OUI, QUI #1

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UNA RIVISTA AUTOPRODOTTA SULL’ARCHITETTURA E LE ARTI VISIVE DEGLI STUDENTI DELL’UNIVERSITÀ “MEDITERRANEA” DI REGGIO CALABRIA

mensile — n. 1 / febbraio 018 Tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica riservati.

“La cattedrale è un aereo di pietra / che spinge per rompere le mille catene che lo imprigionano / la cattedrale sonora come un applauso / o come un bacio” J. L. Borges


OUI, QUI MAGAZINE rivista mensile fondata nel 2017 n. 1 / febbraio 018 /ouiquimagazine

Redazione tel +39 346 37 266 07 per sottoporre proposte e per informazioni email ouiquimagazine@gmail.com Lorenzo Arlia Ruggiero Galati Casmiro Claudia Giorno Arianna Isola Direttrice responsabile Claudia Giorno In copertina: elaborazione grafica di una foto della Chiesa di Gioia Tauro, Zermani Associati, 2017


OUI, QUI. Sì, qui. E perché no? Perché mai qui? Cos'è che accade qui? Cosa non accade? Qualsiasi cosa sia, che accada. In quest'università e in questa città. Qui. Qualcosa c'è già, altro no, i gesti per far in modo che rimanga quel poco ancor meno. OUI, QUI è una rivista gratuita, consultabile sia sulla carta che su uno schermo qualsiasi, con sede a Reggio Calabria. OUI, QUI vuole essere un punto di incontro, un'immagine di un futuro in divenire, in un contesto dove figurarsi un futuro è difficile, dove la connessione con la propria terra è sempre più labile, il confronto con l'altrove sempre più temuto. L'intento del progetto è quello di focalizzare su ciò che c'è e su quello che al contrario non c'è, confrontandosi con realtà esterne di cui siamo, e siamo stati, testimoni diretti. Per farlo, accosteremo l'architettura ad altre arti e scienze, alla cultura e alla storia, creando una nuova visione di questo territorio dal nostro punto di vista. Consideriamo questa rivista come un laboratorio di idee e concetti per valorizzare la nostra terra. E tu riesci a vedere cosa c'è qui? Oui!


Consacrazione Pro (davanti a) - fanum (spazio sacro), letteralmente ciò che sta fuori dal tempio. Profano è, per tutti, quando non partecipi dello spirito del sacro ed è per questo troppo terreno per essere confuso col d i v i n o . E tuttavia sacralità e mondanità convivono, fuse con naturalezza, nel giardino di una villa di Palmi (RC) dove è incastonata, nascosta, la piccola cappella ortodossa di famiglia, ormai lontana dalla vitalità di un tempo. Le funzioni religiose, che qui si celebravano, appartengono ormai al passato ma l'aura sacra che ne veniva pare aver gradatamente permeato, nell'arco di più generazioni, il giardino botanico t u t t ' i n t o r n o .

1 La chiesa e il giardino visti da un balcone della casa 2 Dettaglio del campanile dal retro della casa 3 Il re c

Cristo Pantocratodella cupola della h i e s a

4 La chiesa immersa nel verde del giardino

Le luci della bifora bizantina, l'unica finestrella, fanno passare l'aria quando il vento si scatena, ma così la vista si apre sugli arbusti di salvia e sulle alte mimose, un tempo più distanti ma ormai insediatisi sul sagrato invaso dal muschio. Non è raro incontrare un ramo frondoso che ondeggia solleticando il Cristo Pantocratore della cupola affrescata, segno della contaminazione di lunga data che si dà tra i dipinti sacri e le presenze profane, che vivono fuori dal

f o t o g r a f i e A R I A N N A I S O L A

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t e m p i o . Sacer vale in origine "santo" ma anche "maledetto", perché tutto quello che tocca entra a far parte della sua sfera di significati ambigui. Quando è contaminato non viaggia più parallelo al sacro ma ne diventa parte in quanto consacrato, da profano che era. Sulle pareti, i santi dipinti sono fissi nelle espressioni dei volti, frontali nella rigida prospettiva e tuttavia narrati con lo stesso intenso simbolismo così facile da ritrovare nella geometria spontanea di quanto sta fuori. Soffuse di sacralità, fuori dalla chiesa, le piante oltrepassano i confini architettonici (ormai dissolti dagli anni) di porte e finestre, insinuandosi dentro una chiesetta dove la policromia degli affreschi, le prospettive intime, perché frontali, e le geometrie simboliche sono tutti elementi di uno scambio con l'esterno insieme concettuale (dove finisce il profano? Quando inizia il sacro?) e fisico che solo un'intuizione del pensiero può svelare e rendere r e a l e . Un incastro perfetto, dentro e fuori dal tempio. 3

A R I A N N A I S O L A Studentessa di Lettere Classiche presso l"Alma Mater Studiorum" di Bologna. Nata a Roma da una famiglia di artisti, ma cresciuta "giù", a Reggio Calabria, influenzata dai paesaggi mitici che una volta si identificavano con la Magna Grecia. Si interessa al mondo classico, a quello presente e a quello u m a n o .


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"NiA possiede uno spirito rinascimentale, estremamente moderno. È rinascimentale nella sua impazienza di voler indagare ed esprimersi in tutte le forme d'arte, moderno nella sua audacia estetica, nel disegno neobarocco, nell'uso del colore, nella sua applicazione all'arte di strada. Un artista al quale si deve dar conto da subito."” F E R N A N D O D E V I L L E N A Membro dell’Accademia di Lettere di G r a n a d a .

L'arte è il linguaggio delle nostre emozioni. Spero che tu stia attento a ciò che dirò dopo, perché non è altro che una finestra, una finestra in cui puoi guardare ciò che sogni e non ricordi, ciò che desideri e ciò che non arriva, ciò che senti e tuttavia non sai cos'è. Le emozioni registrate nei nostri sensi sono i nostri ricordi e riprodotti nei nostri stessi s o g n i . Come pittore posso solo dire che lo sviluppo del linguaggio delle emozioni all'interno delle arti e lo studio per la comprensione del nostro essere, che sia psicologia o filosofia, dovrebbero essere più uniti. Quando genero un'immagine, sto prendendo un'immagine di me stesso, una figura che mi modella, così come gli spazi e le pareti formano un edificio, ma per essere mantenuta, in modo che sia reale, che sia viva, deve essere ben formata, deve essere pura. Come un riflesso del corpo si potrebbe dire, ma anche dell'anima. La creatività è un'intuizione stupefacente e i n g e n u a . N i A M A R T O S Konstanz, Germania, 1990. Artista cresciuto nel paese andaluso La Herradura, influenzato dalle avanguardie artistiche, viene catalogato come rinascimentale, neobarocco, moderno, urbano e contemporaneo.


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8

7

9 5 Nia El Circo (”Il Circo 6 Nia

Martos, del Ébola dell’Ebola”)

Martos,

Madonna

7 Nia Martos, Solo Dios perdona (”Solo Dio perdona”) 8 Nia Martos, El Buen Pastor (”Il Buon Pastore”) 9 Nia

Martos,

Alhambra


3 8 ° 2 4 ’ 5 2 . 2 4 ” N

1 5 ° 5 4 ’ 3 6 . 8 7 ” E


Zermani Associati, Chiesa di Gioia Tauro Chiesa di Gioia Tauro (Reggio Calabria) Progetto architettonico P A O L O Z E R M A N I EUGENIO TESSONI Progetto P A O L O

strutturale M A R T I N O

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Non vi sarà difficile trovare la chiesa di Paolo Zermani a Gioia Tauro. Lungo la strada vi sembrerà di guardare in ogni frame un unico grande edificio composito, in ogni suo angolo identico a se stesso, eppur incoerente: facciate non intonacate, tetti in lamiera, proliferazione di ferri della speranza, abbaglianti insegne luminose, cartelloni pubblicitari, mentre la vegetazione spavalda si fa avanti fra le fessure dei marciapiedi. Le auto scorrono veloci,

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neppure

una

persona

per

strada.

Numerosi container occupano oggi il posto di ciò che una volta è stata Metauria, importante centro della Magna Grecia.

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Ed eccola, eterea, bianca: sembra appartenga a una dimensione extraterrestre. Un grande parallelepipedo bianco svetta sulla via principale, su una grande piazza vuota, a eccezione di un albero natalizio, i cui colori non fanno che incrementare l'esigua palette della chiesa lì di fronte. Un vertiginoso portico, sorretto da due pilastri bianchi, preannuncia l'ingresso ad un altrettanto imponente spazio arioso, lontano dalla piatta realtà circostante. La regolarità del basamento su cui si sviluppano gli elementi che compongono il complesso, è in contrapposizione con l'eterogeneità delle loro altezze, collegati da basse, illusorie a p e r t u r e .


La spiritualità dello spazio interno è dato, oltre che dalla linearità, anche dalla penetrazione della luce naturale, la quale si immette all'interno attraverso un'alta, stretta finestra collocata immediatamente dietro l'altare, ed illumina, con un lungo e stretto fascio, il grande spazio spirituale; alcuni lucernari fanno invece capolinea nel soffitto ligneo c a s s e t t o n a t o . La simmetria dello spazio centrale richiama la classica composizione degli spazi sacri tradizionali: tante e sottili, lisce colonne bianche costeggiano le pareti perimetrali dell’unica navata, così come le sedute collocate sia a sinistra che a destra, si ripetono ossessivamente, come la geometria del tetto. È solo il pulpito, l'unico elemento asimmetrico in tutta la sala, non solo per la sua posizione, ma anche per la sua forma aggettante, quasi come se volesse lui stesso gettarsi sui fedeli, così come le parole che vengono indirizzate ogni giorno da quel punto sul resto della sala; la seduta e l'altare sono infatti s i m m e t r i c i .

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10 Gioia Tauro e la piazza antistante la chiesa 19

11 La

facciata

principale

12 L ’ e s t e r n o 13 La

porta

d’ingresso

14 Dal portico all’esterno 15 Il pulpito e il suo a g g e t t o

Per via della loro conformazione, tutti questi elementi di arredo sembrano innalzarsi dal suolo: il pulpito sporge sugli scalini di fronte, alcuni elementi di supporto a figure sacre sono in plexiglass, evocando all'infinito, quasi come un'eco, l'Alto, il Divino. Il richiamo alla Via Crucis è dato invece da inserti dorati caratterizzanti alcuni elementi simbolici collocati sulle pareti della navata centrale, e un grande e profondo segno rosso cremisi nell'altare, il sangue di Cristo. Il color oro e il rosso sono gli unici colori che si contrappongono con decisione a quelli neutri del pavimento, del soffitto, delle p a r e t i . E la chiesa bianca e silenziosa non fa altro che urlare, come un’eco: less is m o r e . L O R E N Z O A R L I A R U G G I E R O G A L A T I C A S M I R O C L A U D I A G I O R N O 2/3 Catania + 1/3 Reggio Calabria, formano un trio di studenti di Architettura dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria. In una Renault Clio anni ‘90 partoriscono questa rivista per poter chiacchierare del più e del meno e di quel che si riesce a vedere

16 Le

sedute

sull’altare

17 Il

tetto

cassettonato

18 I

banchi

19 Dettaglio dell’incisione sull’altare e sullo sfondo la navata c e n t r a l e f o t o g r a f i e CLAUDIA GIORNO ( 1 0 - 1 4 , 1 6 - 2 0 ) N A T A L E F I L I C E (15)


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