BUONA LETTURA
del numero digitale di Maggio-Giugno 2023
questa è la replica dell’edizione stampata La lettura è promossa da
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Le nuove piattaforme aree a pantografo elettriche JCB Access da 4 a 14 metri sono costruite secondo gli standard più elevati, per soddisfare le esigenze di società di noleggio, imprese e operatori. Progettati con la qualità e l’affidabilità garantite da oltre 70 anni di esperienza JCB come produttore di macchne e attrezzature per l’edilizia e l’industria, gli scissor elettrici JCB Access stabiliscono nuovi elevati standard per design, robustezza e qualità costruttiva.
4 Editoriale di Ettore Zanatta
6 Notizie a cura di Liliana Rebaglia
24 Costruzioni Digitalize or die? di Cristina Cassinari
LA PIATTAFORMA ELETTRICA JLG EC520AJ GEN. 2
LA PROPOSITIVITÀ DEL VALORE di Ettore Zanatta
Direttore responsabile
Luigi Zaffagnini - l.zaffagnini@capoversoeditrice.it
Direttore editoriale
Ettore Zanatta - ettore.zanatta@capoversoeditrice.it
Responsabile commerciale
Luisa Casazza - l.casazza@capoversoeditrice.it
Hanno collaborato a questo numero: Mirko Brusamolino, Cristina Cassinari, Pietro Gabrielli, Gianni Gennari, Liliana Rebaglia, Stefano Vitali
Ufficio amministrazione
Roberta Fabbri - r.fabbri@capoversoeditrice.it
tel. 0545 967722
Ufficio abbonamenti
tel. 0545 967722
e-mail: info@capoversoeditrice.it
Abbonamenti
Italia: euro 30,00 (IVA compresa)
Other countries: euro 42,00 (IVA compresa)
30 Tadano (E)missione possibile! di Mirko Brusamolino
36 Faresin Industries
Una primavera “elettrizzante” di Pietro Gabrielli
42 Platform Basket Sviluppo verticale di Ettore Zanatta
46 JCB Bivio per la sostenibilità di Stefano Vitali
50 Dieci “Dieci” in innovazione di Stefano Vitali
COMPONENTI
64 Hydreco Hydralics Italia In continua crescita di Ettore Zanatta
68 Autovictor
Il noleggio a freddo come scelta strategica di Stefano Vitali
72 Cantiere e sostenibilità
La sfida del cantiere sostenibile di Cristina Cassinari e Gianni Gennari
80 Il nuovo terminal di rigassificazione galleggiante Snam a Piombino Sollevamenti “a tutto gas”! di Ettore Zanatta
88 CICEE
“High-end, Intelligent and Green” di Liliana Rebaglia
90 Prodotti a cura di Liliana Rebaglia
Stampa
MDM - Forlì
Periodicità
Sono previsti 5 numeri/anno
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Registrazione Stampa Tribunale di Ravenna
n. 26887 del 6/12/16
Iscrizione Roc: 26887 Capoverso Editrice Srl
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Piazza Gramsci, 7 48017 Conselice (RA)
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Periodico associato a UNACEA e A.N.E.P.L.A.
Quando ci chiediamo, dall’“alto” dei nostri - ormai molti - anni di professione comunicativa, quale sia il valore del nostro “lavoro culturale”, il pensiero va spesso a ciò che si legge sulle pagine - di carta e digitali - dei maggiori giornali del Paese. Sembra che in Italia esistano solo sarti, cuochi e inventori di mense, sviluppate in catene infinite, da Bari al Giappone, posti al livello di antichi conquistatori della Mesopotamia. La meccanica non esiste, non se ne parla (o se ne parla molto poco e talvolta in modo alquanto superficiale), è un retaggio della fatica poco attraente del passato, residuo di un’industria che oggi è proprio tutta un’altra cosa. All’orizzonte di questo giornalismo generalista non si intravedono tracce di quegli ingranaggi che portano avanti l’Italia industriale. Questi ingranaggi - come possiamo vedere puntualmente alle fiere di settore internazionali, in ogni emisfero e come ha sottolineato anche il presidente Sergio Mattarella visitando il distretto della meccatronica a Reggio Emilia il giorno della Festa del Lavoro - sono quelli della manifattura meccanica, ambito che comprende tutte le aziende del settore che producono macchine mobili per le costruzioni e per il sollevamento, per l’industria dei cosiddetti servizi pesanti, per la logistica e così via. Comprendendo, in questo elenco di valori, la miriade dei produttori di attrezzature e componenti. Questo mondo sommerso - a causa della trascuratezza di chi si dovrebbe occupare di comunicazione - si affida a quelli come noi, agli “alfieri della stampa specializzata”, per far conoscere il momento storico cruciale di innovazione che sta passando e del quale è assoluto protagonista. Nella transizione verso la sostenibilità, nell’innovazione tecnologica verso nuove tipologie applicative e processi produttivi più efficienti. Nel secolare passaggio dalla meccanica pura all’era della meccatronica, seguendo un processo sofisticato, complesso e inarrestabile. In mezzo ci sono le crisi continue e quella concorrenza globale che porta i “nostri eroi industriali” ad amplificare l’utilizzo delle tecnologie digitali e a compiere riflessioni importanti e coraggiose per cambiare modelli di business consolidati. Obbligati, in questo, proprio da quella evoluzione tecnologica che si incrementa a ritmo esponenziale, costringendoli a correre per non uscire definitivamente dal mercato. Pensando a tutto questo, si capisce dove può risiedere l’orgoglio professionale di un modesto cronista che si sforzi di essere testimone dell’”industria reale in un paese reale”.
“ Anche quest’anno chiudiamo l’esercizio con un risultato fortemente positivo, segnando un più 14% sul fatturato e una crescita dell’utile netto pari al 9,5%”, ha annunciato Sante Faresin, presidente di Faresin Industries. “ Il 2022 è stato un anno di consolidamento strategico, spinto dalla crescita costante della domanda per i nostri prodotti e i nostri servizi, che ci conferma le grandi potenzialità dell’azienda .” Faresin ha presentato l’Annual Report 2022 nell’elegante Sala Palladio di Palazzo Bonin Longare, sede di Confindustria Vicenza. Un appuntamento diventato ormai consuetudine, in cui l’azienda breganzese presenta alla comunità finanziaria l’andamento della gestione dell’esercizio appena concluso. Nel 2022 l’azienda ha superato i record produzione del 2021, nonostante l’esercizio sia stato caratterizzato da un contesto economico molto complesso dove la combinazione tra l’ultimo sussulto di pandemia in Cina e lo scatenarsi del conflitto tra
Russia e Ucraina ha generato la crescita fuori controllo del prezzo dell’energia e delle materie prime. In questo contesto economico l’azienda ha comunque presentato due importanti novità di prodotto: Il nuovo sollevatore Big Range
17.45 Full Electric e il Carro Miscelatore a tre coclee Leader PF3 Plus Ecotronic. Macchine progettate per creare sostenibilità strutturale attraverso la costante riduzione dei consumi e la massimizzazione dell’efficienza operativa. Sul lato delle risorse umane, durante l’esercizio 2022 sono state promosse numerose
iniziative per promuovere il benessere dei dipendenti come l’erogazione di circa 400.000 euro complessivi in bonus welfare e la rimodulazione dell’orario del lavoro, per migliorare il bilanciamento tra vita lavorativa e tempo libero. Grandi risorse sono state inoltre investite per la crescita delle competenze individuali, con la creazione della nuova “Faresin Soft Skill Academy fo High Potentials ”
“ La nostra visione di sostenibilità tocca tutte le aree del nostro business e sta trasformando Faresin Industries in un’azienda etica che - grazie ai suoi prodotti e al suo modo di fare industria - crea valore e migliora la qualità della vita di tutti coloro che sono toccati dalla nostra attività: dipendenti, territorio e clienti ovunque nel mondo ”, aggiunge la vicepresidente Silvia Faresin. Novità assoluta di quest’anno è stata la pubblicazione, contestuale all’Annual Report , di alcuni importanti indici di sostenibilità, elaborati con il supporto del Team Sustainability di PWC, sulla base dei Global Reporting Initiative Standards, il massimo riferimento internazionale in tema di sostenibilità. Un’attività propedeutica alla redazione del Bilancio di Sostenibilità previsto per l’esercizio 2023. “ L’inizio del percorso per la redazione del bilancio di sostenibilità cade in un anno speciale, in cui Faresin Industries compie i suoi primi 50 anni. Questo nuovo importantissimo passo verso il futuro infatti ci aiuterà a trasformare la nostra visione in una roadmap verso la sostenibilità integrata, che vogliamo costantemente migliorare e misurare grazie al confronto con il mondo economico e con la società più in generale ”, conclude Giulia Faresin, Operations Manager dell’azienda vicentina.
VENPA, l’azienda di noleggio di piattaforme aeree e macchine movimento terra con storica sede centrale sempre a Dolo, al civico 7 di via dell’Industria, ha ottimizzato la gestione degli spazi e la gestione dei mezzi a noleggio inaugurando un nuovo stabilimento. L’ufficio trasporti, il magazzino, l’ufficio acquisti e la carrozzeria di VENPA si sono infatti avvicinati alla sede centrale e hanno trovato casa nello stabilimento industriale al civico 4, ambiente di lavoro nuovo e più spazioso più prossimo ai civici 7 e 3, che ospitano da sempre gli uffici operativi e amministrativi VENPA, nonché le officine dedicate al sollevamento e al movimento terra. Questa operazione di accorpamento, oltre ad accentrare in un’unica area le varie attività che costituiscono il ciclo di servizio noleggio VENPA, ha apportato una riqualifica della zona. Il nuovo spazio, designato allo
JEKKO
stoccaggio di ricambi e merci e alla logistica di VENPA, è organizzato in più reparti, animati da rispettive squadre di lavoro specializzate. Per i trasporti dei mezzi da cantiere a noleggio VENPA, c’è Vlog (VENPA Logisitca). L’ufficio trasporti gestisce un team di 21 autisti e 24 camion. Oltre 1.200.000 km sono stati percorsi nel 2022 per servire oltre 6.000 cantieri differenti. Il magazzino e l’annesso ufficio acquisti VENPA costituiscono invece il VPC (VENPA Parts Center).
Tutto il lavoro svolto in questi reparti è centralizzato: da qui sono gestiti gli acquisti e le spedizioni di
L’APEX è un altro importante appuntamento fieristico a cui ha partecipato con successo Jekko, che dal 6 all’8 giugno scorsi ha esposto le sue ultime novità alla decima edizione della fiera olandese, che si è tenuta presso il complesso fieristico MECC di Maastricht.
I 120 m2 dello stand, situato nell’area espositiva interna, hanno ospitato diversi modelli del costruttore. Le mini gru della linea SPX erano rappresentate in versione elettrica dai modelli SPX328m dalla capacità massima di 2.800 kg, lanciato su mercato lo scorso ottobre con un’interfaccia utente del tutto rivoluzionaria su schermo touch da 10’’, e dagli SPX532 e SPX650,
ricambi per tutte le filiali VENPA in Italia e anche di alcune consociate del gruppo GV3, di cui VENPA è capofila. Il trasferimento in questa nuova sede ha anche visto sia l’apertura del reparto carrozzeria con annessa un’innovativa cabina di verniciatura che l’implementazione di un nuovo sistema di stoccaggio verticale. Nel 2022 sono state evase 12.248 richieste di materiale, tradotte in quasi 5.000 spedizioni effettuate e quasi 12.000 articoli movimentati. In chiusura dell’evento inaugurale è passato a portare i suoi saluti anche il sindaco di Dolo, Gianluigi Naletto che si è intrattenuto a parlare con il responsabile finanziario VENPA, Michele Massaro. Tra gli argomenti trattati, la massima attenzione all’apporto di risorse sul territorio, all’organico aziendale e alle difficoltà nel reclutamento di personale specializzato.
versioni di taglia superiore e ormai consolidate come prodotti di punta, dalla capacità massima rispettiva di 3.200 kg e 5.000 kg. Per la gamma dei minipicker sono stati esposti i modelli MPK06 e MPK10, rispettivamente dalla capacità massima di 600 e 900 kg, utilizzabili al tempo stesso come gru a gancio e robot per vetro tramite il manipolatore a ventose.
Per la linea Accessori, invece, è stato esposto il modello JVM800: si tratta di un manipolatore per vetro dalla capacità massima di 800 kg, installabile su qualsiasi tipo di gru e dotato di radiocomando indipendente per la movimentazione.
Donati Sollevamenti, attiva dal 1930, è una storica realtà italiana che sta guadagnando una posizione di primo piano nel mercato internazionale del sollevamento industriale. Riguardo a questo costante sviluppo e alle aspettative relative all’espansione nei paesi esteri, l’Ing. Giovanni Barletta, Sales Director dell’azienda, afferma: “Attualmente la quasi totalità del business della società è concentrato nell’area EMEA. Quest’ultima è particolarmente consolidata nelle realtà di Francia e Regno Unito, dove sono presenti delle strutture organizzative aziendali che permettono una presenza sul territorio e un contatto diretto con la clientela. L’obiettivo per il 2023 è perciò quello di concentrarsi su alcune zone europee per noi strategiche. A tale scopo è stata inserita come Export Area Manager una nuova collega, Nathalie Culacov, con l’obiettivo di consolidare il business con i clienti esistenti e di
HYUNDAI
cercarne di nuovi nelle zone ancora in parte scoperte. La collega si occuperà altresì del canale della distribuzione in Francia, collaborando con Josè Fernandez, nostro Sales Manager in Francia Ogni cliente dev’essere visto come un’opportunità di espansione, che può portare numeri ancora maggiori per business e profittabilità. Proattività da parte nostra e ‘smart experience’ sono indispensabili per garantirci un futuro roseo: solo offrendo un’eccellente ‘customer satisfaction’ ai nostri partner potremo essere competitivi e la digitalizzazione è uno degli elementi fondamentali per raggiungere quest’obiettivo”. Grazie al miglioramento continuo
dei suoi “digital tools”, Donati Sollevamenti offre ai suoi partner la possibilità di semplificare l’esperienza di acquisto.
“A cominciare dall’e-commerce di ricambi ‘Donati shop’, rinnovato in funzionalità e lay out, continuando con i configuratori ‘Leonardo Product’ e ‘Leonardo Crane Set’, sempre più veloci e intuitivi per dimensionare e quotare tutta la nostra gamma prodotto, per finire con il ‘Customer Portal’, nuova ed esclusiva area personale che raggruppa i servizi digitali Donati in un’unica schermata e ricco di tutorial sulla manutenzione e installazione dei vari dispositivi di sollevamento”, conclude l’Ing. Barletta. “Altri non meno importanti progetti di miglioramento coinvolgono le ‘operation’ e la logistica: introdurremo un nuovo programma di ottimizzazione produttiva, un processo di robotizzazione del reparto saldatura e l’acquisto di una nuova sabbiatrice”.
La società ORTA di Bergamo ha firmato un accordo con Hyundai CEE, Divisione “Material Handling”, per la vendita di carrelli elevatori nelle città di Bergamo e Brescia. “Sono entrato a far parte della società ORTA nel 2003, in qualità di responsabile commerciale; l’attività è cresciuta in modo esponenziale negli anni, tanto da avere la necessità scegliere una sede più grande. Nel 2017 ci siamo trasferiti nella sede attuale, che vanta un’ampia officina, un magazzino capiente, uffici spaziosi e confortevoli”, ha dichiarato Marco Agazzi. La società ORTA ha conosciuto negli ultimi anni un ulteriore sviluppo, sia in termini di vendite di carrelli
elevatori, sia in termini di clienti prestigiosi. “Abbiamo incrementato in modo considerevole il mercato dei carrelli elevatori, con oltre 250 macchine vendute in un anno, grazie anche a clienti prestigiosi nella grande distribuzione organizzata che serviamo
su tutto il territorio nazionale. Inoltre, ci avvaliamo della collaborazione di officine sul territorio in modo da garantire un’assistenza professionale e tempestiva. Abbiamo siglato l’accordo con Hyundai per diventare concessionario per il Nord Ovest Italia, in particolare per le città di Bergamo e Brescia, andando a incrementare la nostra presenza sul mercato nel range delle macchine frontali. Grazie a questa collaborazione oggi siamo in grado di soddisfare le richieste dei nostri clienti che hanno la necessità di avere delle macchine pesanti per la movimentazione di materiali, con l’obiettivo di continuare a crescere e incrementare il mercato dei carrelli di grande portata”, ha concluso Agazzi.
In occasione del 45° anniversario di Scaligera Service (Verona) è arrivata una nuova e importante nomina: dal 1° Giugno, infatti, Mauro Brunelli è subentrato al padre Augusto in qualità di amministratore delegato. Il graduale passaggio generazionale all’interno della società veronese, fondata da Augusto Brunelli nel 1978, ha portato in questi giorni alla definizione del nuovo AD alla guida dell’azienda. Mauro Brunelli, nell’occasione, ha affermato: “Sono onorato di raccogliere questa importante responsabilità e sono molto felice di poter contare ancora sull’aiuto e la presenza di mio padre Augusto in qualità di Presidente. Scaligera è nata 45 anni fa, quando io ero dipendente di una grossa impresa di
Verona (ero responsabile del settore dei montaggi di strutture prefabbricate). In un secondo momento, dal 1996, abbiamo intrapreso il noleggio delle piattaforme aeree, proprio a seguito della legge 626 per quanto riguarda la sicurezza nei cantieri. L’azienda, nata inizialmente come Scaligera Montaggi (da qui il logo originario SM), si è poi trasformata Scaligera Service nel
2002, con inserimento del servizio di noleggio, e successivamente in ‘Up Rent’, brand pensato per dare una veste diversa, nuova e innovativa alla nostra realtà, perché vogliamo aumentare costantemente i servizi offerti al cliente, ma che rappresenta sempre la nostra azienda e il nostro nome, che è Scaligera Service. Vogliamo presentarci alle aziende anche al di fuori del territorio veronese da cui siamo partiti e abbiamo già implementato il nostro servizio negli anni a Mantova e a Trento, ma non ci vogliamo fermare, bensì crescere continuamente su tutto il territorio”.
Lo scorso mese di aprile si è concluso con una consegna molto importante per Socage: Mollo Noleggio, infatti, ha ampliato la propria flotta con l’acquisto di una piattaforma aerea forSte47TJJ. “Mollo Noleggio è sempre molto attenta alle esigenze del mercato”, hanno affermato Marco Messa, responsabile Acquisti e Vendita, e Luca Dellicalici, specialista tecnicocommerciale dell’azienda di Alba (CN). “La nuova piattaforma 47TJJ, alla quale diamo il benvenuto nella nostra flotta noleggio, è tra le più compatte della sua categoria, con ottime prestazioni sia in termini di sbraccio che di portata. Siamo certi che troverà positivo riscontro presso i nostri clienti, soprattutto quelli impegnati in lavori a grandi altezze nel campo della telefonia, dell’edilizia e industria. Le piattaforme Socage conducibili senza operatore trovano ampio spazio all’interno del nostro parco mezzi. Per quanto riguarda il mondo del noleggio a caldo, dopo l’inserimento in flotta della piattaforma autocarrata Socage 39TJJ abbiamo deciso di acquistare anche i nuovi modelli 47TJJ, 54TJJ e 75TJJ, così da ampliare ulteriormente la già diversificata offerta del nostro parco noleggio. Siamo certi
che l’arrivo di queste nuove macchine consoliderà ulteriormente i rapporti tra Mollo Noleggio e Socage, azienda che fa parte dei nostri principali e storici fornitori. La nostra collaborazione nasce 15 anni fa. Sicuramente è tra i costruttori leader del settore, ci ha sempre proposto PLE che rispondono alle esigenze dei nostri clienti e che garantiscono loro massima sicurezza in fase di utilizzo. Per Mollo Noleggio esperienza, competenza e innovazione sono carte vincenti. E sono le carte su cui punta anche Socage”. La forSte47TJJ è una piattaforma aerea carrata telescopica con doppio JIB in grado di raggiungere un’altezza di lavoro di
La flotta di Hoist Gmbh, dal 1989 specializzata nel settore del noleggio di attrezzature per il lavoro ad alta quota, si è arricchita con l’arrivo di una nuova piattaforma forSte39TJJ di Socage. “Siamo soddisfatti di aver rinnovato la fiducia in Socage,laloroesperienza,unitamentealla qualità dei loro prodotti, ci permetteranno dimigliorarelanostraoperativitàconmezzi efficienti e moderni in grado di soddisfare i nostri clienti”, ha affermato Gregorio Ricciardi, Sales Manager di Hoist Gmbh. La piattaforma forSte39TJJ è in grado di raggiungere un’altezza di lavoro di 39 m e uno sbraccio laterale di 30 m, con una capacità di carico di 300 kg (tre operatori
+ attrezzatura). La macchina è dotata di un argano in grado di sollevare fino a 1.000 kg. Le dimensioni compatte della sua struttura la rendono una soluzione ottimale per lavorare in zone di difficile accesso, sia industriali che urbane. Ciò grazie al sistema
47 m e uno sbraccio laterale di 35 m, con una capacità massima di carico di 600 kg. In particolare, la nuova forSte47TJJ è dotata di argano in grado sollevare 1.500 kg. La rotazione della parte aerea è di 700º e ciò consente di aumentare la produttività del veicolo, evitando tempi d’inattività per il riposizionamento della piattaforma. I comandi di emergenza sono telecomandati mediante radiocomando, per consentire all’operatore di posizionarsi nel miglior punto di visibilità durante la manovra, evitando l’obbligo di controllo da punti fissi dove la visibilità è più ridotta.
multizona che consente di scegliere tra diverse opzioni di stabilizzazione a seconda dello spazio disponibile. “La consegna a Hoist GmbH, nostro partner storico, non fa che rafforzare un sodalizio nato molti anni fa. Siamo fieri e orgogliosi di mettere di nuovo a disposizione la nostra migliore tecnologiaaun’aziendaleaderdelnoleggio campano e non solo. Il ringraziamento più grande va alla famiglia Ricciardi, che ci ha dato modo di concretizzare l’obiettivo di consolidareancoradipiù,laprofessionalità’ e il servizio che mettono a disposizione di tutti i loro clienti”, ha affermato Pietro Gambara, responsabile commerciale per il Lazio e la Campania di Socage.
Genie ha annunciato un cambiamento organizzativo per il supporto ai clienti in Italia, a conclusione di un accordo di distribuzione con CTE: le vendite, i ricambi, l’assistenza e la formazione saranno guidate da un team tutto italiano presente sul posto e supportato da Will Westley, Vice President Sales and Support Sales in EMEARI. Il team di vendita Genie in Italia comprende Marco Corradi, Sales and Support Manager, e Alessandro Ghietti, Territory Sales Manager per il Nord, responsabile della vendita dei prodotti Genie alle piccole e medie imprese di noleggio e ai clienti strategici della sua area. La responsabile dei servizi tecnici Elena Bircolotti continuerà a guidare il team di assistenza italiano che, a sua volta, lavorerà con la nostra rete di Officine Autorizzate (ASP) sul territorio. Fanno parte del team italiano anche Corrado Gentile, Senior Regional Product Manager per EMEARI, e Simone Manci, Application Engineer per le piattaforme a braccio, che hanno sede a Umbertide. Matteo Grassi, Financial Services Business Partner, con sede a Fontanafredda (PN) supporta il team di vendita con le offerte finanziarie per i clienti. Infine, il servizio Ricambi viene gestito da Pierluigi Corradi, Regional Parts Manager, con sede a Umbertide, che fornirà supporto per le richieste di ricambi ai clienti italiani.
23 m altezza max di lavoro
11,5 m sbraccio laterale
9 m altezza di articolazione
Area di stabilizzazione variabile
Azienda a conduzione familiare, fondata nel 1989 da Manuel Aguado García e con sede a Leganés (Madrid), Transgruma è specializzata nel noleggio macchine per il sollevamento, la movimentazione, il pompaggio del calcestruzzo, il trasferimento di inerti e il trasporto di merci a livello nazione e internazionale. Una flotta di oltre
Della HX200 EX l’azienda di Leganés ha apprezzato la struttura in alluminio - considerato un plus determinante - la robustezza unita alla sicurezza, la fluidità e precisione dei movimenti. Apprezzamento che si è concretizzato nell’ordine di una piattaforma articolata MZ250 di prossima consegna. Un modello di grande successo
della piattaforma e ne permette il posizionamento anche negli spazi ristretti, nella salita in quota il sistema consente movimenti proporzionali simultanei e un livellamento dolce. Sia dal quadro comandi a terra che in cesta EVE assicura velocità, linearità e fluidità dei movimenti verticali e orizzontali. Niente strappi, ma fuoriuscita degli
100 veicoli, protagonista in molti grandi progetti nei settori: industria, edilizia, energia, petrolchimico ed eolico. L’incontro con Multitel Pagliero è avvenuto in occasione di un “demo day” nella sede del dealer Transgruas a Valdemoro (Madrid), che si è concluso con l’ordine di tre HX200 EX, modello di piattaforma articolata su autocarro da 3,5 t, con altezza massima di lavoro di 19,90 m, sbraccio massimo di 9,60 m e portata in cesta di 225 kg. Una macchina facile da utilizzare nei più diversi contesti: lavori edili, manutenzioni, installazione e posa, ristrutturazione, pulizia, lattoneria, potatura e molto altro ancora. Una novità per Transgruma, che finora nel parco noleggio disponeva solo di modelli oltre le 3,5 t per grandi altezze con conducente.
- 700 unità vendute in Europa dal suo lancio – presso utilizzatori finali e noleggiatori. Tra i motivi vanno annoverati il telaio compatto, il passo di 3 m e il rilevante raggio di sterzata, che permettono di accedere in aree di lavoro dove molte altre macchine non riescono a entrare. Allestita su autocarro Iveco da 3,5 t, ha un’altezza di lavoro di 25,10 m, mentre lo sbraccio orizzontale di 14,35 m consente una portata in cesta di 80 kg e di 250 kg con lo sbraccio di 10,35 m. Il jib articolato e la possibilità di lavorare in negativo fino a -2,5 m ne fanno una macchina versatile e performante. Caratteristiche esaltate e ampliate da EVE, l’elettronica evoluta Multitel Pagliero. Se la stabilizzazione e messa a riposo automatica semplifica l’uso
sfili e sollevamento del braccio sempre in equilibrio e correzioni immediate. L’operatore ha il pieno controllo dell’elevazione e dello spostamento della cesta, la cui posizione nello spazio viene “letta” da alcuni sensori che misurano angoli, posizioni e pressioni. Inoltre, la piattaforma MZ 250 è dotata di altre due tecnologie EVE: il sistema MUSA (che ottimizza movimenti e prestazioni in base al carico, la rotazione del braccio e la posizione degli stabilizzatori) e la telemetria con localizzazione GPS (visualizzazione dello stato della macchina, parametrizzazione e diagnosi a distanza). Il nuovo ordine consolida il rapporto Transgruas, Multitel Pagliero, Transgruma e apre a una collaborazione sempre più profonda.
CMC
CMC è tornata a esporre le proprie piattaforme aeree nello storico contesto espositivo del Centro Congressi MECC di Maastricht, in occasione dell’APEX 2023. Nell’occasione il costruttore pugliese ha esposto cinque piattaforme, per attirare nel proprio stand i visitatori e gli utilizzatori fedeli al brand rosso italiano, con le sue attrezzature per specialisti dell’accesso aereo. Durante la fiera, in particolare, CMC ha esposto i modelli CMC S15, CMC S18F, CMC S23 Lithium, CMC S23 Diesel e CMC S30, recentemente lanciato sul mercato in occasione del Bauma 2022. La flotta di piattaforme presenti in fiera ha animato lo stand espositivo, dov’erano presenti anche i referenti della rete commerciale internazionale di CMC, accorsi a Maastricht in larga maggioranza, per affermare la posizione del brand a livello globale tra i costruttori di piattaforme aeree semoventi cingolate.
NOLEGGIO
VENDITA
ASSISTENZA
NOLEGGIO
VENDITA
RIPARAZIONE DI GRU CINGOLATE
ASSISTENZA
GRU CINGOLATE
ATTREZZATURE PER FONDAZIONI SPECIALI
RIPARAZIONE DI GRU CINGOLATE
GRU CINGOLATE
GRU CINGOLATE
RIPARAZIONE DI GRU CINGOLATE
Disponiamo di un parco macchine usato sicuro e garantito disponibile alla vendita e al noleggio.
ATTREZZATURE PER FONDAZIONI SPECIALI
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ESPI ENGINEERING S.R.L.
Via Emilia Ovest, 71/73
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41013 Castelfranco Emilia (MO) – Italia
Tel. +39 059923206 – Fax. +39 059920364
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DEALER
Crawler Cranes
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HD Crawler
Telescopic Cranes/Multi-Crane
VENDITA
Crawler Cranes
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HD Crawler
Telescopic Cranes/Multi-Crane
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Crawler Cranes
GRU CINGOLATE
Telescopi Cranes/Multi-Crane
ATTREZZATURE PER FONDAZIONI SPECIALI
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GROVE
Nell’insediamento produttivo di Niella Tanaro (CN) stanno nascendo le due nuove autogrù fuoristrada Grove GRT 8120 e GRT 8100-1, progettate e realizzate per coprire il segmento di mercato delle 100-120 t. “ La scelta di ampliare le linee produttive di questo stabilimento ribadisce la posizione strategica del nostro Paese nell’area di mercato di Europa, Medio Oriente, Africa e Asia-Pacifico. Apprezziamo che Manitowoc riconosca l’importanza di continuare a far crescere lo stabilimento italiano ”, ha affermato Federico Lovera, Product Manager dello stabilimento Manitowoc di Niella Tanaro a proposito dell’ampliamento di gamma. Stabilimento che ha ulteriormente ampliato la propria capacità produttiva includendo
eccellente esempio della filosofia “Manitowoc Way”. Con un braccio MEGAFORMTM a 7 sezioni da 60 m, una capacità nominale di 120 t e un’altezza massima in punta di 80,8 m, l’autogrù GRT8120 offre prestazioni importanti su un telaio a 2 assi, realizzato in solide sezioni di acciaio microlegato ad alta resistenza.
Il lungo braccio, combinato con il nuovo sistema di stabilizzatori asimmetrici MAXbase, rende questa macchina ideale per i cantieri congestionati che richiedono il massimo sbraccio. Una nuova cabina più larga con ampia visuale e inclinazione di 20° massimizza il comfort e la visibilità dell’operatore. Il sistema di controllo Manitowoc Crane Control System (CCS) con modalità Boom Configurator semplifica l’estensione telescopica del braccio e fornisce pianificazione del sollevamento a bordo macchina. Uno dei punti di forza della macchina è anche il sistema di stabilizzazione, composto da quattro stabilizzatori a sfilo singolo e azionamento idraulico - con doppie scatole porta-travi e cilindri
verticali a stelo rovesciato con valvole di blocco integrale - che integra alcune soluzioni tecniche interessanti, come il sistema di monitoraggio stabilizzatori OMS (già visto su altri modelli Grove e gestito tramite sensori integrati nei cilindri) e il sistema opzionale MAXbase, per l’apertura variabile e asimmetrica degli stabilizzatori, che affianca le tre tradizionali configurazioni di lavoro 0%, 50% e 100%, così da poter gestire in modo flessibile la stabilizzazione e ottimizzare le portate.
L’autogrù fuoristrada GRT8100-1 integra la cabina larga e il telaio della GRT8120 con la sovrastruttura della GRT8100, per offrire ai clienti un utilizzo migliore, una manutenzione semplificata e una maggiore flessibilità in cantiere con il sistema di stabilizzazione MAXbase. Il braccio della GRT8100-1 si estende da 12 a 47 m con un’altezza massima in punta di 72,9 m e una capacità nominale di 100 t. Il braccio ha cinque sezioni e utilizza un’estensione idraulica sequenziale sincronizzata per regolarne la lunghezza.
la produzione delle GRT8120 e GRT8100-1. L’impianto è specializzato nella costruzione di autogrù Grove fuoristrada e gru automontanti Potain.
La produzione della GRT81001 rinnova il precedente modello GRT8100. L’ampliamento della gamma di produzione dello stabilimento di Niella Tanaro consentirà ai clienti in Europa e nell’area del Mediterraneo una migliore scelta e accessibilità alle macchine prodotte localmente. La produzione altamente efficiente e snella e la scelta di utilizzare componentistica comune a diversi modelli rendono lo stabilimento di Niella Tanaro un
Saremo presenti al GIS dal 5 al 7 ottobre a Piacenza. Vi aspettiamo!
Il 2022 è stato un anno di crescita per Mammoet Italy: lo hanno rivelato i dati di un consuntivo che vede anche un incremento del personale per la filiale di Milano del colosso olandese specializzato in grandi sollevamenti e nei trasporti eccezionali. Il mercato del trasporto e della movimentazione di moduli industriali pesanti nel settore dell’Oil & Gas costituisce ancora una direttrice di sviluppo per Mammoet Italy, che ha triplicato la portata della commessa Block e rafforzato la propria attività nel cantiere di Carrara-Avenza, con la recente operazione di pesatura per tre moduli da 3.000 t ognuno. Ciò ha assicurato all’azienda un incremento degli interventi per i prossimi anni. In crescita anche il mercato delle grandi riparazioni navali, dove la filiale italiana ha acquisito una forte specializzazione nel campo della sostituzione – sia in mare che in porto – dei grandi componenti di propulsione e degli alberi motore. In ambito offshore si è rinnovata la collaborazione con Saipem Offshore, società base operativa nel porto di Arbatax, in Sardegna. Sul fronte dei mezzi tecnici, Mammoet Italy è in prima linea nella transizione energetica. Ad esempio, tutti i carrelli SPMT della flotta hanno motorizzazioni Euro VI. In generale l’azienda si sta dotando anche di mezzi elettrici per operare in ambienti chiusi o ad accesso ristretto e sta sperimentando l’impiego di gru e carrelli ibridi o totalmente elettrici. Lo stesso progresso riguarda l’adozione delle più avanzate tecnologie digitali.
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L’inaugurazione avvenuta il 17 ottobre 2022 della prima filiale italiana Kiloutou a Corsico (Milano) è stato il primo tassello di un progetto che – da qui al 2026mira ad ampliare e migliorare la presenza del Gruppo sul territorio nazionale. Portato a termine il progetto con successo, l’attenzione si è concentrata su altri due grandi obiettivi: rilocare la storica filiale di San Martino Buon Albergo (VR) e la nuova apertura a Moncalieri (TO). Aperta 23 anni fa in Via del Lavoro, per caratteristiche dimensionali e strutturali la filiale di Verona non rispondeva più alle esigenze del business locale. Da qui l’esigenza di trovare una nuova sede, a poco più di 2 km di distanza, in via Pontara Sandri. Una sede che passa dai 1.500 mq di quella precedente agli attuali 6.780 mq (area esterna 5.500 mq, area interna 1.280 mq, di cui 180 mq a uso uffici). La nuova struttura si trova in un’area strategica per lo sviluppo dell’alta velocità
Verona-Padova ed è parte della linea AV/AC Torino-Milano-Venezia, inserita nel Corridoio Mediterraneo della rete transeuropea di trasporto, che dalla Spagna arriva alla frontiera Ucraina. Dimensioni e posizione consentono di potenziare il servizio di noleggio, a partire dalla logistica. Infatti, oltre allo spostamento dell’attuale filiale, sono stati dismessi due depositi vicini, per concentrare
tutta l’attività in un solo contesto. Operativa dal 15 maggio scorso, unitamente a quella di Bussolengo quella in via Pontara Sandri sarà un punto di riferimento per grandi industrie, aziende e artigiani e, come negli ultimi 23 anni, svolgerà un ruolo fondamentale per la crescita dell’economia veronese. Immutata l’offerta, che data la disponibilità di spazio non potrà che migliorare: macchine movimento terra e relativi accessori, piattaforme autocarrate, sollevatori telescopici, piattaforme articolate e telescopiche, autocarri e furgoni. Differentemente da Verona, con Moncalieri l’obiettivo è aumentare la presenza di Kiloutou in Piemonte, già rappresentata da Sticar a Leinì. Un’area - quella sud ovest di Torino - strategica rispetto alle altre province e con una rilevante viabilità. La filiale, operativa dal 22 maggio, ha sede in prossimità dello svincolo della tangenziale Sud di Torino, che attraversa la città da nord a sud. Le dimensioni: superficie totale 6.650 m2 (area esterna 3.800 mq, area interna 2.850 m2, di cui 450 m2 a uso uffici), dove troveranno posto macchine per il sollevamento e il lavoro in quota, macchine movimento terra e accessori, autocarri e furgoni per il trasporto in cantiere.
Con lo “Skypark Business Center”, all’aeroporto di Lussemburgo è in fase di realizzazione un progetto faro per gli immobili a uso ufficio. Il nuovo edificio combina architettura, funzionalità e sostenibilità e anche le sette gru Flat-Top Liebherr offrono un contributo in tal senso. “Il progetto Skypark è prestigioso e impegnativo”, afferma Dany Hanus, responsabile del parco macchine di Skyliners. “Un’assistenza con percorsi brevi, tempi di risposta rapidi e la nostra capacità di offrire macchine affidabili sono criteri cruciali per rispettare le
possono essere adattati in modo flessibile alle condizioni del sito. Ciò permette a più gru di lavorare insieme in uno spazio ristretto senza alcun problema ed evita la rotazione sulla via di rullaggio. Inoltre, i sistemi di assistenza supportano i gruisti nel loro lavoro e aumentano le capacità di movimentazione, l’affidabilità e la sicurezza. Le gru sono dotate della modalità di posizionamento fine Micromove, del rapido aumento della capacità di carico Load-Plus e della limitazione del campo di lavoro ABB. Grazie alla loro concezione ottimizzata per il trasporto e
dall’Europa. Il nuovo edificio è un cosiddetto Nearly Zero Energy Building, a consumo energetico quasi nullo. Le costruzioni in legno, il fotovoltaico, la raccolta dell’acqua piovana, le doppie facciate, i tetti verdi e le terrazze, nonché l’abbondante luce diurna negli edifici contribuiscono a mantenere bassi l’impronta di CO2, il consumo energetico e i costi di gestione. La ghiaia proveniente dagli scavi sarà utilizzata per le pareti in calcestruzzo e le lastre dei parcheggi, in modo da ridurre l’arrivo dei camion e
scadenze in cantiere”. Sono al lavoro una 172 EC-B 8, due 202 EC-B 10, una 285 EC-B 12 e tre 250 EC-B 12, verniciate con la livrea di volo, con lunghezze braccio di 40, 45, 50 o 55 m. A seconda dell’esecuzione, le gru a rotazione in alto hanno una capacità di carico di 12 t. Le gru a torre più alte presenti in cantiere sono una 250 EC-B 12 e una 285 EC-B 12, ciascuna con un’altezza del gancio di 69 m. La gru più bassa, un’altra 250 EC-B 12, ha un’altezza del gancio di 50,4 m. I bracci e gli elementi a torre della serie EC-B
l’assemblaggio, le gru possono essere portate in cantiere con poche unità di trasporto e assemblate rapidamente. La prima gru è stata eretta nel dicembre 2020; da allora, le macchine hanno fornito un supporto efficiente per i lavori strutturali. Per i quattro livelli interrati sono stati utilizzati, tra l’altro, 41.000 m3 di calcestruzzo, 55.000 m3 di casseforme per pareti, 63.000 m2 di casseforme per solette e 6.000 t di armature. L’area sotterranea è realizzata principalmente in calcestruzzo, i piani superiori sono costruiti con legno proveniente
le conseguenti emissioni. Le gru continueranno a operare sul sito fino alla fine del 2023. Tutte le gru provengono dalla flotta a noleggio di Skyliners. L’azienda lussemburghese è specializzata nel noleggio e nella vendita di gru a torre da oltre 25 anni e offre ai suoi clienti una flotta di quasi 100 gru a torre e gru a montaggio rapido che vanno da 26 a 630 tm. Tecnici di assistenza esperti hanno offerto il loro supporto nel montaggio, nello smontaggio e nella manutenzione delle macchine Liebherr.
Eurotecno, la società del Gruppo Guarneri specializzata nel noleggio di mezzi da lavoro aereo per la cantieristica e l’industria, sta supportando SAIB nelle operazioni di implementazione della quinta linea di produzione dei pannelli truciolari nobilitati, attraverso la fornitura di sollevatori telescopici rotativi dall’elevata portata e piattaforme semoventi girevoli con altezze fino a 20 m. Aumentare di almeno il 20% la produzione di pannelli truciolari nobilitati per vendere una quantità ancora maggiore di un prodotto che, rispetto al classico pannello di legno grezzo, garantisce un consistente valore aggiunto. Un obiettivo che la SAIB, azienda piacentina nata nel 1962 che in mezzo secolo ha saputo imporsi sul mercato diventando uno tra i leader nazionali del settore, si propone di raggiungere attraverso l’implementazione di una quinta linea produttiva adibita alla nobilitazione dei pannelli che sarà inaugurata entro la fine dell’estate. L’intervento al momento si trova nella fase iniziale di installazione delle attrezzature necessarie alla nobilitazione del legno, che prevedono una pressa adibita all’applicazione di appositi fogli decorativi attraverso
l’utilizzo di speciali resine melamminiche sui pannelli grezzi e un sistema di trasporto delle due diverse tipologie di componenti fino alla pressa. In base al planning di SAIB, entro la fine di giugno si concluderà il primo step del montaggio meccanico e prenderà il via la fase del collaudo degli impianti. “Siamo tra i principali produttori di pannello truciolare grezzo e nobilitato e questa nostra posizione di leadership si è
un secondo intervento di ampliamento dei magazzini e delle aree di carico dello stabilimento con la fornitura di un importante numero di piattaforme di lavoro elevabili. “Per noi SAIB rappresenta un cliente storico e la sua crescita, da realtà medio-piccola a leader nazionale nel settore, è andata di pari passo con la richiesta di mezzi sia per le manutenzioni periodiche che per ampliamenti delle linee produttive”,
montaggio delle strutture necessarie alla creazione della linea produttiva adibita alla nobilitazione dei pannelli, SAIB aveva la necessità di mezzi che da un lato potessero assicurare il sollevamento e la messa in posizione di materiali estremamente pesanti e dall’altro di consentire ai tecnici di assemblare determinati componenti anche nelle porzioni più alte delle strutture stesse. “Abbiamo individuato nei sollevatori
consolidata nel corso degli anni grazie a un sistematico investimento in impianti tecnologici all’avanguardia ed ecosostenibili”, ha spiegato Sergio Mulazzi, Engineering Manager di SAIB. –”Con cinque linee produttive per la nobilitazione del legno saremo in grado di mettere a disposizione dei nostri clienti prodotti ai massimi livelli qualitativi, come di consueto nel pieno rispetto dell’ambiente”. Eurotecno sta supportando SAIB in questa fase primaria delle lavorazioni, ma anche in
sottolinea Michele Cresti, responsabile tecnicocommerciale di Eurotecno. “Attualmente mettiamo a disposizione di SAIB oltre 20 piattaforme, suddivise in sollevatori dalla portata più o meno importante per il sollevamento di materiali e piattaforme semoventi girevoli con braccio articolato in grado di raggiungere altezze consistenti e pensate appositamente per portare in quota gli operatori in totale sicurezza”. Nello specifico, nella fase preliminare dell’intervento di
rotativi Magni RTH 7.26 la soluzione più adatta alle esigenze dell’azienda, dato che questa particolare tipologia di mezzo si caratterizza per una portata massima di 70 q ed è tra i più performanti della sua categoria”, continua Michele Cresti. “A supporto dei sollevatori, per permettere l’accesso in quota agli operatori, abbiamo proposto delle piattaforme semoventi ibride con braccio articolato Genie Z-60/37. Questi modelli, oltre a raggiungere un’altezza di lavoro di 20,16 m e disporre di uno
sbraccio orizzontale massimo di 11,5 m, negli spazi interni possono essere alimentati da una batteria elettrica, favorendo l’eliminazione delle emissioni nocive tipiche dei motori endotermici”.
Il sito produttivo di SAIB, che oggi vanta 600.000 m2 di superficie di cui circa 65.000 coperti, è stato inoltre recentemente soggetto a un ampliamento dei magazzini di circa 12.000 m2 e alla creazione di nuovi spazi esterni adibiti alle pensiline di scarico per i camion (6.000 m2).
Il contributo di Eurotecno si è concretizzato con la fornitura di piattaforme semoventi girevoli con alimentazione diesel JLG 600 AJ, impiegate per la realizzazione degli impianti elettrici e d’illuminazione all’interno dei nuovi capannoni, ma anche per altre lavorazioni all’esterno. Indipendentemente dai due interventi di ampliamento, Eurotecno è un partner con cui SAIB collabora da diverso tempo, con grande soddisfazione.
“Sono in azienda da sei anni, ma il sodalizio che
ci lega a Eurotecno ha radici molto più antiche”, conclude Mulazzi.
“Personalmente credo che questa società, oltre a disporre di un parco mezzi molto ben fornito, abbia il grande plus di garantire un tempo di risposta estremamente rapido, in modo da soddisfare le nostre esigenze di intervento con grandissima flessibilità”.
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Doosan Bobcat ha presentato la gamma di mezzi per la movimentazione di materiali a LogiMAT 2023, ospitata da Doosan Industrial Vehicle. “Come azienda, ci stiamo evolvendo nei modi più audaci per vincere le sfide più difficili dei clienti e offriamo soluzioni innovative per un futuro più sostenibile”, ha affermato Scott Park, Doosan Bobcat CEO e Vice Chairman. “I prodotti ad energia alternativa, ad esempio l’idrogeno, offrono nuove opportunità ai clienti oltre ad aprire la strada a un futuro più sostenibile e a un domani più ecologico”. La presenza di diverse macchine esposte nei colori Bobcat è in linea con il recente annuncio di Doosan Bobcat del passaggio delle linee carrelli elevatori e di prodotti Portable Power al portfolio di mezzi Bobcat.
Doosan presenta il prototipo carrello elevatore elettrico a tre ruote B18NT consegnato dalla fabbrica con pacco batteria al litio. Il carrello in mostra era un’anteprima che servirà a sondare il terreno e verificare se sono necessarie modifiche al modello definitivo. Presentato anche il nuovo carrello elevatore B100NS, parte delle due nuove gamme di carrelli elevatori controbilanciati elettrici
ad alta capacità recentemente lanciati dall’azienda. Questi nuovi prodotti da 6 a 10 t offrono agli utenti industriali una vasta scelta di carrelli a zero emissioni, ecologici e con livelli di rumorosità ridotti, in grado di affrontare impieghi gravosi. I nuovi carrelli elettrici per il sollevamento di carichi pesanti B80NS e B100NS, con capacità rispettivamente di 8 e 10 t, offrono capacità, potenza e prestazioni migliorate per le aziende che operano in diversi settori: dalla produzione all’ingegneria e alle fonderie, dalle forniture per l’edilizia ai trasporti e ai magazzini. Altro punto saliente dello stand è stato il nuovo carrello elevatore
alimentato a celle a combustibile a idrogeno B30X-7 Plus di DIV, ideale per le applicazioni che richiedono un uso prolungato e tempi di rifornimento rapidi. Per i magazzini che lavorano su più turni, questi carrelli rappresentano un’opzione per ridurre l’impronta di carbonio soddisfacendo al contempo le esigenze operative per esecuzioni prolungate senza bisogno di ricarica. Gli altri carrelli elevatori a marchio Bobcat esposti erano i modelli D30S-9 e B20X-7 Plus. Doosan infine presentato una linea completa di carrelli elevatori adatti al mercato della movimentazione di materiali. Parliamo non solo dei carrelli elevatori controbilanciati
per cui l’azienda è nota, ma anche di macchine da magazzino come transpallet, impilatori e carrelli a braccio telescopico. Come ulteriore aspetto di una linea completa, Doosan offre anche modelli economici in determinate categorie di prodotti, ampliando il portfolio dell’azienda anche in una nuova direzione. I modelli proposti erano il BR25JW-9 (carrello a braccio telescopico), il BSl13S-7C (impilatore compatto senza sedile), il BPR02S-7 (carrello elevatore con sedile), il BPL18S-7 (carrello elevatore senza sedile) e il BSL12N-7 (impilatore senza sedile della gamma Eco).
CTE ha esposto all’APEX tre modelli presentati al mercato negli ultimi mesi. La protagonista è stata la piattaforma autocarrata 100% elettrica MP 20 Ev, progettata per garantire l’accesso e l’utilizzo in cantieri e aree con limitazioni di emissioni gas e rumorose. Questa macchina raggiunge i 20 m di altezza di lavoro, i 13 m di sbraccio e i 250 kg di portata. Con configurazione a doppio braccio di cui uno telescopico + jib, è ideata, progettata e realizzata in Italia con tecnologia CTE e acciaio SSAB Strenx. La piattaforma dispone di radiocomando con display integrato per movimentazione da terra libera da ogni vincolo; gli stessi comandi sono replicati nella postazione in cesta, con display diagnostico per facilitare la familiarizzazione e l’utilizzo a ogni operatore. La MP 20 Ev è dotata di sistema di controllo CTE S3 EVO, premiato agli IAPA 2022 con il premio “Innovazione Tecnologica”, che permette agli utilizzatori finali un’esperienza di lavoro in piena sicurezza con massime performance e ai gestori delle flotte un controllo dei mezzi facile, diretto e ottimizzato. L’autonomia è di 70 km (WLTP) e 25 cicli di lavoro. Il sistema di alimentazione offre il vantaggio di poter lavorare a batteria o in modalità ‘plugged-in’ connessa alla rete elettrica con il dispositivo di ricarica in dotazione (220V/380V). Il veicolo è ideato, progettato e realizzato in Italia con tecnologia ECarry - Green-G, con componentistica Premium e tecnologia “full LED”. Da citare: le batterie da 35 kWh Webasto agli ioni di litio NMC certificate R100; l’autonomia fino a 100 km (ciclo WLTP); il dispositivo di ricarica portatile da 7,5 kW multipresa; la cabina ribassata a 380 mm da terra; l’EPTO da 7,5 kW con motore AC
a 380 V trifase; l’inverter smart per l’ottimizzazione del ciclo di lavoro della piattaforma. A “tingersi di verde” è anche la gamma TRACCESS, con la presentazione in anteprima di TRACCESS 160 E, la versione “full electric” del neonato TRACCESS 160. La sua peculiarità è la dotazione di batteria al litio 48V / 9,5 kWh, per raggiungere la capacità di carica necessaria a soddisfare i fabbisogni di una giornata di lavoro, con il caricabatterie da 48V/50 Hz. A completare la configurazione sono il sistema elettronico con doppia linea CANBus, il radiocomando con display grafico, che funge da postazione comandi a terra e in
navicella, e la funzione “rise&drive” del jib, che consente la traslazione con il jib sollevato, per aumentare l’angolo di attacco e accedere ai cantieri con accessi impervi mantenendo la sua stabilità. Come per il TRACCESS 160, funzioni automatiche sono disponibili come standard: stabilizzazione automatica, autocentraggio e funzione “Home”, oltre a livellamento di navicella, rampe, manovre proporzionali, doppia velocità di traslazione, abbassamento e allargamento del carro. Le prestazioni: 16 m di altezza di lavoro, 7,8 m di sbraccio e 250 kg di portata su tutta l’area di lavoro. Nella denominazione della MP 24 C, altra piattaforma interessante esposta, l”MP” sta per Multipurpose, “24” rappresenta i 24 m di altezza di lavoro raggiungibilee “C” sta per Compact: altezza di lavoro 24 m, sbraccio 14 m, portata 250 kg. Allestita su autocarro Iveco Daily, in posizione di trasporto la piattaforma misura meno di 6,4 m di lunghezza e 2,8 m di altezza. Il braccio è costituito da un doppio telescopico + jib. La sua configurazione garantisce la possibilità di scavalco di m 10,5 e di lavorare in negativo, con un’escursione del jib fino a 105°.
In occasione dell’inaugurazione della nuova sede di CLS a Segrate, alle porte di Milano, avvenuta lo scorso 23 maggio, l’azienda ha colto l’occasione per presentare agli ospiti intervenuti la nuova area demo di iMation, che ha consentito loro di vivere un’esperienza immersiva e coinvolgente tra mondo “reale” e mondo “virtuale” e di scoprire il nuovo concetto “Journey Experience” che CLS promuove ai clienti del settore della logistica. Nuova sede che si estende su una superficie di 11.000 m2 e ospiterà circa 135 persone. La struttura che abbiamo ospitato in occasione dell’evento ospita la citata area demo e l’academy, due spazi molto ampi concepiti con l’obiettivo di mostrare le soluzioni di CLS iMation e formare i giovani tecnici del team assistenza, nonché un’officina dedicata alla preparazione di macchine (nuove, usate e per il noleggio), uffici e sale riunioni caratterizzate dalla presenza
di vetrate che riducono al minimo le barriere tra colleghi, favorendo il “lavoro di squadra”. Ricordiamo che la business unit CLS iMation, dedicata all’automazione e alla digitalizzazione dei processi, è l’imprint innovativo dell’azienda, costituita da un pool di ingegneri e consulenti con formazione di alto livello, orientati all’approccio consulenziale, in grado di guidare i clienti nello sviluppo di nuove prospettive attraverso l’implementazione di sistemi automatizzati sempre all’avanguardia. Automatizzare i processi significa migliorare l’efficienza e ridurre gli errori umani, liberando il personale da compiti noiosi e ripetitivi, per poter impiegare le risorse in attività
a più alto valore aggiunto. Tutto questo è stato possibile condividerlo in occasione dell’inaugurazione della sede di Segrate, anche grazie ad Alfaproject.net, società recentemente entrata a far parte del mondo CLS, specializzata nell’ottimizzazione e digitalizzazione dei processi operativi di stabilimento delle aziende manifatturiere, con l’obiettivo di aumentare l’efficienza e ridurre i costi. In particolare, la mission di Alfaproject.net è l’implementazione delle logiche LEAN nei processi produttivi, logistici, manutentivi e di qualità attraverso piattaforme tecnologiche innovative integrate con l’automazione di fabbrica. A tal proposito, Alfaproject.net mette a disposizione delle imprese sistemi applicativi all’avanguardia che permettono una gestione integrata delle attività operative di fabbrica, con l’obiettivo di agevolare la trasformazione delle aziende in vere e proprie “SMART Factory” digitali.
A corredo di un’offerta che punta all’innovazione costante dei processi logistici nell’Industria 4.0, CLS iMation ha ampliato ulteriormente il suo portfolio di servizi con le soluzioni di Magazino, azienda tedesca specializzata nello sviluppo di robot intelligenti in grado di supportare l’operatività in modo autonomo e sicuro. “Analizzare accuratamente le esigenze di mercato precorrendone le necessità e valutando nuove frontiere per l’ottimizzazione dei processi è da sempre l’impegno di CLS iMation. I nostri Automation Specialist offrono ai clienti una consulenza all’altezza di qualsiasi necessità per garantire un ecosistema completo per la digitalizzazione dei
flussi intralogistici. La partnership con Magazino nasce proprio dall’intento di ampliare ulteriormente la gamma di soluzioni CLS iMation a supporto di qualsiasi esigenza industriale. Grazie alla nostra consulenza e alle caratteristiche distintive di SOTO, la smart factory è una prospettiva reale per qualsiasi stabilimento e la potenzialità dell’integrazione che siamo
in grado di offrire apre a scenari inediti di ottimizzazione dei flussi logistici”, ha commentato Rino Melone, Marketing & Product Manager di CLS iMation. “La collaborazione con CLS iMation estende la portata di Magazino in territori importanti quali l’Italia, la Francia e i Paesi del Benelux, tutti centri industriali chiave a livello europeo”, ha aggiunto Andreas Marx, Senior Partner Manager di Magazino. “Crediamo che con le ineguagliabili capacità tecniche di CLS iMation e l’esclusivo know-how di Magazino in materia di robot si apriranno numerose opportunità di mercato. Le aziende dei Paesi menzionati possono contare su una partnership solida e di alto profilo a livello tecnico”.
JCB ha aggiornato la sua gamma Access di piattaforme di lavoro aereo con tre nuovi modelli a forbice ad azionamento elettrico, gli S1932E, S2632E e S3246E, cui seguiranno entro la fine dell’anno gli S2646E, S4050E e S4550E. Le peculiarità di queste nuove macchine includono: fino al 53% di autonomia in più; fino al 48%-50% in meno di collegamenti idraulici; una maggiore coppia alle ruote, per una maggiore trazione; altezza della piattaforma da 5,71 a 13,8 m; capacità da 230 a 450 kg. In questi modelli i propulsori idraulici sono sostituiti da motori ad azionamento elettrico, che forniscono una coppia maggiore alle ruote e consentono di superare pendenze fino al 25%, facilitando la guida e il carico sulle rampe dei camion. Il modello S1932E
sostituisce l’S1930E, aggiungendo 50 mm alla sua larghezza, nonostante una riduzione del peso operativo di 106 kg (ciò facilita il trasporto su un rimorchio o quando si spostano più unità). Il modello S1932E offre un’altezza della piattaforma di 5,71 m e una capacità di 230 kg; l’S2632E ha un’altezza di 7,92 m, con una capacità di 250 kg;
l’S3246E offre un’altezza di 9,7 m, ma con un limite di peso di 320 kg. Nel corso dell’anno, il modello S2646E fornirà un’altezza della piattaforma di 7,9 m e una capacità di carico di 450 kg, mentre la versione S4046E fornirà un’altezza di 11,9 m e una capacità di 320 kg. Lo scissor S4550E, infine, ha un’altezza della piattaforma fino a 13,8 m e una capacità di 230 kg.
DELLE COSTRUZIONI. QUESTI I “DRIVER” CHE STANNO GUIDANDO LA
Il settore delle costruzioni continua a recuperare produttività e lo fa sempre più velocemente (grazie anche al traino degli incentivi fiscali e dei bonus per le ristrutturazioni), ma ha ancora molta strada da percorrere per arrivare ai livelli medi degli altri settori dell’economia italiana. Rispetto
alla media del triennio 2017-2019, nel 2022 il valore aggiunto per ora lavorata è aumentato del 9,2%, arrivando a 26 euro per le imprese edilizie e a 25 euro per gli studi di architettura e d’ingegneria. Una performance di crescita migliore rispetto alla media generale dell’economia italiana (+2,8%), dove però
il valore aggiunto per ora lavorata è decisamente più alto (36,5 euro). A rilevarlo è la ricerca “La digitalizzazione nel settore delle costruzioni: scenari e potenzialità del mercato”, realizzata da GS1 Italy in collaborazione con il CRESME (Centro Ricerche Economiche Sociologiche e di Mercato nell’Edilizia).
Redditività in aumento, ma ancora troppo bassa
Quello delle costruzioni è il macro settore che ha sperimentato la crescita media della produttività più elevata sia prima che dopo la pandemia: +1,5% annuo nel periodo
2017-2019 e +9,2% nel 2022 contro, rispettivamente, il +0,4% e il
+2,8% della media nazionale. Una peculiarità tutta italiana, visto che tra i quattro principali paesi europei solo in Italia le costruzioni hanno mostrato una crescita così significativa della produttività nel corso degli ultimi sei anni (+2,0% medio annuo in Italia, -0,8% in Germania, -4,5% in Spagna e -1,0% in Francia).
La ricerca condotta da GS1 e CRESME ha identificato le cause di questa ripresa della produttività a partire dal rapido incremento dei prezzi e dalla sottostima nel calcolo dei deflatori e delle ore effettivamente lavorate. Sicuramente c’è poi l’effetto propulsivo legato alla crescita del mercato della ristrut-
turazione incentivata che, secondo le stime del CRESME, nell’ultimo triennio ha assorbito circa il 30% del totale degli investimenti. Anche l’espansione del mercato delle infrastrutture (+11,5% l’aumento del valore della produzione tra il 2019 e il 2022) potrebbe aver svolto un ruolo nella crescita della produttività, così come la sempre maggiore importanza della componente impiantistica: dieci anni fa valeva il 27% della produ-
processi e della digitalizzazione, confermata dall’analisi delle dinamiche della cosiddetta produttività totale dei fattori (TFP). La crescita della produttività oraria, infatti, è solitamente scomposta in tre componenti: l’aumento del capitale fisso per addetto (il cosiddetto “capital deepening”); la modifica dell’al -
LA STANDARDIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI E
IL MIGLIORAMENTO DELL’EFFICIENZA NELLO SCAMBIO DEI DATI
zione settoriale, oggi è arrivata al 35%, esprimendo il dato più alto in Europa.
Ultimo fattore da considerare è l’ottimizzazione della gestione dei
ANTONIO MURA
DIRETTORE TECNICO DEL CRESME
“Lo spaccato del settore che emerge dalla ricerca è quello di una filiera frammentata, con livelli di digitalizzazione e gestione dei processi eterogenei e che fatica a trasferire in maniera efficiente le informazioni sia orizzontalmente, tra una fase produttiva e l’altra, sia verticalmente, tra imprese, professionisti e addetti. La ricerca di GS1 Italy e CRESME scatta una fotografia di questo complesso comparto, che alla produzione vale 223 miliardi di euro (dato 2021) e contribuisce in maniera diretta e indiretta a quasi un terzo del PIL nazionale, individuandone gli attori e la struttura del tessuto imprenditoriale, nonché il loro contributo alla catena del
valore, descrivendo le macro-tendenze che stanno caratterizzando l’attuale ciclo edilizio e l’evoluzione della domanda. Nella seconda parte presenta stimoli e riflessioni su alcuni temi importanti e attuali per il settore, come la trasformazione digitale, la standardizzazione delle informazioni, l’innovazione tecnologica e la sostenibilità economica e ambientale. L’obiettivo della ricerca è mettere in luce lo sviluppo nel periodo post-pandemico, identificare le cause della bassa produttività e individuare le strade per recuperare efficienza. Nei prossimi dieci anni il settore delle costruzioni sarà attraversato da un radicale processo di modernizzazione e sappiamo che a guidare questo cambiamento sono due driver: sostenibilità e digitalizzazione. Siamo consapevoli che il mondo delle costruzioni parte in ritardo. Ma anche che, proprio per questo, potrà ottenere maggiori benefici da un processo di digitalizzazione capace di ridisegnare i comportamenti della filiera, i modelli di offerta, i livelli di produttività, i rapporti con la domanda, oltre a consentire nuovi obiettivi qualitativi in termini di sicurezza e sostenibilità”.
locazione delle ore lavorate verso un’attività a maggiore valore aggiunto; un aumento, appunto, della produttività totale dei fattori. Quest’ultima tiene conto di tutto ciò che contribuisce ad aumentare l’output di un settore a parità dei fattori produttivi, ovvero: innovazione tecnologica, innovazione di processo e qualità del capitale umano. Se si guarda al periodo 2017-2020, la crescita della TFP settoriale ha ripercorso quasi fedelmente le dinamiche della produttività oraria; è cresciuta nelle costruzioni (+0,6% di media annua) ed è calata negli altri settori (-0,5% la media generale, -1,4% nel manifatturiero). Ma la produttività oraria resta ancora troppo bassa e ciò rappresenta il problema principale del settore delle costruzioni in Italia. Una situazione che va attribuita al costo dell’errore che l’attività edilizia porta con sé: previsioni di spesa e tempi di esecuzione che si allungano rispetto ai programmi sono parte importante delle cause che determinano la bassa produttività. Un’altra componente è la filiera lunga, con una difficoltà nel flusso delle informazioni e nell’organizzazione dei rapporti tra gli attori della stessa, che genera pesanti inefficienze anche in termini di costi dell’attività.
Nell’ultimo decennio il settore delle costruzioni ha avviato un processo di digitalizzazione per sostenere la crescita, migliorare l’efficienza, aumentare la produttività e mitigare il rischio sul lavoro. Ma la situazione è ancora lontana dal livello raggiunto in altri settori economici. Il passo decisivo verso un settore pienamente digitale è che i prodotti in fase di progettazione, costruzione, consegna, gestione e manutenzione siano univocamente identificabili e rintracciabili. Una filiera in cui le informazioni sono facilmente reperibili e confrontabili aumenta la produttività a tutti i livelli, riduce gli sprechi e rende i processi più sostenibili ed efficienti. Tutta la filiera è coinvolta in questo processo di trasformazione. Le imprese produttrici, specialmente nei settori maggiormente internazionalizzati, iniziano a comprendere i vantaggi di una gestione digitale
di tutte le fasi, dall’acquisto - mediante l’utilizzo di piattaforma EDI (Electronic Data Interchange) per l’e-procurement - alla vendita. Il settore della distribuzione è sempre più consapevole che una gestione completamente digitale che si interfacci con le piattaforme dei produttori scambiando efficientemente dati di prodotto e informazioni tecniche è la chiave per competere in un mercato sempre più esigente e internazionalizzato. Qui la gestione automatizzata del magazzino e della logistica, la domanda di standardizzazione delle informazioni tecniche, l’utilizzo di sistemi informativi all’avanguardia per la gestione in tempo reale
Basso livello di internazionalizzazione limita il trasferimento tecnologico (learning by exporting)
Ridotta dimensione media delle imprese riduce la propensione all’innovazione dei processi e all’adozione di strumenti digitali
Imprese famigliari, poca cultura del management e degli addetti tra le imprese famigliari la propensione all’innovazione di prodotto o di processo risulta più bassa
Ricambio generazionale difficoltoso il settore fatica ad attrarre imprenditoria giovanile
Una filiera lunga e complessa la necessità di un commitment generale
Percentuale di imprese con più di 10 addetti con livello di digitalizzazione basso o bassissimo (2022, DII)
ICT
Professioni tecniche
Immobiliare
Elettronico ed elettrico
Petrolichimico
Totale
Servizi amministrativi e di supporto
Manifatturiero totale
Altri servizi
Commercio al dettaglio
Agrindustria
Prodotti base in metallo
Trasporti e magazzinaggio
Altro (icluso arredamento)
Legno e carta Costruzioni
84,5% È LA PERCENTUALE DI IMPRESE DI COSTRUZIONI CON PIÙ DI 10 ADDETTI CON UN LIVELLO DI DIGITALIZZAZIONE BASSO O BASSISSIMO NEL 2022
Fonte: elaborazioni Cresme su dati Eurostat/DESI
delle scorte cominciano a diffondersi tra le aziende maggiormente strutturate, trainando l’innovazione a tutti i livelli. Imprese e installatori cominciano a capire che la riduzione del rischio operativo (di contenzioso, sicurezza, amministrativo, eccetera) passa necessariamente dalla gestione ottimizzata delle informazioni in cantiere. Il tema della digitalizzazione e della tracciabilità diviene strategico, quindi, non solo per migliorare la produttività e l’efficienza, ma anche per la mitigazione del rischio. In ambito impiantistico, la sempre maggiore integrazione impianto-edificio, con la diffusione della domotica e dell’IoT, sta rendendo centrale il tema della standardizzazione del flusso dei dati in un’ottica più generale di interoperabilità delle componenti. In questo contesto, la consapevolezza è che la qualità, del manufatto o dell’infrastruttura, dell’organizzazione del processo produttivo e del cantiere, della vendita e delle relazioni all’interno della lunga filiera idearealizzazione-gestione, passa necessariamente da quella del pro-
Produttività oraria nel 2022 (euro per ora lavorata a valori costanti 2015)
NEL 2022 LA PRODUTTIVITÀ ORARIA DEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI (OSSIA IL VALORE AGGIUNTO PER ORA LAVORATA) È STATA DI APPENA 26 EURO, CONTRO I 36,5 EURO DELLA MEDIA GENERALE DELL’ECONOMIA ITALIANA
Fonte: elaborazioni Cresme su dati Istat, contabilità nazionale
cesso decisionale, dalla scelta dei materiali e dalla progettazione integrata con il processo costruttivo.
La diffusione della metodologia
BIM diventa un tema strategico: BIM inteso come strumento integrato per la gestione di tutto il processo, dalla progettazione, all’esecuzione, fino al “facility management”. La digitalizzazione avvenuta a monte permette di introdurre soluzioni digitali a cascata in tutte le fasi del processo che si trasmettono anche alla fase di gestione, dove manutenzione degli impianti, manualistica interattiva e realtà aumentata supportano l’attività del “facility manager”.
Ma il primo passo verso un settore delle costruzioni veramente digitale è che i prodotti in fase di progettazione, costruzione, consegna, gestione e manutenzione siano univocamente identificabili e rintracciabili. Una filiera in cui le informazioni sui prodotti non sono facilmente reperibili, o sono difficilmente confrontabili, riduce la produttività, aumenta gli sprechi e rende i processi inefficienti.
In secondo luogo, c’è la necessità di rispondere alla crescente necessità di collegare il mondo virtuale con quello fisico. L’emergere dei gemelli digitali apre la strada a un nuovo modo di lavorare, nuove fonti di dati e informazioni diventano accessibili e la richiesta è
che queste siano vive (sempre aggiornate) e utili (con le informazioni che davvero servono). Per questo motivo è fondamentale essere in grado di collegare il fisico e il digitale utilizzando identificatori persistenti interoperabili, in modo che tutte le parti interessate possano scambiarsi i dati in maniera rapida e affidabile. I gestori degli asset potranno sfruttare i dati raccolti durante le fasi di progettazione e costruzione per migliorare le prestazioni dei prodotti e garantire che possano essere riutilizzati o riciclati nella maniera opportuna al termine della vita utile. Tutto ciò mentre cresce la domanda di un ambiente più sostenibile, una domanda attenta ed esigente, che mette sotto la lente di ingrandimento le industrie più inquinan-
ti e quelle che fanno un uso intensivo delle risorse. Solo la piena conoscenza dell’impronta ambientale dei prodotti durante la fase di progettazione porta a decisioni migliori, riducendo l’impatto ambientale del settore e i problemi nella gestione dei rifiuti. ■
I PRODOTTI IN FASE DI PROGETTAZIONE, COSTRUZIONE, CONSEGNA, GESTIONE E MANUTENZIONE DEVONO ESSERE UNIVOCAMENTE IDENTIFICABILI E RINTRACCIABILI
IL COSTRUTTORE GIAPPONESE HA RECENTEMENTE RIBADITO I SUOI OBIETTIVI IN TERMINI DI SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE CON IL LANCIO DI NUOVE SOLUZIONI IN OTTICA “GREEN”. UN CHIARO MESSAGGIO DELL’IMPEGNO DELL’AZIENDA NELL’INDICARE
UNA DIREZIONE CONCRETAMENTE SEMPRE PIÙ SOSTENIBILE DEL SETTORE
di Mirko BrusamolinoAttraverso il nuovo slogan “La nostra vera missione: zero emissioni”, Tadano ha annunciato le sue iniziative focalizzate sul raggiungimento di un’attività interna sempre più rispettosa dell’ambiente, con l’obiettivo di ridurre entro il 2030 del 25% le emissioni di CO2 derivanti dalle varie attività e del 35% di quelle dovute all’u-
so dei suoi prodotti, nonché il traguardo di divenire completamente “climate-neutral” entro il 2050. L’azienda ha riunito sotto l’acronimo TGS (Tadano Green Solutions) le nuove soluzioni ecosostenibili ideate per centrare questi ambiziosi obiettivi, presentate in occasione del Conexpo CON/AGG 2023 insieme alle sue ultime novità e allo stato dell’arte degli impegni citati.
Una nuova “corrente”
L’edizione di quest’anno del Conexpo CON/AGG ha rappresentato una vetrina importante per Tadano, che ha colto l’occasione per mostrare in anteprima il prototipo GR-1000XLL EVOLT: si tratta di un’autogrù fuoristrada
con trazione elettrica a batteria, il cui lancio è previsto negli USA e in Canada nel 2024 per poi approdare successivamente in altri mercati. Il suo motore elettrico da 194 kW offre prestazioni e velocità operativa equivalenti alla controparte diesel, il modello GR-1000XLL-4, e sarà in grado di eseguire operazioni di sollevamento sfruttando esclusivamente l’energia fornita dalle batterie, garantendo un’operatività a zero emissioni e ridotti livelli di rumorosità. Una singola carica della batteria permetterà all’autogrù GR-1000XLL EVOLT un funzionamento sufficiente a coprire una giornata lavorativa tipica per questa tipologia di macchine, della durata di nove ore o di cinque ore dopo aver percorso una distanza di 20 km. Per quanto riguarda i tempi di ricarica, invece, alla macchina occorrono due ore per rifornirsi di energia tramite connessione US-COMBO CCS1 e sette ore tramite un’alimentazione mediante connessione trifase 240 Vca / 100 A, rete tipica presente negli edifici commerciali. L’autogrù, inoltre, può effettuare operazioni di sollevamento collegata a una presa di corrente, così da permetterne un uso pressoché illimitato. Ma l’aspetto della GR-1000XLL EVOLT che fa la differenza rispetto al suo pari ad alimentazione diesel è la sostenibilità: secondo dei calcoli
SECONDO DEI CALCOLI EFFETTUATI DA TADANO E BASATI SU UN UTILIZZO MEDIO DELLA MACCHINA, IL PROTOTIPO GR-1000XLL EVOLT COMPLETAMENTE ELETTRICO PERMETTERÀ DI RISPARMIARE CIRCA 8.300 L DI CARBURANTE DIESEL, RIDUCENDO DI CIRCA 22 T/H LE EMISSIONI DI CO2
eseguiti dall’azienda sulla base di un utilizzo medio dell’autogrù, infatti, questo modello permetterà di risparmiare circa 8.300 l di carburante riducendo di circa 22 t/anno l’emissione di CO2
Altra importante novità è stata la presentazione dell’autogrù fuoristrada interamente elettrica
LA CONFIGURAZIONE DEI COMANDI
DEL MODELLO GR-250N EVOLT
RISPECCHIANO QUELLE DEL SUO EQUIVALENTE DIESEL, OFFRENDO
PERÒ TUTTI I VANTAGGI DERIVANTI
DAL POSSEDERE UNA MACCHINA
INTERAMENTE ELETTRICA
Al Conexpo CON/AGG 2023 sono stati anche presentati ulteriori prodotti lanciati di recente dall’azienda giapponese, tra i quali tre nuove gru cingolate a braccio telescopico della Serie GTC con capacità da 120 a 156 t. Le GTC-2000, GTC1600 e GTC-1300 sono macchine molto apprezzate per i loro rapidi tempi di allestimento e per i diagrammi di carico flessibili, intenti a sfruttare tutto il potenziale di sollevamento delle gru. Per l’occasione, il modello GTC-1300 è stato allestito con un terzo argano opzionale, una novità assoluta nel settore che, in combinazione con un gruppo di alimentazione, offre maggiore potenza e migliori prestazioni. Importante punto di svolta per il completamento di progetti infrastrutturali, il terzo argano è dotato di caduta libera controllata ed è in grado di aumentare sensibilmente la flessibilità generale delle gru. Inoltre, quest’anno Tadano ha arricchito il suo portafoglio negli Stati Uniti e in Canada con due nuove auto -
grù autocarrate, i modelli GT-1200XL-2 da 108,8 t e GT-800XL-2 da 72,5 t. Il primo, in particolare, è dotato di un motore diesel Cummins da 373 kW e presenta un nuovo design del braccio, con fissaggio a mezzo spine in cinque sezioni, con lun -
GR-250N EVOLT, il cui lancio è previsto in Giappone nel corso di quest’anno. La struttura, le dimensioni e la configurazione dei comandi di questo modello rispecchiano quelle del suo equivalente diesel, il modello GR-250N, offrendo però tutti i vantaggi derivanti dal possedere una macchina interamente elettrica. Le sue peculiarità: funzionamento a zero emissioni di carbonio, bassi livelli di rumorosità, la quasi totale eliminazione delle vibrazioni per un migliore comfort di guida e minori costi di manutenzione rispetto alla versione diesel. Con la nuova autogrù elettrica GR-250N EVOLT, Tadano propone una macchina potente e veloce, che grazie ai suoi 194 kW di potenza e al peso operativo di 25 t, permette di effettuare spostamenti rapidi anche in condizioni proibitive del fondo stradale. La nuova GR-250N EVOLT, infatti, offre la possibilità di recarsi molto rapidamente presso cantieri dislocati in posizioni remote a una velocità di 49 km/ora e, una volta sul posto, consente attraver-
ghezze che vanno da 12,5 a 51 m e falconi da 10 a 17,7 m. Inoltre, l’ampio interasse aiuta a ridurre i carichi assiali, permettendo alla macchina di spostarsi rapidamente da un cantiere all’altro senza dover richiedere alcuna autorizzazione.
so una singola carica della batteria un’operatività della durata di 11 ore. La funzione “frenata” a recupero di energia aiuta inoltre a massimizzare le prestazioni quando si eseguono lunghi spostamenti o si lavora per molte ore consecutive, consentendo di ricaricare la batteria dell’autogrù con l’azionamento dei freni della macchina. La macchina offre una tipologia di ricarica rapida di 2,5 ore attraverso un sistema CHAdeMO o una standard e completa mediante connessione a una rete trifase a 200 Vca / 100 A di circa otto ore, ideale nelle ore d’inoperatività nelle fasce notturne. Infine, è possibile prevedere un uso illimitato dell’autogrù in modalità “plug-in” mediante una connessione a un gruppo di alimentazione esterno in cantiere.
L’UNITÀ APU È IN GRADO DI FORNIRE ALIMENTAZIONE ELETTRICA PER NUMEROSE IMPORTANTI FUNZIONI DELLA MACCHINA ANCHE A MOTORE DI BORDO SPENTO COME, AD ESEMPIO, LE FUNZIONI DI VISUALIZZAZIONE NELLA CABINA DI GUIDA
L’impegno di Tadano volto a garantire un’offerta completa a zero emissioni, nel rispetto della sua strategia “Green Solutions”, è stato ribadito dall’annuncio di soluzioni interessanti ideate per abbattere i consumi di carburante e le emissioni di CO2. Tra queste c’è l’unità di potenza ausiliaria APU, attualmente approvata per l’uso come accessorio opzionale per i nuovi ordini dei modelli RT GR1000XLL-4, GR-800XL-4 e GR1000XL-4, per i mercati di USA e Canada. Il motore a due cilindri da 972 kW rispetta gli standard per le emissioni Tier 4 Final e presenta consumi di carburante molto bassi, pari a 0,76 l/h. L’unità APU è in grado di fornire alimentazione elettrica per numerose funzioni dell’autogrù anche a motore spento, quali i fari, le varie luci di segnalazione, i tergicristalli per il parabrezza e il tettuccio, l’impianto di climatizzazione,
RISPETTO AL FUNZIONAMENTO AL MINIMO DELLE CLASSICHE ALIMENTAZIONI DIESEL DI BORDO SI STIMA CHE L’UNITÀ APU POSSA RIDURRE I CONSUMI DI CARBURANTE E LE EMISSIONI DI CO2 DI CIRCA IL 25%
l’uscita USB e, naturalmente, le cruciali funzioni di visualizzazione nella cabina di guida. Tadano calcola che l’unità APU possa ridurre i consumi di carburante e le emissioni di CO2 di circa il 25% rispetto al funzionamento al minimo delle classiche alimentazioni diesel di bordo e che le ore di funzionamento del motore dell’autogrù possano essere ridotte fino al 41%. In altre parole, l’unità di potenza ausiliaria APU coniuga rispetto per l’ambiente ed economicità, in quanto non solo ottimizza i costi d’esercizio e il “cash flow” per i proprietari delle autogrù, ma apporta anche un effetto positivo sui requisiti di manutenzione e sul valore di rivendita della macchina stessa.
L’evoluzione tecnologica delle macchine sta rapidamente migliorando le prestazioni delle autogrù, consentendo alle aziende di prendere decisioni più informate. Proprio per questo Tadano offre nuove tecnologie, soluzioni di sollevamento digitali e strumenti online per i clienti, al fine di consentire loro di operare in modo più efficiente e di far crescere la loro attività.
E-PACK INTEGRA UN MOTORE
ELETTRICO DA 32 KW, PER UN FUNZIONAMENTO A ZERO EMISSIONI E BASSA RUMOROSITÀ SENZA SCENDERE A COMPROMESSI IN TERMINI DI CAPACITÀ DI SOLLEVAMENTO
Un pacchetto esclusivo
In occasione del Conexpo CON/AGG, Tadano ha presentato due nuove soluzioni telematiche, “Hello-Net” e “IC-1 Remote”, in grado di indicare lo stato operativo e il posizionamento, nonché di offrire informazioni cruciali per la risoluzione dei problemi, così da aumentare l’efficienza e ridurre i tempi di fermo delle autogrù. Queste tecnologie includono moduli CAD 2D e 3D, modelli di dati BIM, strumenti di pianificazione del sollevamento e piani di reazione degli stabilizzatori per le linee di macchine mobili. Oltre a ciò, è possibile accedere agli strumenti online relativi alle condizioni delle apparecchiature di sollevamento e allo sbraccio di lavoro per diversi modelli dell’azienda. Una gamma di strumenti che ha l’intento di ampliare e migliorare la capacità e la flessibilità delle autogrù, garantendo sicurezza ed efficienza, così da consentire ai clienti di sfruttare tutto il potenziale delle macchine Tadano. Inoltre, grazie alla nuova app “Tadano Pro” per smartphone e tablet sarà possibile accedere rapidamente a tutti questi strumenti online, oltre a brochure, schede tecniche, immagini e video direttamente dai propri dispositivi mobili.
Altro esempio di queste nuove soluzioni ecologiche ideate per ridurre gli effetti dell’inquinamento ambientale e acustico delle macchine diesel è rappresentato dal nuovo ePACK. Presentato a Las Vegas avvalendosi della nuova autogrù multistrada Tadano AC 4.070-2, questo nuovo sistema elettroidraulico integra un motore elettrico da 32 kW in grado di garantire un funzionamento a zero emissioni e a bassa rumorosità a costi operativi più bassi rispetto a quelli che si otterrebbero impiegando un sistema diesel. Il sistema e-PACK viene alimentato da rete tramite un connettore da 400 V / 63 A o, in alternativa, è disponibile anche una modalità da 400 V / 32 A, che permette di far lavorare l’autogrù a una potenza ridotta. L’e-PACK è attualmente disponibile per tutte le nuove autogrù Tadano AC con capacità di sollevamento fino a 80 t, oltre che come retrofit per le versioni esistenti. Quest’ultima soluzione dell’azienda sviluppata in un’ottica di maggiore sostenibilità delle macchine è solo una degli importanti contributi alla strategia “Green Solutions” di Tadano, che garantirà ai clienti la possibilità di effettuare investimenti profittevoli e di trasformarli in un significativo apporto alla lotta contro il cambiamento climatico. Il tutto, migliorando il rapporto qualità-prezzo grazie a una riduzione dei costi. ■
QUELLA APPENA CONCLUSASI È STATA UNA STAGIONE IMPEGNATIVA MA ESTREMAMENTE SODDISFACENTE PER IL COSTRUTTORE VICENTINO, CHE HA PRESENTATO I SUOI SOLLEVATORI
TELESCOPICI ELETTRICI IN OCCASIONE DI TRE DIVERSE MANIFESTAZIONI FIERISTICHE
di Pietro GabrielliSi è appena conclusa la stagione primaverile e sta per terminare il primo semestre del 2023. Un periodo in cui si può iniziare a stilare un primo bilancio e programmare la seconda parte dell’anno. Per Faresin Industries la primavera appena conclusasi è stata “elettrizzante”, in molti sensi. L’azienda di Breganze (VI)fondata nel 1973 dall’attuale presidente Sante Faresin e specializzata nella progettazione,
costruzione e commercializzazione di sollevatori telescopici per uso agricolo e industriale, oltre che di carri miscelatori e strumenti per l’analisi della razione per il settore zootecnico - ha infatti presentato i propri sollevatori telescopici elettrici ai principali saloni fieristici programmati negli scorsi mesi: il SaMoTer di Verona, i Vertikal Days di Peterborough (Regno Unito) e l’Apex di Maastricht (Paesi Bassi). Macchine innovative, queste, che stanno conquistando il mercato globale grazie alla sempre maggiore sensibilità alle tematiche ambientali e climatiche e per via delle leggi sempre più stringenti riguardo alle emissioni inquinanti.
Con la presentazione dei nuovi modelli della “Big Range Full Electric” al Bauma 2022 (14.42, 17.40 e 17.45), Faresin Industries ha dato il via al completamento del gamma “Full Electric” iniziato nel 2018 con il telescopico elettrico 6.26. Un nuovo e impor-
tante passo lungo l’asse strategico dell’innovazione sostenibile, che guida il percorso di crescita e miglioramento costante del marchio. Questi sollevatori, progettati e industrializzati negli stabilimenti di Breganze, concretizzano il concetto di sostenibilità ef-
ficace, il rispetto per l’ambiente che non rinuncia a redditività e prestazioni. L’azzeramento delle emissioni di CO 2 e la ridotta rumorosità ne permettono l’utilizzo anche in ambienti chiusi - come magazzini, aree logistiche e attività agricole - migliorando il livello
di comfort e di sicurezza nell’ambiente di lavoro. Alle citate fiere, Faresin Industries si è presentata con l’obiettivo di sensibilizzare il settore dell’edilizia e dell’industria all’utilizzo delle tecnologie elettrificate come viatico indispensabile per abbattere l’inquinamento nei
cantieri, garantendo le stesse performance delle macchine a motore endotermico. L’elettrificazione è un settore in rapida espansione, con novità tecnologiche rivoluzionarie che vengono svelate con elevata frequenza. Per questo motivo il centro R&D di Faresin è co-
“Stiamo vivendo una straordinaria stagione di affermazione sui mercati internazionali grazie a una visione di sviluppo sostenibile, dove le macchine utilizzano tecnologie ‘intelligenti’, che aumentano la redditività del business dei clienti e, allo stesso tempo, riducono consumi ed emissioni di CO2”. La sostenibilità è diventata un valore aggiunto sempre più importante dei nostri nuovi prodotti, pertanto abbiamo in programma di attuare ulteriori investimenti per raddoppiare la produzione con un’offerta di prodotto sempre più
stantemente alla ricerca di soluzioni innovative da implementare ai prodotti, allo scopo di proporre ai clienti la migliore tecnologia disponibile sul mercato.
Il sollevatore telescopico 6.26 “Full Electric”
Novità di questa primavera è rappresentata dalla nuova versione del sollevatore telescopico 6.26 “Full Electric”, perfezionata negli ultimi anni con l’upgrade dei suoi principali componenti. Nel 2018 Faresin Industries aveva lanciato il suo prototipo, che ha segnato l’inizio di una rivoluzione globale nelle macchine agricole e da cantiere avendo introdotto il concetto di sostenibilità in settori in cui esso non era mai stato concepito. Questa macchina è entrata in produzione nel 2020 e in quattro anni ha ottenuto un grande riscontro sul mercato, con vendite registrate in ogni parte del mondo, soprattutto in Nord Europa e negli USA. Un successo ottenuto anche grazie
alle sue dimensioni compatte e alla possibilità di arrivare a 6 m di altezza sollevando fino a 2,6 t, come la versione a motore endotermico. “Nessun compromesso” è stato da sempre il motto che ha guidato la concezione di questo progetto e l’obiettivo è stato raggiunto grazie alle prestazioni del tutto comparabili a quelle registrate dalla macchina alimentata a gasolio. Fin dal momento della sua presentazione, il centro di Ricerca e Sviluppo di Faresin Industries ha continuato a evolverlo, sperimentando soluzioni che permettessero all’operatore di migliorare l’esperienza di lavoro. Le attività si sono concentrate nell’aumento dell’autonomia e
nella riduzione dei tempi di ricarica. Modifiche che hanno portato a un restyling del 6.26 Full Electric MY 2023, presentato alle tre fiere “primaverili”. Per massimizzare le prestazioni e ridurre i consumi durante gli spostamenti, Faresin Industries ha sostituito il motore da 15 kW con uno più performante da 20 kW S1. Inoltre, è stato installato un sistema di controllo della temperatura che permette di allungarne la vita utile e ridurne la manutenzione. Il motore dedicato all’idraulica del braccio da 18 kW S3 garantisce le stesse prestazioni a livello di sollevamento del suo “gemello” a motore endotermico e movimenti fluidi. Oltre al
sistema di antiribaltamento di serie, poi, nel 6.26 Full Electric sono installate tecnologie sviluppate per rendere le macchine più sicure ed efficienti in ogni condizione ambientale. L’autonomia delle batterie presenta come fattore chiave la temperatura d’esercizio, che dev’essere tenuta costante su determinati valori di riferimento. Per questo motivo le macchine montano di serie un sistema di gestione termica per evitare surriscaldamenti o cali di potenza dovuti al gelo, salvaguardando la vita utile del pacco batterie. Anche la cabina è stata rivista rispetto alla versione del 2018: il nuovo display a colori si somma a una pulsantiera in stile automotive che permette di navigare tra i vari menù in modo intuitivo, anche durante le operazioni di movimentazione. È stato inoltre montato un joystick più ergonomico e sensibile ed è stata aggiunta la possibilità di installare anche l’aria condizionata.
“Big Range Full Electric”
Presentata al Bauma 2022, la gamma “Big Range Full Electric” - così come l’omologa a motore endotermico - monta gli stabilizzatori frontali, garanzia di alte prestazioni e stabilità su qualsiasi tipologia di terreno, e comprende tre modelli: 14.42 Full Electric, con capacità
di 4,2 t e altezza di sollevamento di 14 m, 17.40 Full Electric (4 t e 17 m) e 17.45 Full Electric (4,5 t e 17 m). Il “cuore” di quest’ultimo è un pacco batterie agli ioni di litio ad alta tensione da 45 kWh che garantisce un’autonomia fino a otto ore. Per la sua ricarica è stato montato un caricatore di bordo da 11 kW, che gli consente di
Faresin Industries ha lavorato molto per equipaggiare i suoi nuovi sollevatori telescopici con batterie più performanti, adatte anche per lavori intensivi. Il pacco da 80 V, rinnovato e con una densità energetica migliorata, può avere tre differenti capacità: 24 kW/h (315 Ah), con autonomia fino a sei ore; 32 kW/h (420 Ah), con autonomia fino a otto ore; 43 kW/h (560 Ah), con autonomia fino a 11 ore. Rispetto alla versione presentata cinque anni fa, in particolare, il sollevatore telescopico 6.26 Full Electric MY 2023 può essere configurato con quattro sistemi di ricarica, a seconda della frequenza di utilizzo e dall’intensità dei cicli di lavoro. Questa gamma allargata di caricabatterie permette di soddisfare le necessità di tutti i clienti in ogni parte del mondo, che possono quindi avere tensioni d’ingresso differenti, offrendo la stessa capacità di ricarica finale. Le tipologie di ricarica sono (con riferimento alla batteria di 315 Ah): caricabatterie “on board” standard monofase (fornito di serie), completamente ripensato e con tempi di ricarica dimezzati rispetto alla versione del 2018; caricabatteria esterno trifase che carica la batteria in poco più di tre ore; caricabatterie esterno FAST trifase, per ricariche rapide in poco più di un’ora; caricabatterie FAST “on board” per ricariche veloci, in poco più di due ore, con la comodità di non utilizzare un supporto esterno e in grado di sfruttare sia un’interfaccia monofase che trifase. Il telescopico 6.26 Full Electric si avvale inoltre di un sofisticato sistema che recupera l’energia, convertendola in carica elettrica. Il recupero avviene in frenata e in rilascio dell’acceleratore e si attiva automaticamente. I motori elettrici agiscono come un generatore, convertendo gran parte dell’energia cinetica della macchina in energia elettrica, che viene immagazzinata nella batteria aumentandone l’autonomia. Un sistema “intelligente”, che evita dissipazioni di energia sotto forma di calore, a favore di una ricarica automatica della batteria, e che permette una minore usura dell’impianto frenante della macchina.
caricarsi con corrente alternata in circa quattro ore.
Grazie al sistema “Universal Charge”, d’ispirazione automobilistica, è possibile ricaricare le batterie grazie a un’unica interfaccia plug-in per le alimentazioni 220V monofase e 400V trifase, come per le stazioni di ricarica rapida pubbliche e private. Un sistema che supera il problema della disponibilità asimmetrica di diversi sistemi di alimentazione nei mezzi da cantiere elettrificati. La nuova serie è equipaggiata con un motore elettrico da 51 kW dedicato alla trasmissione, che assicura prestazioni comparabili a quelle ottenute con motori endotermici. La potenza è erogata secondo necessità grazie a un processo “made in Faresin” che evita sprechi di energia a favore della durata della carica. Grazie a queste caratteristiche il motore consente di raggiungere una velocità di 25 km/h e una forza di trazione di 44.3 kN. Per i servizi è stato montato un motore elettrico da 23 kW, che permette di movimentare il braccio, composto da tre sezioni sfilanti. Le batterie ad alta tensione sono progettate per garantire un adeguato livello di sicurezza in ogni condizione di lavoro; per preservare ulteriormente l’incolumità degli operatori in situazioni di emergenza, Faresin Industries ha installato un sistema di controllo di dispersione della tensione che si attiva automaticamente in caso di pericolo. Inoltre, è stato montato un dispositivo che permette di isolare la batteria durante gli interventi di service, per lavorare in totale tranquillità. Questa nuova serie, infine, dispone della stessa cabina del 6.26 Full Electric MY 2023, con il nuovo display a colori e pulsantiera automotive. Questi telescopici montano un nuovo joystick idraulico elettroproporzionale che permette movimenti precisi grazie all’ergonomia dei comandi. Anche in questo caso è possibile installare il climatizzatore. ■
IL COSTRUTTORE DI POVIGLIO HA PRESENTATO ALL’APEX UN’INNOVATIVA
PIATTAFORMA
SEMOVENTE CINGOLATA
CON STABILIZZAZIONE
AUTOMATICA PROGETTATA PER CONSENTIRNE
L’UTILIZZO IN TERRENI
SCONNESSI E “SOFFICI”
QUALE ALTERNATIVA ALLE
PIATTAFORME CINGOLATE
DELLA SERIE SPIDER
Con oltre 225 aziende espositrici, l’Apex e l’IRE (International Rental Exhibition) - le manifestazioni andate in scena dal 6 all’8 giugno negli spazi del MEEC di Maastricht - hanno fatto registrare una delle edizioni più partecipate di sempre. Qui Platform Basket, l’azienda di Poviglio (RE) che dal 2005 è tra i principali produttori di piattaforme aeree in Italia, ne ha calcato il palcoscenico in veste di attrice protagonista. All’interno del suo stand, infatti, era presente HERON 10, una nuova (e innovativa) piattaforma semovente cingolata con stabilizzazione automatica progettata dal costruttore emiliano per consentirne l’utilizzo in terreni sconnessi e “soffici” quale alternativa alle piattaforme cingolate della serie Spider. Per farci illustrare le peculiarità di questa soluzione abbiamo incontrato Nicola Lai, responsabile operativo di ELMA, società di Platform Basket creata nel 2022 proprio per sviluppare questo nuovo progetto.
Platform Basket è una società che dimostra di essere in perenne evoluzione. Ciò ha implicato dei cambiamenti in seno all’azienda in termini di organizzazione, progettazione e produzione dei prodotti?
“Platform Basket si è sempre distinta nel tempo per una costante crescita e, anche in questo momento storico, è una società in forte sviluppo. Quando una realtà come questa cresce in tal modo si rendono spesso necessari dei cambiamenti organizzativi interni che consentano di garantire una maggiore efficienza all’attività stessa, sia dal punto di vista della progettazione che della produzione. Personalmente, insieme a un team dedicato e specializzato, mi sono sempre occupato dell’aspetto tecnico e dello sviluppo dei prodotti; il mio ruolo è sempre stato quello di pianificare e seguirne i progetti, a partire dal prototipo della macchina fino alla relativa produzione e certificazione. Nel 2022, Platform Basket ha costituito una società denominata ELMA, destinata a occuparsi di ricerca e sviluppo, con la finalità di esplorare nuovi mercati e creare linee di prodotto innovative, con un focus particolare sui temi dell’elettrificazione, della sostenibilità (anche aziendale) e della connettività.
Da qui è nato il progetto HERON, che porterà alla nascita di una nuova gamma di piattaforme cingolate e semoventi verticali”.
A Maastricht è stato esposto il primo modello di questa gamma, denominato HERON 10. Di cosa si tratta?
“HERON 10, così denominata con riferimento ai suoi 10 m di altezza massima di lavoro, è una piattaforma semovente cingolata con stabilizzazione automatica dal peso contenuto, trasportabile con rimorchi leggeri e di facile utilizzo, progettata per svolge-
HERON 10, COSÌ DENOMINATA CON RIFERIMENTO AI SUOI 10 M DI ALTEZZA MASSIMA DI LAVORO, È UNA PIATTAFORMA SEMOVENTE CINGOLATA CON STABILIZZAZIONE AUTOMATICA DAL PESO CONTENUTO, TRASPORTABILE CON RIMORCHI LEGGERI E DI FACILE UTILIZZO, PROGETTATA PER SVOLGERE ATTIVITÀ LEGATE ALLA MANUTENZIONE E IMBIANCATURA DEI FABBRICATI, ALLA PULIZIA DEI VETRI E NEL SETTORE DELLA MANUTENZIONE DEL VERDE
re attività legate alla manutenzione e imbiancatura dei fabbricati, alla pulizia dei vetri e nel settore della manutenzione del verde. All’interno dei fabbricati ne consente tutte le manutenzioni mantenendo un carico al suolo molto contenuto. L’utilizzo di questa macchina è quindi indicato anche su superfici delicate e/o in presenza di solai o balconate. HERON 10 è una macchina particolarmente compatta e quindi si presta a
LA NUOVA PIATTAFORMA SEMOVENTE CINGOLATA HERON - QUI ESPOSTA IN OCCASIONE DELL’APEX DI MAASTRICHT IN VESTE “TRICOLORE”, DOVE HA
OTTENUTO IMPORTANTI RISCONTRI
DAL PUBBLICO INTERNAZIONALE - È
PROPOSTA SUL MERCATO IN VERSIONE DIESEL (10) ED ELETTRICA (10 E).
LA MACCHINA SFRUTTA UN SISTEMA
DI DISCESA A GRAVITÀ CHE ASSICURA
UN’ELEVATA EFFICIENZA GENERALE, IN QUANTO LIMITA IL CONSUMO
DI GASOLIO NEL PRIMO CASO E
GARANTISCE UNA MAGGIORE DURATA DELLA BATTERIA NEL SECONDO
essere utilizzata in spazi ridotti. L’adozione del cingolo e la relativa sterzatura ne consentono la rotazione su sé stessa. La stabilizzazione automatica permette poi di livellarsi anche in presenza di pendenze rilevanti: l’operatore si dovrà solo preoccupare di azionare un tasto e la macchina provvederà al proprio livellamento per consentire l’utilizzo in quota. La piattaforma HERON 10 è dotata di radiocomando, al fine di renderne più versatile l’utilizzo nelle fasi di carico e scarico su rampe di rimorchi leggeri e, soprattutto, per poter intercambiare il cestello biposto da 230 kg (di tipo superleggero e facilmente amovibile) con accessori di sollevamento carichi atti a trasformarla in una vera e propria minigrù”.
In quali versioni è proposta sul mercato la piattaforma HERON 10?
“HERON 10 è proposta sul mercato dotata di propulsione a motore diesel endotermico Kubota, con raffreddamento a liquido, qualora utilizzata in ambiente esterno, oppure in versione bi-energy, con aggiunta di motore elettrico monofase 220Vac/2, 2HP. Questa
PLATFORM BASKET HA PROPOSTO UNA NUOVA
E INNOVATIVA LINEA DI PRODOTTO CON UN FOCUS
versione si caratterizza per il controllo del regime di rotazione di tipo proporzionale, per il sistema di richiusura automatica in condizione di trasporto, per il controllo della rotazione torretta attraverso encoder, per il sistema di sollevamento attraverso carrello elevatore e gli attacchi di sollevamento per movimentazione con gru. Alternativamente, in ottemperanza alle disposizioni ambientali più rigorose, è disponibile la versione HERON 10 E: equipaggiata con batterie agli ioni di litio da 200Ah/48Vdc e con sistema di ricarica attuabile attraverso la potenza di rete, questa soluzione garantisce la totale assenza di emissioni sonore e inquinanti e, quindi, un impatto ecologico altamente sostenibile. Questa versione elettrica, oltre che per le caratteristiche citate precedentemente per quella diesel, si caratterizza per
una trasmissione e una sterzatura realizzata attraverso motori elettrici diretti che ne consentono il 100% della coppia già a velocità ridotte”.
Quali sono, in generale, i valori aggiunti di questa nuova piattaforma semovente cingolata?
“La prima è che la macchina è dotata di quattro stabilizzatori indipendenti e di un pulsante di stabilizzazione automatica grazie ai quali la piattaforma può operare e svilupparsi in altezza anche in presenza di salite o terreni sconnessi e non necessariamente solo in piano. La seconda riguarda il sistema di controllo: abbiamo scelto di utilizzare un radiocomando con diagnostica operativa sia per l’utilizzo da navicella che da terra e ciò offre un beneficio all’operatore, che nella fase di spostamento della piattaforma può avere un
controllo totale degli spazi e degli ingombri. Oltre a queste due caratteristiche, la piattaforma HERON 10 vanta un display con diagnostica e ricerca guasti che segnala all’operatore eventuali anomalie e fornisce soluzioni immediate all’eventuale malfunzionamento. Come optional, poi, la macchina può essere dotata di un dispositivo anti-intrappolamento, di un sistema anticollisione del cestello, di
sensori di rilevamento ostacoli e di pedale ‘uomo-presente’, a tutto vantaggio della sicurezza”.
Un altro aspetto da rimarcare, come citato inizialmente, è la volontà di Platform Basket e di ELMA di focalizzarsi sulla sostenibilità…
“Sì. Il messaggio che vogliamo dare attraverso la creazione della gamma HERON è che il diesel e l’elettrico hanno pari performance dal punto di vista operativo, in termini sia di velocità che di durata di lavoro, sia in ambienti interni che esterni.
La piattaforma è estremamente affidabile e progettata per lavorare fino a 12 ore al giorno, in modo efficiente e con la garanzia che il
pacco batterie ne garantisce in modo efficace l’attività durante l’intera giornata di lavoro. La sua progettazione si basa su un concetto di sostenibilità legato all’efficienza: la macchina deve essere ‘green’, ma ‘sostenibile’ ed efficiente per chi la usa. E parlando di ‘efficienza’ è importante sottolineare che HERON 10 può usufruire come optional del sistema PBT (Platform Basket Telematics), piattaforma telematica e interfaccia ‘uomo-macchina’ che è garanzia di adeguata diagnostica e assistenza e di monitoraggio totale del mezzo sotto ogni suo aspetto, poiché in grado di verificare lo stato e gli errori della macchina collegandosi anche “real-time” per la soluzione da remoto dei problemi”. ■
km/h
Peso operativo: 2.750 kg 2.800 kg
Pressione cingoli al suolo:
Pressione al suolo su stabilizzatori:
IL COSTRUTTORE BRITANNICO HA LANCIATO SUL MERCATO
DUE NUOVE PIATTAFORME DI LAVORO AEREO A BRACCIO
ARTICOLATO, CONSENTENDO LA SCELTA TRA TRASMISSIONI
AD ALIMENTAZIONE COMPLETAMENTE ELETTRICA
A BATTERIA O IBRIDE DIESEL/ELETTRICHE
JCB ha lanciato sul mercato le piattaforme di lavoro aereo a braccio articolato A45E (ad azionamento elettrico a batteria) e A45EH (trasmissione ibrida diesel/elettrica), due soluzioni che offrono una maggiore efficienza, un migliore accesso dell’operatore e livelli più elevati di monitoraggio, per aumentare la produttività dei clienti. Come le altre piattaforme JCB anche queste due nuove macchine
- che consentono quindi di scegliere tra trasmissioni ad alimentazione completamente elettrica a batteria oppure ibride diesel/elettriche - saranno commercializzate in esclusiva per l’Italia da EA Group, in seguito al recente accordo siglato tra il costruttore britannico e l’azienda di Arceto di Scandiano (RE) specializzata nella fornitura di carrelli elevatori speciali e nella progettazione di soluzioni logistiche di magazzino personalizzate.
Le caratteristiche principali delle nuove piattaforme aeree JCB includono: altezza massima della piattaforma di 13,84 m con sbraccio anteriore di 7,47 m; trasmissioni elettriche a batteria o ibride diesel/elettriche; capacità di sollevamento di 300 kg; protezioni secondarie, pneumatici antiforatura, blocco della rotazione ed esclusione di emergenza; monitoraggio remoto in tempo reale JCB LiveLink.
La nuova piattaforma JCB A45E è la versione completamente elettrica del modello AJ48D e offre tutte le prestazioni, l’altezza di lavoro e lo sbraccio in avanti del modello precedente, ma a zero emissioni; la versione A45EH, invece, è una macchina ibrida diesel/elettrica, ideale per lavorare in luoghi più remoti dove non è prontamente disponibile un’alimentazione esterna. La piattaforma A45E è alimentata da otto batterie da 6 V, creando un sistema operativo da 48 V / 400 Ah. I pacchi batteria sono collocati su entrambi i lati del telaio inferiore, mantenendo un baricentro basso, per una maggiore stabilità e una migliore trazione del mezzo. Le batterie alimentano i motori di trazione CA tramite i controller del
motore e la pompa idraulica della macchina tramite un controller del motore idraulico. La piattaforma A45EH utilizza invece un propulsore diesel a 3 cilindri da 14,8 kW e un generatore da 7,5 kW per alimentare le otto batterie da 6 V della macchina. Il motore è montato su una struttura ribaltabile, facilitando così l’assistenza e la manutenzione quando necessarie. Un serbatoio da 40 l fornisce carburante più che sufficiente per un’intera settimana di funzionamento, rendendo la macchina una piattaforma a basse emissioni idea-
le (anche) per le località più remote. La batteria può inoltre essere collegata a una presa di rete, se disponibile. Entrambe le piattaforme sono dotate di quattro ruote motrici e di due ruote sterzanti di serie. Le ruote sono azionate da quattro motori CA, che recuperano energia attraverso la frenata rigenerativa per prolungare le prestazioni della batteria. Poiché la trasmissione viene fornita a ogni singola ruota, la piattaforma è in grado di superare pendenze fino al 40%. Un assale oscillante garantisce il mantenimento della massi -
JCB ha aggiornato la sua gamma Access di piattaforme di lavoro aereo con tre nuovi modelli a forbice ad azionamento elettrico, gli S1932E, S2632E e S3246E, cui seguiranno entro la fine dell’anno gli S2646E, S4050E e S4550E. Le peculiarità di queste nuove macchine includono: fino al 53% di autonomia in più; fino al 48%-50% in meno di collegamenti idraulici; una maggiore coppia alle ruote, per una maggiore trazione; altezza della piattaforma da 5,71 a 13,8 m; capacità da 230 a 450 kg. In questi modelli i propulsori idraulici sono sostituiti da motori ad azionamento elettrico, che forniscono una coppia maggiore alle ruote e consentono di superare pendenze fino al 25%, facilitando la guida e il carico sulle rampe dei camion. Il modello S1932E
ma trazione su terreni accidentati quando il braccio è riposto. Tuttavia, l’assale è bloccato, per garantire la stabilità della macchina quando entra in modalità di sollevamento del braccio. Gli pneumatici riempiti di schiuma e antitraccia sono di serie.
Massimo sollevamento
La piattaforma presenta tre punti di ingresso per facilitare l’accesso degli operatori. Sono presenti inoltre quattro punti di ritaglio dell’imbracatura, che gli consentono di avere pieno accesso intorno al cestello. La lunghezza della piattaforma è di 0,84 m, la larghezza è
sostituisce l’S1930E, aggiungendo 50 mm alla sua larghezza, nonostante una riduzione del peso operativo di 106 kg (ciò facilita il trasporto su un rimorchio o quando si spostano più unità). Il modello S1932E offre un’altezza della piattaforma di 5,71 m e una capacità di 230 kg; l’S2632E ha un’altezza di 7,92 m, con una capacità di 250 kg; l’S3246E offre un’altezza di 9,7 m, ma con un limite di peso di 320 kg. Nel corso dell’anno, il modello S2646E fornirà un’altezza della piattaforma di 7,9 m e una capacità di carico di 450 kg, mentre la versione S4046E fornirà un’altezza di 11,9 m e una capacità di 320 kg. Lo scissor S4550E, infine, ha un’altezza della piattaforma fino a 13,8 m e una capacità
di 1,84 m. Insieme alla macchina, JCB fornisce un sistema di protezione secondario che arresta automaticamente le funzioni del braccio quando questo viene attivato, al fine di proteggere l’operatore e prevenire eventuali schiacciamenti. I bracci sono dotati di una funzione “slew acknowledgement”, che assicura che l’operatore debba registrarsi se il braccio viene ruotato oltre il lato del telaio prima di guidare quando è sollevato. Un sensore di inclinazione impedisce il sollevamento della macchina quando il telaio si trova su un terreno irregolare, inclinando la macchina di oltre 5°. L’altezza massima della piattaforma è di 13,84 m su entrambi i modelli, con uno sbraccio orizzontale fino a 7,47 m, fornendo uno spazio libero di 7,48 m. La capacità di sollevamento per entrambi i bracci è di 300 kg.
Entrambe le piattaforme JCB in oggetto sono dotate di un display a colori da 5” che fornisce agli operatori tutti i dati essenziali delle macchine. Questa interfaccia intuitiva migliora la sicurezza e la protezione sul luogo di lavoro. Inoltre, le piattaforme sono dotate di un sistema di controllo che elimina la necessità di passare dai
comandi in piattaforma a quelli a terra. Gli operatori possono azionare senza problemi la macchina da qualsiasi posizione, eliminando la necessità di cambiare modalità di controllo. Da citare, infine, il sistema di monitoraggio telematico JCB LiveLink, strumento che fornisce dati operativi in tempo reale su prestazioni, programmi di
manutenzione e codici di errore. I gestori possono registrare in remoto il funzionamento del motore, gli avvisi di basso livello di carburante, gli avvisi del sensore d’inclinazione e gli avvisi di sovraccarico. Il sistema LiveLink fornisce anche dati sulla tensione della batteria, sul livello del carburante e sulla percentuale di carico della macchina. Grazie a tutte queste caratteristiche tecniche e operative le piattaforme aeree a braccio articolato JCB A45E e A45EH offrono una maggiore capacità di sollevamento, con alimentazione ibrida a emissioni zero o a basse emissioni, e garantiscono livelli più elevati di efficienza, con più alti livelli di monitoraggio, garantendo ai proprietari delle macchine una maggiore produttività. ■
INNOVAZIONE, SVILUPPO E SOSTENIBILITÀ
SONO STATI I TEMI TRATTATI DALL’AZIENDA DI MONTECCHIO EMILIA IN OCCASIONE DELLA SCORSA EDIZIONE DEL SAMOTER, SOTTOLINEANDO ANCORA UNA VOLTA COME
ORMAI L’INDUSTRIA 4.0 ABBIA COINVOLTO ANCHE IL MONDO DELLE MACCHINE PER COSTRUZIONI, STABILENDO NUOVI STANDARD IN TERMINI DI EFFICIENZA, RISPARMIO E PRODUTTIVITÀ
di Stefano Vitali
Anche Dieci è stata tra i protagonisti della scorsa edizione del SaMoTer 2023, presentando in fiera le sue ultime novità, frutto di un grande investimento fatto in termini di ricerca, crescita e tecnologia. La manifestazione veronese ha rappresentato l’occasione per presentare al pubblico la nuova gamma di sollevatori telescopici rotativi Pegasus, articolata in nove modelli suddivisi in tre linee, e il mini-elevatore Apollo 26.6, una macchina pensata per svolgere lavori edili all’interno di spazi ristretti e oggi proposta in una veste completamente rinnovata.
Dopo il grande successo riscosso dal pubblico internazionale in occasione del Bauma 2022 i nuovi telescopici rotativi Dieci “Pegasus” sono stati riproposti in fiera in occasione del SaMoTer 2023. Costruttori, ristrutturatori, addetti al settore logistico, cantieristi e noleggiatori hanno avuto così la possibilità di scoprire da vicino tutte le funzionalità della nuova gamma, che si suddivide in tre linee: “Essential” (40.16 e 40.18, a rotazione non continua di 400°, con portata di
4.000 kg e altezza di sollevamento di 15,7 e 18 m, pensata per il mercato del noleggio e per chi ha bisogno di un mezzo essenziale e dall’utilizzo facile, sicuro e intuitivo); “Classic” (60.16, 60,21, 50.25, 75.25, 60.26 e 60.30, a rotazione continua di 360°, con portata da 6.000 a 7.500 kg e altezza di sollevamento da 16,2 a 29,6 m, ideale per chi necessità di una macchina performante in ogni condizione di utilizzo); “Elite” (60.35, a rotazione continua di 360°, con portata di 6.000 kg e altezza di sollevamento di 34,3 m, progettata per incrementare i fattori di produttività, facilità d’uso, comfort e sicurezza, non-
ché per offrire elevate prestazioni di movimentazione ai professionisti del settore).
“I punti di forza che contraddistinguono tutte le linee di telescopici rotativi Dieci sono l’efficienza, la sicurezza e il comfort. La necessità delle aziende di avere a disposizione macchine estremamente performanti e versatili si lega così a una grande attenzione per l’operatore e alla facilità d’uso dei mezzi”, affermano i responsabili dell’azienda emiliana. Utilizzando i nuovi Pegasus è peraltro possibile accedere a un sistema efficiente e intuitivo, grazie all’integrazione di alcune funzionalità tecnologicamente avanzate, quali: l’allineamento automatico delle ruote, comprensivo di spia di segnalazione della sterzatura corretta; il recupero automatico dei piedi stabilizzatori, un’opzione intuitiva e attivabile con la semplice pressione di un tasto in cabina; l’“Easy Work System”, l’adattamento automatico all’area di lavoro in base alla posizione dei piedi stabilizzatori (in caso di sovraccarico il sistema interrompe ogni movimento aggravante; la funzionalità può essere sempre tenuta sotto controllo grazie a un
Il mini-elevatore Apollo 26.6 è stato oggetto di un profondo restyling estetico. Il nuovo abitacolo si presenta oggi con un design completamente rinnovato, caratterizzato da una cabina spaziosa omologata ROPS-FOPS, studiata per garantire un alto livello di comfort, da un nuovo display da 7’’ con livello di dettaglio e profondità simili a un 3D (la navigazione è facile e intuitiva grazie a quattro pulsanti che permettono di muoversi tra le diverse schermate) e
da una visibilità ottimale, garantita da una superficie vetrata e da una retrocamera integrata, nonché dal nuovo vano motore, che offre un importante miglioramento in termini di accessibilità e manutenzione, riducendo i tempi di intervento.
diagramma di carico visibile su display); i sistemi “Arm too high”, che limitano automaticamente la velocità di marcia del mezzo quando il braccio viene sollevato, e “Soft Motion”, che permette di configurare un rallentamento dei movimenti in base al carico.
La sicurezza dell’operatore rappresenta poi una priorità in ogni condizione di lavoro: in questi sollevatori telescopici sono stati integrati sistemi semplici e intuitivi che vanno a prevenire rischi e problematiche, quali: l’autolivellamento in stabilizzazione, attuabile su
qualsiasi conformazione del terreno, premendo semplicemente un tasto; l’“Anti-Crash System”, che permette di non avere punti ciechi, arrestando la macchina in situazioni critiche; la funzione “Limiti”, che delimita l’area di lavoro del braccio e della macchina; l’“Anti-Tilt System”, che previene il ribaltamento del telescopico bloccando i movimenti aggravanti; il riconoscimento automatico delle attrezzature, con diagramma di carico preimpostato per facilitare le operazioni, aumentandone la sicurezza.
Il mini-elevatore Apollo
Altro grande protagonista al SaMoTer 2023 è stato il mini-elevatore Apollo 26.6, rinnovato nel design e nel motore. Questo telescopico a braccio fisso da 5.100 kg di massa a vuoto è una soluzione ideale per tutti quei lavori edili che richiedono agilità e precisione nei movimenti. Le sue caratteristiche lo rendono idoneo a lavorare all’interno di spazi ristretti e angusti, mantenendo alto il livello di efficienza e produttività. Tra le peculiarità di questo mini-elevatore citiamo la portata di 2.600 kg, l’altezza di sollevamen-
to di 5,68 m; lo sfilo orizzontale di 3,2 m, l’angolo di brandeggio di 129°, la forza di strappo/traino di 5.510/4.400 daN. Oltre a ciò è importante sottolineare l’acceleratore elettronico e il pedale “inching”, che rendono ogni manovra fluida e controllata; le tre modalità di sterzata (frontale, concentrico e trasversale), per una guida adeguata anche con un carico importante; il braccio telescopico realizzato in acciaio altoresistenziale prodotto “in-house” da Dieci.
“L’Apollo 26.6 è il frutto di una grande ricerca e un costante dialogo con i clienti, veri protagonisti del settore. L’unione di questi due elementi ci ha permesso di sviluppre una soluzione su misura per le richieste del mercato. L’alto contenuto tecnologico e gli allestimenti garantiscono un elevato livello prestazionale, rendendo questo mezzo una soluzione versatile e maneggevole ”, affermano dall’azienda. “ Ancora una volta la centralità dell’operatore è la base delle novità, dove ogni funzionalità introdotta punta a migliorare la semplicità e l’efficienza del mezzo e le condizioni di lavoro dell’operatore, garantendone comfort e sicurezza”. Tutte le funzioni di controllo del telesco-
pico fanno capo a un’unica centralina, che misura i parametri ottimali di lavoro mediante un sistema diagnostico avanzato. Tra le principali novità in termini di efficienza e prestazioni citiamo: i distributori idraulici monoleva proporzionale e “Flow Sharing”, che garantiscono più movimenti contemporanei e una migliore risposta
ai comandi; la trasmissione idrostatica monomarcia; il nuovo motore Yanmar da 53,7 kW (73 HP) a 2.500 giri/min); la vasta gamma di accessori, come argani e cestelli, che ne amplificano la versatilità (inoltre, grazie al riconoscimento automatico dell’attrezzatura, il cambio avviene con rapidità e in totale sicurezza). ■
I sollevatori telescopici Pegasus Classic ed Elite sono dotati di doppio display per la gestione digitale dei comandi, permettendo così un accesso intuitivo e semplice alle differenti modalità di marcia o agli stabilizzatori. La configurazione è personalizzabile, in modo da poter avere sempre a disposizione le funzionalità di cui si ha bisogno. Oltre alle funzionalità menzionate, che semplificano il lavoro dell’operatore, è stata integrata una cabina evoluta caratterizzata dal massimo comfort e comandi intuiti, come: il bracciolo di nuova con figurazione, solidale al sedile; la funzio-
ne di blocco e sblocco dell’attrezzatura mediante pulsante sul joystick; la movimentazione dei piedi stabilizzatori mediante joystick dedicato; il radiocomando per guidare la macchina da terra o dalla cesta; il doppio display “touchscreen” con collegamento Bluetooth, che permette la gestione anche da smartphone.
IL MINI-ELEVATORE APOLLO 26.6 SI PRESENTA RINNOVATO NEL DESIGN E NELLA MOTORIZZAZIONE. QUESTO TELESCOPICO A BRACCIO FISSO RAPPRESENTA UNA SOLUZIONE IDEALE IN QUEI LAVORI EDILI CHE RICHIEDONO AGILITÀ E PRECISIONE NEI MOVIMENTI
LA PIATTAFORMA A BRACCIO ARTICOLATO EC520AJ GEN. 2
RAPPRESENTA, INSIEME ALLA “SORELLA MINORE” EC450AJ GEN. 2,
LA NUOVA GENERAZIONE DI MACCHINE ELETTRICHE PROGETTATA
SPECIFICATAMENTE PER APPLICAZIONI EDILI
E NELL’AMBITO COSTRUCTION
di Ettore Zanatta
Con la recente normativa sul clima il conseguimento dell’obiettivo climatico dell’UE di ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030 è diventato un obbligo giuridico. Tutti i Paesi stanno lavorando per rendere l’Europa climaticamente neutra entro il 2050. In particolare, a seguito di tutto ciò, agli appaltatori è stato chiesto di calcolare e fornire il livello di emissioni utiliz-
zate nei cantieri in cui operano. Di conseguenza, l’impiego di energia elettrica e, nella fattispecie, di macchine senza emissioni e a bassa impronta di carbonio rappresenta un fattore fondamentale per contribuire a raggiungere gli obiettivi posti a livello globale, considerando peraltro l’aumento esponenziale del numero di aree denominate LEZ (Low Emission Zones) dislocate su tutto il territorio europeo.
Anche a seguito di tutto ciò, JLG Industries Inc.- che si è sempre impegnata nello sviluppo costante di soluzioni tecnologiche con impatto ambientale sostenibile - ha iniziato da tempo a immettere sul mercato una serie di piattaforme elettriche destinate a molteplici ambiti di applicazione. Un progetto concretizzatosi tre anni fa con la gamma di piattaforme a braccio articolato “EC” (Electric Construction) e costituita dai modelli EC450AJ
ed EC520AJ, con altezze di lavoro da 12 a 18 m. La nuova piattaforma EC520AJ Gen. 2 da 18 m di altezza di lavoro, unitamente al
Il dispositivo di controllo ADE (Advanced Design Electronics) aiuta a ottimizzare la produttività e la manovrabilità della piattaforma aerea riducendo i costi di mantenimento e di funzionamento, che risulta operativamente più regolare. Questo sistema controlla le funzioni della piattaforma, le rende più uniformi e ne aumenta l’efficienza, oltre a ridurre il numero di cavi e di connessioni, consentendo di conseguenza una maggiore affidabilità. Il tempo di localizzazione dei guasti risulta essere ridotto grazie alla capacità di eseguire un’efficace autodiagnosi, mentre le velocità delle funzioni possono essere personalizzate secondo le preferenze del cliente. Il sistema di controllo ADE utilizzato da JLG consente di adattare la velocità e gli accessori funzionali personalizzandoli secondo le specifiche esigenze.
Il pacco batterie agli ioni di litio da 10 kW/200Ah (in opzione, un ulteriore pacco batterie da 10 kW) con BMS e riscaldatori integrati è installato in posizione protetta all’interno del telaio. Sono presenti due apposite “tasche” per l’alloggiamento delle forche di un carrello elevatore, per poter estrarre agevolmente il vano batterie. Nella parte superiore del telaio è presente il dispositivo di controllo e diagnostica delle batterie stesse. La ricarica rapida (3,5 ore, dipendentemente dalla capacità delle batterie installate) consente di ottimizzare le tempistiche. In un’ora è possibile ricaricare circa il 30% dell’intero sistema
I pannelli di copertura, con apertura ad ali di gabbiano, sono realizzati in DuraTough, materiale progettato per rivestire e proteggere strutture soggette a cavitazione e ad accelerata erosione e corrosione. Le cofanature, in tal modo, associano durezza e durabilità a un’elevata flessibilità, resistenza all’abrasione, leggerezza e maneggevolezza
modello EC450AJ Gen. 2 da 15,7 m, rappresenta – come intuibile dalla denominazione – l’evoluzione più recente di questo progetto di svilup-
In prossimità della ralla di rotazione della torretta si trova lo stacca-batterie, attivabile in caso di fermo prolungato della piattaforma
La piattaforma JLG EC520AJ Gen. 2 è dotata di assale oscillante anteriore e di trazione elettrica CA diretta indipendente a due ruote motrici standard, ma - come opzione - è ora disponibile la trazione 4x4, per cicli di lavoro e autonomia prolungati. Queste configurazioni consentono di utilizzare la piattaforma anche su terreni difficili e in applicazioni “fuoristrada”, assicurando quindi aderenza e stabilità al terreno anche negli ambiti Construction per cui la macchina è stata progettata. Ciò anche grazie agli pneumatici antitraccia FF 315/55 D20 di serie
L’ALTO VALORE RESIDUO
LA VERSATILITÀ D’UTILIZZO
LE PRESTAZIONI IN CONDIZIONI DI FREDDO
LA TECNOLOGIA AVANZATA DELLA BATTERIA
LA TRAZIONE A QUATTRO RUOTE MOTRICI (OPTIONAL)
BATTERIE AGLI IONI DI LITIO DA 10 KW (OPTIONAL 20 KW)
PACCO BATTERIE MONTATE ALL’INTERNO DEL TELAIO
ANNELLI DI COPERTURA
“DURATOUGH” AD “ALA DI GABBIANO”
NUOVO DISPLAY INTERATTIVO SUL PANNELLO COMANDI
ASSALE OSCILLANTE ANTERIORE STANDARD
SISTEMA DI CONTROLLO “ADE” (ADVANCED DESIGN ELECTRONIC)
DISPOSITIVO DI PROTEZIONE “SKYLINE”
ANTITRACCIA
JOYSTICK PROPORZIONALE DI MANOVRA E CONTROLLO
po tecnologico, in grado di apportare ulteriori benefici al loro utilizzo.
I valori aggiunti
Le piattaforme “EC” Gen. 2 funzionano interamente utilizzando una batteria agli ioni di litio da 10 kW/200Ah, con BMS e riscaldatori integrati nella struttura (sistema di controllo 12 V DC; alimentazione di potenza 48 V DC). Propulsione che può essere integrata con un’ulteriore pacco batteria da 10 kW, per raggiungere un’alimentazione totale di 20 kW.
Informazioni relative alla batteria e alla relativa diagnostica, nonché le impostazioni di configurazione, possono essere visualizzate sul proprio smartphone grazie all’applicazione IQAN
Panoramica interna della piattaforma: oltre al pannello di controllo si trovano tutti gli elementi vitali della macchina, tra cui il caricabatterie, le valvole di controllo, il motore elettrico, l’interfaccia di controllo, il serbatoio dell’olio idraulico (con relativo filtro), il controllo del livello e della pressione dell’olio
Simboli intuitivi e spie luminose rendono semplice la gestione e la comprensione delle informazioni relative alla macchina e la relativa diagnosticaSul lato sinistro della piattaforma è presente il quadro comandi in alluminio pressofuso con il nuovo display interattivo da 4” ad alta visibilità
La cesta – con dimensioni di 0,76 x 1,83 m – ha una portata di 250 kg ed è sostenuta da un jib da 1,24 m di lunghezza, con range di articolazione di 145° (+76°/69°). Al suo interno si accede tramite lateralmente tramite un cancello ad apertura interna, con chiusura autonoma
Utilizzando questa, di tecnologia, è possibile inoltre lavorare in totale assenza di rumore, quindi questa tipologia di piattaforma è adatta a operare in aree residenziali, nei pressi di ospedali, ospizi e, in generale, ovunque sia richiesta un basso (o nullo) impatto sonoro. Inoltre, con queste batterie è possibile lavorare in modo efficace sia all’interno degli edifici ma anche all’esterno, in presenza di temperature estremamente basse (fino a -10°C). Ma parliamo anche di “consumi”. Una piattaforma tradizionale consuma circa 2,5 l di gasolio l’ora, pari a 20 l per turno (ot-
Nella cesta è presente il pannello di controllo con display interattivo (identico per tutta la gamma di piattaforme JLG), joystick proporzionale di manovra con comando a pollice integrato, joystick proporzionale di controllo del braccio principale e del brandeggio, comandi di gestione della piattaforma, porta-oggetti frontale e pedale per il consenso dei movimenti
Questo pacco batterie - montato in posizione protetta all’interno del telaio - è peraltro progettato per garantire fino a un totale di 2.500 cicli (un ciclo = scarica completa + carica completa), con una degradazione massima del 20% (80% di capacità residua dopo 2.500 cicli al 100%). Se, ad esempio, si dovessero considerare 250 cicli l’anno (improbabile), ciò rappresenterebbe un totale di 10 anni di vita del pacco batterie; considerando un più realistico 50% di ciclo di scarica, il conteggio raddoppierebbe a 5.000 cicli, pari a 16 anni di vita della batteria (quindi quanto quella della piattaforma su cui è utilizzato). Nessuna tecnologia al piombo potrebbe garantire un rendimento simile.
Il dispositivo di protezione del quadro comandi SkyLine presente sulla EC520AJ Gen. 2 è di serie sulle piattaforme a braccio articolato JLG in Europa, Medio Oriente, Africa, India e Russia e rappresenta un valore aggiunto in termini di sicurezza. Questo meccanismo è costituito da un cavo sottile fissato sul lato sinistro della piattaforma con un collegamento tramite due magneti a poli opposti; se l’operatore viene a contatto con il cavo e i magneti si separano il sistema arresta tutte le funzioni della macchina, invertendo momentaneamente o escludendo quelle in uso nel momento in cui è stato azionato. Questa funzione di inversione è utilizzata da JLG fin dal 2012. Grazie a questo dispositivo di sicurezza, dunque, l’azienda si distingue nel campo dell’innovazione e risponde efficacemente alle esigenze dell’industria dei macchinari di accesso. I riscontri avuti nel tempo dai clienti JLG riguardo al sistema originale SkyGuard sono stati molto positivi: SkyLine, che ormai è un concetto applicativo ben recepito, non è che la naturale evoluzione di questa tecnologia.
Il TCO (Total Cost of Ownership - Costo totale di proprietà o costo totale di possesso) è un approccio sviluppato da Gartner nel 1987 e utilizzato per calcolare tutti i costi del ciclo di vita di un’apparecchiatura informatica IT, per l’acquisto, l’installazione, la gestione, la manutenzione e il suo smaltimento (RAEE). Per tutte le aziende operanti nell’ambito industriale, oggi più che mai, il TCO ha un’influenza significativa sulle decisioni di acquisto dei macchinari e supporta le trattative tenendo presente i punti di visita dei clienti e dei fornitori. Esso, infatti, permette alle aziende di valutare se acquistare o meno in modo più approfondito rispetto alla semplice valutazione del prezzo di acquisto. La piattaforma elettrica a braccio articolato EC520AJ Gen. 2 di JLG rappresenta senza dubbio un valido esempio di valorizzazione e ottimizzazione del TCO. Questa macchina, infatti, non necessita delle manutenzioni richieste dalle versioni diesel o ibride, né di particolari competenze e impegno per ciò che ne concerne la ricarica. Tutto ciò, quindi, oltre
a essere un grosso vantaggio in termini di costi, rappresenta una soluzione ideale in termini di produttività generale e versatilità, poiché questa macchina può operare in qualsiasi ambito, interno ed esterno, anche a basse temperature, rapidamente e senza soluzione di continuità.
terrebbe però un costo di gestione inferiore del 91%. Come inferiore sarebbe, e in modo rilevante, anche il costo di manutenzione annuale: -27%. Un quadro, quello prospettato, che rende questa soluzione vincente, sia per le società di noleggio che per gli utenti finali.
La piattaforma elettrica JLG
EC520AJ Gen. 2 è stata progettata specificatamente per applicazioni in ambito Construction e si basa sulle comprovate peculiarità tecniche offerte dalla gamma di piattaforme JLG della serie 400. Anche per questo sono stati confermati in questo progetto tecnico l’assale anteriore oscillante e le due ruote motrici come fornitura standard. Per quanto riguarda quest’ultima caratteristica, però, rispetto alla generazione precedente qui il cliente può optare per la trazione 4x4, che garantisce un ulteriore incremento di prestazioni nelle applicazioni fuoristrada. JLG, dunque, conferma il suo impegno nel coniugare
to ore): con un prezzo medio del gasolio nell’UE di 1,7 euro al litro, il costo del carburante per un turno sarebbe di 34 euro. La piattaforma elettrica JLG EC520AJ Gen. 2, in presenza di un’applicazione molto intensa, consumerà circa 10 kWh di elettricità per turno (sempre calcolato di ore): con un prezzo medio del chilowatt nell’UE di 0,30 euro, il costo di utilizzo della macchina risulterebbe pari a 3 euro. È intuibile come, a fronte di un investimento d’acquisto iniziale maggiore del 30% rispetto a una macchina tradizionale, si ot-
tecnologia e applicazioni pratiche e nel garantire che non si verifichino in alcun modo riduzioni in termini di prestazioni, cicli di lavoro o stabilità su tutti i terreni. La piattaforma elettrica EC520AJ Gen. 2 offre rapidità di accesso e capacità di carico simili a quelle delle versioni diesel convenzionali e, come accennato, anche i requisiti di manutenzione e sostituzione delle parti sono limitati. Come sottolineano i responsabili di prodotto JLG, anche in questo caso “a fronte di una differenza di prezzo relativamente limitata, i clienti possono approfittare di un’usabilità ottimizzata, beneficiando del vantaggio di ridurre al minimo la rumorosità e le emissioni”.
Queste nuove piattaforme, inoltre, richiedono una manutenzione ridotta anche grazie ai pannelli di copertina in materiale DuraTough, che proteggono tutti i componenti interni. Tra le altre funzioni standard di questa piattaforma spiccano poi il joystick proporzionale di manovra con comando a pollice integrato e quello proporzionale di controllo del braccio principale e del brandeggio, il controllo multiplo di velocità del braccio inferiore, il movimento telescopico e la rotazione di 180° della piattaforma (meccanismo idraulico), il quadro comandi in alluminio pressofuso, il brandeggio non continuo a 355°, il selettore di controllo a terra con interruttore a chiave, l’allarme e spia luminosa per inclinazione oltre i 5°, il sistema di rilevamento del carico, la velocità ridotta disponibile per le funzioni di marcia sollevamento e brandeggio. Come opzione è invece possibile richiedere diverse piattaforme con accesso laterale a barra scorrevole anziché quella a discesa di serie, cancelletti ad apertura interna con chiusura automatica, fari e luci aggiuntivi, pneumatici a riempimento di schiuma e ruote container da trasporto, nonché ulteriori accessori utilizzabili in cesta. ■
La piattaforma elettrica a braccio articolato EC520AJ Gen. 2
Altezza di lavoro: 18,0 m
Altezza piattaforma: 16,0 m
Sbraccio orizzontale: 10,0 m
Sbraccio di lavoro *: 10,6 m
Altezza di scavalcamento: 7,30 m
Brandeggio (non continuo): 355°
Capacità di carico (illimitata): 250 kg
Rotazione piattaforma (meccanismo idraulico): 180°
Lunghezza totale del jib: 1,24 m
Range di articolazione del jib: 145° (+76°/-69°)
Peso: 7.985 kg
Pressione max. sul terreno **: 6,6 kg/cm2
Superficie occupata al suolo: 7,5 m2
Velocità di traslazione: 5 km/h
Pendenza superabile max. (2/4 ruote motrici): 30%/45%
Raggio di sterzata min/max.: 2,06/4,78 m
* compresi 0,65 m di sbraccio oltre la cesta
** con pneumatici standard
L’AZIENDA EMILIANA, SPECIALIZZATA NELLA PROGETTAZIONE E PRODUZIONE DI SOLUZIONI PER IL CONTROLLO DEL MOVIMENTO PER MACCHINE OPERATRICI MOBILI, CONTINUA LA SUA EVOLUZIONE PRODUTTIVA E COMMERCIALE GRAZIE ANCHE ALLA SINERGIA ATTUATA ALL’INTERNO DEL GRUPPO DI APPARTENENZA
Hydreco Hydraulics Italia - società appartenente dal 2019 a Duplomatic Motion Solutions
(MS), a sua volta parte del Gruppo giapponese Daikin Industries dallo scorso anno - sta vivendo questo passaggio storico significativo nella storia di crescita
aziendale come una grande opportunità di integrazione dei punti di forza e delle (diversificate) competenze presenti all’interno del gruppo di appartenenza. Ne abbiamo parlato con Gianpietro Caldarola, Sales Manager di questa realtà che oggi propone sul mercato una gamma sempre più specializzata
di soluzioni per il controllo del movimento per macchine operatrici mobili.
Prima di focalizzarci sulle novità che hanno caratterizzato l’attività recente di Hydreco Hydraulics
Italia - in termini produttivi, commerciali e strategici - faccia-
mo un passo indietro. Qual è lo stato dell’arte dell’azienda, oggi?
“Hydreco Hydraulics Ltd., con sede a Poole (UK), è oggi un’azienda appartenente a Duplomatic MS - parte a sua volta, dal 2022, di Daikin Industries - e controlla interamente le sedi Vignola (MO), specializzata in joystick idraulici ed elettronici ed elementi di interfaccia ‘uomo-macchina’, e di Parma, con focus su motori e pompe a ingranaggi, oltre che quelle di Straelen in Germania, di Sydney e Perth in Australia, di Bangalore in India e di Oslo in Norvegia. Non dimentichiamo la struttura Hydreco srl, specializzata in cilindri oleodinamici con sede a San Cesario s/P (MO). In generale, Hydreco Hydraulics progetta, costruisce e distribuisce prodotti oleodinamici al servizio delle applicazioni mobili e del trasporto dei materiali e vanta oltre 100 anni di esperienza nello sviluppo di soluzioni proposte tramite una rete sempre più strutturata di società specializzate, ognuna con proprie specificità, tradizioni e impostazioni produttive e strategiche. Prima delle recenti acquisizioni che hanno caratterizzato l’ulteriore evoluzione societaria Duplomatic MS ha rafforzato la propria presenza nell’area tedesca grazie anche alla recente acquisizione di Till Hydraulik, specializzata nella produzione di microidraulica e di cilindri oleodinamici per il settore mobile, che nel 2022 ha celebrato il suo 60° anniversario. La creazione di un unico gruppo tra David Brown Hydraulics, Powauto e Hydreco, avvenuta nel 1997, aveva già consentito di riunire alcune delle eccellenze più significative tra i prodotti, le persone e i marchi del settore”.
Il Gruppo attuale riunisce in sé diverse realtà, quindi, caratterizzate da un proprio DNA ma che, tutte insieme e grazie a una sinergia mirata, punta a garantire ai propri clienti un livello di eccellenza nella progettazione,
in molteplici settori… “L’eccellenza nella progettazione costituisce il ‘cuore’ del nostro Gruppo. La gamma di prodotti proposta oggi sul mercato è sviluppata al fine di offrire le migliori soluzioni possibili per le tipiche applicazioni di numerosi settori, tra cui edilizia e movimento terra, trasporto, movimentazione dei materiali e molti altri. Parliamo di prodotti all’avanguardia, progettati per fornire prestazioni ottimali e un’elevata affidabilità, anche in applicazioni gravose. Anche Hydreco Hydraulics Italia, nel no-
stro caso, punta sull’innovazione tecnologica per evolvere e sviluppare i suoi prodotti, che rappresentano una delle migliori soluzioni tra quelle disponibili sul mercato. Grazie alla citata rete internazionale di sedi produttive e commerciali siamo in grado di rispondere alle esigenze di tutti coloro che necessitano di soluzioni oleodinamiche. Il portafoglio prodotti vanta una vasta gamma di motori e pompe a ingranaggi, sia in alluminio che in ghisa, con ingranaggi a denti diritti o elicoidali. Sono disponibili poi manipolatori idraulici bi-asse o ad asse singolo, equipaggiabili con una vasta gamma di impugnature ergonomiche che prevedono diverse opzioni di pulsanti e interruttori, forniti con varie funzioni e opzioni, tra cui sistemi di aggancio meccanico ed elettrico. È da citare anche la sede australiana, dedita alla progettazione e commercializzazione di soluzioni oleodinamiche per il mercato ‘on-road’ che, grazie a un’esperienza e a un patrimonio aziendale che hanno visto la luce nel 1928, offre sul mercato prese di forza, pompe,
valvole, cilindri, controlli remoti e accessori per veicoli su strada e fuoristrada”.
La recente nascita della sede di Parma ha costituito un ulteriore tassello nella strategia di crescita di Hydreco Hydraulics Italia. Come si dividono le competenze tra questa struttura e quella storica di Vignola?
“La sede di Vignola si occupa della produzione e commercializzazione per tutto il Gruppo - con una spiccata tendenza alla ‘customizzazione’ - dell’intera gamma di elementi ‘uomo-macchina’ (pedipolatori oleodinamici, unità di alimentazione, pedali elettrici ed elettronici, sistemi di controllo macchina basati sul protocollo CANbus)
HYDRECO
e di joystick elettronici e idraulici bi-asse, componibili o ad asse singolo, equipaggiabili con una vasta gamma di impugnature ergonomiche che prevedono diverse opzioni di pulsanti e interruttori, previste con l’obiettivo di soddisfare sempre più le esigenze sia dei costruttori di macchine compatte, sia degli operatori, i quali devono staccare le mani dal manipolatore il meno possibile. Qui la novità più recente è rappresentata dall’impugnatura multifunzio-
ne MHC (Multifunction Handle Control), il cui design in poliammide PA6 - arricchito con fibra di vetro e dalla forma ergonomica, inclinata di 15° in avanti, progettata per adattarsi alle mani dell’operatore - è adatto per ambienti gravosi e per tutte le applicazioni dove sono necessari lunga durata e componenti affidabili. Al fine poi di allargare sempre più il portafoglio prodotti e fornire ai nostri clienti un ‘pacchetto completo’ di soluzioni made in Hydreco,
in questa sede stiamo sviluppando una nuova linea di prodotto costituita da distributori da 60, 90 e 120 l, ad azionamento manuale, elettrico o idraulico. La struttura di Parma è una recente novità: da qui Hydreco Hydraulics Italia offre in particolare una ricca gamma di pompe a ingranaggi elicoidali a bassa rumorosità, pompe a ingranaggi in alluminio (corpo) e ghisa (flange e coperchio), che riteniamo essere il miglior mix possibile in fatto di performance. Questi prodotti - in base a una standardizzazione mondiale in termini di dimensioni, forma e cilindrata - si suddividono in Gruppo 1 (creato nel 2021, con elementi in alluminio-ghisa), Gruppo 2 (creato sempre nel 2021, ma sia in alluminioghisa che tutta ghisa) e nel recente Gruppo 3 (anch’esso con pompe sia in alluminio-ghisa che tutta ghisa). Dallo scorso anno, dunque, siamo in grado di offrire la gamma completa di pompe a ingranaggi esterni con corpo in alluminio e con flangia e coperchio in ghisa. Componenti equipaggiati e disponibili in molteplici configurazioni e con varie tipologie di flange, di attacchi per le bocche di aspirazione mandata e alberi. Il tutto è andato a comporre un catalogo prodotti nel quale gli operatori del settore possono selezionare le configurazioni citate e individuare le soluzioni migliori in base alle loro esigenze, utilizzabili in appli -
I JOYSTICK COMMERCIALIZZATI DALLA SEDE HYDRECO HYDRAULICS ITALIA DI VIGNOLA PREVEDONO DIVERSE OPZIONI DI PULSANTI E INTERRUTTORI, PREVISTE
QUI LA NOVITÀ PIÙ RECENTE È RAPPRESENTATA DALL’IMPUGNATURA ERGONOMICA MULTIFUNZIONE MHC (MULTIFUNCTION HANDLE CONTROL)
cazioni mobili tipiche dei settori delle macchine movimento terra e dell’industria delle costruzioni, ma anche dei comparti agricolo, forestale e municipale. Soluzioni che creano - e creeranno sempre più - sinergia con l’universo Duplomatic, essendo utilizzabili anche in applicazioni industriali”.
Quali sono i risultati già raggiunti dalla sede di Parma e qua-
LA FAMIGLIA DI VALVOLE DI HYDRECO HYDRAULICS INCLUDE SIA MODELLI PER APPLICAZIONI SPECIFICHE CHE VERSIONI PIÙ VERSATILI, IN GRADO DI ADATTARSI ALLE SITUAZIONI PIÙ DIVERSE. L’AZIENDA PROPONE SUL MERCATO ANCHE UNA GAMMA DI CILINDRI TELESCOPICI E A DOPPIO EFFETTO
“Il primo anno ‘pieno’ di attività della sede Hydreco Hydraulics Italia di Parma - dove, ricordiamo, non vengono eseguite lavorazioni meccaniche, ma le pompe vengono qui assemblate (su disegno Hydreco), collaudate e spedite - è stato il 2022, alla fine del quale sono state vendute circa 24.000 pompe. L’obiettivo di quest’anno è raggiungere quota 50.000. Parliamo di pompe con cilindrate da 1 a 60 cc; in caso di necessità, tramite la sede inglese, è peraltro possibile fornire pompe che arrivano fino a 250 cc. In generale, quindi, sia per quanto riguarda la produzione di Parma che per quella di Vignola, nelle rispettive linee di prodotto, l’obiettivo è garantire prodotti sempre più compatti e leggeri. Questa è l’esigenza attuale evidenziata dal mercato, anche a fronte di un’ormai spiccata corsa verso l’elettrificazione, dove elementi più leggeri garantiscono una maggiore durata delle batterie, e la sostenibilità”. ■
CON L’OBIETTIVO DI OFFRIRE UN SERVIZIO A 360°, L’AZIENDA PIEMONTESE STA INVESTENDO MOLTE RISORSE NELL’AMPLIAMENTO DELLA FLOTTA DEDICATA AL NOLEGGIO A FREDDO, CHE ATTUALMENTE COMPRENDE OLTRE 200 MEZZI TRA PIATTAFORME AEREE, SOLLEVATORI
TELESCOPICI, PICK & CARRY, AUTOGRÙ FUORISTRADA E CARRELLI ELEVATORI
Nel settore del sollevamento Autovictor (San Pietro Mosezzo – NO) è molto conosciuta e apprezzata per il noleggio con operatore delle sue autogrù, attività seguita in tutti i dettagli,
dalla progettazione dell’intervento alla relativa attuazione. Ma l’azienda piemontese non è solo “autogrù”, bensì una società poliedrica che negli anni ha implementato sempre più il servizio di noleggio a freddo, grazie a una flotta parti-
colarmente “giovane” e aggiornata a livello tecnico, cui si aggiunge un servizio di prim’ordine. Abbiamo incontrato Alessandro Gino, direttore operativo di Autovictor, per illustrarci i dettagli di quest’importante attività.
Il noleggio a freddo, soprattutto per quanto concerne i sollevatori telescopici e le piattaforme aeree, rappresenta una vera e propria soluzione strategica per un’azienda. È così anche per Autovictor?
“Assolutamente sì. Il noleggio a freddo rappresenta un vero e proprio plus per i nostri clienti, ai quali possiamo offrire un servizio a 360°. In questo modo, infatti, ogni cliente di Autovictor beneficia di un unico interlocutore. Parlando con noi ogni cliente può avvalersi dei servizi a caldo, del trasporto e anche del noleggio a freddo. Spesso, nei cantieri in cui operiamo con i mezzi di grosse dimensioni serve anche un sollevatore telescopico per le attività di assemblaggio, oppure è necessaria una piattaforma aerea per portare in quota il personale a posizionare i vari elementi movimentati. Di conseguenza, grazie alla nostra flotta a freddo anche per i cantieri più complessi ogni cliente ha la possibilità di rivolgersi ad Autovictor con la certezza di avere un servizio completo e professionale sotto tutti i punti di vista”.
Il noleggio a freddo non riguarda solo i grandi cantieri, ma spesso presenta altre caratteristiche legate a tempistiche brevi e a interventi “mordi e fug-
gi”, ad esempio nel caso dell’impiantistica, della lattoneria o dell’imbiancatura…
“Anche per queste situazioni Autovictor rappresenta una scelta
vincente, perché abbiamo sempre creduto in questa tipologia di noleggio, che abbiamo iniziato a offrire durante i primi anni Novanta. Siamo stati tra i primi a inserire le piattaforme aeree montate su patente B come alternativa al ponteggio e nel tempo abbiamo strutturato una flotta che è in continuo ampliamento e miglioramento con l’introduzione di mezzi sempre più aggiornati”.
Com’è costituita l’attuale flotta di Autovictor, qualitativamente e quantitativamente parlando?
“Per tutte le nostre macchine abbiamo puntato esclusivamente su marchi di primissimo livello. Iniziando dalle piattaforme aeree,
la nostra flotta comprende molte autocarrate Socage patenti B, da 20 a 27 m di altezza, cui seguono le patenti C, sempre Socage, da 28, 30, 37, 50 e 54 m. Per quanto concerne le piattaforme semoventi, tutte a marchio JLG e Haulotte, abbiamo in flotta gli scissor da 15 a 18 m e molte piattaforme articolate e telescopiche in versione diesel o elettrica, che vanno da un minimo di 7 m a un massimo di 60 m, per un totale di circa 110 unità. Decisamente importanti anche i sollevatori telescopici, fissi e rotativi, tutti a marchio Manitou o Magni. Una gamma di una sessantina di macchine, in questo caso, che negli ultimi mesi è stata implementata con alcuni nuovi telehandler: due Manitou MRT 2260 da 6.000 kg di portata e 21,8 m di altezza e altrettanti Magni RTH 6.21 da 6.000 kg di capacità di sollevamento e 20,8 m di altezza massima. La flotta disponibile per il noleggio a freddo
si completa con i carrelli elevatori tradizionali, elettrici e diesel, le minigrù e una decina di autogrù fuoristrada dalle 30 alle 60 t di portata”.
Autovictor sa quindi destreggiarsi in entrambi i mondi che contraddistinguono il noleggio? “Sì. Sia il noleggio a caldo che quello a freddo si configurano con caratteristiche, organizzazione, attenzione al cliente e servizio molto differenti. Focalizzandoci sul noleggio a freddo, si devono avere mezzi nuovi ed efficienti, rispondere alle caratteristiche richieste dal cliente e saperlo consigliare nel definire il tipo di mez-
zo più idoneo a quanto deve fare. Poi è necessario garantire un servizio costante di assistenza e seguire il cliente in tutti gli aspetti che concernono la formazione del suo personale (per questo motivo abbiamo messo a punto un’attività formativa di tutto rispetto e decisamente apprezzata). Infine, è d’obbligo il pronto intervento in caso di guasto, non solo per eventuali avarie del mezzo a noleggio, ma anche nel caso in cui sia lo stesso cliente ad aver danneggiato la macchina. In entrambe le situazioni Autovictor offre sempre un mezzo sostitutivo, durante il periodo in cui la macchina è in riparazione”.
Il noleggio a freddo di Autovictor è offerto da tutte le filiali Autovictor? E riguarda solo il settore del sollevamento o intende estendersi ad altri comparti?
“Il nostro servizio di noleggio a freddo copre un’area particolarmente estesa, che comprende l’intero Nord e Centro Italia. Il nostro è un noleggio estremamente specializzato sul sollevamento, infatti non abbiamo alcuna intenzione di entrare nel settore del movimento terra. Siamo in grado di seguire noleggi a breve, medio e lungo termine. Per quest’ultima opzione c’è una grande sinergia con i nostri clienti: in molti casi, dopo esserci confrontati con il cliente, andiamo ad acquistare esattamente il mezzo che risponde a quella determinata applicazione e quindi operiamo un noleggio di 24-36 mesi. Questa nostra disponibilità e specializzazione è molto apprezzata sul mercato, così come ci viene riconosciuto l’impegno nel
creare una flotta numerosa e tecnicamente molto avanzata. Certo la fama di Autovictor è ancora molto legata al nolo a caldo, ma sono certo che i nostri sforzi sul noleg-
gio senza operatore saranno ancor più premiati da un mercato che sta diventando sempre più maturo e consapevole e che ricerca un’elevata professionalità”. ■
È IN CANTIERE CHE TUTTE LE FASI PRECEDENTI INERENTI
ALLA REALIZZAZIONE DI UN’OPERA TROVANO LA LORO PIENA REALIZZAZIONE. IL CHE VUOL DIRE, RISPETTO ALLA SOSTENIBILITÀ, RAGGIUNGERE O MENO RISULTATI SIGNIFICATIVI NEL RISPETTO DEL QUADRO PROGETTUALE E DEGLI OBIETTIVI PREFISSATI
di Cristina Cassinari ha collaborato Gianni Gennari
Sulla scorta delle politiche di transizione ecologica a livello nazionale ed europeo - dai 17 obiettivi dell’ONU al Green Deal, fino alla Next Generation Eu e al PNRRle stazioni appaltanti attribuiscono sempre più importanza alla capacità dei soggetti della filiera (società di progettazione, imprese di costruzioni, aziende produttrici di materiali e di soluzioni tecnologiche, società di servizi) di declinare la sostenibilità nella fase di cantiere, per l’ampiezza e la specificità di tematiche che alla fine possono fare la differenza. Il cantiere sostenibile costituisce quin-
di un fondamentale banco di prova della nostra capacità di “praticare” concretamente la sostenibilità. E accettarne la sfida diventa altresì una grande opportunità.
Dal punto di vista economico è qui che si può massimizzare l’efficienza e il riutilizzo delle risorse, cercando di rispettare il principio del “Reduce-Reuse-Recycle”. Ed è qui che, dal punto di vista sociale, si creano le premesse per un rinnovato benessere della popolazione interessata dalle aree di cantiere e, successivamente, dall’opera che verrà realizzata. È nella fase di cantiere che, anche dal punto di vista am-
bientale, si può ridurre al minimo l’impatto sul territorio, ad esempio puntando al raggiungimento della Carbon Neutrality o alla riduzione della Carbon Footprint, ma anche rispettando tutte le componenti ambientali, come acque profonde e di superficie, aria, suolo e sottosuolo, biodiversità, clima e paesaggio. Tematiche ambientali molto sensibili - quali l’utilizzo di energie rinnovabili, la gestione delle acque, il recupero dei rifiuti, la massimizzazione dell’uso dei sottoprodotti, a cui se ne affiancano molte altredefiniscono l’ampia e articolata galassia delle opportunità di raggiun-
gere risultati decisivi nel processo di costruzione di un’infrastruttura dalle caratteristiche sempre più sostenibili.
Cantiere sostenibile: una definizione
Un cantiere sostenibile può definirsi tale nella misura in cui è in grado di rispondere in maniera adeguata a specifici requisiti di sostenibilità. Ciò si riflette innanzitutto nello studio della cantierizzazione, così come nella sua operatività e negli impatti che si verificano successivamente alla chiusura del cantiere stesso. Il cantiere deve quindi essere soste-
nibile: dal punto di vista economico, puntando l’attenzione su un uso sapiente delle risorse, incentivando il più possibile il riutilizzo delle materie prime e incentivando logiche di economia circolare (legandosi a tematiche quali reduce, “reuse”, “recycle”, “renewable”); dal punto di vista ambientale, mirando a un suo inserimento nel territorio che sia il meno impattante possibile, contenendo le emissioni di CO2 e degli agenti inquinanti, prevedendo un corretto trattamento e/o smaltimento dei residui di lavorazione; dal punto di vista sociale, mettendo al centro fin da subito la comunità
che interagirà con il cantiere e, soprattutto, con l’opera finale che il cantiere stesso è chiamato a realizzare. La trasparenza, anche a livello comunicativo, è un aspetto di fondamentale importanza.
Gli indirizzi nazionali e internazionali Nell’ambito del programma Next Generation EU il Regolamento UE 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il dispositivo per la Ripresa e la Resilienza a seguito dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 ha contribuito all’integrazione di misure politiche
volte alla sostenibilità ambientale e al conseguimento dell’obiettivo globale di dedicare il 30% della spesa di bilancio dell’Unione Europea a sostegno degli obiettivi climatici. In tal senso, il dispositivo finanzia unicamente le misure che rispettano pienamente le norme e le priorità dell’Unione Europea e il principio “Do No Significant Harm” (DNSH), che prevede che gli interventi che rientrano nell’ambito del PNRR non arrechino alcun danno signi-
ficativo all’ambiente, ai sensi del Regolamento UE 2020/852 sopracitato. Nel contesto nazionale, grazie all’utilizzo dei fondi europei di Next Generation EU, l’Italia ha tracciato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) gli obiettivi, le riforme e gli investimenti che intende realizzare per attenuare le conseguenze economiche e sociali della pandemia e rendere il Paese più equo, verde e inclusivo. Infatti, in linea con l’Agenda 2030 e gli orien-
tamenti europei, l’Italia ha posto al centro delle politiche di rilancio la transizione ecologica e digitale. Il PNRR rappresenta un’opportunità senza precedenti per determinare una svolta nella costruzione di un modello di sviluppo più resiliente, inclusivo e sostenibile. Le risorse finanziarie rese disponibili, l’obbligo per gli interventi previsti di rispettare il principio Do No Significant Harm (DNSH), pena l’esclusione dall’accesso ai finanziamenti, individuano un’unica chiara via in cui la strategia globale di sviluppo sostenibile prende forma concreta in progetti volti al raggiungimento degli obiettivi di neutralità carbonica, di transizione ecologica e inclusione sociale per realizzare i territori e le comunità del futuro, più coesi, verdi, attrattivi, moderni e digitali. In questo contesto un contributo prezioso è fornito dall’utilizzo di Metodologie e Protocolli di Sostenibilità. Strumenti quali il
Con il Superbonus gli edifici hanno registrato una riduzione del 50% delle emissioni di CO2 e un risparmio in bolletta tra il 30,9% (salto di due classi) e il 46,4% (salto di tre classi). Il settore si troverà nei prossimi anni a far fronte alla direttiva UE sulle case “green” (che prevede che entro il 2033 gli edifici raggiungano la classe minima D), agli impegni sulla neutralità carbonica (emissioni zero al 2050). In uno scenario in cui si stima che in Italia il settore delle costruzioni consumi oltre il 30% dell’energia primaria (generata per il 93% da fonti non rinnovabili) e sia responsabile di circa un terzo delle emissioni di gas serra risulta particolarmente rilevante anche una valutazione dell’impatto positivo a livello ambientale di questa misura. Lo studio “110% Monitor”, divulgato periodicamente da Nomisma, segnala che nella rilevazione resa disponibile a gennaio dall’Enea relativamente al-
le Detrazioni Fiscali il totale complessivo dei lavori avviati per l’efficientamento energetico nel nostro Paese risultava pari a 65,3 miliardi di euro, con un investimento medio di 175.234 euro. Il 47% del totale, pari a complessivi 30,5 miliardi di euro (e un investimento medio pari a 594.892 euro), ha riguarda-
to interventi pianificati nei condomini, contro 24,5 miliardi degli edifici unifamiliari (113.846 euro di media) e 10,3 miliardi relativi a edifici funzionalmente indipendenti (96.878 euro di media). Complessivamente, le asseverazioni depositate nel 2022 sono state 372.297 a fronte di un valore degli interventi com-
pletati pari a 49,7 miliardi di euro. Ciò avrebbe provocato una riduzione totale delle emissioni di CO2 in atmosfera, responsabile mediamente del 40% del totale con punte fino al 70% nelle grandi città, stimata in 1,42 milioni di tonnellate. Al riguardo, l’investimento per la transizione ecologica attraverso il Superbonus è di 59 euro per tonnellata di CO2, contro 52 euro per Trasporti e 95 per Industria. Questo peraltro si riflette sul bilancio delle famiglie, con risparmi pari a circa 29 miliardi di euro (dati stimati da Nomisma sui cantieri già conclusi). Nello specifico, per chi ha beneficiato della misura il risparmio medio in bolletta, considerando anche il periodo straordinario di aumento dei costi dell’energia, è infatti risultato pari a 964 euro all’anno. Lo studio evidenzia anche una riduzione del 15,5% per un solo salto di classe energetica, 30,9% per un salto di due classi energetiche e del 46,4% per un salto di tre classi.
Protocollo Envision, gli standard internazionali in tema di Carbon Footprint e Life Cycle Assessment o le norme ISO sui Sistemi di Gestione introducono nuovi criteri e approcci per valutare la sostenibilità delle opere e possono accompagnare la transizione in atto offrendo elementi utili per progettare e realizzare infrastrutture sostenibili, dando anche maggiore concretezza ai principi relativi all’impatto ambientale presenti nel DNSH, che possono trovare applicazione concreta in cantiere.
L’AIS (Associazione Infrastrutture Sostenibili) ha messo a punto una proposta metodologica per rispondere all’assenza di metriche comuni per declinare la sostenibilità nell’ambito del cantiere. Come? Mettendo al centro e portando a fattor comune le migliori esperienze in ambito di sostenibilità di cantiere, praticate, conosciute e valutate da un gran numero di aziende di-
verse. Un patrimonio dal quale si è partiti per declinare una proposta organica, allo stesso tempo olistica e di dettaglio, che si è concretizzata in uno strumento di valutazione innovativo che attraversa 11 ambiti problematici e che coinvolge tutte le tipologie di attori, legando aspetti tecnici e sociali, senza trascurare l’importanza della capacità di governare processi, scelte e comportamenti. L’ideazione di un nuovo modello di cantiere sostenibile nasce infatti dalla volontà di coniugare e identificare una serie di buone pratiche che, analizzando le principali componenti presenti in un cantiere, possono permettere di implementare la sostenibilità anche in fase di costruzione. Il punto di partenza è stata l’individuazione di 12 ambiti problematici rispettivamente relativi a: suolo e terre (impatto e recupero rocce di scavo); gestione acque in cantiere; gestione dei rifiuti (“waste”); energia; aria e clima; agenti fisici (rumori, vibrazioni, inquinamento); elementi bio-
PRESIDENTE DI AIS (ASSOCIAZIONE INFRASTRUTTURE SOSTENIBILI)
“Infrastrutture e sostenibilità sono tra i temi di maggiore rilevanza per questa nuova stagione di investimenti in un ambito strategico per la competitività del sistema Italia. Non solo il PNRR e i fondi strutturali europei, ma anche il mondo della finanza guarda con grandissimo interesse alle nostre potenzialità di sviluppo, stante i ritardi accumulati rispetto agli altri grandi stati europei. Ovviamente i criteri con cui
tici (flora e fauna/paesaggio); ciclo di vita (LCA); mobilità; ambiente sociale; sicurezza; digitalizzazione. Dall’analisi sono emersi e sono stati condivisi i seguenti quattro obiettivi: contenimento delle emissioni (inteso come CO2 e/o altre emissioni inquinanti); tutela/salvaguardia degli elementi naturali e storici (intesi tutti gli elementi ambientali e naturali del paesaggio, non solo di pregio, ma anche quelli storico-culturali); riuso e riciclo (relativamente ai materiali, alle terre e rocce, ai rifiuti, all’acqua e all’energia); impatto sulla comunità/ambiente sociale/ ambiente esterno (comprensivo del coinvolgimento degli stakeholder).
La digitalizzazione può aiutare a perseguire obiettivi di sostenibilità concreti e misurabili. Il BIM (Building Information Modeling), in primis, rappresenta certamente un elemento chiave per studiare la fattibilità di un’opera e curarne la progetta-
vengono decisi i finanziamenti non possono che essere improntati su una verifica dei livelli di sostenibilità fin dalla fase progettuale. Il riferimento oggi imprescindibile è agli ESG. Diventa, allora, essenziale dotarsi di strumenti in grado di misurare questa sostenibilità nelle sue tre declinazioni: ambientale, sociale ed economica. Per questo motivo, come AIS, promuoviamo il ricorso a protocolli di sostenibilità e a schemi trasparenti e indipendenti di valutazione, contribuendo anche con proposte originali attraverso documenti di orientamento metodologico, destinati alle stazioni appaltanti, alle società di progettazione e alle imprese e società di servizi. Soluzioni e strumenti come quello sul cantiere sostenibile già oggetto di prime sperimentazioni. Dal Governo ci aspettiamo un’accelerazione dei processi basata su un ampio ricorso a criteri di premialità nelle gare di appalto e nella selezione degli operatori”.
zione. L’integrazione tra processi BIM e tecnologie GIS (Geographic Information System) consente di analizzare anche il contesto territoriale e le sue trasformazioni in atto. Il BIM può inoltre supportare in maniera efficiente le fasi costruttive, così come le attività legate alla gestione, manutenzione e successiva dismissione di un’infrastruttura. Nell’intero ciclo vita dell’opera, dunque, è fondamentale considerare e gestire i vari livelli delle cosid-
dette dimensioni del BIM, che dal 3D evolvono in 4D (gestione tempi), 5D (gestione costi), 6D (Facility Management) e 7D (sostenibilità). L’avvento di soluzioni affini all’Internet of Things (IoT), la fibra ottica e il 5G sono ormai realtà che garantiscono applicazioni inimmaginabili solo fino a qualche anno fa. Ciò permette la trasmissione di moltissime informazioni raccolte “on site” per una loro lettura in tempo reale, rielaborazione e integrazione anche attraverso algoritmi di Artificial Intelligence (AI) e Machine Learning (ML) che agevolano la gestione e il monitoraggio delle infrastrutture interessate. L’apporto della “blockchain” può essere un ulteriore elemento di supporto, fondamentale per assicurare transazioni e archiviazioni di dati in maniera fluida e soprattutto sicura. Le metodologie digitali permettono inoltre di agevolare la gestione del cantiere attraverso soluzioni innovative per la tracciabilità e il controllo dei materiali da costruzione e delle forniture e per la tracciabilità dei processi di produzione e montaggio, anche ai fine del controllo dei costi del ciclo di vita dell’opera. Questo può riguardare il ricorso a tecnologie come i tag RFID (Radio-Frequency IDentification) per il tracciamento dei materiali, ma anche del personale e dei mezzi in cantiere. Un generale approccio supportato da metodologie digitali può agevolare lo screening e il controllo delle informazioni, in diverse fasi e a vari scopi.
Uno dei possibili approcci di digitalizzazione riguarda, come noto, la virtualizzazione delle opere da realizzare. Quest’attività consente di abilitare simulazioni utili a rappresentare in una fase progettuale possibili scenari, impatti dell’opera da realizzare, situazioni realistiche che si verificheranno in cantiere ed evidenziazione di criticità. Questo tema può pertanto rientrare in applicazioni dedicate e mirate sul progetto, inserendosi in percorsi di training e addestramento del personale che sarà coinvolto nella realizzazione dell’opera. In tal modo gli addetti ai lavori sono in grado di visualizzare in anticipo le situazioni che si andranno a generare una volta che il sito di costruzione sarà avviato. La possibilità di studiare le problematiche di progetto in questo modo consente sia di evidenziare facilmente elementi critici, anche dall’ufficio, prima ancora di raggiungere il cantiere.
Riguardo alla massimizzazione del riutilizzo delle risorse - in particolare le terre, ad esempio - esistono soluzioni software in grado di simulare differenti scenari e restituire determinate alternative di tracciato a seguito dell’applicazione di determinati algoritmi di ottimizzazione. Questo processo consente di anticipare valutazioni riguardo un efficiente ed efficace movimento terre, da attuare e monitorare successivamente in cantiere. Inoltre, queste simulazioni possono tenere conto anche dei flussi di traffico (veicolare, per il trasporto del materiale) utili a supportare il progettista nell’individuazione dell’alternativa considerata migliore nella fase di cantiere. Quest’impostazione consente, tra le altre cose, di avere una previsione riguardo alle varie voci di costo, così come agli impatti legati all’inquinamento acustico e agli agenti fisici quali la CO2, derivante sia dalle lavorazioni legate alla realizzazione dell’opera infrastrutturale, così come a quanto associato ai flussi di traffico veicolare stimati per le dif-
ferenti alternative progettuali. I dati elaborati dagli algoritmi e i processi di calcolo possono anche legarsi a specifici database condivisi a livello nazionale.
Software per le analisi di sostenibilità
Le analisi sul ciclo di vita di un’opera, siano esse Life Cycle Analysis (LCA) o Life Cycle Costing (LCC), richiedono un volume considerevole
di dati, la cui accuratezza è fondamentale per garantire la qualità degli studi nel loro complesso. La prospettiva di condurre analisi di sostenibilità sull’intero ciclo di vita di opere relative al mondo delle costruzioni richiede disponibilità significative di dati ed informazioni da gestire (materiali, produzione, processi, eccetera). Le potenzialità del processo di digitalizzazione, che permette di archiviare e gestire le in-
La nuova proposta di direttiva UE sulle “case green”, che ambisce a rendere il patrimonio immobiliare europeo totalmente a emissioni zero entro il 2050, prevede una ‘timeline’ serrata da qui al 2033, con un notevole impatto sul settore delle costruzioni. Secondo i dati Ance, raggiungere il primo step della direttiva Ue significherebbe intervenire su 1,8 milioni gli edifici che in 10 anni dovranno migliorare la prestazione energetica, per un totale di circa 180.000 interventi l’anno, con un investimento di circa 59 miliardi di euro tra la riqualificazione degli immobili residenziali e strumentali. Un impegno importante per una filiera che ha tanta voglia di innovazione e che, come registra Federcostruzioni, nel 2022 ha visto crescere del +12,8% il valore degli investimenti secondo i dati Istat e del 5,3% del valore della Produzione (dati Ance). Il nostro patrimonio immobiliare, infatti, è particolarmente energivoro. Lo testimoniano i dati ENEA, da cui emerge che il 60% degli edifici italiani è ricompreso nelle due classi peggiori (F e G).
Al di là delle diverse metodologie di classificazione, parliamo di un dato molto più alto rispetto a Francia (17%) e Germania (6%). Secondo l’analisi di Ance, portare a termine l’ambizioso piano UE richiederà un ritmo degli interventi così elevato che potrà essere concretizzato solo grazie all’ausilio di incentivi. Come emerso durante la conferenza stampa di presentazione di SAIE 2023 occorre quindi un piano di azione fatto da investimenti pubblici e finanziamenti accessibili alle famiglie, da attuare quanto prima per abilitare la filiera della Costruzioni a rendere gradualmente più efficiente tutto il parco immobiliare, responsabile del 40% delle emissioni di CO2. Oltre a ciò è necessario abilitare la spinta innovativa del settore: “Il principio contenuto nella direttiva Case Green è certamente condivisibile. La sostenibilità è di centrale importanza. Come Assimpredil Ance è ormai da tempo che siamo impegnati per portarla avanti con i nostri associati”, ha dichiarato Regina De Albertis, presidente di Assimpredil Ance. “La sfida che arriva dall’Europa, soprattutto considerandolepeculiaritàdelpatrimonioimmobiliare italiano, è importante e un grande Piano europeo per la neutralità e l’indipendenza energetica, deve essere necessariamente sostenuto da politiche di investimentocomunitarieingradodigarantire risorse per gli investimenti richiesti, sotto forma di trasferimenti e prestiti per le famiglie sottoposte agli obblighi di riqualificazione”.
formazioni di ogni singolo componente dell’opera, offrono l’opportunità di supportare il processo decisionale della progettazione, perseguendo un approccio “lifecycle” che integri nei modelli informativi informazioni relative agli impatti ambientali dei singoli componenti. Dal punto di vista della sostenibilità ambientale e delle analisi LCA, i dati variano notevolmente in base agli standard dei vari paesi e in funzione della loro origine. Questi dati si suddividono in: dati diretti (primari o specifici), ricavati direttamente attraverso l’analisi degli elaborati progettuali, reperiti di persona o in sito; dati indiretti (secondari o generici), provenienti da letteratura o studi equivalenti sotto forma di database.
è iniziata
“green”
La rivoluzione “green” è iniziata anche nel settore delle macchine per le costruzioni. Sul mercato sono
molte le case che offrono una gamma di mezzi elettrici o ibridi: dai miniescavatori ai camion con gru, fino alle betoniere. La svolta sostenibile è dietro l’angolo ed è l’obiettivo a cui tendere. Le tecnologie a basso impatto sono realtà: ma se sono sostenibili a livello ambientale, lo sono pure dal punto di vista economico? A oggi, un cantiere a zero emissioni costa ancora circa il 30% in più di uno “tradizionale”, anche se poi il risparmio si ammortizza nel lungo periodo grazie a costi di alimentazione e manutenzione ridotti. Al momento, quindi, la strada per rendere le nuove tecnologie rispettose dell’ambiente anche più competitive pare legata all’attivazione di politiche di incentivi, per stimolare la domanda e attivare economie di scala verso la transizione completa del parco mezzi. Se n’è parlato in occasione del SaMoTer, il salone internazionale delle macchine per costruzio-
SOSTENIBILITÀ E MACCHINE DA CANTIERE/1
ne, andato in scena a Verona, in occasione del convegno “Lavorare a zero emissioni? Ecco come, nel nostro cantiere urbano virtuale”. Tante sono state le testimonianze dal mercato. “Per prima cosa abbiamo analizzato la fattibilità tecnica in termini di disponibilità di mezzi a impatto zero e abbiamo constatato che camion, betoniere, miniescavatori, furgoni e ‘power bank’ mobili sono oggi presenti sul mercato”, ha spiegato Claudio Bettini di Site. “In seguito, ci siamo concentrati sulla convenienza economica e abbiamo rilevato che a oggi, conti alla mano, il gap tra cantiere tradizionale e cantiere a zero emissioni è del 30% a svantaggio di quest’ultimo. A pesare sono i maggiori costi delle macchine, mentre in termini di costi di alimentazione e costi di manutenzione il cantiere sostenibile è più vantaggioso”.
“Per poter portare avanti il cantiere a zero emissioni serve la collaborazione di tutta la filiera”, ha spiegato Karim
La richiesta di trasporto elettrico nel settore delle costruzioni è in aumento: le zone a zero emissioni nelle città e la necessità per le imprese di costruzione di soddisfare gli obiettivi climatici sono le due forze trainanti. Volvo Trucks ha pertanto sviluppato i veicoli elettrici FM e FMX con applicazioni integrate che consentono ai clienti del settore delle costruzioni di passare a un trasporto più sostenibile, con livelli di rumore più bassi e meno emissioni inquinanti di gas di scarico nei cantieri urbani e nei dintorni. Veicoli per applicazioni di cantiere, trattori e motrici per accogliere diversi tipi di allestimento come cassoni ribaltabili, betoniere e gru, sono ora disponibili in versione elettrica. I nuovi veicoli elettrici sono flessibili grazie a una varietà di opzioni di cabine, configurazione di pacchi batterie, ampia dispo-
nibilità di configurazione d’assali e di passi, permettendo quindi di personalizzare il mezzo e gestire una vasta gamma di operazioni di costruzione. I clienti possono scegliere pacchi batteria da sei unità fino a due per soddisfare le loro esigenze specifiche per gamma e carico utile. I nuovi carri hanno
una capacità della batteria compresa tra 540-180 kWh. “La nostra gamma elettrica è oggi completa anche nel segmento dei pesanti”, ha precisato Arthur Fricks Gomes di Volvo Trucks. “Il nostro obiettivo, a tendere, è arrivare ad avere solo veicoli a zero emissioni”.
Se ancora alcune misure e potenze non si possono elettrificare, le emissioni si possono ridurre. Con l’idrogeno, ad esempio, come propone JCB. Al momento la tecnologia esiste, i mezzi funzionano, bisogna lavorare però per ottimizzare la produzione dell’idrogeno verde e il sistema di distribuzione. Il motore a combustione a idrogeno di JCB - la so-
Moussa di Tesmec, che nel cantiere virtuale ha messo a disposizione un georadar per controllare i sottoservizi e un escavatore gommato elettrico. “Una politica incentivante è fondamentale per stimolare la domanda di mercato e attivare, a cascata, economie di scala”. “Occorre attivare leve che permettano ai costruttori di produrre di più”, ha concordato Emanuele Viel di Komatsu, che a breve lancerà il suo primo escavatore 100% elettrico. “Oltre agli incentivi, gare d’appalto premianti per i cantieri a zero emissioni certamente stimolerebbero la richiesta di macchine elettriche”. “Presto nuove tecnologie permetteranno di aumentare la densità del pacco batterie con evidenti ricadute positive in termini economici”, ha concluso Francesco Mastrandrea di E-Gap Engineering, fornitore di sistemi di ricarica mobili. “I veicoli a zero emissioni ci sono, il settore delle costruzioni è a un punto di svolta, in futuro il problema della disponibilità di potenza sarà reale anche nei cantieri”. ■
luzione a zero emissioni di carbonio dell’azienda per le macchine edili e agricole – ha fatto il suo debutto alla fiera Conexpo 2023 di Las Vegas nell’ambito dell’International Fluid Power Exposition (IFPE). Il presidente di JCB, Lord Bamford, che sta guidando personalmente il progetto per sviluppare la tecnologia a idrogeno di JCB, ha affermato: “Il team di ingegneri JCB ha fatto passi da gigante in un breve lasso di tempo per sviluppare un motore a combustione interna a idrogeno che alimenta già i prototipi di una terna e di un sollevatore telescopico. Come prima azienda di macchine movimento terra a sviluppare un motore a combustione alimentato a idrogeno completamente funzionante sono lieto di affermare che ora siamo in grado di presentare questa tecnologia sulla scena internazionale”. All’avanguardia nel settore ambientale, sociale e di governance (ESG) per il settore
delle macchine per l’edilizia, JCB è stata responsabile di una serie di innovazioni per il settore nell’ambito della sua strategia “Road to Zero”. L’azienda britannica ha sviluppato il primo miniescavatore elettrico a batteria al mondo ed è stata all’avanguardia nello sviluppo della tecnologia elettrica per soddisfare le richieste dei clienti di prodotti a zero emissioni di carbonio con la sua gamma E-TECH. Oggi JCB dispone di un’ampia gamma elettrica disponibile nel settore delle costruzioni. L’impegno del costruttore per la riduzione delle emissioni risale a quasi 25 anni fa e i suoi ultimi motori diesel hanno già raggiunto una riduzione del 97% delle emissioni di NOx dal 1999 e del 98% del particolato. Oggi le macchine diesel di JCB emettono il 50% in meno di CO2 rispetto a quelle prodotte nel 2010.
“La nostra società è impegnata nello sviluppo di soluzioni complete per elettrificazione e per veicoli elettrici da diversi anni, con un particolare focus sui macchinari da costruzione e sulle macchine operatrici. La nostra visione aziendale prevede che soprattutto i macchinari che devono svolgere un lavoro siano
quelle che passeranno più facilmente all’elettrico. Non è solo per il concetto, abbastanza labile, di sostenibilità in sé, quanto per gli effetti tangibili in un cantiere apportati da macchinari elettrici: una maggiore silenziosità, una fumosità ridotta e, ovviamente, zero emissioni. Generalmente, anche se non sempre, macchinari che richiedono una minore manutenzione sono peraltro manovrabili in modo migliore da parte dell’operatore. Le sfide più importanti riguardano la riduzione delle masse in gioco, per via delle attuali tecnologie disponibili per le batterie, e la possibilità di poter usufruire di infrastrutture di ricarica rapida portatili, oltre che un’adeguata disponibilità di rete elettrica ad alta potenza per poter ricaricare rapidamente i macchinari stessi”.
ON
UNA GRU CINGOLATA TELESCOPICA SENNEBOGEN DA 80 T È STATA UTILIZZATA PER GESTIRE TUTTI GLI INTERVENTI DI SOLLEVAMENTO E MOVIMENTAZIONE PREVISTI NELLA REALIZZAZIONE DI UN NUOVO TERMINAL ALL’INTERNO DEL PORTO DI PIOMBINO, DESTINATO A OSPITARE UN IMPIANTO DI RIGASSIFICAZIONE GALLEGGIANTE
Non è passato nemmeno un anno da quando il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha autorizzato l’installazione del rigassificatore nel porto di Piombino, in provincia di Livorno. Il Governatore ha firmato il documento nella sua veste di Commissario Straordinario del Governo per l’opera. “La nave, dopo le opere propedeutiche per il suo posizionamento in porto, potrà arrivare a Piombino”, aveva commentato, riferendosi alla nave rigassificatrice Golar Tundra di Snam, arrivata lo scorso mese di maggio.
La firma da parte di Giani era arrivata dopo l’approvazione in Giunta regionale di un memorandum in 10 punti in cui si chiedeva la costruzione di una cabina di regia per seguire l’installazione del rigassificatore. L’infrastruttura era (ed è) considerata cruciale per l’indipendenza energetica dell’Italia dalla Russia.
Quello di Piombino, oggi, è il quarto rigassificatore d’Italia, insieme a quelli di Cavarzere (RO), di Panigaglia (SP) e di quelli al largo del mare tra Pisa e Livorno. Ricordiamo che il progetto per il rigassificatore era stato presentato
con un’istanza da Snam nel luglio 2022 e prevedeva il posizionamento della nave rigassificatrice nella banchina est del porto della cittadina toscana, per un massimo di tre anni. Complementare all’installazione della Golar Tundra è stata la realizzazione di un metanodotto sotterraneo di circa 8,5 km di collegamento tra la nave e la rete nazionale del gas; successivamente la nave troverà la sua collocazione su una piattaforma offshore posta fuori dal golfo di Follonica, dove potrà rimanere in attività per i prossimi 22 anni. La nave rigassificatrice Golar
Tundra è stata acquistata da Snam per 330 milioni di euro: lunga 293 m e larga 47 m, è una FSRU (Floating Storage and Regasification Unit) utilizzabile sia come metaniera adibita al trasporto di gas liquefatto che come impianto di rigassificazione da col-
locare in un porto per la sua trasformazione. La nave ha una capacità di stoccaggio di 170.000 m3 di GNL (Gas Naturale Liquefatto); la sua capacità di rigassificazione è stimata intorno ai 5 miliardi di m3/anno, cifra che corrisponde a circa il 6,5% del fabbisogno nazio-
ESPI ENGINEERING, CONCESSIONARIO SENNEBOGEN DI CASTELFRANCO EMILIA (MO), HA FORNITO A MAX STREICHER LA NUOVISSIMA GRU TELESCOPICA CINGOLATA 683 E DA 80 T, UTILIZZATA PER ESEGUIRE TUTTI GLI INTERVENTI DI SOLLEVAMENTO PREVISTI NEL PROGETTO DI PIOMBINO
nale di gas. Negli obiettivi di Eni si punta a garantire le forniture di gas ai propri clienti attraverso un portafoglio maggiormente diversificato che prevede, come comunicato dalla società, “una crescita del GNL contrattualizzato a oltre 18 MTPA entro il 2026, il doppio rispetto al 2022, confermandone il ruolo di fonte energetica affidabile, a sostegno della sicurezza degli approvvigionamenti e in accompagnamento alla transizione energetica”. Secondo i protagonisti di questo progetto, “l’arrivo del primo carico di gas ha consentito di eseguire la fase di test e messa a punto dell’impianto, che rappresenta un’altra tappa importante per dotare il Paese di un’infrastruttura fondamentale per la sicurezza e diversificazione degli approvvigionamenti. Abbiamo avviato questo percorso 11 mesi fa, con l’acquisto della Golar Tundra, e per diversi mesi sono stati operative circa 450 persone nei cantieri sulla terraferma e in banchina, impiegando 150 tra sub-contrattisti e fornitori, circa la metà dei quali toscani. Un progetto complesso, innovativo ma non insolito per una realtà come Snam, che da 80 anni garantisce le infrastrutture energetiche del Paese”.
È
piano energetico nazionale per la diversificazione dell’approvvigionamento di gas in Italia, dunque, che a Piombino è stato realizzato questo nuovo terminal di GNL. L’appaltatore principale per la costruzione di questa struttura è la filiale italiana di Parma di Max Streicher, società appartenente al gruppo tedesco Streicher che opera a livello internazionale nella costruzione di condotte e impianti del settore Oil & Gas. L’azienda, per affrontare tutti gli interventi logistici e di sollevamento nel cantiere di Piombino, ha utilizzato una nuovissima gru cingolata telescopica Sennebogen
683 E da 80 t. Come accennato, oltre a movimentare le strutture di stoccaggio del gas e le attrezzature per lo scarico della nave rigassificatrice (che trasforma il gas liquefatto allo stato gassoso mentre è ancora a bordo della nave), è stato necessario posare una rete di metanodotti sotterranei adibiti al trasporto del gas fino al punto di iniezione nella rete nazionale, distante circa 8,5 km. In quest’ambito Max Streicher vanta molti anni di esperienza ed è rinomata anche
per l’impiego di macchine e tecnologie innovative in grado, oltre che di essere estremamente efficaci e affidabili, di rispettare i più elevati standard di sicurezza e di qualità. Per questo progetto, come accennato, l’azienda ha utilizzato la gru cingolata Sennebogen 683 E: fornita da ESPI Engineering, concessionario italiano di Sennebogen con sede a Castelfranco Emilia (MO), Max Streicher ha completato i lavori utilizzando questa macchina come strumento principale per le operazioni di sollevamento. La 683 E è ideale per cantieri impegnativi come questo: ciò perché questo progetto su larga scala,
lungo diversi chilometri lungo la costa, doveva essere realizzato nel più breve tempo possibile. La gru è rimasta operativa sul posto di lavoro dall’inizio alla fine dei lavori, gestendo tutti gli interventi di sollevamento. Questi hanno incluso innanzitutto la posa delle tubazioni - con la parte più pesante, un filtro di linea, del peso di 32 t -, ma anche la movimentazione e l’assemblaggio di parti prefabbricate in calcestruzzo destinate alla costruzione dell’edificio di servizio e controllo, da dove viene controllata la fornitura di gas alla rete nazionale.
Sennebogen ha recentemente aggiunto questa gru alla sua già importante gamma di cingolate telescopiche. La 683 E offre una capacità di carico di 80 t ed è dotata di un braccio principale da 42 m di lunghezza. Si tratta del nono modello della serie proposta dal costruttore tedesco, progettata per inserirsi nella gamma “media” tra i modelli 673 E e 6103 E. “Operativamente parlando - spiega Stefano Govoni, titolare di Espi Engineering - la gru cingolata te -
La costruzione del gasdotto
nell’ambito delFRANCESCO PEZZONI “CUSTOMER SERVICE AGENT” DI ESPI ENGINEERING
INTERVENTI ESEGUITI DALLA GRU TELESCOPICA CINGOLATA SENNEBOGEN 683 E HANNO INCLUSO LA POSA DI UN NUMERO ELEVATO DI TUBAZIONI - CON LA PARTE PIÙ PESANTE, UN FILTRO DI LINEA, DEL PESO DI 32 T - E LA MOVIMENTAZIONE E L’ASSEMBLAGGIO DI PARTI PREFABBRICATE IN CALCESTRUZZO DESTINATE ALLA COSTRUZIONE DELL’EDIFICIO DI SERVIZIO E CONTROLLO
lescopica 683 E offre una versatilità impressionante e un design robusto, che la qualificano per un’ampia gamma di applicazioni e utilizzi, in particolare nei progetti di fondazione e di grandi opere infrastrutturali Le gru cingolate telescopiche, d’altronde, sono una specialità di Sennebogen da oltre 30 anni e l’azienda ha affermato con successo questo concet-
sce una forza di trazione di 72 kN ciascuno e una velocità delle funi fino a 120 m/min.
L’attrezzatura, configurabile individualmente, può essere completata da un’ampia gamma di accessori, opzioni e caratteristiche aggiuntive, come il limitatore del campo di lavoro programmabile e i pacchetti di sicurezza
LA GRU CINGOLATA TELESCOPICA SENNEBOGEN 683 E
È STATA UTILIZZATA PER GLI INTERVENTI DI SOLLEVAMENTO
NELL’AMBITO DI UN PROGETTO STRATEGICO FINALIZZATO
A CONTRIBUIRE A RENDERE L’ITALIA AUTOSUFFICIENTE
DALLE IMPORTAZIONI DI GAS RUSSO
to di gru nei mercati internazionali. Questa macchina di medie dimensioni da 80 t copre un’ampia gamma di applicazioni grazie al suo braccio progettato per affrontare gli impieghi più gravosi e ai suoi potenti motori di traslazione e argano. Adatta per la costruzione di edifici e per interventi in sottosuolo, nonché per la costruzione di ponti, per l’infissione di pali durante l’installazione di palancole e come agile gru di servizio ausiliaria, la gru cingolata telescopica Sennebogen 683 E dimostra la sua forza durante l’uso intensivo nei cantieri più difficili, dove gestisce facilmente le attività di ‘pick & carry’ e le operazioni di sollevamento con un’inclinazione di 4°. È grazie (anche) a queste peculiarità che la macchina è stata scelta da Max Streicher per svolgere tutte le operazioni previste nel cantiere di Piombino”.
La gru telescopica 683 E è alimentata da un motore Cummins da 186 kW conforme alle normative Stage V. Gli argani principali e ausiliari sono azionati da un motore a pistoni ad alta pressione, che forni-
LA GRU TELESCOPICA CINGOLATA 683 E VANTA UNA LUNGHEZZA DEL BRACCIO PRINCIPALE DI 42 M. QUESTO MODELLO È STATO INTRODOTTO SUL MERCATO DA SENNEBOGEN A COMPLETAMENTO DEL SEGMENTO DI FASCIA MEDIA TRA I
e per basse temperature, che si rivolgono a utenti specializzati nei settori dell’ingegneria civile e dell’ingegneria idraulica, tra gli altri. Aggiunge Govoni: “Il ‘Full Power-Boom’ a quattro sezioni è basato sulla tecnologia multisfilo e può telescopare fino a una lunghezza di 42 m nella configurazione standard. Inoltre, offre un vantaggio decisivo in termini di tempo, soprattutto nelle operazioni complesse con bracci di lunghezza variabile. Ciò significa che qualsiasi estensione di braccio desiderata può essere raggiunta in modo rapido e semplice e che il miglior carico utile viene sempre ottenuto automaticamente (come opzione, lo sbraccio può esse-
re ulteriormente esteso fino a 57 m con un doppio jib articolato, che lo rende particolarmente interessante negli interventi complessi di ingegneria strutturale). Il funzionamento è semplice e intuitivo grazie al movimento del joystick. Il carro estensibile della 683 E raggiunge una larghezza massima di 4,2 m che, a seconda delle esigenze, è possibile ridurre simmetricamente o asimmetricamente fino a 2,68 m, con i grafici di carico che si adattano automaticamente alla larghezza prescelta della base cingolata. Grazie alla robustezza del sottocarro, che si rivela particolarmente vantaggiosa quando si lavora in pendenza e per le operazioni di ‘pick & carry’, è possibile eliminare i tempi di posizionamento della macchina. Questa macchina da 80 t non solo vanta valori di carico impressionanti, ma può addirittura viaggiare con il 100% del carico specificato sul gancio. I tripli pattini installati di serie da 800 mm garantiscono un elevato grado di sta-
LA CABINA DALLA GRU TELESCOPICA CINGOLATA SENNEBOGEN 683 E È PARTICOLARMENTE SPAZIOSA E, GRAZIE ALL’INCLINAZIONE STANDARD DI 20°, OFFRE AGLI OPERATORI UNA VISIONE CONFORTEVOLE ANCHE SUI CARICHI LONTANI. IN OPZIONE, LA GRU PUÒ ESSERE DOTATA DI UNA CABINA ELEVABILE IDRAULICAMENTE E INCLINABILE DI 30° A UN’ALTEZZA DI 5,55 M
Nella notte del 19 marzo 2023 la nave rigassificatrice Golar Tundra è arrivata al porto di Piombino. Questa speciale imbarcazione, detta FSRU (Floating Storage and Regasification Unit), ha come principale obiettivo quello di riportare allo stato gassoso il GNL, cioè il gas naturale liquefatto che importiamo da Paesi come USA o Qatar. L’autorizzazione all’utilizzo di due navi rigassificatrici in Italia – la seconda della quali sarà installata al largo di Ravenna – è stata confermata nel 2022 in ottica di ridurre la dipendenza italiana dal gas naturale russo. L’imbarcazione resterà attraccata alla banchina est della darsena nord del porto, realizzata inizialmente per lo smantellamento del relitto della Costa Concordia
(che è poi avvenuto a Genova). Il gas naturale ricavato sarà immesso in rete grazie ad appositi collegamenti e, dopo vari test, l’impianto dovrebbe restare in funzione fino al 2026. La Golar Tundra ha raggiunto Piombino da Singapore dopo 26 giorni di navigazione, passando per il canale di Suez. La Golar Tundra misura circa 292 m di lunghezza per 43,4 m di larghezza e 55 m di altezza ed è stata costruita nel 2015. L’imbarcazione è stata realizzata a Singapore ed è stata successivamente acquistata da SNAM, la società che si occupa della distribuzione del gas in Italia, per circa 330 milioni di euro, che diventano circa 450 se si considerano i lavori nel porto e la messa in funzione dell’impianto.
La Golar Tundra riceverà da altre metaniere il gas naturale liquefatto alla temperatura di -162°C circa; queste arriveranno di notte una volta a settimana e trasferiranno il GNL all’interno dei serbatoi della FSRU tramite appositi bracci di carico.
bilità e riducono al minimo la pressione sul pavimento”. Aggiungiamo che la gru da 80 t, tramite l’ausilio di un radiocomando, è completamente automontante. Con i cingoli montati, la gru ha una larghezza di trasporto di 3,5 m. Dopo il semplice smontaggio del cingolo, non solo il peso di trasporto si riduce di quasi 20 t, ma anche la larghezza di trasporto si riduce a 3 m.
L’opinione degli operatori
Gli operatori della gru cingolata telescopica Sennebogen 683 E, oltre ad averne apprezzato in cantiere tutte le specificità tecniche evidenziate da Stefano Govoni, hanno sottolineato i vantaggi ergonomici offerti dalla loro postazione di lavoro, la cabina Maxcab.
“La cabina è particolarmente spaziosa”, conferma Raffaele Abbruzzese, gruista della Max Streicher che ha condotto la gru 683 E negli interventi di Piombino. “Grazie all’inclinazione standard di 20° la gru offre a noi operatori una visione confortevole anche sui carichi lontani ”. In opzione, la 683 E può essere dotata di una cabina elevabile idraulicamente che può essere inclinata di 30° a un’altezza di 5,55 m.
“Gli elementi finestrati di ampia su-
perficie - continua Abbruzzese - offrono poi una visione ottimale dell’intera area di sicurezza e di lavoro. Inoltre, la gru può essere comandata anche dall’esterno della cabina tramite un radiocomando e ciò è senz’altro un valore aggiunto. Le telecamere e un ampio monitor in cabina estendono poi il campo visivo alla parte posteriore e a destra e possono essere utilizzati anche per monitorare gli argani. Il sistema di controllo elettrico a doppio asse è dotato di pulsanti di controllo a joystick per gli accessori opzionali e per il limitatore di momento
del carico visualizzato graficamente. Il sistema di cui disponiamo fornisce un avviso audiovisivo e blocca la leva di comando quando i limiti di carico vengono raggiunti o superati. Importante, dal nostro punto di vista, è anche il sistema di controllo Sencon, poiché ci fornisce importanti informazioni diagnostiche e dati preziosi su carico utile, angolo del braccio, lunghezza del braccio e raggio, supportandoci così nel nostro lavoro”. La gru cingolata telescopica Sennebogen 683 E si dimostra molto vantaggiosa anche in termini di facilità di manutenzione. Conferma l’operatore della gru: “Un punto di lubrificazione centrale per l’asse di base del braccio, il cilindro di sollevamento e la ralla riducono la manutenzione da parte nostra. L’accesso ai punti di manutenzione e la chiara identificazione dei componenti consentono di risparmiare tempo prezioso durante il nostro lavoro quotidiano. Prestazioni e sicurezza sono certamente elementi di prestigio di questa macchina. Personalmente ho già lavorato con diverse gru Sennebogen. Devo dire che la 683 E si distingue sulle altre, anche grazie agli argani robusti, alle elevate capacità di sollevamento su tutta l’area di lavoro e alla facilità di utilizzo. Inoltre, con questa macchina mi sento sempre sicuro perché è molto stabile, anche in posizioni inclinate”. ■
QUESTO IL MOTTO DELLA TERZA EDIZIONE DELLA “CHANGSHA INTERNATIONAL CONSTRUCTION
MACHINERY EXHIBITION” (CICEE), CHE HA ATTIRATO OLTRE 1.500 AZIENDE DI LIVELLO GLOBALE, FACENDO REGISTRARE UN AFFLUSSO DI OLTRE 300.000 VISITATORI PROVENIENTI DA TUTTO IL
MONDO E UN’ATTIVITÀ ESPOSITIVA SEMPRE PIÙ FOCALIZZATA SULL’INTERNAZIONALIZZAZIONE
Dal 12 al 15 maggio 2023, presso il Changsha International Exhibition Center e il Changsha International Convention Center, si è tenuta la terza edizione della Changsha International Construction Machinery Exhibition, con il tema “High-end, Intelligent and Green - New Generation of Construction Machinery”. Durante la manifestazione si è evidenziata un’alta qualità (e varietà) dei prodotti esposti, oltre che un numero elevato di visitatori e un significativo miglioramento delle attività legate all’internazionalizzazione.
Una fiera internazionale
La manifestazione cinese ha attirato 1.502 aziende di livello globale, tra cui Caterpillar, Hitachi Construction Machinery, Sany Heavy Industry, Zoomlion Heavy Industry, LiuGong Machinery, Terex, Heli e molte altre. L’area espositiva ha superato i 300.000 m2 Tutte le macchine esposte erano conformi alla norma nazionale sulle emissioni IV, compresi i motori e gli altri componenti principali. Inoltre, i vari prodotti hanno presentato caratteristiche significative in termini di elettrificazione e “intelligenza”. Ad esem-
pio, LiuGong ha esposto più di 10 gamme di prodotti elettrici, tra cui pale, escavatori, rulli compressori, veicoli, piattaforme aeree e carrelli elevatori, in uno stand di 1.400 m 2 . Anche Sany Heavy Industry e Zoomlion Heavy Industry hanno esposto l’intera gamma di nuovi prodotti in stand di decine di migliaia di metri quadrati. In termini di visitatori, la fiera ha attirato più di 300.000 persone da tutto il mondo. A causa della passata pandemia, il CICEE è stata la prima mostra su larga scala tenutasi in Cina dopo l’edizione 2021. Grazie all’organizzazio-
ne e alla promozione da parte del comitato organizzatore quest’anno il numero di visitatori professionali non solo è stato elevato, ma anche di qualità: sono intervenuti i responsabili di importanti società di costruzioni come China Construction Group, China Railway Construction Group, China Railway Engineering Group e China Communications Construction Group. I presidenti delle società di investimento nel settore dei trasporti di Zhejiang, Jiangsu, Shandong, Jiangxi, Henan, Fujian e Hunan hanno guidato le varie delegazioni durante l’evento.
L’esposizione cinese ha attirato un gran numero di visitatori stranieri per tre motivi principali: la qualità e le prestazioni delle macchine edili cinesi sono migliorate notevolmente negli ultimi due anni, rendendole popolari tra gli utenti
stranieri e aumentando le esportazioni; gli organizzatori hanno promosso attivamente l’esposizione attraverso i media internazionali e hanno organizzato diversi gruppi di visitatori professionisti stranieri, tra cui delegazioni provenienti da ASEAN, India, Asia orientale e Sud America (alla cerimonia di apertura hanno partecipato funzionari di 33 ambasciate in Cina, tra cui Russia, Bangladesh, Azerbaigian, Slovacchia, Gambia, Guyana, Albania, Filippine,
per l’importazione e l’esportazione di macchinari e prodotti elettronici, la China Construction Industry Association, la China Construction Enterprise Association, la China International Contractors Association, la China Chemical Construction Enterprise Association, la China Civil Engineering Society, la China Highway Society, la China Construction Machinery Society e la China Society for Metals. Questi hanno tenuto conferenze e semi-
Kenya, Afghanistan, Ecuador, Nigeria, Nepal, Sudafrica, Israele, Thailandia, Turchia, Messico, Pakistan, Cambogia, Algeria, Lettonia, Mozambico, Arabia Saudita e Australia); in questo periodo molte aziende locali hanno organizzato eventi internazionali per gli utenti, come Zoomlion Heavy Industry, Sany Heavy Industry e Xingbang Technology.
Benefici significativi
Durante la fiera sono state decine le organizzazioni industriali di livello nazionale presenti, tra cui la China Machinery Industry Federation, la Camera di Commercio cinese
nari su larga scala presso il centro espositivo, che hanno elevato gli standard qualitativi e aumentato il contenuto tecnologico della mostra. Numerosi anche i clienti di alto livello, che hanno trovato la visita proficua, informandosi sulle macchine e le attrezzature che intendono acquistare nel prossimo futuro ed effettuando numerosi ordini di ricambi. Inoltre, durante l’esposizione diversi rappresentanti di società hanno discusso di potenziali opportunità di distribuzione e un’azienda ha perfino segnalato la possibilità di jointventure con costruttori di attrezzature cinesi. Tutte testimonianze, queste, che hanno reso l’edizione 2023 del CICEE un grande evento internazionale. ■
Energic Plus (www.energicplus.com)
è un marchio presente in tutto il mondo nel settore dell’alimentazione elettrica e dell’accumulo di energia dal 2004 e commercializzato da TVH. Specializzato in particolar modo in
citate si evidenziano i caricabatterie industriali e ad alta frequenza, oltre a quelli integrati e convenzionali per le batterie di trazione, e il rigeneratore di batteria Energic Plus, in grado di regalare una seconda vita a qualsiasi batteria al piombo-acido, rimuovendo la solfatazione mediante l’applicazione di un impulso ad altissima frequenza in varie fasi. Oltre a ripristinare la capacità delle batterie, Energic Plus è anche un efficace strumento di diagnostica, poiché - con un sistema integrato - questo dispositivo è in grado di eseguire un test di carico completo e di verificare l’attuale capacità delle batterie stesse
pacco batteria). Particolarmente interessante è lo Starter di emergenza a supercondensatore con avviamento interno. Questo prodotto professionale ad alte prestazionileggero e in grado di avviare qualsiasi tipo di sistema di veicolo a 12 V o 24 V in meno di due minuti –funziona con un condensatore al posto della batteria: ciò garantisce diversi vantaggi: si ricarica in 15 secondi con il motore acceso e non c’è bisogno di caricarlo prima di stoccarlo; è del 50% più leggero di uno starter tradizionale a batteria, perché non c’è una batteria all’interno; non fa registrare perdite di potenza o di prestazioni a temperature fredde o calde (da -45°C a 65°C). Questi Starter di emergenza
proposti da TVH sono garantiti a un milione di cicli e non richiedono batterie di ricambio o altri materiali di consumo. Inoltre, si ricaricano automaticamente dal veicolo una volta che è stato avviato, in modo che sia immediatamente pronto all’uso. Un allarme informa gli utenti se i terminali non sono collegati correttamente. Un voltimetro digitale, inoltre, permette loro di verificare rapidamente la tensione disponibile e di testare l’alternatore di un veicolo. Un interruttore a uso intensivo facilita il passaggio da 12 V a 24 V. La struttura interna rinforzata aumenta la robustezza e la durata di questo prodotto, che ha un peso di 12,8 kg e dimensioni pari a 25 x 25 x 50 cm. Il tempo di ricarica in pieno scarico varia da sei a otto ore. Il caricatore si caratterizza per un amperaggio di 3,6 A, una tensione di 220-230 VAC e una frequenza di 50-60 Hz.
JLG Industries ha recentemente presentato il nuovo “ClearSky Smart Fleet”, una piattaforma Internet of Things (IoT) di nuova generazione per una vera gestione bidirezionale della flotta e l’interattività delle macchine che sarà lanciata a fine estate/inizio autunno. “La telematica oggi può spingersi solo fino a un certo punto”, ha affermato Ara Eckel, Director of Product Management per le soluzioni connesse di JLG. “’ClearSky Smart Fleet’ reimmagina ciò che è possibile, aprendo la strada a una nuova frontiera per le soluzioni di connettività nel settore. Più che un altro singolo software, è costruito come una piattaforma IoT robusta e in continua evoluzione, in grado di fornire nuove funzionalità, nuove intuizioni e nuovi modi per gestire operazioni economicamente vantaggiose”.
ZOOMLION
Questa generazione di ClearSky è una riprogettazione completa, che aggiunge elementi innovativi per trasformare il modo in cui i clienti lavorano. Le caratteristiche
principali includono: processi quotidiani digitalizzati per ottenere efficienza operativa; localizzazione accurata ed efficiente delle macchine; funzionalità aggiuntive di assistenza delle apparecchiature; logistica ottimizzata con le reti di siti automatizzati; informazioni utili su macchine e flotte su richiesta. Secondo Eckel, “ClearSky Smart Fleet” sarà di serie sulla maggior parte delle nuove macchine prodotte nel corso dell’anno, mentre i clienti con prodotti JLG esistenti potranno continuare a utilizzare il programma ClearSky per le loro esigenze di connessione. Entrambe le piattaforme saranno integrate in Online Express, il sito di commercio elettronico di JLG attivo 24 ore su 24, sette giorni su sette.
La RTC 500 è un’autogrù leggera, progettata e costruita in Italia, pensata appositamente per il mercato italiano: potente e con una capacità di carico fino a 50 t, è dotata di braccio telescopico da 37,1 m in quattro sezioni telescopiche con due modalità di sfilo e rotazione continua a 360° ed è equipaggiata con motore diesel Stage V e impianto idraulico Load Sensing, per unire le massime prestazioni in cantiere con la più alta efficienza. Queste caratteristiche, combinate a dimensioni molto compatte, rendono la RTC 500 ideale per
lavorare in spazi limitati per la movimentazione, oltre che indicata per le operazioni pick & carry.
La RTC 500 consente un facile e veloce trasporto da un cantiere
all’altro senza la necessità di permessi speciali. L’innovativo sistema di trazione e l’impianto di sospensioni garantiscono prestazioni di tutto rispetto nelle attività fuoristrada. Molto apprezzata dagli operatori, la cabina ergonomica inclinabile a 20° per migliorare la visibilità – è dotata di ampie vetrature, per una visuale ottimale durante la guida e il sollevamento, è munita di un ampio display touchscreen e di joystick elettronici per il controllo dei movimenti.
EWELLIX
Ewellix, società specializzata nell’innovazione e nella produzione di tecnologie avanzate per il movimento lineare, ha introdotto il nuovo e-MOVEKIT, per aiutare i progettisti e i costruttori di macchine operatrici a semplificare le specifiche, l’assemblaggio e il collaudo dei sistemi di attuazione lineare elettrici. L’e-MOVEKIT è stato sviluppato in risposta alla tendenza all’elettrificazione dei sistemi di movimentazione nelle macchine operatrici e off-highway. In particolare, emerge la richiesta di sostituire i dispositivi idraulici con attuatori elettrici di nuova generazione che offrano alti livelli di densità di potenza, una capacità di forza superiore, efficienza energetica, sicurezza e affidabilità.
L’e-MOVEKIT è un sistema che comprende tutti i componenti necessari per l’azionamento e il controllo della movimentazione lineare in macchine operatrici dotate di alimentazione a 24 V, con comandi analogici o CANbus standard. L’elemento centrale è rappresentato da uno degli attuatori elettrici modulari all’avanguardia di Ewellix: questi sono progettati per essere utilizzati con un’ampia gamma di motori, riduttori e apparecchiature finali ad alte prestazioni, forniti come componente di ciascun kit, che include i connettori, i cavi e gli accessori di montaggio necessari per semplificare l’installazione.
L’e-MOVEKIT semplifica il lavoro degli ingegneri già esperti di movimentazione lineare, ma anche di quelli che non hanno mai lavorato con gli attuatori elettrici, per poter definire, personalizzare e configurare in modo rapido e semplice soluzioni efficaci per le macchine operatrici. La semplicità e la rapidità delle specifiche rendono il nuovo e-MOVEKIT ideale sia per progetti di sviluppo di prototipi che per la costruzione di apparecchiature in scala reale.
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Biglietti da visita, carta intestata, buste intestate, agende, calendari, planning, cartelline, raccoglitori, fatture e documenti fiscali a due o a tre copie a modulo continuo.
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FTMH (Fantuzzi Team Material Handling) continua la sua solida collaborazione con Volvo Penta per elettrificare una gamma di modelli di carrelli elevatori. Il rafforzamento di questa partnership è un’altra dimostrazione del successo dell’adattabilità e della modularità della piattaforma di elettrificazione del Gruppo Volvo nel liberare ulteriori opportunità di applicazione. La partnership prevede lo sviluppo di una gamma completa di carrelli elevatori elettrici fino a 52 t. L’FTF 26-12 da 26 t, che attualmente utilizza un motore Volvo Penta D8, sarà
il primo a essere elettrificato come FTF 26-12 EL. La trasmissione elettrica da 600 V sarà alimentata da un sistema di batterie Volvo Penta con una capacità installata di 360 kWh. Per garantire la massima operatività, la macchina sarà compatibile con la ricarica ad alta potenza, fino a 250 kW DC. Ciò consente di ottenere una carica completa in poco più di un’ora, massimizzando il potenziale di ricarica durante le pause di lavoro. Volvo Penta si sta affermando sempre più come fornitore di sistemi completi per l’elettromobilità e sta compiendo notevoli progressi nel suo percorso
verso le zero emissioni. La soluzione dell’azienda comprende componenti per impieghi gravosi sviluppati e collaudati da altre aziende del Gruppo, progettati e installati in modo da soddisfare le esigenze dei singoli OEM di veicoli fuoristrada. Volvo Penta e FTMH lavorano a stretto contatto da 10 anni. Il produttore italiano di attrezzature per la movimentazione dei carichi ha integrato i motori diesel D11 nella sua gamma di carrelli elevatori retrattili da 45 t per la movimentazione di container completi e una gamma più ampia di unità Volvo Penta nella sua serie di carrelli elevatori generici da 15 a 52 t.
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