Arte e storia delle Madonie. Studi per Nico Marino, Voll. IV-V

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Scipione Li Volsi a Monreale? ARTURO ANZELMO Stimolato dall‟elogio di Antonino Cuccia1 quando (2009) sottolineava come nel 1997.., determinante si è rilevato il contributo di un gruppo di studiosi e ricercatori..., e poi a buon diritto poneva in rilievo l‟ulteriore contributo (2007) di Angelo Pettineo e Peppino Ragonese, puntualizzando come tali esiti avessero posto in risalto la figura geniale di Scipione capace di interagire con le figure più rappresentative della capitale viceregia, rendendosi protagonista egli stesso di una cultura complessa..., il contributo offerto all‟attenzione degli amici di Nico Marino -uno di quel gruppo di studiosi e ricercatori- da un canto torna a considerazioni sulla produzione di Scipione Li Volsi dall‟altro, mette in campo nuove questioni e spero fornisca ulteriori stimoli di riflessione. L‟immane lavoro di Pettineo e Ragonese, a parte l‟incontestabile valore storico-critico, e che dell‟intera famiglia -nicosiani e tusani-, fermava per quel momento il catalogo, arricchito da non poche attribuzioni -e che ad oggi resta fondamentale-, stimola l‟esigenza di una puntuale disamina filologica. Per quanto a Scipione, il consistente corpus di riproduzioni fotografiche, nell‟impossibilità di una diretta ispezione, aiuta a prendere atto di come la “diversità di mano” -che nel caso di alcune opere documentate appare palmare- resti insoluta quæstio e ciò, a parte le intuibili collaborazioni nei grandi cicli plastici e fatti salvi gli interventi di restauro che, come nel caso ciminnita, lasciano trasparire l‟indirizzo neoclassicheggiante dell‟artista/restauratore. Tra nuove attribuzioni che ampliano il raggio d‟azione a nuove aree geografiche (Cuccia cit.) ed esigenza di approfondimenti, non appare fuor di luogo stimolare gli studi con un‟ipotesi che, fondandosi sull‟auspicabile, accertabile ruolo ed attività di Scipione in ambiente palermitano, inevitabilmente ha il sapore di una provocazione. È attribuita ad anonimo la dorata statua lignea di Santa Lucia [Fig. 3] che si conserva nella chiesa della Collegiata di San Castrense a Monreale (provvista di sphera raggiata e fiammata, lievemente a mandorla) che la storiografia ritiene eseguita sullo scorciare del secolo XVI. In questo contesto temporale la colloca Anto-

Antonino Cuccia, “Scipione Li Volsi tra Neomanierismo e Barocco. Considerazioni critiche e nuove acquisizioni” in Antonino Giuseppe Marchese (a c. di), Manierismo siciliano. Antonino Ferraro da Giuliana e l‟età di Filippo II di Spagna, Palermo, ilaPalma, 2010, vol. II, pp.13-22 saggio nel quale l‟A. attribuisce a Scipione il Crocifisso della Matrice di Capaci (Pa).

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