MacPlas

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mila tonnellate di PET “bottle-grade”. Corepla ne ricicla oltre 200 mila tonnellate all’anno ed è molto importante garantire una qualità costante e controllata in termini di contenuto di materiali estranei. Le aziende riciclatrici operano con impianti industriali a elevate capacità e operano a ciclo continuo. Per questa ragione necessitano di un “prodotto” in ingresso con caratteristiche di omogeneità e una presenza di polimeri estranei controllata secondo specifiche precise e tolleranze dei valori definite in modo chiaro. Nel dicembre 2005, UNI ha pubblicato la norma “UNI 11038-1 - Imballaggi di materiale plastico da post consumo selezionati in frazioni omogenee - Verifica della conformità dei lotti alle specifiche di omogeneità - Parte 1: Contenitori per liquidi di polietilentereftalato (PET)”, che è stata impiegata regolarmente da Corepla per il controllo dei materiali da riciclare che escono dai centri di selezione convenzionati. Nel 2017 si è avviato il lavoro di revisione della norma presso la Sotto Commissione SC25 “Riciclo” di Uniplast, creando un gruppo di lavoro specifico coordinato da Corepla e al quale hanno partecipato attivamente importanti società che operano nel settore del riciclo del PET. I lavori si sono svolti dal 2017 al 2019 e il testo definitivo è stato avviato da Uniplast all’iter di pubblicazione come norma UNI.

NUOVA VERSIONE DELLA UNI 11038-1 Per quanto riguarda sommariamente le modifiche e gli aggiornamenti introdotti, in tutto il testo il termine “contenitori” viene sempre seguito dalla precisazione “rigidi”, al fine di includere soltanto bottiglie e vaschette ed escludere le confezioni flessibili da film. Nel titolo la definizione degli imballaggi considerati è più sintetica - “Contenitori di PET” - mentre è stata tolta la precisazione “per liquidi”. È stato aggiunto un breve sommario nel quale si informa che nella norma si stabilisce un metodo di campionamento e verifica di conformità a una data specifica di omogeneità di un lotto di contenitori rigidi da post consumo. Inoltre, viene aggiunta la descrizione delle modalità operative per la quantificazione dei contenitori rigidi originariamente non destinati a uso alimentare. Lo scopo, il campo di applicazione e i riferimenti normativi non hanno subito variazioni importanti. Al capitolo “Termini e definizioni” sono state aggiunte le voci “PET non food” e “PET food”. Le modalità di campionamento di un lotto sono state cambiate. Attualmente si scelgono sempre due balle di bottiglie, ma invece di effettuare controlli separati su entrambe, si è preferito mischiare le bottiglie contenute nell’una e nell’altra ed estrarre un campione rappresentativo. Se il contenuto di bottiglie in PET e di contenitori MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019

TABELLA 2 - INDICAZIONI PER LA SEPARAZIONE DI CONTENITORI PET NON FOOD E PET FOOD Esempi di contenitori in PET destinati a uso alimentare - PET food Tipi di contenitori ​​Categorie di prodotti alimentari Bottiglie trasparenti, opache, neutre Acque gassate e piatte e colorate ​Bibite gassate e piatte, succhi di frutta ​Latte e derivati ​Bevande energetiche e simili ​Oli alimentari di semi/di oliva ​Aceti Contenitori con bocca larga Salse e condimenti alimentari ​Acque minerali e di sorgente Boccioni con capacità di 20 litri Esempi di contenitori in PET non destinati a uso alimentare - PET non food Tipi di contenitori ​​​Categorie di prodotti non alimentari Bottiglie, flaconi con bocca larga Oli lubrificanti per macchine e motori ​Liquidi antigelo per radiatori ​Liquidi detergenti per usi tecnici ​Detergenti per uso domestico, ammorbidenti ​Prodotti per giardinaggio, disinfestanti, concimanti ​Prodotti cosmetici e farmaceutici realizzati in altri polimeri rispetta i valori previsti nella norma, il lotto è considerato “conforme”. In caso contrario il lotto non viene accettato. Un lotto può essere costituito al massimo da 30 tonnellate di balle (pari alla portata massima di un autotreno). I lotti di contenitori rigidi in PET confezionati in balle devono avere le caratteristiche riportate in tre prospetti del capitolo “Requisiti”, i cui dati sono riportati in tabella 1 con le variazioni e aggiunte effettuate nella nuova edizione della norma. Quanto al metodo di prova per determinare la conformità di una balla alle specifiche di omogeneità, la prima versione della norma prevedeva il controllo su circa 50 kg di materiale estratti da una balla di bottiglie, mentre la versione del 2019 prevede l’estrazione del campione di 50 kg da due balle preventivamente mischiate. In entrambi i casi si opera su un campione di circa 50 kg e si separano le diverse componenti (bottiglie di altri polimeri, altri prodotti), che vengono pesate determinando quindi le relative percentuali. Se queste percentuali sono entro i limiti fissati dai tre prospetti riportati, il lotto è considerato conforme; in caso contrario non viene accettato. Il risultato si esprime con la formula Mi x 100/ Mn, dove Mi è il peso della frazione di contenitori estranei espresso in grammi, Mn è il peso totale ottenuto dalla somma di tutte le frazioni cernite e pesate espresso in grammi. La massa volumica apparente della balla Mv espressa in kg/ m3 è data da Mi/V, dove Mi è il peso della balla espresso in kg e V è il volume della balla in m3. Inoltre, in questa versione è stato aggiunto un capitolo per determinare la quantità di contenitori in PET originariamente non destinati a uso alimentare (PET non food).

Balle di bottiglie in PET post consumo (Foto: Sorema)

Si preleva un campione costituito da due balle su un lotto con un peso massimo di 30 mila kg. Dopo la mescolazione si eseguono le analisi su 50 kg e si eliminano i polimeri che non siano PET. La separazione dei contenitori PET non food da quelli PET food viene effettuata seguendo le indicazioni fornite dai prospetti 4 e 5 (tabella 2). Avvenuta la separazione dei campioni PET non food da quelli PET food, questi vengono pesati e si determina la percentuale di quelli PET non food. Se questa percentuale non supera il 5%, il lotto può essere avviato al riciclo con tecnologia specifica per ottenere rPET destinato al contatto con gli alimenti. EFSA (European Food Safety Authority) ha già fornito parere positivo sulle tecnologie disponibili a ottenere rPET idoneo al contatto con alimenti, ma manca l’autorizzazione ufficiale della Commissione UE. I dettagli su questa procedura di autorizzazione sono contenuti nel “Regolamento CE 282/2008 della Commissione relativo ai materiali e oggetti di materia plastica riciclata destinati al contatto con alimenti”.

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