numero 5 giugno luglio 2009

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Kinetic Jewels

complicati m eccanismi per preziose microsculture in movim ento di Lucia Venino

Michael Berger, RK049-1P RING, anello oro giallo 18kt con elementi mobili e perla di Tahiti, 2006

Dal gioiello d’autore all’alta gioielleria, dalle estrose creazioni di Piaget e Van Cleef and Arpels alla serie Ring di Gabriele de Vecchi: da sempre il movimento esercita sul gioiello un fascino magnetico e una attrazione irresistibile. Orafi e designer si cimentano nella progettazione di complicati meccanismi degni di Leonardo, spinti dalla sfida a superare i limiti imposti dalle dimensioni contenute dei gioielli e dai

vincoli estetici che obbligano a nascondere punti di giunzione e ingranaggi, traducendo le logiche di meccanismi cinetici in oggetti così piccoli. Ne nascono microsculture in movimento, la cui complessità è data dal dover prestare estrema attenzione alle proporzioni e alle qualità estetiche. L’obiettivo, infatti, è quello di creare un gioiello che sorprenda con un meccanismo nascosto, una rotazione inaspettata o una magica trasformazione e non la semplice trasposizione su piccola scala di un ingranaggio meccanico. Le complicazioni introdotte dal movimento cinetico devono necessariamente convivere con la bellezza della creazione, l’armoniosità e il piacere di indossarla. L’interesse per il movimento è trasversale alle tipologie di gioiello e coinvolge indistintamente gli orafi così come artisti


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