#politicanuova - 04

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Editoriale

Cantonale

Dossier

Nazionale

Giulietto Chiesa, Prima della tempesta, Nottetempo In cinque saggi, che sono cinque tappe esplosive, Giulietto Chiesa analizza la nuova politica americana e l’esportazione forzata della democrazia alla luce della politica spaziale americana e della militarizzazione dello spazio; scopre le facce sospettabili e insospettabili di quel “giorno zero”, l’11 settembre,

Il golpe d’Ucraina: scacco alla Russia e disastro d’Europa Giulio Micheli 1

Giornalista, a lungo inviato a Mosca per l’Unità.

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Giulietto Chiesa, Ucraina: come si fa un golpe moderno, in http://megachip. globalist.it/Secure/ Detail_News_Display? ID=99185&typeb=0.

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Vedasi anche: Davide Rossi, Parola di Julija Tymošenko: massacrare gli ucraini di origini russe!, in http://www. sinistra.ch/?p=3388.

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Vedasi anche : Sinistra. ch, Redazione, In Ucraina i comunisti balzano al 13% e sostengono il governo anti-europeista!, in http://www.sinistra. ch/?p=2204.

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Vedasi anche : AA. VV., Quale democrazia in Ucraina?, in http://www. marx21.it/ internazionale/area-exurss/24027-qualedemocrazia-in-ucraina. html.

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Si legga la posizione del Partito Comunista sul tema : www.pdl.ch , 15 aprile 2014.

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Media e manipolazione

Gli scontri di Piazza Maidan ci hanno mostrato una realtà inversa. Una realtà rigirata a piacimento dalla propaganda mediatica occidentale e contraria alle immagini di repressione dei dimostranti perpetrate nel continente europeo dai governi “democratici”, che a suon di pestaggi e processi puniscono i NoTAV, che sparano acqua chimica e pallottole vere sui manifestanti turchi, che arrestano i partecipanti a manifestazioni di rivendicazione sindacale negli USA. Per Kiev ci veniva narrata la protesta coraggiosa e democratica dei giovani di Piazza Maidan che sfidavano i poliziotti in tenuta antisommossa. Non ci passarono le immagini in cui i poliziotti venivano incendiati coi lanciafiamme, in cui si sparava loro addosso, polizia bastonata e lapidata dai pacifisti del Maidan. La versione occidentale è quella della generica lotta per la libertà, per cui le oltre 40 visite di politici di alto calibro di USA e UE sulla piazza delle proteste ad aizzare la folla passano come normale amministrazione, mentre l’ingenua tolleranza del presidente eletto Viktor Yanukovic è descritta come violenza e corruzione del potere. Ingerenze, mistificazioni, censure. Eppure la cappa fumosa messaci davanti non è ancora evaporata. Dice Giulietto Chiesa1 che «questi metodi funzionano perché il grande pubblico non può neppure immaginare tanta astuzia e crudeltà.»2 E difatti, per chi nulla ha capito di Jugoslavia, Iraq, Afghanistan, Libia, Siria, come è possibile immaginare che in piazza a Kiev ci fossero delle bande armate di nazisti e non il popolo ucraino?! Misure golpiste “Vogliono la UE, contro il giogo del padrone russo” ci hanno detto. Infatti, primo provvedimento del governo golpista fu quello di disconoscere al russo (parlato dalla maggioranza della popolazione ucraina) lo status di lingua nazionale.3 Un parlamento ucraino che ormai «ha cessato di essere un luogo di discussione», come riconosce la parlamentare comunista Oksana Kaletnyk in una dichiarazione rilasciata immediatamente dopo la rissa scatenata dai fascisti di Svoboda contro il segretario del PCU Simonenko. Già, perché dall’inizio del mese di maggio è stato ormai ufficializzato il disegno di legge volto a mettere al bando il Partito Comunista Ucraino e il suo gruppo parlamentare, indicatore evidente di come esso sia l’unica opposizione alla giunta che abbia concretezza non solo in un parlamento ormai snaturato, ma anche in quanto organizzazione politica capace di abbracciare il paese intero. Non è evidentemente tollerato che un partito che supera il 13% dei ●●

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Internazionale

Teoria

rivelandocelo come l’evento più oscuro del nostro tempo, il “buco nero” della nostra storia; ci mostra come e perché si crea un clima di guerra e ci spiega perché il pacifismo è l’unica via d’uscita dalla politica di coloro che vogliono appropriarsi delle risorse del mondo per rifornire il loro paradiso in terra, fatto di frigoriferi e cellulari, di benessere e abbondanza.

consensi nel paese, possa criticare l’operato del governo golpista, né che possa proporre soluzioni pacificatrici come la, da più parti, auspicata federalizzazione.4 ●● Macro contraddizioni: c’è il nazismo in Ucraina Opinioni anche solo divergenti sono messe a tacere senza vergogna non solo dalla giunta golpista di Kiev, ma anche da tutta la stampa europea, e dalla sfacciataggine di governi asserviti ai diktat d’oltre oceano, che poco ormai possono invidiare ai fascisti ucraini in quanto a repressione del dissenso. Nonostante ormai l’Occidente ci abbia abituati ad un sostegno incondizionato ad Al Qaeda nel mondo arabo, non era facile aspettarsi una giustificazione del nazismo di pura rievocazione hitleriana nel cuore di un’Europa che tanto si dimostra attenta sulla questione della Shoah. Non scordiamoci infatti che ben tre partiti con ruoli determinanti nelle nuove istituzioni di Kiev sono di ispirazione marcatamente fascista e razzista e – Pravyi Sektor in particolare – si richiamano direttamente alla figura del collaborazionista Stepan Bandera.5

Aggressioni e resistenze La realtà è rovesciata ovviamente quando si tratta di parlare di chi al fascismo e all’imperialismo tenta di resistere, come le popolazioni più toccate dalla politica criminale del nuovo regime ucraino, ossia quelle russe o russofone del sud-est del paese. Tanto si è gridato all’ingerenza russa e al non rispetto del diritto internazionale sull’annessione della Crimea, ma anche qui la Russia è rimasta poco più che spettatrice di fronte all’unica scelta che quelle popolazioni hanno avuto davanti. Rimangono – quelle dei referendum di annessione e di indipendenza – scelte coraggiose e forti di chi non accetta l’imperialismo, la repressione sociale e politica.6 Il plebiscito conseguente è un segno indicativo di questa determinazione; lezione storica ad istituzioni europee spente d’ogni legittimità rappresentativa. Ma nelle regioni nelle quali non v’è la base navale di Sebastopoli a garantire la sicurezza, ecco l’esercito – o meglio la neonata Guardia Nazionale, composta in larga parte dai subumani vittoriosi di piazza Maidan – che coi carri armati e con l’artiglieria pesante (o con singoli e mortali assalti provocatori) sparge il verbo della nuova Ucraina, imbevuto dal sangue di comuni cittadini o di coraggiosi reparti di autodifesa a supplire l’assenza di protezione russa. Questi sì che sono massacri di civili che manifestano inermi, che con determinazione ferrea impediscono il passaggio ai carri armati del regime. Ma ben altra è la realtà vista da occhi occidentali, per cui degli eroi schiacciati dai cingolati di Kiev non si avrà memoria e non si vedranno le immagini strazianti; quando le bombe cadranno sui civili di Slaviansk non si invocherà nessun intervento umanitario. Per questo basta il silenzio. E se oggi la politica internazionale degli USA si condisce col caos, la menzogna e il grido silenzioso dei morti di stragi inascoltate, la Russia può far poco ●●


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