La poesia di alcuni trentenni bloggati Le parole della poesia di alcuni trentenni bloggati sembrano gravitare intorno ad una soggettività dispersa, per nulla illusa, per nulla disposta a perdersi nella mitologia del linguaggio, ma neppure pronta a cedere all’illusione di una realtà esterna comprensibile, facilmente decifrabile. La lingua della poesia di oggi , quella che a grandissime linee si può configurare come quella che viene proposta dai poeti più giovani, sembra essere una lingua d’emergenza, d’uso quotidiano quando è proprio il quotidiano a non avere più dimensioni. A cominciare dalle dimensioni sociologiche: la sicurezza di un lavoro, la stabilità della casa, la minacciosa tradizione di posizioni intellettuali e relative discriminazioni. Forse è proprio questa esplosione e impossibilità del quotidiano, precarizzato e ‘adrenalinizzato’ al ‘si- salvi- chi – può’, la ricerca resa urgente da questa situazione, il contributo più significativo di questi poeti, già ‘navigati’ (in Rete).