Lunario 2008

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-I ±!DDIO METRESSI PINGUI² Cinquant’anni fa la chiusura dei casini. A Vasto, però, mai aperti Giusto cinquant’anni fa, entrava in vigore la legge Merlin1, che chiude le cosiddette case di tolleranza, in pratica i bordelli, i lupanari, i postriboli, i locali di meretricio, insomma i casini, come venivano comunemente chiamati. È il 20 febbraio del 1958 e l’approvazione della nuova normativa arriva a conclusione di un lungo ed agitato iter parlamentare contrassegnato da animate discussioni, seguite come forse mai prima, con grande attenzione da parte dell’opinione pubblica, divisa tra favorevoli e contrari. Rileggendo le cronache dell’epoca si può seguirne il filo dei ragionamenti e delle opinioni, tornati peraltro di attualità, e rivivere anche il clima di quel momento certamente storico, caratterizzato da manifestazioni di assenso o di dissenso espresse in varie forme, dall’impegnato a sfondo catto-socialista, al goliardico (memorabili le canzoni degli universitari, da una delle quali è tratto il titolo di questo scritto, oppure le invettive, come la famosa: “cave Merlinam!”) e addirittura al comico-satirico, con una produzione di libri, libelli, testi di cabaret e film davvero rilevante. Gustosissima resta, come testimonianza di quei giorni, la pellicola Arrangiatevi! di Mauro Bolognini, girata nel 1959, con Totò, Peppino De Filippo, Laura Adani, Vittorio Caprioli: una commedia degli equivoci, protagonista una famiglia alla quale capitano un bel po’ d’incidenti, dal momento in cui vanno ad abitare in un appartamento, comprato ad un costo stranamente basso, che si scoprirà essere una “casa” appena chiusa dalla “Merlin”. Con la legge della senatrice socialista viene cancellata all’improvviso una “istituzione” secolare e tutto un La senatrice Lina Merlin mondo, per metà clandestino, “tollerato” appunto, che ha alimentato la fantasia degli adolescenti e costituito il rifugio di generazioni di gaudenti, e d’un tratto, contestualemente, un vocabolario di termini che diventeranno desueti o destinati ad assumere significati diversi, come Cocotte (la strana voce parigina dal senso buffo d’ovo e di gallina, secondo Gozzano2) oppure Nave scuola, Tenutaria, Maitrêsse, Marchetta, Sveltina. Uscita dai casini, la prostituzione si trasferirà nelle strade, con conseguenze decisamente molto più pregiudizievoli sotto l’aspetto della moralità, dell’ordine pubblico e della profilassi, smentendo nei fatti le buone intenzioni del legislatore; ma questa è un’altra storia tutta da raccontare. Quante sono le “case chiuse” in Italia alla data della pubblicazione della legge si sa, anche se con molta approssimazione. Sembra fossero 730, come si ricava dalla relazione dell’indomita firmataria della normativa antimeretricio, e con un “organico”, si fa per dire, di circa tremila “signorine”: in pratica, una rete con un efficiente sistema di collegamento interno per favorire la circolazione delle “addette”, diffusa su tutto il suolo nazionale, in quasi tutti i comuni di una qualche importanza. Tranne però che a Vasto, ove, secondo la documentazione reperita nell’archivio comunale, non risulta siano mai state autorizzate, almeno per tutto l’arco del Novecento. Le carte a disposizione parlano di poco più che timidi tentativi di aprirne nel corso degli anni, rimasti tutti senza esito, dai quali si ricavano, tuttavia, storie abbastanza singolari, quantomeno spiritose, che forniscono uno spaccato davvero interessante della vita e del modo di pensare a Vasto all’epoca… dei casini. 1

Dal nome della presentatrice, la senatrice socialista Lina Merlin (Pozzonovo 1887-Padova 1979). La legge è la seguente: L. 20 febbraio 1958, n. 75. “Norme per l’abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta allo sfruttamento della prostituzione altrui”.

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Cocotte, Guido Gozzano, Poesie, a cura di Giorgio Bárberi Squarotti, Milano, Bur, 2004. 135

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