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| Povera Cultura!

_ rove di cittadinanza attiva I cittadini uniti per il recupero dell’ex cinema Palazzo, da casinò a spazio culturale

_ di Andrea Riccio Andrea Vitale an Lorenzo è un quartiere eterogeneo, dove convivono anime differenti. Ci sono i residenti storici, per lo più anziani, che serbano il ricordo della guerra e delle bombe traducendolo in un volto spesso corrucciato. Ci sono gli “intellettuali”, che hanno scelto la zona per il suo connaturato fermento creativo e per la sua meravigliosa commistione di cultura popolare e cultura alta. Ci sono gli attivisti, per lo più di sinistra, che animano i numerosi centri sociali di questo dedalo di strade. Ci sono gli studenti. Ci sono perfino gli Skin Head e i Boys della Roma. La convivenza talvolta non è facile. Eppure, da un paio di settimane a questa parte, la popolazione tutta si muove unita verso uno scopo: riprendersi l’ex Cinema Palazzo, destinato a diventare un casinò. E così, per evitare che l’ennesimo spazio storicamente adibito alla cultura diventasse il tempio delle slot machine, o cadesse vittima dell’incuria come è accaduto alla vicina Casa della Memoria, i residenti hanno occupato compatti il bell’edificio che sorge a Piazza dei Sanniti. E lo hanno fatto con una perizia organizzativa che sorprende:

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Nuove Proposte | maggio ‘11

colazioni sociali per raccogliere fondi, laboratori per bambini, spettacoli serali con grandi nomi dello spettacolo, prima fra tutti Sabina Guzzanti, che passa quotidianamente a sincerarsi delle condizioni degli occupanti. “Ci hanno contattato artisti, giornalisti, non ci aspettavamo questo successo e allora noi restiamo

qui fino a che sapremo che il casino non sarà realizzato. O fino a quando non ci imporranno lo sgombero. Anche i residenti più anziani, che per ovvie ragioni non possono presidiare fisicamente lo spazio, ci supportano in tanti modi. Il vicinato infatti ci offre da mangiare, porta il caffè, passa e fa un rapido giro all’interno, ricordando il passato, i primi baci e i primi amo-

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ri nati proprio nel cinema”, racconta Laura, in prima linea sin dagli esordi dell’occupazione. “Noi non ci muoviamo da qui”, fa eco Sori, un giovanissimo occupante. E prosegue: “La struttura è stata chiusa per 15 anni, è stata adibita a bingo - fortunatamente per solo sei mesi - poi di nuovo anni di vuoto. È giusto che diventi uno spazio culturale, un aggregatore per la cittadinanza”. Anche Laura è della stessa opinione: “A San Lorenzo ogni giorno apre un nuovo locale, ma mancano teatri, luoghi creativi, punti d’incontro per i residenti che intendano passare il loro tempo in modo diverso, culturalmente più gratificante. Inoltre l’occupazione ci ha permesso di scoprire che la struttura è piena di amianto e che i residenti delle palazzine vicine reclamano invano da anni affinché venga tolto. Un motivo in più per non demordere e portare avanti questa battaglia”. I cittadini chiedono cultura, in netta contro-tendenza con le logiche del mercato e i tagli della politica, danno voce ad un bisogno diffuso, che va ben oltre le mura di San Lorenzo. Soprattutto gettano un sasso nello stagno paludoso della nostra inattività civile.


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