Il Piccolo Giornale

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Lettere

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 DOPO IL REFERENDUM

Riconoscenza a chi ha difeso valori molto importanti Egregio direttore, voglio insegnare ai miei figli la riconoscenza, voglio spiegare loro che questa ha a che fare con il ringraziamento e si porta dietro l’azione gratuita che qualcuno fa verso di te. Questo implica un “debito” che si ha verso l’altro. Tuttavia quando l’azione viene compiuta da tutti si genera uno stato di debito e credito che ci coinvolge reciprocamente: ecco l’azione corale che diviene solidarietà. Il riconoscimento è la creazione della propria identità: insegnerò ai miei figli che riconoscere l’altro e riconoscersi nell’altro ti dà sicurezza, ti fare stare bene nel luogo dove sei e con chi sei, in definitiva definisce il tuo tratto di umanità. Non ho votato su quesiti teorici, ho messo le mie croci su valori sociali, personali ed educativi. Ho affermato che quello che conta è di tutti e per tutti, per noi adesso e qui e per chi verrà. Ho grande riconoscenza verso tutti i miei concittadini e i miei connazionali e particolarmente per i comitati referendari tutti: hanno faticato, hanno avuto mal di stomaco, si sono dati per me, per i miei figli, per tutti. Sono orgoglioso, profondamente fiero di riconoscermi in queste donne e questi uomini che hanno sussultato di fronte alla minaccia verso l’acqua, la terra e la giustizia; hanno sussultato e si sono alzati in piedi per mettersi in mezzo: sono stati veramente Donne e Uomini. Emanuele Coti Zelati Crema ***

 MALCONTENTO

Gli italiani hanno inviato un messaggio forte Egregio direttore, nonostante il disinteresse delle televisioni, gli inviti ad andare al mare, la volontà del Governo di non accorpare il referendum con le amministrative e la scelta di una data a metà di giugno (a scuole addirittura chiuse), più del 57% degli elettori è andato a votare contro il ritorno del nucleare, per mantenere l’acqua pubblica e per non dare a Berlusconi uno scudo giudiziario capace di rinviare i processi. Insomma i “si” hanno trionfato! Sono però convinto che non abbiano votato solo per questo, ma abbiano sfruttato l’ultima occasione possibile, prima delle vacanze, per mandare un altro messaggio forte e chiaro al Governo. E’ evidente da settimane che il sentimento degli italiani è profondamente cambiato: prevalgono la stanchezza, la nausea, il fastidio per una politica che non ha nella sua agenda nessun tema che incrocia la vita dei cittadini e soprattutto il disincanto verso promesse che non sono mai state realizzate. La raccolta delle firme per abolire la legge che privatizzava l’acqua, cominciata più di un anno fa, venne accolta con un certo distacco e scetticismo. L’idea però che la maggioranza degli italiani sarebbe andata alle urne sembrava appartenere alla fantascienza: troppe volte negli ultimi anni il referendum era apparso un’arma spuntata, uno strumento stanco e snobbato dagli italiani. Invece la realtà è apparsa completamente diversa. La politica e anche i mezzi di comunicazione se ne sono accorti in grande ritardo perché i flussi di scontento e la voglia di cambiare hanno viaggiato velocissimi al di sotto dei radar tradizionali. La protesta ha usato mezzi non convenzionali: non si è affidata alle televisioni, ma ha scommesso su un mix di modernità e tradizione. Da un lato si è affidata alle nuove tecnologie e in particolar modo a Facebook, ecc., dall’altro ha ricalcato le strade antiche del passaparola e dei banchetti allestiti in mezzo alla strada. Andrea Delindati Cremona ***

 GOVERNO TRABALLANTE Il centrodestra è stato salvato solo dal gong

Egregio direttore, la prima domanda che ci si pone è questa: chi ha vinto? Credo abbia vinto il senso comune che diceva e dice “basta, non se ne può più”. Che, per altri versi, era stato tradotto dal movimento delle donne in “Se non ora, quando?”. E’ un

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sentimento che, abbinato ai tre temi fondamentali posti dal referendum, ha richiamato a protagonista la società civile variamente intesa: movimenti, associazioni, comitati, reti spontanee, ecc. E’ tornata ad essere protagonista la “cittadinanza attiva” che ha saputo informarsi ed informare anche al di fuori dei canali abituali; che ha utilizzato la rete (Facebook, Twitter, Sms, ecc.) come strumento impareggiabile di interazione, come incarnazione di una nuova forma di partecipazione e di democrazia. E nello stesso tempo ha vinto anche l’opposizione politica, ha vinto lo strumento delle “primarie”, hanno vinto i partiti del centrosinistra coalizzati e poi hanno vinto gli elettorati di centrosinistra e di centro che, al ballottaggio, si sono alleati anche al di là di quanto suggerivano i loro (ancora per quanto?) stati maggiori. Sì, perché la splendida vittoria nei referendum è stata il terzo, decisivo uppercut. Che ha potuto diventare decisivo, proprio perché anticipato dal diretto al volto e dal colpo al fegato che sono stati sferrati contro la destra nel primo turno e nel turno di ballottaggio delle recenti elezioni amministrative. Per ora la destra è stata salvata dal gong. Ma - per rimanere alla metafora pugilistica - bisogna iniziare alla svelta la “ripresa” finale. Ad una destra provata e traballante, ora occorre contrapporre un’alternativa credibile, costruita certo attorno all’asse Pd-Sel-Idv, ma che sappia parimenti aprirsi - accogliente e generosa - ai movimenti della “cittadinanza attiva”, che ne sappia rispettare l’autonomia di movimento e di elaborazione, che sappia cogliere i temi di fondo da essa posti e sappia tradurli in progettualità, programmi, azione di governo. Legalità, pari opportunità, sviluppo, lavoro, ruolo di una nuova Europa, ambiente, solidarietà, ricerca e formazione, pace, rispetto delle istituzioni, libertà, democrazia, valori costituzionali: sono questi i temi semplici e complessi nel medesimo tempo - che questo nuovo soggetto politico - che noi chiamiamo il Nuovo Ulivo - deve da subito mettere in campo, in forma unitaria, seria e credibile. Senza troppo tempo in mezzo, senza tiritere egocentriche, alla svelta. Deo Fogliazza Cremona

cui il nostro Paese può e deve fare a meno. Ora l’Italia deve rapidamente darsi un nuovo piano energetico che metta al centro l’efficienza energetica e le rinnovabili. Mentre il risultato dei referendum sull’acqua dà più forza alla necessità di una riforma del servizio idrico integrato per tutelare un prezioso bene comune e garantire una efficiente gestione del servizio. Un segnale anche per la nostra Provincia, che ha raggiunto il 53% e per il presidente della Provincia Salini che aveva invitato all’astensionismo. Ora si apra un vero confronto sulla gestione del servizio idrico integrato anche in Provincia di Cremona. Matteo Piloni Coordinatore della segreteria del Pd

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Venerdì 17 Giugno 2011

Focus Ci sono troppi motivi per dire “no” alla realizzazione della strada sud del Morbasco Egregio direttore, In merito a quanto letto recentemente sul progetto della strada sud del Morbasco, vorrei esprimere il mio disappunto per quest’opera approvata dalla giunta comunale. Punto primo: il problema del traffico in via Del Sale e via Giordano.A ragione, i residenti di quelle aree si lamentano dell’inquinamento acustico e dello smog che li attanaglia e per loro come per altri quartieri bisogna sicuramente fare qualcosa di concreto. Tuttavia la costruzione di un’altra strada, com’è negli intenti del Comune, non solo aggiungerebbe in breve tempo un analogo problema a sud della città, ma lascerebbe oltretutto irrisolto quello in origine [...] Punto secondo: demagogia politica. Chiedo ai cittadini se la scelta di costruire la strada sud del Morbasco spendendo “appena” 15 milioni di euro avrebbe solo il nobile intento di sollevare dal traffico i residenti delle due vie (che ovviamente appoggeranno l’opera) oppure ci vedete dietro qualche altra operazione di tipo “commerciale”? Io penso che una strada immersa nel verde sarà di lì a poco circondata da insediamenti sia urbanistici che commerciali a scapito dell’unico polmone verde della città che ancora ci è rimasto [...] Punto terzo: aspetto ambientale ed ecologico ( ecosistema da preservare). Le aree in cui si collocherà la “strada sud” fanno parte dell’antica golena del Po dove sono evidenti le tracce ambientali e paesaggistiche del graduale allontanamento delle sponde del fiume. L’area molto più depressa rispetto al livello fondamentale della pianura è attraversata da vari corsi d’acqua di rilevanza ambientale come il Morbasco, il Cavo Cerca e la Morta. La strada provocherebbe un fortissimo impatto sull’ambiente e sul pae-

 BATTUTO L’ASTENSIONISMO

 CONTESTAZIONE DELL’ANPI

Si sta aprendo una pagina nuova per il nostro Paese

Una via intitolata a Aldo Protti Un inutile altro tributo

Egregio direttore, è una splendida vittoria, una pagina storica. Dopo sedici anni si torna a superare il quorum, con una valanga di “si”: è la conferma di uno straordinario risveglio civico e di un cambiamento culturale e politico che già si era manifestato nelle elezioni amministrative. Un’altra bruciante sconfitta per Berlusconi e Bossi che avevano puntato tutto sull’astensionismo. La bocciatura del legittimo impedimento rappresenta un segnale inequivocabile; si sta davvero aprendo una pagina nuova per l’Italia. Ma il valore politico di questi risultati non deve oscurare il merito dei referendum. Sul nucleare, per la seconda volta in 25 anni, gli italiani hanno fatto una scelta chiara, dicendo no ad una tecnologia troppo pericolosa e costosissima di

Egregio direttore, la notizia che in questi giorni è stata apposta, in quella che era via Stretta Lunga, la lapide che intitola la via ad Aldo Protti, insigne artista lirico, provoca profondo rammarico nell’Anpi provinciale cremonese. Già in occasione del nostro ultimo congresso, il 27 febbraio 2011, con un ordine del giorno approvato all’unanimità, la nostra associazione aveva deplorato la decisione del Consiglio comunale in merito, perché si è ritenuto che una tale decisione vada contro la memoria dei caduti cremonesi in Val di Susa e la storia dell’antifascismo, rendendo chiaro un disegno revisionista non più strisciante. L’omaggio al grande artista Protti era già stato tributato con la targa nel foyer del teatro Ponchielli:

saggio in una zona pregevole compresa tra il centro storico e il fiume Po [...] Punto quattro: progetti alternativi. Chiediamoci se non possa esistere un Piano generale del traffico che risolva in tempi dovuti il problema delle vie attualmente più congestionate. A mio parere le risorse e le possibilità per attuarlo ci sarebbero. Non è utopia! Mi sembra che professionisti del settore ovvero architetti o ingegneri del traffico abbiano a più riprese fatto sentire la propria voce proponendo soluzioni intelligenti e segnalando che l’attuale, progetto oltre ad essere inutile, rischia di peggiorare la situazione dell’inquinamento a Cremona, peraltro da tempo oltre la soglia [...] Infine, il presente dovrebbe insegnare. Prendiamo l’esempio dei residenti di via Trento e Trieste e di via Dante: che beneficio hanno tratto dalla presenza di lì a 500 metri della tangenziale nord? La risposta la conosciamo tutti o la vediamo con i nostri stessi occhi passando per quelle vie al mattino dei giorni feriali. Chi deve andare sul posto di lavoro passando dalla via Mantova, da via Brescia o da via Ghisleri sceglie sempre la strada più corta. Prendere la tangenziale vuol dire allungare la strada e rischiare comunque le code alle rotatorie sempre trafficate in fondo a via Persico, via Mantova e via Postumia: la stessa cosa succederà per la futura strada sud. Proposte? Ridisegnare e ripensare la mobilità a Cremona incentivando l’utilizzo dei mezzi pubblici, ridisegnando in ottica moderna ed europea le piste ciclabili, disincentivando l’utilizzo dell’auto, prendendo a modello quelle città che le hanno già messe in atto con successo. Simone Verde Cremona

quello è il luogo giusto. Le strade cittadine dovrebbero piuttosto ricordare personaggi sicuramente senza ombre, che possano essere d’esempio, nella loro interezza, a quanti verranno dopo di noi. Per non dimenticare. Mariella Laudadio Presidente provianciale dell’Anpi ***

 CANDIDATURA

Tradizione liutaria patrimonio dell’Unesco: si può fare Egregio direttore, riguardo al sostegno per l’iscrizione della candidatura della tradizione liutaria cremonese, come eccellenza unica al mondo, riteniamo positivo che tutti gli attori istituzionali si siano mossi, dai parlamentari, ai consiglieri regionali, ai massimi livelli delle istituzioni locali. Ecco perché ci auguriamo che dagli impegni presi ed esposti, seguano i fatti. Ovvero che Cremona possa vantare finalmente l’iscrizione nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale Unesco. Su altri settori, avevamo sentito una dichiarazione d’intenti ai massimi livelli, ad esempio: sulla navigazione sul Po, sulla riqualificazione della Paullese o sulla difesa dell’Eurostar che collegava, velocemente, Cremona con le altre città della Pianura Padana con Roma. Alla prova dei fatti, però, nulla di nuovo. Anzi occasioni importanti per il territorio che ormai sono perse. Per quanto riguarda il sostegno della candidatura, al Comune di Cremona chiediamo al sindaco e all’assessore De Bona, reduce da una importante audizione in Commissione Cultura presso il Consiglio della Regione Lombardia, di confermare l’im-

Staccarsi dal riscaldamento centralizzato in condominio Gentile dottoressa, vivo in condominio con impianto di riscaldamento centralizzato. Vorrei sapere se, installando un impianto di riscaldamento autonomo e quindi rinunciando a fruire dell’impianto centrale, posso evitare di pagare le spese condominiali di riscaldamento? Simone *** Il condomino non può sottrarsi di sua iniziativa alle spese per la prestazione del servizio di riscaldamento attraverso una rinuncia unilaterale, richiedendosi, a tal fine, un’espressa delibera assembleare, adottata con la maggioranza prescritta dall’art. 1120 c.c. (ossia la maggio-

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A cura della dott.ssa Emilia Codignola ranza dei partecipanti al condominio e i due terzi del valore dell'edificio). E’ questa una peculiarità del condominio. Il divieto di rinunciare al proprio diritto sulle parti comuni del condominio trova la sua ratio nel fatto che una simile rinunzia si risolverebbe in un aggravio della quota di partecipazione alle spese per gli altri condomini, trattandosi di servizi che non possono essere soppressi. La giurisprudenza più recente ha, tuttavia, riconosciuto al condomino la possibilità di distacco indipendentemente dall’autorizzazione assembleare, quando tale distacco non sia vietato dal regola-

mento condominiale, non comporti squilibri termici pregiudizievoli della regolare erogazione del servizio, né aggravi di spese per coloro che continuano a fruire dell’impianto. Soddisfatte tali condizioni, il condomino è obbligato a pagare soltanto le “spese di conservazione” dell’impianto di riscaldamento centrale, mentre è esonerato dall’obbligo del pagamento delle spese per il suo uso. Va fatta una distinzione, infatti, tra spese di esercizio (di uso) e quindi di gestione dell’impianto e spese di conservazione, quali quelle di manutenzione straordinaria dello stesso. Orbene, con ri-

ferimento a queste ultime, è pacifico che non vi è alcuna possibilità di esonero per il condomino che intenda rinunciare al servizio di riscaldamento centralizzato, essendovi egli tenuto in qualità di comproprietario pro quota delle parti comuni.

Le domande vanno inviate a: emiliacodignola@libero.it

pegno preso dal Comune su tale iniziativa, promuovendo così un ordine del giorno da far sottoscrivere da tutte le forze politiche presenti in Consiglio Ccomunale a Cremona; inoltre di relazionare di volta in volta sulle iniziative utili al successo della prestigiosa candidatura. Daniele Bonali e Alessia Manfredini Consiglieri comunali del Pd ***

 FESTA DEL SERVIZIO CIVILE Grazie a tutti i volontari che hanno collaborato

Egregio direttore, ringrazio tutti i volontari che hanno collaborato alla buona riuscita della 2ª Festa del servizio civile, una non stop di 16 ore per sensibilizzare i giovani cremonesi verso il servizio civile volontario, ideata da Antonio Sivalli con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Cremona e l’aiuto di tante aziende cremonesi. Una festa molto importante per noi, persone con la “sm” della Sezione Aism di Cremona. Un grazie a tutti, con la certezza che comunque vada sarà un successo. Giuseppina Coccitto Rescalli Cremona ***

 ASSOCIAZIONE

L’importanza di sostenere “Donne contro la violenza” Egregio direttore, nel 2010 l’associazione “Donne contro la violenza” ha festeggiato 20 anni. La nostra è un’associazione onlus, senza fini di lucro, apartitica, la cui mission è offrire solidarietà e sostegno a donne che vivono una situazione di disagio o di maltrattamento, di diffondere nel territorio la cultura del rispetto per ogni persona. Punto di forza è il lavoro delle volontarie che, pur provenendo da esperienze diverse, mettono a disposizione le loro capacità e il loro impegno. In tutti questi anni ben 1300 donne si sono rivolte all’associazione ricevendo aiuto e conforto sia da un punto di vista umano che pratico, con servizi completamente gratuiti. L’obiettivo è ristabilire in loro una maggiore autostima, senso di dignità e, dove possibile, autonomia. Ci serve l’aiuto di tutti. Ci serve il tuo aiuto. Per questo è fondamentale il sostegno alle nostre iniziative. Si puà dare un valido aiuto sottoscrivendo una tessera, versando una quota di 20 € e diventando così sostenitrice e sostenitore dell’associazione “Donne contro la violenza”. Aiutare la nostra associazione significa aiutare concretamente le donne ad uscire dalla situazione di violenza fisica, psicologica, sessuale, economica e stalking. Grazie da parte mia, di tutte le volontarie e di tutte le donne che abbiamo aiutato, stiamo aiutando e continueremo ad aiutare. Gianna Bianchetti Presidente Donne contro la violenza


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