E il mensile marzo 2012

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di

Alessandro Bertani

foto Archivio

Emergency

Obiettivo

«Sì, ho un contratto di lavoro. Mi pagano 35 euro al giorno, ma il lavoro non c’è tutti i giorni». M., 38 anni, originario della Tunisia, è in Italia dal 1998. Vive da sempre a Scoglitti, una frazione di Vittoria, Ragusa, con quattro suoi connazionali. Per due stanze pagano 300 euro di affitto al mese. Lavora nelle serre, segue la coltivazione dei pomodori, dei peperoni e delle melanzane tutto l’anno. «Torno in Tunisia un mese all’anno, per le vacanze. La mia famiglia è là», dice. Nella situazione di M. ci sono diversi uomini che lasciano moglie e figli a casa, anche perché non potrebbero permettersi di mantenerli in Italia. In questa zona la più grande comunità di lavoratori stranieri è rappresentata da nordafricani, in particolare tunisini. Il Poliambulatorio mobile di Emergency si muove qui sul litorale di Vittoria, tra Scoglitti, Punta Braccetto e Marina di Acate. Sono località a ridosso del mare, perché fino al mare arrivano le serre che ricoprono l’intera Piana di Vittoria. Migliaia di costruzioni con impalcature in legno o ferro ricoperte di teli di plastica per creare un ambiente a temperatura costante, tutto l’anno. È un’industria continua che richiede manodopera esperta per sfruttare i cicli produttivi: «Tre mesi – dice M. – per la maturazione dei pomodori e dei peperoni, due mesi per il raccolto delle melanzane». Come molti dei suoi connazionali, avendo un contratto di lavoro ha anche un permesso di soggiorno e una tessera sa-

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nitaria che gli consente di avere accesso alle cure del sistema sanitario nazionale. Di fatto, però, tale diritto resta spesso non attuato, per le difficoltà a muoversi per raggiungere l’ambulatorio del medico di base, per gli orari nei quali è possibile richiedere una visita e per la difficoltà a farsi capire dal proprio medico, in assenza di un traduttore, e a essere indirizzati nelle strutture del sistema sanitario della provincia. Oltre alla prima visita medica e alle cure, l’attività dell’ambulatorio mobile di Emergency consiste anche nell’orientare i pazienti visitati e facilitare il loro accesso ai presidi sanitari pubblici. Attenzione ai bisogni, capacità di ascolto, dignità e rispetto: sono elementi semplici di una ricetta per una sanità più umana e più giusta. Tra le persone che lavorano nelle serre, però, non tutti hanno un contratto di lavoro e un permesso di soggiorno. Molti sono irregolari perché rimangono anche dopo la scadenza del contratto. Invece di regolarizzare la condizione dei lavoratori stranieri, la legislazione italiana si è trasformata in un meccanismo di creazione di irregolari. Condizione per avere un permesso di soggiorno è infatti l’esistenza di un contratto di lavoro. Succede così che molti “datori di lavoro” si fanno pagare fino a mille euro per offrire un contratto a termine (tre mesi), al solo scopo di far ottenere un permesso di soggiorno ai lavoratori stranieri. Questi non vengono poi fatti lavorare o vengono impiegati solo saltuariamente e, alla scadenza del contratto fittizio, diventano a tutti gli effetti irregolari. Una volta che si trovano in questo stato sono più ricattabili e disponibili ad accettare peggiori condizioni di lavoro e di vita.


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