PIG Mag 77

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Pump, the 20th anniversary. Olè! Intervista a Paul Litchfield di Fabiana Fierotti. Cosa ti ha fatto venire in mente l’idea del Pump? Prima di arrivare da Reebok ero un pompiere e quando ero sul luogo a cercare di stabilizzare un arto o aiutare una persona sotto shock, utilizzavamo delle ingessature gonfiabili che aiutano a immobilizzare gli arti. Quindi parte dell`ispirazione viene dall’industria medica. Quando hai iniziato a lavorare per Reebok? Avevo terminato un Master e avevo iniziato a lavorare su un PHD in chimica e ebbi l’opportunità di fare della ricerca in Scozia a proposito delle performance delle calzature atletiche. Quando tornai, mi fu offerta l’opportunita di lavorare con Reebok, quindi la colsi al volo. Ma come è fatto esattamente il Pump? È composto da due strati di plastica saldati insieme in modo da creare uno spazio vuoto. Il tutto è pensato in modo da avvolgere il piede. Abbiamo creato un numero di camere d’aria e una varietà di Pump diversi che rispondessero a vari attributi dal punto di vista funzionale e che creassero quindi diverse categorie, come quelle della pallacanestro e della corsa. Nel 1989, quando uscì Reebok Pump, ricordo che era una scarpa costosa: credi che questo abbia contribuito a renderla una scarpa elitaria? Le scarpe da basket al tempo costavano all’incirca 100 dollari e , aggiungendo il Pump, il prezzo saliva fino a 170 euro, perchè si usava una tecnologia completamente nuova. La feci diventare una scarpa che avesse più a che fare con le attrezzature sportive che con delle semplici scarpe da ginnastica. Che direzione vedi prendere al Pump oggi, dopo 20 anni di esistenza? Abbiamo delle novità per piuttosto entusiasmanti, che stiamo creando in questo momento; stiamo per introdurle alla gente e tutto questo è veramente entusiasmante e spero che porti a una rinascita del taglio su misura nell’ambito della calzatura. www.reebok.com

Clothing for the emotionally dispossessed Siamo di fronte a uno dei nuovi, ennesimi, talentuosi frutti della Central Saint Martin’s di Londra. Si tratta di Gabriella Gonzales, che per la stagione aw09, si è ispirata a una donna-guerriero bella, senza esserne consapevole, vulnerabile solo intimamente. La collezione è basata inoltre sui simboli della cultura underground e su una netta destrutturazione di ogni ovvio significato e clichè. Non vi ricorda un po’ Vivienne Westwood? gabriellamarinagonzalez.blogspot.com F.F.

Litter Rachel e Mackenzie sono due sorelle di San Francisco. La loro linea di gioielli ha meno di un anno e sta già spopolando sui blog e sulle riviste di tutto il mondo. Litter ha un anima vintage, un po’ trash, che ci piace tanto. Questo cervo a forma di anello poi! Date un’occhiata su www. littermb.com o se siete in vena di viaggi oltreoceano, fate un salto nei loro negozi di Los Angeles e New York. F.F.

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