Dossier villa roth occupata

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DOSSIER FEBBRAIO 2014

Progetti, iniziative, eventi. Novembre 2011- gennaio2014

Due anni di iniziative culturali, sociali, politiche, due anni di progetti, di manutenzione, di apertura al quartiere e alla cittĂ , di costruzione e condivisione collettiva. In maniera gratuita e aperta a tutte e tutti.


LA STORIA Il 26 Novembre 2011 un gruppo di persone entra dentro una villa di proprietà della provincia, conosciuta come Villa Roth, per occuparla. Il gesto nasce dall’esigenza di soddisfare due bisogni fondamentali: quello della casa e quello di avere uno spazio dove sia possibile fare socialità e cultura. Il gruppo degli occupanti è estremamente eterogeneo: senza fissa dimora, migranti, studenti, precari, disoccupati, convivono insieme per la costruzione di uno spazio che non si limiti a soddisfare i loro bisogni personali , ma che sia una risorsa anche per il resto del quartiere. La villa si trova in via Annibale di Francia, a Bari, nel cuore di San Pasquale ed è, a memoria del vicinato, abbandonata da sempre. Solo fra il 1990 e il 1998 il liceo scientifico Fermi ne fa una sua succursale, parentesi dopo la quale la villa torna ad essere abbandonata. Nascosta dall’erba alta, piena di rifiuti, alcuni anche piuttosto pericolosi, la villa era abitata solo dai topi e da qualche tossicodipendente che ne aveva fatto la sua zona di spaccio. Gli abitanti del quartiere, se potevano evitavano di passarci davanti. Ma il 26 Novembre 2011 la storia di abbandono al degrado e all’incuria di Villa Roth era terminata. Con sollievo non solo di chi aveva cominciato a viverci ma anche del vicinato, la villa è stata ripulita, restaurata e riempita di uomini e donne, bambini e bambine che l’avevano animata. Villa Roth non era un dormitorio, ma una vera e propria casa. Non era uno spazio neutro, ma un laboratorio in cui idee sogni e desideri trovavano, attraverso la costruzione e la condivisione, una loro realizzazione e un loro spazio.

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GLI OBIETTIVI Sono molte le persone che avevano fatto di Villa Roth la propria casa e da ognuna di queste persone sono nate idee e progetti. In questo dossier proveremo a fare una panoramica di tutto ciò che si è realizzato a Villa Roth. Attraverso fotografie e parole proveremo a raccontare cosa si è fatto in quel luogo, gli obiettivi, i progetti, la lettura della città. Villa Roth si basava sulla pratica dell’autogestione e dell’autorganizzazione. Ogni decisione rispetto lo spazio sociale e l’attività politica veniva discussa in assemblea di gestione. Chiunque poteva proporre e proporsi per iniziative ed eventi di vario genere purché nel rispetto dei principi dell’antifascismo, dell’antirazzismo e dell’antisessismo e in un ottica anticapitalista. Non era un’organizzazione né la sede di un partito, la Villa era uno spazio liberato in contrasto con le leggi della metropoli, era uno spazio aperto restituito al territorio e poteva essere vissuto da tutte/i. Da lì si rivendicava il diritto al reddito. Per reddito non si intende soltanto quel segmento inteso come “denaro”, ma anche la possibilità di una casa, la necessità di una formazione e della cultura, l’accesso ad una sanità alla portata di tutti e di qualità, la socialità, la mobilità e tutto ciò che rappresenta la base per una esistenza felice. C’è qualcosa che però probabilmente attraverso il dossier non si può percepire ed è quel sentimento profondo che si respirava a Villa Roth, quel sentimento che ognuno di noi prova quando è con la propria famiglia, con le persone con cui si cresce, si convive, si discute, si affrontano difficoltà e problemi, ci si diverte e si sogna. Ci auguriamo che questa panoramica possa far comprendere quanto lo sgombero di Villa Roth sia stato ingiusto e immotivato; che l’interpretazione della legge non possa limitarsi ad essere un astratto dogmatico, incapace di riconoscere e distinguere le qualità e il valore posti dalle azioni concrete degli esseri umani. Questa capacità di discriminazione dovrebbe essere compito di chi interpreta la legge, applicandola, e di chi amministra le istituzioni. Questa capacità si sarebbe dovuta esercitare nei confronti dell’esperienza del centro sociale Villa Roth, riconoscendone l’alto valore sociale e praticando una mediazione in grado di garantirne la sopravvivenza.

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Villa Roth nasce insieme al suo orto. Quello che prima era erba alta e piante infestanti presto è diventato terreno dove seminare buoni frutti. In collaborazione con alcune associazioni di agricivismo urbano, l’orto di Villa Roth diventa una piccola oasi di verde al centro del quartiere, dove chi voleva poteva venire a zappare il suo pezzettino di terra, seminare e raccogliere buoni frutti, tutti rigorosamente coltivati in maniera organica.

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COMUNICATO INAUGURAZIONE ORTO SOCIALE 26 APRILE 2012 il 28 e il 29 Aprile inaugura, coltiva, condividi l'Orto Sociale a Villa Roth! Un seme di buona Politica Nasce L'orto di Sociale di quartiere “Villa Roth” Tra scandali, corruzione e servilismo verso il potere della finanza internazionale, c'è chi a Bari ha deciso di estirpare l'erbaccia, dissodare la terra e piantare un seme di buona Politica intesa come speranza, impegno civile, condivisione, prospettiva per un' altra economia possibile. L'orto sociale di Villa Roth vuol essere, prima di tutto, uno spazio pubblico restituito alla collettività dopo anni di abbandono, ma anche un laboratorio di resistenza alla crisi attraverso il ritorno alla terra. Un luogo dove i cittadini del quartiere possano piantare e curare i propri ortaggi garantendosi prodotti genuini, a costi e Km zero, dove la condivisione degli spazi, degli attrezzi, delle esperienze, dei prodotti in eccesso è la chiave per il progresso di tutti; il sabato e la domenica è la giusta alternativa ai centri commerciali, è più rilassante, si fa un po' di attività fisica, si guadagna qualcosa si fa amicizia e, soprattutto, non si spende nulla. Ci vediamo all'orto per seminare, coltivare, produrre e diffondere i prodotti di un mondo nuovo dal sapore antico. 28 Aprile ore 10 lezione Speciale del corso di orticoltura domestica Si discuterà di Piante da frutto in spazi ristretti con i tecnici di Animaterrae.it 29 Aprile ore 10 Inaugurazione Orto Sociale Assemblea pubblica Introduzione: dagli Orti Sociali agli Eco-villaggi, una diversa economia è possibile La gestione dell'orto ( insieme ai partecipanti discuteremo e decideremo la migliore pratica di utilizzo degli spazi a disposizione).

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Da sempre la villa è stata aperta al quartiere e da sempre i bambini che abitavano nei dintorni vi avevano trovato un riparo dove poter giocare e correre liberamente ogni giorno. Le mamme erano più tranquille e felici di saperli giocare all’aperto, ma lontani da smog e pericoli. Da questa abitudine, autocostruire insieme alle mamme e ai papà un campetto da calcio è stato una naturale e piacevole conseguenza. Documento INAUGURAZIONE DEL CAMPETTO DI VILLA ROTH OCCUPATA 2 luglio 2013 Siamo ormai abituati ad aspettare che le istituzioni stanzino finanziamenti, facciano ordinanze e facciano appalti, insomma che le istituzioni ‘facciano le cose per noi’. E noi, la gente comune , quella che la città la vive e la vorrebbe riempita di luoghi che migliorino le nostre vite, che ci diano la possibilità di fare le cose che più ci piacciono e ci facciano esser più felici, rimaniamo solo a lamentarci di questo e quel politico, di ‘loro che sono tutti uguali’, di ‘quelli che non fanno mai niente e si mangiano solo soldi’. E se decidessimo di cominciare a farla noi la politica? Cominciare noi ad organizzarci, incontrarci e rendere la città un posto migliore che ci rispecchi e che soddisfi i nostri bisogni? 5


Da quando abbiamo occupato Villa Roth abbiamo sentito molte persone lamentarsi della mancanza di spazi per bambini a San Pasquale. Bene, ora abbiamo fatto un passo avanti. Alcune di queste persone hanno deciso di organizzarsi, sentirsi e creare insieme un campetto da calcio, perché i loro bambini e le loro bambine non dovessero più giocare fra le macchine, ma potessero passare il loro tempo insieme agli altri in un luogo confortevole. Mamme, papà coi loro figli, insieme a migranti, lavoratori/trici, dispoccupati/e, studenti/esse, precari/e si sono incontrati, hanno impastato il cemento, fatto buchi nell’asfalto, segato pali e fissato reti ed oggi un campetto da calcio è pronto. Invitiamo tutti e tutte all’inaugurazione del campetto di Villa Roth Occupata, la villa del quartiere, dove insieme si creano cose che non sono di nessuno e al tempo stesso sono di tutti, diventando una ricchezza comune per la vita degli abitanti di Bari e di San Pasquale. L’appuntamento è martedì 2 luglio alle ore 17 a Villa Roth Occupata, in via Annibale di Francia 17/b, per la partitella di inaugurazione e per un piccolo aperitivo insieme, per conoscerci e progettare nuove cose. Tutti e tutte, i bamibini, le bambine, mamme papà sono invitatiVilla Roth Occupata

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A Villa Roth vivevano 3 bambini eritrei, quando sono arrivati a Villa Roth avevano 8 , 3 e 2 anni. Uno di loro è nato a Lampedusa ed era nella pancia della sua mamma durante la pericolosa traversata del mediterraneo dalla Libia alle coste di Lampedusa. I bambini sono cresciuti in villa, luogo che anche l’assistente sociale aveva relazionato come ambiente idoneo alla loro crescita. Pensando a loro e a tutti quelli del quartiere, una parte delle attività della villa sono state dedicate ai più piccoli. Le iniziative di Villa Roth per i bambini sono state moltissime, spesso create proprio con la collaborazione e il sostegno dei genitori: cinema per bambini, teatro per bambini, laboratori e… feste di compleanno!

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DOCUMENTO PROGETTO DI CINEMA PER BAMBINI A Villa Roth SETTEMBRE 2013 Si propone la costruzione di una rassegna stabile di film a Villa Roth Occupata, al fine di utilizzare il mezzo cinematografico per portare nei bambini e nelle bambine la riflessione su temi ritenuti fondamentali per la crescita e per la formazione di individui coscienti e maturi. Non è, infatti, un caso se spesso ci riferiamo alla Villa non come 'occupata', ma come 'liberata', per ribadire il progetto sociale ed urbanistico che sottende l'aver recuperato autonomamente una villa in degrado nel centro del quartiere, averne cominiciato la ristrutturazione ed averla resa luogo di socialità e riflessione politica e culturale. Villa Roth Occupata si propone, perciò, di diventare luogo di incontro e di crescita tanto per genitori che per figli. Per i primi, offrendo lo spazio e il tempo per proporre temi ed elaborarli insieme ad altri genitori, condividendo così la 'sfida' dell'educazione; per i secondi, per incontrarsi e riflettere in posti, in tempi e con metodi diversi da quelli proposti a livello istituzionale. Il progetto prevede un ciclo di proiezioni associate a laboratori artistici, artigianali o ludici mirati a sviluppare i temi incontrati nelle proiezioni. tanto cartoni animati quanto film verranno proiettati al fine di recuperare la dimensione comune e sociale dell'arte e renderla un punto di partenza per la crescita e il miglioramento sociale. Perchè continuare a vedersi film sul divano quando c'è un nuovo cinema da costruire insieme nel quartiere?

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Tutto nasce dalla rassegna teatrale “Nati per calpestare i re” nata il 26 giugno 2012 dalla collaborazione fra artisti accomunati dal desiderio di praticare teatro in una condizione di condivisione e discussione, ma autonoma rispetto alle logiche delle “politiche culturali” degli enti pubblici e ai finanziamenti dei privati. Quello che ne viene fuori è un teatro gratuito, di qualità e aperto a tutte e tutti. L’esperimento riesce benissimo e un mese dopo nascono i TEATRI VILLANI, ossia l’idea di un festival di teatro con una cadenza fissa e un’ambientazione mutevole, poiché le rappresentazioni avvengono in tutti gli spazi della villa: dal tetto alla cucina, dal giardino all’ingresso.

COMUNICATO STAMPA 17 LUGLIO 2012 "Dopo il festival del teatro indipendente “Nati per calpestare i re”, durante il quale abbiamo sperimentato la possibilità di praticare del teatro in un posto occupato e autogestito e in una condizione autonoma di condivisione e di discussione, lontani cioè dalle logiche delle “politiche culturali” finanziate dagli enti pubblici piuttosto che dai privati, riteniamo necessario soggettivarci politicamente e riflettere sul senso della condivisione culturale nella nostra città e nel nostro Paese. Non vuole questo essere il manifesto di una protesta contro un “sistema culturale”,ma la base di una discussione sul come praticare una strada indipendente rispetto a quella dei “luoghi istituzionali della cultura”. Essere artisti oggi significa essenzialmente vivere la condizione di lavoratori precari divisi tra la necessità di dar forma all’energia creativa e la 10


realtà di un mondo lavorativo che non garantisce né un sistema di welfare né una redistribuzione in termini di reddito o di finanziamento della ricchezza materiale che il lavoro creativo produce. L’artista, inoltre vive la dissociazione tra la prestazione lavorativa in senso formale e quella in senso sostanziale: la prestazione in senso formale è oggetto di remunerazione ( l’esecuzione di una performance, ad esempio), quella sostanziale no, ma di fatto è fondante nella creazione artistica nella misura in cui è praticata costantemente nello studio, nella ricerca, nell’approfondimento intellettuale, nella ideazione dell’opera artistica. La risposta immediata a questa forma di precariato esistenziale è per noi dunque innanzitutto la rivendicazione di un reddito minimo garantito e inoltre la pratica autonoma del teatro non solo in termini performativi, ma anche di ricerca, pratica che può attuarsi solo in una condivisione assoluta di saperi, abilità ed esperienze e solo in una realtà indipendente, comune, slegata dai ricatti propagandistici e monetari dei luoghi in cui si stabiliscono le “politiche culturali”. Riteniamo occorra organizzarci per restituire al teatro la sua capacità di incarnare una percezione della realtà e di modificare la realtà stessa come risultato della relazione attiva con essa, occorre cioè ritornare a discutere sui principi costitutivi del teatro e sui luoghi e le modalità in cui è necessario praticarlo qui ed oggi.

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Teatri Villani è frutto della collaborazione tra artisti che credono nella cultura come momento di confronto e aggregazione. Praticare teatro in luogo occupato, inaugurare una rassegna teatrale concentrata in una settimana, ospitare artisti e compagnie professioniste, è la nostra risposta e la nostra domanda all'assenza di condivisione culturale dell'intero paese e della nostra città. Tutti attori o tutti spettatori, questa è la formula imperante che attraversa l'offerta culturale di massa e quella più chic dei luoghi... della cultura. Il protagonismo qualunquista o la totale passività mascherata da grande evento è quello che oggi offre la proposta culturale finanziata dai privati o d'altra parte il programma propaganda degli enti pubblici. Noi scegliamo una cultura che sia comune e collettiva, circolazione dei saperi, confronto aperto, condivisione di uno spazio e di un'economia, discussione, riattivazione di curiosità vitali, ospitalità reciproca. Nati per calpestare i Re ospita corpi e idee in una dimensione che si fondi di nuovo, davvero, sul principio costitutivo del teatro: l'incontro e la relazione

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Alcune rappresentazioni andate in scena durante la rassegna Teatri Villani

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Le serate musicali sono parte integrante della storia di Villa Roth Occupata. Erano serate semplici , ma basate su regole ben definite. Prima regola: non si paga l’ingresso. Chiunque poteva partecipare e se voleva poteva lasciare un contributo libero, interamente destinato all’artista.

Seconda regola: massimo una serata musicale la settimana. Villa Roth è stata soprattutto un’occupazione a scopo abitativo, per questo la programmazione è stata pensata nel rispetto di chi la viveva e degli abitanti del quartiere. Terza regola: niente etichette, niente major, niente cachet. A Villa Roth suonavano solo musicisti indipendenti, locali, normalmente privi di spazi dove esprimersi. Questo ha permesso non solo di poter ascoltare grandi musicisti gratuitamente ma anche che la villa fosse un luogo totalmente diverso dai normali circuiti dove la qualità della musica passa in secondo piano rispetto al nome dell’artista. Molte band locali in villa hanno potuto farsi conoscere e apprezzare: a Villa Roth hanno suonato artisti di altissimo livello come Duke Garwood o Maksim con la spada, ma anche le band degli studenti medi. Ci sono state performance di improvvisazione musicale, concerti in acustico, canti popolari, musica etnica. Perché la musica è cultura e rappresentazione

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delle culture e per questo motivo a Villa Roth si suonava, e tanto!

Comunicato 13 luglio 2013- uascezze multicolore Oggi,in tutto il mondo il diritto alla città diventa l’orizzonte comune per il quale si muovono milioni di persone a distanza di km. Cos’è la città? Non è per noi solo la somma di palazzi, semafori, strade ma è soprattutto un luogo di nessi intellettuali, di rapporti affettivi, di condivisione di saperi. Per questo l’idea di una cena in bianco per un’oligarchia volgare, transennata, presidiata, non ci piaceva. Per questo abbiamo deciso di praticare questo momento. Momento di socialità e condivisione, proposta, creatività, che diventa preziosissimo nel collasso delle politiche degli eventi culturali. La cena in bianco è stato solo l’ultimo esempio di un programma politico culturale che ha fatto passare come risposte ai bisogni di partecipazione collettiva e presenza sul territorio eventi non leggibili e non sentiti come necessari. Un’operazione ( in molti casi più raffinata di quelladi Ferorelli) che anziché rendere ai cittadini la Puglia migliore che aveva promesso, ha impoverito l’offerta culturale e cancellato il bisogno di reimmaginare il mondo negli artisti e nell’utenza, cannibalizzando il corpo sociale di chi produce arte e cultura. Una desertificazione della città. Inutile sottolineare che, proprio nel meccanismo o ”tutti spettatori” o “tutti attori”, i tentativi della “Grande Bellezza” in salsa barese o della Puglia Migliore si mostrino per quello che sono : un gioco pericolosissimo sull’immaginario ma anche sul lavoro intellettuale finalizzato a meri e inutili interessi elettorali e di piccola bottega. In questo momento di socialità che stiamo attraversando, invece, vediamo la potenza dell’autorganizzazione, della creatività messa in comune, della condivisione dei saperi che prova a sfuggire sia alle goffe regole di spin doctor o dei comitati elettorali che ai bavagli e alle costrizioni normative insensate oggi ancora più di ieri; parliamo, per esempio, della SIAE. Come si può all’epoca di wikipedia e dell’open source ancora pretendere di normare e controllare lo scambio di informazioni come prova a fare una struttura preistorica, inadeguata, nata e pensata durante in fascismo con la sua idea di Stato e di cultura? Il nostro auspicio politico ( e non solo ) è che senza controlli, senza transenne, senza direttori artistici, senza SIAE e amenità affini, la condivisione dei saperi e la costruzione di cultura fuori dagli eventi possa far vivere la città come noi la vogliamo, come la desideriamo. Perché ciò accada, quindi, non facciamo d iquesto momento l’ennesimo evento, ma l’inizio di un percorso da curare, far vivere e far crescere in comune.

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I festival erano l’occasione per concentrare in delle date importanti un assaggio di ciò che si praticava ogni giorno nei suoi spazi. Fra gli altri il più importante è il festival Rotta Indipendente, che ogni anno fra il 25 aprile e il 1 maggio era un’occasione per riempire la villa di iniziative politiche e culturali.

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programma dell’ultimo festival rotta indipendente ► 25 aprile: ■ ore 17.30, Piazzetta San Pasquale. La Villa nel Quartiere: “Pulcinella dalla brace alla padella” a cura di Burattini al Chiaro di Luna ■ ore 20.30: Osteria popolare “La Bocca del Leone” Spettacolo teatrale “Amaterasu”, da un’idea di Marianna di Muro e Alessia Garofalo, con Marianna Di Muro e Aurora Tota ► 26 aprile: ■ ore 18.30: A miccia corta - "dalla Valsusa a Taranto, incontro-dibattito tra terre insorgenti" con * Centro Sociale Askatasuna – Torino * Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti – Taranto ■ ore 21.30: Apericena Rap Antagonista :Behind the Barricades on the mic Sciamano & Hanzo in console dj Brusca ► 27 aprile: ■ dalle ore 10.00: ƒà ~ Fiera delle Autoproduzioni‼ ■ ore 16.00: Rassegna di cinema per bambini: “Diverso da chi?!” Proiezione di“Kirikù e la Strega Karabà” ■ ore 20.00: “Aut. Il sogno di Peppino: attualizzare Impastato” Spettacolo musical-teatrale con Giulio Bufo e Federico Ancona ■ ore 21.30: Apericena: Bari Up-beat Movement | Ska, Rocksteary, Reggae live playing | ► 28 aprile: ■ ore 17.30: La Villa incontra il quartiere –assemblea pubblica ■ ore 21.00: Black Box Cinema: “E morì con un falafel in mano” (R. Lowenstein, 2001) ► 29 aprile: ■ ore 19.00: “Trasformazioni del lavoro e del welfare - dalla produzione di fabbrica al capitalismo cognitivo” Seminario intervengono Giso Amendola (Università di Salerno) Luigi Pannarale (Università di Bari) ► 30 aprile: ■ ore 18.30: “L’immaginario della precarietà: dalla possibilità alla normalizzazione. Pratiche e modelli di sottrazione alla precarietà”: incontro - dibattito interviene L.O.A. Acrobax - Roma ■ ore 20.30: Concerto finale del laboratorio musicale “Improvvisazione nella città bianca” ideato e diretto da Roberto Piccirilli ► 1 maggio: Verso il Primo Maggio autorganizzato di lotta a Taranto: “Lavoro? Ma quale lavoro?!“ – organizzazione di pullman/adesioni entro il 27 aprile.

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Villa Roth ha ospitato moltissime volte la Fiera delle Autoproduzioni, già itinerante a Molfetta, Corato, Matera e Barletta. La fiera delle autoproduzioni è una manifestazione pensata per promuovere un altro modello di economia e di vita, che metta al centro non il denaro ma le persone e le relazioni, a dimostrazione che non esiste solo il lavoro salariato, capace unicamente di generare disuguaglianza, imbarbarimento, alienazione, ma una miriade di altre realtà capaci di produrre, lavorare e pensare in armonia con se stessi, con gli altri e con la natura.Il suo scopo è diffondere il principio di autodeterminazione alimentare ovvero il diritto ad un cibo genuino, economicamente accessibile e che provenga dalle terre che ci ospitano. La Fiera delle autoproduzioni è l'unione di coltivatori, allevatori, artigiani, artisti, riciclatori-creativi e consumatori in opposizione alle logiche economiche e alle regole di mercato imposte dalle multinazionali e grande distribuzione che sono la causa della crisi, d...ella precarizzazione del lavoro, del progressivo abbandono delle nostre campagne e dell'impoverimento di strati sempre più vasti della nostra società. La fiera aderisce alla campagna nazionale di “Genuino Clandestino” che si oppone all’equiparazione dei prodotti contadini e trasformati a quelli industriali; equiparazione che significa impedire l'accesso ai mercati a migliaia di piccoli produttori, mentre il consumatore continua ad essere soggiogato da modelli di produzione che talvolta non gli garantiscono genuinità e affidabilità dei prodotti, e mai un’effettiva e libera possibilità di scelta. 18


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A Villa Roth vivevano senza fissa dimora italiani e stranieri, fuggiti dalle condizioni disumane dei dormitori e delle mense di Bari. I dormitori comunali di Bari sono nonluoghi, dove si perde la dignità di essere persone, dove la propria quotidianità si limita a un continuo mettersi in fila, aspettare, sperare, dimenticandosi, spesso cos’è la dignità, cosa vuol dire restare umani. Dalla condivisione con i senza fissa dimora nasce, il 22 dicembre 2011, l’idea della mensa sociale a Villa Roth, una mensa dove ogni domenica attraverso la cooperazione, la solidarietà e il recupero degli alimenti fosse possibile mangiare insieme, bene, senza pagare nulla, senza fare la fila, senza la fretta di essere cacciati via. Documento mensa sociale – Dicembre 2011 APPELLO PER LA MENSA SOCIALE AUTOGESTITA Una settimana fa abbiamo smesso di dormire per strada. Ci siamo presi una casa in uno stabile di cui non importava nulla a nessuno. L’abbiamo rimesso a nuovo in sette giorni, i proprietari lo avevano abbandonato per più di dieci anni al degrado ed alla sporcizia. Abbiamo ricevuto da subito, e in tutti questi giorni tanta solidarietà, tanta fratellanza, tanta comunanza da moltissimi. E questo ci ha convinti ancora di più di quanto sia stato giusto occupare Villa Roth e di quanto sia giusta la battaglia per avere una vita degna, per uscire dalla marginalità, per riprendere voce. Ancora tante e tanti vivono però abbandonati in questa città, costretti a vagare in giro per le strade per rimediare qualcosa da mangiare, costretti a sottostare a regole disumane nei dormitori, costretti a non essere liberi, a non essere degni. Da subito abbiamo detto con chiarezza che la nostra battaglia non si ferma alla casa per noi, da subito abbiamo detto che la nostra lotta è per tutti quelli che con noi condividono una condizione. Per questo oltre a cercare altri stabili in stato di degrado ed abbandono dove poter dare casa a chi non ce l’ha, abbiamo deciso di realizzare una MENSA SOCIALE AUTOGESTITA, per dare un pasto a chi non ce l’ha, per provare a dare sollievo e dignità che in molti casi non si riesce ad avere nelle mense esistenti, non luoghi asociali in cui si lotta per un tozzo di pane, ci si imbruttisce, ci si abbandona.

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Sappiamo che non sarà facile, ma sappiamo anche che è possibile. Sappiamo che se questa sfida dovesse essere vinta tante persone uscirebbero dal silenzio per riprendersi ciò che spetta loro, ciò che spetta a tutti noi, ciò che spetta ad ogni essere umano. Il 22 Dicembre inaugureremo la mensa sociale che lavorerà ogni domenica a pranzo dalle 13:00 alle 17:00 (la Domenica non tutti sanno che le mense sono chiuse) servendo pasti. Per fare questo abbiamo bisogno di tante cose e se vorrete aiutarci in questa impresa per noi sarà importantissimo. Abbiamo bisogno di: Pasta, prodotti in scatola, tovaglioli, posate di plastica, bicchieri di plastica, utensili da cucina, frutta, pane, pelati, sedie, tavolini e qualunque altra cosa utile alla costruzione della MENSA. Raccoglieremo tutto questo a Villa Roth e lo immagazzineremo in modo da poter dare il via a questa esperienza il 22 Dicembre dentro la mobilitazione per il Natale INSOLVENTE. Gli occupanti di Villa Roth

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Villa Roth si è sempre impegnata nell'offrire visioni e metodi alternativi per vivere la nostra società. Seminari, dibattiti, presentazioni di libri, incontri pubblici, teatro d’informazione: Villa Roth Occupata era anche un laboratorio politico attraverso il quale era possibile leggere la città, esaminarne i cambiamenti, discutere le visioni del mondo. Un luogo di discussione, un luogo in cui si faceva cultura partendo dal confronto collettivo, in un ottica anticapitalistica. Personaggi autorevoli come Giso Amendola, docente di sociologia del diritto dell’università di Salerno, Andrea Fumagalli docente di Economia politica dell’università di Pavia e Luigi Pannarale docente di sociologia del diritto dell’Università di Bari hanno partecipato a seminari di formazione e dibattiti. Lì si sono svolte moltissime assemblee cittadine largamente partecipate che analizzavano e animavano i momenti politici più importanti della città.

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Villa Roth è sempre stata un punto di riferimento per il quartiere e fin dall’inizio si è lavorato affinché i suoi abitanti si sentissero coinvolti nella riqualificazione e nel considerare Villa Roth uno spazio anche loro, da utilizzare, riempire, amare. Per questo a più riprese sono stati creati eventi e volantini e si può affermare, a ragione, di avere ottenuto dei buoni risultati. Le attività gratuite per i quartiere sono state moltissime: il corso di danze popolari, di tamburello, di improvvisazione musicale, di Yoga, di Capoeira. Lo speaker’s corner di Bari (appuntamento esistente in tutto il mondo legato alla comunità web Couchsurfing) aveva scelto Villa Roth come sede per i suoi incontri settimanali. Volantino aprile 2012

Una convivenza tutt’altro che difficile. Non a caso dopo lo sgombero di Villa Roth il quartiere ha promosso una raccolta firme che ne ha raccolte ben 1358!

Speaker’s corner Bari

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Volantino per il quartiere Giugno 2013

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A Villa Roth una stanza era interamente dedicata al cinema: le proiezioni sono state moltissime e sono stati sviluppati nel corso dei due anni di occupazione in particolare due progetti: Black Box Cinema e la collaborazione con Dikotomiko. Black Box Cinema era un progetto cominciato a Maggio 2012, i cui obiettivi erano non limitarsi alla visione del film, ma costruire, attraverso un gruppo di lavoro, mini rassegne tematiche de-scrivendo il tema della rassegna e recensioni ad hoc dei film in programmazione. Fine ultimo del progetto era non solo la visione collettiva, ma anche la possibilità di fare uno stimolante dibattito alla fine di ogni proiezione. Le proiezioni avvenivano con cadenza settimanale e nel periodo estivo si facevano all’aperto, nell’orto di Villa Roth: un appuntamento chiamato Black Box Arena a cui hanno partecipato moltissime persone e tanti vicini, che uscivano di casa con la sedia per sedersi al fresco fra gli alberi di Villa Roth e godersi un film.

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La collaborazione con Dikotomiko ha inizio a Settembre 2013. Dikotomiko è un collettivo che, attraverso il suo blog (http://dikotomiko.wordpress.com/) molto seguito, recensisce film. Villa Roth mette a disposizione la sala cinema ed è un successo: le loro recensioni sono originali e divertenti, i film scelti da loro poco conosciuti e assolutamente geniali. Qui un estratto dal loro blog: Chi c’era? Innanzitutto due gatti consanguinei che si strusciavano tra gambe e poltroncine (comodissime) e un cane fighetto che invece se ne stava stravaccato su un divanetto, con lo sguardo rivolto, per tutta la durata della proiezione, verso la parete opposta a quella sulla quale scorreva il film. C’erano anche 25 esseri umani (2,5 per la questura). Countdown è piaciuto più o meno a tutti, escluso il cane. Abbiamo chiesto al pubblico di sintetizzare in una parola le impressioni sulla visione, ed ecco cosa abbiamo ottenuto (molti si sono comprensibilmente rifiutati per timore di rappresaglie violentissime): Vorticoso Spaventoso Inquietante Cinicamente giusto Disorientante Rosso Educativo Grattacapo comportamentale Drammatico Catartico Pessimista D’impatto. C’era anche Dikotomiko. Invisibile ed impalpabile, vagava per la saletta scrutando volti, e sopratutto annusando le ottime tartine con squisita salsa di zucchine a disposizione dei presenti. Perchè Villa Roth Occupata è un posto accogliente ed ospitale, che vi credete? Nel bar adiacente la saletta, spettacolo prima dello spettacolo, si poteva assistere alle contorsioni plastiche di Mr. D, la cui esibizione aveva lo scopo di recuperare le birre da un frigorifero chiuso con un lucchetto del quale nessuno sapeva dove fossero le chiavi. Era quindi necessario infilare il braccio nella piccola fessura tra le due ante del frigo, recitando strazianti mantra tibetani per sopportare il dolore. Dolore ineluttabile, con il braccio che si scortica e si scarnifica per penetrare nel frigo (roba che manco in un film di Marina De Van) ed uscirne vittorioso con una birra nella mano insanguinata, anche se con un paio di dita smarrite nell’operazione insieme ad un trascurabile strato di epidermide. Dikotomiko è pienamente soddisfatto dell’esordio di We saw the devil, e sta preparando il secondo appuntamento nel quale delizieremo i vostri palati con la visione di… Sorpresa!

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Nel settembre 2013 è nato il progetto della Libreria Sociale Pavlos-Fyssas in collaborazione con la casa editrice indipendente CARATTERIMOBILI. La libreria era interamente autocostruita e aveva ricevuto moltissime donazioni di libri, anche in lingua. Si basava sul principio dello scambio non obbligatorio, ossia chiunque poteva prendere uno o più libri, senza dover sottoscrivere prestiti o essere obbligato a darne immediatamente uno in cambio. La libreria è stata intitolata a Pavlos-Fyssas, noto rapper greco antifascista assassinato proprio nei giorni in cui la si stava costruendo. Il progetto della libreria sociale non si limitava allo scambio o alla fruizione dei libri, ma era molto più ampio: comprendeva presentazioni di libri, conferenze, reading, spazio per la lettura dei propri scritti e un laboratorio di scrittura coordinato dallo scrittore Cristò Corradino. Di seguito il comunicato sul progetto della Libreria Sociale: “Senza biblioteche non c’è paradiso” Così dichiararono gli attivisti della Biblioteca Acampada Sol di Madrid, quando all’alba del 19 settembre 2011 furono sgomberati dal centro sociale Casablanca. Migliaia volumi, molti dei quali già catalogati, finirono in discarica grazie alla polizia. Ma “I libri sono contenitori di idee. Potete continuare a distruggerli però non potrete mai distruggere quello che i libri hanno fatto di noi”, spiegarono i militanti. Quello che sogniamo è creare, insieme a tutta la città, una libreria sociale. Non un semplice luogo dove sono depositati i libri, ma un progetto attraverso il quale sviluppare un altro modello di cultura, alternativo a quello imposto dalle etichette, dalle grandi casi editrici, dagli interessi personali di chi specula su manuali, libri di testo e dispense universitarie. Uno spazio fondato sulla condivisione, perché questo è quello che pratichiamo, ma soprattutto perché è quello che vogliamo al centro dei luoghi dove si produce cultura e informazione. Il progetto prenderà vita all’interno di uno spazio comune e liberato, Villa Roth Occupata, dove le nostre intelligenze, i nostri saperi, la nostra creatività, costantemente sviliti, frustrati e sfruttati dal produttivismo del sistema, saranno

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finalmente messi a valore in un’ottica collettiva che permetta la loro autentica espressione e affermazione. Il progetto della Libreria Sociale punta a creare un luogo di condivisione reale in cui si possa studiare, leggere e guardare film insieme, condividere letture, affetti, saperi, presentazioni di libri, percorsi di scrittura, percorsi intellettuali e politici. La pratica del ri-uso caratterizzerà lo spazio, non solo per quanto riguarda la raccolta dei libri, ma anche per la costruzione della libreria. Casette della frutta, vecchi frigoriferi, pallet, tutto verrà riutilizzato e trasformato in librerie e scaffali. In una Libreria Sociale i libri non si comprano né si prestano, ma semplicemente si “incrociano”. Se si prende un libro dalla libreria sociale noi chiediamo in cambio semplicemente nuovi libri da mettere in circolazione. Chi prende un libro, non è obbligato a restituirlo, ma è nello spirito della libreria sociale riportare i libri, una volta letti, per rimetterli in circolo. Immaginiamo che il momento dello scambio avvenga durante degli appuntamenti (un pomeriggio, una serata, una o più volte a settimana) in cui ci si incontra, si portano i libri, si spulcia fra quelli che ci sono già, ce li si scambia o semplicemente li si prende, portandone con gioia altrettanti durante l’appuntamento successivo. Si tratterà di momenti di socialità reale in cui si parla, si prende un caffè, si discute, si assiste a workshop e presentazioni di libri. La libreria sociale, per come la immaginiamo, non sarà una semplice stanza dove sono depositati dei libri, ma un luogo vivo, vissuto, attraversato sempre da nuove soggettività e nuovi saperi.Per questo chiediamo alla città, alle compagne, ai compagni, alle case editrici, al quartiere di aiutarci a costruire un vero e proprio polo della condivisione del sapere. Raccogliamo i libri, cataloghiamoli, leggiamoli, discutiamone, scambiamoceli. Autorganizziamo un nuovo modo di fare cultura, di renderla un bisogno collettivo e diffuso e di soddisfarlo attraverso una pratica in cui crediamo e investiamo molto: quella della collettivizzazione.

DOCUMENTO INAUGURAZIONE LIBRERIA SOCIALE 5 OTTOBRE 2013 La cultura fuori dal fango!

Il 26 giugno 2013 il magazzino centrale di NdA, distributore nazionale dell'editoria indipendente e di movimento, ha subito un drammatico allagamento di acqua e fango, perdendo più di 8.000 libri. Fra questi anche moltissimi libri di CaratteriMobili. La ferita subita è grave e potenzialmente mortale. Per reagire sono state costruite diverse iniziative e fra le altre, grazie al sostegno di Villa Roth, questa festa di finanziamento. In un panorama desolante di banalizzazione e omologazione dei prodotti EDITORIALI, Villa Roth sceglie di sostenere una casa editrice indipendente come CaratteriMobili che propone, tra mille

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difficoltà, una cultura che non si piega ai ricatti del mercato e mette in circolazione saperi e idee che nella “grande distribuzione” non troverebbero spazio. La scelta di lavorare insieme non è episodica, ma si inserisce in un percorso che abbiamo intrapreso insieme per la costruzione di una Libreria Sociale, dove i libri possano liberamente circolare, perché siamo convinti che questa libera circolazione non sia in concorrenza con chi dalla vendita dei libri cerca di costruire il suo reddito. Al contrario, noi crediamo che la libera circolazione delle idee che i libri incarnano, se veicolata in contesti sociali autorganizzati e autogestiti, come Villa Roth (e non nel chiuso delle stanze di chi magari i libri semplicemente li scarica) non possa che essere un fattore di crescita per l'editoria indipendente in quanto tale e per l'idea di cultura che essa promuove. La Libreria Sociale, che sarà inaugurata in occasione della serata di sostegno a CaratteriMobili, è stata dedicata a Pavlos Fyssas, un rapper antifascista greco accoltellato a morte dal nazifascisti di Alba Dorata proprio nei giorni in cui ne discutevamo il progetto. Dedichiamo a lui uno spazio e delle pratiche fondate sulla condivisione di saperi e di cultura liberi, indipendenti e, naturalmente, antifascisti. CaratteriMobili Libreria Zaum/Interno4 Villa Roth Occupata READING DI Giulio Bufo; Eva Clesis; Cristò Chiapparino; Giuseppe Ceddia; Giuseppe Di Leo; Elisa Manzari; Dante Marmone; Ermelinda Nasuto; Torto MUSICHE E PAROLE DI Torto o.g. e Daniele Di Maglie

DOCUMENTO PRESENTAZIONE PROGETTO LABORATORIO DI SCRITTURA CREATIVA Il senso di un laboratorio di narrazione all’interno di una Libreria Sociale non può che essere legato al concetto di militanza culturale intesa nell’accezione più ampia e innovativa possibile. Il riconoscimento delle tecniche di scrittura, infatti, consente la presa di consapevolezza dei linguaggi che utilizziamo per narrare il mondo e noi stessi e di veicolare i contenuti in una forma non più neutra né eterodiretta, bensì autonoma e libera.

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Volantino della Libreria sociale

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A Villa Roth c’erano dei pezzi molto importanti dei piÚ bravi street artist baresi: Valorize , Daniele Geniale , HOPE , EGO, Ser randa.

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