Rivista 2-2016

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FOCUS

terra. Gli ultimi furono Eugene Cernan, Harrison Schmitt e Ronald Evans con la riuscitissima missione Apollo 17. siamo dinanzi ad un piccolo faro nella volontà umana di esplorazione o invece il progetto apollo aprì e subito richiuse una finestra un po’ casuale? la storia dell’Homo sapiens, uscito ruggendo dall’africa per conquistare il mondo intero in soli 150.000 anni, spazzando via tutte le altre specie concorrenti, ci garantisce che si tratta solo di una piccola pausa tecnica. ma che cosa spinse l’Homo sapiens ad espandersi e a cercare nuovi orizzonti? non sappiamo dare una risposta certa a questo fenomeno. sappiamo però che sapiens fu l’unico fra tutti i suoi numerosi parenti del genere Homo a compiere un’espansione globale senza precedenti. dove non c’erano predecessori (australia ed americhe) si impiantò arrivando per primo; dove invece (europa, asia e africa) c’erano specie potenzialmente competitive per la sua stessa nicchia ecologica, ne accompagnò più o meno rapidamente l’estinzione. oggi gli etologi e gli ecologi tra cui il dott. Telmo Pievani in italia e molti altri nel mondo sono d’accordo su un nome tecnico per la specie Homo sapiens: tale termine è “cosmopolita invasivo”. non è proprio un complimento: è una definizione che si applica altrettanto bene a cornacchie, topi o scarafaggi, oltre alla

BIBLIOGRAFIA Per quanto concerne lavori specifici sul progetto HAVOC, si consiglia di attingere alle seguenti due fonti: – Un video della NASA, disponibile all’indirizzo http://goo.gl/BmMbWQ. illustra con animazioni molto realistiche le varie fasi del progetto HAVOC. – Vitaliano Emilio, Progetto HAVOC: in dirigibile sopra le nubi di Venere, Nuovo Orione, marzo 2016. Per quanto riguarda invece l’esplorazione di Venere e, più in generale l’esplorazione dei pianeti con l’utilizzo di sonde spaziali automatiche, si segnalano le seguenti due opere: – Di Leo Carlo, Robot nell’infinito cosmico, Istituto Bibliografico Napoleone, Roma 2014. – Ulivi Paolo, Harland M. David, Robotic Exploration of the Solar System, voll.1, 2, 3, 4, Springer Praxis Publishing Chichester UK. Sempre dell’autore di questo articolo sono i seguenti libri: – Di Leo Carlo, Space Shuttle, Istituto Bibliografico Napoleone, Roma, 2008; – Di Leo Carlo, Dallo Sputnik ai giorni nostri. Istituto Bibliografico Napoleone, Roma 2011, – Di Leo Carlo, Una dimora tra le stelle, Istituto Bibliografico Napoleone, Roma (in uscita).

specie che si affaccia, all’alba della storia a dominare il mondo. Forse, all’espansione dell’Homo sapiens ha concorso una ragione genetica: la variante di un gene che si chiama DRD4 e che controlla la dopamina, una sostanza fondamentale nel funzionamento del cervello. la variante DRD4-7R sembra sia presente in circa il 20% di tutti noi sapiens e potrebbe essere questa che ci spinge a cercare il nuovo, in tutti i campi e a prendere i rischi necessari. lo stesso scopritore della variante 7R, però è il primo a metterci in guardia da interpretazioni troppo semplicistiche. se è vero che il 20% di individui superdotati per il rischio e per il nuovo potrebbe spiegare l’espansione rapida e violenta di una nuova specie, è anche vero, dice Kenneth Kidd della Yale University, che un solo gene o una variante di un gene non è una causa sufficiente. occorre considerare un contesto di fattori, da quelli genetici, responsabili di mutamenti fisici, a quelli ambientali. insomma, non basta la motivazione (che tuttavia ci vuole) ma servono anche i mezzi e le occasioni. l’uomo tende, dunque, sempre più ad espandersi, ad esplorare e a colonizzare. inoltre si porrà sempre nuove mete. una volta terminata la colonizzazione della luna, di marte e di Venere (senza che queste ultime due siano tra loro antitetiche) rivolgerà il suo sguardo ai pianeti esterni da Giove a plutone peraltro già in gran parte esplorati da sonde spaziali automatiche. in conclusione è bene dire che dovremo riprendere l’atteggiamento attivo e propositivo che ha reso possibile la sopravvivenza degli esseri umani fino ad oggi, ed usare questa capacità per dirigere la nostra evoluzione al di là del nostro pianeta natale. dobbiamo essere enormemente più audaci delle nostre burocrazie. in caso contrario, col tempo ci estingueremo, come ogni altra cosa sulla terra. Come scrisse il grande H.G. Wells autore del celebre libro “La guerra dei mondi” nel 1936, il futuro dell’uomo sarà “tutto l’universo, o il nulla”. ■

USSR/NASA National Space Science Data Center.

57 ordine deGli inGeGneri della proVinCia di roma


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