E il mensile maggio 2012

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Stuart Franklin [magnum photos/contrasto] casa ridono quando ti chiedono il prezzo dopo averla vista. Ormai sono abituati alle “city” o “mountain” bike, loro: roba nuova, altro che quel ritaglio di giornale del secolo scorso. Anche piazza Tian’anmen è un luogo recente. «Fu creata solo dopo il 1949, cioè con la fondazione della Repubblica popolare cinese», racconta l’architetto Qi Xin. Prima, al suo posto, c’erano gli hutong, i tipici quartieri di stradine strette e perimetrate dai muri che occultano la bellezza delle case a corte, i siheyuan. Perché Pechino, fin dalla sua fondazione non fu pensata e costruita per la sua gente, per luoghi d’incontro, bensì per un solo cittadino: «Tutti sono servi dell’imperatore», continua Qi, «quindi non esiste spazio pubblico e l’intera città è concepita come un accampamento militare. In questo modello non ci sono attività commerciali e i quartieri possono essere chiusi molto facilmente di notte, affinché gli abitanti non siano in grado riunirsi e creare problemi». Scrive Renata Pisu nel suo Mille anni a Pechino che, fino al 1900, al tramonto, “venivano sbarrate tutte le porte della Città Interna, la polizia chiudeva quelle delle strade – oggi scomparse, ma ce n’erano più di mille che isolavano le vie cittadine in brevi settori – e la gente si

ritirava in casa. Così, in risposta al risuonare dei tamburi e della campana, non era soltanto la città murata a venire isolata dall’esterno, ma tutti gli spazi circondati da mura all’interno della città, i palazzi, i mercati, i templi”. Quando Mao vince e fonda la nuova Cina, a forza di demolizioni e allargamenti, viene creata piazza Tian’anmen: «Ma ancora una volta non si voleva celebrare la comunicazione tra la gente, bensì la gloria del nuovo potere», aggiunge Qi Xin, «fu tuttavia per certi versi un errore perché, da quando la grande piazza esiste, ogni evento contro il governo si concentra proprio in quello spazio». Pedali, pedali e ci arrivi da nord. Si costeggia la Città proibita a est o a ovest e di colpo ci si trova in uno spazio enorme. I turisti, soprattutto cinesi delle province, si fanno fotografare di fronte al ritratto del Grande timoniere che campeggia sulla vera e propria Porta della pace celeste. Il gioco ormai tipico consiste nel mettersi in posa di modo che la propria testa sostituisca quella di Mao. Questo è il luogo più conosciuto di Pechino e al tempo stesso non è Pechino. La città storica si sviluppa lungo l’asse sud-nord (o nord-sud). Il vertice meridionale è il Tempio del cielo; quello settentrionale, il nuovo parco Olimpico. Questa

Fino al 1900, al tramonto, venivano sbarrate tutte le porte della Città Interna, la polizia chiudeva quelle strade e la gente si ritirava in casa


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