Aryeh Kaplan - Sefer Yetzirah. Libro della creazione

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sembra probabile che in quei testi il quinto e sesto capitolo si trovassero fusi insieme.10 Il primo commentatore, Saadia Gaon, in una versione alquanto differente, divide il libro in otto capitoli.11 Il testo viene presentato in modo dogmatico, senza argomentare o spiegare. In particolare, nel primo capitolo è solenne e melodioso, si legge come poesia in versi sciolti. Vengono citati pochissimi passi biblici e, ad eccezione di Abrahamo, non si fa menzione di alcun nome o autorità. Il libro sembra suddiviso in quattro parti fondamentali. Il primo capitolo presenta le Sefirot, parlandone a lungo. Dopodiché, tuttavia, di esse non si fa più alcuna menzione nei capitoli successivi. Questo ha portato a formulare l’ipotesi che il Sefer Yetzirah potesse in realtà essere una combinazione di due (o più) testi precedenti. Il secondo capitolo consta di una trattazione generale riguardo alle lettere dell’alfabeto. Sembra chiaramente voler introdurre il loro utilizzo in un contesto meditativo. In questo capitolo vengono introdotti anche i cinque gruppi fonetici e i 231 Portali. Di nuovo, nel resto del testo non si fa più alcuna menzione né dei gruppi fonetici né dei Portali. I capitoli dal terzo al quinto trattano le tre suddivisioni delle lettere, “Madri, Doppie ed Elementali”. Esse si collegano alla tripartizione in “Universo, Anima e Anno”, presentando un sistema astrologico piuttosto dettagliato. In questi capitoli cambia interamente l’orientamento generale del testo, ed essi praticamente non fanno alcuna menzione di possibili risvolti meditativi. Questo, tuttavia, si può spiegare attraverso un principio trovato in molti testi kabbalistici successivi. Per poter mettere a fuoco i poteri mentali e spirituali si devono tenere in considerazione il tempo e le condizioni astrologiche.12 Anche il sesto capitolo non sembra avere una chiara connessione con le parti precedenti del testo, sebbene nella Versione Lunga sia presentato quasi come un commento. Qui vengono introdotti per la prima volta i concetti di “Asse, Ciclo e Cuore”, idee che non vengono trattate in nessun altro passo della letteratura ebraica o kabbalistica, ad eccezione del Bahir.13 Questo sembra il più oscuro di tutti i capitoli, ed è difficile stabilire se il suo contenuto sia di carattere storico o meditativo. Il capitolo si conclude con una stanza che collega il Sefer Yetzirah ad Abrahamo e proprio questa citazione funge da fonte alla tradizione secondo la quale il libro fu scritto dal patriarca.

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