Il piatto, con piede ad anello poco rilevato, presenta un profondo cavetto e
sigle non meglio riconoscibili. Di stile più calligrafico il tondino comparso
una larga tesa leggermente inclinata. Sul recto si osserva una decorazione
recentemente sul mercato7, datato 1544, sempre attribuito e pubblica-
nei toni del grigio-azzurro su fondo blu: al centro del cavetto una testa
to come opera della bottega di Mastro Ludovico a Venezia. E ancora il
femminile spicca sullo sfondo di scudi e flauti, contornata nello stacco tra
tondino transitato sul mercato newyorchese8 qualche anno fa con l’iscri-
cavetto e tesa da una fascia bianca a risparmio. La tesa ripropone il dise-
zione R.E.V. E. N mostra caratteristiche stilistiche molto vicine a quelle
gno a grisaille a trofei con panoplie e strumenti musicali, nella parte inferio-
dell’esemplare in analisi.
re un cartiglio con note musicali, mentre sul lato destro si legge una sigla
I piatti citati mostrano hanno tutti sul retro un decoro a ghirlanda “alla por-
con due lettere incrociate, forse MJ, per alcuni leggibili come mL .
cellana” di chiara ispirazione cinese. Questo motivo decorativo, presente
1
Il retro del piatto mostra un motivo decorativo “alla porcellana” realizzato a
anche su un’opera celeberrima del Victoria and Albert Museum con de-
punta di pennello in blu, che corre tra la tesa e il cavetto attorno al basso
coro “a cerquate” in monocromia azzurra, marcato nella bottega venezia-
anello di appoggio, su fondo di smalto appena azzurrato.
na di Mastro Ludovico e datato “1540” al centro di una corona fiorita “alla
Il volto al centro, con la bocca chiusa, labbra piene e naso sottile, è dipinto
porcellana”9, è stato spesso associato ad opere di questo genere decorativo.
con grazia in un atteggiamento malinconico: gli occhi appena abbassati
Già nello studio della Alverà Bortolotto era peraltro stata messa in luce
rivolti a destra. Le guance, la fronte e il mento sono lumeggiati con sottili
la difficoltà attributiva tra le botteghe veneziane presenti nella città nella
tratti di stagno che ne arrotondano i contorni. La stessa tecnica, a tratti
prima metà del Cinquecento, data la grande uniformità tecnica e materica
sottili, si estende per tutta la decorazione, esaltando la luminosità dei tro-
delle opere prodotte. Ma il recente studio di Elisa Sani fa chiarezza aiutan-
fei e dando al piatto un colore metallico che spicca sul fondo blu, a sua
doci in una attribuzione più certa alla bottega di Mastro Jacomo da Pesaro
volta realizzato con perizia tecnica pittorica che crea un fondo cupo con
operativa a Venezia dal 1506-1507 fino alla morte dello stesso, avvenuta
pennellate sicure e mano ferma, al punto da lasciare a risparmio le aree
nel 154610. Oltre ai documenti di archivio che ci testimoniano l’attività della
interessate dal decoro principale e dai sottili nastri svolazzanti che riem-
bottega e la presenza a Venezia in Contrada San Barnaba del Maestro, un
piono le campiture attorno alla raffigurazione principale.
discreto numero di esemplari firmati stilisticamente coerenti suffragano
Questo ornato appartiene alla decorazione “all’antica”, detta “a trofei”: for-
l’ipotesi che i piatti fino ad ora attribuiti alla Bottega di Mastro Ludovico
tunato motivo delle maioliche rinascimentali a Venezia e in tutt’Italia2, dif-
siano in realtà prodotti nella bottega di Mastro Jacomo. La studiosa ipo-
fuso attraverso le incisioni .
tizza che l’opera di Ludovico sia, di fatto, un evento episodico, cosa che
3
Un riscontro calzante si trova in un piatto con trofei con armi, strumenti
spiega l’assenza di documenti di archivio sulla manifattura, o forse l’opera
musicali e geografici pubblicato da Timothy Wilson nel 1996 . Il piatto, al-
di un “fuoriuscito” dalla bottega madre del maestro pesarese.
lora attribuito alla bottega di Maestro Ludovico, è datato 1537 e mostra
L’osservazione delle opere ci porta poi a definire degli assortimenti diffe-
caratteristiche stilistiche e tecniche sovrapponibili all’opera in esame: il
renti, tutti di alto rigore tecnico-stilistico con scelte di sintassi decorative
volto al centro del piatto e lo stesso stile del decoro coincidono in modo
differenti, ma accomunati dalla scelta cromatica, dalla cura di soluzioni tec-
particolare con il nostro esemplare.
niche come il bianco sopra bianco, e soprattutto dalla scelta decorativa sul
Molto simili anche due piatti pubblicati dalla compianta Alverà Bortolot-
retro del motivo “alla porcellana” di chiara ispirazione cinese, che fece di
to5, che presentano caratteri disegnativi quasi sovrapponibili ai nostri,
questa produzione un cavallo di battaglia delle botteghe lagunari fino alla
tra i quali il grande piatto con trofei d’armi del Victoria and Albert Mu-
metà circa del Cinquecento.
seum nel quale il largo cavetto mostra un trofeo d’armi pieno di ele-
Il piatto è stato esposto e pubblicato sul catalogo della mostra tenutasi
menti, tra i quali riconosciamo i tamburi, gli schinieri, la lorica disegnata
alla Galleria Canelli di Milano nel 199011, dove risulta ancora attribuito al
dall’alto verso il basso e soprattutto, nella tesa, elementi con lettere e
Maestro Ludovico.
1 ALVERÀ
6
RACKHAM 1977, p. 327 n. 969 (inv. 1572-1855).
7
Pandolfini, Firenze 27 novembre 2014, p. 30 lotto 36 e bibliografia relativa.
8
Sotheby’s New York, 27 gennaio 2011.
9
RACKHAM 1977, p. 324 n. 960 (Inv. 4438-1858).
4
6
BORTOLOTTO 1990, n. 1.
2 LESSMANN
1979, pp. 783-784 n. 600; RAVANELLI GUIDOTTI 2006, pp. 118-123.
3 Come
già ricordato per il piatto simile in ANVERSA in PANDOLFINI 2014, pp. 246249 lotto 56 e bibliografia relativa.
4
WILSON 1996, pp. 422-424 n. 163.
5
Alverà Bortolotto 1981, tav. LXVII a-b.
10 SANI
2014, pp. 74-87.
11 CANELLI
1990, n. 1. IMPORTANTI MAIOLICHE RINASCIMENTALI - 1 Ottobre 2015
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