A noi la parola! - Comunicazione, testi e storytelling

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A NOI la PAROLA!

Comunicazione, testi e storytelling

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A NOI la PAROLA!

Comunicazione, testi e storytelling

Il piacere della grammatica

Coordinamento editoriale: Stefania Bigatti, Silvia Civerchia

Supervisione redazionale: Alessandro Vigiani

Revisione testi e redazione: Nicola Giulioni

Progetto grafico e copertina: Giorgio Lucarini

Impaginazione: Simona Albonetti, Alessandra Coppola

Illustrazioni: Francesca Gallina

Referenze fotografiche: iStock, Shutterstock, Getty images, Raffaello Libri

Coordinamento libro digitale: Paolo Giuliani

Redazione digitale: Silvia Di Loreto

Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello

Il Gruppo Editoriale Raffaello mette a disposizione i propri libri di testo in formato digitale per gli studenti ipovedenti, non vedenti o con disturbi specifici di apprendimento.

L’attenzione e la cura necessarie per la realizzazione di un libro spesso non sono sufficienti a evitare completamente la presenza di sviste o di piccole imprecisioni. Invitiamo pertanto il lettore a segnalare le eventuali inesattezze riscontrate. Ci saranno utili per le future ristampe.

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Ristampa:

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Raffaello Scuola promuove il progetto #SIAMO PARI!, per contrastare la diffusione nei testi scolastici di stereotipi legati al genere, alla disabilità, alla provenienza etnica e sociale. Per saperne di più, visita il sito www.raffaelloscuola.it

La comunicazione e la lingua Sezione 1

1 La comunicazione p. 2

Gli elementi della comunicazione p. 2

I segni p. 4

I codici p. 5

2 La lingua p. 7

Le funzioni della lingua p. 7

I registri linguistici ........................................................................................................... p. 9

Le varietà geografiche dell’italiano p. 10

I dialetti p. 12

In ogni doppia pagina, inquadra il QR code in alto per accedere agli strumenti inclusivi disponibili su Raffaello Player: testo ad alta leggibilità, audiolettura, dizionario di italiano, traduttore multilingue.

1 La comunicazione

Partiamo da una definizione di base: la comunicazione è il processo che permette lo scambio di informazioni tra le persone.

È, quindi, grazie alla nostra capacità di comunicare che possiamo entrare in contatto con gli altri per scambiarci idee, opinioni, sensazioni.

La comunicazione avviene attraverso la produzione e ricezione di messaggi, che possono essere verbali (parole scritte o orali) o non verbali (gesti, espressioni del volto, immagini, suoni…).

Gli elementi della comunicazione

Perché la comunicazione avvenga, è necessaria innanzitutto la presenza di sei elementi:

• l’emittente = la persona che produce il messaggio;

• il ricevente = la persona che lo riceve;

• il messaggio = il contenuto della comunicazione;

• il referente = l’argomento della comunicazione;

• il codice = il sistema di segni e di regole necessarie per produrre e interpretare il messaggio trasmesso. Perché la comunicazione sia efficace, il codice deve essere conosciuto sia dall’emittente sia dal ricevente;

• il canale = il mezzo fisico attraverso cui il messaggio si trasmette dall’emittente al ricevente, per esempio l’aria per i messaggi orali o la carta per i messaggi scritti.

Per interpretare correttamente i messaggi trasmessi è necessario anche conoscere la situazione concreta in cui la comunicazione avviene, cioè il suo contesto.

Osserva lo schema:

Emittente chi invia il messaggio

Canale mezzo di trasmissione

Codice sistema di segni e di regole necessari a trasmettere e a ricevere messaggi

Messaggio contenuto della comunicazione

Canale mezzo di trasmissione

Ricevente chi riceve il messaggio

Referente argomento della comunicazione

Contesto situazione concreta in cui avviene la comunicazione

Esame in vista!

A scuola è importante saper utilizzare sia la comunicazione verbale sia quella non verbale. In particolare, nel corso dell’esame di Stato dovrai gestire in modo adeguato:

• la comunicazione verbale, perché durante le prove scritte e la prova orale dovrai esprimere attraverso le parole quello che sai su un determinato argomento;

• la comunicazione non verbale, perché, specialmente durante il colloquio, trasmetterai informazioni su di te alla commissione esaminatrice anche attraverso il linguaggio del corpo.

L’importanza del contesto della comunicazione per la comprensione dei messaggi ti sarà più chiara osservando questi due esempi:

Nei due esempi è proprio il contesto che ci permette di distinguere due diversi significati della parola torta e quindi di capire i messaggi trasmessi. Prova a completare lo schema indicando quali potrebbero essere i contesti della comunicazione nei due casi:

Codice lingua italiana

Emittente caso 1: Friz caso 2: Ahmed

Canale aria

Messaggio casi 1 e 2: E adesso dividiamoci la torta!

Referente caso 1: spartirsi il bottino caso 2: mangiarsi un dolce

Contesto caso 1: caso 2:

Canale aria

Ricevente caso 1: Broz caso 2: Alice

Friz
Broz
Ahmed
Alice

I segni

Ogni messaggio viene trasmesso per mezzo di segni, che possiamo definire come le unità minime della comunicazione.

I segni sono costituiti da:

• un significante, che è l’elemento concreto, percepibile con i sensi, che trasmette il messaggio;

• il significato, che è l’elemento astratto, cioè il contenuto del messaggio che viene trasmesso.

Osserva la tabella:

luce rossa del semaforo ordine di fermarsi

croce verde presenza di una farmacia

insieme di lettere (p/a/l/l/a) oggetto di forma sferica

fiocco rosa nascita di una bambina

A seconda degli organi di senso con cui li percepiamo, i segni possono essere:

• visivi, come quelli mostrati nella tabella;

• acustici, come il suono della campanella che, a scuola, annuncia l’inizio e la fine delle lezioni;

• olfattivi, come l’odore di incenso che, in un luogo di culto, rivela che si sta svolgendo una cerimonia;

• gustativi, come il sapore amaro delle erbe consumate dagli Ebrei durante la cena di Pasqua, che ricorda la sofferenza della schiavitù patita dai loro antenati in Egitto;

• tattili, come la stretta di mano che conferma un accordo tra persone.

Segni artificiali e naturali

Fin qui abbiamo parlato di segni artificiali, prodotti volontariamente dagli esseri umani con il preciso scopo di comunicare. Esistono però altri tipi di segni, detti segni naturali o indizi, che trasmettono informazioni pur non essendo prodotti intenzionalmente al fine di comunicare: per esempio, le foglie gialle alla base di un albero indicano che è arrivato l’autunno e che la pianta sta andando in riposo, le orme lasciate sulla neve in un bosco segnalano il passaggio di un animale o di un cacciatore, le nuvole scure annunciano che è in arrivo un temporale.

Dividetevi in piccoli gruppi sotto la guida dell’insegnante. Ciascun gruppo dovrà trovare il maggior numero di segni naturali e spiegarne il significato. Alla fine, confrontatevi sul lavoro svolto e redigete insieme un Piccolo dizionario dei segni naturali.

PALLA

I codici

Per comunicare è indispensabile usare segni i cui significanti e significati siano noti sia a chi invia il messaggio sia a chi lo riceve.

In altre parole, emittente e ricevente devono condividere uno stesso codice comunicativo

Il codice è l’insieme delle corrispondenze tra i significanti e i significati di un sistema di segni.

I codici sono sempre frutto di una convenzione: le persone che li usano si accordano perché un certo segno abbia un determinato significato.

Le persone usano numerosi codici per comunicare fra loro, per esempio:

• il codice linguistico, i cui segni sono le parole, composte da lettere;

• il codice matematico, i cui segni fondamentali sono + - × : ;

• il codice segnaletico stradale, costituito dai segnali stradali;

• il codice musicale, i cui segni sono le note.

Quando l’emittente compone un messaggio, organizza i vari segni del codice usato attraverso un’operazione di codificazione. Invece l’operazione del ricevente, che interpreta e comprende i segni contenuti nel messaggio, si chiama decodificazione.

ESERCIZI

1 Indica il ricevente sulla base dell’emittente e del messaggio forniti.

Emittente Messaggio Ricevente

hostess Allacciatevi le cinture di sicurezza.

paziente Ho la gola e la testa doloranti.

meccanico Alzi la leva per aprire il cofano.

idraulico Non alzi il termostato oltre i 22 °C.

cliente Vorrei il numero 37 di quelle scarpe. .......................................................................................

bambino Vorrei due quaderni a righe.

2 Collega ciascun messaggio della colonna A al contesto adatto espresso nella colonna B.

A

1. Non avvicinatevi troppo alle opere d’arte esposte.

2. Sono distrutto, vado a dormire!

3. Tenga il flacone del solvente fuori dalla portata dei bambini; è tossico!

4. Che sfortuna, anche domani pioverà.

5. Spegni il televisore; non riesco a concentrarmi!

B

a. Uno studente che l’indomani deve partire per una gita scolastica.

b. Il commesso di un negozio di vernici.

c. Il custode di una sala di un museo.

d. Giulio ai genitori dopo due ore di allenamento in piscina.

e. Luisa, che sta svolgendo degli esercizi di geometria, al fratello.

3 PRODUZIONE Scrivi un messaggio sulla base dei seguenti gruppi di elementi.

1. Emittente: Loretta

Ricevente: la mamma

Referente: richiesta di soldi ......................................................................................................................................................................................................................

2. Emittente: la signora Drudi

Ricevente: la vicina di casa

Codice: lingua italiana

3. Emittente: Carla

Ricevente: Manuela

4 Indica da quali segni puoi capire le seguenti situazioni.

1. Il cane ti ha riconosciuto:

2. La pianta deve essere annaffiata:

3. Tuo fratello è raffreddato: ............................................................................................................................................................

4. Sta calando la sera: .........................................................................................................................................................................

5. Carlo ha salito in fretta le scale: ................................................................................................................................................

6. Nel salotto qualcuno ha fumato una sigaretta:

7. Il fornaio sta sfornando il pane:

8. Un’auto di grossa cilindrata sta per essere rubata:

9. C’è stato un incidente stradale:

10. In quella casa è nata una bambina: .......................................................................................................................................

5 Completa lo schema sulla base dei significanti e dei significati forniti.

albergo di lusso

2 La lingua

Rifletti: secoli fa, gli abitanti di una certa regione del mondo, l’Italia, si sono accordati per esprimere il significato di attraverso il significante sedia che, riconosciuto da tutti, è diventato un segno del codice «lingua italiana», ovvero una parola. Lo stesso processo ha portato alla nascita di tantissime altre parole.

Per usare correttamente la lingua italiana, così come qualsiasi altra, è necessario conoscere non solo le sue parole, ma anche le regole per impiegarle in modo appropriato, ossia la morfologia e la sintassi

Le regole morfologiche e sintattiche ci permettono di formare con le parole frasi di senso compiuto, per cui, per esempio, non diremo o scriveremo:

Ho i a tulipani novembre interrato bulbi che fioriranno dei in primavera.

ma:

A novembre ho interrato i bulbi dei tulipani che fioriranno in primavera.

Possiamo quindi dire che la lingua è un codice costituito da segni convenzionali, le parole, il cui uso è regolato dalle norme morfologiche e sintattiche.

Le funzioni della lingua

La lingua può essere usata per scopi diversi. Per esempio, attraverso la lingua puoi esprimere un’emozione, spiegare un’idea, comunicare una notizia, dare un consiglio. Il linguista russo Roman Jakobson (1896-1982) ha studiato gli scopi per cui le persone usano la lingua e ha individuato le sue sei funzioni principali, riassunte nella seguente tabella.

Funzione

Scopo

È incentrata sul referente ed è usata per trasmettere informazioni oggettive.

Informativa o referenziale

Espressiva o emotiva

È incentrata sull’emittente, ne evidenzia le opinioni, le emozioni e gli stati d’animo facendo spesso ricorso a pronomi e aggettivi possessivi di prima persona (io, noi…) e a espressioni esclamative (oh!, che gioia!…).

Tipo di testo Esempi

• Indicazioni stradali, insegne di negozi

• Descrizioni, cronache, notiziari

• Verbali di assemblee, circolari, relazioni

• Manuali scolastici

• Testi scientifici e storici

• Inchieste, interviste radiofoniche e televisive

• Diari, lettere, memorie, autobiografie, confessioni

• Espressioni di dolore, di gioia, di noia, dichiarazioni di affetto

• Relazioni, saggi critici, commenti giornalistici

Oggi: soleggiato su tutto il Nord. Al Centro cielo sereno con locali addensamenti nuvolosi sui rilievi appenninici. Al Sud cielo nuvoloso con rovesci isolati su Puglia e Calabria. Temperatura: stazionaria. Venti: moderati. Mari: poco mossi.

Cara Francesca, desidero molto rivederti. Che gioia ripensare ai momenti trascorsi insieme!

Conativa o persuasiva

È incentrata sul ricevente e mira a influenzarlo, a consigliarlo, a persuaderlo a compiere una determinata azione o a comportarsi in un determinato modo; fa uso dell’imperativo, dell’infinito, del congiuntivo esortativo o delle formule di cortesia.

• leggi, ordinanze, divieti, restrizioni, ordini, domande e richieste di lavoro

• istruzioni per l’uso

• discorsi politici, appelli elettorali, commemorazioni

• messaggi pubblicitari, rubriche di consigli, ricette

• prescrizioni mediche, inviti

Non farmi arrabbiare, smetti di fare i capricci!

Fàtica o di contatto

È incentrata sul canale e mira a mantenere o a rafforzare i contatti fra l’emittente e il ricevente. Serve per iniziare, tener viva e concludere una conversazione, per riempire i silenzi, per entrare in contatto con persone che non si conoscono.

• saluti e altre formule di cortesia

• formule intercalari usate nelle conversazioni al telefono

• espressioni usate dagli insegnanti per tener viva l’attenzione della classe

Pronto Luca, mi senti?

Pronto… ah! Ecco, allora ci vediamo in palestra, a presto!

Poetica

Metalinguistica

È incentrata sulla forma del messaggio, che si arricchisce di significati grazie all’uso di parole evocative, figure retoriche, rime e allitterazioni in grado di suscitare in chi legge o ascolta particolari immagini o sensazioni.

È incentrata sul codice; la lingua è utilizzata per spiegare se stessa o per riflettere sul proprio funzionamento. Viene applicata quando si spiega una parola servendosi di altre parole, quando si svolge l’analisi grammaticale o logica, quando si analizza o si valuta un testo.

Propria della poesia, ma presente anche in vari testi di prosa poetica: novelle, racconti, commedie, tragedie, miti, proverbi, filastrocche e in molti slogan della pubblicità.

La tenerezza tenerezza è detta / se tenerezza nuove cose dètta.

(S. Penna)

Gli esempi più chiari di tale funzione della lingua sono le regole grammaticali. Testi metalinguistici per eccellenza sono i dizionari, le enciclopedie, le grammatiche, i testi di linguistica e di critica letteraria.

emanazione [e-ma-na-zione] n.f. 1 Diffusione, fuoriuscita di qualcosa: Durante l’eruzione del vulcano si sono verificate emanazioni di gas e vapori. 2 Pubblicazione, promulgazione di un provvedimento legislativo. (da Dire di più, dizionario della lingua italiana, Raffaello)

Leggendo la tabella, avrai notato senz’altro che alcune tipologie di testi che produci per la scuola sono presenti nella classificazione di Jakobson: ricordare qual è la funzione di un testo descrittivo, per esempio, ti aiuterà a centrare la scrittura rispetto al suo scopo e dunque a non sbagliare il tipo di elaborato.

I registri linguistici

Osserva le seguenti vignette: che cosa noti?

Nelle due vignette Sara si rivolge al suo interlocutore con modalità differenti perché diversa è la situazione comunicativa:

• nella prima situazione, Sara si rivolge a una persona con la quale non è in confidenza, il gelataio;

• nella seconda situazione, si rivolge a un suo amico, con cui ha un rapporto «alla pari».

Sara si serve del linguaggio più adatto alla situazione in cui si trova: con il gelataio usa una formula di cortesia, all’amico si rivolge con un linguaggio colloquiale.

Tutti noi utilizziamo la lingua in modo diverso a seconda della situazione in cui ci troviamo.

Le modalità espressive che scegliamo in base al contesto comunicativo e al rapporto con la persona con cui comunichiamo si chiamano registri linguistici.

I principali registri linguistici (in alcuni casi articolati in sottoregistri) sono descritti nella tabella seguente.

Registro Ambito d’uso

• Cerimonie ufficiali, incontri fra personalità che occupano posizioni sociali di prestigio (registro aulico e solenne)

Formale

• Discorsi in pubblico, conversazioni tra persone tra cui c’è un rapporto di rispetto (registro formale colto)

Caratteristiche Esempi

Uso di parole precise, espressioni e forme ricercate, periodi complessi ricchi di proposizioni subordinate e formule di cortesia, informazioni chiarite da esempi e definizioni.

Sento il dovere di esprimere agli illustri ospiti intervenuti il ringraziamento mio personale e dell’amministrazione comunale. (registro aulico e solenne) Farà cosa graditissima a me e ai miei collaboratori se interverrà all’inaugurazione del nostro nuovo punto vendita. (registro formale colto)

Sara Flavio Sara Flavio

Medio o standard

Informale

Conversazioni tra persone che si conoscono, ma fra le quali non c’è un rapporto di familiarità

• Conversazioni in famiglia e tra amici (registro familiare -colloquiale)

• Situazioni in cui non è richiesto il controllo della forma linguistica (registro intimo-confidenziale)

Uso di parole ed espressioni non particolarmente ricercate, periodi semplici, frasi brevi ma ben collegate fra loro.

Periodi brevi, privi di proposizioni subordinate, parole comuni, termini semplici e generici di largo uso, espressioni popolari, dialettali e gergali; frequenti errori morfologici e/o sintattici, ripetizioni e intercalari (insomma, cioè, allora...).

Mi raccomando: si ricordi di inviare i nostri auguri a tutti i collaboratori dell’azienda.

Tu Angelo sei troppo timido, impara da Michele; lui sì che non ha peli sulla lingua! (registro familiare-colloquiale)

Cioè, spero proprio che oggi il prof non mi becchi (registro intimo-confidenziale)

Le varietà geografiche dell’italiano

La lingua italiana non si parla nello stesso modo in tutte le zone del nostro Paese: per esempio, ascoltando qualcuno che abita in una città vicina alla tua avrai notato qualcosa di «strano» nel «suo» italiano, e molto probabilmente questa sensazione sarà stata reciproca. Questo accade perché la lingua usata non varia solo da una situazione comunicativa all’altra, ma anche da un territorio all’altro.

Esiste però un modello di lingua valido per tutte le persone italiane: la lingua nazionale o standard, cosiddetta perché funge da riferimento per l’uso corretto dell’italiano. La lingua nazionale è quella che si insegna nelle scuole e che, per esempio, è utilizzata dai professionisti e le professioniste della dizione quando doppiano gli attori stranieri.

Nella lingua parlata di ogni giorno il modello dell’italiano standard non si realizza praticamente mai: la pronuncia di alcune vocali e consonanti, la cadenza della voce, l’uso di determinate espressioni o parole e il modo di costruire la frase consentono sempre, a un orecchio attento, di individuare la provenienza geografica di chi parla.

La lingua italiana ha infatti assorbito, nei vari territori, alcuni tratti dei dialetti locali. Da questa contaminazione sono nate le varietà regionali dell’italiano.

È molto difficile stabilire confini netti tra le numerose varietà regionali dell’italiano, ma si possono individuare quattro macrovarietà che comprendono più varietà regionali tra loro simili: l’italiano settentrionale, toscano, centrale e meridionale.

La tabella alla pagina accanto riporta alcuni tratti fonologici e morfologici che si possono riscontrare in queste macrovarietà.

Per quanto riguarda, invece, il lessico, succede spesso che nelle varie zone d’Italia si usino parole o espressioni diverse per indicare uno stesso referente (geosinònimi), per esempio:

• il frutto è conosciuto come anguria al Nord, cocomero in Toscana e al Centro, mellone al Sud;

• al posto di ragazzino si può sentire toso in Veneto e Lombardia, citto in Toscana, guaglione in Campania, caruso in Sicilia;

• marinare la scuola diventa bigiare in Lombardia, fare forca in Toscana, fare sega in Lazio, fare filone in Campania.

Fonologia

L’italiano regionale settentrionale

• Pronuncia la vocale e aperta: serèno/seréno, vèscovo/véscovo, velèno/veléno

• Pronuncia il gruppo zz come se fosse ss: ragassa/ ragazza

• Elimina le doppie: benedeto/benedetto, belo/bello

Morfologia

• Usa il tempo passato prossimo al posto del passato remoto: Luca è andato via quindici anni fa.

• Premette l’articolo ai nomi di persona: il Carlo, il Vittorio, la Sonia

• Rafforza la negazione con mica: Non ti ho mica visto al parco.

L’italiano regionale toscano

Fonologia

• Pronuncia la c dura aspirata come se fosse una h: hasa/casa, harne/carne

• Pronuncia sc le consonanti c e g davanti alle vocali i ed e: diesci/dieci, vosce/voce, pasce/pace

• Pronuncia leggermente aspirate le consonanti p e t quando sono intervocaliche: mitho/mito, dirupho/dirupo

Fonologia

Morfologia

• Preferisce la forma impersonale dei verbi alla 1ª persona plurale: si va/andiamo, si mangia/mangiamo, si gioca/giochiamo

• Usa le forme verbali dicano (invece di dicono) e dassi e stassi (invece di dessi e stessi)

L’italiano regionale centrale

• Pronuncia le consonanti b e g doppie: abbile/ abile, subbito/subito, raggione/ragione, cuggino/ cugino

• Pronuncia il suono gl come se fosse ii: fiio/figlio, moie/moglie

• Pronuncia il gruppo nd come se fosse nn: monno/ mondo

• Tronca i nomi e il modo infinito dei verbi: dottó/ dottore, Albè/Alberto, venì/venire, portà/portare

Fonologia

Morfologia

• Usa i pronomi me e te come pronomi soggetto: Fai te una telefonata alla mamma?

L’italiano regionale meridionale

• Pronuncia le consonanti all’inizio di parola rafforzandole: ggiovane/giovane, bbaule/baule, rrosa/ rosa

• Pronuncia b la consonante p preceduta da m o n: tembo/tempo

• Trasforma in z la consonante s dopo n, l, r: penzare/pensare

• In Sardegna si raddoppiano molte consonanti: pattatta/patata, ammicco/amico

• In Sicilia il gruppo tr si pronuncia cc: cceno/treno

• In Puglia la vocale a si pronuncia e: mere/mare, Bere/Bari

Morfologia

• Usa il tempo passato remoto al posto del passato prossimo: Questa mattina incontrai Carmela.

• In Sicilia si colloca il verbo in fondo alla frase: Luca assai intelligente è.

• Usa la preposizione a davanti al complemento oggetto: Invita anche a tuo cugino.

I dialetti

Fino alla prima metà del Novecento, sul territorio italiano erano diffuse molteplici lingue usate a livello locale, diverse l’una dall’altra ma con un’origine comune nel latino parlato: i dialetti

Il dialetto è soprattutto una lingua parlata, non codificata in grammatiche o dizionari, non sempre in grado di comunicare concetti complessi o astratti, con un prestigio culturale inferiore rispetto a quello della lingua nazionale e delle sue varianti regionali.

In alcune zone d’Italia i dialetti continuano a essere parlati ancora oggi. Sono lingue vivaci, ricche di modi di dire e di espressioni proverbiali; contribuiscono a tenere vivi usi, costumi e tradizioni locali e, per le loro qualità di efficacia e genuinità espressiva, vengono utilizzati generalmente da persone poco istruite o all’interno di comunità ristrette (la famiglia, il gruppo di amici, il quartiere).

In base ai tratti linguistici che li accomunano, i dialetti possono essere distinti nei seguenti gruppi:

• dialetti settentrionali o alto-italiani;

• dialetti toscani;

• dialetti centrali;

• dialetti meridionali.

Non bisogna fare l’errore di pensare che i dialetti siano lingue isolate e immutabili nel tempo. Esiste invece un continuo scambio di elementi tra un dialetto e l’altro, come pure tra la lingua nazionale e i dialetti… e viceversa.

Ecco, quindi, che l’italiano si è arricchito nel tempo di parole dialettali che sono entrate a far parte del patrimonio linguistico nazionale (dialettalismi), come quelle riportate nella seguente tabella.

Esempi di dialettalismi

Funzionario, vidimare, bocciare, retrobottega, passamontagna

Abbaino, mugugno, acciuga, scoglio, cambusa, oblò, arrembaggio, lavagna

Lavandino, scartoffia, guardina, secondino, teppista, fifa, filanda, mondina, alpeggio, cascina, brughiera

Anagrafe, catasto, ghetto, contrabbando, zattera, traghetto, slavina, maso, malga, stella alpina, foiba, bora, laguna, gondola, giocattolo

Mezzadro, sfondone, sballottare, amarcord

Imbianchino, giornalaio, ferragosto, dirimpettaio, becero, pattumiera

Inghippo, fasullo, tintarella, malloppo, bustarella, bagarino, pennichella

Sommozzatore, carosello, bancarella, scippo, lava, iettatore, malocchio, cafone, mannaggia

Abbuffarsi, rimpatriata, intrallazzo, omertà, netturbino

Area di origine

Piemonte

Liguria

Lombardia

Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia

Emilia-Romagna

Toscana

Lazio

Campania e Mezzogiorno

Sicilia

Le minoranze linguistiche

Nel corso del tempo, per ragioni varie e complesse, numerose comunità di lingua non italiana, dette minoranze linguistiche in quanto parlanti lingue diverse da quella nazionale, si sono stanziate stabilmente sul territorio italiano.

Alcune di queste comunità (valdostani, germanofoni, ladini, sloveni) risiedono da secoli vicino ai confini nazionali e condividono la lingua con le popolazioni d’oltreconfine. Altre comunità storiche (albanesi, greci, franco-provenzali, catalani, croati, occitani) sono più disperse sul territorio. Altre ancora (sardi, friulani) sono stanziate in regioni specifiche. La legge italiana riconosce e tutela queste minoranze.

Alle minoranze linguistiche storiche si sono aggiunte, negli ultimi decenni, nuove minoranze linguistiche, sorte a seguito dell’intensificarsi dei flussi migratori e diffuse a macchia di leopardo sull’intero territorio italiano. Si tratta di comunità formate da persone che sono immigrate in Italia dalle più diverse aree del mondo e che, tra loro, parlano nelle rispettive lingue materne.

Dividetevi in gruppi di 2-3 sotto la guida dell’insegnante. Ciascun gruppo, attraverso una ricerca su Internet, dovrà individuare le aree di localizzazione di una delle minoranze linguistiche riconosciute e tutelate dalla legge. Alla fine, riunitevi per creare una Carta delle minoranze linguistiche storiche dello Stato italiano.

ESERCIZI

1 Individua la funzione della lingua nelle seguenti frasi, indicando con I la funzione informativa (3), con E l’espressiva (3), con C la conativa (3), con F la fàtica (2), con P la poetica (2) e con M la metalinguistica (1).

1. Brr, che freddo! ( ) 2. Chiudi subito quella finestra! ( ) 3. I passeggeri in partenza per Olbia sono pregati di presentarsi all’uscita n° 2. ( ) 4. Auguri Riccardo! ( ) 5. Ha la carnagione molto chiara, le consiglio questa crema protettiva. ( ) 6. Fai attenzione, ti prego, è molto fragile! ( ) 7. Altissima, Purissima, Levissima. ( ) 8. I mari: da poco mossi a mossi. ( ) 9. Applica nell’apposito spazio sul coupon la prova di acquisto. (........) 10. Collina: rilievo del terreno che in genere non supera i 600 m. (........) 11. Moglie e buoi dei paesi tuoi. (........) 12. Mi senti Sara? Pronto? (........) 13. Caro diario, oggi è stata una giornata indimenticabile. ( ) 14. Buongiorno, Eleonora, già al lavoro? ( )

2 In un testo le varie funzioni della lingua si intrecciano, anche se spesso una è prevalente. Indica le funzioni della lingua nelle singole frasi e la funzione prevalente di tutto il testo.

Prendete carta e penna e scrivete la ricetta della Torta russa. ( ) Occorrono: 300 g di ricotta, 4 uova, 100 g di burro, 7 cucchiai di zucchero, 1 cucchiaio di farina, 2 cucchiai di fecola, 2 cucchiai di rum, 50 g di pinoli, 50 g di uvetta. (...........................................) Tutto qui, non sono molti gli ingredienti, non vi pare? (...........................................) Montate i tuorli con lo zucchero e il burro e aggiungete nel seguente ordine la ricotta, la farina, la fecola, il rum, l’uvetta, i pinoli e infine gli albumi montati a neve. Cuocete la torta in forno a 150 °C per un’ora. ( ) Vi piacerà sicuramente! ( )

Buon appetito! ( )

Funzione prevalente:

3 Individua il registro linguistico nelle seguenti frasi, indicando con AS quello aulico e solenne (1), con F quello formale colto (3), con M quello medio (2), con FC quello familiare-colloquiale (2) e con IC quello intimo-confidenziale (2).

1. Qua si sta da Dio, mille auguri alla Lella, baci, Pietro. (........) 2. Le rivolgo i migliori auguri per la sua salute. ( ) 3. Non vedo l’ora di cavarmi d’attorno ’sti lavori. ( ) 4. Sarebbe per noi un onore se Lei volesse cortesemente partecipare al nostro dibattito. ( ) 5. Mandami subito due righe di conferma. ( ) 6. La sollecito affinché provveda al saldo. ( ) 7. Abbia la cortesia di indicarmi la via più breve per arrivare alla stazione. ( ) 8. Cosa ne pensate dei programmi televisivi d’intrattenimento? ( ) 9. Cari colleghi, vi porto i saluti più sentiti del nostro Direttore, assente per motivi di famiglia. (........) 10. Spostati, imbranato, lasciami passare! (........)

4 PRODUZIONE Riscrivi sul quaderno i seguenti messaggi utilizzando il registro linguistico indicato tra parentesi.

1. Desidero invitarti a cena con i tuoi genitori, domenica. (registro informale) 2. Che rottura ’sto documentario! Cambia canale! (registro medio) 3. Vi prego di tacere, il vostro compagno è in difficoltà. (registro aulico e solenne) 4. Non scherzare, spiegami come hai superato la prova. (registro formale colto) 5. La prego di venirmi in aiuto perché non riesco a uscire da questa strettoia. (registro familiare-colloquiale) 6. Ho la testa che mi scoppia, sento un male pazzesco nella parte alta del collo. (registro formale colto)

5 PRODUZIONE Indica qual è il registro utilizzato nei seguenti messaggi, poi trasformali in base ai registri indicati.

1. Prof, viene con noi a mangiare la pizza?

Registro:

a. registro intimo-confidenziale:

b. registro medio: ............................................................................................................................................................................

c. registro formale colto: .............................................................................................................................................................

2. L’avvocato l’attende, entri pure.

Registro:

a. registro medio:

b. registro familiare-colloquiale:

3. Dai, falla finita, piantala di lagnarti!

Registro:

a. registro formale colto:

b. registro medio:

4. Lo spavento è stato enorme, fortunatamente il soccorso è stato immediato.

Registro: ...............................................................................................................................................................................................

a. registro aulico e solenne:

b. registro intimo-confidenziale:

c. registro familiare-colloquiale:

6 PRODUZIONE Riscrivi le seguenti frasi, passando dal registro informale a quello medio.

1. Non ho capito un’acca! ...................................................................................................................................................................................................................

2. Che barba la lezione di scienze!

3. Carlo, il ragazzo di Mila, è un bestione. Peserà più di un quintale!

4. Ho un male bestiale a ’sto dente davanti in alto.

...................................................................................................................................................................................................................

5. Mi sto sciogliendo, apri la finestra.

6. Ma che accidenti di problema è questo?

7 PRODUZIONE Riscrivi le seguenti frasi passando dal registro medio a quello formale.

1. Il farmaco va tenuto fuori dalla portata dei bambini.

2. Subito dopo l’Unità d’Italia fu adottata una politica di diffusione della lingua italiana.

3. Martoriato dall’inquinamento, il mare è anche impoverito dai pirati della pesca.

...................................................................................................................................................................................................................

4. Ognuna delle tre ragazze designate dal professore dovrà recitare una lirica di Montale.

5. Molti ambienti naturali sono esposti al pericolo di una totale distruzione.

6. Scrivete due frasi ellittiche del soggetto.

8 PRODUZIONE Scrivi il seguente messaggio in tutti i modi possibili, utilizzando i vari registri linguistici.

Chiedere che cosa significa la parola «stress».

9 Trascrivi in italiano nazionale la seguente favola di Trilussa (1871-1950), scritta nella varietà dell’italiano di Roma.

Un lupo che beveva in un ruscello vidde, dall’antra parte de la riva, l’immancabbile agnello.

Perché nun venghi qui? – je chiese er lupo – ..........................................................................................

L’acqua, in quer punto, è torbida e cattiva .......................................................................................... e un porco ce fa spesso er semicupo.

Da me, che nun ce bazzica er bestiame, er ruscelletto è limpido e pulito...

L’agnello disse: – Accetterò l’invito quanno avrò sete e tu nun avrai fame.

da Trilussa, Libro muto, Mondadori

10 Collega ogni coppia di geosinònimi alla corrispondente parola dell’italiano nazionale.

1. fulminante, prospero a. grembiule

2. moroso, zito

3. parannanza, zinale

b. idraulico

c. immondizia

4. stagnaro, trombaio d. fiammifero

5. rumenta, rusco e. fidanzato

6. sciapo, sciocco

f. insipido

11 Completa la traduzione dei seguenti proverbi dialettali.

1. Un pare mantien sete fioi, e sete fioi no i ze boni da mantegner un pare. (Veneto) Un padre mantiene sette figli,

2. Maz, mes di mat e di sumer. (Emilia-Romagna) Maggio,

3. Senza lilleri ’un si lallera. (Toscana) .................................................................................................................................................................................... non si spende.

4. Quanno fiurisce la cerqua, sementa la cicerchia. (Umbria)

5. Rrcévene l’andich: apprima la scorza a rapp’la mulluca. (Puglia) Dicevano gli antichi:

6. Ogni scarrafone è bell’a mamma soja. (Campania)

12 LESSICO PRODUZIONE Scrivi una frase con ciascuno dei seguenti dialettalismi.

1. vidimare

2. abbaino

3. sfondone ...............................................................................................................................................................................................

4. becero ....................................................................................................................................................................................................

5. carosello

6. intrallazzo

Le abilità linguistiche di base

1 Abilità fruitive e produttive p. 18

2 Saper ascoltare p. 18

3 Saper leggere ................................................................................................................ p. 23

La lettura ad alta voce p. 23

La lettura silenziosa p. 23

La lettura orientativa .................................................................................................... p. 24

La lettura selettiva p. 25

La lettura analitica o approfondita ................................................................ p. 25

4 Saper parlare p. 30

L’interrogazione ................................................................................................................ p. 31

La relazione orale p. 32

La discussione e il dibattito p. 32

5 Saper scrivere p. 37

Il processo di scrittura ................................................................................................. p. 37

Lo stile di scrittura p. 39

In ogni doppia pagina, inquadra il QR code in alto per accedere agli strumenti inclusivi disponibili su Raffaello Player: testo ad alta leggibilità, audiolettura, dizionario di italiano, traduttore multilingue.

1 Abilità fruitive e produttive

Per usare in modo corretto una lingua, sia in forma orale sia scritta, occorre acquisire quattro abilità linguistiche di base: ascoltare, leggere, parlare e scrivere.

Queste abilità sono dette «di base» perché sono fondamentali, indispensabili agli esseri umani per comunicare.

Le abilità di base non sono innate ma vengono apprese e rafforzate nel tempo. Ascoltare e parlare sono abilità naturali che si acquisiscono sin dalla primissima infanzia (abilità primarie); leggere e scrivere, invece, sono abilità che vengono apprese generalmente attraverso lo studio e l’esercizio a scuola (abilità secondarie).

Lo sviluppo delle abilità linguistiche di base permette alle persone di comunicare efficacemente tra loro ed è il trampolino verso l’acquisizione di abilità più complesse che consentono di comprendere e produrre qualsiasi tipo di testo.

Ascoltare e leggere sono abilità di tipo fruitivo: chi ascolta o legge fruisce, cioè è il ricevente del messaggio.

Parlare e scrivere sono abilità di tipo produttivo: chi parla o scrive produce, cioè è l’emittente del messaggio.

Le abilità linguistiche di base

secondo quando vengono apprese

secondarie primarie

ascoltare

parlare

secondo il ruolo di chi le applica fruitive produttive si distinguono

leggere scrivere

2 Saper ascoltare

«Ascoltare» non è lo stesso che «sentire». L’atto di sentire non richiede nessuna particolare azione da parte nostra: suoni e rumori ambientali vengono captati naturalmente dal nostro orecchio; l’atto di ascoltare, invece, richiede un’azione intenzionale che consiste nel prestare attenzione e partecipazione a quanto udiamo per comprendere un messaggio.

Perché un processo comunicativo sia efficace e fruttuoso, chi ascolta dovrebbe adottare alcuni accorgimenti prima, durante e dopo l’ascolto.

Prima dell’ascolto

• Elimina le fonti di disturbo (smartphone, videogiochi...).

• Individua lo scopo per cui ti appresti ad ascoltare: imparare qualcosa (lezione scolastica), avere informazioni su un argomento di tuo interesse (trasmissione culturale, conferenza…), conoscere e capire le opinioni di altre persone (discussione, intervista...).

• Familiarizza con l’argomento che sarà oggetto di ascolto (per esempio, prima di ascoltare una lezione dell’insegnante sfoglia il capitolo del libro di testo relativo all’argomento trattato, leggi i titoli dei paragrafi, osserva le mappe e le illustrazioni...).

• Informati su chi parlerà (per esempio, cerca informazioni sull’attività di ricerca del relatore o della relatrice di una conferenza).

Durante l’ascolto

• Non ti distrarre, concentrati su ciò che stai ascoltando.

• Osserva attentamente la gestualità di chi parla, per cogliere anche i messaggi non verbali.

• Segui il filo del discorso e identificane i contenuti fondamentali.

• Distingui i fatti e le informazioni dalle opinioni di chi parla.

• Prendi appunti, annotando in forma sintetica o schematica i contenuti fondamentali del discorso e le informazioni, i termini, i concetti che non ti sono chiari.

Dopo l’ascolto

• Domanda a chi ha parlato di chiarire i contenuti del discorso che non hai capito.

• Rifletti sulle informazioni ricevute.

• Riordina e rielabora gli appunti.

• Memorizza le informazioni acquisite.

Come prendere e rielaborare gli appunti a scuola

Durante una lezione scolastica, per prendere appunti in modo rapido ed efficace:

• all’inizio, ricordati di scrivere materia, data e argomento della lezione, per esempio:

Appunti: lez. Storia, 20/12/2024, L’anno Mille e la rinascita dell’Europa

• usa abbreviazioni (per esempio cap. [capitolo], p. [pagina], xché [perché], qs [questo], prob [problema]), segni convenzionali (per esempio ! [importante], ? [dubbio]) e simboli matematici (x, –, + , < [minore di], > [maggiore di], ≈ [simile]; ≠ [diverso da]);

• usa elenchi scanditi da trattini, numeri progressivi o lettere;

• nominalizza, cioè usa nomi anziché verbi o aggettivi, per esempio: La popolazione cresce e le città si sviluppano = crescita popol + sviluppo città

• elimina articoli, aggettivi, preposizioni e verbi ausiliari, per esempio:

Grazie alle nuove tecniche agricole e al recupero di terre coltivabili si ottengono raccolti più abbondanti = tecniche agricole + recup terre + raccolti

• sottolinea o cerchia le parole chiave;

• per richiamare e collegare informazioni e concetti usa frecce (per esempio [conseguenza], [relazione]) e asterischi;

• se ascolti una descrizione di oggetti o luoghi, riproducili con disegni o schizzi;

• immediatamente dopo l’ascolto, rileggi gli appunti, completali nei punti in cui sono troppo sintetici o poco chiari;

• a casa, riordina e rielabora gli appunti trasformando gli schemi in testi, per esempio:

A partire dall’anno Mille

aumento della popolazione disboscamenti

nuove tecniche agricole

determinano

aumento della produzione agricola

che provoca così

rinascita delle città rinascita dei commerci

nella Reconquista spagnola

per i regni cristiani europei inizia un periodo di espansione

che culmina

nelle crociate in Terra Santa

A partire dall’anno Mille si assiste a una ripresa agricola e demografica. La produzione di cibo aumenta perché le nuove tecniche agricole e il recupero di terre coltivabili permettono di ottenere raccolti più abbondanti. La popolazione cresce rapidamente e le città si sviluppano, favorendo anche la ripresa del commercio. I regni cristiani muovono contro gli «infedeli» alla riconquista delle terre che i Turchi avevano occupato, in Terra Santa con le crociate e in Spagna con la Reconquista

Basandoti su quanto hai appena letto, esamina in modo critico gli ultimi appunti che hai preso. Che cosa avresti potuto annotare in modo diverso?

Esame in vista!

Durante il colloquio d’esame, dovrai ascoltare con attenzione le domande della commissione e analizzarle mentalmente. Se hai dubbi, chiedi gentilmente a chi te le ha poste di ripeterle o riformularle, così da poter elaborare una risposta pertinente. Nel corso della prova orale ti sarà richiesto non solo di esporre quello che sai, ma anche di dialogare con la commissione; dovrai quindi mantenere l’ascolto sempre attivo e aspettarti domande e interruzioni.

ESERCIZI

1 PRODUZIONE Entra nel negozio dove solitamente la tua famiglia fa la spesa; scrivi sul quaderno i rumori che senti, distinguendo tra quelli dominanti e quelli di sottofondo.

2 Indica lo scopo dell’ascolto dei seguenti testi orali.

1. Una canzone:

2. Una lezione di storia:

3. Un annuncio all’aeroporto: ........................................................................................................................................................

4. Il telegiornale: ...................................................................................................................................................................................

3 Scrivi accanto a ogni abbreviazione o simbolo usato per prendere appunti la lettera corrispondente al suo significato.

1. xciò (...........)

2. > ( )

3. –> ( )

4. qs ( )

5. cap. ( )

6. es. (...........)

7. + (...........)

8. ≠ ( )

9. sec. ( )

10. vol. ( )

a. diverso da

b. per esempio

c. capitolo

d. questo

e. più

f. perciò

g. conseguenza

h. maggiore di i. volume

j. secolo

4 Inquadra il QR code e ascolta più volte il testo proposto. Nel frattempo, svolgi i seguenti esercizi.

1. Il testo abbonda di termini sonori e onomatopeici: cancella dall’elenco quelli non presenti. gorgoglio – zampettio – tramestio – frullio – fruscio – scotimento – rimbombo – colpo – scalpiccio –strofinio – gocciolio – scricchiolio – soffio – rabbuffo – miagolio – grido – frastuono – cigolio – rotolio

2. Il testo usa frequenti immagini acustiche di sicuro effetto. Quali? Sottolineale nell’elenco. quasi che una mano impaziente la pettinasse – un oscillare morbido e continuo – scrollava dai rami – muoveva con precauzione – appoggiava con attenzione le pietre – graffiava l’aria – cacciava il silenzio attorno – i passi veloci sul pavimento – aprire l’ossuto portone – uno scattare impetuoso

5 Trascrivi le seguenti frasi utilizzando simboli matematici, segni e abbreviazioni.

1. Tra i treni che transitavano al sesto binario c’era il Frecciarossa per Lecce.

2. Nel diciottesimo secolo scoppiò la Rivoluzione francese.

3. L’1 per cento della popolazione inglese lavora nel settore primario, in Irlanda il 5 per cento circa.

4. Nella fiaba le due sorelle hanno caratteri diversi; la madre preferisce la figlia maggiore e non sopporta la minore.

5. Perché i protagonisti di questo racconto sono tanto sfortunati?

6. Studiate il terzo capitolo fino a pagina settantasette e fate gli esercizi quattordici e sedici a pagina settantacinque.

6 Inquadra il QR code e ascolta il testo proposto, quindi riordina le par ti qui sotto numerandole da 1 a 4.

( ) i topi campagnoli comuni, ad esempio, incominciano a partorire già all’età di cinque settimane, dando alla luce fino a 12 piccoli ogni nidiata

(..........) distruggendo enormi quantità di cereali, sementi e prodotti ortofrutticoli di primaria importanza

( ) fin dall’antichità, i topi hanno rappresentato una calamità per l’uomo non soltanto per le malattie che trasmettono, ma anche per i danni che provocano all’agricoltura

( ) la capacità dei roditori di diffondersi a dispetto di qualunque ostacolo è favorita dalla loro ben nota prolificità

7 Inquadra il QR code e ascolta il testo proposto, prendendo appunti. Rispondi quindi alle seguenti domande.

1. In quali occasioni i Greci organizzavano i giochi sportivi?

2. Quali erano le discipline più diffuse?

3. In quale periodo dell’anno si svolgevano le Olimpiadi?

4. Chi non poteva gareggiare?

5. Una tregua sacra precedeva le Olimpiadi: in che cosa consisteva?

6. In che cosa consisteva il primo premio?

8 Inquadra il QR code e ascolta il testo proposto, prendendo appunti. Rispondi quindi alle seguenti domande.

1. Quali sono gli alberi sempreverdi tipici della macchia mediterranea? E gli arbusti?

2. Perché l’uomo ha sacrificato gran parte della foresta mediterranea?

3. Gli insetti sono presenti nella macchia? Se sì, di quali uccelli costituiscono il nutrimento? ...................................................................................................................................................................................................................

4. Quali animali popolano la macchia mediterranea?

3 Saper leggere

Leggere significa decodificare un testo scritto per comprenderne il significato.

Nella vita di tutti i giorni leggiamo per scopi diversi:

• per ottenere informazioni su un argomento e farci un’opinione su fatti ed eventi (quotidiani, riviste, libri di saggistica...);

• per imparare (testi scolastici, dizionari, enciclopedie...);

• per piacere personale (libri di narrativa, fumetti...).

L’abilità di lettura si apprende grazie a un insegnamento specifico e si sviluppa attraverso una pratica continua; può essere migliorata esercitando l’attenzione, la memoria e la percezione visiva.

La lettura ad alta voce

La lettura ad alta voce è un tipo di lettura che coinvolge non solo la persona che legge, ma anche altre persone che ascoltano; il suo scopo è quello di condividere con qualcuno il testo che si sta leggendo, interpretandolo in modo appropriato.

Per leggere bene ad alta voce:

• pronuncia le parole in modo chiaro e corretto;

• regola il volume della voce in base al luogo in cui ti trovi;

• regola il respiro per non rimanere a corto di fiato in mezzo alle frasi;

• regola la velocità di lettura e rispetta le pause indicate dai segni di punteggiatura;

• leggi in modo espressivo, scandendo le parole o le frasi più importanti, dando la giusta intonazione alle interrogazioni, esclamazioni e sospensioni;

• accompagna la lettura con gesti ed espressioni adatte a rafforzare il significato di quello che stai leggendo.

Prima di dare inizio alla lettura ad alta voce, scorri con gli occhi le pagine che dovrai leggere, così da farti un’idea sul genere di testo (espressivo, descrittivo, dialogato...), sulla lunghezza dei periodi, sulla frequenza e il tipo di punteggiatura.

Non trascurare la postura: leggere in piedi, ben eretti, facilita il controllo della respirazione.

Mentre leggi, di tanto in tanto, rivolgi lo sguardo alle persone che ti ascoltano, che in questo modo si sentiranno più coinvolte. Attenzione, però, a non perdere il segno, perché, perdendo tempo per ritrovarlo, otterresti l’effetto opposto!

La lettura silenziosa

La lettura silenziosa è quella che avviene solo per via mentale, cioè senza recitare ad alta voce il testo.

Per facilitare la lettura silenziosa:

• non scandire le sillabe mentalmente;

• non fermare gli occhi dopo ogni parola;

• non pronunciare le parole mentalmente;

• non muovere le labbra.

Per aumentare la velocità della lettura silenziosa:

• esercita gli occhi a muoversi rapidamente sulla pagina. A questo scopo potrebbe esserti utile far scorrere la punta di una matita lungo la riga che stai leggendo, oppure allenarti a: – individuare tutte le occorrenze di una certa parola in un elenco di parole dalla grafia simile (per esempio, trova tutte le occorrenze della parola figlio nell’elenco figlio, miglio, tiglio, figlio, taglio, giglio, piglio, figlio, ciglio);

– trovare una parola di senso compiuto all’interno di una sequenza di lettere, per esempio TMTTMOOPPTEMPOPPOOTOMPPEEEMEPEMTO;

• leggi per blocchi: la velocità di lettura dipende anche dal numero di parole che si inquadrano con un solo colpo d’occhio; facendo entrare un numero maggiore di parole nel campo visivo, la lettura sarà più veloce perché diminuirà il numero di soste degli occhi. Ricorda anche che la migliore lettura veloce è quella che fa coincidere ogni sosta con la fine di una sequenza di parole dotata di senso. Per esempio, nella lettura silenziosa di un testo come «Oggi la gente ha sempre poco tempo e fa tutto in gran fretta» i segmenti inquadrati da un lettore lento e da uno veloce potranno essere, rispettivamente, i seguenti:

Og/gi/la/gen/te/ha/sem/pre/po/co/tem/po/e/fa/tut/to/in/gran/fret/ta

Oggi la gente ha sempre poco tempo / e fa tutto in gran fretta.

• prevedi le parole: la velocità di lettura aumenterà se sarai in grado di prevedere come terminano le parole che vanno a capo e quali sono le parole che completano una frase. Potrai acquisire questa abilità per mezzo di un esercizio costante di lettura che arricchirà anche il tuo bagaglio lessicale.

La lettura orientativa

La lettura orientativa è una lettura rapida, silenziosa e non lineare, finalizzata a farsi una prima idea sui contenuti del testo.

Per una lettura orientativa efficace è bene soffermarsi su elementi diversi a seconda del testo esaminato. Osserva la tabella:

Tipo di testo

Capitolo di un libro

Libro

Giornale

Elementi da considerare

• Titoli ed eventuali sottotitoli

• Incipit (che inquadra l’argomento) e conclusione (che ne fa la sintesi)

• Immagini e didascalie

• Parole evidenziate

• Schemi riassuntivi

• Elementi in copertina: titolo e nome dell’autore o autrice

• Risvolti e quarta di copertina (che presentano in sintesi l’opera e l’autore o l’autrice)

• Indice

• Presentazione o introduzione

Titoli, occhielli, sottotitoli delle pagine che ti interessano (cronaca, cultura, sport...)

La lettura selettiva

La lettura selettiva è una lettura a cui si ricorre per trovare all’interno di un testo informazioni o dati specifici. Per esempio, si effettua una lettura selettiva quando si consulta una rubrica telefonica per cercare il numero di una persona o quando si scorre un orario ferroviario alla ricerca della soluzione di trasporto più adatta alle proprie esigenze.

Per una lettura selettiva efficace:

• individua il criterio di organizzazione delle informazioni: alfabetico come in un dizionario, cronologico come in un libro di storia, tematico come in questo volume di educazione linguistica;

• scorri rapidamente il testo prestando attenzione alle parole in grassetto o corsivo, agli elenchi, alle tabelle, agli schemi riassuntivi

La lettura analitica o approfondita

La lettura analitica o approfondita è il tipo di lettura che serve per assimilare, ricordare e valutare il contenuto di un testo. È, quindi, il tipo di lettura che utilizzi (o dovresti utilizzare) quando studi.

La lettura analitica richiede la capacità di:

• capire il significato delle parole usate nel testo;

• individuare quali sono i temi principali e come sono collegati fra loro;

• individuare lo scopo del testo, lo stile e il punto di vista dell’autore o autrice;

• fissare nella memoria i contenuti principali per poterli ripetere;

• dare un giudizio su ciò che si è letto.

Per una lettura analitica efficace come mezzo di studio:

• non leggere tutte le pagine da studiare in una sola volta, dall’inizio alla fine (non fisseresti le nozioni e i concetti da ricordare!) ma non fermarti neanche a ogni riga (il significato globale del testo ti sfuggirebbe!);

• piuttosto, leggi un paragrafo per volta compiendo le seguenti operazioni: cerca nel dizionario il significato dei termini che non conosci, sottolinea le parole chiave, dividi il testo in unità di senso e dai a ciascuna un titolo;

• ripeti il paragrafo per assicurarti di ricordarne i contenuti più importanti;

• alla fine ripeti più volte tutti i paragrafi letti, controllando il testo per verificare di aver rielaborato correttamente i contenuti.

Esame in vista!

Per arrivare senza ansia alle prove d’esame devi ovviamente conoscere bene gli argomenti studiati nel corso dell’anno scolastico. Aver studiato passo passo svolgendo con responsabilità gli esercizi proposti dagli insegnanti ti metterà in condizione di ripassare le singole materie con la giusta serenità e lucidità, allontanando la «paura dell’esame». Arrivati all’ultimo mese di scuola è impensabile studiare tanti argomenti nuovi, perché si è stanchi per il lavoro svolto durante l’anno; più sensato e utile, invece, è riprendere in mano gli argomenti già studiati e ripassarli con il metodo giusto, ottimizzando i tempi e le energie mentali che si hanno ancora a disposizione.

ESERCIZI

1 Indica per quale scopo leggeresti ognuno dei seguenti testi. Testi Scopi

1. Un romanzo giallo.

2. L’etichetta all’interno di una maglia.

3. Una guida turistica.

4. Lo stradario di una città.

2 Indica per ciascuno dei seguenti scopi di quali testi potresti servirti. Scopi Testi

1. Ripassare un capitolo di scienze.

2. Cercare il significato di una parola che non conosci.

3. Rasserenare un bambino annoiato.

4. Conoscere i risultati delle partite di calcio di Serie A.

3 Individua e cerchia i personaggi storici citati nella seguente sequenza di lettere (12).

VIERINAPOLEONEGIORGIOCRISTOFOROCOLOMBOPIPPOGRADARAFEDERICOIISANDROGIANNIMORANDIMAZZINICAVOURALDOALARICOANGOLOGIULIOCESAREANDREANICLEOPATRAMANICHINIFIORELLOALESSANDROMAGNOGARIBALDILELLACAROELISABETTAIBISMARCKPIACE

4 Completa le seguenti parole ed espressioni in cui mancano alcune lettere. fa____o____a ; tr____d____zi____ ____e ;

5 Specifica lo scopo per cui leggi i seguenti tipi di testo e indica il tipo di lettura (orientativa, selettiva o approfondita) che ognuno di essi richiede.

1. Un capitolo di geografia

2. Il sito web di una compagnia aerea

3. Una guida turistica

4. Le istruzioni d’uso di uno smartphone

5. Il dizionario

6. Un’antologia di documenti storici

7. Un giornale economico

8. Una poesia

G.Dolcini-C.Dellonte Comunicazione,Anoilaparola!testiestorytellingISBN978-88-472-4306-4

A NOI la PAROLA!

A noi la parola! è un corso di grammatica italiana per la scuola Secondaria di primo grado che pone al centro studentesse e studenti, con le loro esperienze, il loro linguaggio, le loro modalità di interazione. L’approccio inclusivo e motivante è pensato per aumentare il grado di coinvolgimento ad ogni livello, attraverso una didattica innovativa per fasi di apprendimento, basata su una metodologia consolidata e funzionale alla messa in opera della didattica per competenze.

• Approccio metodologico inclusivo per fasi di apprendimento (Rifletto, Apprendo, Fisso, Faccio)

• Massiccia presenza e varietà di esercizi, con percorsi personalizzati

• Laboratorio di lessico

• Escape game multimediali di fine sezione

• Compiti di realtà Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE, GRATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, n° 627, art.4. n° 6).

• Primo incontro con il latino

• Introduzione allo storytelling e al digital storytelling

• Proposte di educazione civica

• Unità di apprendimento finalizzate all’orientamento scolastico

Codici per adozione e pack vendita (modalità mista di tipo b – libro cartaceo e libro digitale)

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