La gestione del verde urbano e rurale

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LA GESTIONE DEL VERDE URBANO E RURALE

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Manuale di buone pratiche e suggerimenti

5. La forestazione urbana gli alberi

compartimenti, che l'albero è in grado di isolare e perdere ("abscissione"). Le ferite sono punti di possibile ingresso per numerosi patogeni, tra cui i microorganismi responsabili del decadimento del legno 55, principalmente funghi e batteri. Di fronte all’ingresso di potenziali “nemici”, alla ricerca di energia e nutrimento, l’albero attua una serie di strategie difensive, consistenti fondamentalmente nell’isolamento dei “compartimenti” colpiti. L'insieme delle reazioni che avvengono nell'albero in seguito a ferite ed infezioni vengono spiegate in un modello, il CODIT (Compartimentalization Of Decay In Trees) sviluppato dallo studioso americano Alex L. Shigo (vedi bibliografia). Il successo dei processi difensivi è condizionato dal verificarsi di una serie di eventi che hanno a che fare con la particolare anatomia dell’albero e dipende dalla capacità dell’albero di isolare tali compartimenti, formando poi nuovi tessuti in posizioni spaziali diverse. Il processo può essere sintetizzato nelle seguenti fasi: 1) la formazione all'interno del legno presente al momento della ferita di una “zona di reazione”, cioè di forti delimitazioni che si oppongono alla diffusione dei patogeni nelle tre direzioni spaziali, difendendo al tempo stesso i sistemi di trasporto, di immagazzinamento dell'energia e di sostegno dell'albero; 2) la produzione, ad opera del cambio cribro vascolare 56, di una “zona di barriera”, costituita da nuove cellule in grado di isolare il legno presente all'epoca in cui è avvenuta la ferita, separandolo da quello che si formerà in epoca successiva. A seguito di una ferita la zona di barriera è la più efficace contro l’avanzata di patogeni del legno. Nelle specie a rapida crescita, in seguito a ferite ed a decadimento interno del legno, le strategie di sopravvivenza sono basate più sulla capacità di formare velocemente nuovi tessuti oltre la zona di barriera, che non sulla difesa dei tessuti colpiti. Nelle specie a crescita lenta, al contrario, la strategia di difesa si basa maggiormente sulla formazione di forti barriere interne, che mirano a impedire o rallentare l’avanzata dei patogeni. Esistono poi comportamenti intermedi. In ogni caso l’albero riesce a sopravvivere se produce nuovi tessuti più velocemente di quanto avvenga il decadimento di quelli vecchi; si possono così determinare cavità interne che, entro certi limiti, non pregiudicano necessariamente la stabilità dell’albero. L'efficacia della difesa dipende dal patrimonio genetico dell'albero (specie diverse hanno comportamenti diversi), ma anche dalle pratiche colturali e dalla quantità di energia di riserva che l’albero può spendere in questi processi. Alberi indeboliti o già danneggiati hanno minori capacità di difesa. Per la formazione della “zona di reazione” le sostanze di riserva, immagazzinate principalmente sotto forma di amido nelle cellule vive del legno, vengono

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La cosiddetta "carie" del legno

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Una sottile fascia di cellule, poco sotto la corteccia, che si dividono dando origine ai "coni" annuali di legno


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