PRATO Book Finale

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CAMPIONATO DI GIORNALISMO

GIOVEDÌ 22 MARZO 2012

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Scuola media

Pier Cironi Prato

Videogame, i nuovi amici virtuali Ecco come sono nate le consolle e le conseguenze del loro utilizzo VIDEOGAME: sono troppo poche due parole rispetto al tempo che i giovani trascorrono davanti ad una console. Oggi molti ragazzi preferiscono un amico virtuale anziché un amico reale con il quale uscire o confidarsi, ma pochi di loro sanno che il primo videogame risale al 1947, si chiamava «Cathode-ray tube amusement device» e si ispirava agli schermi radar della seconda guerra mondiale, basandosi sul lancio di un missile verso un bersaglio. Goldsmith e Mann, che lo progettarono, mai avrebbero pensato di avere tanto successo e certamente non potevano immaginare che in pochi decenni i videogiochi si sarebbero così evoluti, fino a raggiungere gli elevati livelli di tecnologia, grafica e dinamiche di gioco che hanno ai nostri giorni. Ma cosa ha di speciale un videogioco rispetto alla buona musica o alla Tv? Il “giocatore” mette alla prova la propria abilità, si sente protagonista e determina il destino dei personaggi, cosa che nella vita non è possibile. Ed è difficile non farsi catturare dall’emozione

LA VIGNETTA Un neonato già impegnato davanti al computer

che si prova ad immergersi in una realtà virtuale, ma così realistica che sembra tutto vero. Così un bambino che torna da scuola, dopo ore di studio, e cerca uno svago, prende subito il video-gioco. E per convincere una persona ad abbandonare la console, le si deve proporre un’alternativa altrettan-

to coinvolgente. Con l’avanzare della tecnologia, poi, i videogiochi sono sempre più intriganti e attirano i desideri di molta più gente. Non sono infatti solo i ragazzi ad usarli, senza dare peso alle possibili conseguenze: anche molte persone del mondo degli adulti passano il proprio

tempo davanti a una console. Così i negozi che vendono videogiochi sono sempre molto affollati ed è possibile anche acquistare videogames in rete, da quelli simulativi a quelli arcade, o procurarsi giochi di seconda mano. E anche in questo momento di crisi economica molte persone usano i loro soldi per comprare video-giochi, che stanno per diventare un bisogno primario. La questione è molto dibattuta da esperti e genitori: c’è chi ritiene che i videogiochi stimolino positivamente il cervello, invece per altri essi provocano conseguenze come offuscamento della vista, danni al sistema nervoso, distorsione della realtà, cambiamenti alle emozioni. Una cosa certa è che la questione video-giochi fa sempre notizia e frequenti sono gli articoli su riviste e quotidiani a riguardo. Naturalmente occorre trovare la giusta via di mezzo e fare un uso moderato di questo tipo di giochi, senza dimenticare mai che si tratta di un passatempo come altri e che la realtà virtuale non deve sostituire la vita vera.

L’INTERVISTA I CONSIGLI DELLO PSICOLOGO SALVO RAGONESI PER UN CORRETTO USO DEI GIOCHI VIRTUALI

«Sistema nervoso a rischio con i videogiochi» LO PSICOLOGO Salvo Ragonesi ci invita a riflettere sulla questione dei videogame e su come i ragazzi potrebbero comportarsi facendo anche altre attività. Cosa ne pensa dei videogame?

«I videogame, al giorno d’oggi, sono uno strumento di divertimento non solo per ragazzi ma anche per adulti, perché si utilizza una tecnologia particolare che venti anni fa non esisteva». I ragazzi d’oggi stanno molte ore davanti ai videogame invece di stare all’aria aperta: stare troppo tempo alla consolle che conseguenze può portare?

L’ESPERTO Lo psicologo Salvo Ragonesi

«La persona che sta molte ore davanti ai videogame potrebbe iniziare ad essere troppo passiva rispetto a quel tipo di stimolo, visto che non si confronta con nessuno e sta ferma. Ciò succede anche perché effettivamente i ragazzi d’oggi sono attratti

dai videogiochi e dalla loro curiosità, invece di fare attività e movimento all’aria aperta». Per lei è meglio usare i video giochi o guardare la televisione?

«Si possono fare tutte e due le cose purché si usino coscienza e moderazione. Le consolle e i computer sono delle macchine dove lo stimolo si dice “unidirezionale”: quello che viene dato parte cioè dallo schermo e arriva solo al cervello, così il ragazzo non può intervenire come quando gioca con un’altra persona». Secondo lei un ragazzo può subire cambiamenti o assumere atteggiamenti diversi dopo aver giocato con i videogame?

«Non necessariamente; se l’esposizione davanti alla console diventa lunga e prolungata si possono però avere delle conseguenze anche a livello di personalità e sul sistema nervoso centrale. Oggi infatti si parla di forme di dipendenza».

REDATTORI IN CLASSE ECCO gli alunni della classe III C della scuola Pier Cironi: Giancarlo Aidara, Giulio Bardazzi, Cristiano Biacchessi, Monique Bianco, Irene Cammelli, Liyi Chen, Andrea Cirillo, Laura Cirillo, Simone De Feo,

Francesca Giannelli, Fransi Hamolli, Darko Kocev, Quingna Lin, Francesco Lucianò, Cosimo Lunetti, Giulia Marino, Francesca Nencetti, Simona Russo, Luca Scatizzi, Manuel Sesti, Xhesi Skota, Lucia

Pia Stirparo, Serena Zhao, Rachele Zizzamia. Dirigente scolastico: Paola Toccafondi. Tutor la professoressa Barbara Duccini. Alla pagina ha collaborato anche la professoressa Paola Giovannardi.

IL SONDAGGIO

Meglio uscire con gli amici che stare al Pc NOVE. È questo il numero dei ragazzi che preferisce giocare ai videogame rispetto ad altre attività, su 157 intervistati. Da un’indagine svolta sulle classi terze della scuola media Cironi è stato infatti rilevato che, contrariamente a quanto si pensi, i ragazzi che preferiscono giocare ai videogame sono il 6%, mentre la maggior parte (65%) privilegia uscire con gli amici. Al secondo posto troviamo “fare sport” con 17% delle preferenze, mentre al 9% degli intervistati piace suonare uno strumento. Il dato più alto indica che il 44% dei ragazzi gioca due volte a settimana ai videogame per circa un’ora e mezzo, anche se i maschi tendono a passare circa mezz’ora in più a giocare rispetto alle ragazze. Le console più diffuse sono la Play Station e la Wii, presenti quasi nel 50% delle case; solo pochissimi non hanno alcuna console (6%), mentre molti ne posseggono almeno due (40%). Per quanto riguarda il genere di videogioco preferito, la situazione è molto diversa fra maschi e femmine: moltissimi ragazzi previlegiano i videogames di azione e guerra (65%), quasi esclusi dalle ragazze, che invece preferiscono giochi di sport (47%). Questa indagine sfata quindi alcuni “miti”, come quello che i ragazzi giochino ai videogames per molte ore ogni giorno, il che è una notizia confortante per molti genitori; allo stesso tempo conferma idee quali quella che i ragazzi preferiscono i giochi violenti a quelli più “calmi”, privilegiati invece dalle ragazze.

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