle città fortificate e lasciarono via libera ad Alboino e ai suoi guerrieri.

I Longobardi non occuparono tutta la penisola, ma solo alcune zone. In particolare, essi si espansero in tutta la Pianura Padana e sulla regione oggi compresa tra la Liguria e la Toscana

Nel centro sud della penisola, invece, essi fondarono i ducati di Spoleto e Benevento. Pavia divenne la loro capitale.

I Bizantini invece conservarono i territori affacciati sul mare Adriatico settentrionale, quelli che costituiscono all’incirca l’attuale Lazio, l’estremo Sud della penisola, la Sicilia e la Sardegna.

Era la prima volta dai tempi della repubblica romana (IV-III secolo a.C.) che l’Italia era divisa in territori sottoposti a governi diversi.

La società longobarda

La società e la cultura dei Longobardi erano piuttosto arretrate. A differenza di altri popoli germanici (ad esempio i Goti), essi non avevano subito l’influenza della civiltà romana.

I Longobardi ignoravano completamente che cosa fosse uno Stato. Le loro comunità erano organizzate in gruppi familiari, chiamati fare. L’unione di più fare formava un ducato. Il governo del territorio in tempo di pace era in mano ai vari duchi.

La casta militare dominava l’intera società. Il re longobardo era un re guerriero con poteri solo in tempo di guerra e la sua elezione era affidata ai guerrieri.

LAVORO SULLA CARTA

L’Italia longobarda

Come puoi osservare sulla carta, i Longobardi occuparono l’Italia settentrionale e buona parte dell’Italia centromeridionale, dove vennero stabiliti i ducati di Spoleto e di Benevento. I territori rimasti ai Bizantini risultavano più frammentati rispetto a quelli longobardi. I Bizantini chiamarono «Romània» la regione dove sorgeva la loro capitale, Ravenna, per sottolineare l’appartenenza di quel territorio all’Impero romano. Da quel nome deriva quello dell’attuale Romagna.

Rispondi alla domanda.

• La Romània era collegata ai territori del Lazio mediante uno stretto corridoio che correva all’incirca lungo il corso di un fiume: di quale fiume si tratta? Tevere.

COMPRENDO IL TESTO

Quali funzioni svolgevano i duchi in tempo di pace?

a Amministrative.

b Militari.

c Religiose. X

Il termine deriva dal latino dux, «comandante militare». Nel regno longobardo, invece, quella del duca era essenzialmente una carica politica. Duchi

Gli aggettivi «sottomessi», «subordinati», «assoggettati» hanno un significato contrario a quello di un aggettivo presente nel paragrafo: di quale aggettivo si tratta?

Indipendenti.

2 Il regno dei Longobardi

La difficile convivenza con i Romani

Nella Penisola italica i Longobardi non diedero mai vita a uno Stato unitario, cioè uniforme dal punto di vista territoriale. Nacquero numerosi ducati politicamente e militarmente indipendenti, che si scontravano di continuo tra loro. I ducati più importanti furono quello di Spoleto (nell’attuale Umbria) e quello di Benevento (nell’attuale Campania)

Il rapporto dei Longobardi con i Romani fu molto teso e difficile: mentre gli Ostrogoti erano riusciti a convivere pacificamente con le popolazioni sottomesse, i Longobardi, almeno inizialmente, si comportarono da conquistatori, in modo violento e vessatorio; cancellarono la vecchia classe dirigente romano-gotica e s’impadronirono di tutte le terre.

Sotto il dominio longobardo i Romani persero ogni diritto, non potevano portare armi né sposarsi con i Longobardi; inoltre, erano costretti a pagare una tassa che ammontava a un terzo di quel che producevano.

DENTRO LA STORIA

Venezia: una città nata per sfuggire agli invasori

Nel VI e VII secolo alcune popolazioni del Veneto orientale soggette alla dominazione bizantina cercarono rifugio dalla minaccia longobarda sulle isole della Laguna veneta. Sorsero così, sotto la protezione formale di Bisanzio, i primi nuclei abitati di Venezia. Già dall’VIII secolo essa acquistò una completa autonomia sotto un governatore locale, il doge.

L’intraprendenza dei Veneziani e la posizione favorevole nell’Adriatico fecero ben presto della città il centro degli scambi tra Occidente e Oriente: i Veneziani scambiavano merci con la Dalmazia, l’Africa del Nord e Costantinopoli, spesso scontrandosi con Saraceni e Slavi. Nel Basso Medioevo la città assunse la «forma» attuale: la rete dei canali s’intrecciava con quella di ponti, vicoli (calli) e slarghi (campi, campielli e corti). Agli inizi del XII secolo le cento e più isolette su cui sorgeva Venezia furono raggruppate in sei sestieri, in comunicazione tra loro attraverso il Canal Grande, l’asse principale della città, e gli altri canali minori (rii).

Nel XII secolo Venezia costruì un grande arsenale per allestire una flotta a difesa del commercio marittimo e per contrastare la rivale Genova. Fu così che la città divenne il principale mercato di

tutta Europa, dove si potevano trovare le preziose merci orientali e il centro del mercato degli schiavi. Mercanti forestieri stabilirono una propria sede a Venezia, come fecero i tedeschi nel loro fondaco, che oltre a essere magazzino e deposito per le merci, era anche un albergo per i mercanti. Palazzi di pregio furono costruiti sul Canal Grande e nel 1340 fu avviata la costruzione del Palazzo Ducale. Sede delle istituzioni cittadine, sorse affacciato sul fronte portuale e costituì da subito l’elemento fondamentale di presentazione di Venezia per quanti vi giungevano.

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