L'età dell'oro

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l’Età dell’Oro - I maestri dell’arte orafa del Regno di Napoli. Il Borgo Orefici

Il Sovrano, che da giovane aveva dimostrato molta attenzione nel seguire i dettami della moda, sembra aver perso interesse per l’abbigliamento, infatti diventano molto rare le note delle spese compilate dal sarto del sovrano Nunzio Vinci, per documentare le spese sostenute per il guardaroba regale (7). Numerose e elevate sono le somme certificate che furono elargite dalla “Cassa privata del Re”, a favore del gioielliere Aversana per la manifattura di decorazioni dell’ordine di San Gennaro e di numerosi oggetti preziosi, tra questi: varie scatole decorate sui coperchi con le cifre del sovrano di brillanti, e un fodero “di sciabla”(8), probabilmente il prezioso fodero fu realizzato per “la sciabola di acciaio tutta brillantata fiocco di perle di acciaro”, descrizione compiuta dallo stesso sovrano nel testamento, dove designa il Duca D’Ascoli, erede del prezioso manufatto (fonti). Altri gioielli ed oggetti di moda verranno acquistati oltre che da Teodoro Block (9) anche dal negozio di mode Carol (10) e da Carron, destinati in gran parte alla Duchessa di Floridia ed a Marianna Grifeo, figlia minore della Duchessa (11). La Duchessa di Floridia, oltre alle “gioje” donatele in vita da Ferdinando, ne ricevé altre destinatele dal sovrano nel testamento redatto il 5 novembre del 1824. L’anziano Re indica nelle note testamentarie anche la provenienza dei beni che comprendevano anche: ”le gioje e gli argenti pervenuti dall’Eredità della mia Carissima defunta moglie”. Ferdinando precisa “però” che i gioielli gli appartengono: “per averne pagato l’importo anche in maggior somma in estinzione de’ debiti della stessa contratti in Sicilia ed in Vienna”. L’inventario dei gioielli che la sovrana aveva portato con se a Vienna, documenta la notevole presenza di oggetti con perle, da lei predilette, e con cui si fece più volte ritrarre. Come indicano le note, le collane possedute da Maria Carolina erano caratterizzate da grandi perle: “a quattro fila con 196 perle (e) a cinque fila di 233 perle grosse”. Anche gli orecchini a “nocche” erano arricchiti da perle: “grosse di sotto e rosa di sopra contornata di brillanti” (12).

Note

1. Nei progetti dei Reali Appartamenti nella Reggia di Napoli, e nel Real Sito di Capodimonte, affidati da Francesco I, salito al Trono nel 1825 ad Antonio Niccolini, l’architetto della Real Casa disegnò ambienti, arredi e parati alla “Ercolanese” ed alla “Pompeiana”, con l’inserimento, nell’Appartamento delle LL. MM. di Capodimonte, di antichi pavimenti di mosaici provenienti dagli scavi in corso nei siti archeologici. 2. Nel 1836 nella “riforma generale del Real Palazzo di Napoli, Ferdinando II approvò l’inserimento di arredi ancora “all’Ercolanese”, e “alla Pompeiana”, ma anche di sedie e di consol “alla Rococò” ed “in stile Barocco” (nota- A.S.N. C. R. AMM. III inv. Tappezzeria busta 108). 3. Sull’attività svolta da Antonio Niccolini a Napoli durante il decennio francese consultare il volume: “Carolina Murat, la Regina francese del Regno delle Due Sicilie” Na. 2003, a cura di N. D’Arbitrio, L. Ziviello.


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