Lira&Lira nr. 745

Page 42

[ 14 ] ◆ Città

Gli americani ci guardano

L

ELIA CUCOVAZ

a globalizzazione ha cambiato anche l’Altovicentino. E gli americani vogliono studiare come. È per questo che un gruppo di studenti del “College of the Atlantic”, nel Maine, è da alcune settimane a Schio e in alcuni paesi limitrofi per una ricerca antropologica sul rapporto tra presente, passato e futuro di una “tipica comunità veneta”. La cosa potrebbe suonare un po’ strana. Quando si pensa agli antropologi, infatti, vengono in mente i lunghi viaggi in territori poco o per nulla esplorati di Lévi-Strauss o Malinowski per conoscere usi e costumi dele civiltà “vergini”, sperdute nella jungla o isolate dall’Oceano. Perché allora il campo della ricerca diventa oggi l’Alto Vicentino? Lo spiega, Salvatore Poier, nato a Santorso, emigrato negli Usa, e oggi docente di sociologia al “College of the Atlantic”, referente del progetto insieme alla professoressa di antropologia Heath Cabot. «Negli Stati Uniti c’è un grandissimo interesse per l’Italia, vista come luogo in cui la qualità della vita si associa alla presenza di un ricco patrimonio storico-culturale, fatto anche di prodotti e tradizioni artigianali». Una curiosità da cui questa ricerca parte per approfondire l’attualità quotidiana della nostra società e le trasformazioni che culturali che la stanno interessando andando oltre stereotipi come buon cibo, gondole e la Ferrari. «L’obiettivo di questo progetto “sul campo” è quello conoscere lo stile di vita degli italiani nei diversi ambiti del quotidiano - spiega Poier - e il modo con cui le comunità affrontano le sfide del-

Un gruppo di studenti del “College of the Atlantic”, nel Maine, è da alcune settimane a Schio e dintorni per una ricerca antropologica sul rapporto tra presente, passato e futuro di una “tipica comunità veneta”. la contemporaneità». Sfide che, è noto, si sono fatte sentire in tutto il mondo, pur con differenze tra Stati. E che non hanno risparmiato neanche gli Usa, con sconvolgimenti spesso altrettanto traumatici che nel nostro Paese (e in qualche caso, ancora di più). Il piano di ricerca si intitola “Made in Italy: lingua, cultura e lavoro in Veneto” ed è un vero e proprio studio sul campo a stretto contatto con aziende, laboratori artigiani e associazioni. Più nello specifico mira a chiarire come la globalizzazione abbia cambiato la vita, in senso lato, nella nostra regione, definendo in particolare il rapporto tra passato e presente, tra tradizione e innovazione, tra senso della storia e percezione del futuro, in diversi ambiti della

In alto, il gruppo di studenti del Maine. Qui sopra, il sociologo Salvatore Poier con la moglie, l’antropologa americana Heat Cabot

vita quotidiana. La scelta è ricaduta sul Veneto, e su Schio in particolare, sicuramente per i contatti diretti di Poier. Ma anche per il ruolo di questo territorio nel panorama nazionale: punto d’incontro tra pianura e montagna in cui il rapporto di interscambio tra industria e civiltà rurale, tra innovazione e sapere tradizionale, per quanto sfilacciato, è ancora significativo. Gli studenti, tra i 18 e i 20 anni, rimarranno 24 ore su 24 nei loro ambienti di ricerca (tra cui un’azienda del settore moda, un panificio artigiano, il laboratorio di un artista e una cooperativa sociale per l’integrazione dei migranti) partecipando attivamente alle loro attività e rimanendo ospiti in famiglie ad esse legate. Quindi si riuniranno al Tretto per condividere le impressioni e stendere dei resoconti multimediali che saranno poi presentati in un incontro pubblico. «Uno dei primi commenti che sono arrivati - spiega Poier - è che “qui è tutto bello” nel senso le persone usano istintivamente canoni estetici in tutte le scelte quotidiane». «Questo progetto - conclude il docente è stato possibile esclusivamente grazie alla generosità di aziende, associazioni, cooperative e persone della zona che si sono fatte in quattro per trovare contatti, famiglie disposte ad ospitare gli studenti, ed a organizzare momenti di incontro, conoscenza, scambio culturale e anche di festa». ◆


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.