PRESENTIAMO
IL NUOVO
PRESENTIAMO IL NUOVO SOLLEVATORE
A PANTOGRAFO ELETTRICO ES4046 DI JLG®
Il nuovo sollevatore a pantografo elettrico ES4046 di JLG® è pensato per soddisfare le esigenze dei cantieri di oggi e di domani L’ES4046 ha caratteristiche che portano la produttività al massimo sia in esterni sia in interni. È più leggero e manovrabile grazie al raggio di sterzata pari a zero.
• Il primo sollevatore della serie ES di JLG® con motori a corrente alternata.
• Concepito per prolungare i tempi di lavoro.
• Nuovo ClearSky Smart Fleet™ di serie.
• Sistema di inclinazione variabile.
• Opzioni e accessori da aggiungere alla vostra macchina per estenderne l’utilizzo in cantiere e nelle zone limitrofe.
Per saperne di più sull’ES4046, inquadra il QR Code
In copertina: PLATFORM BASKET
MACCHINE
30 Liebherr
Costantemente innovativi di Ettore Zanatta
36 Alfa Gru
Il ritorno di un mito di Daniele Smiraglia
40 Zoomlion
L’area del sollevamento di Ettore Zanatta
44 PM Oil & Steel - Manitex Valla “Let’s go higher” di Raffaella Chierici
COMPONENTI
58 Flash Battery
4 Editoriale di Ettore Zanatta
6 Notizie a cura di Liliana Rebaglia
ATTUALITÀ
24 Mercato delle costruzioni
La prospettiva? Una visione sul futuro di Gianni Gennari
Hands On
L’AUTOGRÙ FUORISTRADA TEREX TRT 60 EQUILIBRIO E ARMONIA
di Ettore Zanatta 48
Direttore responsabile
Luigi Zaffagnini - l.zaffagnini@capoversoeditrice.it
Direttore editoriale
Ettore Zanatta - ettore.zanatta@capoversoeditrice.it
Responsabile commerciale
Luisa Casazza - l.casazza@capoversoeditrice.it
Hanno collaborato a questo numero:
Cristina Cassinari, Raffella Chierici, Pietro Gabrielli, Gianni Gennari, Liliana Rebaglia, Daniele Smiraglia
Ufficio amministrazione
Roberta Fabbri - r.fabbri@capoversoeditrice.it tel. 0545 967722
Ufficio abbonamenti tel. 0545 967722
e-mail: info@capoversoeditrice.it
Abbonamenti
Italia: euro 30,00 (IVA compresa)
Other countries: euro 42,00 (IVA compresa)
L’importanza della manutenzione predittiva di Daniele Smiraglia
62 Bonfiglioli
La sostenibilità delle “Warehouse Operation” di Daniele Smiraglia
DOSSIER
66 Sicurezza
La sicurezza al primo posto di Cristina Cassinari ON SITE
78 La costruzione del grattacielo “Torre Parko” di Saronno Trasformare l’ordinario in… straordinario di Ettore Zanatta
FIERE
84 CICEE Dallo Xiangjiang alla Senna di Liliana Rebaglia
88 Prodotti a cura di Liliana Rebaglia
Stampa
MDM - Forlì
Periodicità
Sono previsti 5 numeri/anno
Registrazione
Registrazione Stampa Tribunale di Ravenna n. 26887 del 6/12/16
Iscrizione Roc: 26887 Capoverso Editrice Srl
ONSITE LIFT
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Emissioni zero, potenza massima
L’avanzare del cambiamento climatico richiede l’utilizzo di sistemi di azionamento in grado di ridurre le emissioni di gas serra. Per questo motivo l’LTC 1050-3.1E è dotata anche di un motore elettrico. Questo significa che i movimenti della gru possono essere realizzati opzionalmente con l’elettricità, soddisfacendo così i requisiti per i cantieri a «emissioni zero». L’energia per il funzionamento della gru viene prelevata dal cantiere o da un sistema di accumulo a batterie. Si ottiene la massima potenza nel funzionamento della gru con una sufficiente alimentazione elettrica o con il motore a combustione.
www.liebherr.com
Ettore Zanatta
direttore editoriale
L’autunno dell’economia
L’autunno della nostra economia è appena iniziato ma alcuni vecchi vizi fanno fatica ad appassire. Le foglie perenni dell’irregolarità e della mancata emancipazione continuano, nonostante la refrigerazione di un inverno che presto sarà alle porte. Qui non parliamo di stagioni, ma di cultura e azione industriale. Posto che il parco noleggio per il lavoro in quota è stato da più parti rinnovato, con beneficio dei produttori di piattaforme aeree e soddisfazione dei protagonisti del mercato più lungimiranti, dopo tre e più anni di vacche grasse assistiamo ancora al persistere di un’alta percentuale di incidenti (spesso mortali) da parte di chi utilizza le PLE in modo errato nel proprio lavoro. I dati del recente Rapporto Globale Ipaf 2024 sulla Sicurezza ce lo confermano e la carenza di dati sull’incidentalità che coinvolge l’Italia non è di buon auspicio per il futuro.
Viviamo in un Paese dove molti piccoli manutentori utilizzano ancora le scale per svolgere interventi in altezza che comportano rischi a basse quote (nel range dei 3-4 m) con il pericolo di cadute invalidanti. Una voga che negli altri Stati europei fa parte, da tempo, del passato. Da noi no, con la deduzione che poco ancora si fa per far evolvere anche il lavoro delle microimprese e dei lavoratori coinvolti nelle operatività quotidiane. Nel recente convegno italiano di Ipaf, tenutosi prima della scorsa estate, molte voci hanno richiamato al proprio ruolo di responsabilità gli stessi noleggiatori, con l’auspicio che si prendano sulle proprie spalle l’onere di svolgere formazione e di mettere in atto dispositivi e pratiche per tutelare gli operatori degli stessi clienti finali. Un richiamo sacrosanto, peraltro già fatto proprio da numerosi attori nostrani del noleggio, perlomeno dai più seri, dai più strutturati, insomma da chi ha volontà di investire e, ancora, di evolversi. Eppure tutto ciò non basta ancora. È tutta una cultura a dover cambiare, a diventare - oltre che più responsabile - più competente e attiva. Se il responsabile di un ufficio comunale affida a un’impresa locale che lavora in modo irregolare - e fa lavorare in maniera errata e rischiosa i propri operatori che svolgono servizi in quota - l’incarico di cambiare, per manutenzione, gli impianti di illuminazione della città, chi è il colpevole? Insieme al funzionario municipale (presumibilmente ignorante e irresponsabile) è la stessa istituzione, che non si occupa di gestire e controllare la sicurezza del lavoro che le compete. Siamo noi, che osserviamo e non denunciamo queste situazioni sotto gli occhi di tutti.
a cura di Liliana Rebaglia
MASTER & JLG
La collaborazione continua con successo
Prosegue senza sosta e con reciproche soddisfazioni il sodalizio tra Master, l’azienda specializzata nell’after-sales dei mezzi per il sollevamento che opera con alcuni tra i player più noti nel settore della GDO e dell’industria, e JLG Industries, la società americana leader nella progettazione e nella produzione di apparecchiature per l’accesso. Dopo essere entrato ufficialmente nel network di officine autorizzate di JLG Industries, fornendo supporto tecnico e interventi puntuali sia presso la sede Master che direttamente in cantiere, il service guidato da Simone Volta metterà a disposizione del costruttore americano anche la sua esperienza commerciale, proponendo la vendita delle piattaforme aeree JLG sia nuove che usate. “Grazie all’impegno e alla professionalità di tutti i suoi dipendenti e collaboratori, Master negli ultimi due anni ha raggiunto risultati incredibili, diventando uno tra i service after sales più apprezzati da numerosi top brand nel settore del sollevamento”, spiega Simone Guarneri, funzionario tecnico-commerciale di Master. “Tuttavia in pochi sanno che la società, nata nei primi anni Duemila e soggetta recentemente a un forte rinnovamento manageriale, è stata caratterizzata in passato da una forte vocazione commerciale. Pertanto la commercializzazione dei mezzi di un brand importante e riconosciuto in tutto il mondo come JLG rappresenta una chiara testimonianza della nostra volontà di rilanciare con forza questa divisione di business orientata alla vendita di mezzi nuovi e usati”.
“Master è una società in continua crescita, che si propone di offrire un servizio sempre più completo e di elevata qualità a tutti i suoi clienti”, sottolinea Stefano Costantini, “Account Manager North-West Italy” di JLG Industries Italia. “In piena linea con questo orientamento dell’azienda abbiamo recentemente organizzato una serie di giornate formative, focalizzate sulla conoscenza approfondita del nostro prodotto sia dal punto di vista commerciale che tecnico. Grazie a questo programma formativo, Simone Guarneri e il management di Master saranno in grado di fornire un riscontro e un’assistenza ai clienti in modo ancora più professionale e puntuale”.
MOLLO NOLEGGIO
Acquisita la bresciana Albatros
Il Gruppo Mollo continua a crescere e lo fa segnando un nuovo importante traguardo: l’acquisizione di Albatros, azienda con sede a Poncarale (BS). Grazie a quest’operazione, la società guidata dai fratelli Mauro e Roberto Mollo rafforza ulteriormente la propria presenza nel bresciano, un’area in cui è già tradizionalmente “di casa” e operativo con i centri di Castegnato e Rezzato.
Albatros – nota anche come Albatros Piattaforme - nasce a Brescia nel 2003, dall’unione di grandi esperienze nel campo del noleggio e dell’assistenza tecnica. Fortemente radicata nel suo territorio, la società è specializzata nel noleggio di piattaforme professionali per il sollevamento: effettua sia noleggio a freddo, fornendo cioè la sola attrezzatura, sia noleggio a caldo con la formula di noleggio con operatore abilitato. “Accogliamo con entusiasmo Albatros e i suoi collaboratori nel nostro gruppo: siamo certi che insieme potremo sviluppare importanti sinergie e incrementare le competenze reciproche, con l’obiettivo di migliorare continuamente il servizio ai nostri clienti e raggiungere traguardi sempre più ambiziosi”, ha commentato Mauro Mollo, presidente del Gruppo Mollo. Albatros potrà ora contare sulla struttura solida e affidabile di Mollo, e offrire ai suoi clienti una rete capillare di 60 centri noleggio operativi in Italia, una gamma di attrezzature e servizi ampia e di qualità, unitamente a soluzioni digitali di prim’ordine.
RAIMONDI
Una gru T187 nel centro storico di Budapest
Mamut Daru Kft., affermata società ungherese di noleggio di soluzioni per il sollevamento di carichi pesanti, ha acquistato e impiegato la sua prima gru a torre Raimondi T187 per un’importante ristrutturazione di un edificio storico a Budapest. Il prestigioso progetto prevede l’ampliamento e l’ammodernamento dell’edificio principale e la biblioteca dell’Accademia Ungherese delle Scienze, un punto di riferimento che presto celebrerà il suo 200° anniversario. Data la valenza storica e culturale dell’edificio il progetto è considerato uno dei cantieri più importanti del Paese, collocandosi in modo significativo nel panorama dei luoghi storici europei. “Abbiamo deciso di ampliare la nostra flotta di noleggio con la prima gru Raimondi, una nuova T187; abbiamo optato per questo modello per le sue eccellenti specifiche in termini di capacità di sollevamento e velocità”, ha dichiarato Csaba Balogh, direttore generale di Mamut Daru. Csaba Balogh ha spiegato che l’ottimizzazione e riduzione del peso della componentistica, che ne facilitano le procedure di installazione, insieme alla capacità massima di sollevamento della gru
di 10 t, hanno giocato un ruolo cruciale nella scelta del modello da noleggiare all’appaltatore del progetto. Messa in servizio nel febbraio 2024 con il supporto del team operativo di Raimondi, la T187 è eretta con un braccio lungo 55 m e un’altezza libera di 47,5 m. Con un carico in punta di 3,14 t, la gru può sollevare a una velocità massima di 115 m (m/ min) nella versione con argano da 37 kW e una capacità del tamburo di 620 m. La modularità delle parti e l’intercambiabilità dei
componenti della Serie T hanno contribuito alla decisione di acquisto di questo modello, ha dichiarato Csaba Balogh, citando la futura pianificazione dell’espansione della flotta con altre gru della gamma Raimondi: “Partecipare a una ristrutturazione così rinomata segna una pietra miliare per la nostra azienda. Oltre a essere una responsabilità importante, abbiamo dovuto affrontare alcune sfide tecniche dovute alla posizione e alla natura del sito. Preservare gli edifici storici in uso e al contempo lavorare in spazi ristretti ha richiesto una precisa pianificazione del posizionamento della gru e un eccellente coordinamento del cantiere durante le operazioni”, ha dichiarato Peter Kaszoni, capo dipartimento Gru a Torre, Mamut Daru. Equipaggiata con la cabina per gru Lumina e con ConCore, il sistema di controllo sviluppato da Raimondi, la T187 vanta caratteristiche tecniche e operative, una migliore diagnostica e risoluzione degli errori, una calibrazione piu’ rapida, oltre a un’assistenza da remoto migliorata che consente un intervento immediato ed efficace.
La Raimondi T187 rimarrà in loco fino al completamento della prima fase del progetto, circa 12 mesi.
NOTIZIE
MULTITEL PAGLIERO
Consegne prestigiose a Danicar e F.I.M. Noleggi
Nel periodo estivo Multitel Pagliero ha consegnato alla Danicar di Reggio Emilia una piattaforma telescopica MJ 320 e un’articolata MXE 170, la compatta lanciata sul mercato nel 2023. Nata nel 1996 come estensione della “Grossi gru”, che si occupava dell’installazione e riparazione di gru su autocarri, la Danicar si è specializzata nel noleggio di macchine per il sollevamento, movimento terra, attrezzature edili e furgoni. Una realtà radicata nelle province di Reggio Emilia, Parma e Modena, con clienti quali lattonieri, imprese edili, vivaisti e giardnieri, idraulici, imbianchini, antennisti, elettricisti, installatori di insegne, serramentisti e ditte di pulizie. Tutte attività il cui lavoro diventa più semplice e sicuro quando si utilizza una piattaforma autocarrata.
Da qui il rapporto - quasi esclusivo - instaurato con Multitel Pagliero alcuni anni fa e testimoniato dalla presenza nel parco noleggio dei modelli
MTE 270EX (telescopica), MX250, MZ250, MX210 e MXE 200 (articolate).
sfilabile ne incrementano la capacità operativa. Tutti i modelli sono dotati di EVE, l’Elettronica Evoluta Multitel Pagliero che le rende sicure, precise, stabili, veloci e fluide nei movimenti verticali e orizzontali.
Una piattaforma autocarrata Multitel Pagliero MJ450 è invece entrata a far parte del parco macchine di F.I.M. Noleggi, azienda di Novara fondata da Vincenzo Basilicata e gestita con i figli Fabio, Irene e Monica. Il nuovo acquisto costituisce un salto di qualità nell’offerta di soluzioni per operare a grandi altezze; infatti, dal 2022 a oggi Multitel Pagliero ha consegnato a F.I.M. tre telescopiche MTE270EX e sette articolate MX200, da 27 e 20 m di altezza di lavoro.
La nuova MJ450 soddisfa la crescente domanda da parte delle aziende, soprattutto nei settori industria e
A queste si sono aggiunte ora la MXE 170 e la telescopica MJ 320, la più alta del lotto. Allestita su autocarro da 18 t, ha un’altezza di lavoro di 32,20 m ed è dotata di un verricello da 700 kg, che ne aumenta la funzionalità.
Lo sbraccio orizzontale di 24,70, con articolazione a 22 m, consente una portata in cesta di 120 kg e di 280 kg con lo sbraccio di 23 m. La rotazione della torretta di 360° continui, la cesta autolivellante con rotazione 180°+180° e il jib
carpenteria, tanto che dal giorno della consegna la piattaforma ha operato senza soluzione di continuità. È questo il segnale di un periodo positivo per l’azienda, che a fronte di un aumento della clientela risponde con un una flotta di 263 mezzi tra sollevamento e movimento terra (erano 130 nel 2022) e ha anche allargato la propria sede con un ulteriore capannone. E se il core business resta concentrato tra la provincia di Novara e l’hinterland milanese, cresce anche il numero di clienti nel nord e centro Italia. Non è quindi da escludere che un prossimo acquisto possa riguardare una seconda piattaforma da 45 m. La piattaforma telescopica MJ450 acquistata per il noleggio a caldo è su autocarro da 32 t a 4 assi (esiste anche l’allestimento su autocarro da 26 t), ha un’altezza di lavoro di 45 m ed è dotata di argano a bandiera da 1.500 kg da posizionare sulla cesta. Lo sbraccio orizzontale massimo di 33,80 m ha una portata di 120 kg, di 300 kg con lo sbraccio di 31,80 m e di 500 kg a 28,2 m. La rotazione della torretta di 360° continui, la cesta autolivellante con rotazione 90°+90° e il jib sfilabile permettono all’operatore di aggirare eventuali ostacoli, posizionarsi con precisione e di lavorare in negativo.
VERNAZZA AUTOGRU
Il progetto della “Potain Academy” a Lione
Quando si tratta di sollevare e movimentare carichi particolarmente pesanti, Vernazza Autogrù sa di poter contare sulle potenti gru cingolate con braccio a traliccio Tadano, come nel caso del sollevamento di due sezioni da 500 e da 290 t nei lavori per la realizzazione di un ponte presso il cantiere del Porto di Prà, per conto della società di costruzioni
Fincantieri. Il carico da sollevare era costituto dalle sezioni di un ponte la cui struttura stratificata era composta dalle travi principali in acciaio e dall’impalcato del piano stradale in calcestruzzo. “Per i sollevamenti più complessi avevamo necessità di gru che non solo disponessero della capacità di sollevare carichi così gravosi, ma che fossero anche in grado di spostarli mentre si trovavano sospesi. Per questo incarico non c’erano alternative alle nostre due gru cingolate con braccio a traliccio Tadano CC 68.1250-1 e
CC 38.650-1”, spiega Marco Galli, responsabile del progetto. Prima di procedere al sollevamento era necessario trasportare le gru dalla sede di Vernazza a Vado Ligure al cantiere del Porto di Prà, dove dovevano essere assemblate. Qui, i montatori di Vernazza hanno
impiegato otto giorni per assemblare la CC68.1250-1 e cinque per la CC 38.650-1. Inoltre, è stato possibile riposizionare la gru CC 68.1250-1 durante i lavori senza alcun ritardo. “Abbiamo potuto sfruttare il concetto di allestimento ottimizzato su cui si basano le due gru Tadano CC, che ci ha consentito di raccogliere questa sfida senza problemi”, spiega Marco Galli. Per questo sollevamento erano necessarie entrambe le gru: i lavori dovevano infatti avere luogo entro i tempi previsti nell’area di accesso al porto, senza creare disagi oltre il minimo indispensabile per la circolazione dei mezzi pesanti. Vernazza ha dovuto realizzare i sollevamenti in questo nodo per la viabilità sopra i ponti esistenti della linea ferroviaria GenovaVentimiglia e sulla trafficata strada statale Aurelia. Queste vie dovevano restare chiuse al traffico solo per il
tempo strettamente indispensabile, evitando ogni tipo di ritardo. Per questo motivo il team aveva pianificato ogni fase del lavoro: per il montaggio della sezione da 500 t è stato necessario effettuare un sollevamento in tandem, mentre la sezione da 290 t ha potuto essere movimentata dalla sola gru CC 68.1250-1, allestita in configurazione SSL con braccio da 72 m e 450 t di contrappeso Superlift; anche la CC 38.650-1 era configurata con SSL e braccio della stessa lunghezza, oltre a un contrappeso Superlift da 325 t. Entrambe hanno sollevato e movimentato insieme la sezione da 500 t con un raggio di lavoro di 50 m a un’altezza di 7 m; per la sezione da 290 t, invece, la CC 68.1250-1 ha operato da sola, con un raggio di 41 m a un’altezza di 9 m. “Per sollevare e posizionare la piattaforma da 500 t con
entrambe le gru abbiamo impiegato una squadra di otto persone, comprendente sei supervisori e segnalatori e due operatori di gru, mentre per il sollevamento del carico minore è bastata la sola gru CC 68.1250-1 e un team di sole cinque persone”, chiarisce Marco Galli. Il team Vernazza è rimasto sul cantiere quattro mesi, rispettando le tempistiche previste: “Tutto è andato come previsto, grazie non solo a una pianificazione professionale e al lavoro del nostro team esperto, ma anche all’affidabilità delle gru Tadano, che in questo progetto hanno dimostrato ancora una volta il loro valore”.
FASSI GRU
Due gru per SILLA
Nel mondo delle costruzioni, l’efficienza e l’innovazione tecnologica sono fondamentali per rispondere alle esigenze di progetti sempre più complessi e variabili. Le gru Fassi, con i loro modelli F315B.2.24 e-dynamic e F30M.0.22 active, rappresentano la punta di diamante nel campo dei sistemi di sollevamento, combinando potenza e tecnologia avanzata per ottimizzare le operazioni sui cantieri. Recentemente, queste gru sono state aggiunte al parco macchine di SILLA, fornite dalla Fassi Emilia, consolidando una partnership quasi quarantennale incentrata sull’innovazione e l’affidabilità. Il modello F315B.2.24 e-dynamic, con uno sbraccio fino a 19,90 m e una capacità di sollevamento di 2.300 kg, è dotato di tecnologie all’avanguardia, come il radiocomando RCS e l’Internet of Cranes (IoC), che permette il monitoraggio remoto delle principali funzioni della macchina. Questa gru è montata su un robusto Mercedes New Actros 2540L con cassone ribaltabile trilaterale, offrendo una piattaforma affidabile e versatile adatta a ogni tipo di cantiere. Per operazioni che richiedono maggiore agilità in spazi ristretti la Fassi F30M.0.22 active si distingue come un modello compatto ma
altrettanto efficace. Con uno sbraccio di 5,15 m e la capacità di sollevare fino a 990 kg, questa grumontata su un Mitsubishi Fuso con cassone ribaltabile - è l’ideale per operazioni rapide e manovre in spazi limitati.
MENO MANUTENZIONE PIÙ OPERATIVITÀ GAMMA ELETTRICA GENIE ®
EUROTECNO
Partnership con Haulotte per le grandi altezze
Eurotecno è una società specializzata nel noleggio di piattaforme aeree e macchine per la cantieristica e l’industria. L’azienda nasce nel 1994 da un’intuizione di Pierluigi Guarneri, imprenditore cremonese che, partendo dalla vendita di veicoli commerciali, dà vita a una realtà che si espande rapidamente e con forza nel settore del noleggio, grazie a un’ampia offerta di piattaforme aeree verticali e girevoli e sollevatori telescopici a cui si sono aggiunti, nel corso del tempo, servizi specifici per supportare i clienti in ogni ambito lavorativo: consulenza preliminare, assistenza tecnica, logistica e formazione. La sede legale e operativa dell’azienda è a Castelverde (CR). Al suo interno lavorano circa 35 dipendenti, di cui tre tecnici specializzati e formati che si occupano delle varie attività di assistenza e un team commerciale composto da cinque professionisti.
Per approfondire questa realtà abbiamo rivolto delle domande a Gabriella Martani, CEO di Eurotecno, e a Marco Rodiani, Direttore Generale.
Quali attività di formazione svolgete?
“Il tema della formazione è molto caro a Eurotecno. Non è un caso che dall’inizio dell’anno la società sia diventata un ente accreditato da Regione Lombardia per la formazione diretta a tutti gli utilizzatori delle piattaforme a noleggio. Capita infatti spesso che, soprattutto per determinate tipologie di piattaforme particolarmente complesse, come ad esempio i ragni, molti clienti, pur avendo competenze specifiche e una buona familiarità con il prodotto, richiedano una giornata di formazione aggiuntiva. Per il 2024 ci aspettiamo di formare circa mille persone, sia con corsi in presenza presso la nostra sede che
attraverso un servizio di formazione in videoconferenza, tramite una piattaforma di nostra proprietà”.
Quali novità avete in serbo per il futuro? Avete già in previsione nel medio periodo strategie espansive relative a struttura, organizzazione, parco mezzi, servizi?
“Stiamo lavorando proprio in questi mesi sulla programmazione degli investimenti per il biennio 2025/26,
con l’obiettivo di perseguire con forza il processo di crescita della società, sia attraverso un continuo e progressivo arricchimento del nostro parco macchine che tramite l’ingresso di nuove figure professionali”.
Com’è composto il vostro parco macchine a noleggio?
“Il parco mezzi di Eurotecno è composto indicativamente da 700 macchine a noleggio, tra piattaforme aeree e veicoli commerciali”.
Non solo edilizia, negli anni vi siete orientati molto all’industria: quale impatto ha quest’ultima sul vostro giro d’affari globale?
“Rispetto a molti altri noleggiatori Eurotecno ha fatto una scelta strategica ben precisa, considerando il settore edile non prioritario e focalizzando il suo interesse su un’offerta di soluzioni particolarmente interessanti e apprezzate dalle imprese industriali. Pertanto, attualmente, il core business dell’azienda riguarda proprio
il mercato dell’industria a 360°”.
Tra i settori industriali diversi dall’edilizia a cui rivolgete la vostra offerta può indicarne uno particolarmente dinamico in questo periodo?
“La nostra offerta si rivolge ad aziende che operano nei più diversificati settori industriali e possiamo tranquillamente dire che, seppur con qualche piccolo distinguo, ogni singolo mercato ci sta regalando grandissime soddisfazioni”.
Il mestiere del noleggiatore è in forte evoluzione. Quali sono secondo voi le principali trasformazioni in atto rispetto al modello degli anni Novanta-inizio anni Duemila? Quanto possono incidere le piattaforme web che all’estero vengono sperimentate per noleggiare anche mezzi professionali?
“Crediamo moltissimo nello sviluppo di piattaforme che permettano di noleggiare i nostri mezzi anche da remoto. Non è un caso che abbiamo lanciato il servizio ‘Drive and Joy’, pensato per dare la possibilità ai clienti di prenotare tramite una pratica applicazione mobile il veicolo richiesto e ritirarlo in maniera autonoma, senza attese o burocrazia. Questo innovativo servizio di ‘Mobility Sharing’, lanciato sotto forma di test nel periodo della pandemia, ha ottenuto nel corso degli anni successivi grandissimi riconoscimenti”.
Come si posizionano le macchine Haulotte all’interno della vostra offerta, ? Quali sono le tipologie di piattaforme Haulotte che incontrano maggiormente la domanda?
“Le piattaforme Haulotte presenti nel nostro parco macchine che incontrano maggiormente la
domanda dei nostri clienti sono senza dubbio i modelli HA32 RTJ PRO, che consentono di operare anche negli ambienti più difficili, in totale sicurezza, fino a un’altezza di lavoro di 31,8 m, con uno sbraccio laterale massimo di 21,6 m e con una portata di 250 kg. Le altre due piattaforme che vengono richieste con maggiore frequenza sono la HA26RTJ PRO, che vanta una doppia portata in navicella da 250 a 350 kg, e le piattaforme articolate elettriche per uso interno, caratterizzate da dimensioni compatte ed aree di lavoro ideali per molti tipi di applicazione”.
Quali sono i motivi che via hanno portato a scegliere Haulotte?
“I motivi che ci hanno portato a scegliere Haulotte sono stati inizialmente di tipo puramente tecnico, in quanto la piattaforma articolata HA32 offre peculiarità davvero uniche sul mercato. Non esistono infatti mezzi affini, tra
quelli progettati dai più importanti costruttori nazionali e internazionali, a garantire lo stesso tipo di performance abbinato a una notevole facilità d’uso. Nel corso del tempo, complice l’acquisto di altre macchine, abbiamo avuto modo di apprezzare anche la professionalità e la cortesia
del team commerciale, sempre pronto a supportarci e a proporci la soluzione più adatta alle nostre esigenze”.
La gamma Haulotte soddisfa completamente le esigenze dei vostri clienti?
“Possiamo tranquillamente dire
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che fino a oggi tutte le macchine di Haulotte che abbiamo proposto a noleggio hanno sempre soddisfatto pienamente le esigenze dei nostri clienti, sia in termini di performance che di sicurezza”.
Trovate interessante lo sviluppo di piattaforme completamente elettriche anche per esterni? “Crediamo che al momento sia ancora prematuro pensare a un’importante diffusione di piattaforme completamente elettriche anche per esterni. Questo tipo di mercato, a oggi, presenta richieste ancora molto basse da parte dei nostri clienti. C’è poi da tenere in considerazione l’aspetto che riguarda la mancanza di apposite infrastrutture per la ricarica, che nel nostro paese riguarda l’intero comparto automotive e non soltanto il settore specifico delle piattaforme di lavoro aereo e dei mezzi per le costruzioni”.
JLG INDUSTRIES & RIVA CARRELLI
Sinergia per la logistica
Riva Carrelli, azienda di Giussano (MB) specializzata nella vendita e noleggio di soluzioni per la logistica, ha deciso di diversificare il proprio portfolio, focalizzato storicamente sui carrelli elevatori, inserendo nella propria flotta una vasta gamma di mezzi JLG per fornire soluzioni sicure ed efficienti per ogni tipo di applicazione nel settore industriale. Nata alla fine degli anni Cinquanta, Riva Carrelli è cresciuta nel tempo con la chiara mission di diventare un partner affidabile e in grado di offrire soluzioni chiavi in mano per i propri clienti. L’azienda lombarda, radicata in una consolidata tradizione familiare e supportata da una squadra di circa 30 dipendenti altamente qualificati, ha recentemente stretto una partnership con JLG per ampliare il proprio catalogo con mezzi che garantiscono sicurezza e versatilità nell’accesso in altezza e quindi consentire a ogni cliente di trovare la soluzione ideale per le proprie esigenze specifiche. I mezzi forniti da JLG, infatti, trovano impiego in una vasta gamma di settori industriali, tra cui società logistiche e magazzini, che li impiegano per raggiungere merci e scaffalature in altezza. Le imprese manifatturiere traggono vantaggio dall’utilizzo di questi mezzi per accedere a macchinari e attrezzature durante operazioni di manutenzione, ispezione o installazione. Anche i montatori di scaffalature industriali trovano impiego di tali mezzi durante le operazioni di montaggio. Inoltre, le imprese di manutenzione e servizi li utilizzano per interventi su edifici, strutture industriali e impianti.
La sempre maggiore attenzione alla sicurezza
all’interno delle aziende ha contribuito a far crescere questo mercato a ritmi vertiginosi.
Con questa partnership strategica Riva Carrelli ha potuto creare una flotta di macchine destinate al noleggio breve, introducendo inizialmente piattaforme a colonna verticale Toucan 12+ e Toucan 10E, macchine compatte ma che consentono di eseguire operazioni con ampi sbracci, mantenendo allo stesso tempo un’impronta a terra molto ridotta, a tutto vantaggio della manovrabilità. In poco più di un anno Riva Carrelli ha ampliato ulteriormente la propria offerta di noleggio, acquistando anche piattaforme a pantografo ES1530, ES1932, ES2632
e carrelli commissionatori semoventi DSP M, che permettono di raggiungere altezze superiori ai modelli dei competitor, mantenendo allo stesso tempo dimensioni compatte. Alberto Riva, contitolare di terza generazione e Chief Operating Officer di Riva Carrelli, afferma: “Abbiamo scelto i prodotti JLG perché rappresentano l’eccellenza e si allineano perfettamente con i nostri valori aziendali di qualità, innovazione e servizio clienti. JLG è leader indiscusso nella progettazione e produzione di attrezzature per il lavoro in quota, con un focus particolare su sicurezza, affidabilità e prestazioni. Questi sono attributi che riflettono i nostri stessi standard di qualità e ci permettono di offrire ai nostri clienti soluzioni di alta gamma che rispondono pienamente alle loro esigenze. JLG ci ha accompagnato per mano in un settore nel quale avevamo poca esperienza e sul quale inizialmente non avevamo riposto grandi aspettative, soprattutto per via di collaborazioni precedenti che non ci avevano soddisfatto pienamente”, aggiunge Alberto Riva. “Inutile specificare
che fin dal primo giorno in cui abbiamo stretto questa collaborazione abbiamo compreso che stavamo giocando in un altro campionato. Innanzitutto JLG ha formato il nostro personale sia dal punto di vista commerciale che tecnico, fornendoci tutti gli strumenti di cui avevamo bisogno per poter puntare su questa tipologia di prodotto. Inoltre, ci ha fornito tutti gli strumenti diagnostici necessari a gestire le richieste di assistenza in modo indipendente, aspetto cruciale per chi opera nel settore della vendita, del noleggio e dell’assistenza tecnica. Desidero esprimere personalmente il mio ringraziamento a Stefano Costantini, responsabile commerciale di JLG Italia per il Nord Ovest, e ad Alessandro Masiello, Training Manager di JLG Italia, per la professionalità e la gentilezza che stanno dimostrando ogni giorno nell’accompagnarci in questo percorso. Ritengo fermamente che il valore aggiunto di JLG, oltre alla tecnologia all’avanguardia delle proprie macchine, risieda proprio nell’abilità delle persone che compongono questo grande gruppo”. Stefano Costantini commenta: “ È stato un piacere avviare questa collaborazione con Riva Carrelli, con cui abbiamo subito creato una sinergia basata sui nostri valori condivisi.
Mi ha profondamente colpito l’intraprendenza, la dinamicità e l’entusiasmo del team di Riva Carrelli. Ciò ha favorito nuove e stimolanti opportunità di collaborazione, con un’attenzione particolare alla sicurezza e alla qualità del prodotto. Ringrazio in particolare Alberto Riva per la sua professionalità e per i continui stimoli che ha fornito”. Alessandro Masiello aggiunge : “Sono rimasto impressionato dalla professionalità e competenza dimostrata dai tecnici di Riva Carrelli. La loro disponibilità nel mettere in pratica le conoscenze acquisite grazie alla formazione JLG è un vero esempio di impegno e dedizione al proprio lavoro. La combinazione di competenza tecnica e attitudine al servizio clienti li rende un punto di riferimento affidabile nel settore”.
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LIEBHERR
Una flotta di 18 gru in Germania
Una delle più grandi modernizzazioni di ponti in Germania è la nuova costruzione del ponte alto di Rader nello SchleswigHolstein. Il ponte attraversa il canale di Kiel e fa parte dell’autostrada A 7. Con una lunghezza di quasi 1.500 m, è il secondo ponte stradale in acciaio più lungo della Germania e svolge un ruolo importante nel traffico verso la Danimarca
e la penisola scandinava. A causa dell’elevato volume di traffico, il ponte si sta avvicinando alla fine della sua vita utile e si è resa necessaria una nuova costruzione con il contemporaneo allargamento delle corsie. Il cantiere è supportato attivamente da 18 gru Liebherr della flotta a noleggio del gruppo Friedrich Niemann GmbH & Co KG, con sede a Kronshagen, vicino a Kiel. Per la costruzione delle fondazioni sono presenti in cantiere cinque gru a montaggio rapido, due da 65 K.1 e tre da 81 K.1.
I nuovi pilastri del ponte sono stati costruiti con il supporto di sei gru FlatTop 125 EC-B e sette 150 EC-B. Le condizioni del cantiere rendono spettacolari le installazioni delle gru: la prima, una 125 EC-B, è stata montata alla fine del 2023. Si trovava sulla nuova piastra di testa del primo pilastro del ponte nell’acqua del lago di Borgstedt, montata su tirafondi. Ciò ha comportato un lavoro di squadra con una gru cingolata Liebherr proveniente da Nenzing (Austria).
La gru cingolata LR 1250 da 250 t necessaria per l’assemblaggio è stata posizionata su un pontone tra il cantiere della gru e il traghetto utilizzato per il trasporto dei pezzi. La gru Flat-Top ha raggiunto un’altezza del gancio di 44 m. Anche tre 125 EC-B sono state assemblate con una gru cingolata da 250 t posizionata su un pontone in acqua. Le gru sono state inizialmente allestite a un’altezza di 30 m e poi sono state fatte salire fino all’altezza definitiva del gancio di circa 50 m utilizzando un dispositivo di telescopaggio idraulico. Questo ha permesso di lavorare a circa 15 m di altezza dalla carreggiata. Una 150 EC-B 8 Litronic ha inizialmente supportato la costruzione del pilastro del ponte da terra. Con l’avanzare del cantiere, anche la gru ha dovuto cambiare posizione. Alla fine di giugno 2024 è arrivato il momento: la gru piatta è stata spostata dal lato nord del ponte al
piede del ponte successivo e rimontata in acqua. La gru smontata è stata trasportata nella nuova sede su un traghetto e assemblata con l’aiuto di una gru cingolata da 220 t galleggiante su un pontone. Una volta eretta, è salita a un’altezza del gancio di circa 50 m e ha raggiunto una lunghezza del braccio di 40 m.
La gru può sollevare un massimo di 8 t. L’utilizzo delle gru ha richiesto una pianificazione precisa, per la quale il reparto di Liebherr per i progetti grandi e speciali (Tower Crane Solutions, TCS) ha fornito un valido supporto. Una sfida importante è stata l’assemblaggio delle gru da parte della gru cingolata sul pontone: poiché l’altezza gancio ammissibile della gru cingolata su un pontone è limitata, l’altezza di montaggio doveva essere mantenuta più bassa possibile. Allo stesso tempo era necessaria una certa altezza della torre per poter salire sulle gru. Sono state quindi analizzate diverse opzioni e vari sistemi a torre per trovare la soluzione migliore. Anche la configurazione delle combinazioni di torri è stata una questione importante nella fase di pianificazione dell’intervento della gru, per evitare che la torre entrasse in collisione con i pilastri del ponte appena eretti e che si verificassero deformazioni della torre.
Ciò significa che le gru a montaggio rapido sfruttano solo parzialmente la loro altezza gancio massima. Le due 65 K.1 vengono utilizzate con la torre retratta, in quanto ruotano sotto il ponte, e le tre 81 K.1 sono anch’esse destinate a lavorare sia sotto il ponte che alla massima altezza sopra il ponte. Le 13 gru Flat-Top sono montate in modo indipendente su una croce e su tirafondi; alcune di esse sono incastonate nel cemento in acqua. Lavorano con un gancio di altezza compresa tra 49 e 68 m. Il dispositivo di telescopaggio idraulico è stato fornito dal Liebherr Tower Crane Centre, partner di Liebherr per il noleggio di gru speciali, componenti di gru e attrezzature usate direttamente dal produttore. Un’altra sfida durante i lavori di costruzione è rappresentata dalle condizioni meteorologiche. A partire dalla forza del vento 9 (tempesta con velocità del vento da 75 a 88 km/h), il ponte alto di Rader è chiuso ai camion vuoti e alle auto con rimorchio. Se il vento continua ad aumentare, la strada potrebbe essere chiusa a tutti i veicoli di peso superiore a 7,5 t. In caso di uragano (forza del vento 12), il ponte può essere completamente chiuso. Le condizioni del vento dovevano essere prese in considerazione nel calcolo statico delle gru. Il ponte alto di Rader si trova a est della città di Rendsburg, a circa 30 km da Kiel e a circa 65 km da
Flensburg. Attualmente il traffico attraversa il canale di Kiel, l’isola di Rader e il Borgstedter Enge, parte dell’omonimo lago, su quattro corsie
e due sponde rigide. I pilastri del ponte si ergono sia sulla terraferma che nell’acqua. Per i tre pilastri, che saranno eretti in acqua, è necessaria una fondazione di pali trivellati profondi 40 m. La nuova costruzione sarà realizzata in due fasi, con il traffico che scorre sul ponte e sul canale di Kiel, la via d’acqua artificiale più trafficata al
mondo. Inizialmente, la metà orientale del ponte sarà costruita accanto al ponte esistente e dovrebbe essere aperta al traffico nel 2026. Il ponte originale verrà quindi chiuso e fatto saltare in aria, e al suo posto verrà costruita la sezione occidentale del ponte. La nuova autostrada sarà ampliata a sei corsie e il suo completamento è previsto per il 2031.
AUTOVICTOR
Nuove opportunità con la gru Tadano CC38.650-1
Una gru cingolata tralicciata Tadano CC38.650-1 è entrata a far parte del parco macchine di Autovictor e consentirà all’azienda novarese di affrontare il crescente mercato dei sollevamenti pesanti aprendo a ulteriori nuove opportunità. Molte le caratteristiche tecniche della macchina che hanno convinto Autovictor. “Tra queste - spiega Alessandro Gino, direttore operativo di Autovictor - c’è sicuramente la semplicità di montaggio, quindi di assemblaggio e di disassemblaggio. Il sistema ‘quick connection’ di Tadano/ Demag a mio avviso è il più efficiente in circolazione. Molto importante anche il nuovo sistema di Superlift SL_2, che permette di avere un raggio di lavoro del superlift più ampio rispetto ai vecchi modelli e, quindi, di aumentare la
portata della macchina, che è una 650 t di portata nominale”.
Le qualità tecniche della gru da sole non bastano per decidere un acquisto così importante.
Ne è convinto il direttore operativo di Autovictor, che aggiunge:
“Assistenza tecnica e rapporto con il costruttore sono ovviamente decisivi. Per noi Demag è sempre stato un marchio presente in flotta, poi ultimamente abbiamo acquistato due Tadano AC5.130 e due Tadano AC80. In tal modo andiamo anche a standardizzare service e assistenza, per essere autonomi con i sistemi di diagnosi attuali, prevenire e intervenire ancor prima dell’assistenza Tadano. Soprattutto con macchine di questa dimensione è infatti impensabile che si fermino in cantiere”. La gru Tadano CC38.650-1 va a completamento di una flotta Autovictor in continuo aggiornamento ed evoluzione ed è destinata a lavori infrastrutturali, manutenzioni programmate in ambiti industriali e installazioni in centrali elettriche.
BRIGADE ELETTRONICA
Sistemi di sicurezza per Ferroberica
Ferroberica, importante realtà appartenente al Gruppo Siderurgico Alfa Acciai di Brescia, ai vertici europei nella presagomatura e assemblaggio di tondo in acciaio per cemento armato, ha da poco festeggiato i 50 anni di attività e punta a migliorare i già eccellenti risultati. Fondata nel 1973 nella zona industriale di Vicenza, nel 1991 entra a far parte del Gruppo
esclusivamente dalle acciaierie del Gruppo, Alfa Acciai di Brescia e Acciaierie di Sicilia a Catania, fornendo i propri servizi alle imprese di costruzioni nell’ambito delle infrastrutture e dell’edilizia pubblica e privata, per la realizzazione, ad esempio, di ospedali, torri, opere stradali e ferroviarie, opere marittime, dighe, eccetera. Nello specifico, si
all’efficientamento del lavoro. Proprio per implementare e migliorare la produzione, nel 2021 Ferroberica ha rinnovato completamente il parco mezzi, per un totale di sette sollevatori telescopici. Non solo, li ha dotati tutti dei dispositivi Brigade Elettronica, azienda specializzata nel settore della sicurezza veicolare on e off-road. A seguito di diverse
Alfa Acciai e nei decenni successivi si espande, affiancando alla sede storica di Vicenza gli stabilimenti di Catania, Sedegliano (Udine) e Montirone (Brescia). Una scelta volta ad agevolare la logistica e a servire più capillarmente sia il mercato nazionale sia quello immediatamente oltreconfine (Francia, Austria, Slovenia, Croazia, Romania). Ferroberica si approvvigiona
occupa della lavorazione del tondo, ovvero taglio, sagomatura e posa in opera in cantiere oppure preassemblaggio in azienda. Per queste lavorazioni sono necessarie delle macchine operatrici che movimentino il tondo; più dettagliatamente, dei sollevatori telescopici, ideali in quanto veloci, precisi e funzionali all’ottimizzazione degli spazi ed
valutazioni e di un riuscito test pratico, Ferroberica ha montato sui nuovi sollevatori Backeye360, il sistema di visione a 360° che riproduce in un’unica immagine, nel monitor in cabina, le riprese di quattro telecamere posizionate intorno al mezzo. Un ausilio che consente di eliminare gli angoli ciechi e di avere una visuale completa dell’area circostante la macchina. In particolare,
ha optato per la versione AHD, con risoluzione video ad Alta Definizione, e per il monitor da 7”, sempre AHD, che può mostrare una sola immagine intera o essere frazionato ed è ben visibile anche in condizioni di scarsa illuminazione. In aggiunta, sono stati installati posteriormente due radar di rilevamento ostacoli Backsense, in grado di individuare oggetti multipli, stazionari e mobili e di segnalarne, acusticamente e visivamente, la distanza nel display in cabina. I radar Backsense sono resistenti ad acqua, umidità, polvere, fango, vibrazioni, alte e basse temperature. Sono adatti, pertanto, ad applicazioni pesanti. Infine, Backchat, l’allarme vocale da 110 dB con un messaggio personalizzato preregistrato, che invita a prestare attenzione in caso di avvicinamento ad un ostacolo. Delle dotazioni volute da
Ferroberica, innanzitutto, a salvaguardia del proprio personale, che le ha accolte positivamente e, non da meno, per preservare sia le macchine stesse sia le strutture e gli oggetti che, se urtati, possono a loro volta colpire le persone. Gli spazi di manovra sono infatti sempre più stretti e i sistemi di sicurezza Brigade Elettronica sono la soluzione per poter muoversi in tranquillità. Non solo all’interno dello stabilimento: sui camion che viaggiano fuori dalla sede, Ferroberica ha installato il kit Brigade, composto da sensori a ultrasuoni frontali (Frontscan) e laterali (SideSscan) e dall’avvisatore acustico a Suono Bianco bbs-tek, che risponde ai dettami della Direttiva del Comune di Milano volta a eliminare gli angoli ciechi, pericolosi per pedoni e ciclisti. Ferroberica ha quindi recepito e compreso appieno l’importanza della tutela degli operatori e degli utenti vulnerabili della strada, oltre che dei veicoli. Questa consapevolezza ha dunque portato all’upgrade del parco mezzi, un passo ben ponderato e strategico per l’azienda vicentina, che
punta ad aumentare la produzione per superare le 300.000 t/h.
Un obiettivo ambizioso ma certamente raggiungibile da Ferroberica, realtà
consolidata capace di innovarsi e attenta alla sicurezza.
MERCATO DELLE COSTRUZIONI
LA PROSPETTIVA? UNA VISIONE SUL FUTURO
IL TEMA DELLA PROSPETTIVA
COME MOTORE CONTRO LA PAURA
DEL FUTURO È STATO AL CENTRO
DELL’ASSEMBLEA 2024 DI ANCE,
CHE HA VISTO NELLE PAROLE
DI FEDERICA BRANCACCIO UNA RIFLESSIONE SULLE CITTÀ QUALI
LEVE DELLA CRESCITA SOCIALE
ED ECONOMICA DEL PAESE
di Gianni Gennari
Il settore delle costruzioni traina ancora, ma le previsioni sono in calo. Dopo un 2023 positivo, nel I° trimestre 2024 mostra ancora segnali di crescita: ore lavorate +1,6%, lavoratori iscritti +4,3%. Le previsioni per il 2024 sono però segnate dall’incertezza, a causa dei numerosi temi più caldi che nel corso dell’evento la presidente dell’Ance,
Federica Brancaccio, ha ricordato: “Il Superbonus, dove sono a rischio molti lavori, l’allarme pagamenti e la sicurezza sul lavoro, il Decreto Salva Casa e il deficit di concorrenza nel mercato delle opere pubbliche”.
Superbonus: stagione chiusa Grazie anche al Superbonus l’Italia, nel 2021-2022, ha avuto una crescita del PIL del 12,3%. Negli
ultimi due mesi i lavori da completare restano fermi a 7,2 miliardi, a testimonianza delle difficoltà che imprese e i cittadini stanno incontrando per terminare i lavori. “Il più grande indiziato di sperpero pubblico degli ultimi anni è stato il Superbonus 110%. Sono stati usati toni aspri e talvolta poco istituzionali, che hanno evidenziato solo gli aspetti negativi di una misura che
nel biennio 2021-2022 ha consentito all’Italia di crescere a ritmi superiori a quelli della Cina (+12,3 contro il loro +11,3). A che prezzo, si dirà. Certo troppo alto e con grandi sprechi, che però potevano essere evitati se fossimo stati ascoltati. Abbiamo chiesto fin da subito delle regole per impedire alle imprese non qualificate l’accesso alle risorse. Allo stesso modo siamo stati fautori di un sistema di control-
li, pesantissimo per le imprese, però necessario a ridurre al massimo le frodi. Non a caso il numero maggiore di irregolarità riguarda i bonus, per i quali questi controlli non erano obbligatori. Il resto è storia recente di continui interventi legislativi che hanno portato a un guazzabuglio normativo, per giunta retroattivo, e siamo ancora in attesa di capire come andrà a finire per i contratti già stipulati”, ha
commentato la presidente di Ance, Federica Brancaccio. “Intanto ci sono già 7 miliardi di lavori fermi che rischiano di lasciare scheletri urbani, con gravi ripercussioni economiche e sociali sulla vita di cittadini e imprese. Pensiamo a cosa accadrebbe se i contratti che regolano vita e lavoro di ognuno di noi potessero essere stravolti in continuazione senza il nostro assenso: dormiremmo sonni
L’OPINIONE
ATTUALITA’ PENSARE IN PROSPETTIVA SIGNIFICA
INVESTIRE
FEDERICA BRANCACCIO PRESIDENTE DI ANCE
Ance ha scelto di dedicare quest’anno la sua assemblea a un tema di respiro e di visione, dal titolo: “La prospettiva”. “Non è stato facile. Nonostante tutti gli indicatori economici positivi, scenari internazionali sempre più cupi e un’economia europea in difficoltà, nonché la perdita di certezze stanno determinando un clima di preoccupazione e angoscia. Sembra un nuovo Medioevo: paure e insicurezze che rischiano di minare la nostra fiducia e quella delle giovani generazioni. I gravi incidenti avvenuti di recente nei cantieri, i continui eventi di dissesto idrogeologico, l’allarme sismico… Anche i repentini cambiamenti normativi relativi al nostro settore o i mancati pagamenti alle imprese rendono difficile, se non impossibile, volgere lo sguardo al futuro. Ma noi non rinunciamo, farlo vorrebbe dire accontentarsi. Torniamo quindi ad attingere alle esperienze dei grandi maestri, quelli del nostro Quattrocento, figli di tempi non meno difficili e incerti, che grazie al loro genio ci hanno regalato un modo diverso di guardare, andando in profondità, superando le apparenze. Gli inventori della prospettiva ci hanno lasciato in eredità uno spazio nuovo, tridimensionale, pensato per l’uomo, grande protagonista di quella stagione di rinnovamento. Pensare in prospettiva significa immaginare soluzioni, ambienti e
percorsi per adattarsi in modo flessibile e continuo ai bisogni delle persone e ai cambiamenti sempre più veloci e imprevedibili della società. Significa superare la trappola dell’emergenza, i provvedimenti tampone e le misure a tempo. Significa perseguire obiettivi comuni e condivisi per il bene collettivo. Pensare in prospettiva significa avere fiducia nelle imprese e nelle grandi opportunità che possono derivare dall’alleanza tra pubblico e privato. Mai antagonisti ma formidabili alleati. Se c’è un termine economico che sembra cucito apposta in chiave prospettica quello è ‘investimento’: trasuda fiducia e speranza. Sarà per questo che ogni volta che la fiducia viene meno vengono tagliati gli investimenti. Si ha paura di immaginare il futuro. Un grande freddo sta calando sulle nostre aspettative di crescita e sviluppo. Stanno tornando in auge modelli economici che pensavamo archiviati per sempre: ‘spending review’ indiscriminata, tagli lineari agli investimenti. Occorre tutt’altro: coraggio e determinazione. Quello che serve è la prospettiva. I prossimi mesi saranno cruciali per il nostro futuro. Alle istituzioni impegnate in queste ore anche nei Consigli europei dedicati ai tanti temi strategici rivolgiamo un appello accorato: chiediamo loro di affrontare tutte le decisioni con lo stesso spirito con il quale i nostri ragazzi affrontano il loro domani. Come quando dopo aver contratto un debito - magari trentennale per la propria casa o per costruirsi un percorso professionale - brindano e festeggiano. Perché per loro quel debito non è zavorra, ma uno strumento per crescere. Un debito ‘buono’. Che ha il sapore di speranza e di prospettiva. Se sapremo imitarli in questo coraggio allora avremo agito per loro e non solo per noi stessi”.
tranquilli? Abbiamo provato a cercare un dialogo per soluzioni condivise, abbiamo provato a capire lo sforzo che il Governo ha dovuto fare per riportare i conti sotto controllo. Perché non siamo ultrà di squadre diverse. Chiudiamo adesso i conti con il passato affidandoci a studi seri e indipendenti che ci dicano finalmente cosa ha funzionato e cosa certamente no. Questo ci aiuterà in prospettiva perché, se la stagione del Superbonus è finita, quella della riqualificazione degli edifici è appena iniziata”.
La Direttiva Case Green I risparmi energetici conseguiti grazie al Superbonus permettono all’Italia di partire da una posizione più avanzata. Per raggiungere l’obiettivo fissato dall’Europa occorrerà comunque ristrutturare circa 1 milione di edifici dal 2024 al 2030 e circa altri 450.000 dal 2031 al 2035. Non esiste un’unica ricetta, serve un ventaglio di soluzioni: risorse, incentivi fiscali, strumenti finanziari, eccetera. “La Direttiva Case Ggreen, appena approvata in Europa, è un’opportunità e dobbiamo saperla cogliere senza timore. Bene certo ha fatto l’Italia a spingere per una revisione della proposta iniziale che appariva velleitaria e ideologica”, ha detto la Presidente di Ance. “Il testo definitivo è un buon compromesso sul quale dobbiamo lavorare tutti. L’obiettivo è comune, ambizioso e necessario. Portarlo a termine è un impegno che abbiamo preso con le prossime generazioni. Non esiste una ricetta unica: serve un ventaglio di strumenti e soluzioni che ci consentano di raggiungere l’obiettivo. Noi ci stiamo già lavorando e siamo pronti a mettere a disposizione di tutti le nostre analisi e proposte. Certo le risorse servono: Europa e Stato devono fare la propria parte per sostenere la spesa delle famiglie e soprattutto di chi non ha i mezzi per farvi fronte. Allo stesso tempo banche e operatori dovranno immaginare strumenti finanziari innovativi. I vantaggi saranno enormi per tutti in termini di sostenibilità sociale, ambientale ed economica”.
PREVISIONI 2024
ANCE
Dentro il PNRR
Il PNRR, nato come risposta alla più grande crisi economica e sociale degli ultimi 80 anni, è statosecondo Ance - capace di liberare tante energie e riavviare una macchina amministrativa arrugginita. Tra il 2007 e il 2016, con le regole del Patto di Stabilità Interno per gli enti territoriali, gli investimenti in opere pubbliche si sono più che dimezzati (- 54%), a fronte di un aumento del rapporto Debito/PIL di oltre 25 punti percentuali. Grazie al PNRR, invece, circa 15 miliardi di investimenti per opere pubbliche sono stati stanziati, quasi la metà al Sud. I Comuni hanno visto uno sprint degli investimenti: nel primo trimestre 2024 sale ancora del +30% la spesa dei Comuni in opere pubbliche. Emerge però un deficit di concorrenza: nel settore delle opere pubbliche il 90% degli appalti è senza vera concor-
renza, che corrisponde in valore al 33% del mercato. Quote superiori a quelle registrate per servizi e forniture. “Importante, ora, non tradire lo spirito di partenza. La riprogrammazione contiene elementi di buon senso, ma anche di preoccupazione. Dal PNRR sono fuorusciti circa 15 miliardi: quasi la metà riguarda il Mezzogiorno. Una scelta dovuta all’inevitabile ritardo di molti progetti del Sud, ma che sa poco di prospettiva e che rischia di renderlo sempre più zavorra. Se non facciamo nulla per ridurre ora il divario tra i territori pensiamo a cosa accadrà quando dovremo attuare la riforma dell’autono-
mia differenziata. Grazie allo sforzo del Ministro Fitto alle opere tolte dal Piano sono state garantite altre fonti di finanziamento. Ma uscire dalla corsia preferenziale, in Italia, significa mettersi in coda e aspettare pazientemente il proprio turno. Ci possono volere anni! Il PNRR deve rappresentare una spinta e non l’ultima spiaggia. Non agiamo solo con l’acqua alla gola. Costruiamo oggi una nuova grande proposta per la crescita di domani. Prepariamoci per tempo, una buona volta, altrimenti, dopo il 2026, rischiamo di fare la fine di Cenerentola allo scoccare della mezzanotte, con il vestito di stracci, sen-
IMPRESE COL FIATO CORTO: CRONICI RITARDI
DEI PAGAMENTI DELLA PA CON PUNTE CHE
RAGGIUNGONO I DUE ANNI E MANCATI RISTORI CARO
ATTUALITA’
TRAIETTORIA
za carrozza e nemmeno il Principe. Paradossalmente il nuovo Patto di stabilità potrebbe aiutarci. Chiede ai Governi di guardare più lontano e fare programmi di spesa che tengano a bada il debito pubblico promuovendo - allo stesso tempo, e finalmente - crescita economica e riduzione delle disuguaglianze sociali. Sfida difficile, che va resa possibile con regole semplici e parametri meno ragionieristici. Ma anche un bel banco di prova per un Paese che ha scarsa abitudine a programmare impegni a lungo termine. L’importante è non diventare schiavi delle ansie di chi preferisce vedere il debito calare velocemente, piuttosto che far crescere il Pil. Una cosa non esclude l’altra, anzi!”, ha affermato la presidente Brancaccio.
Obiettivi in prospettiva
Secondo Ance, un nuovo Piano
strategico dovrà occuparsi di mobilità, connessione, sostenibilità, inclusione e servizi alla persona. Così com’è necessario sviluppare la nostra rete portuale con norme e strumenti adeguati che ne consentano il rilancio e l’acquisizione di un ruolo sempre più strategico nel Mediterraneo. Un Piano che parta da una visione per le città, per l’efficientamento energetico e la sicurezza degli edifici, per la sistemazione del territorio, per una rete sempre più efficiente di infrastrutture mate -
riali e immateriali. Obiettivi che vanno perseguiti con costanza e con misure adeguate, da qui ai prossimi 10-20 anni. “Dobbiamo prendere atto che le risorse pubbliche non basteranno: le necessità saranno superiori alle disponibilità. Non abbiamo quindi altra strada se non quella di coinvolgere i privati che possono fornire la spinta necessaria a far partire tanti progetti di sviluppo. Ma perché non riusciamo a farlo? Per coinvolgere capitali privati servono tempi certi e un quadro di regole moderno ed efficiente, che metta in sicurezza gli investimenti. Fare partenariato: una collaborazione leale e chiara tra soggetti pubblici e privati finalizzata ad arricchire l’ambiente in cui tutti viviamo e lavoriamo. Fiducia e collaborazione che per la prima volta sono state inserite come principi guida del nuovo Codice degli appalti, entrato in vigore un anno fa. Troppo spesso, invece, per esempio nella fase di cantiere, le proposte dell’impresa vengono guardate con sospetto, respinte senza motivi o costrette a se -
SICUREZZA: COMINCIAMO A RENDERE
OBBLIGATORIA LA FORMAZIONE, COSÌ COME
PRESENTE
NEL CONTRATTO
DELL’EDILIZIA, PER QUALSIASI OPERATORE CHE ENTRA IN CANTIERE
guire iter autorizzativi defatiganti. Da programmare c’è ancora tanto. Allo stesso tempo, pensare a un Piano casa organico e inclusivo è un obiettivo che non possiamo più rimandare. Risponde a un’urgente istanza sociale e potrebbe attivare una grande spinta economica. La filiera del made in Italy legata alla casa è una delle più prestigiose nel mondo. Facciamo vedere come si realizzano nuove case per i cittadini del Terzo Millennio recuperando suolo, convertendo edifici degradati in abitazioni sostenibili, usando la tecnologia per realizzare prodotti all’avanguardia”, ha concluso Federica Brancaccio. ■
LIEBHERR
COSTANTEMENTE INNOVATIVI
IL GRUPPO TEDESCO HA
ORGANIZZATO PRESSO LO
STABILIMENTO DI EHINGEN-BERG
LE “GIORNATE DEL CLIENTE 2024”,
DURANTE LE QUALI SONO STATE
PRESENTATE LE ULTIME NOVITÀ
TECNOLOGICHE E GLI SVILUPPI
DELL’AZIENDA NEL SETTORE
DELLE AUTOGRÙ E DELLE GRU
CINGOLATE. NELL’OCCASIONE
IL COSTRUTTORE HA CELEBRATO
INSIEME AI PROPRI CLIENTI
E CONCESSIONARI I SUOI
PRIMI 75 ANNI DI ATTIVITÀ
I“nnovativi, sempre ” è il motto che ha contraddistinto l’edizione 2024 delle “Giornate del Cliente”, organizzate dal Gruppo Liebherr lo scorso giugno. Nel corso degli ultimi decenni la gamma di autogrù e gru cingolate del costruttore tedesco è stata costantemente arricchita da un’ampia serie di sviluppi e brevetti, dalle prime gru “all-terrain” e VarioBase passando per i sistemi HighPerformanceBoom, VarioTray e V-Frame, fino al nuovo sistema di controllo LICCON3. Liebherr ha realizzato tutto ciò rimanendo sempre fedele al principio di integrare tecnologie all’avanguardia nei nuovi sviluppi e nelle macchine esistenti, aggiornando le gru mobili all’ultimo stato dell’arte e garantendo così che le sue macchine mantengano sempre il proprio valore, anche nel mercato dell’usato. Il claim citato descrive peraltro anche il percorso di digitalizzazione intrapreso da Liebherr, che ha permesso di offrire nuovi prodotti e innovazioni che vanno ben oltre la mera gru, al fine di semplificare il funzionamento delle macchine mobili e contrastare con successo la carenza di manodopera specializzata. L’affermazione “Innovativi, sempre” intende quindi rappresentare una linea guida per il lavoro quotidiano: dallo sviluppo alla progettazione e alla produzione, fino alle vendite e all’assistenza, Liebherr collabora infatti con i propri clienti per trovare soluzioni e modi per massimizzare il successo di entrambi.
Tre giorni di “full-immersion”
La settima edizione delle “Giornate del Cliente”, organizzate quest’anno presso il nuovo centro di riparazioni Liebherr di Ehingen-Berg, si sono affermate come un evento di settore riconosciuto a livello mondiale per le gru mobili e cingolate.
Per l’occasione, il Gruppo tedesco ha invitato circa 3.000 persone, al fine di presentare le innovazioni proposte attualmente sul mercato mondiale. L’evento ha previsto anche la presentazione di una gru a 6 assi completamente nuova, la LTM 1400-6.1. Ma sono state molte le tecnologie mostrate dal vivo e individualmente agli ospiti nell’area denominata “Innovation Park”. Qui è stato anche possibile provare personalmente le gru: gli operatori, ad esempio, hanno potuto testare il funzionamento della torretta delle macchine con l’ultima generazione del sistema di controllo LICCON3, nonché manovrare le gru mobili tramite radiocomando. Per i test drive è stata messa a disposizione anche un’autogrù LTC 1050-3.1E a trazione elettrica. Come da tradizione, poi, hanno completato le “Giornate del Cliente” diverse emozionanti dimostrazioni di gru, la possibilità di visitare la fabbrica di Ehingen e un programma di cornice particolarmente variegato, coinvolgente e, come sempre, conviviale.
Assistenza alla guida
Secondo il Regolamento UE 2019/2144 i sistemi di assistenza alla guida garantiranno in futuro una maggiore sicurezza stradale: anche per quanto concerne le gru mobili Liebherr, quindi, diversi sistemi informativi supporteranno l’operatore nel monitorare aree difficilmente visibili, come ad esempio il lato passeggero della macchina, dietro o direttamente davanti a essa. Ciò può aumentare significativamente la sicurezza, soprattutto in presenza dei “soggetti deboli della strada”, come i pedoni e i ciclisti. Le nuove gru LTM 13006.4 e LTM 1400-6.1, presentate durante l’evento, sono dotate di questi sistemi di serie fin dalla produzione. Sistemi di assistenza che saranno gradualmente disponibi-
MACCHINE
LE ‘GIORNATE DEL CLIENTE 2024” SONO STATE ORGANIZZATE PRESSO IL CENTRO RIPARAZIONE LIEBHERR DI BERG, POICHÉ NELLA SEDE DI EINGHEN È ATTUALMENTE IN CORSO UN PROCESSO DI OTTIMIZZAZIONE DEI PROCESSI E DEI FLUSSI DI LAVORO. ANCHE LA STRUTTURA DI BERG SARÀ PRESTO SOGGETTA A UN AMPLIAMENTO DELL’AREA, PARI A CIRCA 500.000 M2
li per tutti gli altri modelli di gru mobili della gamma Liebherr entro la metà del 2026. Una delle novità più importanti che abbiamo potuto ammirare durante l’evento è anche l’assistente per l’angolo cieco: una telecamera monitora l’intera area laterale della macchina; durante una svolta, l’assistente per l’angolo cieco avverte visivamente e acusticamente l’operatore se c’è una persona o un ostacolo nell’area laterale a rischio.
IL CLAIM “INNOVATIVI, SEMPRE” DESCRIVE IL PERCORSO INTRAPRESO DA TEMPO DA LIEBHERR, CHE HA PERMESSO AL COSTRUTTORE TEDESCO DI OFFRIRE NUOVI PRODOTTI E INNOVAZIONI CHE VANNO BEN OLTRE LA MERA GRU. IN QUEST’OCCASIONE L’AZIENDA HA INVITATO CIRCA 3.000 PERSONE
Il sistema di avviso all’avvicinamento fornisce anche un segnale visivo e acustico non appena qualcuno si trova davanti al mezzo. A causa della struttura della gru, la visuale dell’operatore è in qualche modo limitata dal blocco a gancio e dal braccio; il pericolo maggiore è rappresentato dai bambini, che a causa della loro altezza sono ancora meno visibili dal posto di guida. Il sistema di avviso all’avvicinamento, dunque, monitora l’intera area antistante la gru per evitare incidenti.
“RemoteDrive” e “Crane Finder”
A seguito della risposta sempre più entusiasta degli operatori al radiocomando “RemoteDrive” sulla gru compatta LTC 1050-3.1, Liebherr equipaggierà anche le gru mobili LTM 1100-5.3 e LTM 1110-5.2 con questa opzione entro la fine del 2024. Con il radiocomando “RemoteDrive” non solo è possibile azionare la torretta, ma la gru può anche essere manovrata completamente dall’esterno. Un grande vantaggio, questo, in caso di spazi di lavoro limitati, in quanto il gruista può posizionarsi direttamente nel punto più stretto e manovrare la gru con una visuale chiara. Liebherr ha in-
75 ANNI DI PROGRESSO
Il Gruppo Liebherr festeggia quest’anno il suo 75° anniversario. Era il 1949, infatti, quando Hans Liebherr, di professione muratore a Kirchdorf an der Iller, nel sud della Germania, inventò la prima gru a torre mobile al mondo. Ancora oggi il Gruppo continua a essere plasmato da quello spirito pionieristico e dal coraggio di esplorare nuove strade che ha contraddistinto il carattere e lo stile di vita del suo fondatore. Da 1949 a oggi nell’azienda tedesca sono state sviluppati un numero impressionante di prodotti e innovazioni e migliaia di brevetti. Ogni giorno più di 50.000 dipendenti in oltre 50 Paesi
SONO STATE MOLTE LE TECNOLOGIE
MOSTRATE DAL VIVO E
INDIVIDUALMENTE DA LIEBHERR AGLI
OSPITI SIA NELL’AMPIO PIAZZALE DELLO
STABILIMENTO DI BERG CHE NELL’AREA
DENOMINATA “INNOVATION PARK”, AL
FINE DI CONDIVIDERE LE INNOVAZIONI
PROPOSTE ATTUALMENTE
SUL MERCATO MONDIALE DAL
COSTRUTTORE TEDESCO
fine presentato anche una nuova versione del “Crane “Finder, uno strumento semplice - migliorato in molti aspetti e nel quale sono state integrate nuove funzioniche consente di individuare la gru giusta e la configurazione ottimale per un caso di carico specifico. Il “Crane Finder” è ora disponibile anche come applicazione per smartphone e tablet e offre una maggiore intuitività e un utilizzo ancora più flessibile grazie all’applicazione mobile.
Focus sulla LTM 1400-6.1
Liebherr ha aggiornato la sua gamma di prodotti lanciando l’autogrù a 6 assi LTM 1400-6.1, dotata di un braccio telescopico di 70 m e caratterizzata da operazioni di allestimento semplici e “intelligenti”. La nuova versione è il modello successore della LTM 1350-6.1 ed è la più piccola gru della gamma con sistema di tirantaggio del braccio TY, un perfetto incontro tra questa tecnologia del braccio e il significativo aumento della capacità di sollevamento. Questa gru tuttofare è molto flessibile ed economica grazie a un’ampia disponibilità di accessori, a un funzionale sistema modulare del braccio e alle consolidate tecnologie Liebherr. Durante la fase di sviluppo del prodotto gli ingegneri Liebherr sono riusciti a ottenere il massimo da una gru a 6 assi: la LTM 1400-6.1 raggiunge capacità di sollevamento superiori rispetto alla LTM 1350-6.1, capofila nel mercato mondiale. Liebherr, in particolare, è stata in grado di coniugare le più recenti conoscenze ingegneristiche e i propri innovativi sistemi tecnologici in questo modello, per creare una gru mobile potente ma facile da manovrare. Le differenze rispetto al modello LTM 1350-6.1 sono rilevanti, in particolare per quanto riguardano
di tutti i continenti lavorano, come dichiarato dall’azienda, “per ridefinire continuamente i limiti del possibile, contribuendo a plasmare in modo significativo il progresso tecnologico in molti settori”. Liebherr è oggi una realtà tecnologica a conduzione familiare con una gamma di prodotti diversificata e uno dei maggiori produttori di macchine edili al mondo, in grado di offrire anche prodotti e servizi di alta qualità in molteplici settori. Il Gruppo comprende più di 150 aziende e ha generato nel 2023 un fatturato consolidato totale di oltre 14 miliardi di euro. All’interno del Gruppo, Liebherr-Werk Ehingen è uno
dei principali produttori di gru mobili e cingolate: la gamma va da modelli a 2 assi da 35 t a versioni per carichi pesanti con capacità di sollevamento di 1.200 t e telaio a 9 assi; le gru a traliccio - montate su telai mobili o cingolati - raggiungono capacità di carico di 3.000 t. Nel 2023 lo stabilimento Liebherr di Ehingen ha generato un fatturato di 2,81 miliardi di euro.
MACCHINE
L’OPINIONE
SOPHIE ALBRECHT
MEMBRO DEL CDA DI LIEBHERR-INTERNATIONAL AG
“È stato un piacere dare il benvenuto agli ospiti delle ‘Giornate del Cliente’ a nome di tutta la famiglia Liebherr. La maggior parte di essi non ha partecipato all’evento per la prima volta, eppure molti sono rimasti sorpresi al loro arrivo. Evento che non è stato organizzato come di consueto presso la nostra fabbrica principale, bensì presso il centro di riparazione di Berg: questo perché all’interno dello stabilimento di Ehingen stiamo attualmente ottimizzando i processi e i flussi di lavoro e stiamo registrando al suo interno un livello molto alto di utilizzo della capacità produttiva. Presto, peraltro, anche a Berg inizieremo un importante ampliamento dell’area, pari a circa 500.000 m2. Un’espansione motivata dal fatto che nel 2023 abbiamo consegnato oltre 2.000 nuove gru in tutto il mondo, oltre ad aver registrato un continuo aumento della domanda di gru di grosse dimensioni. Ciò significa semplicemente che serve più
TRA LE (MOLTE) ALTRE COSE GLI OSPITI
DELL’EVENTO HANNO POTUTO TESTARE IL FUNZIONAMENTO DELLA TORRETTA DELLE MACCHINE CON L’ULTIMA GENERAZIONE DEL SISTEMA DI CONTROLLO LICCON3, NONCHÉ MANOVRARE LE GRU MOBILI TRAMITE IL RADIOCOMANDO “REMOTEDRIVE”
spazio. Abbiamo un obiettivo chiaro in mente, che è costruire le gru nel modo più ecologico possibile: per questo motivo stiamo costruendo una ‘fabbrica ecologica’ che funzionerà senza utilizzare combustibili fossili. Gli ultimi anni, con tutte le nuove sfide sopraggiuntedalla pandemia alla guerra - hanno dimostrato che mio nonno aveva ragione 75 anni fa quando diceva ‘Voi e noi insieme!’. Soprattutto all’inizio dello scorso decennio abbiamo affrontato insieme ai nostri clienti diverse problematiche, forti di partnership di lunga data e della fiducia reciproca. Come abbiamo potuto constatare durante lo scorso Bauma di Monaco - e come possiamo constatare anche oggi - ne siamo usciti rafforzati. Il motto delle giornate dedicate ai clienti (‘Costantemente innovativi’) riflette quest’aspetto: per le nostre gru - da quelle mobili alle cingolate, dalle multistrada alle versioni per terreni accidentati, dal sistema di controllo LICCON ai VarioBase e VarioBallast, fino ai prodotti digitali MyLiebherr - è chiaro cosa intendesse mio nonno quando diceva ‘Siamo soddisfatti solo quando i nostri clienti sono soddisfatti’. Tutte le innovazioni Liebherr sono realizzate grazie al loro feedback, dalla condivisione continua di informazioni e idee. Il risultato è un pacchetto globale di macchine e servizi che consente agli operatori di gestire le loro attività in modo professionale e con successo”.
le operazioni di montaggio del sistema di tirantaggio TY: con una sola operazione di autoassemblaggio la LTM 1400-6.1 posiziona il TY sul carro, dove viene poi fissato; l’attacco rapido idraulico si chiude automaticamente facendo basculare il braccio tra i due elementi del TY; il collegamento elettrico viene ultimato con una semplice operazione e il braccio telescopico con sistema TY è pronto per l’uso in pochi minuti. I diversi falconi tralicciati consentono un utilizzo efficiente in un’ampia gamma di applicazioni: quello fisso estende il braccio telescopico fino a 45,5 m e può essere montato con un angolo di 0°, 10°, 20° e 40° (come opzione, può essere regolato idraulicamente tra 0° e 40°); quello tralicciato a volata variabile può raggiungere una lunghezza da 14 a 80,5 m.
Flessibilità ed efficienza
Come per il modello predecessore, la zavorra della nuova autogrù LTM 1400-6.1 è composta da 100 t di zavorra di base e 40 t di zavorra supplementare. Il dispositivo di zavorramento idraulico è integrato nel telaio del contrappeso (il montaggio è semplice, rapido e non richiede una gru ausiliaria). La differenza rispetto al predecessore è nel design VarioBallast: le 140 t di
LIEBHERR HA AGGIORNATO LA SUA GAMMA DI PRODOTTI LANCIANDO SUL MERCATO L’AUTOGRÙ A 6 ASSI LTM 1400-6.1. SUCCESSORE DELLA LTM 13506.1, QUESTO MODELLO È DOTATO DI UN BRACCIO TELESCOPICO DA 70 M
zavorra totale possono essere impostate su un raggio massimo di 7,7 m per la massima capacità di sollevamento; in spazi ristretti, il raggio della zavorra può essere ridotto a 5,6 m. Le piastre sono compatibili con quelle di altre grandi gru Liebherr, il che rappresenta un vantaggio per l’economia e la logistica dell’utilizzatore. Il sistema di supporto variabile VarioBase offre un’ulteriore versatilità. Anche in questo caso gli ingegneri Liebherr hanno introdotto un ulteriore sviluppo: oltre alla possibilità di utilizzare in modo flessibile le posizioni di supporto predefinite con opzioni di estrazione dello 0%, del 25%, del 50%, del 75% e del 100%, i longheroni scorrevoli possono ora essere estesi in modo variabile tra lo 0% e il 50% per la prima trave (finora ciò era possibile solo con gru mobili fino a 5 assi). A differenza del modello predecessore, poi, la nuova gru da 400 t è azionata da un unico motore Liebherr (concetto monomotore) e dalla trasmissione con giunto meccanico alla torretta, che garantisce una maggiore efficienza economica. Un propulsore diesel Liebherr a 8 cilindri con 455 kW e una coppia di 3.067 Nm assicurano un’adeguata trazione di marcia su strada. Liebherr ha sviluppato diverse condizioni di guida per una mobili-
LA SCHEDA TECNICA
L’autogrù fuoristrada LTM 1400-6.1
tà efficiente: con un carico per asse di 12 t, la LTM 1400-6.1 può transitare con braccio telescopico e bozzello divisibile, con una lunghezza totale di 17,8 m. In cantiere invece, la gru può spostarsi con 10 t di zavorra, un bozzello a tre pulegge e il sistema TY montato, con un carico sull’asse inferiore a 16,5 t. Per i viaggi su strada con minori carichi sugli assi è possibile rimuovere alcuni componenti della gru. ■
Portata max.: 400 t
Altezza di sollevamento max.: 120 m
Sbraccio max.: 96 m
Braccio telescopico da: 14,8 m
Braccio telescopico fino a: 70 m
Falcone tralicciato (meccanico/idraulico): 7 m - 45,5 m
Falcone tracciato (variabile): 14 m - 80,5 m
Motore: Liebherr 8 cilindri
Potenza motore: 455 kW Coppia max.: 3.067 Nm
Numero assi: 6
Trazione/sterzo std.: 12 x 6 x 12
Azionamento/sterzo opt.: 12 x 8 x 12
Pneumatici: 445/95 R25 - 385/95 R25
Velocità di traslazione: 85 km/h
Zavorra totale: 140 t
ALFA GRU
IL RITORNO DI UN MITO
RIPORTATA IN AUGE DA DUE IMPRESE DEL TERRITORIO CHE NE HANNO ACQUISITO I
PRINCIPALI ASSET, LA STORICA AZIENDA ROMAGNOLA SPECIALIZZATA NELLA COSTRUZIONE
DI GRU A TORRE È PRONTA A DARE IL VIA A UNA RINNOVATA E INTENSIVA PRODUZIONE DI
NUOVI MODELLI DI GRU
di Daniele Smiraglia
Dopo aver lavorato in varie aziende specializzate nella costruzione e nella commercializzazione di gru per il mercato edile, Sauro Bartoli e Filippo Silvestri decisero di unire le loro competenze maturate nel corso degli anni e di impegnarsi in una nuova sfida imprenditoriale. Il risultato, nel lontano 1968, fu la nascita di Alfa Gru, una realtà del territorio romagnolo che avrebbe fatto la storia del settore, operando con succcesso per più di 40 anni e impiegando oltre 160 dipendenti, focalizzando il suo operato sull’innovazione. Non è un caso, ad esempio, che questa sia stata una tra le prime
aziende a produrre grandi gru (Hydromatic), con oltre 60 m di braccio e una portata di 200 t. Nel 2018, dopo 50 anni esatti dalla sua fondazione ed essere passata attraverso diverse vicissitudini, Alfa Gru ha ripreso la produzione delle sue macchine, anche per soddisfare le richieste dei numerosi clienti che non hanno mai abbandonato il marchio, nonostante le difficoltà. Di tutto ciò abbiamo parlato con Marco Rossi, socio e responsabile assistenza e sviluppo di Alfa Gru, nonché fondatore di Rimev, società che opera in Emilia-Romagna nel noleggio di gru a torre e che ha acquisito nel 2016 tutti gli asset di Alfa Gru insieme a CMS, realtà spe-
cializzata da oltre 42 anni nel settore della carpenteria medio-pesante.
Come si è concretizzato il ritorno sul mercato di un marchio storico come Alfa?
“Io e mio fratello Ivan, come Johnny e Debora Casali di CMS, operiamo da molto tempo nel settore del sollevamento e, soprattutto, abbiamo un forte legame con il territorio romagnolo. Per questo motivo le nostre due realtà si sono unite nel tentativo di riportare in auge un marchio storico. Nel 2016 siamo riusciti ad acquistare gli asset dell’azienda, comprensivi di nomi e logo, in aggiunta a tutti i modelli e i brevetti delle gru edili, e abbia-
mo finalmente riaperto Alfa Gru. Inizialmente, dopo un’attenta analisi del mercato, ci siamo concentrati sulla fornitura di servizi di assistenza, manutenzione e parti di ricambio di tutte le macchine del marchio presenti sul mercato; due anni più tardi abbiamo invece dato il via alla produzione delle prime nuove gru”.
Quali modelli sono stati prodotti fino ad oggi?
“Fino ad oggi abbiamo prodotto tre nuovi modelli di gru a torre ‘flat top’ - con braccio da 35, 40 e 46 m - in grado di raggiungere un’altezza massima di 36 m e che si caratterizzano per una portata massima di 2.500 kg (1.000 kg quella in punta). Si tratta di macchine rivolte al mercato locale, ma che offrono peculiarità che ben si sposano con le esigenze internazionali. Non è un caso che abbiamo già contattato alcuni nostri partner affinché promuovano il nostro brand e i nostri prodotti sia in Europa che negli altri Paesi del mondo. Abbiamo voluto iniziare a muoverci facendo piccoli passi, in modo da testare sul campo le nostre macchine. Ora che i tre modelli lavorano da quasi due anni in maniera ininterrotta possiamo dire che siamo pronti per dare il via a
una produzione più intensiva. Tra l’altro posso anticipare che sono in uscita altri tre modelli di quella che comunemente chiamiamo la nostra ‘seconda famiglia’ di macchine, ovvero gru a torre ‘flat top’ con braccio da 50, 55 e 60 m e portata massima di 6.000 kg tiro in II, per le quali abbiamo stretto un accordo con Liebherr, che ci fornirà motori e argani per il sollevamento”.
Qual è il vostro principale target di vendita?
“Il nostro cliente di riferimento non è l’utilizzatore finale, bensì il noleggiatore. Non è un caso che i nostri primi tre modelli prodotti siano stati venduti a imprese che of-
frono questo servizio. Chiaramente in questo momento i noleggiatori sono in attesa di capire come andrà il mercato: se infatti negli anni precedenti abbiamo assistito a un’impennata delle commesse, anche e soprattutto grazie agli incentivi, oggi regna qualche incertezza, nell’attesa che vengano definite le nuove tipologie di sovvenzioni statali e che, soprattutto, il mercato europeo torni a crescere come in passato. Purtroppo, i tre principali mercati europei che acquistavano queste macchine - ovvero Germania, Francia e Inghilterra - stanno vivendo un periodo economico di stagnazione. I Paesi per noi più interessanti sono invece al momento la Spagna e il Portogallo, dove ci stiamo muovendo con forza tramite i nostri rivenditori. Crediamo che ci siano buone prospettive di crescita e il nostro obiettivo, nel medio termine, sarà proprio privilegiare il mercato internazionale. Per il 2025 ci proponiamo di riuscire a produrre circa 50 unità, in modo da poter avere un numero sufficiente di macchine da testare e da destinare all’Europa. Tendenzialmente, di queste 50 macchine solo il 20% darà destinato all’Italia, mentre la stragrande maggioranza sarà inviata all’estero”.
MACCHINE
NEGLI ULTIMI DUE ANNI ALFA GRU
HA INIZIATO A FORNIRE UN SERVIZIO DI RIPARAZIONE DEI COMPONENTI
DANNEGGIATI DEDICATO A TUTTI I
CLIENTI CHE HANNO LA NECESSITÀ DI REVISIONARE O RIPRISTINARE ALCUNE
PARTI DELLA GRU, COME AD ESEMPIO LA ROTAZIONE
Quali sono le principali peculiarità delle vostre gru?
“La versatilità è uno tra i fiori all’occhiello delle nostre macchine. La gru a torre ‘flat top’ A 664 con braccio da 46 m, ad esempio, può anche fungere da gru adattata da 35 m, in quanto è completamente modulare. Parlando invece della nostra ‘seconda famiglia’, ovvero quella composta dai modelli A 696, A 796 e A 808, possiamo dire che ciascuna delle tre macchine - nonostante preveda dimensioni importanti - è stata realizzata in modo da essere trasportata in maniera ancora più agile, con le torri che posso-
DENTRO LE GRU
no essere caricate sui bilici e accoppiate l’una all’altra, ottimizzando il numero di camion necessari allo spostamento. La nostra gru con braccio da 50 m, ad esempio, montata su una torre da 120 x 120 cm, può raggiungere anche un’altezza di 48 m, caratteristica che pochi altri prodotti sul mercato sono in grado di offrire. Un’altra peculiarità delle nostre gru deriva da un accordo che abbiamo recentemente siglato con Liebherr, costruttore che non ha certamente bisogno di presentazioni. I modelli da 50, 55 e 60 m sono infatti dotati di un argano fornito dall’azienda tedesca da 18,5 kW che viene gestito dal sistema di controllo della macchina a inverter e che consente un’ottimizzazione della manovra di sollevamento e dei consumi grazie a un’accurata gestione della velocità del motore in funzione del carico sollevato. Ultima caratteristica che ci contraddistingue rispetto ai competitor è la possibilità per le gru più piccole, ovvero i modelli A 547, A 559 e A 664 con braccio da 35, 40 e 46 m, di essere montate su un carro di base da 2,5 x 2,5 m, adattandosi alle necessità dei cantieri urbani che prevedono spazi molto più ristretti”.
Come si configurano i servizi offerti ai clienti?
Tutti i modelli di gru a torre ‘flat top’ di Alfa Gru offrono giunzioni delle torri tramite perni che non richiede ulteriori controlli o serraggi dopo il montaggio, una cabina climatizzata che assicura il massimo comfort all’operatore e movimentazioni “full-inverter”. La possibilità di allineare il braccio a terra e procedere al montaggio delle funi consente di lavorare in modo più sicuro e veloce, mentre il sistema di controllo dotato di un modulo di teleassistenza facilita le operazioni di monitoraggio, settaggio e manutenzione programmate della macchina, anche da remoto. Il carro di base con zavorre e piedi da appoggio è disponibile nella versione standard da 3,2 x 3,2 m per le gru di medie dimensioni, in quella da 3,8 x 3,8 m per quelle di dimensione più importante e nella versione da 2,5 x 2,5 m per le gru da 35, 40 e 46 m, in modo da adattarsi ai cantieri urbani e agli spazi più ristretti.
“Tutte le nostre macchine sono connesse con la nostra sede e con quella dell’utilizzatore della gru e siamo in grado di offrire un’assistenza da remoto dettagliata che ci consente di effettuare una serie di analisi e interventi, correzioni dal punto di vista delle varie velocità dei movimenti, tarature dei finecorsa e, nel caso in cui si verificasse un fermo, eseguire anche una diagnosi in modo che il tecnico che dovrà recarsi in cantiere sappia già come operare e possa avere il nostro ulteriore supporto da remoto. Quest’applicazione è disponibile per tutti coloro che utilizzano la gru (con vari livelli di interazione con la macchina protetti da password), i quali possono vedere in tempo reale ciò che la macchina sta facendo o che tipo di allarme è attivo, o semplicemente controllare dall’ufficio se la macchina sia stata effettivamente sbloccata o no. Si tratta di una caratteristica che i nostri clienti apprezzano molto, anche in considerazione del fatto che le gru sono strutture che vengono smontate e rimontate spesso e che ogni cantiere ha le sue peculiarità, alle quali le nostre macchine sono in grado di adattarsi anche in corso d’opera senza spostamenti, con un notevole risparmio di tempo e denaro. Inoltre, teniamo molto al fatto che la macchina in tal modo possa inquinare meno, è uno dei nostri obiettivi primari che vedrà in futuro ulteriori sforzi nel migliorare il rendimento delle gru, rendendole più ecosostenibili in ogni loro fase di vita. Per non dimenticare chi è stata Alfa Gru, che durante i suoi 50 anni di attività ha venduto migliaia di macchine in tutto il mondo, forniamo assistenza per tutti i modelli ancora operativi, nonché un servizio di riparazione dei componenti danneggiati, sia strutturali che meccanici o elettromeccanici”. ■
ZOOMLION
L’ARENA DEL SOLLEVAMENTO
Lo scorso mese di giugno le macchine Zoomlion sono “scese in campo” durante un evento esclusivo dedicato ai clienti del costruttore cinese, i quali hanno avuto l’opportunità di vedere da vicino le potenzialità operative dell’autogrù RTC500 e della gamma di piattaforme aeree attualmente proposta sul mercato. Tenutosi presso l’area allestita nell’area esterna dello
LO SCORSO GIUGNO, PRESSO IL CAMPO PROVE
DELLA SEDE DI ZOOMLION
ITALIA A SOLFERINO (MN), SI È TENUTA UNA SPECIALE
“MACHINE DEMO” CHE HA CONSENTITO AGLI
OPERATORI DI TOCCARE CON MANO LA QUALITÀ
DELL’AUTOGRÙ RTC500, IDEATA E REALIZZATA IN ITALIA, E DELLE PIATTAFORME AEREE PRODOTTE IN CINA
di Ettore Zanatta
stabilimento produttivo Zoomlion di Solferino (MN) - inaugurato nel 2021, caratterizzato da un impianto di circa 10.000 m2 per il montaggio di gru mobili, su un’area complessiva di 20.000 m2, strutturata per eseguire l’assemblaggio locale, la personalizzazione e la distribuzione dei prodotti Zoomlion Lifting, in ambienti organizzati secondo la logica della “lean production” - l’evento ha dato la possibilità di approfondire la conoscenza dell’autogrù RTC 500, progettata e costruita in Italia, insieme a una selezione delle più richieste piattaforme aeree, tra cui spiccano i modelli elettrici, espressione della continua innovazione e dell’impegno verso l’elettrificazione del settore.
Durante la dimostrazione Marco Polastri, Sales, Aftersales & Marketing Director di Zoomlion Italia, ha dichiarato: “Non c’è modo migliore per dimostrare la qualità e l›affidabilità delle nostre piattaforme aeree che metterle alla prova sul campo, facendole testare direttamente ai clienti. La dimostrazione è stata particolarmente utile per evidenziare l›efficienza, la praticità e la sicurezza delle nostre macchine, superando alcuni pregiudizi sui prodotti cinesi, basati su vecchi stereotipi. Diversi, ma sempre di pregiudizi si può parlare, quando si entra come nuovi
player e con un prodotto nuovo in un settore complesso come quello delle autogrù. Per questi motivi è essenziale mostrare le sue capacità direttamente in campo. Ci tengo a ringraziare i clienti per aver partecipato e per aver condiviso con noi questo momento”. Alessandro Trevisi, Sales Manager di Zoomlion Italia, ha aggiunto: “Sono particolarmente contento di come si è svolto l’evento, perché ho visto i clienti molto coinvolti e interessati. Con alcuni di loro ho condiviso il viaggio in Cina presso gli stabilimenti produttivi delle piattaforme aeree e già in quell’occasione erano rimasti affascinati e stupiti dalle dimensioni della fabbrica e dal livello di tecnologia applicata alle macchine”.
L’autogrù RTC 500
Come accennato, l’autogrù RTC 500 è una macchina realizzata “in Italia per l’Italia”: si tratta di un mezzo “leggero”, progettato e costruito per rispondere alle esigenze specifiche del mercato nazionale. Questo modello si aggiunge alle altre autogrù realizzate dal costruttore, le “all-terrain” ATC1000, ATC960 e ATC400C e le “rough-terrain” ZRT600 e ZRT950. Con una capacità di carico fino a 50 t e un braccio telescopico di 37,1 m composto da quattro sezioni telescopiche, la nuova autogrù RTC 500
MACCHINE
L’AUTOGRÙ RTC 500 È UNA MACCHINA REALIZZATA “IN ITALIA PER L’ITALIA”: SI TRATTA DI UN MEZZO “LEGGERO”, PROGETTATO E COSTRUITO PER RISPONDERE ALLE ESIGENZE SPECIFICHE DEL MERCATO NAZIONALE, CON UNA CAPACITÀ DI CARICO FINO A 50 T E UN BRACCIO
TELESCOPICO DI 37,1 M COMPOSTO DA QUATTRO SEZIONI TELESCOPICHE
offre due modalità di sfilo e una rotazione continua a 360°, garantendo massima flessibilità e versatilità in cantiere. L’autogrù RTC 500 è equipaggiata con un propulsore diesel Stage V e con un impianto idraulico Load Sensing che combinano prestazioni elevate con un’efficienza energetica di alto livello. Grazie alle sue dimensioni compatte, questo modello è ideale per operare in spazi ristretti e per compiti di movimentazione e operazioni “pick & carry”. Inoltre, il suo trasporto da un cantiere all’altro è facile e rapido e non necessita di permessi speciali. L’innovativo
sistema di trazione e l’impianto di sospensioni dell’autogrù RTC 500 assicurano prestazioni adeguate in tutte le attività fuoristrada. Gli operatori apprezzeranno particolarmente la cabina ergonomica inclinabile a 20°, dotata di ampie vetrature per una visibilità ottimale e di un display touch-screen avanzato con joystick elettronici per il controllo preciso dei movimenti.
Le piattaforme elettriche
Come dichiarato in occasione dell’evento dagli esponenti di Zoomlion Italia, il costruttore cinese si pone all’avanguardia nel-
la transizione verso l’elettrico. L’obiettivo dell’azienda è ampliare l’utilizzo delle soluzioni elettriche anche nelle linee storicamente alimentate a gasolio, per garantire una significativa riduzione dei costi operativi e un aumento dell’efficienza. La presenza del centro di distribuzione Zoomlion nel Nord Italia le consente peraltro di offrire ai propri clienti un’assistenza tempestiva e una fornitura rapida di parti di ricambio, mettendo al centro del suo modello di business il supporto diretto alle società di noleggio. I modelli esposti durante l’evento hanno coperto sia l’offer-
ta elettrica che quella a propulsione diesel. Una rappresentanza dell’ampia gamma di piattaforme proposte da Zoomlion, caratterizzate da strutture a braccio articolato (elettriche e diesel, fino a 33 m di altezza) e a pantografo (elettriche e diesel, su gomma o cingoli, fino a 18 m), a braccio telescopico (elettriche e diesel, fino a 58 m di altezza) e a “Ragno” (motore elettrico, fino a 27 m di altezza), progettate e realizzate per lavorare su qualsiasi terreno e condizione ambientale. I modelli presentati durante l’evento, nella fattispecie, si caratterizzavano per altezze di lavoro dai 15 ai 17 m e per portate dai 300 ai 680 kg in cesta. Ecco una panoramica delle piattaforme viste in occasione della “machine demo”: la ZS1414AC-Li è una piattaforma a pantografo elettrica con batteria al litio, con portata in cesta di 350 kg, in grado di superare i 15 m di altezza; la ZS1218ERT è invece una piattaforma diesel a pantografo con portata in cesta di 350 kg e un’altezza di lavoro di 13,8 m; il modello ZS1623RT è una piattaforma diesel a pantografo per terreni accidentati con portata in cesta di 680 kg (qui la trazione integrale e l’oscillazione dell’assale permettono di operare agevolmente fuoristrada, possibilità garantita anche grazie alla funzione di livellamento con un solo “click”); la ZA16JERT-Li, invece, è una versione a braccio ar-
LA SCHEDA TECNICA
L’autogrù fuoristrada RTC 500
Portata max.: 50 t
Raggio di lavoro: 2,5 m
Lunghezza braccio: 9,5/37,1 m
Altezza in punta max.: 39,4 m
Elementi braccio: 5 con sezioni a “U”
Angolo d’inclinazione: -2°/+78°
Prolunga tralicciata: 8 m
Altezza max. con prolunga: 47,4 m
Motore: Cummins QSB6.7 - Stage V
Potenza motore: 129 kW a 2.200 giri/min
Coppia max.: 800 Nm a 1.500 giri/min
Rotazione: continua a 360°
Pneumatici: fuoristrada montati in singolo 16.00-25
ticolato, elettrica con batteria agli ioni di litio, capace di un’elevata capacità di lavoro (può raggiungere un’altezza di oltre 17 m e una forza di sollevamento di 250 kg) e, gra-
zie alla sua funzione di sollevamento rapido, in grado di abbassare il braccio senza operazioni di ripiegamento dello stesso (presenta un sistema di alimentazione ausiliaria indipendente per una maggiore sicurezza); la piattaforma ZA14J, infine, è una macchina a braccio articolato che raggiunge i 16 m di altezza di lavoro, offre una portata fino a 300 kg in cesta e permette una rotazione di 355°. ■
I MODELLI DI PIATTAFORMA AEREA ESPOSTI DA ZOOMLION ITALIA
DURANTE L’EVENTO HANNO COPERTO SIA L’OFFERTA ELETTRICA CHE QUELLA A PROPULSIONE DIESEL. L’OBIETTIVO ATTUALE DELL’AZIENDA È AMPLIARE L’UTILIZZO DELLE SOLUZIONI ELETTRICHE ANCHE NELLE LINEE STORICAMENTE ALIMENTATE A GASOLIO, PER GARANTIRE UNA SIGNIFICATIVA RIDUZIONE DEI COSTI OPERATIVI E UN AUMENTO DELL’EFFICIENZA
MANITEX VALLA – PM OIL & STEEL
“LET’S GO HIGHER”
IL TITOLO DELL’ARTICOLO RIPORTA LO SLOGAN SCELTO DA MANITEX VALLA E PM OIL&STEEL PER PRESENTARE L’EVENTO CHE SI È SVOLTO LO SCORSO GIUGNO A SAN CESARIO SUL PANARO (MO).
UN APPUNTAMENTO CHE HA FATTO REGISTRARE LA PARTECIPAZIONE DI UN FOLTO GRUPPO
DI CLIENTI, DEALER E PARTNER NAZIONALI E INTERNAZIONALI, CHE HANNO AVUTO L’OCCASIONE DI SCOPRIRE LE ULTIME NOVITÀ DELLE GAMME DI DUE PROTAGONISTI DEL SETTORE DEL SOLLEVAMENTO
di Raffaella Chierici
L’evento organizzato lo scorso giugno da Manitex Valla e PM Oil&Steel a San Cesario sul Panaro (MO) ha offerto un’occasione interessante per clienti, dealer e partner commerciali per scoprire e testare le più recenti innovazioni introdotte nelle gamme di entrambi i marchi, confermandoli come due tra le realtà più importanti nel settore del sollevamento, sia in Italia che nel resto del mondo. Alternandosi in due giornate - una dedicata ai clienti esteri e una a quelli italianitutti i partecipanti hanno dunque potuto toccare con mano la qualità 100% made in Italy delle gru semoventi Manitex Valla e delle piattaforme aeree Oil&Steel.
Una realtà consolidata
Come ha sottolineato nell’occasione Giovanni Tacconi, amministratore delegato di PM Oil&Steel e vicepresidente di Manitex International, “siamo un gruppo dedicato alla produzione di macchine per il sollevamento interdisciplinare. Cosa significa? Che abbiamo voluto raggruppare un gruppo di singole aziende con grande esperienza nel sollevamento in diversi settori e attività, dal mondo minerario al giardinaggio, dal petrolichimico al noleggio, dall’industria alimentare all’edilizia. Un Gruppo che
ha come capogruppo la statunitense Manitex, composto da cinque aziende - PM, Oil & Steel, Valla, Manitex e Rabern - e che produce e commercializza gru semoventi elettriche (Valla), piattaforme aeree (Oil & Steel), gru articolate (PM) e gru di grandi dimensioni per il settore soprattutto petrolifero e minerario (Manitex e Rabern)”. Parliamo, dunque, di un gruppo internazionale con quasi 80 anni di storia alle spalle, capace di fatturare oltre 290 milioni di dollari (2023) e che ha sedi produttive e commerciali in tutto il mondo.
Alla domanda “ Quali sono oggi gli obiettivi futuri dell’azienda?”
Giovanni Tacconi ha confermato il trend degli esercizi trascorsi: “Continuare il nostro percorso di espansione del mercato nazionale e internazionale e investire nello sviluppo sostenibile, oltre a ottimizzare i processi produttivi e, al contempo, aumentare l’efficienza dei nostri modelli, unitamente alla facilità di utilizzo”.
Evoluzione semovente
Manitex Valla ha sviluppato, in 80 anni di attività, una linea completa di gru semoventi elettriche “pick&carry” e “carry deck” versatili e con applicazioni in tutti i settori industriali. Esperienza e competenza e un’evoluzione tecnologica costante hanno consentito al marchio un rinnovamento complessivo della gamma di prodotti a zero emissioni. “ Con oltre 12.000 gru industriali progettate, prodotte e vendute all’attivo, di cui oltre il 60% ancora funzionanti, i prodotti Valla rappresentano un investimento che dura negli anni”, ha voluto sottolineare Paolo Balugani, amministratore delegato di Manitex Valla. “ La mission dell’azienda è semplicemente questa: essere il partner più affidabile nel tempo per i propri clienti con le migliori soluzioni di sollevamento, grazie all’innovazione tecnologica continua, alla fiducia e
alla passione profuse per affrontare le sfide del mercato di oggi e domani”. L’evento “Let’s go higher” è stata l’occasione di incontro e scambio con i dealer e partner nazionali e internazionali dopo diversi anni di assenza e ha inaugurato ufficialmente il nuovo corso intrapreso negli ultimi anni dal costruttore, una tra le aziende storicamente più gloriose del settore. “Oggi - ha evidenziato Baluganistiamo potenziando la nostra rete di dealer globale e, grazie alla nostra organizzazione di vendita, siamo attivi in 35 Paesi nel mondo. Il nostro programma futuro sarà quello di consolidare il nostro ruolo di leader implementando la gamma di prodotti, destinando nuove risorse all’assistenza post-vendita e all’espansione del service, creando nuove strategie di produzione e assemblaggio”. Cosa si è evinto dall’evento? Sicuramente che l’offerta Manitex Valla è stata riorganizzata e suddi-
MACCHINE
visa in quattro “famiglie di gru”: manuali, radiocomandate, cabinate e “carry deck”. In rappresentanza della gamma “pick&carry”, sicuramente una delle più complete sul mercato per performance e portate, è stato riservato particolare spazio ai modelli della serie VR con le radiocomandate V46R, V60R, e V110R e la cabinata V180RC, oltre alla più piccola 25E a conduzione manuale. Si tratta dei risultati del più recente “product development” di Valla, da sempre garanzia di versatilità e massima efficienza in ogni settore di applicazione.
La V180RC è una gru semovente con operatore a bordo con una
portata massima di 18.000 kg e un peso totale di 20.980 kg (come tutte le macchine del costruttore si tratta di una “full-electrical power unit” che consente zero emissioni). Altra novità presentata, infine, è stata il nuovo “Valla Portable Remote Connection System”, pensato per semplificare le procedure di diagnostica e taratura della gru a distanza che si avvale esclusivamente di un dispositivo portatile a batteria attraverso il quale è possibile collegarsi alla macchina da remoto per visualizzare tutti i parametri, come se l’operatore fosse in loco.
Le novità di PM Oil&Steel “Oggi siamo un leader globale nella produzione di piattaforme aeree e di soluzioni per il sollevamento di cose
e persone, ha confermato Giovanni Tacconi. “Grazie ai numerosi collaboratori impiegati nei principali mercati internazionali PM Oil&Steel è in grado di offrire oggi un’ampia gamma di prodotti innovativi e di alta qualità, destinati a settori diversi, tra cui l’edilizia, la manutenzione e i servizi pubblici . PM Oil&Steel è riconosciuta per la sua attenzione all’innovazione e alla sicurezza e alla sua costanza nel puntare a migliorare costantemente la qualità e l’efficienza delle proprie macchine ”. La visione di PM Oil&Steel, infatti, è quella di fornire soluzioni di sollevamento all’avanguardia che facilitino il lavoro in altezza in modo sicuro ed efficiente. L’azienda è supportata da una rete di filiali e partner commerciali che copre molteplici Paesi e che,
MANITEX VALLA HA SVILUPPATO IN 80 ANNI DI ATTIVITÀ UNA SCELTA COMPLETA DI GRU SEMOVENTI ELETTRICHE “PICK&CARRY” E “CARRY DECK” VERSATILI E CON APPLICAZIONI IN TUTTI I SETTORI INDUSTRIALI. CON OLTRE 12.000 GRU INDUSTRIALI PROGETTATE, PRODOTTE E VENDUTE ALL’ATTIVO, DI CUI OLTRE IL 60% ANCORA FUNZIONANTI, I PRODOTTI VALLA SONO UN INVESTIMENTO CHE DURA NEGLI ANNI. QUESTO È IL MESSAGGIO CHE L’AZIENDA HA VOLUTO COMUNICARE IN OCCASIONE DELL’EVENTO TENUTOSI LO SCORSO GIUGNO
DAL 2015 OIL&STEEL È PARTE DI MANITEX INTERNATIONAL, UNO DEI GRUPPI PIÙ RILEVANTI SU SCALA GLOBALE NEL SETTORE DEL LAVORO IN ALTEZZA. IN SEGUITO ALLA FUSIONE DEL 2018 CON PM GROUP L’AZIENDA È DIVENTATA L’ATTUALE PM OIL&STEEL, SPECIALIZZATA NELLA PRODUZIONE DI PIATTAFORME E SOLUZIONI PER IL SOLLEVAMENTO DI COSE E PERSONE. GRAZIE AI NUMEROSI COLLABORATORI IMPIEGATI NEI PRINCIPALI MERCATI INTERNAZIONALI, L’AZIENDA OFFRE OGGI UN’AMPIA GAMMA DI PRODOTTI INNOVATIVI E DI ALTA QUALITÀ, DESTINATI A MOLTEPLICI SETTORI, DIVERSI DEI QUALI SONO STATI PRESENTATI DURANTE L’EVENTO “LET’S GO HIGHER”
in tutto il mondo, garantisce una presenza capillare e un supporto costante ai propri clienti.
Tra le piattaforme aeree presentate dall’azienda durante l’evento di giugno, certamente è stata una grande protagonista la nuova autocarrata Snake 26, una macchina robusta e con funzioni elettroniche avanzate. Grande risalto è stato dato anche alle autocarrate Snake 16 e Snake 24FB, già presente al mercato lo scorso autunno: la prima rappresenta una garanzia di stabilità anche nelle situazioni più estreme grazie alla rilevante compattezza, mentre la seconda è la prima autocarrata in casa Oil&Steel a presentare un intuitivo display touch 7” in colonna e un ulteriore display 4” direttamente sul cestello. La rinnovata Snake 2111J, poi, garantisce un controllo ottimale grazie alle mi-
cro leve e alle performance ottimizzate in base al carico. Queste piattaforme sono state presentate dal costruttore quale sinonimo di innovazione e affidabilità e hanno attirato l’attenzione dei partecipanti per le loro caratteristiche tecniche avanzate e l’affidabilità. Non meno importante è stato lo spazio riservato alle piattaforme cingolate della serie OctoPlus: durante l’evento è stata presentata la nuova OctoPlus 30, caratterizzata da una notevole capacità di carico e di sbraccio e da un ingombro molto ridotto. Una macchina, questa, destinata a diventare una “punta di diamante” della gamma. “La OctoPlus 30 - ha spiegato Andrea Barbari, Engineering & Prototyping Manager dell’azienda - è una piattaforma cingolata ‘smart’ e robusta’, che rappresenta il nostro top di gamma con il raggiungimento
dei 29,6 m di altezza, dei 16 m di sbraccio, dei 280 kg di portata massima in cesta e di una velocità di traslazione di 2,5 km/h. Si tratta di una macchina compatta e versatile che conta tra le principali caratteristiche l’User-Friendly HMI, il display da 7” in torretta e il radiocomando con cavo di ricarica”. L’evento ha poi concesso l’opportunità di vedere un prototipo della piattaforma OctoPlus 27, attualmente ancora in fase di progettazione. “Le nostre novità e i nostri successi non arrivano per casoha sottolineato Fulvio Frunzio, che dal primo gennaio scorso è direttore commerciale di PM Oil & Steel per Italia, Croazia, Malta, Slovenia, Francia e Spagna - ma sono il frutto di un continuo rafforzamento della rete commerciale e della rete service e di un incremento continuo interno per la creazione di nuovi modelli sempre più performanti e affidabili”. ■
Hands On
EQUILIBRIO E ARMONIA
L’AUTOGRÙ FUORISTRADA
TRT 60 È UNA MACCHINA DA
60 T DI PORTATA CON UNA
LUNGHEZZA DEL BRACCIO
PRINCIPALE TELESCOPICO DI
42,5 M. QUESTO MODELLO, COSÌ COME GLI ALTRI MODELLI
PRESENTI NELL’ATTUALE
GAMMA TEREX, È DOTATO DI
SVARIATI SISTEMI OPERATIVI
CHE FORNISCONO AGLI
OPERATORI UN ELEVATO
FLUSSO DI INFORMAZIONI
UTILI AD AUMENTARE
L’EFFICIENZA OPERATIVA
di Ettore Zanatta
Secondo chi interpreta la simbologia dei numeri il 60 esprime “equilibrio e armonia”. Questo numero, in particolare, delinea un punto di arrivo o, se vogliamo, un traguardo o un obiettivo, una meta comunque, ben definita. La nuova fuoristrada Terex TRT 60, dove TRT sta per “Terex Rough Terrain”, può essere intesa proprio come un obiettivo che Terex si è posta e che, soprattutto, ha raggiunto. Questa macchina - che si pone tra la TRT 35 e i modelli più grandi TRT 70, TRT 80L, TRT 90 e TRT 100 - offre una capacità di sollevamento massima di 60 t (a 2,3 m dall’asse di rotazione), con un braccio a cinque sezioni estensibile fino a 42,5 m, con la modalità di sfilo proporzionale.
Hands On
due
Quest’autogrù si caratterizza, come gli altri modelli in gamma, per un’evoluzione progettuale radicale che ha tra i suoi principali protagonisti l’innovativo sistema di controllo TEOS (TErex Operating System) e la funzione “IdeaLift”, che ottimizza il sollevamento dei
carichi con stabilizzatori asimmetrici (estesi o parzialmente retratti, la gru seleziona la migliore capacità di sollevamento in base alla specifica configurazione degli elementi). Il tutto per offrire all’operatore una costante sensazione di sicurezza e affidabilità.
IL SISTEMA OPERATIVO “TEOS”
Come tutte le versioni presenti nella gamma del costruttore, anche l’autogrù fuoristrada TRT 60 è equipaggiata con il sistema operativo TEOS (TErex Operating System), sviluppato da Terex per incrementare l’efficienza degli operatori in cantiere. Ciò avviene grazie a un flusso di informazioni rapido e semplificato e caratterizzato da una più rapida accessibilità alle funzioni. La nuova interfaccia grafica con ampio display a colori touch-screen da 10” presenta
icone chiare e intuitive. Lo schermo con sfondo nero antiriflesso migliora la visibilità anche in condizioni di luce intensa e non affatica la vista. Il sistema TEOS è il frutto di una lunga analisi compiuta sulle attività abituali degli operatori: le funzioni più importanti e più frequentemente utilizzate sono immediatamente accessibili e la grafica autoesplicativa delle icone fa sì che gli operatori possano comprendere la logica di navigazione in autonomia e
In pieno controllo
L’autogrù fuoristrada TRT 60 si distingue per molteplici caratteristiche tecniche e operative. Oltre alla capacità di sollevamento citata, alla prolunga aggiuntiva in due sezioni da 8/15 m e all’altezza massima in punta braccio con prolunga tralicciata di 60,1 m, questa macchina of -
in breve tempo. I messaggi di errore e gli avvisi sono sempre visibili. Un menù dedicato alla diagnostica fornisce un feedback immediato sullo status della macchina, dei componenti e dei sensori. Le telecamere opzionali sono anch’esse incorporate nel medesimo display, per permettere il pieno controllo dell’autogrù senza dover distogliere lo sguardo dal monitor. Dal display principale si possono gestire anche il radiocomando opzionale e la piattaforma telematica T-Link.
fre quattro modalità di sterzatura ed è equipaggiata con una cabina “S-Pace” ampia e inclinabile fino a 17°, dotata di un’ampia superficie vetrata e di joystick ergonomici con comandi elettroproporzionali personalizzabili (naturalmente nel modulo è integrato il sistema di riscaldamento e l’impianto di condizionamento).
L’autogrù TRT 60 è facile da gestire e trasportare, grazie alla larghezza di 2,9 m e alla torretta a rotazione senza fine (360°), ma anche da manovrare. L’elevata robustezza di questo mezzo è stata ottenuta anche grazie ad analisi FEM (metodo degli elementi finiti) sviluppate per offrire ai clienti il miglior design strutturale, ca -
La macchina presenta due scalette di accesso su ogni lato, in modo da consentire all’operatore di salire e scendere dal mezzo con la torretta girata in qualunque posizione. Gli pneumatici sono specifici per il settore movimento terra, di tipo radiale. Nella parte centrale del carro, su lato sinistro della macchina, si trovano: il vano delle batterie Heavy Duty con relativo stacca-batterie (a sinistra della scaletta); lo scambiatore di calore per il raffreddamento dell’olio idraulico e della trasmissione, con ventola elettrica (dietro la scaletta), tre rubinetti di spurgo delle bombole dell’aria dell’impianto pneumatico e relativi attacchi, il serbatoio del gasolio, quello dell’urea con relativa pompa e il pre-filtro del gasolio (a destra della scaletta)
Hands On
PROLUNGA AGGIUNTIVA A DUE SEZIONI DA 8 + 15 M (OPTIONAL)
I PUNTI DI FORZA
LA VERSATILITÀ
L’ELEVATA VISIBILITÀ
IL SISTEMA OPERATIVO “TEOS”
IL SISTEMA TELEMATICO “T-LINK”
IL SISTEMA DI GESTIONE
DEL CARICO “IDEALIFT”
BRACCIO IN CINQUE SEZIONI
DIMENSIONI COMPATTE (< 3M)
DISPLAY A COLORI “TOUCH-SCREEN” DA 10”
QUATTRO RUOTE MOTRICI
L’AUTOGRÙ FUORISTRADA TEREX
JOYSTICK ELETTROPROPORZIONALI PERSONALIZZABILI
CONTROLLO RADIO DA REMOTO
FINO A QUATTRO TELECAMERE (UNA PER LATO)
MOTORE CUMMINS QSB6.7 - STAGE V
ARGANO AUSILIARIO A DUE VELOCITÀ (MAX. 97 M/MIN)
FUNZIONE MOTORE “ECOMODE”
Hands On
Contrariamente a quello anteriore, imbullonato rigidamente al telaio, l’assale posteriore della TRT 60 è incernierato centralmente, in modo che possa basculare durante la traslazione della macchina. L’autogrù, essendo una macchina fuoristrada, non ha sospensioni
Nella parte posteriore della cabina si trovano l’impianto di condizionamento (vano bianco) e gli elementi elettrici (vano nero), oltre al modulo della telemetria e al filtro antiparticolato, adeguatamente protetto
DA TRT 60 A TRT 100: INCREMENTO DI POTENZA!
L’autogrù fuoristrada Terex TRT 100 è una delle “sorelle maggiori” del modello TRT 60: presenta una capacità di 100 t con un braccio telescopico a cinque sezioni che raggiunge i 47 m, con tre modalità di sfilo, ed è anch’essa equipaggiata con il sistema di controllo TEOS (Terex Operating System), con un display touch-screen da 10”. Oltre alla capacità e al braccio telescopico questa macchina si distingue per un’ltezza massima in punta con braccio principale di 49,5 m, una prolunga aggiuntiva a due sezioni da 9-17 m e un’altezza massima in punta braccio con prolunga di 66 m. Inoltre, l’autogrù fuoristrada Terex TRT 100 offre quattro modalità di sterzatura ed è dotata di una cabina ampia e inclinabile, all’interno della quale gli operatori possono beneficiare di joystick ergonomici con comandi elettroproporzionali, dell’opportunità di effettuare un settaggio personalizzabile e del sistema IdeaLift.
All’interno della cabina è presente un sedile regolabile su sospensioni “anti-shock”, un bracciolo inclinabile con comandi manuali integrati, il comando di abilitazione del movimento degli stabilizzatori e il display da 10” per la gestione del sistema “TEOS”, oltre a dotazioni standard come la radio con lettore CD e porta USB
pace di garantire prestazioni affidabili, anche nelle applicazioni più impegnative. La trazione è integrale permanente sulle quattro ruote motrici. La macchina è in grado di superare pendenze fino al 55% e di raggiungere una velocità di traslazione di 30 km/h. Questo modello è dotato di un propulsore Cummins QSB6.7 Stage V, a 6 cilindri, Common Rail e a gestione elettronica, da 149 kW a 2.200 giri/min, a sostegno delle elevate prestazioni e delle capacità di sollevamento offerte: alta potenza, basso consumo di carburante e un design compatto sono gli elementi distintivi di questo motore. Il controllo “antistallo”, poi, permette di gestire con precisione la potenza e la velocità della macchina, al fine di offrire un consumo ottimale di carburante. La funzione EcoMode, poi, utilizza l’acceleratore automatico del motore per ottimizzare la potenza durante il funzionamento della gru e la funzione di “stand-by” per ridurre il consumo
di carburante. Dotata di trasmissione ZF, la TRT 60 offre cinque marce in linea avanti e tre in retromarcia, in modalità sia automatica che manuale. Da citare la modalità di estensione del braccio, progettata per soddisfare le diverse esigenze di sollevamento: questo elemento si può sfilare idraulicamente tramite un meccanismo di rinvio a funi, consentendo il suo movimento anche sotto carico. Efficiente ed efficace è poi la parte relativa alla diagnostica e alla sensoristica.
L’autogrù fuoristrada Terex TRT 60 è dotata di un jib opzionale a due sezioni da 8/15 m (gli elemen-
LA PIATTAFORMA TELEMATICA “T-LINK”
La piattaforma telematica T-Link consente l’accesso remoto ai dati operativi dell’autogrù sempre e ovunque - via web da un computer, da uno smartphone o da un tablet - ottimizzando l’efficienza e riducendo i costi. Il T-Link fornisce un’ampia serie di dati in tempo reale e permette di eseguire diverse analisi per valutare le prestazioni della macchina. I vantaggi sono molteplici: riduzione dei costi e aumento della produttività in tutte le applicazioni; migliore gestione della manutenzione ordinaria e dell’assistenza tecnica; controllo della macchina e della flotta, poiché grazie alla funzione Geofence viene monitorata la posizione di ciascuna gru e il proprietario viene allertato nel caso in cui essa esca dai confini prestabiliti; migliore gestione del mezzo, grazie a statistiche e dati che vengono riportati in tempo reale per valutare la performance della flotta stessa. La sezione Data logger della macchina, inoltre, raccoglie informazioni dettagliate sulla macchina, come orari di lavoro, sollevamento del carico, statistiche e cronologia allarmi.
ti sono staffati sul lato destro del braccio principale della gru) e di un contrappeso fisso da 6 t, con diagramma di portata dedicato. Le visuali offerte dalle telecamere di cui è dotata questa macchina (fino a quattro) sono visibili nel display principale posto in cabina: l’operatore ha quindi il pieno controllo della gru da ogni la-
Hands On
UNA IDEA(LIFT) MERAVIGLIOSA!
L’autogrù fuoristrada TRT 60, così come la sua “sorella maggiore” TRT 100, sono i primi modelli della gamma Terex a presentare il nuovo sistema “IdeaLift”, progettato per ottimizzare il sollevamento del carico con stabilizzatori asimmetrici. Sia con gli elementi completamente estesi che parzialmente retratti, l’autogrù seleziona automaticamente la migliore capacità di sollevamento in base alla specifica configurazione degli elementi. “Stiamo ampliando la nostra offerta di soluzioni per garantire che le nostre macchine possiedano la capacità e la versatilità per affrontare le sfide quotidiane di sollevamento negli ambienti di lavoro moderno”, hanno affermato i progettisti di Terex Rough Terrain Cranes. “Il mercato oggi è altamente competitivo, ma abbiamo grande fiducia nei membri del team di ricerca e sviluppo e nell’artigianalità italiana che c’è dietro ogni autogrù prodotta nel nostro centro produttivo di eccellenza di Crespellano. Guardando al futuro, siamo entusiasti della prospettiva di espandere ulteriormente la gamma produttiva Terex, inclusa la reintroduzione di alcune linee di prodotti passate che sono attualmente richieste in determinati mercati. Questi progressi rafforzano costantemente la nostra offerta di valore e la nostra reputazione nel settore del sollevamento”.
to. Sul display principale è inoltre possibile visualizzare lo stato del radiocomando e le opzioni della piattaforma “T-Link”, sistema che consente l’accesso remoto ai dati operativi della flotta di gru sempre e ovunque, tramite Internet.
Semplicità, versatilità ed economicità
Con l’autogrù fuoristrada Terex TRT 60 è possibile affrontare i percorsi più impervi in tutta tranquillità. La possibilità di utilizzare il falcone consente di raggiunge-
re i punti più difficili in cima agli edifici e, anche se l’area di sollevamento è stretta e affollata, è sempre possibile trovare la collocazione giusta per lavorare. Come tutti i modelli del costruttore, dunque, anche questa versione rappresenta la soluzione giusta in molteplici ambiti operativi: che si tratti della manutenzione di impianti o della costruzione di sovrastrutture, della movimentazione di materiali o del trasferimento di attrezzature, quest’autogrù - dotata di una rilevante altezza da terra e di quattro modalità di sterzata - può essere posizionata senza problemi in cantieri sterrati o su strade non asfaltate e ha la capacità di operare anche come “pick & carry” all’interno di edifici o in spazi limitati, in cantieri navali, nel settore edile come in quello militare o minerario, nel comparto delle spedizioni e della logistica, così come in ambito del gas e del petrolio, nelle centrali elettriche, nelle opere di manutenzione e nella costruzione di strade e autostrade.
Se si tiene conto della sua versatilità, della struttura robusta e dei bassi costi di gestione risulta evidente perché le gru fuoristrada Terex rappresentino una scelta ideale per le operazioni di sollevamento di tutti i giorni. Le dimensioni compatte e citata distanza dal suolo, infatti, consentono di avere sempre un giusto livello di trazione e una buona manovrabilità, indipendentemente dal tipo di terreno su cui la macchina si trova a operare. Il sistema di ge-
Tramite il radiocomando, con macchina stabilizzata, è possibile controllarne tutte le funzioni, come accensione/spegnimento del motore, selezione della modalità di sfilo, velocità dell’argano (lenta/veloce). Sul display viene riportato anche il carico massimo ammissibile, la lunghezza del braccio, il raggio di lavoro e il carico attuale
stione semplice e intuitivo permette di acquisire rapidamente padronanza del mezzo anche agli operatori meno esperti. ■
Salendo sull’autogrù si trovano i pannelli di accesso (tutti in vetroresina) ai vari impianti. Tra questi: il propulsore Cummins QSB6.7
Stage V, il radiatore, gli organi di trasmissione, gli organi di rotazione della torretta e i distributori idraulici, nonché un vano di raccolta di tutti gli elementi elettrici e idraulici del carro e un vano porta-attrezzi
LA SCHEDA TECNICA
L’autogrù fuoristrada TRT 60
Altezza di sollevamento max.: 60,1 m
Altezza max. di punta del braccio principale: 46 m
Portata max. (a 2,3 m dall’asse di rotazione): 60 t
Lunghezza max. braccio telescopico: 42,5 m
Sezioni braccio: 5
Tempo di sollevamento/abbassamento braccio: 60 s/60 s
Tempo di estensione/retrazione braccio: 160 s/120 s
Altezza di testa max.: 43 m
Altezza del gancio max.: 41 m
Prolunga supplementare a traliccio: 8/15 m
Raggio di sterzata: 18°/22°
Angolo di brandeggio (min/max): -2°/+78°
Motore: Cummins QSB6.7 - Stage V
Potenza motore: 149 kW a 2.200 giri/min
Coppia max.: 990 Nm a 1.300 giri/min
Contrappeso principale: 6 t
Velocità di traslazione: 30 km/h
Pendenza superabile max.: 55%
Area di stabilizzazione: 7,0 x 7,3 m
Rotazione torretta: 360°
Velocità di rotazione torretta: 1 giri/min
Dimensioni max. (largh. x altezza x lungh.): 2.935 x 3.874 x 12.824 mm
Pneumatici std.: 23.5 std; 18.0 opt.
Peso operativo max. (senza bozzello): 38,7 t
FLASH BATTERY
L’IMPORTANZA DELLA MANUTENZIONE PREDITTIVA
L’AZIENDA EMILIANA È STATA TRA LE PRIME REALTÀ A INVESTIRE IN UNO STRUMENTO PROPRIETARIO PER IL MONITORAGGIO DA REMOTO DI TUTTE LE PROPRIE BATTERIE AL LITIO. OGGI IL “FLASH DATA CENTER”, GRAZIE ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E AL “MACHINE LEARNING”, È IN GRADO DI GESTIRE
OLTRE 200 MILIONI DI LOG E DI ELIMINARE SUL NASCERE OGNI POTENZIALE ANOMALIA
di Daniele Smiraglia
“Prevenire è meglio che curare”: lo storico claim pubblicitario ideato da una nota azienda farmaceutica ben si sposa con le esigenze di tutte le imprese
che utilizzano macchine operatrici. Anche perché, come ben sappiamo, un malfunzionamento di un singolo componente, come ad esempio la batteria al litio, per tutti i veicoli dei costruttori che hanno scelto la strada dell’elettrifica-
zione, può tradursi in fermi macchina obbligati e a conseguenti e impreviste perdite economiche. Non è un caso che il concetto di manutenzione predittiva - ovvero una tipologia di manutenzione che si avvale di strumenti e tec -
nologie per il monitoraggio delle condizioni delle attrezzature, attraverso un database che raccoglie le informazioni provenienti dai macchinari per prevenire guasti e “downtime” imprevisti - sia ormai al centro delle esigenze di ogni azienda del settore.
Un esempio concreto
Tra le imprese che per prime hanno fortemente creduto nella manutenzione predittiva c’è Flash Battery, l’azienda di Sant’Ilario di Enza (RE) specializzata nella produzione di batterie al litio customizzate per macchine e veicoli industriali. Era infatti il 2013, anno in cui questo termine era ancora sconosciuto ai più, quando la società fondata da Marco Righi e Alan Pastorelli poneva le basi per la creazione del “Flash Data Center”, il sistema proprietario per il monitoraggio da remoto automatico e “real time” di tutte le batterie al litio di Flash Battery. Un software che nel corso degli anni si è evoluto grazie all’intelligenza artificiale e al “Machine Learning”, tecnologie che permettono di controllare e analizzare 24/7 i dati ricevuti sul funzionamento delle batterie, permettendo di eliminare sul nascere potenziali criticità e anomalie, grazie alla manutenzione predittiva e agli aggiornamenti FOTA (Firmware Over The Air). “Nel 2013 eravamo
una piccola start-up nata da solo un anno e disponevamo di poche risorse. I clienti aumentavano di numero, così come le commesse nel mondo, ma non avevamo sufficienti risorse per poterli affiancare in caso di assistenza onsite. Ci siamo dunque trovati di fronte a una nuova sfida, ovvero sviluppare uno strumento che monitorasse da remoto l’utilizzo delle batterie e che ci permettesse, nello
FLASH DATA CENTER È
IL NOME DEL SISTEMA
DI CONTROLLO REMOTO
PROPRIETARIO DI FLASH
BATTERY. RACCOGLIE I
DATI PROVENIENTI DALLE
BATTERIE FLASH BATTERY
DISTRIBUITE IN 54 PAESI NEL MONDO
stesso tempo, di occuparci dell’ordinaria amministrazione e dello sviluppo aziendale”, ha spiegato Marco Righi, fondatore e CEO di Flash Battery. “Da qui l’idea vincente: la creazione di Flash Data Center, un sistema di controllo remoto proprietario che, sin dal principio, ci ha permesso di monitorare giornalmente l’esatto utilizzo di ogni batteria al litio installata inviando alert in tempo reale in caso di malfunzionamenti o abusi da parte dell’utilizzatore”.
Nasce il “Flash Data Center”
Tutto è iniziato con la creazione di data log di piccole dimensioni, ovvero riassunti del ciclo di caricascarica di ogni batteria, che contenessero le informazioni più importanti per la diagnostica; una volta creati i log si è reso necessario creare una logica di invio strutturata di questi log e la conseguente creazione di un portale che raccogliesse le informazioni ricevute; infine,
si è iniziato a implementare trigger elementari come tensioni, temperature e warning. In tal modo, è stato possibile individuare e anticipare solo alcune problematiche, esclusivamente limitate alle macrocategorie che erano state definite. Con il tempo, il team tecnico Flash Battery si è reso conto che aumentando la quantità di sensori avrebbe potuto incrementare anche il livello di predittività e individuare sempre più anomalie con anticipo.
Un sistema in evoluzione
Nel corso degli anni Flash Battery ha lavorato per potenziare e mi -
gliorare la sua tecnologia, anche in considerazione della crescita esponenziale vissuta dall’azienda, che da piccola start-up fondata nel 2012 si è trasformata in un’impresa di respiro internazionale. Il risultato è stato il rilascio dell’ultimo aggiornamento del sistema di monitoraggio da remoto “Flash Data Center”, presentato in anteprima in occasione dell’edizione 2022 del Bauma di Monaco e reso disponibile per tutti i clienti all’inizio del 2024. Oggi il “Flash Data Center” è integrato in un ambiente virtuale con “Containerized Architecture”, ovvero un’infra -
struttura che sfrutta le più recenti tecnologie di intelligenza artificiale e “Machine Learning”
IL FLASH DATA
CENTER PERMETTE
A FLASH BATTERY
DI MONITORARE
GIORNALMENTE
L’ESATTO UTILIZZO DI OGNI BATTERIA AL LITIO INSTALLATA
“ „
I VANTAGGI PER GLI OEM
Sono davvero molteplici i benefici per chi sceglie di dotare i propri veicoli di una batteria al litio di Flash Battery. Grazie alla tecnologia AI del “Flash Data Center” - che raccoglie e analizza dati in tempo reale, comunicando direttamente con l’ufficio After Sales dell’azienda - è infatti possibile risolvere le anomalie prima che si manifestino e, di conseguenza, evitare dispendiosi fermi macchina. Sarà il team post-vendita di Flash Battery a effettuare un approfondimento in merito alle anomalie e a valutare le azioni da intraprendere. Non solo: il monitoraggio da remoto delle batterie permette di pianificare con largo anticipo e a minor costo eventuali assistenze di manutenzione straordinaria. Tra i vari vantaggi anche la possibilità di effettuare interventi sui parametri della batteria o del veicolo tramite aggiornamenti FOTA (Firmware Over The Air), in modo da migliorare le prestazioni complessive e la vita effettiva dell’intero sistema, verificare come l’utente finale utilizza sul campo il veicolo e stimare la vita effettiva della batteria sul mezzo.
in modo da adattarsi autonomamente al carico di lavoro. Il risultato è la gestione di un numero sempre crescente di dati, che si attestano a 200 milioni di log raccolti fino a oggi e circa 150.000 log generati quotidianamente. È proprio questa grande quantità di dati, inserita all’interno del sistema, che grazie al “Machine Learning” permette allo stesso sistema di inviare in modo proattivo segnalazioni su batterie potenzialmente “problematiche”, prima che si verifichino anomalie, eseguendo manutenzione predittiva. Grazie all’analisi di questi Big Data si può intervenire sui parametri della batteria o del veicolo tramite aggiornamenti FOTA (Firmware Over The Air) per migliorare le prestazioni complessive e la vita effettiva dell’intero sistema.
Gli sviluppi futuri
In linea con il suo profondo orientamento verso l’innovazione Flash Battery continua, giorno dopo giorno, a lavorare per rendere il “Flash Data Center” uno strumento ancora più versatile, che possa accompagnare un numero crescente di OEM e produttori nella transizione energetica dei loro settori industriali, offrendo strumenti sempre più avanzati per la gestione e l’amministrazione autonoma delle batterie. Un esempio? L’azienda emiliana pone la massima attenzione al continuo miglioramento della “User Experience”, che si concretizza nello studio di un’interfaccia grafica sempre più chiara, semplice e intuitiva. Flash Battery sta inoltre introducendo nuove funzionalità che daranno la possibilità di creare flotte personalizzate con generazione autonoma di report di analisi comparativa tra le diverse batterie della stessa flotta. La stessa attenzione viene riservata anche al “firmware” del sistema, che è continuamente sottoposto ad aggiornamenti. ■
IN GREAT CHALLENGES, GREAT DETAILS MAKE THE DIFFERENCE
Unendo innovazione tecnologica ed artigianalità, realizziamo soluzioni di sollevamento che ridefiniscono gli standard del settore.
I nostri telescopici sono progettati per superare ogni sfida grazie a prestazioni senza eguali, visibilità al top della gamma e innovazioni tecnologiche all’avanguardia.
I modelli TH sono estremamente versatili grazie ad un’ampia gamma di accessori che ne permettono l’utilizzo in molteplici contesti.
Il nostro obiettivo è farti lavorare con facilità in un ambiente sicuro e confortevole per far sì che ogni giorno, tu sia sempre sicuro di raggiungere il massimo
BONFIGLIOLI
LA SOSTENIBILITÀ DELLE “WAREHOUSE OPERATION”
LO SPECIALISTA IN MOTORIDUTTORI, MOTORI ELETTRICI, RIDUTTORI
EPICICLOIDALI E INVERTER HA PARTECIPATO ALLA SCORSA EDIZIONE DI LOGIMAT
PRESENTANDO LE SUE INNOVAZIONI PER MACCHINE MOBILI DA INTRALOGISTICA E LE SOLUZIONI DI AUTOMAZIONE PER IL SETTORE DELLA LOGISTICA
di Pietro Gabrielli
Bonfiglioli ha potenziato la sua presenza in occasione della scorsa edizione della manifestazione fieristica LogiMAT, tenutasi a Stoccarda la scorsa primavera, con due stand: nel primo l’azienda - che, ricordiamo, progetta, produce e distribuisce una vasta
gamma di motoriduttori, motori elettrici, riduttori epicicloidali e inverter in grado di soddisfare le esigenze più complesse nei settori dell’automazione industriale, delle macchine mobili e dell’energia rinnovabile - ha esposto soluzioni per macchine mobili da intralogistica; nel secondo ha presenta-
to le sue soluzioni di automazione per la logistica. Una doppia partecipazione di rilevanza strategica, che ha riflesso l’impegno costante di Bonfiglioli nello sviluppare soluzioni complete all’avanguardia, sempre più protagoniste delle “Warehouse Operation”, all’insegna dell’efficienza e della sosteni-
bilità. In esposizione c’era dunque un’ampia gamma di sistemi sviluppati per rulliere e nastri trasportatori, AGV, AMR, carrelli elevatori e magazzini automatici, nonché una piattaforma IoT.
Assali e riduttori
Protagonista in fiera è stata la Serie 600F, cui Bonfiglioli ha dedicato ampio spazio e che presenta assali e riduttori basati su tecnologia epicicloidale, dotati di motori elettrici integrati ad alte prestazioni e sistemi frenanti a bassa manutenzione. La serie può essere applicata a carrelli elevatori con contrappeso a tre e quattro ruote e attrezzature di supporto terra (GSE). Disponibili in diverse misure, anche per carrelli elevatori più grandi, sono garanzia di consumi energetici ridotti, in virtù di tempi di funzionamento della batteria più lunghi, intervalli di manutenzione prolungati e un TCO (Costo Totale di Proprietà) più basso. Quest’anno la Serie ELche comprende trasmissioni orientabili destinate a pallettizzatori, stoccatori, carrelli retrattili e altri macchinari per il magazzino - è stata potenziata nella nuova taglia EL 16: sviluppata per attrezzature in grado di sollevare carichi pesanti, è caratterizzata da un’unità multifunzione che assicura il controllo completo di accelerazione, sterzo e frenata. La nuova serie è in grado di supportare carichi verticali fino a 4,5 t e rappresenta quindi una scelta ideale per le applicazioni d’immagazzinamento più gravose.
In esposizione c’era anche BlueRoll, una piattaforma innovativa dotata di motoriduttori su ruote, appositamente concepita per AGV e AMR e caratterizzata da un design ultracompatto e da un’elevata efficienza energetica, a garanzia di cicli operativi prolungati. Il sistema di azionamento modulare è disponibile in tre configurazioni - Basic, Advanced e Compact - ed è in grado di supportare un carico per singolo riduttore da 360 fi-
CONTROLLO TOTALE
Bonfiglioli ha presentato a LogiMAT i suoi servizi di “Condition Monitoring” e “Predictive Maintenance”, che rispondono all’esigenza di mantenere il controllo completo e la massima visibilità sull’intero parco macchine. Il “Condition Monitoring” consente ai clienti di conoscere lo stato generale degli impianti grazie alla raccolta sistematica dei dati in tempo reale e all’identificazione dei cambiamenti significativi nei parametri. Un risultato possibile grazie all’ausilio di una piattaforma IoT, dotata di sensori che misurano le prestazioni, i consumi e gli effettivi tempi di ciclo della macchina. La Manutenzione Predittiva è di supporto nel prevenire i danni e i tempi di fermo, condividendo informazioni importanti in merito, ad esempio, agli intervalli di sostituzione dell’olio al fine di pianificare in anticipo gli interventi tecnici necessari.
BONFIGLIOLI HA PRESENTATO A LOGIMAT LA SERIE 600F DI ASSALI E RIDUTTORI BASATI SU TECNOLOGIA EPICICLOIDALE: DOTATI DI MOTORI ELETTRICI INTEGRATI AD ALTE PRESTAZIONI E SISTEMI FRENANTI A BASSA MANUTENZIONE, PUÒ ESSERE APPLICATA A CARRELLI ELEVATORI CON CONTRAPPESO A TRE E QUATTRO RUOTE E ATTREZZATURE DI SUPPORTO TERRA (GSE)
no a 1.020 kg e una velocità massima di 2 m/s personalizzabile.
Tre soluzioni per l’intralogistica
In occasione di LogiMAT 2024 Bonfiglioli ha presentato anche tre sistemi studiati per migliorare l’efficienza e la produttività e ridurre i tempi di fermo. In mostra presso lo stand dell’azienda c’era anche
una soluzione AGV (Automatic Guided Vehicles) dotata di piattaforma BlueRoll.
La prima soluzione per l’intralogistica in oggetto - sviluppata da Bonfiglioli espressamente per gli impianti “post & parcel” e per combinare alta efficienza e affidabilità con costi ridotti di manutenzione - è composta da un riduttore Serie A disponibile in un ampio
IN OCCASIONE DI LOGIMAT 2024 BONFIGLIOLI HA PRESENTATO ANCHE TRE SISTEMI PROGETTATI PER MIGLIORARE L’EFFICIENZA E LA PRODUTTIVITÀ E RIDURRE I TEMPI DI FERMO NEL SETTORE DELL’INTRALOGISTICA. IN MOSTRA C’ERA ANCHE UNA SOLUZIONE AGV (AUTOMATIC GUIDED VEHICLES) DOTATA DI PIATTAFORMA BLUEROLL
range di coppia, da un motore sincrono a riluttanza della serie BSR e certificato IE4 (un prodotto “ecofriendly e altamente performante, grazie all’assenza di magneti permanenti) e da un inverter decentralizzato DGM con funzionamento vettoriale “sensorless”, per un controllo ottimale della dinamica. Il layout ortogonale rende la Serie A molto compatta, mentre la combinazione tra ingranaggi cilindrici a denti elicoidali in uscita e la coppia conica in ingresso fa sì che questo riduttore sia il più efficiente e robusto di tutta la gamma “light” e “medium-duty” di Bonfiglioli (la Serie può essere completata da una vasta gamma di motori elettrici sempre prodotti dall’azienda). Per applicazioni più pesanti, ovvero per operazioni di logistica e trasporto su rulliere che convogliano pacchi voluminosi e pallet, Bonfiglioli ha invece realizzato una seconda soluzione provvista di riduttore coassiale lineare CP47,
motore elettrico asincrono trifase MXN 20 e inverter decentralizzato DGM. Quest’ultimo offre numerosi vantaggi in termini di efficienza, affidabilità e sicurezza, poiché in grado di ridurre i costi di cablaggio e diagnostica, potenziando al tempo stesso la modularità e l’intercambiabilità dei prodotti. Inoltre, le interfacce o i protocolli a bus di campo assicurano una verifica in tempo reale dei principali parametri del motoriduttore. Il terzo sistema è costituito da un servomotore BMD 82 - un motore sincrono a magneti permanenti di dimensioni compatte e a bassa inerziacombinato con un motoriduttore modulare ortogonale A20 con servoflangia e l’inverter AxiaVert. Sicurezza funzionale integrata e prestazioni di controllo elevate, per un ampio spettro di applicazioni, sono i vantaggi e le caratteristiche principali della piattaforma AxiaVert, un azionamento che si integra perfettamente nelle re-
ti di automazione ed è compatibile con un’ampia gamma di protocolli “fieldbus”, sia su base seriale che su base Ethernet, a vantaggio di una produzione ottimizzata e conforme agli standard dell’Industria 4.0. Le sue diverse varianti di sicurezza funzionale consentono di perfezionare la configurazione senza la necessità di aggiungere componenti di sicurezza esterni e garantendo un’operatività sicura e monitorata, a rischio minimo. Inoltre, il preciso controllo di movimento per applicazioni ad anello aperto e chiuso massimizza l’efficienza e la produttività in tutte le operazioni di movimentazione. La struttura modulare assicura la massima adattabilità a diverse applicazioni, selezionando i corretti moduli hardware e personalizzando il funzionamento tramite programmazione del software PLC a livello utente. Disponibile in diverse varianti, con costi e prestazioni ottimizzati - Basic, Standard e Motion (quest’ultima dotata di un protocollo di sicurezza di rete FsoE – “Fail Safe over EtherCAT”) - AxiaManager è il software di progettazione completo per la programmazione, il funzionamento e il monitoraggio della serie di inverter AxiaVert. I clienti di Bonfiglioli possono contare inoltre sul supporto tecnico dei suoi esperti, dalla messa in funzione alla risoluzione dei problemi, grazie a un’assistenza da remoto. ■
LA SICUREZZA AL PRIMO POSTO
IL SETTORE DEL SOLLEVAMENTO
S’IMPEGNA A LAVORARE SULLA
CULTURA DELLA SICUREZZA, UN TEMA CHE RIGUARDA TUTTI:
DAI COSTRUTTORI DI PIATTAFORME
AI DISTRIBUTORI, DAI NOLEGGIATORI
AGLI UTILIZZATORI FINALI
di Cristina Cassinari
Il tema della sicurezza sul lavoro è oggi più che mai di grande attualità e riguarda tutti i settori: si evidenzia l’urgenza di lavorare sulla formazione del personale, sull’implementazione tecnologica, come i sistemi di avviso automatico, i sensori di sicurezza e il monitoraggio remoto, nonché sull’aumento della videosorveglianza e delle ispezioni nei luoghi di lavoro, così come sull’impegno a rivedere e riadattare periodicamente i protocolli. In questo contesto - in cui i dati più recenti mostrano che non si vede ancora una sostanziale inversione di tendenza circa la media italiana di circa tre morti al giorno causati da incidenti sul lavoro - il settore del sollevamento è uno di quelli in cui da tempo la sicurezza è al centro del dibattito. Tutti sono chiamati a riflettere nella promessa di adottare comportamenti più consapevoli e responsabili. Ne abbiamo parlato con Maurizio Quaranta, “Italy Country Manager” di IPAF (International Powered Access Federation), l’associazione che raggruppa produttori, noleggiatori e distributori di piattaforme aeree. L’associazione collabora strettamente con la sua rete di membri, produttori, società di noleggio, distributori, imprenditori e utenti per identificare le ten-
denze e le sfide emergenti in materia di sicurezza, promuovendo iniziative di orientamento e formazione mirate. “Dal nostro punto di vista ‘privilegiato’ siamo in possesso di tutti i dati relativi agli incidenti sul lavoro che avvengono in Italia (forniti dall’Inail) e purtroppo anche quest’anno il trend è particolarmente drammatico. Proprio a partire dai numeri e dai dati muoviamo la nostra attività, anche grazie a una banca dati interna che ci consente di conoscere i dettagli relativi agli incidenti del settore del sollevamento: non solo il numero e la tipologia, ma anche in che situazione e in che fase di lavoro sono avvenuti, con che tipologia di macchina, eccetera. La banca dati interna è stata voluta da IPAF nel 2012 e cresce di anno in anno, acquisendo
sempre più importanza presso i nostri soci, e non solo. Ci permette così di intervenire sia nell’organizzazione di campagne di sicurezza mirate, sia nello studio delle caratteristiche delle macchine, ad esempio da un punto di vista progettuale. Da quando IPAF ha iniziato a raccogliere i dati sugli infortuni nel 2012 si è registrato un aumento significativo degli incidenti segnalati, a dimostrazione di una maggiore consapevolezza e segnalazione in tutto il mondo. Nonostante i notevoli progressi compiuti c’è ancora molto lavoro da fare per mantenere lo slancio e migliorare continuamente gli standard di sicurezza”, ha illustrato Quaranta.
A seconda dei trend che emergono, IPAF sceglie ogni anno di focalizzarsi su una campagna differen-
te di sensibilizzazione. “Quest’anno ci siamo concentrati in particolare sui problemi degli schiacciamenti: un numero elevato di persone rimane intrappolata a seguito di uno schiacciamento, ad esempio sotto un tetto, sotto un’apertura, sotto una porta, eccetera. Le piattaforme di lavoro mobili elevabili (PLE) sono spesso utilizzate per eseguire lavori in aree in cui ci sono rischi di schiacciamento o intrappolamento per gli occupanti della cesta: qualsiasi attività che coinvolga le PLE deve essere pianificata e gestita in modo adeguato. Quindi abbiamo concentrato le nostre attenzioni in particolare su questo tipo di problematiche, realizzando documentazione ad hoc e sensibilizzando i lavoratori sul tema, anche attraverso i poster che vedono protagonista la
SENSIBILIZZARE LA PROSSIMA GENERAZIONE
Come coinvolgere le generazioni più giovani nel settore del sollevamento? Qual è l’importanza di raggiungere la Generazione Z e la Generazione alfa, che costituiscono una parte significativa della popolazione globale? Se ne è parlato in occasione del Summit IPAF 2024, tenutosi in Danimarca. Le giovani generazioni in particolare sono favorite dal lavoro di squadra, dalla consapevolezza ambientale e dall’apprendimento continuo. Cercano investimenti da parte dei datori di lavoro, una comunicazione aperta e desiderano modalità di lavoro flessibili. Il settore ha quindi oggi la necessità di potenziare e investire nei talenti esistenti, promuovendo al contempo un senso di comunità all’interno dell’azienda.
Kasia Gotlib, Senior Product Marketing Specialist di JLG, e James Hahessy, Product Manager di Connected Solutions Emea di JLG, hanno raccontato l’impegno dell’azienda nel migliorare il coinvolgimento e la comunicazione del team, sottolineando l’importanza di trasmettere la passione per il settore. Sebbene non esista una soluzione vali-
da per tutti è fondamentale aumentare la visibilità sulle piattaforme preferite dalle generazioni più giovani. Successivamente Ali Moore, terapeuta relazionale di BeMoore, ha parlato delle strategie per integrare i giovani nella forza lavoro moderna e superare le barriere; ha parlato dell’evoluzione delle relazioni sul posto di lavoro facendo riferimento alla nascita di IPAF nel 1983 fino ai giorni nostri, evidenziando i cambiamenti nei valori, nelle priorità e nelle aspettative.
Identificando i fattori che influenzano i giovani che entrano nel mondo del lavoro, Ali ha affrontato aspetti come la mancanza di esperienza, i problemi di salute mentale e il divario tra aspettative e realtà. Ha promosso la creazione di un movimento per migliorare la cultura aziendale, offrire pacchetti retributivi competitivi, inserimenti personalizzati, combattere i pregiudizi nel reclutamento e offrire opportunità di sviluppo ai dipendenti.
nostra mascotte, Andy Access. Negli anni scorsi abbiamo toccato diversi temi: l’elettrocuzione e il pericolo dell’alta tensione, i pericoli in fase di carico e scarico da PLE, l’uso sicuro delle PLE quando si utilizzano i comandi da terra, e così via. In base ai dati e alle tendenze orientiamo e revisioniamo anche le nostre azioni di formazione, mettendo a disposizione slide, documenti, immagini e animazioni”.
Partendo dalle preziose informazioni contenute nella sua banca dati interna, IPAF mette a punto ogni anno un rapporto globale sulla sicurezza, disponibile e scaricabile gratuitamente all’interno del sito www.ipaf.org. Quest’anno segna una tappa importante per il documento: il rapporto passa a un formato esclusivamente digitale, in linea con il piano strategico triennale di IPAF incentrato su digitalizzazione e sostenibilità.
C’è ancora molto da fare
Il Rapporto globale sulla sicurezza 2024 di IPAF è stato pubblicato all’inizio di luglio ed esamina le cause principali di infortuni gravi e mortali durante l’utilizzo di macchinari per l’accesso motorizzato, tra cui le piattaforme di lavoro mobili elevabili (PLE), le piattaforme di lavoro a colonna (PLAC) e gli ascensori da cantiere (HOIST). Pur essendo uno dei metodi più sicuri per consentire il lavoro in quota le attrezzature per l’accesso motorizzato richiedono una gestione, una supervisione e un coinvolgimento dell’operatore efficaci per mantenere elevati standard di sicurezza. Nel report 2024, sebbene si sia registrata una diminuzione dell’11,7% delle segnalazioni di incidenti fatali e gravi rispetto all’anno precedente, questo calo contrasta con l’aumento degli infortuni mortali, evidenziando le persistenti sfide alla sicurezza che il settore deve superare. In particolare, il mondo delle costruzioni risulta essere il più colpito, con il 44,9%
LA CAMPAGNA
“GLI SCHIACCIAMENTI POSSONO
La terza campagna di sicurezza globale lanciata durante il mandato di Brian Parker, responsabile tecnico e della sicurezza di IPAF, mira a sensibilizzare e a ridurre gli incidenti di intrappolamento e schiacciamento che coinvolgono le piattaforme di lavoro mobili elevabili (PLE) e che negli ultimi 10 anni hanno causato numerosi morti e feriti. Guidata da Brian Parker e da Alana Paterson, responsabile Salute, Sicurezza e Ambiente di Taylor Woodrow e presidente del Comitato Internazionale per la Sicurezza di IPAF, la campagna sottolinea l’importanza della formazione, della corretta pianificazione e del rispetto dei protocolli di sicurezza quando si utilizzano le PLE e la modalità di controllo pedonale. La campagna evidenzia le cause comuni degli incidenti di intrappolamento, come la scarsa pianificazione, la formazione inadeguata, la compiacenza e i malfunzionamenti delle attrezzature. Per ridurre questi rischi, IPAF sostiene la necessità di procedere a valutazioni del rischio specifiche, la corretta selezione delle PLE, la formazione degli operatori e la pratica/
delle segnalazioni, in leggero aumento rispetto al 2022.
L’analisi ha rivelato tendenze specifiche nelle categorie di PLE coinvolte negli incidenti, con i veicoli 1b e 3a che sono i più comuni tra i vari tipi di incidenti. Le principali cause di incidenti e infortuni rimangono coerenti e coprono una varietà di rischi, tra cui cadute dalla piattaforma, ribaltamenti, elettrocuzione, intrappolamento, guasto tecnico meccanico di PLAC e HOIST e impatto con un veicolo o una macchina. Questi risultati sottolineano la natura multiforme delle sfide da affrontare.
La produzione del Rapporto globale sulla sicurezza segue un protocollo rigoroso per garantire la qualità. Ogni fase, dall’inizio all’inter-
UCCIDERE!”
riprova documentata delle procedure di salvataggio. IPAF ha sviluppato inoltre documenti di orientamento neutri dal punto di vista legislativo, destinati a progettisti, datori di lavoro, dirigenti, supervisori, operatori, soccorritori ed enti di formazione. Queste risorse mirano a standardizzare le pratiche di sicurezza in tutto il mondo e a sostenere lo sviluppo in corso di un nuovo standard ISO per i sistemi di sicurezza delle PLE. Inoltre, ha pubblicato un nuovo Toolbox Talk incentrato sui rischi associati all’utilizzo delle PLE dai comandi a terra con una persona sulla cesta della piattaforma, nonché una nuova guida leader del settore sull’uso sicuro dei comandi pedonali.
no del Dipartimento Sicurezza e Tecnica fino alle rigorose valutazioni del Comitato Internazionale per la Sicurezza (ISC), mira a produrre un rapporto informato, affidabile e completo. Fornisce dati dettagliati sui settori industriali, sulle località in cui si sono verificati gli incidenti, sui Paesi in cui si sono verificati e sugli incidenti per categorie di macchine, con particolare attenzione agli incidenti mortali e gravi.
Alana Paterson, presidente del Comitato internazionale per la sicurezza di IPAF e responsabile di Salute, Sicurezza e Ambiente di Taylor Woodrow, ha commentato: “ In qualità di professionista della sicurezza con oltre 20 anni di esperienza nel settore dei dispositi -
“IPAF ANCH’IO 2024”
IL FUTURO DEL SOLLEVAMENTO AEREO IN ITALIA
Le buone prassi a tutela della salute e della sicurezza nell’uso dei mezzi di sollevamento aereo sono state al centro della terza edizione di “IPAF Anch’Io”, il tradizionale evento biennale italiano dell’associazione. La giornata è iniziata con il saluto di Peter Douglas, che ha fornito alcuni numeri significativi sul mercato. A seguire, Nicola Pontini ha presentato una sessione sulle “Low Level Access” e l’ergonomia, insieme alla presentazione del progetto DPI-Card, l’iniziativa che ha riunito tre storici competitor del settore dei dispositivi di protezione individuale per promuovere la sicurezza. Una tavola rotonda sul tema della comunicazione ha trattato la comunicazione efficace e quella distorta e come essa può influire sulla sicurezza, come comunicare l’etica del lavoro, la sicurezza e la sostenibilità e come un produttore/noleggiatore/dealer può metterci la faccia. Un altro focus è stato fatto poi sulla tecnologia applicata alla sicurezza: l’innovazione digitale sta rivoluzionando il panorama della sicurezza sul lavoro e IPAF si pone al centro di questa trasformazione.
vi di accesso aereo posso affermare che l’utilizzo di questi ultimi rimane uno dei metodi più sicuri per lavorare in altezza, nonostante gli incidenti che si verificano. Il volume globale dei movimenti di macchine supera di gran lunga il numero di incidenti, eppure continuano a verificarsi gravi infortuni legati alle piattaforme di lavoro mobili elevabili, agli ascensori e ai montacarichi. Il lavoro di IPAF e del Comitato Internazionale per la Sicurezza (ISC) dell’associazione è fondamentale per prevenire gli incidenti che coinvolgono le piattaforme di lavoro mobili elevabili, gli ascensori e i montacarichi. Questo rapporto è il risultato di un'ampia raccolta di dati, dell'analisi delle tendenze e del duro lavoro del team IPAF e dei
Con un crescente numero di provider e società informatiche che convergono verso soluzioni digitali mirate alla prevenzione degli incidenti, l’associazione sta agendo da catalizzatore per guidare il settore delle piattaforme aeree verso nuove frontiere di sicurezza. Diego Benetton (Maber) ha illustrato l’offerta formativa IPAF per PLAC e HOIST e l’idea di costituire un gruppo di lavoro con costruttori e noleggiatori dei sistemi a pignone-cremagliera. Maurizio Quaranta ha presentato l’Ipaf Rental Standard, una guida che delinea le buone pratiche ope-
rative e i criteri di qualità per le aziende che noleggiano PLE, PLAC & HOIST. L’obiettivo di questo standard è promuovere la sicurezza, la professionalità e l’efficienza nel settore del noleggio di attrezzature per il sollevamento aereo. L’adozione dell’Ipaf Rental Standard da parte delle aziende di noleggio non solo contribuisce a migliorare la sicurezza e l’efficienza operativa, ma rafforza anche la reputazione delle aziende come partner affidabili e responsabili nel settore del sollevamento aereo.
collaboratori del settore. Ringrazio il team tutto e i membri dell’ISC per la loro dedizione al miglioramento della sicurezza nel settore dell’accesso motorizzato. Vi invitiamo a utilizzare questo rapporto per educare e promuovere la sicurezza nel settore dell’accesso motorizzato, dimostrando il nostro impegno a rendere le operazioni più sicure in tutto il mondo ”.
Un obiettivo comune
In Italia IPAF ha promosso il progetto DPI-CARD, un’iniziativa che ha riunito tre aziende italiane produttrici di dispositivi di protezione individuale per promuovere la sicurezza e imbracature: Camp, SpanSet e DeltaPlus. “ Nello spirito della nostra associa -
zione, tre storici competitor si sono seduti allo stesso tavolo per confrontarsi su temi cari al comparto. Da quest’iniziativa è nato uno strumento informativo sotto forma di card plastificata con funzione di portachiavi, che reca sul fronte e sul retro tutta una serie di indicazioni circa il corretto utilizzo e la corretta manutenzione dei dispositivi di protezione individuale. Abbiamo ritenuto importante sensibilizzare il settore su questo tema e per farlo le singole aziende hanno lavorato fianco a fianco per raggiungere obiettivi comuni, che vadano oltre all’interesse del singolo ”, ha spiegato Maurizio Quaranta. La card è stata presentata in occasione dell’evento “IPAF Anch’io” e distribuita a tutti i soci.
SICUREZZA
Piattaforme
“Low Level Access”
“Come JLG Industries Italia ci siamo sempre spesi sul tema della sicurezza, anche tramite IPAF, di cui siamo soci e in cui rivestiamo cariche a livello sia europeo che italiano. Io personalmente sono presidente del Consiglio Italiano, noto come INIC”, ha spiegato Nicola Pontini, General Manager di JLG Italia. Le macchine sviluppate da JLG prevedono un insieme di strumentazioni per salvaguardare l’operatore: “Alcune rispondono ai dettami della normativa come i dispositivi antischiacciamento, antiribaltamento, i sensori del carico e così via. Altre sono in più rispetto a quelle previste dalla normativa, in particolare stiamo puntando molto sulle piattaforme ‘Low Level Access’, ovvero per l’accesso a bassa quota (fino a 6 m): crediamo abbiano un ampio potenziale mercato in Italia non solo come alternativa sicura rispetto all’uso delle scale e trabattelli, ma anche come efficace mezzo di protezione delle malattie professionali degli operatori”. I lavori a bassa quota sono quelli dove gli operatori fanno meno attenzione, ma sono quello in cui si registra la percentuale più alta di infortuni. A tal proposito noi proponiamo le piattaforme Power Towers”. La gamma di prodotti Power Towers comprende otto tipologie di macchina: tre elevatori manuali a spinta (Pecolift, Ecolift ed Ecolift WR), quattro elevatori elettrici a spinta (Nano 25, Nano 35, Power Tower e Power Tower Duo) e due semoventi (Nano SP e Nano SP Plus). I Pecolift ed Ecolift sono stati introdotti nel 2013 come soluzione innovativa e unica nel Regno Unito come alternativa alle scale e ai podi. Da allora la loro accettazione sia nel Regno Unito che a livello globale è stata rilevante e il loro uso è ora considerato una “best practice” al posto di scale e podi. Sono riconosciuti non solo per il miglioramento della sicurezza, ma anche per la loro semplici-
tà, efficienza e migliore ergonomia degli operatori. E dal punto di vista della normativa? “L’Italia è tra i Paesi più restrittivi: ad esempio, anche sui macchinari in cui si sale e non si sbraccia come le scissors, le piattaforme verticali o le macchine a pantografo viene richiesta l’imbracatura, che all’estero in tanti altri Paesi non è richiesta perché per l’operatore non c’è il rischio di essere sbalzati fuori dal cestello. Però allo stesso tempo un operatore può utilizzare una scala a 6 m, una situazione sicuramente pericolosa o comunque faticosa e im-
pegnativa fisicamente per l’operatore che rischia di incorrere in malattie professionali”. Cosa mancherebbe per rendere il lavoro più sicuro? Secondo Pontini, “le leggi ci sono tutte, bisognerebbe solo interpretarle correttamente, senza che la burocrazia ostacoli il normale e corretto lavoro, facendo prevalere sempre il buon senso anche quando la normativa è poco chiara, come per esempio nel caso dello sbarco in quota dalle piattaforme in altezza. A oggi in Italia abbiamo più controlli rispetto a ciò che avviene in altri Paesi, eppure il numero di incidenti non è inferiore: bisogna cambiare qualcosa. La sicurezza non deve essere solo vista come un costo o un obbligo dettato dalla normativa, ma una soluzione concreta ed efficace per ridurre gli infortuni sul lavoro”.
Strumenti in continua evoluzione
Investire in sicurezza è da sempre una priorità anche per la francese Haulotte. L’attenzione negli anni si è concretizzata nell’adozione di una serie di soluzioni tecnologiche e costruttive sulle proprie attrezzature di sollevamento, ma anche in una costante presenza nelle sedi associative e istituzionali per aumentare la sensibilizzazione al tema. Nicola Violini, direttore generale di Haulotte Italia, cita le tecnologie a oggi disponibili, a cominciare dai dispositivi anti schiacciamento “Activ’ Shield Bar” e “SGS”, che rispondono a una delle principali cause di incidenti in quota. C’è poi “Fastn”, il rilevatore di ancoraggio dell’imbracatura, e “Activ’ Lighting System”, sistema di illuminazione del carro e della cesta per illuminare l’area di carico e scarico e rendere quindi molto più sicura l’operazione nelle ore buie o in zone scarsamente illuminate. “Dual Reach” è un sistema che permette, riducendo l’area di lavoro, di poter lavorare con inclinazioni e portate maggiorate; “2nd Life Kit” invece è la soluzione che permette, in fase di
Dossier
post-vendita, di sostituire e/o migliorare, tra le altre, le parti di sicurezza (cavi, sensori, celle di carico, adesivi sicurezza, eccetera).
Anche la tecnologia digitale e i dati relativi alla macchina hanno un ruolo importante in fatto di sicurezza con Haulotte, grazie a “My Companion”: inquadran -
L’INIZIATIVA
do un QR code sulla macchina si accede a una serie di informazioni tra cui panoramica di controlli da effettuare, documentazione, livelli carburante/batteria avvisi di sicurezza, condizioni meteo nell’area del cantiere e molto altro. Lo schermo interattivo “Activ Screen” posizionato sulla parte
DONNE NELL’ACCESSO AEREO
L’iniziativa promossa da IPAF intende riconoscere e premiare i contributi offerti dalle donne nel settore dell’accesso aereo, oltre a delineare percorsi di carriera per le donne già attive nel settore e per quelle che intendono entrarvi. Si ispira alla figura della presidente IPAF Karin Nars, la prima donna eletta in questo ruolo durante l’assemblea generale di Londra del marzo 2022, che nel discorso inaugurale aveva asserito che “l’inclusione è un elemento importante, poiché consente alle persone di condividere punti di vista diversi in un ambiente basato sul supporto reciproco. La sicurezza è un percorso comune a cui tutti possono e devono contribuire. Non possiamo permetterci di escludere nessuno dalla conversazione sulla sicurezza nel settore. Anche se lavoriamo in un settore dominato dagli uomini, occorre approfondire ulteriormente il discorso”.
IPAF spera che l’iniziativa incoraggi un
maggior numero di donne a portare conoscenze, passione ed etica lavorativa nel settore, oltre a riconoscere e condividere le storie ancora non raccontate di alcune delle migliaia di donne del settore. Karin Nars ha aggiunto: “Queste storie sono importanti per le giovani, che potranno trovare ispirazione e conoscere le strade intraprese dalle donne nel nostro settore. Con l’iniziativa Donne nell’accesso aereo invitiamo le donne di ogni età e ruolo professionale a condividere le proprie storie legate all’inclusività. Invitiamo le persone dotate di passione per il nostro settore e per la sicurezza nell’accesso aereo a fornire il proprio contributo”.
bassa della macchina fornisce poi informazioni su indicatori standard, allarmi e potenziali problemi tecnici, oltre a un sistema semplificato di “override” per compiere manovre di recupero operatore in caso di problematica. In ultimo, c’è la possibilità di dare un sistema di accesso alla macchina personalizzato per poterla rendere operativa solo per degli operatori selezionati. A proposito di sensori, bisogna citare anche “Transport Handle”, maniglia sensorizzata sul carro per dare consenso ai movimenti e poter posizionare la macchina in sicurezza sul camion. Per il benessere e la salute dei lavoratori c’è “Stop Emission System”, sistema automatico di spegnimento del motore durante le fasi di lavoro in cui non è richiesta potenza, con diversi benefit tra cui riduzione di rumore, inquinamento acustico ed emissioni nocive. Le leggi ci sono, cosa manca quindi in Italia per rendere davvero sicuro il lavoro? Secondo Violini, “quello che manca è una reale applicazione delle leggi, che permetterebbe di poter lavorare davvero in sicurezza, quindi controlli e formazione specifica dei ‘controllori’. Senza dimenticare che forse sarebbe necessaria a livello legislativo un’attenzione particolare al noleggio, oggi non regolamentato a dovere, lasciando spazio a operatori che in alcuni casi professionali non sono”. ■
DIMENSIONI COMPATTE, GRANDI RISULTATI
ORMI
UNA “CLINICA SPECIALIZZATA” PER IL SOLLEVAMENTO
L’AZIENDA DI CARUGATE (MI) RAPPRESENTA UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER TUTTI GLI
UTILIZZATORI DI PIATTAFORME AEREE - MA ANCHE DI MACCHINE MOVIMENTO TERRA -
AVVALENDOSI DELLA COLLABORAZIONE DI MARCHI PRESTIGIOSI, TRA I QUALI SPICCA IMER
ACCESS, DEL QUALE È OGGI DISTRIBUTORE UFFICIALE PER LA LOMBARDIA
di Pietro Gabrielli
Acronimo di “Officina Revisione Macchine Industriali,” la ORMI nasce a Carugate nel 1970 per mano del suo fondatore Ivano Guidetti, attualmente presidente dell’azienda, specializzandosi da subito nell’assistenza tecnica di qualsiasi tipologia di macchina industriale, dal trattore alla piattaforma aerea, collaborando già da subito con rinomati marchi dei settori di competenza. Da quest’anno ORMI è rivenditore ufficiale per la Lombardia di IMER Access, un traguardo raggiunto grazie alle dimostrazioni costanti di affidabilità e competenza espresse sul campo nel corso di oltre mezzo secolo di attività. Per conoscere meglio questa realtà a carattere familiare ed estremamente dinamica abbiamo incontrato proprio il suo fondatore, in compagnia dei figli Graziano e Diana, oggi al timone della società milanese.
Mezzo secolo di esperienza
Da oltre 50 anni, dunque, ORMI è presente sul mercato assicurando ai propri clienti un alto livello di qualità in termini di servizi. Ma oggi ORMI è a tutti gli effetti anche un vero e proprio rivenditore di piattaforme aeree.
“Dal 1970 siamo un punto di riferimento nel nostro territorio di competenza per quanto riguarda l’assistenza tecnica e la consulenza nel settore delle piattaforme aeree nuove e usate, oltre che nel comparto delle macchine movimento terra compatte”, spiegano Graziano e Diana Guidetti. “Da sempre collaboriamo con marchi prestigiosi. Conosciamo peraltro molto bene le esigenze degli operatori a cui ci rivolgiamo e per questo abbiamo sviluppato un’ampia gamma di servizi per rendere il loro lavo-
ro più semplice, produttivo e sicuro. Sempre più aziende, oggi, scelgono di affidarsi a noi in qualità di rivenditore specializzato. Sì, perché da diverso tempo abbiamo affiancato all’attività di assistenza e post-vendita anche quella di vendita vera e propria. L’aggiornamento costante dei nostri tecnici (attualmente il nostro personale è composto da una decina di persone) e il continuo rinnovamento degli strumenti di lavoro ci consente di affermarci costantemente ai vertici della categoria”.
ORMI, dunque, è oggi sinonimo di vendita di piattaforme aeree nuove semoventi, autocarrate e cingolate delle migliori marche italiane (“siamo molto orgogliosi di rappresentare esclusivamente marchi made in Italy”), ma è importante ricordare che l’azienda di Carugate è centro vendita di macchine usate d’occasione e di assistenza tecnica specializzata in officina e in cantiere (grazie a tre furgoni debitamente attrezzati, con interventi garantiti entro 12-24 ore dalla
chiamata), in grado di assistere i propri clienti con contratti di manutenzione programmata, verifiche periodiche INAIL con rilascio del verbale e corsi di formazione per utilizzatori, nonché con ricambi e accessori per piattaforme aeree di qualsiasi marca. “La nostra mission - spiegano i fratelli Guidetti - è ottimizzare il rendimento delle macchine e l’attività dei nostri partner e clienti privilegiando il servizio, partendo proprio dalla vendita, dai ricambi e dall’assistenza tecnica specializzata. L’acquisto di una macchina, infatti, è l’inizio di una collaborazione che può durare anni; l’assistenza al cliente è il nostro obiettivo principale e per questo mettiamo
zione, riducendo al minimo i disagi del cliente e i costi relativi al fermo macchina. Presso la nostra officina di Carugate, poi, effettuiamo le verifiche periodiche Inail con rilascio del regolare verbale di verifica e corsi di addestramento operatori con rilascio dei patentini”.
La sinergia con IMER Access
Il rapporto di ORMI con IMER Access è iniziato nel 1998, quando quest’ultima era conosciuta ancora con la denominazione Iteco e l’azienda milanese ne divenne centro di assistenza autorizzato; nel 2010 ne divenne concessionario (parallelamente al marchio IHIMER), mentre proprio da que-
‘ragno’ è diventato infatti un prodotto strategico per tutto il Gruppo ed è uno di quelli su cui sta investendo maggiormente, conquistando buone quote di mercato. Tra le recenti novità che stanno ottenendo più riscontri anche nel nostro territorio di competenza c’è la piattaforma cingolata IM R 20 DA da 20 m di altezza di lavoro e 230 kg di portata, una macchina che si caratterizza per la doppia articolazione con jib attivo e che garantisce un’elevata operabilità in tutte le condizioni di cantiere, sia in ambito edile che agricolo. Un prodotto davvero molto interessante, che si affianca ad altre quattro piattaforme di punta: una da 13 m telescopica, una da 15 m doppio articolata, una da 19 m
L’ASSISTENZA
a disposizione personale tecnico qualificato e aggiornato, un magazzino ricambi sempre fornito, tecnici esperti per un veloce intervento sul posto e tanto altro ancora”.
ORMI, dunque, grazie all’esperienza maturata nei suoi oltre 40 anni di attività offre un servizio di assistenza tecnica specializzata su qualsiasi tipologia di piattaforma aerea, nonché su macchine movimento terra, sollevatori telescopici, rulli compattatori, eccetera.
“La nostra assistenza tecnica in officina - spiegano i soci di ORMIconsente accurate ricerche guasti, rigenerazione di parti danneggiate, riparazioni di ogni genere e revisioni complete. L’assistenza tecnica esterna permette tempestivi interventi di riparazione in qualunque luogo o situa-
sto 2024 ORMI è stata rivestita della funzione di distributore ufficiale per la Lombardia. Un ruolo premiante e importante, in un mercato attualmente di complessa “lettura”. Confermano Graziano e Diana Guidetti: “Veniamo da alcuni anni storici record per tutti e il 2024 si è presentato come un altro anno positivo, anche se leggermente in tono minore rispetto agli ultimi periodi, quando siamo stati tutti supportati dagli incentivi concessi dallo Stato e che hanno aiutato le attività di vendita. Penso che quest’anno saremo comunque allineati a quelli scorsi. In termini di prodotto, IMER Access ha sempre avuto come core business le piattaforme a forbice, al fianco delle quali l’azienda ha recentemente inserito le piattaforme cingolate. Il prodotto
articolata semplice e un’altra da 23 m a doppia articolazione. Ma non dimentichiamo da dove IMER Access è partita: le gamma delle piattaforme a forbice si presenta oggi con una nuova motorizzazione, utilizzabili sia in interni che outdoor. Oltre a queste puntiamo molto anche sulla gamma di mini scissor lanciate da IMER Access e progettate per incontrare le necessità dei cantieri di ristrutturazione”. L’obiettivo che accomuna ORMI a IMER Access, dunque, è lo stesso: far lavorare i professionisti del cantiere con prodotti di altissima qualità, riducendo gli sforzi fisici degli operatori e ottenendo prestazioni elevate, fornendo le massime garanzie in termini di affidabilità delle macchine e dei servizi offerti sul mercato. ■
LA COSTRUZIONE DEL GRATTACIELO “TORRE PARKO” DI SARONNO
VISTA SUL PARKO
IL PROGETTO “TORRE PARKO” RAPPRESENTA UN INTERVENTO VOLTO A RIDISEGNARE
LO SKYLINE DI SARONNO, IN PROVINCIA DI VARESE. CON I SUOI 20 PIANI FUORI TERRA
SARÀ LA STRUTTURA PIÙ ALTA DELLA CITTÀ LOMBARDA. PER LA COSTRUZIONE
DELL’EDIFICIO SI STANNO UTILIZZANDO DUE GRU POTAIN A ROTAZIONE ALTA MONTATE
ALLA MASSIMA ALTEZZA, SCELTE PER LA LORO EFFICACIA E AFFIDABILITÀ
di Ettore Zanatta
Con la denominazione
“Torre Parko” viene identificato il nuovo progetto di un edificio a destinazione mista, residenziale, direzionale e commerciale che sta prendendo forma nella città di Saronno, in provincia di Varese. Una volta terminato, si presenterà come una struttura moderna, dallo stile essenziale e minimalista e dal design verticale che intende rimodellare il concetto dell’abitare.
L’“abitare” inteso non solo come spazio fisico, ma come luogo connesso con le persone e le loro abitudini e che rappresenti e identifichi gli individui. Un ambiente, in pratica, che trasmetterà il carattere di chi lo abiterà. L’edificio - progettato da Park Associati, noto studio di architettura, interni e design di Milano, e realizzato da Sigma Costruzioni, importante realtà nel panorama immobiliare lombardo - sarà il primo grattacielo
“TORRE PARKO” È IL NOME DI UN NUOVO PROGETTO RESIDENZIALE CHE SI INTEGRERÀ IN UN’AREA RIQUALIFICATA DI SARONNO (VA), CIRCONDATA DA SERVIZI E INFRASTRUTTURE. UNA STRUTTURA MODERNA, DALLO STILE ESSENZIALE, MINIMALISTA E CONTEMPORANEO. UN EDIFICIO CHE SI SVILUPPERÀ IN SENSO VERTICALE E RIDISEGNERÀ LO SKYLINE DELLA CITTÀ
di Saronno: con i suoi 20 piani fuori terra ridisegnerà il volto della città lombarda, svettando sul suo skyline e regalando un panorama sorprendente. Consegnare un progetto di questa portata alla città saronnese, in particolare, rappresenta per Sigma Costruzioni una naturale evoluzione dello sguardo proiettato al futuro e una sfida architettonica ambiziosa, colta con coraggio, realismo e consapevolezza.
Il progetto
A Saronno sono da tempo ripartiti i lavori nell’area industriale dismessa denominata “ex Cemsa”, a ridosso del centro cittadino, come ben sanno i saronnesi che quotidianamente sbirciano il cantiere Torre Parko che sta sorgendo proprio alle spalle della stazione ferroviaria e che si prepara a vivere grandi cambiamenti con la riqualificazione anche
L’IMPRESA DI COSTRUZIONI IMPEGNATA DALL’AGOSTO 2023 NELLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO “TORRE PARKO” È LA SIGMA COSTRUZIONI, REALTÀ NATA NEL 2000 QUALE AZIENDA SPECIALIZZATA NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI EDILI. NELLE IMMAGINI, FASI INIZIALI DEL PROGETTO, CHE SI SVILUPPA IN UNA PORZIONE DELL’AREA DISMESSA DELL’EX CEMSA, DOVE FINO AL 1948 SI PRODUCEVANO COSTRUZIONI ELETTROMECCANICHE E LOCOMOTIVE A VAPORE ED ELETTRICHE. QUI, ORA, TECNICA E TECNOLOGIA SONO STATE APPLICATE A UN CRONOPROGRAMMA CHE PREVEDE IL TERMINE DEI LAVORI PER LA FINE DEL 2025
dell’ex Isotta Fraschini. Ma di cosa si tratta, nella fattispecie? Torre Parko è il nome di un complesso multifunzionale - di 20 piani fuori terra più due interrati - che una volta terminato s’integrerà armonicamente nel tessuto che lo circonderà; i volumi dell’edificio creeranno equilibrio e continuità tra piani inferiori e quelli alti e genereranno ambienti capaci di interagire con il contesto urbano e naturale. La residenza sarà immersa in un ampio parco, ideale per il divertimento e il relax. Il progetto s’inserisce peraltro in un’area che è stata completamente riqualificata e circondata da servizi e infrastrutture, a pochi passi dal centro storico e dalla stazione cittadina, in una posizione strategica tra le province di Varese, Como e Milano. Si parla, nella fattispecie, di circa 28.000 m3 di costruito, suddivisi in 500 m2 di piano terra a uso commerciale, quattro piani a uso ufficio per circa 2.000 m2, il resto destinato a uso residenziale, per un’altezza totale di circa 75 m. Il progetto “Torre Parko” rispecchia i più moderni canoni di edilizia ed è in linea con le nuove tendenze: si caratterizzerà per eleganza, design ricercato e stile raffi-
nato; inoltre, l’architettura lineare sarà mitigata dalle ampie logge e dalla luce naturale che filtrerà negli spazi abitativi. Estetica e funzionalità saranno elementi interconnessi che - giocando con forme, materiali e proporzioni - creeranno aree versatili per rispondere alle differenti esigenze abitative. Gli appartamenti saranno caratterizzati da spazi contemporanei e funzionali. Oltre a soluzioni abitative, Torre Parko ospiterà anche aree di “co-working” e servizi dedicati ai residenti, quali family e “fitness area” e “car charge”. Grazie al costante impegno nell’innovazione e nell’adozione di tecnologie all’avanguardia, nonché di soluzioni sostenibili, la progettazione di questa struttura risponde alle attuali necessità e sfide: l’edificio sarà realizzato in classe A, raggiunta anche tramite l’utilizzo di fotovoltaico e geotermia (per la costruzione saranno impiegati materiali a basso impatto ambientale di origine naturale e di facile riciclabilità).
Una progettazione integrata L’impresa di costruzioni impegnata dall’agosto 2023 nella realizzazione del progetto “Torre Parko”
è la SIGMA Costruzioni, realtà nata nel 2000 - grazie all’intuizione di due giovani imprenditori, Stefano Signorelli e Marco Uboldi - quale azienda specializzata nel settore delle costruzioni edili. Oggi l’azienda di Caronno Pertusella (VA) opera in qualità di General Contractor nel panorama lombardo e italiano, offrendo pacchetti chiavi in mano. In particolare, si occupa di ristrutturare e/o realizzare, per conto di aziende e privati, sia edifici residenziali che industriali e commerciali: dall’analisi e dalla progettazione allo sviluppo e alla realizzazione architettonica e strutturale, dalla gestione dei fornitori alla posa delle finiture, fino alla vendita o alla locazione immobiliare, SIGMA Costruzioni accompagna i propri clienti in tutte le fasi del progetto. “SIGMA Costruzioni - spiegano i rappresentanti dell’azienda incontrati all’interno del cantiere di Saronno - progetta un futuro con soluzioni costruttive efficaci e contemporanee, che si integrino nel tessuto cittadino e valorizzino l’esperienza urbana e le risorse del territorio. SIGMA Costruzioni si caratterizza per l’impegno e la passione di tutti i
collaboratori e per la continua ricerca dell’eccellenza. Il rispetto dell’ambiente e la trasparenza rappresentano una priorità per l’azienda: l’impegno per un mondo migliore si traduce in strategie e azioni che rispettano i più elevati standard di sostenibilità, etica e ‘compliance’”. I numeri all’attivo di SIGMA Costruzioni ne testimoniano la rilevanza: 90 le persone impiegate, 76 i milioni di euro fatturati nel 2022 e 77 nel 2023, oltre 500 i cantieri gestiti, oltre 250 gli edifici residenziali realizzati e oltre 50 le riqualificazioni energetiche. “SIGMA Costruzioni si avvale inoltre dell’opera di SIGMA Engineering - aggiungono i responsabili dell’azienda lombarda -, la società del Gruppo che si occupa di progettazione integrata per gli aspetti ingegneristici, architettonici e urbanistici e che in questo cantiere opera in qualità di Direzione Lavori. SIGMA Engineering effettua inoltre l’ingegnerizzazione costruttiva dei progetti, con l’obiettivo finale dell’utilizzo diretto in cantiere per la realizzazione, e segue ogni processo della progettazione edilizia, in tutte le sue fasi: dagli studi di fattibilità con valutazioni tecniche-economiche-urbanistiche e due ‘diligence’ immobiliari agli studi di impatto ambientale, dalle pratiche edilizie alla progettazione preliminare, definitiva, esecutiva e costruttiva, dalla Direzione Lavori e il controllo sull’esecuzione delle opere fino all’agibilità dell’immobile e alla consegna ‘chiavi in mano’. Nella realizzazione dei progetti garantiamo competenza (mettiamo a disposizione il nostro knowhow e le nostre capacità tecnico/organizzative per soddisfare e superare le aspettative dei clienti), eccellenza e affidabilità (crediamo nell’importanza del dialogo nella relazione con il cliente e manteniamo elevati livelli di qualità e performance), tempestività (il rispetto delle tempistiche è il nostro marchio), sostenibilità, trasparenza e innovazione. Costruire, per noi, significa infatti dare forma a nuove idee, coniugando tradizione, soluzioni all’avanguardia, materiali e macchine innovativi”
Una coppia vincente
Le gru a torre Potain sono conosciute in tutto il mondo per la loro potenza di sollevamento e per il loro design innovativo: dalle “topless City”, capaci di costruire super-grattacieli, alle gru automontanti Hup, che hanno trasformato l’edilizia residenziale, il costruttore propone sul mercato oltre 60 tipologie di gru a torre adatte a una grande varietà di cantieri. Apprezzate particolarmente per la loro facilità d’utilizzo, l’efficienza nel trasporto e i tempi di montaggio rapidi, le gru Potain costellano gli skyline di tutto il mondo. Sono proprio due di queste gru a rotazione alta che attualmente stanno costellando quello di Saronno, qui utilizzate “in coppia” per ottimizzare e velocizzare le operazioni di realizzazione delle strutture in opera, con getti in cemento armato e relative casserature, e il posizionamento di strutture in bilastra
prefabbricate che nelle intenzioni avranno sia funzioni strutturali che architettoniche. “Con l’utilizzo di una sola gru non saremmo riusciti a rispettare i tempi programmati dell’avanzamento lavori”, affermano i responsabili di SIGMA Costruzioni. “L’utilizzo di entrambe le gru Potain, invece, ha consentito di organizzare al meglio il piano lavori e ha permesso di gestire l’interferenza delle varie attività in loco, ottimizzando le tempistiche”.
A proposito di gru, parliamo di una MDT 219 J10 e di una MDT 178: la prima, caratterizzata da un braccio da 50 m (in versione lunghezza parziale rispetto ai 65 m disponibili), con capacità nominale massima di 10 t (3,8 t in punta braccio), argano di sollevamento da 50 HP e capacità di avvolgimento fune oltre i 500 m; la seconda allestita con braccio da 35 m (in versione lunghezza parziale rispetto ai 60 m disponibili), con capacità no-
minale di 8 t (4,5 t in punta braccio). L’operatore, qui, beneficia di una cabina in quota (modello Ultra View, con il comfort di aria condizionata o riscaldamento) dalla quale poter fare tutti i movimenti con la massima visibilità e sicurezza. Le due gru Potain sono installate ad altezze differenti tra loro - una a 90 m, l’altra a 80 m - utilizzando una composizione della torre in sezione decrescente verso l’alto passando da 2,5 a 2,0 m: in tal modo l’attività di costruzione e finitura risulta libera di erigere la struttura dell’edificio senza avere alcun contatto con la torre delle gru. Gru, inoltre, in grasdo di resistere alle sollecitazioni di peso della struttura e dei carichi sollevati essendo ancorate a quattro piedi annegati in un plinto di fondazione in cemento armato, calcolato in base alle reazioni al suolo che vengono fornite da Potain in funzione delle altezze richieste dal cantiere. ■
DALLO XIANGJIANG ALLA SENNA
DIECI PAESI, 100 CITTÀ, 1.000 IMPRESE, 10.000 MIGLIA:
LA PROMOZIONE GLOBALE DEL CICEE 2025 - EVENTO CHE
SI SVOLGERÀ CHANGSHA (CINA) DAL 15 AL 18 MAGGIO
DEL PROSSIMO ANNO - È DIVENTATA “GLOBALE” E HA
RAGGIUNTO L’EUROPA LO SCORSO APRILE IN OCCASIONE
DELLO SCORSO INTERMAT 2024
Dopo la prima “promozione globale” del Changsha International
Construction Equipment Exhibition (CICEE) tenutasi a Kuala Lumpur, in Malesia, alla fine di novembre 2023, le successive promozioni dell’evento - le cui di Liliana Rebaglia
interazioni “faccia a faccia” sono in pieno svolgimento - hanno avuto luogo a Guangzhou e a Quanzhou il 12 e il 17 aprile scorsi e si sono rinnovate in occasione di Intermat 2024. Il CICEE 2025 si terrà dal 15 al 18 maggio del prossimo anno presso il Changsha International
Convention and Exhibition Center, su un’area espositiva prevista di 300.000 m2 dove troveranno spazio circa 1.800 espositori, dei quali 35 dei 50 principali marchi mondiali di macchine per l’edilizia. Sono previsti oltre 300.000 visitatori professionali.
Allinearsi con
l’Europa
La promozione dell’edizione 2025 del Changsha International
Construction Equipment Exhibition (CICEE), con il motto “Ten Countries, Hundred Cities, Thousand Enterprises, Ten Thousand Miles Tour” è sbarcata a Parigi lo
IL CICEE PROMETTE DI ESSERE UN GRANDE EVENTO IN GRADO DI COMBINARE FORUM INTERNAZIONALI, CONCORSI E SCAMBI DI TECNOLOGIE ALL’AVANGUARDIA, INSOMMA UNA GRANDE VETRINA GLOBALE PER LE AZIENDE
scorso aprile. È la seconda volta che il comitato organizzatore si presenta in Francia, dopo la conferenza stampa inaugurale svoltasi nell’aprile 2019. L’evento - al quale hanno aderito diverse figure di spicco del settore delle macchine per le costruzioni - è stato presieduto da Zhou Xianbiao, Segretario Generale della China Construction Machinery Society, mentre Chen Jialiang, direttore del Dipartimento Esposizioni della China Machinery Industry Federation, ha tenuto un discorso di benvenuto. “Il CICEE
promette di essere un grande evento in grado di combinare forum internazionali, concorsi e scambi di tecnologie all’avanguardia, insomma una grande vetrina globale per le aziende”, ha dichiarato un portavoce del comitato organizzatore, il quale auspica che quest’evento serva da piattaforma per un elevato numero di imprese europee, “nella speranza che esse investano in Cina e condividano nuove opportunità, facendo progredire la cooperazione sino-europea verso nuove vette”. Associazioni e costruttori hanno nell’occasio-
ne stabilito una partnership strategica con il CICEE, con l’obiettivo di approfondire e ampliare la loro cooperazione pragmatica in settori quali la pubblicità, l’organizzazione di espositori e pubblico, la partecipazione a mostre e conferenze e altro ancora. Nel giro di pochi giorni i membri del comitato si sono recati in Germania, Francia e Austria per visitare Hannover Messe in Germania e Intermat in Francia, sostenendo scambi produttivi con costruttori internazionali come Caterpillar e Komatsu, impegnandosi in dibattiti riguardanti le ultime tecnologie e i prodotti presentati da queste aziende. Entrambe le parti hanno convenuto di rafforzare ulteriormente in futuro la loro cooperazione, reciprocamente vantaggiosa.
La Changsha International Construction Equipment Exhibition ha sempre enfatizzato i temi legati all’innovazione e alla sostenibilità. Nelle prime tre sessioni sono stati lanciati oltre 2.200 nuovi prodotti e più di 3.000 nuove tecnologie a livello globale. L’evento ha fatto registrare la presenza di 20 autorità accademiche e 568 esperti nazionali, nonché quasi 60 forum di alto livello e oltre 300 relazioni professionali. Fin dall’inizio, il CICEE ha attirato più di 60 associazioni imprenditoriali di fama internazionale, tra cui la statunitense AED (Associated Equipment Distributors (AED), la britannica IPAF (International Powered Access Federation), la spagnola ANMOPYC (Spanish Manufacturers Association of Construction and Mining Equipment), l’indiana CERA (Construction Equipment Rental Association) e la malesiana KCA (Korea Crane Association). Il CICEE è rappresenterà dunque un palcoscenico prestigioso per la presentazione di numerosi prodotti di alta qualità dell’industria cinese. La quarta edizione della Changsha International Construction Equipment Exhibition si è tenuta dal 15 al 18 maggio 2025.
Cinque punti di forza
In occasione della promozione europea del CICEE 2025 il comitato organizzatore ha annunciato i cinque punti salienti della mostra: promuovere l’innovazione tecnologica dell’industria con il tema “Nuova produttività di qualità” (l’eventoche prevede un’esplosione di nuove tecnologie, prodotti, nuovi metodi e soluzioni di servizio integrate per l’industria globale dei macchinari per l’ingegneria, che copriranno aree che vanno dalla digitalizzazione basse emissioni di carbonio, dal 5G alla guida autonoma, dalla costruzione “intelligente” all’energia verde, elettrica e all’idrogeno ); stabilire la tendenza globale per il mercato dei macchinari per l’ingegneria e basandosi sulla cooperazione con oltre 160 associazioni imprenditoriali internazionali e nazionali; creare una “piattaforma commerciale internazionale” per accelerare la cooperazione globale nel settore dei macchinari per le costruzioni, facilitando l’incontro tra domanda e offerta e collegamenti fruttuosi; puntare all’eccellenza internazionale e stabilire un punto di riferimento per i servizi fieristici e multilingue ad alto valore aggiunto e padiglioni espositivi online; promuovere l’integrazione tra la fiera e la città per creare un evento “globale” che condivida anche il fascino culturale, il patrimonio industriale e l’atmosfera vivace di Changsha.
Una sede prestigiosa Changsha non è solo una città di rilevante importanza storica e culturale in Cina, ma è anche una sede prestigiosa nel campo delle macchine per l’edilizia. Il valore totale della produzione di macchinari a Changsha rappresenta circa il 33% del totale cinese e l’8,5% del totale mondiale. Changsha, insieme Illinois (USA) e a Tokyo (Giappone), è considerata uno dei tre principali poli mondiali dell’industria dei macchinari per le costruzioni. Inoltre, è la sede centrale di cinque importanti società (Sany
Group, Zoomlion Heavy Industry, China Railway Construction Heavy Industry, Sunward Intelligent e Sinoboom. E ancora: Changsha possiede centri di innovazione di livello mondiale nel settore, con 23 “piattaforme tecnologiche” di livello nazionale, oltre 20.000 brevetti effettivi e più di 300 standard internazionali e nazionali formulati. Qui è stata sviluppata una serie di prodotti leader a livello mondiale, tra cui la gru a torre più grande al mondo da 20.000 t, la gru fuoristrada più grande da 3.600 t, l’autopompa per calcestruzzo con brac-
cio in fibra di carbonio più lungo da 101 m, la piattaforma aerea più alta da 72,3 m, la prima mietitrebbia AI (senza operatore) e la macchina per tunnelling dal diametro più grande. A Changsha sono infine presenti oltre 20 magazzini di parti di ricambio, centri di assistenza e basi di produzione e da qui vengono esportati prodotti in oltre 180 Paesi. Basandosi su una solida base industriale, il CICEE è quindi sempre più orientato al mercato globalizzato ed è diventato il principale evento fieristico del settore in Asia. ■
PLATFORM BASKET
La gamma elettrica per il mercato globale
Negli ultimi dieci anni, Platform Basket (Poviglio – RE) ha risposto con prontezza alle richieste crescenti del mercato americano ed europeo orientandosi verso lo sviluppo di piattaforme aeree alimentate da batterie agli ioni di litio.
promuovere soluzioni più sostenibili. Le batterie al litio offrono vantaggi significativi come maggiore efficienza, rapidità di ricarica, una vita operativa più lunga e manutenzione ridotta al minimo.
Platform Basket non ha
ha anche ottimizzato il suo utilizzo per migliorare le prestazioni complessive delle sue piattaforme, sia per applicazioni indoor che outdoor. Oggi, le versioni “full electric”, progettate per soddisfare le esigenze più stringenti,
sono disponibili con un sistema a 48V e una potenza installata fino a 21,5 kWh, garantendo fino a otto ore di autonomia e offrendo prestazioni equivalenti, in termini di velocità di traslazione e operatività, alle versioni a motore endotermico.
La Spider 33.15 è dotata di bracci telescopici che offrono un’elevata altezza di superamento ostacoli e prestazioni ottimali grazie a un diagramma di lavoro ben progettato. Nonostante la sua robustezza è estremamente compatta e permette una chiusura minima con il cestello montato, rendendola ideale per operazioni in spazi ristretti. Il modello in oggetto dispone inoltre di un carro cingolato allargabile con un sistema esclusivo di Platform Basket, in grado di migliorare la manovrabilità a carro largo e di mantenere un’altezza ridotta quando
versatile la piattaforma Spider 33.15 può essere utilizzata in molteplici applicazioni, mantenendo sempre un elevato standard di sicurezza e operatività. La sua capacità di adattarsi a diversi contesti, dalle aree urbane agli ambienti industriali, la rende una scelta ideale per le aziende che desiderano ridurre il proprio impatto ambientale senza rinunciare alle prestazioni che assicura un motore endotermico. Le opzioni “full electric”, disponibili anche per le piattaforme di piccola taglia destinate all’uso indoor, sono offerte in configurazioni a 24V o 48V, per ottimizzare l’efficienza dei movimenti.
L’adozione di motori conformi alle più recenti normative e l’utilizzo di batterie agli ioni di litio, come già accennato, permettono operazioni libere da emissioni nocive, garantendo un impatto ambientale ridotto. L’obiettivo di Platform Basket rimane quello di fornire macchine “full electric” con prestazioni equivalenti a quelle endotermiche, per soddisfare le esigenze dei clienti più attenti all’ambiente, senza però compromettere in alcun modo la produttività. Il reparto Ricerca e Sviluppo dell’azienda di Poviglio continua a esplorare nuove
soluzioni per rispondere efficacemente alle esigenze di un mercato in costante evoluzione, mantenendo un equilibrio tra innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale.
PRODOTTI
HYUNDAI
I nuovi carrelli elevatori elettrici BE-X
Con l’introduzione della gamma di carrelli elevatori elettrici BE-X, HD Hyundai XiteSolution - Material Handling accresce il suo appeal nel mercato dei compatti, offrendo una soluzione di movimentazione materiali vantaggiosa in termini di costo-efficacia agli utenti senza esigenza di utilizzo intensivo. La gamma comprende due macchine a tettuccio standard con capacità di 1,6 e 2,0 t e tre modelli cabinati con capacità di 2,5, 3,0 e 3,5 t. Tra le principali caratteristiche di queste macchine: batterie piatte tradizionali comprovate o batterie ioni-litio opzionali; motoassali ad alta efficienza energetica che riducono il consumo elettrico; motoassale
singolo con motore IP54 per ambienti esterni; postazione operatore di progettazione ergonomica con piantone sterzo regolabile; sistemi multipli.
I modelli 16BE-X e 20BE-X hanno una capacità nominale massima rispettivamente di 1,6 e 2 t. Con un peso di 3.323 kg e 3.677 kg, i carrelli elevatori possono essere configurati con un montante a due stadi o con montante a sollevamento libero a tre stadi. L’altezza massima delle forche per il montante due stadi è 3.000-5.000 mm, che arriva a 4.000-6.000 mm per il montante tre stadi. Pur essendo destinati a clienti per i quali non si prevede l’utilizzo intensivo
i compatti BE-X assicurano una produttività rilevante. Con la migliore efficienza energetica della categoria, le due macchine BE-X montano un motoassale che assicura un risparmio energetico del 12% e una minore rumorosità, inferiore di 8,7 dB rispetto alla precedente macchina B-9F. Entrambe le macchine sono equipaggiate con un motoassale singolo dotato di motore di classe IP54, che consente l’utilizzo all’aperto in tutte le condizioni meteo. Il telaio ribassato assicura un baricentro basso, con le batterie collocate tra le ruote anteriori e posteriori. Le macchine sono offerte con una batteria al piombo, con capacità di 420 Ah, o con
una batteria agli ionilitio LiFePo4, con capacità di 300 Ah. Quest’ultima consente una ricarica rapida di due ore per le attività a due o più turni. Le batterie possono essere ricaricate sia a bordo, tramite uno sportello sul lato della macchina, sia rimuovendo la batteria con un transpallet attraverso l’apposito vano per l’estrazione laterale. I modelli 25BE-X, 30BE-X e 35BE-X HD Hyundai hanno pesi operativi rispettivamente di 4.484 kg, 4.947 kg e 5.272 kg e capacità di carico nominali di 2,5, 3,0 e 3,5 t. Possono essere configurati con montante a due stadi, con un’altezza massima delle forche di 3.005-5.005 mm, o con montante a grande alzata
libera a due stadi, con altezza delle forche di 2.955-3.455 mm, o con montante a grande alzata libera completa tre stadi, con un’altezza delle forche di 4.305-6.005 mm. Il focus della progettazione di questi modelli più pesanti è rivolto anche all’efficientamento energetico, tanto che i propulsori assicurano risparmi dell’8,2% rispetto alle macchine Serie 9F. Anche per questi modelli i motoassali singoli e i motori IP54 consentono l’utilizzo al chiuso e all’aperto, nonché una riduzione del rumore di 6,5 dB rispetto alla generazione precedente. Il 25BE-X è alimentato da un gruppo batteria da 48 V - 600 Ah, mentre i due modelli più grandi utilizzano una batteria da 80 V - 500 Ah. Anche per questo modello è possibile scegliere le batterie agli ioni di litio che consentono una ricarica rapida e un prolungamento dell’operatività. I carrelli, come tutte le macchine HD Hyundai XiteSolution, sono dotati di postazioni dell’operatore confortevoli, con sedile Grammer a sospensione completa di serie. Le leve di comando sono a portata di mano, alla destra dell’operatore, e riducono lo sforzo fisico, rispetto a quelle più comuni montate sul cruscotto. Le batterie dal design piatto contribuiscono ad abbassare il pianale e il sedile operatore, tanto che il primo gradino risulta circa 98 mm più basso rispetto a un carrello
convenzionale. Lo sterzo è dotato di assistenza idraulica e il piantone sterzo può essere inclinato avanti o indietro per adattarsi all’operatore. I carrelli BE-X sono dotati di un sistema antiribaltamento che impedisce alla macchina di muoversi all’indietro quando il pedale acceleratore o il pedale freno non sono azionati, anche e soprattutto in pendenza. Inoltre, il sistema semplifica le partenze su rampe. Di serie è anche il sistema di rilevamento presenza operatore (OPSS) che disabilita le operazioni di traslazione e sollevamento quando l’operatore lascia il posto di guida. Tramite il monitor multifunzione nella postazione operatore è possibile impostare limiti di velocità di traslazione adattati agli ambienti di lavoro. Le macchine offrono tre modalità operative, con velocità di traslazione e sollevamento separate, oltre alla cosiddetta modalità tartaruga, che riduce la velocità massima nella modalità impostata.
Le funzioni di sicurezza opzionali includono la limitazione della velocità di traslazione a 3 km/h nelle traslazioni con carichi issati a oltre 500 mm. È inoltre possibile configurare come optional le telecamere anteriori e posteriori associate a un monitor a due canali, una barra di presa posteriore con avvisatore acustico, nonché una serie di luci di lavoro e di segnalazione di sicurezza a LED. Basandosi sull’esperienza pluriennale di HD Hyundai XiteSolution, le macchine BE-X incorporano tutta la tecnologia e la qualità che ogni cliente richiede, come gli interruttori a chiave impermeabili e antipolvere, e i microinterruttori a tenuta nell’impianto idraulico delle leve di comando che prevengono le avarie quando si opera in ambienti polverosi. I modelli BE-X rivelano tutta la qualità HD Hyundai in ogni singolo dettaglio. Tuttavia, rispetto ad altre macchine top di gamma della
casa, la sostanzialità che li contraddistingue rende questi carrelli particolarmente adatti a chi è attento anche ai costi. I modelli BE-X sono perfetti per quelle aziende che non hanno come esigenza principale la movimentazione intensiva con i carrelli. Sebbene garantisca una produttività elevata, anche in faticosi turni prolungati, la gamma di carrelli BE-X rappresenta un’eccellente alternativa per godere della rinomata qualità di una macchina HD Hyundai XiteSolution, ma a un prezzo di acquisto più basso.
La nuova piattaforma S20 “Light and Compact”
CMC ha presentato agli operatori internazionali la sua ultima innovazione, la piattaforma S20, durante gli eventi fieristici Platformers‘ Days, Vertikal Day, GaLaBau, APF e Ragley Estate. Questi eventi hanno rappresentato un’occasione perfetta per presentare una macchina che combina prestazioni superiori, versatilità e sicurezza avanzata, posizionandosi come un unicum nel segmento delle piattaforme da 20 m.
La CMC S20 si distingue per un design compatto che non sacrifica robustezza e funzionalità. Con un peso totale di 2.980 kg e dimensioni ridotte, è ideale per operare in ambienti di lavoro complessi, come aree urbane
congestionate e cantieri con spazi ristretti.
La piattaforma è dotata di una cesta biposto rotante 90°+90° con sistema di sgancio rapido che consente un’installazione e rimozione rapida, garantendo sicurezza e praticità per due operatori e i relativi strumenti, con una portata massima di 230 kg. Nonostante la compattezza, grazie al disegno geometrico la CMC S20 offre prestazioni di rilievo: Ccon un’altezza massima di lavoro di 19,9 m e uno sbraccio massimo di 10,4 m col massimo carico in cesta, è ideale per una vasta gamma di applicazioni, tra cui interventi su edifici, installazioni elettriche, potature e lavori di manutenzione.
La piattaforma è equipaggiata con una tecnologia avanzata di stabilizzazione automatica che garantisce sicurezza e precisione anche su terreni irregolari, permettendo di sfruttare lo sbraccio indipendentemente dal carico in cesta.
HAULOTTE
Produttività incrementata con “My Companion”
Haulotte presenta un nuovo prodotto digitale, “My Companion”, con l’obiettivo di fornire agli utenti informazioni complete e precise sulla macchina e sul suo ambiente di lavoro.
“MyCompanion” è uno strumento ergonomico, facile da usare e scalabile per aiutare gli operatori a familiarizzare con la macchina. Con “My Companion” in pochi secondi sono disponibili informazioni sulla macchina per aumentare produttività, efficienza e sicurezza per gli operatori. Questo strumento funziona utilizzando un codice QR apposto sulla macchina: gli utenti devono semplicemente scansionarlo per accedere alla documentazione specifica della macchina in base al numero di serie e alla lista di controllo da completare prima di utilizzarla. Si ottiene così tutta la documentazione per la propria piattaforma in un unico posto: manuali utente, libri di servizio, cataloghi di parti di ricambio e video di panoramica degli ordini.
“Non si tratta di un’applicazione da scaricare; dopo aver scansionato il codice QR si accede subito a un sito ottimizzato per la navigazione mobile. In tal modo è più semplice e veloce”, spiega Marine Fargetton, responsabile dell’unità Digital Experience. Tutto ciò
consente di comprendere meglio la macchina con contenuti interattivi - come i video di panoramica dei controlli, che spiegano quello che si deve sapere sul proprio modello di PLEe permette all’operatore, autorizzato a utilizzare il mezzo, di prendere facilmente il controllo della macchina seguendo semplici istruzioni.
“Con MyCompanion ci rivolgiamo agli operatori del settore; questo si adatta perfettamente alla nostra filosofia di raggiungere tutti coloro che lavorano con le nostre macchine, utilizzando lo strumento giusto al momento giusto e nel posto giusto”, spiega Frédéric Menini, Digital Product Manager.
“MyCompanion” rafforza la sicurezza e la gestione energetica; ma non è tutto: fornisce anche previsioni meteorologiche locali, specificando i potenziali rischi per le operazioni (vento, pioggia, eccetera). Questa funzione - e molte altre - rende l’operatore consapevole dell’ambiente
esterno. È disponibile anche una lista di controllo di sicurezza per una rapida ispezione visiva della macchina. Inoltre, se la piattaforma è collegata a SHERPAL – la soluzione telematica di Haulotte - lo strumento fornirà i livelli di carburante o batteria in tempo reale e avvisi di sicurezza, consentendo all’operatore di rimanere al sicuro ed evitare qualsiasi problema. Queste caratteristiche vengono visualizzate in base alla posizione della macchina, grazie alla funzione geofencing integrata nel box SHERPAL. “Lavoriamo in modo coordinato con una visione globale. In definitiva, l’idea è che il nostro strumento di monitoraggio da remoto, SHHERPAL, integri le stesse funzionalità che abbiamo immaginato per ‘MyCompanion’ al fine di garantire la coerenza e la complementarità dei nostri strumenti digitali e garantire la migliore esperienza per il cliente”, conclude Frédéric Menini. Questo nuovo strumento incarna la
dinamica di innovazione instillata come parte del piano strategico digitale del Gruppo francese. Per equipaggiare le macchine di una flotta esistente è possibile ordinare i codici QR sul portale “MyHaulotte”. I clienti possono eseguire la procedura da soli; in tal caso, per garantire il corretto processo, la filiale territoriale è il contatto principale per aiutare il cliente quando utilizza “MyCompanion”.
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