Progetto Babele - n.12 (anno 3 n.5)

NUMERO 05

PROGETTO

BABELE

L’ETICA

IIS NICOLA PIZI - PALMI (RC)

Per giustificare la necessità di un sistema di principi etici che regoli la vita in comunità Garret Hardin, un ecologo statunitense, pubblicò nel 1968 un saggio intitolato La Tragedia dei Beni Comuni. Nella sua parabola, un gruppo di pastori condivide un appezzamento di terra dedicato al pascolo del loro bestiame. Il prato è molto grande, ma non abbastanza da poter contenere un infinito numero di animali. Per questo ogni pastore deve astenersi dall’allargare considerevolmente il suo gregge. Per l’individuale interesse del pastore, una pecora in più, vorrebbe dire maggior profitto, ma per il bene comune avere più animali vorrebbe dire esaurire prima le risorse che li tengono in vita.

Se dunque si vuole mantenere il pascolo rigoglioso, ogni pastore deve necessariamente rinunciare a una fetta di guadagno personale (nel breve termine) per tutelare il guadagno collettivo (nel lungo termine). Questo problema ci porta alla radice della questione etica, i cosiddetti valori morali della cooperazione, e del conflitto tra interessi individuali e interessi comunitari: è giusto, e dunque morale, dare priorità al benessere personale pur danneggiando l’intera comunità? Oppure è giusto, e dunque morale, mettere l’interesse altrui davanti al proprio? Etica e morale si intersecano e diventano quasi sinonimi, nella misura in cui entrambi si propongono di arrivare al bene comune e a ciò che è giusto. Mentre, laddove l’etica diventa speculazione filosofica -sulla legittimità di un insieme di norme di condotta- essa si discosta dalla morale e diventa una vera dottrina.

Mantenendoci sul piano del bene comune, ci rendiamo conto che non c’ è differenza tra etica e morale, poiché sia l’etica che la morale tendono allo stesso obiettivo: arginare gli impulsi egoisti e autolesionisti dell’individuo, con lo scopo di rendere la vita sulla terra più sostenibile, sia a livello sociale che ambientale Avere un sistema di condotta interno (coscienza), che sia etico, morale e autodeterminato, può risultare utile laddove lo stato non riesca a demotivare comportamenti immorali e insostenibili con la “minaccia di punizione”. E’ possibile che, senza etica ambientale, il nostro pianeta rischi un collasso immediato e, a dimostrazione di questa pesante affermazione, ci basta dare un’occhiata alle politiche ambientali di Bolsonaro e Trump. Etica ambientale e sostenibilità sono strettamente correlate tra loro. Mai più di oggi veniamo bombardati da cattive notizie: l’inquinamento ambientale sta devastando il nostro pianeta, ed è inutile nascondersi, poiché siamo noi consumatori i diretti responsabili.

Possiamo definire l’etica ambientale come un comportamento ecologico per il bene comune. Se fossimo tutte “persone etiche” la terra sarebbe un posto migliore, su questo non ci piove, ma non possiamo continuare a basare le nostre scelte su quelle altrui. Tendiamo a giustificare i nostri comportamenti scorretti verso l’ambiente poiché guardiamo quello che fanno altri, che siano grandi aziende o nostri conoscenti.

Chi crede nell’etica ambientale tende ad arrabbiarsi per una carta gettata a terra, ma spesso non agisce, invece dovrebbe raccoglierla e farlo notare all’autore del gesto L’etica personale, deriva da molti fattori ambientali che ci circondano, se chi butta una sigaretta a terra viene aggredito da più persone, tenderà a sviluppare un modello etico differente, magari sarà solo “per proteggersi”, ma comunque “un’aggressione verbale” farà si che il suo cervello elabori diversamente il gesto di gettare a terra la sigaretta, una carta, o qualsiasi altro oggetto che dovrebbe essere gettato negli appositi contenitori. Anche la scelta di acquistare prodotti ecologici, pur essendo spesso più costosi, può fare la differenza.

L’intero sistema economico di individui, aziende e organizzazioni di ogni tipo, potrebbe essere ripensato, sostituendo “le direttive del guadagno e dell’interesse personale” con le direttive della sostenibilità e della collaborazione, rendendo anche più equa la distribuzione del denaro. Come nel caso dei pastori della parabola, diventerebbe chiaro che agire egoisticamente porterebbe un danno a sé stessi e alla comunità nel lungo termine. La condotta etica diventerebbe allora la scelta di vita più sensata e conveniente, e aiuterebbe a costruire una comunità più equa che, a sua volta, porterebbe a maggiori livelli di stabilità e, soprattutto, di felicità, il che porterebbe ad altre reazioni a catena Ed è proprio qui che l’utopia di una società più etica potrebbe diventare potenziale, e poi reale: dal semplice fatto che l’uomo, in diverse misure, agisce e cresce per imitazione. In sostanza, la bontà, così come la cattiveria, è contagiosa, e se siamo noi i primi a comportarci in modo etico, qualcun altro seguirà il nostro esempio.

Giuseppe Gagliardi 4^BLS

Nel corso dei secoli, all’interno anche di vari racconti, sono stati descritti molti uomini che hanno deciso di ribellarsi al potere e qualche volta anche di sfidare la sorte, ricordiamo, Antigone ma anche Ulisse.

La figura di Ulisse spicca all’interno della commedia di Dante più precisamente nel XXVI canto dell’Inferno dove viene descritto il suo viaggio, definito da Dante “folle volo”. Ulisse racconta del desiderio di partire e d’andare alla ricerca di nuovi territori da esplorare, sfidando l’ipse dixit, decidendo di andare in contro alla volontà divina superando le colonne d’Ercole. Proprio per questo, Dante lo collocherà all’inferno, più precisamente nell’ottavo cerchio e nell’ottava bolgia dove risiedevano i fraudolenti. Nel medioevo si pensava che Dio avesse imposto dei limiti riguardo i territori da esplorare e questi venivano sanciti dalle colonne d’Ercole (al giorno d’oggi possiamo identificare questo luogo nello stretto di Gibilterra). Dante ammira molto il coraggio intrepido di questo eroe, il suo ardore, la sua fama di conoscenza, la sua ricerca della verità, fonte inesauribile del sapere, identificando Ulisse come simbolo di chi si spinge e va oltre i limiti che nessun esser umano aveva mai tentato di superare. Il suo viaggio terminerà tragicamente, ma il suo sacrificio per l’amore del sapere, lo farà diventare un mito, lui insieme ai suoi compagni moriranno in fondo al mare a causa della tempesta e dei tre vortici che li risucchierà fino a farli arrivare al centro della terra. Ulisse dopo esser arrivato all’inferno sarà ricoperto insieme a Diomede da un'unica fiamma biforcuta, la quale rappresenta la pena per contrasto, perché come loro in vita hanno nascosto la verità con l'inganno adesso i loro corpi saranno avvolti dalle fiamme. La fiamma biforcuta è simbolo della lingua, cioè della parola, spesso usata proprio come mezzo per ingannare ed arrivare allo scopo finale. Essa (la fiamma) viene ripresa dal mito di Antigone, perché, dopo aver celebrato le nozze incestuose di Giocasta ed Edipo, quest’ultimi daranno alla luce due gemelli, che saranno colpiti dalla maledizione del padre, la quale terminerà solo attraverso la loro morte. I fratelli infatti morirono in combattimento, i loro corpi verranno bruciati e la fiamma del rogo si dividerà in due, proprio per simboleggiare l’odio e la rivalità che non cesserà dopo la morte.

Antigone (figlia di Edipo) entra in scena dopo la morte dei suoi due fratelli, lei sosteneva che nessuna legge umana era in grado di contrariare certi principi: nessuno poteva vietare la sepoltura di un corpo, neanche se apparteneva ad un traditore, e in particolare nessuno poteva impedire ad una sorella di seppellire il proprio fratello.

Quando parliamo del mito di Antigone, ci soffermiamo sulla storia di questa ragazza che ha avuto il coraggio di contrapporsi alle leggi dello Stato che erano per lei ingiuste.

Non a caso, Antigone è sempre stata considerata il simbolo della lotta contro il potere, della ribellione contro il dominio ingiusto di un tiranno senza limiti. In particolare il contrasto che ha nei confronti della legge si sofferma principalmente tra le leggi divine e quelle umane, le prime non sono scritte e fanno parte di un corpus di leggi consuetudinario di origini divina e sono difese da Antigone; Creonte (zio di Antigone, nonché nuovo re), invece, si affida alle leggi della polis.

Il punto di forza di Antigone e del suo ragionamento si fonda sul sostenere che una sentenza umana non possa impedire di far rispettare una legge divina. Al contrario, il pensiero di Creonte si basa su una volontà tirannica, ovvero la “legge del sovrano”: egli, infatti, impone leggi al di sopra dell’umano e del divino. Creonte appare, quindi, come un dittatore chiuso nelle sue idee e cerca di non far trapelare il suo timore nei confronti di una donna. Solo alla fine egli riconosce i suoi errori, ma questo non avviene a causa di un’evoluzione del personaggio, ma solo a causa del suo comportamento il quale lo aveva condotto ad una catastrofe.

Benedetta Mauro 3^A Celeste Romeo 4^BLS

Nel 1991, un giovane Finlandese Linus Torvalds creò Linux e nel 2012 ottenne il premio Nobel per l’informatica.

Linux è un sistema operativo open source, questo termine si riferisce ad un software open source, ovvero che possiede un codice progettato per essere un software accessibile è modificabile da chiunque secondo le proprie necessità. Ogni sistema operativo Linux include il kernel Linux, componente principale che permette di comunicare gestendo le risorse in maniera efficiente, inoltre esso si trova all’interno del sistema operativo e controlla le funzioni di ogni tipo di hardware. Molti esperti di tutto il mondo contribuiscono ad arricchire il kernel aggiungendo varie funzioni, idee e correggendo i bug. Una delle aziende principali che contribuisce a migliorare il linux è Red Hat, in cui lavorano molti ingegneri competenti.

Viene utilizzato dal 91% dei computer e quindi anche da grandi potenze, come la flotta sottomarina della Marina degli Stati Uniti, le borse di New York e Londra, il treno proiettile giapponese e molti altri.

Katia Condello 4^ALS

L'hacker è una persona capace di una profonda comprensione dei sistemi informatici e dei software, e impiega tale conoscenza per sovvertire in qualche modo quella stessa tecnologia di cui è ben padroneggiante. Le prime attività di hacking sono state rilevate nei primi anni cinquanta col passare degli anni verso la fine degli anni sessanta l’hacking divenne il passatempo preferito di della maggior parte di coloro lavoravano ai mainframe in ogni parte del mondo, furono i concetti di innovazione collettiva e proprietà condivisa del software a distanziare l'attività di computer hacking degli anni sessanta che si differenzio molto dal tunnel hacking del decennio precedente.

Col passare del tempo i sistemi di sicurezza e i modelli di computer sono cambiati e così gli hacker si sono dovuti adattare ai nuovi canoni di sistemi informatici.

Ma gli hacker sono davvero così pericolosi come si pensa? La risposta è no non proprio, gli Hacker non sono coloro che rubano informazioni e le rivendono sul Dark web come si pensa, ma bensì si occupano di divulgare le informazione che dovrebbero essere di dominio pubblico ma i cosiddetti “poteri forti” non divulgano come nei paesi dove è presente una forte censura, come nei paesi come la Cina, la Corea la stessa Russia. In un certo senso gli hacker sono una specie di “Robin Hood” che rubano le informazioni ai tiranni per distribuirle al popolo il quale ha diritto di sapere.

Mentre si dovrebbe avere paura dei Cracker, bene ma chi è il cracker informatico, esso è un vero e proprio cybercriminale. È un esperto di informatica che sfrutta le proprie conoscenze tecniche per danneggiare sistemi altrui, allo scopo di estorcere denaro o di creare un danno. Ma come lo fa?

Attraverso la creazione e la diffusione di virus, o meglio, di “codici maligni”: i malware. Il termine cracker non è molto noto ai non addetti ai lavori perché, di norma, soprattutto a causa dell’informazione errata da parte dei media, al suo posto viene utilizzato il vocabolo hacker. Ma non si tratta di sinonimi, si tratta piuttosto della versione cattiva (il cracker) e di quella buona (l’hacker) del medesimo personaggio. Il cracking, cioè l’insieme di azioni compiute al fine di danneggiare un sistema, è una pratica altamente dannosa, basti pensare che permette al cybercriminale di impossessarsi dei dati di una carta di Domenico Mauro 4^E credito o di documenti riservati.

Chi non ha mai sentito parlare di “Anonymous”?

Nell’ultimo periodo storico sono il focus principale dei notiziari a causa della situazione Russia-Ucraina, una guerra ormai non solo fisica, uno scontro militare tra due paesi, ma anche una guerra informatica.

Se c’è davvero qualcuno che non ha mai letto una notizia a riguardo ci siamo proprio noi ad informarvi.

Il collettivo è un gruppo hacker nato nel 2003, e sostiene di essere un movimento contro le ingiustizie e le violenze, ma è davvero così?

Nel 2011 Anonymous ha svolto il suo attacco più lungo, senza precedenti, contro l’azienda multinazionale giapponese Sony.

Sony in quell’anno portò in tribunale l’hacker George Hotz che era riuscito a eseguire comandi di scrittura all’interno di Playstation 3. L’azienda da quel momento ha impedito l’installazione di altri dispositivi all’interno della console portando Anonymous a decidere di mandare in tilt Playstation per settimane. L’azienda ha dovuto rilasciare le sue scuse, ha ammesso che gli hacker avevano estratto 77 milioni di informazioni personali sugli utenti con tanto di carte di credito a rischio.

Questa decisione risulta essere con o contro la popolazione?

Negli anni il collettivo si è comunque schierato dalla parte del popolo. Ricordiamo il periodo della primavera araba e delle proteste in Malesia. Si è occupato anche di azioni organizzate contro la corruzione di Bank of America. Inoltre, recentemente si sono schierati dalla parte del popolo di Minneapolis che ha protestato contro il caso di George Floyd, gli hacker hano idenficato gli agenti della polizia che hanno contribuito alla morte del suo soffocamento.

Ma nell’ultimo periodo sono in rilievo in quanto sembrano essere un aiuto fondamentale per l’Ucraina iniziando una vera e propria guerra informatica. Nelle ultime notizie sembra che il collettivo abbia hackerato il ministero della difesa russa, il sito web è stato interrotto con messaggi contro la guerra.

Questi hacker sono quindi la rovina del popolo o con il popolo? Forse potrebbe trattarsi di una semplice immagine che vogliono dare alla popolazione mondiale, ma in questo caso sarebbe solo rischioso in quanto al giorno d’oggi sono considerati gli hacker più temuti al livello internazionale. Una cosa è certa, in futuro sentiremo ancora parlare di loro

Giulia A. Tornatora 4^BLS

Fin dall'alba dei tempi, l'uomo si è sempre chiesto a cosa potesse servire la conoscenza, e le svariate applicazioni che nascessero con essa. Naturalmente, più la civiltà avanzò, e più il progresso fu mediamente presente(per sviluppare migliori mezzi di locomozione ci vollero millenni, se guardiamo invece le nuove telecomunicazioni , c'è stato un enorme salto tecnologico in brevissimo tempo).

Tuttavia, niente può porre effettivamente un freno a come l'uomo impiega le sue creazioni. L'idea dell'uomo che gioca a fare Dio esplose durante il periodo delle Rivoluzioni Industriali, e del Romanticismo, con il "Frankenstein" di Mary Shelley come esempio più lampante di questo concetto. Ma è davvero così? L'uomo deve davvero accettare la sua mortalità, tutte le difficoltà che sono conseguenti alla vita stessa?

Personalmente, dubbi di questo genere furono presenti nelle coscienze per molto tempo,non ci fu uno schieramento morale vero e proprio, ci fu una santificazione totale dello sfrenato progresso tecnologico, sequenziale al tramonto dei Valori, all'assenza di una morale religiosa, con una hybris umana ancora più forte.

Fino all'atomistica. A molti fisici fu proposto di partecipare al Progetto Manhattan, per lo sviluppo della bomba atomica. Quello che doveva essere un trionfo assoluto del progresso tecnologico contro quello dei Nazisti, fu semplicemente un massacro, un atto empio. E Robert Oppenheimer fu uno dei tanti che non riuscì a superare le crisi di coscienza che lo attraversavano, si sentiva responsabile di questo , e lo possiamo notare dal suo celebre discorso "Io sono Morte, Il distruttore di Mondi". Eppure, è plausibile pensare che seppur pagando con le vite di tanti innocenti, questo abbia sventato o rallentato il riutilizzo di queste armi. Con questo non si implica affatto che una creazione del genere fosse necessaria, ma la conoscenza non ha uno schieramento morale, sta ad uno scienziato capire qual è il limite che non deve superare e cercare di portare miglioramenti alla società con le sue invenzioni, non spaccarla in due. Dopo un periodo così grigio, però nacque un nuovo modo di fare scienza: lo scienziato non è più colui che sistematicamente fa una scoperta, ma riflette, interagisce con essa, pensa ai modi in cui potrebbe approcciarsi alla società. Contemporaneamente nasce il principio di autodeterminazione individuale, secondo il quale ogni persona ha diritti illimitati verso la gestione delle proprie scelte e del proprio corpo . E ne conseguirono notevoli progressi grazie agli avanzamenti nel campo biologico, come la fecondazione assistita, la gestazione per altri, le tecniche di interruzione di gravidanza e l'ingegneria genetica

Ci fu pertanto la necessità di una disciplina che studiasse la natura di queste scelte, da un punto di vista scientifico(la bioetica). Se guardiamo un punto di vista più teorico e idealista, allontanandoci un attimo dalla realtà delle cose, molti criticano la scienza sempre e comunque. Reputano la visione del mondo posta in essa come un naturale sminuire le cose(togliendo il presunto mistero da esse) , uno sfruttamento della materia e infine la tesi (che non potrebbe essere più lontana dalla realtà effettiva) che voglia togliere di mezzo un eventuale Creatore insito nell'Universo, quasi riducendola come a uno sforzo, un capriccio della Superbia dell'Uomo. In realtà non è così, la scienza è uno dei modi più efficaci per avvicinarci alla verità, è il rifiuto della falsificazione, è avvicinarsi alla comprensione delle cose e accettare il punto di vista di tutti. Non c'è dunque mezzo più forte per avvicinare alla verità della società, all'essere cittadini morali e consapevoli.

Inoltre, il presunto fatto che voglia togliere mistero alle cose è sbagliato di fondo. Richard Feynman affermava: "Che uomini sono i poeti, che riescono a parlare di Giove pensandolo simile ad un uomo, ma se è un'immensa sfera di metano e ammoniaca ammutoliscono?" Non è forse meravigliosa l'idea che da minuscole componenti, si sia formata la materia come la conosciamo, si sia formata la vita? Per l'ultima osservazione, ovvero chi ritiene la scienza un Capriccio Umano, un disperato tentativo di elevarsi, è chiaramente fuori strada: il vero scopo della Scienza non riguarda affatto provare o meno l'Esistenza di Dio, ma spiegare i fenomeni naturali. Tutto quello che abbiamo detto fino ad ora non ci mostra come esista una morale scientifica regolatrice nel senso proprio del termine, questo sarebbe impossibile da ottenere, però possiamo provare ogni giorno ad imparare a costruire una nostra morale, seguendo la scienza.

Domenico Loschiavo 4^BLS Antonino Romanò 4^HLS

L’avanzamento tecnologico ha cambiato radicalmente la nostra società, perfino nel lessico, infatti, oggi, identifichiamo come pirati non coloro che salpavano i mari compiendo razzie e seminando terrore, ma chi comodamente seduto dietro la scrivania riesce ad accedere ai sistemi informatici, ottenendo informazioni private e provocandone danni. Il termine esatto per identificare l’esperto tecnologico che sfrutta le sue competenze per attività illecite è: hacker. L’hacker appunto riesce a scovare password e ad accedere a zone non autorizzate. L’attività del pirata, che sia di mare o informatica, rimane comunque illegale, anche nel 21esimo secolo; nonostante ciò il codice penale italiano non riserva espressamente una sezione dedicata all’hackeraggio, ma punisce comunque i comportamenti tipici degli attacchi informatici; quali l’accesso abusivo a sistemi protetti, l’illecita introduzione in profili riservati ecc. Perciò è reato essere un hacker, se si commette un atto di pirateria online. Tra le varie condotte illecite di pirateria informatica per esempio c’è il download illegale di prodotti protetti da licenza o anche lo streaming di video o filmati riservati ad utenti abbonati, che vengono resi pubblici. Sebbene vengano considerati reati appartengono ad una categoria di reati minori in quanto non rendono un pirata un vero e proprio hacker, perché appunto ,come già anticipato, l’esperto informatico si dedica per lo più a rubare dai privati. Si parla infatti di accesso abusivo, e consiste nell’accedere ad un sistema informatico protetto da misure di sicurezza volute dallo stesso utente e viene punito con la reclusione fino a tre anni. Ciò avviene per esempio quando si ruba il profilo social sottraendone le credenziali. Il reato si aggrava quando vengano duplicati i dati del profilo e si decide di farne uso. La pena si aggrava se si arrecano danni a sistemi militari o riguardanti l’interesse pubblico e può arrivare fino ad otto anni di reclusione. Un altro reato grave è la frode informatica che consiste nel procurare per sé o altri un ingiusto profitto ai danni dell’altro, è una vera e propria truffa. Colui che compie il reato può essere punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e la persona offesa può presentare una querela.

L’hacker solitamente opera utilizzando particolari programmi che gli consentono di “entrare” nella rete altrui.

La frode informatica può, quindi, avvenire in tantissimi modi come: attraverso l’immissione di virus che possano captare informazioni riservate e propagarsi facilmente, tramite l’alterazione del normale processo informatico di una macchina mediante l’utilizzo di schede false e, infine, per mezzo della manomissione del computer.

Altro reato tipico dell’hacker è quello di procurare, riprodurre, diffondere, comunicare o consegnare illegalmente codici, parole chiave o altri mezzi utili per l’accesso ad un sistema informatico o telematico.

La pena che il criminale deve scontare, in questo caso, è la reclusione fino ad un anno e una multa che può arrivare anche a 5.164 euro

Ilaria Pellegrino 4^ALS