Puglia d'oggi n. 17

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Europa

venerdì 11 maggio 2012

LA FESTA DELL’EUROPA - Il 9 maggio 1950 la proposta di Robert Shuman

Coesione tra Stati per superare la crisi Il 9 maggio 1950 Robert Schuman presentava la proposta di dar vita a un’Europa organizzata, solidale, necessaria al mantenimento di relazioni pacifiche tra gli Stati del Continente, dopo anni di cruente guerre. La proposta, nota come “Dichiarazione Schuman”, fu l’atto di nascita dell’Ue. Questa giornata, diventata simbolo europeo, è sempre stata festeggiata come una data storica di incommensurabile novità, foriera di pace e benessere per i popoli del Vecchio Continente. Dopo 62 anni di entusiasmo e orgoglio, stavolta ci sarà poco da celebrare gioiosamente per colpa della crisi che attanaglia tutti i cittadini dell’Ue e non solo. Mi auguro, dunque, che possa invece essere un corale momento di riflessione per comprendere quanto sia necessario far fare alle istituzioni un salto di qualità e di adeguamento a un mondo radicalmente cambiato. Un salto di qualità che ridisegni le istituzioni comunitarie, che le rilanci in termini politici, che non le renda succubi della finanza gestita da cini-

ci protagonisti a danno della crescita economica e della salvaguardia del benessere sociale. L’Italia, superando finalmente il suo atavico provincialismo, ha compreso quanto sia importante il contesto europeo per le scelte che il Paese deve operare e ha riacquistato un suo ruolo nel concerto delle nazioni che ne compongono l’unità. Dobbiamo tutti noi, cittadini di questa entità politica, indicare strade nuove di coesione economica, fiscale, militare, sociale, sforzan-

doci di superare quegli egoismi nazionalistici (Germania, Francia, Inghilterra) mai sopiti che hanno prodotto solo danno al benessere di tutti e in particolare alle nuove generazioni. Guai se il sogno dei padri fondatori si trasformasse in incubo. Significherebbe accelerare quella crisi della civiltà occidentale che sembra sempre più profilarsi all’orizzonte, con conseguenze catastrofiche soprattutto per i giovani. Per impedirlo abbiamo assoluto bisogno da un lato di

un sussulto d’orgoglio dei cittadini europei, dall’altro, come diceva Alcide De Gasperi, indiscusso protagonista del sogno dell’Ue, servono “non politici che guardino alle elezioni, ma statisti che guardino alle nuove generazioni”. Con questo spirito, abbiamo partecipato il 9 maggio alla festa dell’Europa con rinnovata fiducia e speranza in noi stessi e in chi avremo scelto per il gravoso compito di governarci! Potito Salatto Salvatore Tatarella Europarlamentari Ppe

Il Parlamento Europeo

parla il presidente del consiglio ue

Cooperazione aiuto e integrazione ma non gli “Stati Uniti d’Europa” ‘’L’Unione europea non diventerà mai gli Stati uniti d’Europa. Ci sono 27 stati o 28 (con la Croazia). Ogni paese ha la sua propria storia, qualcuno ha una storia di 200 anni, come il Belgio, altri una storia di migliaia di anni. Quindi non siamo come gli Usa. Abbiamo 23 lingue. Ogni stato membro ha

una sua propria identità e una situazione specifica dovuta alla propria storia’’. Lo ha detto il presidente del Consiglio Ue, Herman van Rompuy in occasione della festa dell’Europa. La strada da seguire, ha aggiunto, “non è la creazione di un unico grande stato federato,

ma di un’Europa più integrata. Il tempo di crisi è un’occasione molto fruttuosa per farlo’’. L’ex primo ministro belga, in riferimento all’exploit dell’estrema destra nelle ultime tornate elettorali in Francia, Grecia e nella Germania federale ha inoltre ricordato che “il populismo e il nazionalismo non

sono le risposte adeguate alle sfide che Burxelles oggi ha di fronte’’. In risposta alla notizia diffusa in mattinata dal quotidiano greco Kathimerini, secondo cui il leader della Coalizione della Sinistra Radicale, Alexis Tsipras, invieràoggi a Bruxelles e al numero uno della Banca Centrale Europea Mario Draghi una lettera in cui rifiuta i termini dell’accordo di salvataggio internazionale di Atene,

Van Rompuy ha inoltre ribadito che “senza l’Ue il costo’’ per ogni Statmo membro coinvolto nella crisi del debito europeo “sarebbe incredibilmente alto. I politici - ha proseguito - devono parlare un linguaggio chiaro su quanto sta accadendo’’ in Grecia. “Un deficit del 15% e un debito del 160% del Pil, sono insostenibili. Le riforme sono necessarie, con o senza l’Ue’’. V.M.

le celebrazioni del 9 maggio in europa

Giornata Europea celebrata a Bruxelles Martin Schulz: “Insieme siamo forti”

“60 anni fa è iniziata una rivoluzione silenziosa, 60 anni fa è stata posta una pietra di un progetto unico nella storia umana”. È iniziato così il discorso di Martin Schulz, Presidente del Parlamento Europeo, durante la sessione Plenaria a Bruxelles, in occasione delle

celebrazioni della giornata europea. Il 9 maggio 1950, infatti, Robert Schuman, allora ministro degli esteri francese, parlò per la prima volta della necessità della creazione di una Comunità Europea. Il Presidente del PE ha voluto ricordare questa data fondamentale per la

nascita dell’Unione, lanciando un chiaro messaggio nei confronti degli euroscettici: “Sul nostro territorio è presente il migliore sistema sanitario al mondo, anche il nostro mercato unico è uno tra i più potenti ed i nostri valori sono il cardine della nostra identità. Siamo orgogliosi e consapevoli del percorso che abbiamo costruito insieme”. Il Presidente del Parlamento Europeo ha affrontato anche lo spinoso tema della crisi economica e politica che l’Europa sta vivendo, ricordando che “l’unione fa la forza”. Ma come affrontare questo momento difficile? A suo avviso bisogna prevedere un indispensabile risanamento di bilancio per una “equità generazionale”, ma anche di uno stimolo alla crescita assolutamente necessario, ad esempio attraverso l’imposizione di una tassa sulle transazioni finanziarie ed a un rafforzamento della lotta

all’evasione fiscale -”I veri patrioti sono coloro che investono nel loro paese”-. Altro simbolo sul quale bisogna puntare è l’euro. La moneta unica non deve essere il “simbolo degli egoismi nazionali, ma di quella unione e di quella libertà di movimento essenziali per lo sviluppo e la crescita dell’Europa”. Infine, riporta una frase di un ragazzo spagnolo, vittima della disoccupazione dilagante del paese e dell’intera Europa: “Noi giovani siamo d’accor-

do sull’investire 750 milioni di euro per il risanamento del sistema economico, ma quando verrà investito anche solo un milione per noi?”. Durante la discussione è stato interessante l’intervento del Presidente del gruppo ALDE, il belga Verhofstadt, il quale definisce il discorso di Schulz come una semplice “autocelebrazione di noi europei”. Il Presidente del gruppo ha infatti sottolineato il fatto che l’Europa che ormai ricopra una posizione marginale nella scena mondiale, ha parlato di un invecchiamento delle democrazie che non riescono a stare al passo con la crescita dei paesi in via di sviluppo, di una frammentazione dilagante degli Stati nazione, - “L’Europa naviga senza orizzonti, serve una nuova rotta e maggiore concretezza.”. D’altronde non è stato proprio Schuman a parlare di solidarietà dei fatti? Sveva Biocca


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