Progetto Babele n.11 (anno 3 n.4)

PROGETTO BABELE

Linguaggi

In allegato i testi del progetto OSINA

IIS Nicola Pizi - Progetto Babele anno 3 n.4

Linguaggio e azione: il punto di vista di Thomas Hobbes Maria Giulia De Santis - Francesca I. Pellegrino 4^A LS Thomas Hobbes tentò di delineare il proprio concetto di ragione tramite un'indagine che lo portò ad una distinzione tra gli animali e l'uomo.

Infatti, nonostante entrambi siano dotati di ragione, l'uomo riesce a progettare e a raggiungere gli obiettivi

che si prefissa proprio mediante la conoscenza empirica e il linguaggio.

Considerato come un insieme di segni arbitrari che ci sono utili per associare ad un oggetto o ad un'esperienza un nome, quest’ultimo risulta efficace per ricordare e poter trasmettere agli altri qualsiasi cosa di cui vogliamo parlare.

Le parole, che costituiscono il linguaggio, servono ad esprimere ciò che pensiamo e permettono di distinguerci ancora una volta dagli animali che, nonostante interagiscano tra loro tramite versi, non possono effettivamente definire la loro comunicazione come un linguaggio.

Il linguaggio influenza anche il nostro modo di pensare e agire.

A tal proposito, sono stati affrontati diversi studi che hanno verificato che esso abbia degli effetti diversi sul pensiero in base alla propria origine poiché la parola con uno stesso significato può assumere sfumature differenti in base al contesto culturale.

Proprio per questa ragione, un bilingue avrà una visione ambivalente di uno stesso aspetto e un poliglotta risulterà più curioso di fronte alla cultura legata agli idiomi conosciuti, avendo una maggior apertura mentale e una visione diversa delle cose.

Viaggiare è considerato importante poiché, venendo a contatto con diverse culture, apriamo la mente a tradizioni differenti da quelle con cui siamo cresciuti e che ci appaiono normali, e siamo in grado di vedere il mondo da un’altra prospettiva.

Il linguaggio condiziona la nostra personalità più profonda e le nostre attitudini mentre la nostra lingua madre modula di più la nostra forma mentis e permette di esprimere a pieno le nostre emozioni.

Indoeuropeo e lingue sorelle Domenico Pio Rizzo 3^A LC Tutti, almeno una volta nella vita, ci siamo chiesti come mai alcune parole italiane si assomigliano con le reciproche di altri idiomi parlati in Europa.

Tale quesito trova soluzione nella linguistica indoeuropea, che è una disciplina che si occupa proprio delle origini comuni della maggior parte delle lingue europee vive ed estinte, della lingua indiana e di alcune antiche lingue asiatiche.

Il metodo usato per lo studio di ciò è quello comparativo e da esso ha origine la cd. linguistica comparativa.

Sebbene l’idea del confronto fra le lingue risalga all’Umanesimo, i primi risultati concreti si ebbero soltanto nel XVIII – XVIX sec., grazie agli studiosi Adelung e Kraus. A influenzare pesantemente la nascita di questa scienza fu, però, la conquista dell’India da parte dell’Inghilterra coloniale. Sir William Jones, alto magistrato del Bengala, nel 1786 fu il primo ad accorgersi, infatti, che erano presenti delle somiglianze tra il sanscrito (lingua indiana) e molti linguaggi europei, specie il latino, il greco e il celtico. Da qui si iniziò a supporre che avessero tutti un’origine comuni.

Tale ipotesi fu nuovamente presentata da Friedrich Schlegel che, per primo, pubblicò una grammatica comparativa tra questi idiomi.

A dare una svolta in questi studi furono, tuttavia, Franz Bopp e Rasmus Rask che, con l’applicazione e perfezionamento del metodo comparativo, tracciarono un quadro delle somiglianze e delle relazioni tra le varie

lingue, nonché tenteranno di ricostruire la matrice comune.

Il protoindoeuropeo, cioè la lingua madre, era parlata da un popolo omonimo alla stessa che, circa cinquemila anni fa, partendo dall’Eurasia (area continentale comprendente l’Europa e l’Asia) centrale, si trasferì in Europa, in Asia occidentale e centrale e nel subcontinente indiano. L’esistenza di questa stirpe, per lungo tempo solo ipotizzata dal punto di vista lessicologico, è stata confermata in via definitiva da alcune ricerche genetiche.

La nascita delle varie lingue indoeuropee è avvenuta proprio grazie a questi flussi migratori. La popolazione, infatti, stabilendosi in svariati luoghi, mutò gradualmente il proprio linguaggio, mantenendo comunque dei tratti della sua origine, permettendo così agli studiosi di formulare l’ipotesi che sta alla base di ciò.

Pittogrammi e alfabeti Antonia Luna Caccamo 4^A LS Lo sviluppo fondamentale delle civiltà umane è l’invenzione della scrittura. Già dalle prime culture primitive veniva usato un sistema chiamato pittogramma. Il pittogramma era il modo più semplice per trasmettere un messaggio e consisteva a collegare disegni, e ogni disegno corrispondeva ad una azione o ad un oggetto. Il pittogramma si sviluppò in Cina intorno al 2500 a.C con la scrittura ideografica.

L’ideogramma è un disegno molto stilizzato, è un sistema complesso da utilizzare e difficile da apprendere. per esempio gli ideogrammi cinesi sono 6000. Le scritture seguono un sistema ideografico-

fonetico ciò significa che ogni segno si collega non solo alle parole ma anche ai suoni che le formano. Nacquero in Europa diversi ideogrammi come in Egitto quella geroglifica che nonostante fosse più semplice di quella ideografica aveva ancora centinaia di segni. A Creta si passò dalla scrittura geroglifica alla lineare A che era prevalentemente fonetica. In seguito nella civiltà

micenea nacque la lineare B che era una scrittura sillabica. La soluzione più efficace si ebbe con l’invenzione della scrittura alfabetica in cui venivano usati 20-30 segni per indicare i fonemi base. Gli antichi ritenevano che fossero stati i fenici a inventare l’alfabeto, la prima manifestazione dell’alfabeto si ebbe nella zona siro-palestinese. Intorno al nono secolo l’alfabeto in uso dai fenici fu trasmesso ai greci che lo chiamavano proprio phonikikà gràmmata che significa “lettere fenicie”. Gli euboici furono i primi ad arrivare in Occidente e diffusero l’alfabeto agli etruschi. La scrittura etrusca adattata con quella delle colonie greche arrivò a Roma e fu usata per esprimere la lingua latina. Con le continue conquiste di Roma si diffuse questa lingua che divenne la lingua principale e l’alfabeto in uso per le lingue moderne.

LIS e Braille Benedetta MAURO 3^A LS Esistono nel mondo diverse lingue ma anche diverse forme di trasmissione, che possono essere: verbale, scritta e visiva. Si basti pensare alla lingua che viene utilizzata per le persone ipovedenti e sordomute.

Questi due tipi di lingue prendono il nome di Lis e di Braille. La prima citata è un acronimo per indicare la lingua dei segni Italiana e si sofferma sul linguaggio visivo-gestuale. Quest’ultimo si divide in quattro fasi che sono: la configurazione, la locazione, la tipologia di movimento e l’orientamento del segno, ma soprattutto in aggiunta a questi, sono molto importanti lo sguardo, l’espressione facciale e il movimento, che permettono alla persona soggetta di disabilità di comprendere al meglio ciò che si vuole esprimere attraverso questo canale comunicativo.

In passato questa lingua non è stata riconosciuta come lingua ufficiale, a causa di un’educazione che possiamo definire “oppressiva”, la quale non permise l’uso del Lis all’interno di ambienti scolastici e non, comportando l’esclusione della maggior parte della comunità.

Solo negli anni ’70 il governo Italiano stabilisce che gli enti locali e le unità sanitarie devono assegnare personale specializzato come per esempio docenti e operatori.

La figura invece che si occupa dei disabili ipovedenti è stata inserita solo nel 1992. Questa figura fa da vero e proprio interprete, il quale opera in ambito sociale come per esempio nelle scuole, negli uffici, negli ambiti della sanità, nei tribunali, ecc.

La lingua che viene utilizzata per questi ultimi è il Braille, questo tipo di comunicazione è stata inventata nel 1800 da Louis Braille il quale donò a tutto il mondo un alfabeto per le persone cieche.

La scrittura braille non è per niente semplice.

Innanzitutto questo codice deve essere tracciato sulla parte opposta della pagina e non bisogna solo invertire

la disposizione dei caratteri, quindi scrivere da destra verso sinistra, ma bisogna anche utilizzare una precisa forma. Per scrivere le lettere bisogna utilizzare una combinazione di sei punti per cella che sono disposti su due righe verticali.

L’invenzione di questo tipo di linguaggio è stata molto fondamentale per migliorare la vita di queste persone, riuscendo ad integrarle nel migliore dei modi all’interno della società.

La torre di Babele Katia Condello 4^A LS Celeste Romeo 4^B LS La torre di Babele è un episodio del libro della Genesi, e racconta la costruzione leggendaria avvenuta a carico di Nimrod, sovrano di Babilonia, che voleva vendicarsi a causa della morte dei suoi cari, e dunque scagliarsi contro Dio. A causa della propria impazienza, Nimrod, nonostante i lavori di costruzione della torre, che serviva per ascendere al cielo non fossero compiuti, diede ordine ai suoi arcieri di cominciare a scagliare le frecce contro il Signore, che rispose mandando in quel luogo degli

angeli a confondere il linguaggio degli abitanti della Babilonia dicendo: “Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l’inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro”. Così anche coloro che stavano costruendo la torre non erano più in grado di comprendersi, e quindi dinanzi ad un’assurda confusione i lavori di costruzione prima rallentarono, successivamente fallirono e gli uomini si dispersero nel mondo per volontà di Dio.

Il nome della Torre di Babele deriva dalla parola ‘babal’ ovvero ‘confondere’, poi rivelatosi essere appunto, torre della confusione.

Esiste una costruzione reale corrispondente alla Torre di Babele, ed è la ziqqurat di Babilonia, ovvero la torre Etemenanki, la quale ne avviò la costruzione nel XII secolo a.C., l’imperatore Nabucodonosor I e fu completata successivamente grazie a Nabucodonosor II, con in cima il tempio del dio Marduk. Nel IV secolo a.C., questa città, venne distrutta e con essa anche gran parte della torre.

Lingue del mondo Antonino Romanò 4^H LS La lingua è lo strumento che l’uomo predilige maggiormente per comunicare e dialogare insieme ad altre persone. È noto tuttavia, che si possono recapitare le varie informazioni in altri modi, ad esempio con linguaggio dei gesti, sebbene la parola continui a rimanere la modalità più efficace per esprimersi con il proprio modo di capirla e impiegarla.

Nel corso della storia, in base al luogo geografico in cui ci si trova, diverse sono state le lingue che sono nate e si sono sviluppate, ognuna con le proprie caratteristiche e le proprie peculiarità.

Non esiste una stima definitiva del numero di lingue parlate nel mondo: i numeri oscillano tra le 6.000 e le 7.000. Secondo le stime dell'UNESCO, più di 200 delle lingue catalogate si sono estinte, pari a circa un terzo del totale e sono considerate a rischio di estinzione entro la fine del 21° secolo.

Risulta tuttavia errato avere il numero delle lingue coincidente al numero dei paesi; cioè pensare che c'è una sola lingua per paese, e viceversa.

Ad esempio, nel piccolo paese della Svizzera, che confina con l'Italia, ci sono quattro diverse lingue ufficiali: tedesco, francese, italiano e latino; In Canada ce ne sono tre: francese, inglese ma anche inuit, lingue eschimesi; in India ci sono molte altre lingue ufficiali e non, oltre all'hindi e all'inglese.

In Europa la seconda lingua più diffusa è senza dubbio l'inglese; a livello mondiale dai dati esposti vi troviamo in cima il cinese mandarino la cui stima più affidabile, fino ad oggi, ci comunica che è la lingua parlata da oltre 1,2 milioni di persone. Nell'elenco delle lingue più comunemente usate dall'UNESCO, è seguito da spagnolo, inglese, hindi, arabo, bengalese, russo, portoghese, giapponese e tedesco. L'italiano, il cui studio ha raggiunto negli ultimi anni un notevole exploit con oltre 2 milioni di studenti, arriva alla posizione 25 con oltre 67 milioni di parlanti ed è diffuso in 26 paesi a causa della massiccia emigrazione degli italiani all'estero.

In aggiunta a quanto detto, esistono inoltre decine di cosiddette lingue isolate tra cui spicca il giapponese, ma

ce ne sono diverse in tutti i continenti come in Centro e Sud America, è il caso del puelche (Cile); in Europa c'è il basco, una lingua parlata nel nord della Spagna.

Delle migliaia di lingue parlate nel mondo, molte sono a rischio di estinzione, il che significa che rischiano di non essere usati come idiomi. Ciò sarebbe dannoso, poiché la lingua è un aspetto importante, una prova concreta della particolare diversità culturale dell'umanità. Ora, con i mezzi tecnologici di cui l’uomo dispone, potrebbe essere più facile rispetto al passato proteggere le lingue a rischio estinzione favorendo la loro sopravvivenza.

Il linguaggio degli animali Giuseppe Gagliardi 4^B LS Domenico Mauro 4^E LS Come gli esseri umani, gli animali usano molti gesti, imitazioni ed espressioni del corpo per comunicare: le code possono avere significati diversi a seconda del loro ambiente, le labbra spesso tirate nel cane potrebbero voler esprimere uno stato di ansia, il leccarsi il naso da parte di un cane, o come di un gatto, può trasmettere uno stato di tensione. Ad esempio, l'interazione tra un animale domestico e il suo proprietario riflette il modus operandi di un dialogo parlato, non necessariamente verbale. Un cane rimproverato è in grado di cogliere le informazioni interpretando segnali come la postura del proprietario, il tono della voce e il linguaggio del corpo.

Nel dettaglio, la comunicazione animale è il trasferimento di informazioni da un animale o gruppo di animali (mittente) a uno o più animali (destinatario o ricevente) che influiscono sul comportamento attuale o futuro del ricevente. Le informazioni possono essere inviate intenzionalmente, come nelle esibizioni di corteggiamento, o involontariamente, come per trasferire l'odore dal predatore alla preda. Le informazioni possono essere consegnate ad un "pubblico" di più destinatari. Il linguaggio animale è un'area di ricerca in rapida crescita in discipline comprendenti il comportamento animale. Infatti, molti aspetti del comportamento animale, come l'uso di nomi simbolici, l'espressione emotiva, l'apprendimento e la sessualità, vengono compresi in modi nuovi.

La zoosemiotica è la disciplina che studia il comportamento comunicativo degli animali, ovverosia, il linguaggio degli animali. Mentre l’etologia si occupava principalmente della comunicazione animale nel quadro di uno studio globale del comportamento degli animali, la zoosemiotica se ne occupa nell'ambito della teoria semiotica generale (semiotica), prestando particolare attenzione alle differenze tra i sistemi di comunicazione degli animali e quelli dell'uomo. Ha quindi tentato di stabilire una collaborazione molto stretta tra zoologi, comportamentisti, linguisti, semiotici e teorici della comunicazione con l'obiettivo

di stabilire un'ampia classificazione delle possibilità semiotiche nel regno animale. Purtroppo a causa della mancanza di contributi da parte di linguisti che studiano solo indirettamente il comportamento comunicativo degli animali e non hanno mai realmente accesso all'approccio dei non linguisti ai fenomeni più specifici del linguaggio umano, la specificità della disciplina finisce di fatto in dissoluzione, lasciando nello studio del linguaggio animale, solo le mani dell'etologo.

Attraverso la vocalizzazione, e quindi attraverso i suoni, essa si ramifica per il conseguimento di diversi scopi, quali i rituali di accoppiamento, i richiami di avvertimento, la trasmissione della presenza delle fonti di cibo e l'apprendimento sociale. Altri animali, gli artropodi ad esempio, sfregano insieme parti specializzate del corpo per produrre suoni, questo fenomeno è noto come stridulazione: i più famosi a

farlo sono i grilli e le cavallette, e anche i crostacei.

Molti altri animali invece rilasciano dei segnali chimici che poi vengono recepiti attraverso l’olfatto, questi segnali possono indicare molte cose: come lo stato di pericolo, per esempio viene sfruttato dalla puzzola che quando si sente minacciate rilascia un liquido dall’odore nauseabondo per allontanare il predatore. Oppure alcuni animali usano questi odori per marcare il territorio o, ancora, per indicare il periodo di fertilità.

Inoltre, quando i cani si incontrano, annusano vicino alla bocca, dietro le orecchie e sotto la coda, poiché ci sono ghiandole sebacee che emanano un odore personale che aiuta a identificarsi a vicenda, o le loro intenzioni o persino la loro salute.

La comunicazione visiva invece può essere divisa in gesti come il gonfiore del pelo nel caso dei gatti, per accrescere le loro dimensioni, cambiamenti di colore nel caso dei camaleonti, espressioni facciali tipiche nei primati e segnali bio-luminescenti come nel caso delle lucciole. Colori, disegni sul corpo, cambiamenti nella forma del corpo, segnali luminosi, gesti e atteggiamenti specifici che gli animali mostrano per comunicare i propri bisogni sono tutti segnali visivi. Ad esempio, il

pavone mostra la sua coda colorata per esprimere il suo intento di accoppiamento.

La visione termica viene utilizzata principalmente dai rettili e anche da qualche mammifero come il pipistrello vampiro, questa caratteristica peculiare serve loro per individuare le prede al buio, oppure nel caso dei serpenti per trovare gli individui della stessa specie.

PROGETTTO O.S.I.N.A. (Organizzazione Studentesca Informazioni Novità Attualità)

THE BATMAN: il nuovo gioiello della Warner Bros Luppino Maria Pia (2° A Classico) - Arriva finalmente al cinema il nuovo capolavoro della Warner Bros Pictures (DC Entertainment, 6th e Idaho Productions) “The Batman” (diretto da Matt Reeves) che vede nei panni del protagonista il celebre attore Robert Pattinson.

Il nuovo film è già arrivato ad incassare ben 9,4 milioni di euro ottenendo il terzo posto del box office d’Italia e non solo: infatti sembra che questo nuovo capitolo di Batman

sia riuscito ad ottenere l’89% delle recensioni positive.

“The Batman” è un film di genere fantasy, noir e d’azione, che racconta di un giovane ragazzo, Bruce Wayne, rimasto orfano che combatte il crimine a Gotham City indossando un costume da pipistrello, mentre è alla continua ricerca dei segreti sul suo passato e sulla sua famiglia.

Ma non sarà solo a combattere il crimine, con lui troviamo il tenente James Gordon interpretato da Jeffrey Wright e Catwoman interpretata da Zoe Kravitz.

Batman nel film si dimostra ancora poco esperto nel combattere il crimine poiché il regista Matt Reeves vuole far conoscere ed esplorare il personaggio prima che, com’è stato detto proprio da lui in precedenza, diventi “completamente formato”.

Sono stati proprio lui e Robert Pattinson a descrivere Batman come un “supereroe imperfetto” rispetto ai tradizionali supereroi poiché è incapace di controllarsi.

The Batman è solo il primo film di una trilogia, Dylan Clark sostiene che questa sia la base per i film successivi: aspettiamo quindi di rivedere sul

grande schermo il nostro amato super eroe.

I sistemi complessi: un grande riconoscimento per il fisico italiano Parisi Domenico Loschiavo (4° B Scientifico) - I sistemi complessi sono tornati ad essere di grande attualità dopo il conferimento del premio Nobel al fisico italiano Giorgio Parisi.

Un tema che ha aperto a nuove discussioni con un interrogativo principale: cosa sono i massimi sistemi? Sono una branca della fisica piuttosto giovane, che ricade nella matematica

statistica e interpreta un modello non più a partire dalle singole particelle, ma da un gran numero di esse. Questa conditio sine qua non richiede l’utilizzo di diversi strumenti matematici, come la statistica o la probabilità.La grande efficacia di questo genere di approccio ha permesso la sua applicazione non solo a dei gas, ma a un buco nero, al sistema immunitario, alle azioni di un mercato, ad un gruppo di persone in una discoteca.Ad esempio, rendendo il discorso piuttosto semplice, un condensato di BoseEinstein: un particolare stato della materia formato dai bosoni (ossia delle particelle piuttosto semplici) che, ad una temperatura piuttosto bassa (quando i loro “pacchetti d’onda” si sovrappongono) cominciano a comportarsi non più come singole particelle, ma come un grande, affollato, gruppo unico.In altre parole, sono dei sistemi in continua evoluzione, che potremmo definire caotici: ecco perché sono complessi!Infatti, non si

tratta di avere a che fare con dei rettangoli (come specificato dal prof. Parisi) di cui possiamo prevedere il movimento, ma con delle sferette con una grande velocità. Per rendere l’idea, il movimento delle molecole dentro un bicchiere d’acqua è determinato da un’equazione che si bassa su pressione, volume e temperatura. Conoscendo queste 3 variabili, possiamo conoscere con ottima approssimazione l’andamento del sistema.

Diversamente in un sistema complesso ci sono centinaia di variabili, dunque sarebbe come provare a determinare l’andamento di un’intera specie basandoci solamente sull’osservazione di un esemplare. Questa nuova intuizione sulla complessità, potrebbe portare anche ad una considerazione filosofica: è proprio questo che rende l’essere umano così speciale, perché è il nostro essere imprevedibili, la nostra capacità di prendere delle decisioni inaspettate, che determina la nostra vita.

minacce o arresti. Persino qui in Italia la situazione non è delle migliori: ci troviamo all'ultimo posto nella classifica europea della libertà di stampa, con oltre 20 giornalisti sotto scorta. Quest'anno la celebrazione dell’evento si terrà a Punta Del Este, in Uruguay, dal 3 al 5 maggio 2022. Potranno partecipare anche studenti di giornalismo, che avranno l’occasione di discutere e presentare i temi relativi ai massmedia e alla libertà di stampa nei loro Paesi. Per poter prendere parte all’iniziativa sarà richiesta la conoscenza della lingua inglese, mentre i risultati che verranno raccolti rappresenteranno il proprio Paese.

La giornata mondiale della terra Chiara Calvo (2° A Classico) - La giornata mondiale della terra, più comunemente chiamata Earth day, è una ricorrenza annuale che si celebra ogni 22 aprile

Giornata mondiale per la libertà di stampa Vincenzo Costantino (4° E Scientifico) - Il 3 maggio si celebra la giornata mondiale per la libertà di stampa, istituita nel 1993 dall' Assemblea generale delle Nazioni Unite, con la raccomandazione della Conferenza Generale dell'UNESCO. L'importanza di questa giornata è quella di evidenziare e sostenere la libertà di espressione, la libertà di parola e anche il diritto all'informazione. Purtroppo, ancora oggi, ci sono più di 100 paesi in cui la libertà di stampa è parzialmente o totalmente bloccata, infatti,

sono molti i giornalisti che hanno subito

ed è orientata alla riflessione sulle varie tematiche ambientali e alla celebrazione del nostro pianeta.

Nasce nel 1970 negli Stati Uniti grazie al senatore Gaylor Nelson, molto legato a questi temi, che voleva diffondere consapevolezza riguardo ad essi. Lui stesso, a seguito delle manifestazioni contro la guerra in Vietnam in cui c’era molto coinvolgimento e partecipazione dei giovani, capì che doveva contare su di loro per diffondere il suo messaggio. La giornata del pianeta nasce infatti come movimento universitario, ma ad oggi è una delle più importanti al mondo e coinvolge gran parte della popolazione mondiale senza distinzione di età.

In questo 2022 sono stati molti gli eventi riguardanti questa giornata, come la maratona multimediale di Raiplay, con ospiti importanti e

personaggi influenti e le manifestazioni nelle piazze.

Dal mondo della tv alle strade delle nostre città, tutti si sono riuniti con un unico scopo: aiutare il nostro pianeta.

Bracconaggio: Il mondo animale che scompare Vincenzo Gaudioso (4°E Scientifico) - Il bracconaggio ha contribuito ad aumentare il fenomeno dell'estinzione, sostenuto da un’enorme rete di criminalità organizzata, che danneggia la biodiversità e le economie dei paesi in via di sviluppo, mietendo milioni di vittime e fatturando decine di miliardi di dollari a spese di poveri animali.

Secondo le stime del W.W.F. in 10 anni si sono estinte oltre 160 specie animali: il numero più alto nella storia.Si tratta di un’attività di caccia illegale, che ignora completamente le normative vigenti ed è finalizzata a ricavare oggetti preziosi con i materiali estratti dal corpo degli animali, come: avorio, pelli pregiate, corni e ossa.Viene identificato come bracconiere chi cattura o uccide specie protette o caccia in zone soggette a divieto o in periodi non autorizzati.A causa del bracconaggio: la popolazione degli elefanti è diminuita del 90% nel giro di un secolo; mentre il 78% delle morti che interessano le tigri di Sumatra sono causate dall’uomo; il pangolino è praticamente estinto e il rinoceronte bianco è scomparso nel 2018.La legge n.157 pone le regole per la caccia e pesanti sanzioni in caso di infrazione, nonostante ciò, il fenomeno del bracconaggio è fonte di guadagno per cacciatori senza scrupoli.