il Piccolo del Cremasco

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Crema Hanno voluto solo mostrare i muscoli? Forse hanno voluto solo mostrare i muscoli. Per far capire al loro schieramento, e in modo specifico a Massimiliano Salini e a Comunione e Liberazione che, in politica, nel territorio comandano loro: Gianni Rossoni e il suo braccio destro Simone Beretta. Capaci, sempre e comunque, di portarsi dietro, come ruota di scorta, la Lega. Siamo nel Cremasco non a Milano, sembrano voler dire. Qui non c’è Formigoni. Qui i sindaci del centrodestra stanno con Rossoni. Così come in consiglio comunale, a Crema, nonostante alcune divisioni nel centrodestra, comunque assessori e consiglieri comunali di Pdl e Lega stanno con Beretta. Che ha voluto nuovamente dimostrare visivamente ai vari Salini, Martelli, Bonaldi che possono pure parlare, gridare la loro, fare anche comunella, ma alla fine chi decide è lui. Ma quando sono nate le divisioni fra Rossoni e Cielle? I bene informati dicono che la diatriba è inziata quando Rossoni, vedendo la mal parata con gli ambulanti di via Verdi proprio alla vigilia delle regionali, abbia chiuso la partita degli Stalloni in pochi secondi. Scontentando chi, probabilmente, su quell’area aveva dei progetti. Si racconta che Rossoni in persona, nella principale sala del municipio, avendo a fianco sempre il fido Beretta, e mentre in piazza Duomo i rappresentanti degli ambulanti si preparavano a passare la notte sotto una tenda, abbia imposto di mettere momentaneamente la parola fine alla questione Ersaf. Bruttomesso? Non ha mai aperto bocca. Agazzi? Gli è stata chiusa la bocca. Martelli? Tramortito. Sorpresi per questo? No. Anche questa è la politica, secondo il centrodestra. Rossoni e Beretta hanno vinto a Crema tre anni fa e si stanno giocando tutto. Se dovessero perdere, se ne andranno a casa. Forse. Di certo, oggi, non hanno rivali. Nel centrodestra. A settembre per Scrp si riapriranno i giochi. E loro sanno già di doverli aprire. Ma non era questo l’obiettivo di fine luglio. Era mostrare i muscoli: a Salini e al centrosinistra che, addirittura, voleva mandare a casa il loro fidato Bonoldi. A entrambi hanno dimostrato chi comanda davvero e chi è capace di portare a casa i risultati. Da che parte sta l’esercito del Pdl. E, magnanimi, saranno sempre loro a riaprire la partita a settembre. Alla faccia anche di un’opposizione interna che parla, scrive, si indigna… poi, quando c’è da alzare la mano…

«Quei due, un passo indietro» Venerdì 6 Agosto 2010

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La strategia dettata da Virginio Venturelli, sindaco di Madignano. Per uscire dal pasticciaccio

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i dimettano due del centrodestra dal nuovo Consiglio di amministrazione e vengano eletti due del centrosinistra, da scegliere fra i nomi già presentati. E per ragioni di opportunità, di doppi incarichi da sciogliere e di conflitti di interesse, dovrebbero fare un passo indietro sia Simone Beretta che è assessore in comune a Crema sia Bruno Garatti, presidente di Scs. «Non vedo altre soluzioni in grado di rispondere a chi vuole un più ampio rinnovamento dei componenti del Cda e alla richiesta del centrosinistra di essere adeguatamente rappresentato». Parola di Virginio Venturelli, sindaco di Madignano. Un primo cittadino che non è implicato direttamente nei giochi, cioè non appartiene né al Pdl né al Pd. Ma che vede nell’ultima battaglia in Scrp una brutta pagina della storia del nostro territorio e un segnale forte di disgregazione politica, sociale ed economica. Cerchiamo, allora, di capirne di più. «Questo è il vero fatto: non c’è stato un vero e proprio confronto fra le forze politiche. Si sono parlati, ma non si sono capiti. Perché ormai ognuno è più preoccupato a difendere le rispettive posizioni che a cercare accordi condivisi. E’ un discorso fra sordi».

Virginio Venturelli, sindaco di Madignano

Da entrambe le parti? «Certo. Bruttomesso che discute di mission solo con i sindaci di centrodestra. E perché? Quelli di centrosinistra hanno, forse, la rogna e sono meno intelligenti? Questo è già un limite. L’altro: Bruttomesso ha chiesto ai comuni di avanzare dei suggerimenti. Noi sindaci dell’Unione l’abbiamo fatto, ma del nostro scritto neppure un suggerimento è statom preso in considerazione. Forse non è stato neppure letto. Quindi, il principale errore del centrodestra è stato un peccato di presunzione». L’errore del centrosinistra? «Il voler mandare Bonoldi a casa. In nome del rinnovamento. Non pensando che anche il riproporre Garatti aveva poco o

niente di rinnovamento. Ecco perché ho detto: Beretta e Garatti facciano un passo inidietro. E due del centrosinistra dentro al posto di due di centrodestra. In questo modo si riconoscono gli errori compiuti da entrambe le parti e non si butta via il bambino con l’acqua sporca». Venturelli, lei, insomma, è convinto che con un po’ di buona volontà espressa da entrambe le parti, con un 3 a 2, e Bonoldi presidente, la vicenda potrebbe essere conclusa. «Certo». In caso contrario? «Questo territorio andrebbe verso una disgregazione sociale, politica ed economica. Ed essendo venuti meno comprensori e circondari, Scrp è rimasto l’unico luogo nel quale studiare strategie di rilancio della nostra zona. Se così non sarà, assisteremo a spinte centrifughe. Ogni Unione di comuni spingerà per trattare i propri servizi. Lo stesso faranno gli imprenditori i quali, oggi, hanno forse meno convenienza a stare con Scs. Il sindaco Lamberto Grillotti di Rivolta d’Adda sta trattando un servizio rifiuti a basso costo, a tariffe scontate rispetto ai pressi di Scs. Attenzione, quindi, siamo su un crinale. E’ facile cadere. Anche perché sul patrimonio non siamo messi

Agostino Alloni, consigliere Regionale

proprio benissimo… Anzi». Cioè? «Ci sono comuni che hanno poco patrimonio perché non sono di loro proprietà le reti del gas. Ci serve, quindi una Scrp più patrimonializzata. Su questo versante, propongo una maggiore attenzione alla realizzazione di strutture socio-assistenziali. E nel settore delle energie rinnovabili, vanno bene i pannelli solari, ma bisogna realizzare anche impianti di biogas per l’agricoltura perché ci sono direttive Ue molto rigide da soddisfare. Mentre, sul fronte gestionale bisogna porsi obiettivi maggiormente favorevoli per i cittadini in termini di qualità-costi». E, quindi, Venturelli? «Quindi, si deve decidere se conferire o no gli asset a Lgh o uscire da questa società investendo quanto abbiamo monetizzato negli obiettivi di cui parlavo sopra. Quindi, per centrare questi traguardi, per adempiere alle novità e alle discontinuità amministrative previste o imposte dalla legislazione nella gestione dei servizi pubblici, serve un Consiglio di amministrane di Scrp nel quale devono prevalere professionalità, competenze, obiettivi condivisi. Altrimenti la sconfitta dell’intero territorio è dietro l’angolo».

«Prevedo tempo bui per Crema, e vi spiego il perché» L’elezione del Consiglio di amministrazione di Scrp (Società cremasca reti e patrimonio) è la spina di un malessere profondo che sta scuotendo il Cremasco. Per colpa del centrodestra, secondo Agostino Alloni, consigliere regionale del Pd. Una formazione politica che mette gli interessi del partito davanti a quelli del territorio. L’unico che Alloni salva dal pastrocchio di Scrp è il presidente della Provincia, Massimiliano Salini. Il quale aveva detto chiaro e tondo che il 5-0 era una mostruosità politica dal momento che il centrosinistra conta numerosi sindaci nel Cremasco. «Il centrodestra non detiene il 100% del consenso dei propri comuni, e non deve pretendere il 100% dei rappresentanti nel Consiglio di amministrazione» aveva commentato. Alloni, prima Salini era il decisionista da combattere, oggi «l’unico ad avere dimostrato coerenza e intelligenza politica». Non è un po’ il solito metodo comunista di giudicare i politici del campo avversario a secondo della propria convenienza? «Ho detto questo, ma ho anche detto che di Salini resto un fiero avversario. Perché non tiene conto di tutte le sfaccettature in cui si è dipanata la società

cremonese, ma continua a ragionare per strade ideologiche. E poi avrei voluto vedere, qualora le quote della Provincia fossero state determinanti, come si sarebbe comportato Salini. Precisato questo, sostengo che il presidente dell’amministrazione provinciale, nella discussione su Scrp, ha capito il tema di fondo, anche se non è stato ascoltato. Qui si rischia di mandare a carte quarantotto tutto quanto di unitario è stato costruito in questi anni. E un territorio debole e diviso, è un territorio perdente». Il centrodestra vi accusa di avere tirato troppo la corda imponendo a Gianni Rossoni e Simone Beretta di disfarsi di Bonoldi. «Noi chiedevamo un cambiamento di rotta sia nella mission di Scrp che negli uomini. Non ci hanno mai ascoltati. Anzi pretendevano che l’unico esponente di centrosinistra venisse presentato nella lista con i quattro nomi del centrodestra. Contando come il due di picche quando la briscola è bastoni. Questo era irricevibile». Il centrosinistra ripresentando Garatti… «Un tecnico d valore che non ha ancora terminato il suo secondo mandato. A Pandino è stato assessore esterno. Di che

cosa lo si vuole accusare, quindi? Di essere stato segretario dei Ds?. Avevamo presentato cinque nomi, dei quali quattro, da Ancorotti a Barbieri, da Zucchi a Bergomi, sono professionisti e imprenditori che non appartengono all’area di centrosinistra. Questo è l’essere stati fedeli all’obiettivo di rinnovare Scrp. Guardare al bene del territorio non alla propria parte politica». Come è nato, allora il pastrocchio del cappotto? «Nel Cremasco sono 26 i sindaci del centrodestra e 24 quelli del centrosinistra. I primi pesano per il 60%, i secondi per il 30%. Siamo andati alla votazione con due liste separate. E in democrazia, non si lascia un 30% senza una rappresentanza. Nei mesi scorsi, fra i sindaci dei comuni maggiori del Cremasco, fra cui Soncino, Offanengo, Castelleone, Pandino e Spino si era aperta una discussione per un rinnovo della presidenza di Scrp più adatta ai nuovi compiti della società consortile. Erano usciti nomi alternativi a Corrado Bonoldi. Non so per quale motivo, ma Rossoni e Beretta non potevano imporre lo stop a Bonoldi. Da qui è derivato tutto il resto». E, quindi, si continua con i cappotti…

«Certo. Siamo a 8-0 per il Cda del Parco del Serio. A 5-0 per Scrp. Alcuni sindaci che, stanchi ed esasperati, obbligano il presidente Maurizio Borghetti, assessore a Crema, a uscire lui stesso dalla porta principale dell’Azienda sociale». Qual è la morale? «La responsabilità è di Crema. Il Cremasco senza Crema non c’è. Ecco perché addossiamo la principale responsabilità al sindaco Bruttomesso. Non solo sta avvallato la regressione della città capo-comprensorio, ma è il principale artefice della futura mancata coesione dell’intero territorio non avendo una statura politica che gli permetta di impedire lo scempio che sta avvenendo». Quindi? «Manca una visione di svilup-

Il consigliere regionale Agostino Alloni

po del Cremasco. Stanno, ad esempio, per abbattersi sulla città 1.500.000 metri cubi edificabili. Questo comporterà una minor qualità della vita in città. Crema che si vuole tenere tutto dentro le mura: tre aree cittadine per la cittadella dello sport; non può essere costruita in un comune vicino? Poi nel Pgt, non c’è una riga sulla cittadella dell’anziano, mentre per quanto riguarda gli Stalloni tornano i vecchi progetti. Prevedo tempi bui per Crema».


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