n. 3 / marzo 019 Tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica riservati.
“T
ra
fi
tt
o
so
no
tr
ap
as
sa
to
da
l
fu
tu
ro
”
CC
CP
Fe
de
li
al
la
Li
ne
a
UNA RIVISTA AUTOPRODOTTA SULL’ARCHITETTURA E LE ARTI VISIVE DEGLI STUDENTI DELL’UNIVERSITÀ “MEDITERRANEA” DI REGGIO CALABRIA
OUI, QUI MAGAZINE r iv ista qu adrimestrale f on d ata n el 2 0 17 n . 3 / marz o 0 19 L a r ivista è stata registr a ta col n. 2 d i giugno 201 8 a l Trib una le d i Re ggio Ca la br i a in data 8 gi u gn o 2 0 18 I S SN 2 611- 7592 /ou iqu imagazine R e d az i o n e tel +39 34 6 37 2 66 0 7 per so tto po rre propo ste e p er informa zioni email o u iqu i magaz i n e@gma il.com D i r et t o r e r e s p o n s a b i l e M a rio I do n e E d i to r e R u ggiero Galati Casmiro D i r ez i o n e a r t i s t i c a Cl a u di a Gi orn o L or e n z o A rlia A r ian n a I so la T r a du z i o n i L or e n z o A rlia, Lu ís Gu ij arro Bergerón e Aria nna Is ola I n copertin a: elabo raz ione gra fica d i “U p stairs”, Diego So ttilotta , 201 8
Sospeso, tra la volontà di rinnegare e l’indifferenza della mia generazione, troppo impegnati a non fare, a cambiare, a tornare sui passi di chi ci è già passato. Ho tentato di superare questa situazione di stallo, a volte mi ravvedo, intuisco quello che mi aspetta e so di voler essere preparato, a volte realizzo più del necessario, ma con le parole, avanzo supposizioni e propongo iniziative, stringo accordi internazionali, progetto monumenti continui, istituisco programmi di studio e scrivo libri dai titoli altisonanti. Per me stesso e per il bene comune, per il mio egocentrismo insaziabile e per il cambiamento. Tutto qui, nella mia testa. Ma per quanto io ci provi disperatamente, incoerentemente, agisco in maniera frammentaria, senza meta mi aggiro per questi corridoi aspettando di trovare la r i s p o s t a . Trapassato sono dal futuro, come dicevo, sospeso nella crisi esistenziale di chi sa come si arriva ma non sa se vuole andare o se può andare o s’è ancora il caso di-sperare. Ho fame. A L E S S A N D R O P E R R I Studente di Architettura all’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria.
veniamo
Chi siamo Dove andiamo? Un’intervista a DIEGO SOTTILOTTA Hai immaginato Reggio come una città alienante e isolata, una metropoli del terzo millennio — i tratti tipici del non luogo. È qualcosa che hai visto nel tuo luogo di origine o c'è un motivo diverso per questa rappresentazione? Parlaci anche del perché della scritta "No Future For You" che hai pensato per il Monumento ai Caduti del Lungomare reggino.
Da
dove
La scelta di rappresentare la città come un non luogo è voluta per diverse ragioni. Ho sempre pensato che la nostra città dal punto di vista del paesaggio e della posizione sia bellissima però di questa caratteristica abbiamo sempre sfruttato poco o nulla. La conseguenza è che Reggio Calabria oggi ha seguito l'andazzo negativo di tutti i centri urbani del sud e centro Italia arrivando a toccare gli ultimi posti della classifica di vivibilità delle città italiane. Ciò che ne consegue è l'abbandono della città da parte delle fasce d'età più giovani e la mancanza di eventi culturali che possano risollevare quel famoso "turismo" che rincorriamo da decenni. Ho immaginato la città come potrebbe diventare tra qualche anno, con degli edifici adeguatamente moderni, però senza nessuno che li abiti, un deserto di cemento praticamente. La citazione viene da una famosa canzone dei Sex Pistols (una delle prime band punk inglesi degli anni '70) e ho pensato di posizionarla in quel luogo preciso proprio per rimarcare questo stato attuale della città. La scelta di uno dei luoghi più famosi e rappresentativi di Reggio è voluta perchè è come se la città stessa parlasse a un qualunque ragazzo reggino, con voglia di fare e delle idee valide e gli dicesse: "Hey! Qui per te non c'è posto! Vogliamo solo persone di plastica, che d'estate balla nei lidi e d'inverno sta fuori un baretto, per te e le tue idee non c'è posto, sei pesante, quindi vai via!". Una visione un po' catastrofica che però sta diventando di anno in anno realtà. 1
Nelle tue illustrazioni spesso campeggiano figure classiche, busti o visi che sembrano strappati all'antichità e riscritti nella tua lingua stilizzata e minimal. Qual è il significato di questro legame tra mondi apparentemente così diversi? Sono sempre stato affascinato dall'arte classica, fin da piccolo e mi affascinava soprattutto questa continua ricerca della perfezione che gli artisti classici avevano, in particolar modo nella s c u l t u r a . Al liceo e nei primi anni di università ho iniziato ad apprezzare anche la minimal art (in particolar modo Barnett Newman e Piet Mondrian) e il coloratissimo Memphis Group fondato da Ettore Sottsass. Quando due anni fa ho iniziato ad approcciarmi da autodidatta alla digital art volevo sperimentare e mischiare queste due cose
2
apparentemente in antitesi. Ho pensato a queste figure classiche che provano disagio in questo mondo rigido e geometrico, come se venissero derise per la loro costante ricerca della perfezione, come se fossero fatte a pezzi, un po' come il declino di una civiltà, che viene spazzata via da un nuovo popolo o da una nuova ideologia. Aggiungici un pizzico di esoterismo, John Carpenter, videogiochi retro, musica (elettronica, punk e jazz sopratutto) e sono arrivato a questo risultato. 1 D i e g o Sottilotta, T u n n e l
Citylife: grattacieli che sembrano alveari, interni geometrici e a volte punk, come hai detto tu stesso in un'intervista a "Il Quotidiano". La tua è una descrizione "oggettiva" del mondo di oggi o c'è anche dell'invettiva nascosta nella tua arte?
2 D i e g o Sottilotta, M o k a D r i n k 3
Ho sempre ritenuto punk la mia arte non tanto perché ci sia un'invettiva dietro, ma più che altro per l'approccio e l'esecuzione della medesima. Utilizzo Autocad che non è propriamente indicato per le illustrazioni o il disegno "artistico" preferendolo a software che sono più indicati a questi scopi e sopratutto ho sempre costruito i miei disegni in maniera autodidatta e "ignorante" per quanto riguarda la tecnica (prospettiva, colore e sfumature ecc.). Ogni tanto cerco di inserire dei messaggi nelle mie illustrazioni o delle piccole citazioni (ndr, vedi il "No Future For You" citato nella prima domanda). Vorrei provare a inserire sempre un messaggio (o una provocazione) nei miei disegni anche perché, a mio avviso, l'arte deve trasmettere dei messaggi sociali e non solo essere esteticamente gradevole, ma spesso non trovo maniera di farlo in maniera diretta e facilmente c o m p r e n s i b i l e . La scelta stilistica di disegnare questi edifici alienanti, regolari e ripetuti, è più che altro una metafora di come tutti ormai siamo diventati conformi a certi canoni esteticosociali e conseguentemente i nostri edifici e le nostre case rispecchiano questo conformismo ormai dilagante. A
R
I
A
N
N
A
I
S
O
L
A
Studentessa di Lettere Classiche presso l’“Alma Mater Studiorum” di Bologna. Nata a Roma da una famiglia di artisti, ma cresciuta “giù”, a Reggio Calabria, influenzata dai paesaggi mitici che una volta si identificavano con la Magna Grecia. Si interessa al mondo classico, a quello presente e a quello umano. 4
3 D i e g o Sottilotta, No Future For You! 4 D i e g o Sottilotta, Modern Age
Sharing community e innovazione sociale nelle tattiche di Pensando Meridiano Pensando Meridiano è un Laboratorio Permanente di Cultura Sostenibile, Innovazione e Coesione Sociale costituitosi nel giugno 2013 come associazione di giovani under 35 provenienti da esperienze universitarie condivise presso l'Università Mediterranea di Reggio Calabria e poi allargato ad altri giovani tra Calabria e Sicilia. L'associazione è nata con lo scopo di creare un networking competente di giovani come soggetti attivi per lo sviluppo del territorio, con un approccio partecipativo e collaborativo, scambiandosi e trasferendo idee, conoscenze, opportunità e progetti d'innovazione sociale con le comunità dei luoghi. L'innovazione sociale nasce a fronte di continue pressioni sociali determinate dalla mancanza di soddisfazione dei bisogni primari e anche di quelli direttamente riferibili allo spreco di risorse, alle emergenze ambientali e soprattutto a quelle sociali. Definiamo "innovazioni sociali le nuove idee (prodotti, servizi e modelli) che soddisfano dei bisogni sociali (in modo più efficace delle alternative esistenti) e che allo stesso tempo creano nuove relazioni e nuove collaborazioni. In altre parole, innovazioni che sono buone per la società e che accrescono le possibilità di azione per la società stessa." Le azioni sono coordinate e messe in campo dai makers (coloro che "fanno" città) attraverso strategie e tattiche di innovazione sociale urbana sostenibile condivise costruendo reti con altri soggetti attivi sul territorio, i social makers (associazioni, istituzioni, enti locali...). I makers soci attivi nel laboratorio con attività continue formano la Community del Laboratorio e possono avvalersi dell'accreditamento del curriculum associativo e del social funding, una politica sociale di gestione circolare sulle risorse economiche a disposizione per il sostegno e la promozione di esperienze di formazione, acquisto di attrezzature avanzate, innesco di nuove progettualità o disseminazione delle azioni sul territorio. I temi chiave su cui Pensando Meridiano agisce sono la capacity building, il city making e la knowledge city.
La capacity building è il processo di "costruzione" delle capacità individuali, che agisce per il rafforzamento e miglioramento delle competenze del singolo: capacità come "l'abilità di individui, istituzioni e società di realizzare funzioni, risolvere problemi e porre e raggiungere gli obiettivi in una maniera sostenibile" (United Nations D e v e l o p m e n t Programme, 2006). La strategia promossa dall'associazione per la capacity building prende il nome di ErgoSud, progetto culturale di cui è responsabile scientifica la prof.ssa Consuelo Nava, nato per formare e informare tutti quei giovani a Sud che intendono cogliere le opportunità di sviluppo e lavoro provenienti dalla programmazione nazionale, regionale e comunitaria. Una scuola per i giovani che intendono accrescere le proprie competenze in coworking, costruendo e condividendo proposte con l'aiuto di esperti sui temi dell'innovazione sociale e urbana per il territorio. Il city making è il modo attraverso cui è possibile "fare città" mediante azioni di rigenerazione urbana e sociale degli spazi collettivi, pubblici e privati, coordinate dai makers e condivise con le comunità e altri soggetti attivi sul territorio chiamati a
5
partecipare. È il metodo attuato con ReActionCity, progetto di innovazione sociale e urbana per la città metropolitana di Reggio Calabria, come progetto pilota nel giugno 2014 con lo scopo di innescare un riscatto delle comunità dal basso, attraverso la costruzione di visioni, scenari e strategie di coesione sociale con l'azione diretta sui luoghi degli urban makers ("coloro che fanno città", producendo visioni creative di città) e dei social makers che hanno trasformato in città-laboratorio sei luoghi tra centro e periferia a Reggio Calabria. Il progetto pilota si è trasformato in tattica permanente innovativa per la città metropolitana di Reggio Calabria in un'ottica di smart city verso Europa 2020, rimanendo aperto a nuove azioni, come ReActionCity Woman, la riqualificazione sostenibile di un bene confiscato alla 'ndrangheta per la realizzazione di laboratorio sartoriale sociale per una cooperativa di donne in difficoltà, per il quale l'associazione ha diretto le iniziative di Cantiere-evento e Laboratorio Recycle, programmando una serie di momenti pubblici e collettivi, per trasferire il significato dell'azione alla comunità intera e ridare vita a spazi residuali con oggetti autocostruiti con materiali da riciclo. La knowledge city è "la città che alimenta la conoscenza, che possiede un'economia basata sulla conoscenza e un ambiente che favorisce la creazione e la diffusione della conoscenza stessa". Attraverso le tecniche di comunicazione come i social media e il web, la comunità virtuale si affianca a quella territoriale permettendo così di poter trasferire e condividere in maniera più allargata idee, conoscenze, esperienze e azioni innovative. Tra le azioni che favoriscono la diffusione della conoscenza vi è Learning City, la tattica con cui Pensando Meridiano propone la dimensione dell'apprendimento delle dinamiche e dei fenomeni di trasformazione di cambiamento degli spazi urbani, connettendo comunità e processi abilitanti alle azioni di rigenerazione urbana, sociale e ambientale. Learning City propone azioni sulla valorizzazione e l'uso e gestione di spazi collettivi, spazi con beni culturali ed ambientali di eccellenza, periferie urbane. Ad oggi, sono due le azioni cardine di questa tattica: la prima, di ottobre 2016 che ha focalizzato sul tema degli spazi pubblici della città di Reggio Calabria, riletti attraverso la realtà aumentata che
restituisce attraverso l'uso di un cardboard con applicazione progettata da ETT Solutions e una mappatura georeferenziata, la conoscenza dello stato di tre luoghi noti tra centro e periferia nella loro condizione reale evidenziandone gli usi che le comunità diverse ne fanno. La seconda, a partire da dicembre 2016, è il "Laboratorio di Partecipazione Telesio 2.0", progetto in collaborazione con ActionAid Onlus e l'Istituto C o m p r e n s i v o "Telesio-Montalbetti" di Modena (RC) per la riattivazione di spazi e di processi di coesione nel quartiere mediante iniziative condivise dai docenti, dagli alunni dell'istituto e dai genitori. L'azione del Laboratorio di Pensando Meridiano ha esportato questo modello non solo nelle aree urbane, ma anche, in un'accezione più metropolitana, quelli dei centri intermedi e più piccoli e delle aree interne. Questi territori, che hanno sofferto negli ultimi quattro decenni di fenomeni di m a r g i n a l i z z a z i o n e e spopolamento, perdendo la capacità di offrire i servizi primari (sanità, istruzione, mobilità) ai cittadini, sono dal 2016 lo scenario di sperimentazione del Rural Making Lab la tattica progettuale e operativa dell'associazione per progetti di innovazione sociale, culturale, produttiva ed ambientale per le aree interne della Calabria, selezionate come luoghi della sperimentazione di Laboratori Territoriali con l'obiettivo di innescare processi di inclusione e coesione per "comunità emergenti" (giovani innovatori, visitatori, imprenditori promotori di sviluppo locale, cittadini di ritorno, migranti) e di
attivare micro-economie locali e della conoscenza attraverso reti collaborative (con approccio bottom-up) per rispondere ai fenomeni di marginalizzazione di questi stessi territori.
5 I volontari dell’associazione di fronte al bene confiscato dove si insedierà la F a b C i t y , Reggio Calabria, 2 0 1 8 6 Una visione della FabCity in Living Lab, Reggio Calabria 7 Rural Making Lab, Belmonte Calabro (CS), foto ALESSIA P A L E R M I T I 2 0 1 6
Da maggio 2017, questo modello "circolare" ha un'ambizione più grande rappresentata dal progetto della Fabcity in Living Lab, fabbrica dell'innovazione e della creatività in un bene confiscato alla 'ndrangheta nella periferia sud di Reggio Calabria, progetto di innovazione sociale, sostenibilità ed occupazione per l'inclusione dei giovani. Per le condizioni di stato esistente dell'immobile, un bene confiscato e affidato dal Comune di RC alle associazioni Pensando Meridiano e Reboot, si tratta di intervenire anche sui livelli di sostenibilità ambientale, perché l'azione di riqualificazione e riciclo del bene è vero e proprio intervento di bonifica, per la presenza di elementi di amianto sulla copertura, per la presenza di rifiuti da deposito di attrezzature e altri scarti provenienti dalle attività precedenti e per lo stato di degrado delle aree limitrofe e degli spazi aperti annessi. La realizzazione di una FabCity in città, con azioni dentro e fuori lo spazio della fabbrica, non è il mero insediamento di un'attività sociale e produttiva di stretto interesse dei soggetti che la gestiscono, ma un vero e proprio modello di "LivingLab", con rigenerazione urbana. Uno spazio per l'innovazione e la creatività e di laboratorio urbano permanente per beni e servizi, per iniziative di innovazione sociale, tecnologica e di creatività, di
tipo imprenditoriale attivando percorsi di formazione ed informazione. Dalle esperienze sopra riportate emerge che è necessario quindi, sperimentare nuovi modelli di azione strategica e tattiche innovative, connessi allo sviluppo locale dei territori e delle città in ottica globale, recuperando "la capacità creativa e del fare, in grado di riconnettere le comunità con i beni di servizio e i prodotti, quali bisogni primari per una più diffusa qualità della vita, con tattiche dirette e azioni condivise nel breve periodo per il lungo" e, in quest'ottica, Pensando Meridiano rappresenta un modello singolare e di successo avendo conseguito premi e riconoscimenti importanti non solo in Calabria ma anche a livello nazionale e i n t e r n a z i o n a l e . G I U S E P P E M A N G A N O Architetto laureatosi presso l’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria, è uno dei fondatori dell’associazione “Pensando Meridiano”.
6
7
Città spaziali "L'Uomo è solo nell'Universo?" È uno dei grandi interrogativi che da sempre anima fantasie e ricerche scientifiche nel tentativo di rintracciare altre forme di vita extraterrestri. E se fosse l'Uomo stesso la prima specie a colonizzare l'Universo? Il quesito a primo impatto potrebbe facilmente suscitare scetticismo, prima di essere confinato tra le pagine di libri teorico-filosofici destinati a scaffali impolverati e senza soluzione di concretezza, specie alle nostre latitudini in cui il ritardo di sviluppo socio-economico impone di relegare in secondo piano qualsiasi fantasia futurista. Eppure da anni nel resto del mondo università e agenzie spaziali lavorano sinergicamente per permettere all'Uomo di poter colonizzare, presto, altri pianeti e divenire una specie multiplanetaria. Tre gli attori principali di tale impresa: la NASA, il MIT e la SpaceX. Soggetto di studio comune: M a r t e . Il pianeta rosso, primo obiettivo dell'impresa coloniale - il più vicino a noi - dista dalla Terra mediamente 70 milioni di km; giacché l'orbita di Marte impiega 687 giorni per girare attorno al sole, esso si avvicina alla Terra ogni due anni, in fase di opposizione. Un giorno marziano, detto Sol, dura 24 ore e poco più di 37 minuti e le caratteristiche geologiche del terreno - la regolite - e climatiche lo renderebbero il pianeta più adatto ad ospitare la vita.
2 1 h 1 0 m 4 4 s + 5 2 ° 5 3 ’ 1 1 ”
Ma in che modo e in quanto tempo sarebbe possibile raggiungere Marte? Al quesito sta cercando di rispondere la SpaceX, azienda spaziale statunitense fondata dall'imprenditore visionario Elon Musk, il cui obiettivo è quello di portare l'Uomo su Marte entro il 2024, preceduto da una missione cargo - nel 2022 secondo la roadmap di Musk con le strutture necessarie alla sopravvivenza. La SpaceX, oltre a fornire razzi e astronavi alle agenzie spaziali di tutto il mondo, sta lavorando ad una nuova generazione di rocket, chiamato BFR, più piccolo degli attuali costosi razzi monouso e più "sostenibili" economicamente, perchè in grado di compiere atterraggi controllati e di poter essere così riutilizzabile per più missioni e scopi. Si prevede che il nuovo rocket possa essere utilizzato in futuro anche come nuovo mezzo di trasporto collettivo fra città terrestri. Grazie al BFR l'Uomo potrà raggiungere Marte in circa 6 mesi.
Arrivare su Marte a questo punto sembrerebbe facile, ma lo sarebbe anche v i v e r c i ? Dal 2003 la NASA ha lanciato verso Marte diversi orbiter e complessivamente tre rover con l'obiettivo di studiarne il suolo, le condizioni climatiche e indagare sulla passata e presente capacità del pianeta di sostenere la vita. I rover Opportunity e Curiosity hanno da subito confermato la presenza di acqua nel passato di Marte grazie alle immagini di un cratere con affioramenti di rocce che dovevano essere state immerse nell'acqua. Nell'ultimo anno sono stati confermati dalla NASA la presenza di otto depositi di ghiaccio secco e, lo scorso luglio, il team di ricercatori tutti italiani dell'ESA (Agenzia Spaziale Europea) ha comunicato la scoperta di un lago salato del diametro di circa 20 km nel sottosuolo marziano. Le varie missioni hanno inoltre confermato anche la presenza di metano nell'atmosfera marziana, che starebbe alla base dell'esistenza di qualche forma di attività biologica, oltre che essere elemento utile alla sopravvivenza dell'Uomo sul pianeta. Tutto ciò confermerebbe la possibilità per l'uomo di sopravvivere su Marte, ma restano ancora alcuni problemi da risolvere. L'assenza di un campo geomagnetico e la bassa pressione atmosferica rendono infatti la superficie marziana vulnerabile alle radiazioni cosmiche, agli impatti di micrometeoriti e alle variazioni termiche - l'escursione termica tra giorno e notte è di circa 100 °C. Alle sfide climatiche del pianeta rosso ha cercato di rispondere la ricercatrice-progettista italiana Valentina Sumini che, con il suo team presso il MIT di Boston, ha elaborato un algoritmo capace di fornire soluzioni architettoniche ottimali per poter costruire una città su Marte. Con la progettazione tradizionale, infatti, sarebbe stato estremamente difficile rispondere alla molteplicità di necessità e problematiche che l'architetto spaziale è chiamato a risolvere. Grazie all'architettura parametrica, è stato possibile progettare una città per 10 mila abitanti. Il concept della Redwood Forest City è ispirato alla Natura e alla forma dell'albero: le sue radici, che ancorate al sottosuolo marziano proteggono dai venti solari, assumono le funzioni private della vita quotidiana, e attraverso di esse viene estratta l'acqua utile agli abitati e a pressurizzare gli ambienti; l'acqua poi, viene condotta attraverso i rami - che hanno anche funzione portante - sopra la cupola per formare uno shield e proteggere dalle radiazioni cosmiche gli spazi pubblici che affacciano sullo skyline marziano. La cupola, che costituisce la chioma dell'albero e scherma gli ambienti dalle radiazioni, protegge dai micrometeoriti e dalle tempeste di sabbia che potrebbero colpire la superficie del pianeta durante le stagioni, uguali a quelle terrestri ma di durata superiore. Tale approccio progettuale, tra l'altro, è perfettamente in linea con quanto J. Hillman afferma in "La Politica della Bellezza" sulla percezione psicologica degli spazi, suggerendo l'utilità di una progettazione che imiti le forme e le proporzioni della Natura. Colonizzare lo Spazio e poter vivere in una città marziana sembra davvero ormai un traguardo vicino, benché vivere sul pianeta rosso sarebbe ancora molto duro e lontano dagli stili di vita a cui siamo abituati sulla Terra. Ma il Futuro risiede soprattutto nella coraggiosa capacità di saper sognare l'impossibile immaginando di renderlo possibile. Capacità di cui, Qui, abbiamo bisogno. 7
W I L L I A M A I E L L O Studente di Architettura presso “Mediterranea” di Reggio
l’Università Calabria.
7 Valentina Sumini, “ R e d w o o d Forest City”, una sezione
3 9 ° 3 4 ’ 5 9 ” 8 8 1 6 ° 2 7 ’ 1 5 ” 4 8
N E
3 9 ° 1 8 ’ 3 9 ” 6 0 N 1 6 ° 1 5 ’ 3 ” 6 0 E
, d , e
Tre parole per Marcello Guido Marcello Guido è un architetto originario di Acri (CS), laureatosi con Bruno Zevi nel 1977 a Roma. La sua attività mira a una rivisitazione e sperimentazione all’interno della grammatica del Movimento Moderno. La sua architettura provocatoria tende a emanciparsi da una consolatoria sicurezza proveniente dalle semplici stereometrie, cercando di riconciliarsi con uno spazio dove la gerarchia confortevole di piani e punti prediletti si annulla.
8
c
da
r
i
s
t
a
www.treccani.it
l
l
consultato
il
Immagina di avere un solido elementare, un cubo ad esempio. Immagina che qualcosa esploda al suo interno, mantenendo intatte le sue pareti esterne, cercando di evadere dalle bucature presenti sulla sua superficie. Ecco, immaginate di catturare un momento di apice di q u e s t ' e s p l o s i o n e . Un'immagine si delinea, composta da triangoli, tetraedri, spigoli, griglie scomposte e seppur all'apparenza caotica, sottostĂ a un ordine compositivo.
9
i
z
2
z
a
dicembre
r
e
2018
8, 13 L’esterno e la copertura del Padiglione a S. Giorgio Albanese (CS), 1990-2007 9-10, 16 Le strutture di copertura dei r e s t i archeologici di Piazza Antonio Toscano, Cosenza, 1 9 9 9 - 2 0 0 1
10
12
11
s
o
v
da 11, 15 L’esterno del consultato Centro per lo studio e lo sviluppo delle minoranze etniche albanesi, San Giorgio Albanese (CS), 1990-93
r
a
il
p
p
ó
r
r
Andare a cena in un locale molto affollato, davanti al piatto fermarsi un attimo, posare la forchetta e, senza sentirsi ridicolo, chiudere gli occhi, ascoltare il brusio di una trentina di persone impegnate in una piacevole discussione davanti al tavolo. La sovrapposizione di queste voci sembra quasi creare una nuova persona che le e comprende tutte e che con le voci di tutti forma il suo essere. 13 Così si comporta l'opera recente dell'architetto cosentino, ricercando, attraverso la sovrapposizione di elementi geometrici, nuove forme che possano essere risaltate grazie all'uso di nuovi materiali e tecnologie.
14
www.garzantilinguistica.it 3 dicembre 2018
12 Dettaglio del s o f f i t t o dell’ingresso dell’edificio per appartamenti in Via De Rada, Cosenza, 2004-06 14 Il rapporto tra la Torre Skyline e gli edifici circostanti, Cosenza, 2007-10 17 Dettaglio della copertura del Centro sociale per anziani, San Giorgio Albanese (CS), 1999-2002 fotografie CLAUDIA GIORNO 2 0 1 8
Il luogo della sperimentazione è Cosenza, dove svettano i 77 metri della Torre Skyline, un grattacielo dalle multiple facciate metalliche, trasparenti, e le residenze in Via De Rada, in cui le compenetrazioni volumetriche vengono definite da colori sgargianti e superfici riflettenti.
15
r
i
s
p
e
t
t
a
r
Visitare l'opera di Marcello Guido significa innanzitutto una ricerca, la ricerca di una mimesi con il contesto in e cui l'opera si colloca. Apparentemente aggressiva, è connotata da un profondo rispetto deI luogo, dei suoi fatti architettonici. C'è una volontà intrinseca di incorniciare questi monumenti all'interno della propria architettura, creando prospettive, scorci, che restituiscono all'occhio l'immagine di un'architettura che trova nel dialogo con l'esistente la sua c o m p i u t e z z a .
Così le strutture dissonanti di Marcello Guido affrontano le armonie radicate nel contesto: una chiesa, una collina, il mare, la storia del costruito.
17
16
RUGGIEROGALATICASMIRO C L A U D I A G I O R N O da consultato
il
www.garzantilinguistica.it 3 dicembre 2018