#AzioniInnovative_Scavi Urbani

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Provincia di Reggio Calabria

Corsi Formazione Professionale #CityMaking #RuralMaking Ottobre 2015 - Marzo 2016

#AZIONIINNOVATIVEURBANE Progetto Scavi Urbani a cura di: Filippo MacrĂŹ Domenico Guarna Emanuela Dotta Davide Giarmoleo Vittoria Bellantoni

Progetto coordinato da Pensando Meridiano Responsabile scientifica Prof.ssa C. Nava


CORSI FORMAZIONE PROFESSIONALE_PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA • CITY MAKERS per l’innovazione urbana sostenibile per la città metropolitana di Reggio Calabria • OPERATORE e PROMOTORE per lo sviluppo locale per il turismo ecocompatibile

DURATA e PERIODO DI SVOLGIMENTO DEL CORSO : 400 ore (240 in aula e 160 di laboratori territoriali) Ottobre 2015 /Marzo 2016 Direzione Corso : Provincia di Reggio Calabria e Pensando Meridiano Resp. del coordinamento didattico: Giuseppe Mangano, Andrea Procopio, Danilo Emo, Luca Assumma Supporto al coordinamento didattico: Alessia R. Palermiti Resp. scientifico del progetto: Prof.ssa Arch. C. Nava

PROGETTI #AZIONINNOVATIVEURBANE »» MappaRCi_ Mappa collaborativa per la Città Metropolitana di Reggio Calabria »» #ScaviUrbani_ Foto e Video Storytelling su scavi archeologici urbani nella Città Metropolitana di Reggio Calabria »» ReAzioni Periferiche_ Azione di deimpermeabilizzazione per il recupero della permeabilità di suolo nella periferia di Reggio Calabria »» LibrAre_Public Talk #QualeCalabria_ Azioni di making per la promozione di opere su temi culturali di interesse

Graphic editor : Alessia R.Palermiti, Giuseppe Mangano Fotografie di : Emanuela Dotta, Filippo Macrì, Danilo Emo, Alessia R.Palermiti, Ivan Giannotti


Il progetto #SCAVIURBANI promuove lo sviluppo delle aree metropolitane di Reggio Calabria con presenza di siti archeologici rilevanti (Reggio Calabria, Locri, Monasterace) in degrado o mancanti di politiche di valorizzazione. La sfida è riattivare un interesse di tipo culturale, economico e quindi collettivo in aree di interesse archeologico, ma anche innescare nuove economie riferibili al turismo sostenibile. L’azione diretta sul territorio prevede la creazione di prodotti culturali (fotografia e video storytelling) per la valorizzazione degli scavi urbani in rapporto diretto con gli spazi di città su cui insistono. L’indagine riguarda le relazioni tra la città antica in ambito metropolitano in concomitanza con la costituenda Città Metropolitana di Reggio Calabria e darà un punto di vista nuovo focalizzando su alcuni elementi tematici nei rapporti tra città e siti archeologici (costa, cinta muraria e infrastrutture). Saranno innovativi gli strumenti con cui verra’ trasferita la conoscenza dei luoghi e la loro promozione attraverso un video_racconto che li esplora dal punto di vista emozionale di chi li percorre; una mostra fotografica partecipata che indaga la natura fisica, storica ed esperienziale dei reperti e del contesto urbano in cui si trovano; una comunicazione partecipata e in rete delle azioni di making; una nuova visione e nuovi scenari di sviluppo per nuovi processi economici di tipo turistico-culturale riattivando politiche urbane partecipate di cura e valorizzazione dei siti.




LOCRI Locri Epizephiri fu una delle città della Magna Grecia, fondata sul Mar Jonio, nel VII secolo a.C., dai Greci provenienti da Lokrís (regione greca). Diversi sono stati negli anni i ritrovamenti archeologici (Terme, Anfiteatro Greco, Tempio di Marasà). All’interno del perimetro delle antiche mura della città di Locri Epizefiri (250 Ha), il 6,4% è occupato da aree costruite, mentre soltanto il 30% dell’antica città è stato indagato. Di queste aree una piccolissima parte (4%) è visitabile: il Colle della Mannella, il Casino Macrì, Il Tempio di Marasà, Centocamere sono solo alcune delle aree attualmente visitabili anche se poco valorizzate. Non esiste unanimità di vedute sulla data di fondazione di Locri, la tradizione storica ci ha tramandato tre differenti date per tale evento: Eusebio, vescovo di Cesarea (IV sec. d.C.), ci indica l’anno 673 a.C.; Gerolamo (che curò la traduzione latina dell’opera di Eusebio) fa risalire la fondazione al 679 a.C.; Strabone, non specificando una data specifica, riferisce che la fondazione avvenne poco dopo quelle di Siracusa (733 a.C.) e di Crotone (709 a.C.), quindi entro la fine dell’VIII sec. a.C. o nei primissimi anni del VII sec. a.C. Vi è invece concordia sul punto di sbarco dei coloni provenienti dalla regione della Locride, sita nella Grecia centrale, ossia Capo Bruzzano che qualche anno dopo abbandonarono per trasferirsi di qualche decina di km a nord dopo aver regolato i conti con le popolazioni indigene. I locresi dopo lo sbarco in terra calabra, strinsero accordi con le popolazioni “sicule” locali, successivamente violando tali patti, annientarono completamente l’antico abitato di Janchina. Fin dall’antichità Locri è ricordata per l’attività legislativa di Zaleuco (660 a.C.), redattore del primo codice europeo di leggi scritte, che sembra essere rimasto in vigore per oltre duecento anni. Verso la fine del VII a.C. tensioni sociali sorte all’interno della colonia, forse per l’aumento demografico, spinsero l’aristocrazia locrese a cercare nuovi spazi sul Tirreno e vennero fondate le due subcolonie di Hipponion (Vibo Valentia) e Medma (Rosarno). Poco prima del 550 a.C. sappiamo della vittoria che la città riportò, alleata con i Reggini, contro Crotone, nella battaglia della Sagra (odierno Allaro o Torbido): a questo proposito le fonti ricordano l’intervento miracoloso dei Dioscuri, protettori della città, che avrebbero aiutato i 10.000 Locresi ad avere il sopravvento sui 130.000 avversari. Nel 477 a.C. Leofrone, figlio del tiranno di Reggio Anassilao, attaccò la polis che, successivamente, si alleò con Siracusa. Dionisio I sposò una nobile locrese e concesse alla città ampliamenti territoriali ai danni di Reggio e Caulonia. Il figlio, Dionisio II, cacciato da Siracusa nel 356 a.C. si rifugiò nella città dando origine ad una dura tirannide, finita tragicamente con il massacro della sua famiglia da parte dei cittadini esasperati, che instaurarono un governo democratico.


Teatro greco-romano [ph. E. Dotta]


PANELLI FOTOGRAFICI CONTESTO

REPERTI

DETTAGLI


POST IT


LOCRI: Dettaglio, fortezza di Castellace

[ph. E. Dotta]


LOCRI: Dettaglio, teatro greco-romano

[ph. E. Dotta]


MONASTERACE La parola Monasterace si pensa che derivi da Monasteraki, che in greco vuol dire “piccolo monastero”. Si è certi dell’esistenza di un piccolo monastero bizantino già nel Vi seolo d.C. di cui ancora si possono osservare i ruderi e chiamato ancora oggi di “San Marco”. Questo è stato costruito in piena area archeologica che rimanda all’antica colonia magno-greca di KAULON: La leggenda narra che nell’VIII secolo a.C., Caulone, figlio dell’amazzone Cleta, approdò sulle coste antistanti l’odierna Monasterace Marina e qui vi fondò l’antica Kaulon della Magna Grecia. Attualmente il sito versa in critiche condizioni ed è fortemente compromesso. Monasterace Superiore ha un’origine medievale. Fu popolata dai superstiti di Kaulonia, che dopo la deportazione di metà della popolazione a Siracusa da parte di Dionigi e il successivo assoggettamento a Roma, popolarono i colli circostanti per ripararsi dalle malattie infettive . Non si può parlare della fondazione di Kaulon, senza addentraci nella leggenda, nel mito. La leggenda più affascinante risale a fonti del IV sec. A.c. che narrano della presenza dell’amazzone Clete, nutrice di Pentesilea, la regina delle amazzoni. Clete, secondo il mito, di ritorno dalla battaglia di Troia dove la sua regina perse la vita, approdò in Calabria dopo il naufragio della sua imbarcazione a causa di una tempesta. Successivamente anche dei gruppi di greci, anch’essi di ritorno da Troia, si insediarono nel promontorio che oggi prende il nome di Punta Stilo, successivamente arrivarono dei coloni Achei con mire espansionistiche in zona al comando di Tifone di Aegium.Sempre secondo il mito dei Crotoniati, giunti a dare sostegno agli Achei invasero e distrussero la città di Clete, che qualche anno dopo venne rifondata dal figlio Caulon, dal quale prese il nome, che fu l’unico sopravvissuto alla strage.Quest’ultimo divenne così l’eroe eponimo della città. Fin qui il mito, secondo le fonti storiografiche furono proprio gli Achei veri fondatori della polis, intorno al VIII sec. A.c. , la città successivamente entrò nell’orbita di Crotone. La città era limitata a sud dal fiume Sagra, sulle cui rive nel VI secolo a.C. si svolse la famosa Battaglia del Sagra, in cui Caulonia alleata con Crotone fu sconfitta da Locri Epizefiri e Rhegion (Reggio), grazie al miracoloso intervento dei Dioscuri. Nonostante la città sorgesse in un’area fornita di numerose risorse naturali quali il legname e i giacimenti minerari di rame, argento e piombo, nonché di un buon punto di approdo e di locali cave di pietra da costruzione, il suo rapporto con Crotone l’avrebbe resa col tempo una sua appendice, il che le avrebbe impedito di raggiungere l’importanza di altre città quali la stessa Crotone, Sibari, Taranto, Reggio, ecc. Caulonia fu tuttavia fra le prime città della Magna Grecia a coniare monete d’argento: sono infatti numerose quelle ritrovate che risultano realizzate con il metallo estratto nella vallata dello Stilaro.


Casa San Marco [ph. I. Giannotti]


PANELLI FOTOGRAFICI CONTESTO

REPERTI

DETTAGLI


POST IT


MONASTERACE: Reperti, Casa delle Terme

[ph. F. MacrĂŹ]


MONASTERACE: Contesto, faro

[ph. F. Macrì]


REGGIO CALABRIA Il tratto della cinta muraria di Collina degli Angeli fu messo in luce nel 1976. Realizzato interamente in mattoni crudi è lungo circa 15 metri, ha uno spessore di oltre 4 metri ed era impostato (a 100 m s.l.m.) lungo la fascia collinare della città. Esso costituisce uno dei rari esempi dell’impiego di mattoni crudi in opere di grande mole nell’architettura magno-greca. Sul sito è stata rinvenuta solo una tavola in argilla con la figura della dea della Vittoria: si suppone che il muro abbia resistito all’attacco dell’esercito di Annibale o di Pirro. Più a sud la cinta muraria continuava con quella rinvenuta alla collina del Trabocchetto. Il sito archeologico di Collina degli Angeli (un vuoto urbano verde circondato da una densa presenza di edifici residenziali sorti tra gli anni ‘50 e ‘70) è situato in quello che i reggini comunemente definiscono “quartiere di Sant’Antonio”, ovvero la realtà urbana che fa dell’ omonimo Santuario la propria centralità . La polis di Rhegion venne fondata ad opera di un gruppo misto di coloni Calcidesi provenienti dalla regione Attica della Grecia e da un gruppo minoritario di Messeni provenienti dal Peloponneso intorno al 730 a.c. , in un’area prima popolata da popolazioni indigene (Brutii) destinati fino alla conquista romana a popolare la fascia medio-alto aspromontana. Discutendo della fondazione della città non si può non citare il mito fondativo che lo storico Dionisio di Alicarnasso ci tramanda. Egli ci racconta del responso che la Pizia (oracolo di Delfi) diede ai coloni, che come tradizione, interpellarono l’oracolo per carpirne i presagi.La Pizia rispose che “Laddove l’Apsia, il più sacro tra i fiumi, si getta nel mare, laddove, mentre sbarchi, una femmina si unisce ad un maschio, la fonda una città; il Dio ti concede la terra Ausone”. I coloni, giunti a punta Calamizzi, originaria foce dell’Apsia (oggi Calopinace), videro una vite avvinta ad un fico, cioè la rappresentazione dell’uomo e della donna uniti, li fondarono una città consacrata al Dio Apollo, Rhegion. La fondazione di Rhegion è di poco successiva a quella della dirimpettaia Zancle (odierna Messina), i nostri padri capirono fin dal loro insediamento la fondamentale importanza dell’area dello Stretto (riunite già in antico sotto un unico signore, Anassila reggino) che già all’arrivo di questi popoli, venne pensata come aria integrata, ponte di culture e civiltà diversissime, ma che in questo stretto braccio di mare trovarono convivenza per secoli. L’importanza strategica di Reggio, porta d’accesso della Sicilia e dell’Italia continentale, ponte verso il medio oriente, venne mantenuta per lungo tempo, almeno fino al XV secolo. Di questi fasti, di questa città fortificata, restano solo alcune importantissime tracce archeologiche.


Cinta muraria di Collina degli Angeli [ph. E. Dotta]


PANELLI FOTOGRAFICI CONTESTO

REPERTI

DETTAGLI


POST IT


REGGIO CALABRIA: Dettaglio, cinta muraria di Collina degli Angeli

[ph. E. Dotta]


REGGIO CALABRIA: Dettaglio, cinta muraria di Collina del Trabocchetto

[ph. E. Dotta]


Studenti dei Corsi di Formazione Professionale della Provincia di Reggio Calabria #CityMaking #RuralMaking



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