La biodiversità delle colture pugliesi

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zati proprio alla realizzazione di quegli impegni. Alcune Regioni o Province Autonome già prima dell’approvazione del Piano nazionale per la biodiversità di interesse agrario si sono dotate di leggi specifiche, con cui hanno attuato importanti progetti sul territorio volti all’individuazione, recupero e caratterizzazione delle risorse genetiche locali. Alcune Regioni, pur prive di leggi regionali ad hoc, hanno realizzato comunque importanti interventi territoriali attraverso progetti speciali finalizzati. Le Regioni e il Ministero quindi hanno avvertito l’esigenza e l’utilità di definire un “linguaggio” comune che favorisse un confronto tra realtà regionali differenti oltre che rappresentare uno strumento di coordinamento nazionale delle numerose azioni locali. A questo scopo è stato predisposto Il Piano nazionale per la biodiversità di interesse agrario, attraverso il quale, Regioni e Province autonome hanno raggiunto un risultato di notevole valore tecnico e politico: la redazione di linee guida nazionali per la tutela della biodiversità vegetale, animale e microbica a cura di gruppi di esperti nazionali attraverso il costante confronto con le esperienze territoriali regionali. Un grande risultato di metodo, di risultato, di utilità a disposizione di tutti, amministrazioni locali e centrali, cittadini e comunità internazionale (Decreto 6 luglio 2012, Adozione delle linee guida nazionali per la conservazione in situ, on farm ed ex situ, della biodiversità vegetale, animale e microbica di interesse agrario. Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 24/7/2012, Serie generale - n. 171).

B) Quali step, successivi al Trattato Internazionale sulle Risorse Fitogenetiche per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Approvato in seno alla Conferenza della FAO tenuta a Roma il 3 novembre 2001), sono stati realizzati dall’Italia? –– Ratifica del Trattato con la Legge n. 101/2004, del 6 aprile del 2004; –– stesura di Leggi regionali sulla biodiversità. Altro documento internazionale che ha dato impulso al processo di definizione di una strategia nazionale a tutela della biodiversità è stato il Trattato Internazionale sulle Risorse Fitogenetiche per l’Alimentazione e l’Agricoltura. Esso introduce le seguenti novità: –– istituzione di un fondo comune nel quale, tutti i Paesi firmatari debbono versare una parte dei proventi derivanti dall’uso delle risorse genetiche. Tale fondo verrà poi destinato ai Paesi di origine delle stesse risorse genetiche utilizzate; –– introduzione del concetto di diritti degli agricoltori “custodi”; –– istituzione di un sistema di “accesso facilitato” alle risorse genetiche di un Paese. I suoi obiettivi (art. 1): –– conservazione e uso sostenibile delle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura; –– equa e giusta condivisione dei vantaggi dalla loro utilizzazione per un’agricoltura sostenibile e per la sicurezza alimentare (art. 1); 34


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