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Roberto Thomas Docente del corso di formazione in criminologia minorile presso l’Università di Roma - La Sapienza Già Magistrato minorile

CRIMINOLOGIA

Il concetto criminologico-giuridico di pedofilia

S

i deve premettere che non esiste , allo stato, nel nostro ordinamento penale, uno specifico reato denominato pedofilia. E' bensì vero che l'art. 414 bis del codice penale (introdotto dall'art. 4 della legge 1 ottobre 2012 n.172, che dava esecuzione alla Convenzione del Consiglio d'Europa di Lanzarote del 25 ottobre 2007 in tema di protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale) cita espressamente, nella sua rubrica, il termine pedofilia , prevedendo il reato di “istigazione a pratiche di pedofilia e di pedopornografia”.

prostituzione minorile), 609 bis (violenza sessuale) , 609 quater (atti sessuali con minorenni ) e 609 quinquies (corruzione di minorenni) è punito con la reclusione da un anno e sei mesi a cinque anni. Alla stessa pena soggiace chi pubblicamente fa apologia di uno o più delitti previsti dal primo comma. Non possono essere invocate, a propria scusa , ragioni o finalità di carattere artistico, letterario , storico o di costume”. Come si vede chiaramente dal precitato testo è la stessa norma che

Testualmente in siffatto articolo si legge : “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque con qualsiasi mezzo e qualsiasi forma di espressione, pubblicamente istiga a commettere, in danno di minorenni, uno o più delitti previsti dagli art. 600 bis (prostituzione minorile), 600 ter (pornografia minorile ) e 600 quater (detenzione di materiale pornografico), anche se relativi al materiale pornografico di cui all'art. 600 quater.1 (pornografia virtuale ), 600 quinquies (iniziative turistiche volte allo sfruttamento della

offre il contenuto concreto del significato del termine pedofilia con il riferimento ad una serie di tipologie di reato, con diversificati “nomina iuris”, tutti convergenti verso la specifica e prevalente tutela della integrità psicofisica di un soggetto minorenne e cioè di colui che abbia un'età inferiore ai diciotto anni. Così facendo la legge penale amplia espressamente il concetto di vittima di pedofilia che nel gergo popolare prevalente si riferiva esclusivamente a quella di un bimbo in tenerà età (secondo l'etimologia greca della parola in oggetto derivante da filìa,

10 • Polizia Penitenziaria n.252 • luglio-agosto 2017

che significa amore e pais, che si traduce fanciullo) e veniva ad indicare l'insieme di pratiche fisiche e morali, di natura perversa, rivolte da adulti, spesso anziani, ai soggetti più fragili per la loro tenerà età. Di più si deve sottolineare che il reato di istigazione alla pedofilia, sempre contrastando il precitato orientamento della “vulgata”, può essere commesso anche da un minorenne che abbia compiuto i quattordici anni (limite minimo di età per l'imputabilità penale) nei confronti di un altro minorenne, paradossalmente anche se la vittima minorenne sia di età maggiore del suo autore. Da tale considerazione ne consegue necessariamente che il concetto giuridico di pedofilo può essere attribuito anche ad una persona minorenne, allargando la nozione restrittiva che, per il passato, si riferiva solo agli adulti, per di più in età avanzata. La pedofilia tradizionale, invero, si sostanziava (e in parte ancora lo è) nell'adescamento per strada da parte dell'adulto (spesso anziano ) che avvicinava un bambino non accompagnato fuori da scuola e gli offriva un passaggio in macchina verso casa, offrendogli, durante il percorso, dolci, denaro e solleticanti promesse di visioni private di filmini pornografici. Attualmente l'approccio del pedofilo (non particolarmente anziano, anzi, come si è detto, anche minorenne) si svolge prevalentemente attraverso la rete di internet (secondo i dati forniti da Telefono Arcobaleno esistono 71.806 siti nel mondo - di cui il 73% localizzati in Europa - che permettono siffatti contatti e secondo la F.B.I. Statunitense sarebbero oltre settecento cinquanta mila i soggetti che ogni anno incrementano il


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