10 ottobre 22 novembre 2015
un progetto di
con il supporto di
con la collaborazione di
comune di castelnuovo calcea
evento organizzato in occasione della Giornata del Contemporaneo
promosso da
pensieri
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opere
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Giulio Agostino
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Elizabeth Aro
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Maura Banfo
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Stefano Cagol
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Jessica Carroll
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Carlo D’Oria
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Federica Ferzoco
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Gabriele Garbolino RĂš
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Stefano Giorgi
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Federica Gonnelli
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Enrico Iuliano
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Andrea Massaioli
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Viola Pantano
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Luigi Presicce
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Olga Schigal
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Renata Sheppard
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Nikolina Silla
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Antonello Tagliafierro
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Luisa Valentini
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Saav Zacchino
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Christian Zucconi
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ArtSite Monferrato 10 ottobre – 22 novembre 2015 A cura di Domenico Maria Papa Coordinamento Monica Prastaro Organizzazione Francesca Rusconi Ufficio Stampa Cristina Viscardi Redazione del catalogo Francesca Rusconi Fotografie Emanuele Fusco Grafica studiocantono+valsania Trasporti e allestimento EP Servizi Luci Diamante Lighting s.r.l. Assicurazione Assieme2008 s.r.l. Si ringraziano: Zarha Premoselli e Andrea Faccio, Daniele Ricci, la famiglia Reggio, Lucia Francone e Pasquale Prastaro, Adriano Da Re e Patrizia Rossello, la Galleria Bianconi e la Galleria Bianca Maria Rizzi & Matthias Ritter. Artsite Monferrato è dedicata a Mimmo La Grotteria, artista e amico. Sedi della mostra: Castello di Castelnuovo Calcea - Piazza Don Orione 1, Castelnuovo Calcea (AT) MUSarMO – Museo d’Arte Moderna di Mombercelli - Via Angelo Brofferio 21, Mombercelli (AT) Cascina Dani - Regione Dani 23, Agliano Terme (AT) Cantina Poderi Rosso - Piazza Roma 1, Agliano Terme (AT) Naturalmente Wine Resort - Regione Lovetta 17, Agliano Terme (AT) Villa Fontana - Via Giuseppe Mazzini 69, Agliano Terme (AT) Locanda San Giacomo - Via Arullani 4, Agliano Terme (AT) Cantina Scagliola - Frazione San Siro 42/43, Calosso (AT)
pensieri
Domenico Maria Papa 7
L
’arte contemporanea spesso richiede che l’opera sia un oggetto slegato dal contesto, che sia il più possibile indipendente da determinazioni ambientali e temporali, una monade, insomma, il cui significato è unicamente nelle relazioni linguistiche e formali che intrattiene con altre opere, nell’universo descritto dallo statuto disciplinare. L’opera, perciò, è collocata in un luogo privo di specifiche caratterizzazioni proprie, come lo è una galleria o un museo, in forma di white box. Se, infatti, la contemporaneità in arte inizia con la sperimentazione duchampiana del ready made, è necessario assicurare all’opera l’adatta dimensione ambientale che permetta lo spiazzamento, lo spostamento dell’oggetto dal sistema d’uso al puro sistema formale e linguistico. Perciò lo spazio destinato alla percezione dell’opera deve essere spazio vuoto, geometrico, neutro, astratto, non vissuto. In questa prospettiva si muove la progettazione museale per l’arte contemporanea, anche quando opera in contesti storici preesistenti. Lo scandalo suscitato dal personale delle pulizie che rimette in ordine un’installazione credendola ciò che resta di una festa è simmetrico allo scandalo suscitato dall’orinatoio di Duchamp. Riporta al sistema d’uso corrente quanto a esso era stato sottratto e crea uno scalpore analogo a quello che accompagnò cent’anni prima il movimento inverso, dal sistema d’uso a quello meramente linguistico. Il museo e la galleria, scatole neutre, diventano così l’unico
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spazio-contenitore in grado di assicurare che lo spostamento tra sistemi sia compiuto e mantenuto. Almeno fino all’arrivo di un’incauta impresa delle pulizie. Il white box istituzionalizza una distanza tra l’opera e lo spettatore, distanza che un tempo era concretamente rappresentata da una cornice, ma che oggi è diventata impalpabile e invisibile, iscritta piuttosto nei codici di comportamento e d’interpretazione dell’opera. È la conoscenza di questi codici che distingue, tra gli altri, il pubblico dell’arte contemporanea. Codici e comportamenti che richiedono ancora un approfondimento, ma più con le chiavi di un’etnologia della contemporaneità che con quelle della storia dell’arte. Qual è l’atteggiamento da prendere, come se ne parla, se la si tocca oppure non, se è consentito giocarci, come la si esplora, sono le prescrizioni implicite di un ricettario di buone maniere che nei musei è insegnato anche ai bambini come corredo indispensabile alla loro formazione. Il museo condivide dell’opera il medesimo universo linguistico ma essendo il luogo dei comportamenti necessari al mantenimento della separazione tra sistema d’uso e sistema dei significati e quindi parte attiva nella costruzione del valore dell’oggetto d’arte, accade spesso che si metta in competizione con l’opera e finisca, cioè, per farne una propria appendice e corredo. Molto spesso, infatti, il contenitore è anche più attraente della collezione che contiene e la collezione più interessante delle sue singole componenti. I grandi flussi mercantili, alimentati dall’ipertrofia di mostre e fiere internazionali, rimarcano la sostanziale indipendenza dell’opera dal contesto fisico: deve essere identica a se stessa, sotto ogni latitudine. Accade così che fiere, biennali, rassegne, finiscano per assomigliarsi e poco conta che siano proposte in Europa, negli USA o nelle nuove realtà urbane dell’estremo Oriente. Musei, gallerie, fiere, grandi progetti espositivi condividono il medesimo destino di astrazione e ripetizione. Astrazione, ossia indipendenza dagli spazi, e ripetizione, ossia indipendenza dal tempo, sono i processi con i quali, l’opera si sbarazza del contesto. Arthur Danto indica nelle Brillo Box di Warhol, l’icona per lo statuto attuale di opera d’arte spiegandoci perché quelle collocate nello spazio bianco di una galleria sono arte, mentre le stesse scatole sullo scaffale di un supermercato, no.
A cercare un diverso percorso, come si diceva anche in occasione di una precedente edizione di ArtSite, non è possibile sperare nel richiamo a un’arte del tutto locale, radicata cioè in una espressione geografica confinata o che esprima valori condivisi da una ristretta comunità. Il vernacolare in arte ha sempre prodotto frutti sterili. Né si può tornare a una pretesa età dell’oro, nella quale non c’era alcuna distanza tra opera e pubblico. Sappiamo che la storia dell’arte è una storia culturale. Pertanto, non ha un valore oggettivo, ma dipende da chi la racconta. Più che di storia dell’arte, sarebbe utile parlare delle storie dell’arte. Individuare un’età dell’oro è perciò un compito assai arduo, come dimostrano i molti revival che punteggiano regolarmente la modernità. È assai arduo, nonostante qualche posizione critica, sostanzialmente antimoderna, appunto, credere di risolvere il tutto accreditando come nobili i media della tradizione rispetto a quelli tecnologici dei giorni nostri. Non è, evidentemente, nel tornare alla pittura, anche di figurazione, che si salva l’opera dal destino dell’astrazione e ripetizione. L’arte è un’avventura dello spirito, iniziata in un qualche tempo e che perciò avrà una fine, come già annunciava Hegel. A voler essere pignoli, l’arte, per come la conosciamo, è una faccenda tutta occidentale, che al massimo data una manciata di secoli. E non ha quest’avventura un andamento progressivo. Chi predica un preteso ritorno al passato non fa che avvalorare l’idea di una linearità che tende inevitabilmente al futuro. Tra decontestualizzazione e localizzazione, si disegna una stretta terza via, parmenidea e costantemente contraddittoria, che consenta di calare il lavoro dell’artista in una condizione dotata di qualche specificità, fisica, storica e culturale, senza mai identificarsi definitivamente in essa. Non è una novità: prima dell’invenzione del museo, l’artista operava in palazzi, corti e piazze, lasciando che il proprio lavoro si confondesse con le architetture esistenti che non erano primariamente destinate a contenere arte, lasciando che trovasse collocazione nella piazza e nel mercato. L’opera d’arte entrava prepotentemente nel sistema d’uso, pur conservando una propria riconoscibilità. L’affresco sacro, il gonfalone cittadino, il carro per la festa, l’arredo, il ritratto pubblico, consentivano una piena contestualizzazione in quanto riconosciuti beni comuni, sia
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materiali che culturali. La radice munus di co-mune allude al dono e allo scambio ed è presente anche in comunicazione. L’opera è, in questo senso, principalmente luogo della relazione. Dunque, una possibilità per sottrarsi ai meccanismi dell’astrazione e della ripetizione, per contestualizzare l’opera, potrebbe essere nel riabilitare la sua dimensione di dono e di cosa comune, di accentuarne la valenza comunicativa, come aveva intuito già Tolstoj. Il rapporto tra opera e contesto è centrale nella riflessione che anima le proposte di ArtSite, rassegne che suggeriscono ambiti non tradizionalmente dedicati all’arte per presentare opere di artisti che con quei contesti scelgono di dialogare. Le opere di ArtSite non sono, infatti, semplicemente collocate, ma, quando non realizzate opportunamente e quindi site specific, sono pensate per occupare e qualificare un luogo, spesso già forte di proprie peculiarità. Per l’edizione di ArtSite 2015 è stato scelto un contesto territoriale ampio. Non un luogo o una sede, ma quattro comuni diversi in un paesaggio di grande fascino com’è il Monferrato del sud dell’Astigiano, di recente incluso, insieme a Langhe e Roero, nella lista dell’Unesco come patrimonio dell’umanità. Agliano, Mombercelli, Calosso e Castelnuovo Calcea sono le sedi che hanno definito un percorso, nel quale castelli, dimore, cantine e un museo hanno ospitato le opere di venti artisti di diversa formazione e provenienza. Scultura, fotografia, pittura, performance con ArtSite hanno fornito l’occasione di attraversare luoghi e apprezzarne la bellezza. L’opera d’arte si presta, così, ad accompagnare il visitatore. Attraverso l’opera, il pubblico guarda alle architetture, agli spazi, al paesaggio, al territorio, mentre l’opera si arricchisce di nuovi e diversi valori. Arte e contesto diventano materia per pensare, sia pure nello spazio limitato di una piccola rassegna, un modo diverso di pensare il permanere in un luogo. E, infatti, a godere delle opere sono stati i visitatori informati dell’iniziativa, ma soprattutto quanti visitavano il castello, una cantina, l’albergo, una struttura agrituristica, è stato un pubblico cioè che ha incontrato l’opera quasi per caso. Quello stesso pubblico ha testimoniato la propria sorpresa di fronte a un oggetto che ha riconosciuto come un oggetto d’arte, in modo, forse, più diretto e immediato. Sorprendere è forse quello che ancora chiediamo all’arte.
Adriano Da Re 13 Presidente dell’Associazione Amici di Calosso
N
on è nostalgia del passato. Non è volontà di lasciare alle spalle la frenesia della metropoli. Non è perdita delle coordinate del contemporaneo. Non è un ritorno a una ingenua raffigurazione della realtà. La creazione artistica, che trova la sua natura d’essere nel silenzio delle campagne, nei borghi che sembrano serbare dimensioni lontane dalle ansie quotidiane della città, è invece solo un modo diverso di intendere lo stretto rapporto che esiste da sempre tra arte e territorio. Un territorio, il nostro, tra il Monferrato e le Langhe, che non si misura più con la mera conservazione, con il tradizionale e pedissequo perpetuarsi di remoti percorsi di vita e di lavoro, ma che, all’opposto, si cimenta incessantemente con espressioni e tecniche moderne mantenendo al contempo - questo sì - quella genuinità, quella naturalezza, quella sincerità che fanno parte del patrimonio genetico ereditato dalle passate generazioni. E allora ecco che si spiega la sincronia, la spontanea e viva comunicazione che si viene a determinare tra opere d’arte, ideate e realizzate oggi, e luoghi che sono, al di là delle apparenze, ancorati alla contemporaneità e che credono che la forza del proprio sviluppo debba necessariamente essere legata a una economia fondamentalmente sostenibile. Lo stesso artista assume ormai da tempo contorni sempre più flessibili e la ricerca di nuovi linguaggi espressivi si svolge nei contesti
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culturali e sociali più vasti, senza nessuna visione preconcetta. È in questa dimensione di rottura totale di ogni barriera spaziale che diventa essenziale il carattere progettuale e processuale dell’opera in cui risulta basilare la varietà e l’eterogeneità degli attori con cui dialogare, con cui confrontarsi, pluralità che interagisce con l’artista stesso. All’artista, da questo punto di vista, viene pertanto attribuita una pesante responsabilità nei confronti del territorio, della molteplicità dei soggetti con i quali entra in rapporto, in quanto l’opera prodotta si inserisce in una dimensione sociale e soprattutto ambientale da cui non può prescindere: sovente partecipando alla qualificazione di un’area, di un luogo per troppo tempo abbandonato all’incuria; più spesso intervenendo nelle fasi di modifica morfologica di uno spazio, di un edificio, dimostrando quanto l’arte sappia interpretare i bisogni di sviluppo culturale che una volta sommessamente ma oggi con sempre maggior forza intendono porsi al passo con i tempi, intercettando in questo modo nuovi pubblici, nuovi attori appunto con in quali continuare a tener vivo un vitale confronto. ArtSite è un significativo esempio quindi di questa nuova ma anche per certi versi antica progettualità: coniugare, come si è detto, l’arte con il territorio, ovvero inserire un’opera in luoghi che sappiano valorizzare entrambi gli elementi. Amici di Calosso, un’associazione di volontari che si pone l’obiettivo di promuovere un piccolo paese con vocazione legata alla viticoltura, ha accolto pertanto con grande piacere la proposta di collaborare con Phanés, certi che questo sarà solo il primo passo di un percorso che si preannuncia lungo e produttivo.
Il MUSarMO Museo d’Arte Moderna - Mombercelli
I
l Museo Civico d’Arte Moderna e Contemporanea di Mombercelli è ubicato in un ex carcere in cui sono state mantenute le principali caratteristiche costruttive. L’edificio, costruito a cavallo del XlX e XX secolo su progetto dell’ingegnere Angelo Santone, si presenta esternamente compatto, con due piani fuori terra e torretta di avvistamento centrale. Internamente gli spazi sono scanditi dal susseguirsi di inferriate che chiudono le celle ora divenute locali espositivi. ll Museo ospita un pregevole patrimonio artistico a cui si affianca una fornita biblioteca di volumi e cataloghi d’arte donati in gran parte dalla famiglia Antonio Donat-Cattin. L’avventura del Museo è iniziata nel 1972 per iniziativa di un gruppo di amanti dell’arte. La prima sede fu presso la casa Zandrino; dopo un periodo di inattività, nel 1997 fu spostata nell’attuale destinazione, l’ex carcere mandamentale dismesso nel 1963. È stata una vera e propria consacrazione dell’edificio in luogo di cultura. Nel 2004, dopo un ulteriore e attento restauro, le porte del “carcere” si sono riaperte per ospitare la mostra di Francesco Casorati cui fecero seguito esposizioni di artisti affiancate dalle opere permanenti. Il Museo ospita anche mostre collettive di artisti legati al territorio, eventi culturali a tema e organizza visite guidate per le scuole.
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opere
Giulio Agostino Torino, 1951 20
Diplomato in Arti Grafiche, ha frequentato il corso libero di nudo all’Accademia Albertina di Torino e per anni ha svolto l’attività di grafico pubblicitario. Il punto di partenza del suo lavoro è la natura. Il paesaggio naturale non è mai riprodotto fedelmente ed emerge così una personale figuratività che rispecchia un’immagine più mentale che reale.
Tra le mostre recenti 2015 Personale, Satura Art Gallery, Genova. 2014 Personale, Centro Comunale di Cultura, Valenza (AL); Personale, MAC – Centro d’Arte Cerreto, Cerreto d’Asti (AT); Collettiva, Ecomuseo del Freidano, Settimo Torinese (TO). 2013 Personale, ex Carceri Le Nuove – Fiera Espositiva The Others, Torino. 2011 Personale, Palazzo Medici del Vascello, Asti.
Campo in fiore, 2014, colori a olio su corteccia di albero trattata, 89 x 69 cm
2010 Collettiva, Palazzo Lomellini, Carmagnola (TO). 2009 Collettiva, Castello, Moncalieri (TO). 2005 Collettiva, Mais Charles Grandemagne, Chantraine (Francia). 2004 Collettiva, Torre Medievale, Sant’Ambrogio di Torino (TO).
Passione, 2012, struttura polimaterica, 102 x 80 x 45 cm
Elizabeth Aro Buenos Aires, Argentina, 1961
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Ha condotto la sua formazione artistica presso la National School of Fine Arts Prilidiano Pueyrredon e ha seguito corsi di Storia dell’Arte all’Università di Buenos Aires. Realizza opere concettuali di forte impatto fisico ed emotivo eseguendo sculture in stoffa. Nei suoi lavori esplora il contrasto tra le forme e i raffinati tessuti che le plasmano.
Tra le mostre recenti 2015 Los Otros, a cura di F. Pasini, ex Chiesa di San Carpoforo - Accademia di Brera, Milano per EXPO in città, Milano; Santa Sangre, Moritzkirche, Augusta (Germania); Zoom – Fotografia Italiana, a cura della Fondazione Pierluigi e Natalina Remotti, Fondazione Remotti, Camogli (GE); Kunst/Stoff, Tim Museum Textile, Augusta (Germania); De la potencia a la Sutileza. Mujeres en la Colección de Arte Contemporáneo del Ayuntamiento de Pamplona, Pamplona
All Fire, the fire, 2011, velluto, dimensione ambiente
(Spagna); Flack Pack Art, Islington Mill Studios, Manchester (Regno Unito); Un - fold in Pathos, Monaco (Germania); Flat Pack, Aurora, San Paolo (Brasile). 2013 Rehenes – Ostaggi, a cura di G. Giovanardi e A. Gracco Kopp, ex Chiesa di Santa Rita, Roma; Trilogia Esistenziale Triple Personal, a cura di M. C. Strati, Gagliardi Art System, Torino. 2012 Seguendo il filo di un pensiero, Istituto Italiano di Cultura, Amburgo (Germania).
Branches, 2007, velluto rosso scuro e disegno a parete, scultura: 250 x 210 x 40 cm, disegno a parete: 210 x 180 cm
Maura Banfo Torino, 1969
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Dalla fine degli anni Novanta ha iniziato una personale ricerca attraverso l’uso della fotografia, mezzo che oggi continua a utilizzare affiancandolo alla scultura e alle installazioni. Attraverso una spiccata attenzione alle forme del quotidiano, le sue immagini possiedono una forte capacità narrativa. Le inquadrature insolite fissano oggetti che sono riconoscibili a tratti e che assumono una valenza evocativa.
Tra le mostre recenti 2015
Contemporary visions, a cura di A. Demma con la collaborazione dell’IGAV, SPSI Art Museum, Shangai (Cina); Cenacoli: Maura Banfo/Pietro Gaglianò, a cura di A. Cattani, Novella Guerra, Imola (BO); Visioni contemporanee, a cura di A. Demma con la collaborazione dell’IGAV, Spazioborgogno, Milano; Il poeta dell’aria, a cura di A. C. Russo e P. Gaglianò, progetto Blu Corner, Carrara. 2014
Con_Temporary, a cura di P. Magni, Yacht Club de Monaco, Montecarlo; Ateliers d’Artistes, a cura di Château de Servieres, Marsiglia (Francia);
Falena, 2012, lambda print, 60 x 60 cm, courtesy dell’artista
Preziosa Opera. Capolavori d’arte e tradizione orafa a Valenza, a cura di D. M. Papa, Villa Scalcabarozzi, Valenza (AL); Visioni contemporanee nella certosa - artisti Italiani a Capri, a cura di A. Demma, progetto di IGAV, la Certosa, Capri (NA); L’immagine della natività dal Medioevo all’Arte Contemporanea, a cura di E. Pagella e G. Curto, Palazzo Madama, Torino; Spring Residence, Fondation pour l’art Clews - La Napoule, Mandelieu La Napoule (Francia). 2012
Maura Banfo/Filippo Centenari – Saluti da… Saluzzo, a cura di A. Demma con la collaborazione dell’IGAV, La Castiglia, Saluzzo (CN). Nido, 2015, alluminio e zinco, diametro 60 cm circa, courtesy dell’artista
Stefano Cagol Trento, 1969
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Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Milano e a Toronto presso la Ryerson University. Nel suo lavoro si avvale di diversi media. Interviene sulle immagini con una minima elaborazione digitale. Attraverso installazioni site specific e performance propone fotografie e video. Con l’utilizzo e l’ibridazione di mezzi, strumenti e messaggi, realizza veri e propri progetti. La ricerca si indirizza ai nuovi paesaggi metropolitani e alle forme della nostra contemporaneità. Tra i temi cari all’artista è fondamentale l’interesse per gli scenari globali. Tra le mostre recenti 2015
Collezionare per un domani: nuove opere a Museion, Museo di Arte Moderna e Contemporanea, Bolzano; Visioni contemporanee, Museo Pecci, Milano; The Politics of Water, Kumho Museum, Seoul (Corea del Sud). 2014
The body of Energy (of the mind), Museo MAGA, Gallarate (VA). 2013
The Body of Energy (of the mind), 2015, Mojacar 2012
Sensor. Stefano Cagol, ZKM - Museo d’Arte Contemporanea, Karlsrhue (Germania); Fight or Flight, L’Ozio, Amsterdam (Olanda). 2011
Concilio, 54° Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, Chiesa di San Gallo, Venezia; Stockholm Syndrome (always with you), Priska C. Juschka Fine Art, New York City (USA).
Padiglione Nazionale delle Maldive, 55° Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, Venezia.
Trigger the Border, 2014, aerosol, lighter, photo, Drake Arts Center, Kokkola (Finlandia), 80 x 120 cm
Jessica Carroll Roma, 1961
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Per un lungo periodo ha soggiornato negli Stati Uniti dove ha frequentato corsi di disegno, fotografia e tecniche calcografiche al Cleveland Institute of Arts e lezioni di biologia ed etologia alla Western Reserve University. La sua ricerca artistica è incentrata sul tema della natura indagata secondo una personale interpretazione. Emerge un senso di incanto nelle sue opere grazie alla particolare fusione di mito, leggenda e biologia.
Tra le mostre recenti 2015
Jessica Carroll e Jay Batlle, Esso Gallery@Casa Menzio,Torino; Cappuccetto Rosso. Una mostra da favola, Galleria dell’Incisione, Brescia. 2014
White not? Una visione in bianco, a cura di C. Massimello, ERSEL, Torino; Preziosa Opera. Capolavori d’arte e tradizione orafa a Valenza, a cura di D. M. Papa, Villa Scalcabarozzi, Valenza (AL); Destinazione d’uso, a cura di F. Canfora e F. Paludetto, Castello di Rivara – Centro d’Arte Contemporanea, Rivara (TO); Mediterraneo. Percorso dell’Arte tra fine
La nera vite, 2008, marmo nero del Belgio, 45 x 35 x 3 cm
Ottocento e Contemporaneo, Paola Raffo Arte Contemporanea, Pietrasanta (LU); Personale, Galleria Opere Scelte, Torino. 2013
Gioielli d’artista, Galleria Benappi, Torino; Art Jungle, a cura di F. Canfora e D. Ratti, Reggia, Venaria Reale (TO); La colonna del rigore al centro della misericordia, a cura di M. L. Caffarelli, Sinagoga, Casale Monferrato (AL); Uno sguardo sul mondo – opere da una collezione privata, a cura di G. Orsini e M. A. Schroth, Fondazione Museo Pino Pascali, Polignano a Mare (BA).
Fagiolo Borlotto, 2003, marmo rosa di Norvegia, 20 x 130 x 20 cm
Carlo D’Oria Torino, 1970
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Nel 1997 ha conseguito il diploma in Scultura all’Accademia Albertina di Torino. Attraverso il suo lavoro opera una riflessione sull’uomo e sulla società contemporanea. Per le sue sculture utilizza materiali differenti che diventano mezzo per esprimere la molteplicità degli esseri umani.
Tra le mostre recenti
Evasioni, 2015, acciaio, 170 x 240 x 120 cm
2015
2013
Holy MisterY. Il sacro e il mistero nell’arte contemporanea, Centro Congressi Santo Volto, Torino; Interferenze, a cura di F. Paludetto, Castello di Rivara – Centro d’Arte Contemporanea, Rivara (TO); L’arte e il Lavoro, a cura di F. L. Crisopulli, Forte Albertino, Vinadio (CN).
Contrasti - dialoghi dal figurativo al concettuale, a cura di U. Benappi e A. Audoli, Galleria Benappi, Torino; Sul cuor della terra, a cura di M. Bramante, Galleria La Contemporanea, Torino; Interferenze – Interferenze, a cura di A. Audoli, Square 23, Torino.
2014
2012
Destinazione d’uso, a cura di F. Canfora e F. Paludetto, Castello di Rivara – Centro d’Arte Contemporanea, Rivara (TO); Preziosa Opera. Capolavori d’arte e tradizione orafa a Valenza, a cura di D. M. Papa, Villa Scalcabarozzi, Valenza (AL).
Real Fiction/Terza puntata, a cura di F. Cerato, Teatro Selve – Vigone Studio di Architettura, Torino; Open Space2/incursioni figurative, a cura di F. De Chirico e C. Cipriani, Galleria Nazionale Palazzo Arnone, Cosenza. Disturbo, 2015, acciaio, diametro 180 cm
Federica Ferzoco Milano, 1974
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Ha conseguito il Diploma in Scultura e il Diploma di II Livello in Didattica delle Discipline Plastiche e Scultoree all’Accademia di Belle Arti di Brera. Alla base delle sue ricerche è una materia che ha una sua fisicità manifesta, resa attraverso forme sospese nel tempo, plasmate, piegate e trasformate.
Tra le mostre recenti 2015
Milano scultura, Fabbrica del Vapore, Milano; Quinto elemento, Spazio Heart, Vimercate (MB); Welovesleep, Galleria Santa Redegonda, Milano; Sonno & sogno, Viarena5, Bergamo; Non di solo pane, Mediateca, Santa Teresa, Milano; Nati per leggere, ex FFSS, Quarona (VC); Dacosarinascecosa, Studio dieci, Vercelli.
Ognuno è diverso, nessuno è perfetto, 2015, terracotta bianca, rossa, rosa, nera, installazione, 400 x 300 x 4 cm, courtesy Galleria E3 Arte Contemporanea, Brescia
Galleria E3 Arte Contemporanea, Brescia; End in Nation, Museo Civico del Marmo, Carrara. 2013
Corpi, MUST Museo del Territorio, Vimercate (MB). 2012
Impronte, Villa Pomini, Castellanza (VA).
2014
Affetto, a cura di D. M. Papa, Galleria Nuvole Arte Contemporanea, Montesarchio (BN); Contemporaneamente – Mentecontemporanea, Attesa, 2015, calco del corpo in garza, 60 x 50 x 70 cm, courtesy Galleria E3 Arte Contemporanea, Brescia
Gabriele Garbolino Rù Torino, 1974
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Nel 1996 si è diplomato in Scultura presso l’Accademia Albertina di Torino. Nella sua opera il ritorno alla figura, spesso frammentaria o riprodotta in dimensione monumentale, ha le fondamenta nella tradizione classica ma è evidentemente carica di contemporaneità. I soggetti delle sue sculture tendono ad assumere un valore simbolico e concettuale fortemente suggestivo.
Tra le mostre recenti 2015
142 (onefortwo) una mostra per due, Respublica, Galleria d’Arte Democratica, Venaria Reale (TO); Arte e lavoro. Il lavoro nella contemporaneità, Forte Albertino, Vinadio (CN); InconTra|Art, a cura di P. S. Tesio e G. Cossa, Villa Casalegno, Panezza (TO); Holy MisterY. Il sacro e il mistero nell’arte contemporanea, Centro Congressi Santo Volto, Torino.
Metallo, 2013, alluminio, 180 x 180 x 180 cm, courtesy dell’artista 2013
Lo stallo, a cura di V. A. Sacco, Castello, Castellamonte (TO); Gabriele Garbolino Rù. Ritratto multiforme, il Cassero per la Scultura Italiana dell’Ottocento e del Novecento, Montevarchi (AR); Alluminio. Tra Futurismo e contemporaneità un secolo di scultura italiana sul filo della materia, a cura di A. Panzetta, il Cassero per la Scultura Italiana dell’Ottocento e del Novecento, Montevarchi (AR).
2014
Animals, Milano.
Stallo, 2013, terracotta, misura ambiente, courtesy dell’artista
Stefano Giorgi Torino, 1973
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Si è laureato in Architettura e ha studiato l’arte della pittura e del disegno giapponesi. Dal 2005 ha iniziato a praticare una sua originale video-pittura, un sistema con cui esegue live painting accompagnato da suggestioni musicali. I suoi lavori coniugano pittura, musica, danza e teatro. Nel 2011 ha eseguito le sue performance durante i concerti della tournée del gruppo dei Subsonica.
Tra le performance recenti
Landscape, 2010, inchiostro su carta, 20 x 20 cm, courtesy dell’artista
2015
Ink drop faces, performance, Ateliers d’Artistes de Belleville, Eglise Nôtre - Dame de Ménilmontant, Parigi (Francia); Le trame del legno, visuals per il concerto di Federico Bagnasco, Superbudda Creative Collective, Torino; Improvvisazione pittorica per l’opera officium Defunctorum, di T. L. De Victoria, Festival di musica antica, Romano Canavese (TO).
per la scena, Teatro Gobetti, Torino; Nuvole, tour dello spettacolo di S. Giorgi e M. Bernabei, Fondazione Pistoletto, Biella (in seguito a Torino, Roma, Avellino, Orbetello); Lo strano verso, Festival Internazionale del teatro di figura, Torino; Live painting per il concerto di Manuel Volpe Sextet, Teatro Valeria Moriconi, Jesi (AN); Tempi Burrascosi, opera di N. Campogrande, Teatro Bibbiena, Mantova.
2014
2012
Carta cruda - effetto farfalla, a cura di F. Mariani e G. Gaggia, Casa Sponge Arte Contemporanea, Pergola (PU); I giganti della montagna, compagnia Officina
Sans Frontiers, a cura di T. D’Agruma, Officine Caos, Torino.
Performance, 2015, Castello di Castelnuovo Calcea (AT)
Federica Gonnelli Firenze, 1981
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Si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Firenze. L’idea del “confine” ha caratterizzato il suo percorso artistico sia nei materiali che nei temi. Nella sua produzione il limite è ricorrente, reso attraverso un velo di organza che non è un mero supporto ma ha funzione di mezzo espressivo. Il velo mostra qualcosa attraverso le immagini che su di esso sono realizzate e allo stesso tempo impone un movimento all’osservatore che vuole scoprire cosa nasconde.
Tra le mostre recenti 2015
Death, Palazzo Guinigi, Lucca; The Bocs, a cura di A. Dambruoso, residenza artistica, Cosenza; Vitamine – Tavolette energetiche, a cura di L. Monaldi, un progetto Archivio Carlo Palli, Mart, Rovereto (TN); Invisible Borders, a cura di P. Gaglianò, Srisa Gallery of Contemporary Art, Firenze; Sac, mari tra le mura, a cura di Fondazione Pino Pascali e E. Trisciuzzi, Casa delle Culture, Mola di Bari (BA); Tu 35 Po, un progetto di Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Officine Giovani, Prato;
H-Abito, 2012, assemblaggio di organza trasparente stampata a transfert, immagine fotografica stampata su carta e legno, 200 x 200 x 5 cm
Corrispondenze di sensi/o, a cura di B. Cianelli, Museo MuSa, San Giorgio di Pesaro (PU); Biennale Italia – Cina, a cura di S. Orlandi, Mastio della Cittadella, Torino. 2014
Gli spazi del sogno, a cura di A. Redaelli, Palazzo Pirola, Gorgonzola (MI), Biffi Arte, Piacenza; IC - Istambul Contemporary, Galleria Art Forum Contemporary, Istambul (Turchia); Should I Stay or Should I Go? - Fuga e Persistenza, Sincresis D’A Spazio d’Arte, Empoli (FI); Tonalità del velo, a cura di R. Dominguez, S. A. A. M. Spazio d’Arte Moretti - Schema Polis, Carmignano (PO). Guest/Ghost, 2012, assemblaggio di legno, plexiglass, immagine fotografica su carta, luce led e immagine trasferita mediante riporto a solvente su organza, 30 x 33 x 10 cm cadauno
Enrico Iuliano Torino, 1968
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Ha frequentato l’Accademia Albertina di Torino dove nel 1991 ha conseguito il Diploma in Scultura. Nel suo lavoro pone in rapporto la dimensione plastica con l’ambiente. Le sue sculture nascono dall’associazione di elementi fortemente contrastanti che dialogano tra loro e diventano indissolubilmente complementari.
Tra le mostre recenti
Quadro, 2006, acciaio, ottone, vetro, acqua, pompetta a immersione, 80 x 94 x 50 cm
2015
Exhibit, ex Borsa Valori, Torino; Arte alle Corti, Palazzo Cisterna, Torino; Enrico Iuliano – Waves, Riccardo Costantini Contemporary, Torino.
VAF – Stiftung 1947-2010, a cura di G. Belli e D. Ferrari, Mart, Rovereto (TN); Km 011. Arti a Torino. 1995–2011, a cura di L. Beatrice, B. Brondi, M. Rainò, E. Remmert, Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino.
2014
2010
Destinazione d’uso, a cura di F. Canfora e F. Paludetto, Castello di Rivara – Centro d’Arte Contemporanea, Rivara (TO). 2013
Gioielli d’artista, Galleria Benappi, Torino; Art Jungle, a cura di F. Canfora e D. Ratti, Reggia, Venaria Reale (TO).
Densità media, Ermanno Tedeschi Gallery, Milano. 2008
Clessidre, Yvonneartecontemporanea, Vicenza. 2006
Ink, Ermanno Tedeschi Gallery, Torino; Mi cama es tu cama, Galeria Almirante, Madrid (Spagna).
2011
Percorsi riscoperti dell’arte italiana. Tavolo d’inchiostro e barrique, 2005, ferro, legno, alluminio, acqua, pompetta a immersione, 158 x 158 x 152 cm
Andrea Massaioli Torino, 1960
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Un immaginario lirico, poetico e visionario anima i suoi lavori. La natura è velata di energia sottile come a stabilire una nuova poetica, quasi mitica, nel rapporto con l’uomo. L’atmosfera che anima i suoi lavori è carica dell’energia propria della natura.
Tra le mostre recenti 2015
Imago Mundi – Luciano Benetton Collection: Praestigium Italia, a cura di L. Beatrice, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Nel blu dipinto di blu. Da Yves Klein a…, a cura di F. Poli, Museo MACA, Acri (CS); LandScapes – Dialoghi intorno alla terra, a cura di G. Curto, Villa Giulia, Pallanza (VB); Differenti Terre, a cura di G. Curto, Palazzo Botton, Castelmonte (UD).
Vetta, 2015, olio su tela, 300 x 200 cm
2005
Un bacio e dieci conchiglie, a cura di G. Curto, Galleria 41 Artecontemporanea, Torino. 2004
Chiudimi in un bacio, a cura di T. Conti, Studio Ercolani, Bologna. 2001
Sfingi, a cura di S. Menegoi, Infinito Ltd Gallery, Torino.
2008
Primordium, a cura di J. Putnam, Galleria 41 Artecontemporanea, Torino; Primordium, a cura di J. Putnam, Ciocca Artecontemporanea, Milano. Nobili amanti, 2008, acquerelli su carta, dimensioni variabili.
Viola Pantano Alatri (Frosinone), 1987
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Artista e performer italiana, il suo percorso inizia con la danza contemporanea affianco della regista di [Ritmi Sotterranei] contemporary dance company Alessia Gatta. L’esplorazione sperimentale di danza espressiva influenza inevitabilmente le opere dell’artista. Il suo coinvolgimento diretto con la ricerca espressiva contemporanea la spinge ad approfondire le varie arti visive quali la videoarte e la fotografia. Nel 2009 si è diplomata presso il Dipartimento di Fotografia all’Istituto Europeo di Design a Roma.. Tra le mostre recenti
1th, 2nd, 3rd, 4th, 5rd, 6rd, 7th, 8th chamber, 2014, fine art paper, 30 x 45 cm cadauna, courtesy dell’artista
2015
ArtStays. Festival of Contemporay Art, Ptuj (Slovenia); Rumor has it (progetto multimediale), a cura di D. M. Papa, Residenza Reale di Villa della Regina, Torino.
2010
Progetto Immagine, a cura di A. Barbato, Spazio Arte Contemporanea, Napoli; Arte Laguna, Tese di San Cristoforo, Arsenale, Venezia.
2013
ArtStays. Festival of Contemporary Art, Ptuj (Slovenia). 2011
Promised Gravity, Galleria Perlini Arte, Padova; Promised Gravity, Galleria Nuvole Arte Contemporanea, Montesarchio (BN).
IF #001 Getting Theraphy (edizione di 5), Fine Art Baryta - Hahnemuhle, 60 x 90 cm, courtesy dell’artista
Luigi Presicce Porto Cesareo (Lecce), 1976
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Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Lecce. Esegue performance per un numero ristretto di spettatori per volta o addirittura in assenza di pubblico. A fissare le sue azioni sono gli scatti fotografici e i video. Nel suo lavoro costante è il riferimento alla cultura e all’iconografia popolare.
Tra le performance recenti
Il giudizio delle ladre, 2013, performance con Maurizio Vierucci (Oh Petroluem), Art City, Bologna
2015
Per il volto di Maria, Sant’Isidoro, Lecce; Santo Stefano, i coriandoli, le pietre, Chiesa di Santo Stefano Piccolo, Putignano (BA); Fine eroica di un’immagine del Quatrocento, MAMbo, Bologna; La fusione del gigante, Kunsthalle Osnabrück (Germania). 2014
I re del mondo sotto il cielo di terra, Castello di Acaya, Vernole (LE).
Visita alla lingua, 2010, performance per uno spettatore alla volta, courtesy Galleria Bianconi, Milano
Olga Schigal Ischimbai, Russia, 1980
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Nel 1997 l’artista si è trasferita dalla Russia in Germania dove ha frequentato l’Academy of Fines Arts di Münster. Il suo è un lavoro di continua sperimentazione e ricerca nel quale si combinano differenti materiali e media. L’arte diviene lo strumento con cui recuperare il proprio passato e la propria identità attraverso immagini e simboli che assumono una dimensione biografica.
Tra le mostre recenti 2015
Sculture Park Wharepuke, Kerikeri (Nuova Zelanda); Dietro casa un altro angolo (Away from home another corner), a cura di P. Boccaletti, Associazione Italia Russia, Milano; ArtStays 13. Festival of Contemporary Art, Ptuj (Slovenia); Ventura Projects, Fuorisalone Design Week, Milano. 2014
3Th European International Book Art Biennale, Mosca (Russia). 2013
ArtSite, a cura di D. M. Papa, Castello, Buronzo (VC);
Still Lifes, 2015, particolare
Arimortis, a cura di R. Cuoghi e M. Farronato, Museo del‘900, Milano. 2012
International Prize Arte Laguna, Arsenale, Venezia. 2011
Boat with Yellow Egg. Boat with Ladder. ArtStays. Festival of Contemporary Art, Ptuj (Slovenia); Oltre le terre fredde, a cura di P. Boccaletti, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano. 2010
Red Square, Fuorisalone Design Week, Milano.
Still Lifes, 2015, latex, legno, tavolo, lampadario, dimensioni variabili, courtesy dell’artista
Renata Sheppard Pozzuoli (Napoli), 1982
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Ha conseguito il Master of Arts in Dance Performance and Choreograpy alla University of Illinois at Urbana Champain. La sua attività mira a ricercare le differenti espressioni in una multidisciplinarità che coniuga danza, teatro, arte e tecnologie digitali. Le “sculture viventi” sono performance nelle quali l’artista attraversa differenti ambiti. Ha realizzato film sperimentali basati sul dialogo movimento - tecnologia.
Tra le performance recenti 2014
Seul Counterpoint, Asia Society - Culture Hub, New York City (USA); One, Play and Dance Festival (PADAF), collaborazione con Andrea Paciotto, Seoul (Corea del Sud); Done, Film diretto da M. E. Atkinson, Cape Charles (USA).
Unbreak Me, 2015, particolare
150 anni dell’Unità d’Italia, Torino.
2012
Frameshift, danza interattiva prodotta da Lumiq Studios, Beppe Navello’s Teatro a Corte Festival. 2011
Fare gli italiani, video istallazione prodotta da Studio Azzurro per la celebrazione dei Unbreak Me, 2015, hanji, carta coreana, e LED lights, vestito: 38 x 160 cm. Creato con il patrocinio della Fondazione Bogliasco, courtesy dell’artista
Nikolina Silla Zagabria, Croazia, 1981
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Si è laureata a Zagabria presso la Scuola di Belle Arti e Design e successivamente ha studiato alla Facoltà di Scienze della Comunicazione. Per un periodo ha vissuto in Asia e in Italia, a Torino, dove ha studiato teatro alla PAUT (Performing Arts University Torino). La sua attività spazia dalla fotografia al multimedia e collabora alla realizzazione di progetti performativi presso la piattaforma artistica CO. H.
Tra le performance recenti
Silent words, 2013, performance, Collisioni Festival, Barolo (CN)
2015
Liquid Rooms – The Body Language. Il dono della parola, Palazzo Ca’ Zanardi, Venezia; 4G (co-performer nella performance ideata da Maurizio Godot Villani), Photissima Art Fair & Festival, Venezia. 2014
La vie en rose (l’esposizione multimediale e la performance), Voyelles & Visions, Torino. 2013
Il dono della parola, The Others Fair, Torino; Silent words, Collisioni Festival, Barolo (CN).
Performance, 2015, Castello di Castelnuovo Calcea (AT)
Antonello Tagliafierro Caserta, 1952
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Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Napoli, avvia la sua ricerca nell’ambito della pittura e della performance. Sperimenta diversi materiali e produce installazioni sempre con un profondo rigore formale.
Tra le mostre recenti 2015
Le aule dell’arte. Sette artisti per un soggetto, Sun, Santa Maria Capua Vetere (CE); Unusual Exhibition, Unusual Art Gallery, Caserta; Artfelix. Gli anni Settanta all’ombra della Reggia, Centro Giovanile di Aggregazione per l’Arte e la Cultura, Casapesenna (CE). 2011
150 artisti per l’Unità d’Italia, Palazzo Italia, Berlino (Germania). 2010
Mithra Sol Invictus, Museo Archeologico dell’Antica Capua, Santa Maria Capua Vetere (CE);
Senza titolo, 2015, acrilico su cartone, 15.3 x 15.5 cm
ArtStays 8. Festival of Contemporary Art, Ptuj (Slovenia); Paesaggio con figure, a cura di D. M. Papa, Palazzo della Comunità, Orta San Giulio (NO). 2009
La scrittura dell’arte, a cura di E. Battarra, Palazzo Lanza, Capua (CE); Tempus stellae, a cura di E. Battarra, Palazzo Provitera, Caserta. 2008
Le visioni dell’arte. Per una storia dell’arte casertana, a cura di A. Fontanella e M. Sgroi, Museo d’Arte Contemporanea, Caserta; Personale, Sala Veratti, Varese.
Spicchi di scritture, 2014, acrilico su tela, 30 elementi, 20 x 20 cm cadauno
Luisa Valentini Torino, 1954
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Laureata in Germanistica con Claudio Magris e in scultura con Nino Cassani, insegna plastica ornamentale in Accademia di Belle Arti a Urbino. Realizza sculture che combinano materiali diversi, per lo più metalli, che visivamente richiamano l’architettura di un immaginario naturale, trasponendo la struttura delle forme biomorfiche in contesti e dimensioni diverse.
Tra le mostre recenti 2015
Gli artisti del silenzio, a cura di L. De Domizio Durini, Fondazione J. Beuys, ex Municipio, Bolognano (PE); AC principio terra universa, a cura di G. Curto, Palazzo Botton - Museo della ceramica, Castellamonte (TO); Presepio. L’immagine della Natività, a cura di G. Curto ed E. Pagella, Palazzo Madama, Torino. 2014
Luisa Valentini. Osservo le stelle anche quando dormo, a cura di V. de Circasia, Galleria Mutabilis, Torino; Luisa Valentini. Non verba sed vim, a cura di V. de Circasia, Museo Civico Craveri, Bra (CN);
Portale di vite - foglia, 2015, tondini di acciaio inossidabile, saldati a filo continuo, 350 x 300 x 60 cm
Preziosa Opera. Capolavori d’arte e tradizione orafa a Valenza, a cura di D. M. Papa, Villa Scalcabarozzi, Valenza (AL). 2013
Studi Aperti - Arts Festival, Fondazione Asilo Bianco, Ameno (NO); Despues de la noche, Nellimya light art exhibition Gallery, Lugano (Svizzera); Gioielli d’artista, Galleria Benappi, Torino; Art Jungle, a cura di F. Canfora e D. Ratti, Reggia di Venaria Reale - Granparterre Juvarriano, Venaria Reale (TO).
Ali - Libellula, 2015, tondini in acciaio inossidabile saldati a filo continuo, maglia in acciaio inossidabile e jersey di seta e cachemire, 187 x 150 x 135 cm
Saav Zacchino Campolattaro (Benevento), 1961
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Ha conseguito il diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. La passione per il viaggio e le mappature geografiche lo hanno portato in contatto con architetti-urbanisti con i quali ha instaurato un rapporto lavorativo che gli ha consentito di dedicarsi parallelamente all’urbanistica e all’arte visiva. La sua ricerca indaga i temi dell’economia e delle risorse ambientali, il rapporto tra natura e costruzione sociale.
Tra le mostre recenti 2015
Geo-percezioni, a cura di D. M. Papa, Nuvole Arte Contemporanea, Museo Casa della Corte, Agerola (NA); Percorsi d’arte e contaminazioni creative, a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Montesarchio, Castello, Montesarchio (BN); ArtStays. Festival of Contemporary Art, Ptuj (Slovenia).
Bacca prodigiosa delle Terre Bianche, 2015, bacca: tela di lino, filo d’acciaio e smalti industriali, 87 x 40 x 30 cm, formiche: filo di ferro, canapa e smalti industriali, 40 x 20 x 25 cm cadauna, pezzi di rami d’albero, corda di nylon, installazione variabile courtesy studio dell’artista
Fondazione Paul Getty III, Arte Institute, Siena. 2012
Ars: Ora et Labora – Malta, a cura di A. Calabrese, Ambasciata del S.O.M., La Valletta (Malta).
2013
Human Rights?, a cura di R. Ronca, ex convento Francescani Neri, Specchia (LE); Incendium – artisti per la città della scienza, PAN – Palazzo delle Arti, Napoli; Drawing Connections (mostra permanente), Foglia energetica delle Terre Rosse, 2015, foglia: rete zincata, cartapesta e smalti, 88 x 52 x 18 cm, formiche: filo di ferro, canapa e smalti industriali, 40 x 20 x 25 cm cadauna, installazione variabile, courtesy studio dell’artista
Christian Zucconi Piacenza, 1978
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Diplomatosi presso il Liceo Artistico e l’Istituto d’Arte di Piacenza, nel 1996 decide di aprire il proprio laboratorio di scultura. La sua opera si indirizza verso lo studio del corpo umano attraverso l’utilizzo di diverse tecniche e la passione per l’opera di Michelangelo. Nel 2007 ha creato la tecnica denominata kenoclastica “che consiste nella distruzione di un’opera finita, nel suo svuotamento e nella sua successiva ricomposizione”.
Tra le mostre recenti
Testa III, 2014, travertino persiano, ferro e cera, 30 x 20.5 x 41 cm, courtesy Galleria Bianca Maria Rizzi & Matthias Ritter, Milano
2014
Leviathan, a cura di E. Beluffi, Galleria Bianca Maria Rizzi e Matthias Ritter, Milano; In hoc signo, a cura di C. Gatti e G. Seveso, Bipille Arte-Museo Diocesano, Lodi; Combinations: reflecting on silence, a cura di M. Casanova, MACT/CACT, Bellinzona (Svizzera).
Spazio Arte Contemporanea, Piacenza; Nero, a cura di E. Beluffi, Galleria Bianca Maria Rizzi e Matthias Ritter, Milano; Köpfe und: un altro modo di ritrarre, a cura di M. Casanova, MACT/CACT, Bellinzona (Svizzera); Hot, a cura di L. Beatrice, De Magistris Arte Contemporanea, Milano.
2013
2012
Garbage Memory, a cura di F. Giunti e M. Tucci, Pistoia sotterranea Istituto Ricerche Storiche Archeologiche, Pistoia; Sguardo nudo, a cura di L. Molinari, Nuovo Spazio Arte Contemporanea, Milano; Peep – Hole, a cura di A. Mancinelli, Nuovo
Nella fragilità del marmo, a cura di L. Beatrice, Museo dell’Opera del Duomo, Prato.
Caterina, 2012, travertino persiano e ferro, 36 x 14 x 30 cm, courtesy Galleria Bianca Maria Rizzi & Matthias Ritter, Milano
Edizioni Via Cordero di Pamparato 21, 10143 Torino www.phanes.it ISBN 978-88-909929-1-9 stampa Sinthesi Quattro, Torino