Consortium 2019/03

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La regolazione del mercato dei vini a Denominazione di Origine

Il benchmark con lo Champagne, il ruolo chiave della filiera informativa e i casi Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOP e Chianti Classico DOP a cura di Daniela Toccaceli Centro studi GAIA Nell’ambito dell’incontro “Regolare il mercato delle filiere vitivinicole nella prospettiva di riforma della PAC” organizzato dal Centro studi GAIA dell’Accademia dei Georgofili e presieduto dal prof. Alessandro Pacciani, che si è svolta a Firenze il 26 giugno 2019, è stato presentato dall’accademica Daniela Toccaceli uno studio commissionato da CREA PB che ispirandosi al caso dello Champagne individua nuove soluzioni organizzative per la gestione delle politiche di mercato da parte dei Consorzi di tutela dei vini a denominazione. La stabilità dei prezzi e la chimera dell’equilibrio di mercato Il problema della stabilità dei prezzi assume un valore particolare se applicato al mondo dei vini a DO. Il prodotto, profondamente legato al territorio, è altamente differenziato tra Denominazioni e all’interno di una stessa Denominazione. Ciascuna ha una propria struttura di filiera e attraverso l’autoregolazione plasma la ricerca sempre più spinta dell’eccellenza. Il mix ottimale di qualità, quantità e prezzi è frutto alchemico di sapiente esperienza nella gestione delle denominazioni. Ma è anche il frutto del confronto tra interessi che si contrappongono e competono nel mercato interno alle filiere. E il risultato di tale rapporto di forze si proietta sul mercato finale. In questo mondo la parola mercato si declina solo al plurale e di questo le scelte dei policy makers devono tenere opportuna considerazione nel definire gli strumenti che supportino gli operatori nella

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